Prefazione
Vincenzo Marsili
Uomini e sogni
Collana Itinerari del Sapere diretta da Doriano Fasoli Board Scientifico: Luciano Ceri, Franco Cordelli, Franco Ferrarotti, Giosetta Fioroni, Mario Lavagetto, Cesare Mazzonis, Renzo Paris, Sandra Petrignani, Franco Rella
Alpes Italia srl – Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma tel./fax 06-39738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it
I
© Copyright Alpes Italia srl – Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2019
Vincenzo Marsili ha iniziato la sua formazione come Psicologo infantile nel Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale di Pisa e di Lucca e successivamente ha lavorato per più di trent’anni nel reparto psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di Lucca. È socio fondatore dell’Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica (A.R.P.A.) e membro Didatta della Società Internazionale di Psicologia Analitica (I.A.A.P.). Oltre ai numerosi articoli di argomento prevalentemente psicopatologico, ha scritto i libri Tempo e Anima, ed. Moretti e Vitali, Bergamo, 2009 (un affresco clinico del vissuto del tempo nella psicosi, sul versante bipolare e su quello schizofrenico), Sottile come il domani - Storie di un mondo ossessivo, Armando Editore, Roma 2014 (un’esplorazione fatta dall’interno della vita dei pazienti che soffrono di disturbi ossessivi-compulsivi) e Madri assassine - Tre letture di Euripide, Alpes Italia, Roma, 2017 (un approccio alla comprensione della casistica della violenza materna attraverso un’interpretazione psicologica di tre tragedie di Euripide). In copertina: Foto di Edoardo Filippo Marsili.
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Ai miei pazienti
Indice generale
Premessa
La strada dei sogni.................................................................... VII
Sopravvivere............................................................................
1
Nascondersi nel bosco....................................................... Restare uniti....................................................................
3 15
Cocaina....................................................................................
21
Prigioniero del nulla........................................................ Il sapore del gelato............................................................ La velocitĂ sopra lo spazio................................................
23 43 51
La direzione della corrente................................................
55 57 73 83 89
Prigioniero delle azioni.................................................... Il sogno psicotico.............................................................. Il vestito del matrimonio.................................................. Un mondo arido..............................................................
Epilogo
Che cos’è il sogno.......................................................................
101
V
Premessa La strada dei sogni
“Le vostre azioni sono i miei sogni” (W. Shakespeare, Il racconto d’inverno, atto terzo)
Nel film “Maximilian, il gioco del potere e dell’amore” di A. Prochaska (2017) c’è una scena che mostra un aspetto importante del sogno, di solito non abbastanza considerato. Siamo nel 1479: Massimiliano è stato mandato dal padre Federico III d’Asburgo a Gand nelle Fiandre, per prendere in sposa Maria che, dopo la morte del padre in battaglia, è rimasta unica erede del vasto e ricco ducato della Borgogna: in questo modo il ducato verrà strappato al re di Francia Luigi XI che ne reclama il legittimo possesso, e annesso all’ impero asburgico. Da un matrimonio di interesse, tra i due diciottenni è nato un amore profondo. I primi due anni di governo non sono stati facili per Massimiliano: appena è arrivato ha dovuto affrontare la rivolta dei nobili delle città borgognoni i quali, sobillati dal re di Francia Luigi XI con la promessa dell’abolizione delle imposte, hanno imprigionato Maria nel suo castello per costringerla a sposare il delfino del re, un bimbo di sette anni; i sicari mandati da re hanno provato già due volte ad ucciderlo, e le guarnigioni francesi non hanno mai smesso di invadere e saccheggiare interi territori del ducato. Per evitare di essere intrappolato in una lunga guerra di logoramento, Massimiliano, pur disponendo di uno scarso contingente di mercenari e di contadini, ha deciso di uscire in campo aperto e di battersi contro l’esercito francese, uno dei più forti eserciti esistenti, famoso per l’abilità dei suoi cavalieri.
