Angeli, Margherite, Mandolini e altri Levi erranti

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Angeli, margherite, mandolini e altri Levi erranti


Con grande generositĂ Sonia Finzi Guetta Pasquali Enrico e Itaka Martignoni Marie Louise di Suvero Martignoni Sandra Loewy Merlini Anna Padoa Casoretti Fabricio Silvia Cavazzoni Dazzi Sandra Alatri Milano hanno reso possibile la pubblicazione di questa seconda edizione del libro sulla nostra famiglia, che dedico a tutti i discendenti di Mandolin Levi da Padova


Marilì Cammarata

Angeli, margherite, mandolini e altri Levi erranti Una grande famiglia veneziana dal ghetto al mondo (e alla corte d’Inghilterra)

Alpes Italia srl – Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma tel./fax 06 39738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it


© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma Tel./fax 06 39738315 E-mail: info@alpesitalia.it www.alpesitalia.it © Copyright Marilì Cammarata II Edizione riveduta e ampliata, 2019

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Indice

Storie di Storia.................................................................................................. VII Ma i Levi non finiscono mai!? .............................................................................. 1 Gli inizi................................................................................................................ 9 Le vite dimenticate degli altri figli di Mandolin.................................................. 21 Alla corte della regina Elisabetta......................................................................... 33 Abram Levi e i suoi discendenti.......................................................................... 43 Il ramo fiorentino di Abram............................................................................... 53 Jacob Levi e i suoi figli...................................................................................... 101 La ditta è la famiglia (e viceversa)..................................................................... 109 Il prolifico Abramino........................................................................................ 137 Anzoleto, pochi figli ma illustri nipoti.............................................................. 177 Cesarino, l’incompreso..................................................................................... 189 Cesare, l’ultimo banchiere a tempo pieno......................................................... 213 Quell’angelo di Anzolon................................................................................... 273 Giacomo: banca, musica, fiori e figlie............................................................... 279 Corinna, rimossa e dimenticata........................................................................ 295 Una Levi di ferro.............................................................................................. 301 Conclusioni...................................................................................................... 335

Glossario.......................................................................................................... 339 Bibliografia....................................................................................................... 341 Referenze fotografiche...................................................................................... 353 Indice dei nomi................................................................................................ 355


Settembre 2016: dopo due secoli alcuni Levi si sono riuniti a Firenze. Da sinistra, in piedi: Arianna Sellerio Jesurum, Piero Milano, Anna Rosa Ravà, Tobia Ravà, Vittorio Ravà, Stella Taccone Brandolini d’Adda, Isabella Gonzales Geddes da Filicaia, Carlo Brandolini d’Adda, DeWitt Harrison, Sandra Alatri Milano, Sandra Foà Harrison. Seduti: Piero Bolchini, Sandra Loewy Merlini, Gaia Ravà.


