Romolo Rossi
Rileggendo Freud 24 lezioni di Psicoanalisi Edizione a cura di Sabino Nanni Prefazione di Mario Amore Presentazione di Maurizio Pompili Introduzione di Francesco Bollorino Postfazione di Sabino Nanni
Collana i Territori della Psiche diretta da Doriano Fasoli Board Scientifico: Alberto Angelini, Andrea Baldassarro, Nicoletta Bonanome, Marina Breccia, Carla Busato Barbaglio, Nelly Cappelli, Giuseppina Castiglia, Domenico Chianese, Cristiana Cimino, Antonio Di Ciaccia, Roberta Guarnieri, Lucio Russo, Marcello Turno, Adamo Vergine
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Romolo Rossi (1934), neuropsichiatra, già ordinario di Psichiatria presso l’Università di Genova, psicoanalista di fama internazionale, autore di numerose pubblicazioni. Le sue qualità d’insegnante e di clinico, la sua vasta cultura ed esperienza e soprattutto la sua posizione indipendente nei confronti dell’istituzione accademica e di quella psicoanalitica, lo rendono particolarmente adatto ad offrirci un’utile rilettura critica degli scritti freudiani. Una rilettura feconda, capace di restituire vitalità alla Psicoanalisi, preservandola sia da un’accettazione acritica, sia dai pregiudizi che tenderebbero ad “archiviarla” come teoria e pratica clinica appartenente al passato.
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Indice generale Prefazione di Mario Amore.............................................................. V Presentazione di Maurizio Pompili................................................. IX Introduzione di Francesco Bollorino............................................... XI
Lezione 1 Il giovane Freud.............................................................. 1 Lezione 2 Tra Bernhein e Charcot .................................................. 11 Lezione 3 Gli studi sull'isteria (I)................................................... 17 Lezione 4 Gli studi sull'isteria (II).................................................. 25 Lezione 5 Gli studi sull'isteria (III)................................................ 41 Lezione 6 Freud e Fliess................................................................... 47 Lezione 7 Progetto di una psicologia.............................................. 67 Lezione 8 L’interpretazione dei sogni (I)........................................ 83 Lezione 9 L’interpretazione dei sogni (II)....................................... 89 Lezione 10 L’interpretazione dei sogni (III)..................................... 95 Lezione 11 L’interpretazione dei sogni (IV)..................................... 103 Lezione 12 L’interpretazione dei sogni (V)....................................... 109 Lezione 13 L’interpretazione dei sogni (VI).................................... 123 Lezione 14 L’interpretazione dei sogni (VII) ................................. 135
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Rileggendo Freud Lezione 15 Il sogno......................................................................... 141 Lezione 16 Psicopatologia della vita quotidiana............................ 161 Lezione 17 Il caso Dora................................................................... 193 Lezione 18 Tre saggi sulla teoria sessuale........................................ 219 Lezione 19 IX Volume Opere – Un ricordo d’infanzia tratto da Poesia e verità................................................ 223 Lezione 20 Un bambino viene picchiato........................................ 237 Lezione 21 Il perturbante................................................................ 243 Lezione 22 Un caso di omosessualità femminile.............................. 253 Lezione 23 Al di là del principio di piacere...................................... 269 Lezione 24 Psicologia delle masse e analisi dell’io........................... 281
Postfazione di Sabino Nanni........................................................... 305 Bibliografia....................................................................................... 317
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Prefazione di Mario Amore
Nei decenni che hanno visto il fiorire di numerosi studi di tipo neurobiologico, rimane attuale, e riacquista nuova vitalità, la lettura dinamica del sintomo e ciò che è alla base di ogni trattamento, la relazione terapeutica variamente declinata in rapporto al modello che ogni terapeuta possiede. Gli scritti1 di Romolo Rossi si pongono quale punto di riferimento per una comprensione dinamica del sintomo, comprensione filtrata attraverso una profonda cultura e una conoscenza della psicopatologia acquisita non solo grazie ad arricchimenti culturali ma anche e soprattutto attraverso un costante contatto con la persona portatrice di sofferenza. La raccolta di lezioni presentate in questo volume consente la conoscenza del percorso di approfondimento sviluppato da Freud e, attraverso una piacevole lettura, coglie le varie dimensioni della cultura freudiana: il Freud neurofisiologo, il Freud studioso del profondo, il Freud analista, e il Freud “uomo” colto nelle sue qualità umane e nei suoi limiti caratteriali, in una intelligente sintesi operata dall’autore In queste pagine viene offerto un Sigmund Freud delineato nelle sue dimensioni non solo di ricercatore e scopritore delle dinamiche del profondo, ma anche il Freud portatore di limiti personali determinati dall’ansia e dalle oscillazioni timiche del suo carattere e dalle vicende personali; nel 1921 Freud cominciò ad accusare i primi sintomi di un carcinoma orale e sempre in quel periodo dovette affrontare i lutti della perdita della figlia Sophie e del nipotino. Forse furono anche queste esperienze di dolore che lo portarono ad analizzare il rapporto fra dolore psichico e somatico, precorrendo le conoscenze della moderna neurofisiopatologia. Freud si interroga sulla natura del dolore psichico: “il dolore fisico è un elemento più conosciuto, una sensazione precisa connessa alla sensorialità. Ci sono specifici nervi che veicolano i dolori. Il dolore è legato ad un apparato definito che produce una sensazione precisa, comune a tutti. Noi sappiamo che cosa è il dolore che insorge, uguale, tutte le volte che stimoliamo una certa zona; Il termine dolore è utilizzato in quanto si trasferisce metaforicamente il dolore fisico al dolore morale; il dolore morale si propone come metafora”. 1 Sottovoce agli psichiatri, Piccin Editore 2010.