VII
Uomini e sogni Ora è lì, sulle alture di Guinegatte, in testa alle sue truppe, la picca in pugno, appiedato, con ai lati i suoi fidi compagni, che aspetta di veder comparire dall’orizzonte la fila dei cavalli nemici alla carica. Dall’esito di quella battaglia dipenderà il suo destino, quello del suo amore e del suo regno. Fin da ragazzino si è addestrato duramente nei duelli e nei combattimenti. Su di lui pesano anche le speranze dell’impero austriaco che lo considera inviato da Dio per realizzare grandiose imprese. Per il futuro imperatore del Sacro Romano Impero è venuto il momento di dimostrare al mondo e al padre (che ha sempre considerato un codardo), tutto il suo valore. Il prode luogotenente che è al suo fianco è preoccupato perché vede Massimiliano ancora provato dalle ferite riportate nell’attentato subito di recente; gli si avvicina per dirgli che è ancora in tempo per rinunciare. Massimiliano lo rassicura dicendogli con tono deciso: «Sono già stato qui». E, dopo una pausa, aggiunge: «In sogno». Alla fine di quella giornata di battaglia, Massimiliano attraverserà da vincitore un’immensa distesa di cadaveri (quattordicimila secondo le fonti), per correre nelle braccia dell’amata sposa che lo ha aspettato in preghiera. Ha avuto la meglio sull’esercito francese, anche grazie all’impiego di una nuova, geniale tattica militare. Dicendo ”Sono già stato qui”, Massimiliano non fa alcuna distinzione tra ciò che ha vissuto in sogno e ciò che lo aspetterà tra poco sul campo di battaglia. Questa qualità esistenziale del sogno si è perduta nel nostro senso comune, dove il sogno ci appare fatto di un’altra sostanza rispetto alla vita: una sostanza immateriale e immaginaria. In realtà durante tutte le fasi del sonno noi sogniamo, e mentre sogniamo attiviamo la muscolatura, respiriamo (a volte affannosamente), e abbiamo palpitazioni più o meno intense; quasi sempre muoviamo gli occhi, vediamo cose, proviamo emozioni, facciamo considerazioni e ascoltiamo discorsi: insomma prendiamo parte alla vita, anche se il corpo è pressoché immobile. E, a meno di disturbi nella coesione del nostro sé, appena svegli, riprendiamo a vivere nello stato di veglia senza la difficoltà di dover saltare un fossato che divida due mondi. Eppure siamo portati a non considerare imporVIII
Premessa - La strada dei sogni tante questa continuità e dal sentimento del tempo scomputiamo quello passato nel sognare, come se fosse un tempo nullo, che viene iscritto nella nostra età, ma senza avere un peso. Dalla sconfinata distesa del deserto del Nord Australia, a qualche centinaia di chilometri da Alice Springs, spuntano le bellissime rocce di arenaria rosse del monolite Uluru e della catena dei Kata Tjuta. Datano cinquecento milioni di anni. La presenza umana in questo sito risale ad oltre diecimila anni fa. Percorrendo brevi tratti del deserto ci rendiamo conto di come sia impossibile per l’uomo vivere in questa spietata aridità e a queste temperature così feroci, a meno che non riesca ad identificarsi nei pochi animali che possono acclimatarsi qui – compresi gli insetti e i rettili più orribili come il diavolo spinoso – per apprendere dalle loro abitudini la tecnica della sopravvivenza. Nelle pitture rupestri primitive possiamo intravedere questa immedesimazione nell’immagine di uomini che hanno uno schema corporeo deformato e sembrano più simili a mostriciattoli. Le tribù nomadi primitive che attraversavano il deserto, si fermavano a fare culti presso queste montagne che erano considerate sacre. In questo scenario che sembra nato da un sogno risiedono ancora degli aborigeni che appartengono alla tribù degli Anagnu. Gli Anagnu definiscono Tjukurpa, o dreaming, il tempo della creazione. All’inizio dei tempi la terra era piatta, oscura e priva di forme. Dalle sue viscere sono emersi poi gli esseri ancestrali, i quali, sognando, si sono fatti strada attraverso la landa desolata, e, prima di tramutarsi in quelle montagne, hanno lasciato dietro di sé delle orme, le prove del loro passaggio e i segni delle strade che hanno aperto. Tutto quello che c’è da sapere per sopravvivere in un deserto terribile, freddissimo e infuocato, pieno di cespugli dalle lame taglienti, insetti velenosi, ragni e serpenti mortali, è in questi sogni sognati che sono visibili nelle tracce che essi hanno lasciato dietro di sé. Il deserto e le leggi che lo governano sono un libro di sole immagini dove è scritta la conoscenza che proviene dal sogno degli esseri ancestrali. Sognando, l’uomo si connette col Sogno della creazione, e ciò permette di ritrovare le informazioni celate ovunque nella natura che servono per poter vivere in armonia con essa. IX
Uomini e sogni In questo libro il sogno è analizzato proprio nella duplice funzione che gli attribuiscono gli Anagnu: quella di dare immagini alle sensazioni, alle percezioni, e ai pensieri diurni, e quella di fare luce in un ammasso informe fornendo la conoscenza che apre strade. È così che l’immagine di nascondersi nel bosco aiuterà Bruno a sopravvivere guidandolo attraverso situazioni disumane come quelle di un lager, fino a trovare la salvezza, mentre, all’opposto, l’immagine di restare unito ai compagni porterà Agostino, scampato alle stesse situazioni disumane di un altro lager, a tornare indietro per restare unito con loro anche nella morte (entrambi i casi sono raccontati nel capitolo “Sopravvivere”). Ci si potrebbe chiedere: a cosa serve allora lo psicoanalista? Semplicemente aiuta ad interpretare le immagini quando le orme sono confuse, e così facendo illumina il percorso della mente. In questo modo l’Io, che non sa dove lo conducono le emozioni da cui è sopraffatto, può ritornare a sentirsi soggetto della sua vita e del suo destino. Se Agostino avesse potuto capire che la strada per la quale stava camminando lo avrebbe portato alla morte, forse si sarebbe salvato. Nel libro ho raccontato i sogni dei miei pazienti: tutte persone imprigionate in qualcosa: prigioni vere e proprie, la cocaina, gli oggetti, gli altri. Ho raccontato i loro sogni come si può raccontare la storia di una vita: una vita altrettanto reale dentro la vita che consideriamo reale. Li ho immaginati -nella scia della stessa convinzione degli Anagnu e di Massimiliano- come una sorta di strada parallela che porta alla libertà.
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