Storie di Storia

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ome ho scritto in un’altra occasione molti anni fa, non sono una storica di professione: sono una ricercatrice di storie, o meglio un’onnivora storica/orco, come avrebbe detto il grande Marc Bloch, sempre a caccia di persone (“carne umana”, secondo la sua definizione), di dati e date, di testimonianze... Il racconto che si dipana in queste pagine può essere letto prescindendo il più delle volte dall’abbondante corpus delle note, nelle quali ho voluto compendiare soprattutto il contesto esistenziale delle figure e degli eventi che riguardano la multiforme attività sociale e famigliare dei miei Levi. Pertanto i livelli di lettura possibili sono principalmente due: quello ristretto alle vicende di un clan molto ramificato e in qualche momento fondamentale per la storia di Venezia, e che in linea di massima prescinde dai contenuti delle note, e quello identificabile come una microstoria inserita nella Storia, veneziana, asburgica, italiana o europea che sia, rievocata appunto a piè di pagina. Quanto riporto non è mai frutto di fantasia: dove non ho potuto avere riscontri documentali o conferme di altro genere, mi sono espressa in forme dubitative, con la speranza che prima o poi altri dati vengano a confermare o confutare definitivamente le mie congetture. Molte cose infatti sono già state corrette rispetto alla prima edizione. Degli eventuali ma involontari errori rimasti mi prendo tuttavia piena responsabilità. Ho scritto deliberatamente in prima persona, perché altrimenti non sarei riuscita a rendere partecipi i lettori delle emozioni che ho vissuto per più di quattro anni, man mano che mi addentravo nei meandri di un albero genealogico sempre più esteso, complicato e in alcune parti ancora oggi lacunoso: in particolare la meraviglia e, se me lo si permette, l’orgoglio nello scoprire parentele e consanguineità – impossibili da immaginare dagli scarsi accenni che venivano fatti in famiglia – con noti personaggi della storia, della scienza e della cultura italiane e non, ma anche con il clan nel suo complesso. Ci sono stati momenti di divertimento, per esempio nella scoperta di alcuni innocui tratti psicologici prossimi a manie e a nevrosi comuni a più membri consanguinei, e altri di profonda tristezza, in particolare nell’annotare i nomi dei non pochi scomparsi a causa della shoah. C’è stata la gioia di incontri inaspettati, anche se a volte solo via web, con persone con le quali ho potuto condividere scoperte o perfino ricordi ormai privi di contesto: molte di esse nel giro di poco tempo hanno saputo e voluto andare al di là della mera, infinitesimale, traccia di dna comune (e in qualche caso non c’è neanche quella) per diventare contenitrici del mio affetto e dispensatrici del loro e alle quali si deve non poco se queste pagine non sono diventate un puro elenco di nomi. C’è stata la gioia di ritrovare vecchie conoscenze, ester-


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angeli, margherite, mandolini e altri levi erranti

ne alla famiglia ma tuttavia per certi aspetti in essa profondamente coinvolte, che con l’occasione si sono via via trasformate in vere amicizie e alle quali manifesto qui la mia profonda gratitudine. E infine c’è stato lo sconcerto nello scoprire che alcuni attuali discendenti della grande famiglia si rifiutano di essere contattati oppure di condividere con me una piccola parte delle loro radici, o addirittura tentano di cancellare le proprie origini elidendo il cognome Levi, spesso nascondendosi, peraltro in maniera del tutto legittima, dietro quello non (o meno) connotato etnicamente. Quando proprio tale elisione è impossibile, fanno finta di non chiamarsi Levi. Si tratta quasi sempre di figli di matrimoni misti – come me – che forse non sono stati in grado di accettare e vivere serenamente e con fierezza la propria duplice origine culturale e religiosa, pur magari aderendo a una di esse, a una terza, o a nessuna. Un’ultima, amara, constatazione: da quanto emerso dalle mie ricerche, come pure dalle storie che mi sono state raccontate, ho compreso che fino alla diaspora causata dalle leggi razziali moltissimi cugini, figli di cugini, nipoti di cugini, non solo conoscevano la reciproca esistenza ma si frequentavano, si scrivevano: in una parola, partecipavano alle vicende, ora liete ora tristi, dei vari rami di questo grande albero chiamato Levi. Oggi non è così. Molti dei loro attuali discendenti, anche se dello stesso ramo, non si conoscono o addirittura non sanno della reciproca esistenza. È dunque motivo di profonda gioia il fatto che, grazie a questo libro, alcuni di loro abbiano potuto far rinascere questi legami, di sangue e non. A tutti devo molto e di ciò li ringrazio dal profondo del cuore. Questa seconda edizione è stata completamente rivista, emendata degli errori e delle inesattezze che inevitabilmente comporta una ricerca storica e, soprattutto, ampliata in numerose parti con l’aggiunta di nomi, date, avvenimenti e precisazioni. Sono stati aggiunti tre nuovi capitoli, uno dei quali per certi versi incredibile, come ho anticipato nel sottotitolo, e sono state eliminate, aggiunte o spostate alcune immagini.


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