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Rileggendo Freud
Gli scritti di Freud vengono contestualizzati nel rapporto con Breuer, Charcot e altri ricercatori del suo tempo; viene così offerta una lettura piacevole per il lettore che muove i primi passi nella conoscenza della psicoanalisi e una lettura colta per coloro che vogliano approfondire i fondamenti della scienza psicoanalitica. Gli elementi clinici sono arricchiti da molteplici riferimenti culturali, da Sartre a Flaubert, in cui Freud traccia il filo di Arianna che collega le patologie che insorgono in età adulta con gli eventi dell’infanzia, sviluppati in un inconscio dinamico. Vengono rivisitati gli scritti di Freud dagli esordi di fine ’800 fino al 1921 dove il lettore potrà ritrovare il senso dell’ermeneutica psicoanalitica. Tra i capitoli che affrontano temi specifici, quello sul Trauma viene riproposto in chiave moderna, riletto alla luce dell’impostazione descrittiva del DSM. Nell’affermare che il trauma non si vede ma c’è, come tanti altri elementi della vita mentale che non si vedono ma ci sono, Romolo Rossi ci offre anche la propria visione di una moderna interpretazione della traumatologia, rovesciando così l’etica del ’900. Nel commento a “Progetto per una Psicologia” Romolo Rossi valorizza l’acume del Freud neurologo che coniuga le intuizioni cliniche con i dati della neurofisiologia più avanzata; Freud giunge sulla soglia delle moderne concettualizzazioni della trasmissione nervosa, delle basi neurologiche dell’empatia, della funzione, che a quel tempo non poteva conoscere, dei neuroni specchio, attraverso alcune elementari ma intuitive esemplificazioni. Un posto particolare, tra le lezioni proposte nel volume, merita L’interpretazione dei sogni, l’opera che ha influenzato profondamente la cultura del ’900, dall’arte alla letteratura. Rossi offre una visione dinamica del gioco delle forze e delle controforze; come egli afferma, la disciplina fondata da Freud in origine era un’analisi positiva ed “economica”, secondo la concezione della scienza di allora. La psicoanalisi si propone come Scienza “olistica”, che comprende tre aspetti (dinamico, strutturale e topico): “Oggi la psicoanalisi, che è sempre meno economico-positiva, un po’ come tutte le scienze, e sempre più cognitivistica, avrebbe difficoltà a definirsi psicodinamica, perché la dinamica è, ad esempio, quella di un liquido che preme su una parete; la parete è una controforza, che può o meno resistere a questo liquido…”.
Infine, Romolo Rossi focalizza l’attenzione sul tema del “perturbante”. Oggi, più che in ogni altro periodo storico, si assiste ad una innaturale corrispondenza tra mondi diversi nei quali confluiscono, in misura poco VI
Prefazione
differenziata, concetti quali lavoro, successo, guadagno, condizione sociale, sensazione soggettiva di benessere, ma anche amore e sessualità. E allora ciò che dovrebbe essere confortevole e protettivo, caldo e rassicurante, può evocare cerchie di rappresentazioni quasi antitetiche di ambiguità e ripulsa. L’irruzione nella coscienza di un sentimento perturbante (secondo la voce aggettivale tedesca, unheimlich ad indicare qualcosa di inquietante, sinistro, lugubre, ambiguo, sospetto) è l’accesso antica patria dell’uomo, al luogo in cui ognuno ha dimorato un tempo e che è anzi la sua prima dimora. Nella concettualizzazione freudiana non si crede alla telepatia, alla psicocinesi, all’esistenza dell’aldilà, a tutto quello che è magico, perché si presta fede soltanto a ciò che si può comprovare… La cultura ottocentesca è razionalistica: “Ai fatti sovrannaturali – dice Freud – è vero che non crediamo, ma non possiamo fare a meno di prendere atto della loro esistenza nella mente umana, perché l’elemento perturbante che li caratterizza non è altro che l’irruzione della vita infantile nella nostra vita adulta, e difficilmente possiamo eliminarlo”.
Posso concludere affermando che se nell’ultimo decennio la ricerca neuroscientifica nasce anche dalla speranza di chiarire tutti i dubbi, di spiegare, finalmente, dove/come originano le malattie mentali, di individuare qualche fattore monocausale, invece le neuroscienze vere, moderne, intelligenti, non strumentali, non subalterne al mercato o agli indirizzi culturali dei media o dei social network, riaprono il problema della complessità e quindi lo spazio e la necessità di una cultura psicodinamica e psicopatologica moderna, dove moderna non vuol dire svincolata dalla cultura classica, ma in qualche misura anche proiettata, partendo da Freud nel dopo Freud. Questo volume ci aiuta a capire e ci induce a pensare...
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Presentazione di Maurizio Pompili
Gli ultimi anni del millennio passato e i primi di quello nuovo furono contrassegnati da grandi innovazioni farmacologiche nell’ambito della psichiatria. Erano gli anni in cui gli antidepressivi cosiddetti serotoninergici rappresentavano elementi di punta nella pratica clinica, così pure l’applicazione degli antipsicotici atipici e degli anticonvulsivanti nei disturbi dell’umore. Finalmente le neuroimmagini mostravano aree del sistema nervoso centrale con risoluzioni inimmaginabili pochi anni prima. In quel panorama scientifico, nell’ambito di congressi e convegni, non era poi così facile sentir parlare di inconscio, meccanismi di difesa e di contenuti psicodinamici. Ricordo di aver voluto iniziare gli studi in medicina con l’intenzione di diventare uno psichiatra. A questa decisione si accompagnava l’aver letto molti dei saggi di Freud. Ne ero un grande appassionato e le sue nozioni risuonavano in me facendo luce su aspetti di esperienze passate, dolorose e sepolte nell’inconscio. Solo ora posso dire che inconsapevolmente avevo avviato un’autoanalisi meticolosa e in continuo divenire. Ormai prossimo alla laurea in medicina, e avendo già avviato un percorso di psicoterapia individuale, poter accedere ai primi eventi scientifici nei quali erano presenti grandi maestri della psichiatria del momento, rappresentava per me un’attrazione irresistibile. Ma come fare per entrarvi? Non ero ancora medico, né avevo credenziali di uno specializzando. Aguzzato allora l’ingegno e usati tutti i mezzi a mia disposizione, riuscivo spesso ad ottenere un lasciapassare. Una volta entrato, era come trovarsi in un mondo di cui avrei voluto registrare, fotografare, portar via ogni singolo frammento. Succedeva che molte delle relazioni all’interno di una giornata di lavori congressuali erano di stampo neurobiologico e solo una o due di queste di stampo psicoanalitico. Non nascondo che molti dei concetti neuroscientifici, seppur affascinanti, erano, all’epoca troppo vasti per essere assimilati e lasciare spazio a contenuti psicodinamici e psicopatologici. Al Prof. Romolo Rossi veniva dato l’onere, nel contesto di congressi di stampo medico di portare contributi improntati alla psicologia del profondo. Tali relazioni facevano emergere l’altra faccia della medaglia: i meccanismi inconsci, il dinamismo dei processi psichici, il paziente, la sua sofferenza, le sue esperienze di vita passate e quelle presenti. Questi IX
Rileggendo Freud
contenuti, uniti a contributi di stampo biologico, mettevano a fuoco il problema, indirizzandoti ad una possibile soluzione, oltre a far emergere la complessità della mente, i movimenti interpretativi dell’analista ed eventuali opzioni terapeutiche. È in dubbio che la terapia farmacologica assicuri un più rapido controllo dei sintomi e l’integrazione con la psicoterapia garantisca un’ ottimizzazione del decorso e dell’esito dei disturbi psichiatrici. Freud aveva postulato che un giorno i suoi costrutti psicoanalitici avrebbero trovato le loro basi biologiche. Oggi questa previsione formualata da Freud trova il suo ambito di applicazione nel panorama neuroscientifico e in quei trattamenti farmacologici che permettono di scorgere la complessità della mente dell’uomo. Sulla scia di questi ricordi e con un po’ di nostalgia verso i miei primi passi da psichiatra, ritrovo in questo volume l’enfasi per un bagaglio culturale altrimenti riservato solo agli appunti di una cerchia ristretta. Questo volume rappresenta, a mio parere, l’eredità di un grande esponente della psicoanalisi italiana, profondo conoscitore di Freud e delle sue scoperte. Ritengo che a prescindere da orientamenti e formazioni personali, l’opera di Freud rappresenti un bagaglio irrinunciabile per tutti coloro che sono impiegati nella salute mentale. I suoi insegnamenti indicano prospettive, limiti e difficoltà nel poter accedere alla comprensione della mente umana, delimitando una cornice di riferimento senza la quale si rischia di “navigare a vista”, senza una bussola, un grande pericolo quando si vuole aiutare qualcuno. Queste lezioni, rese disponibili in questo volume, costituiranno un riferimento per quanti si trovano negli anni della formazione e per quanti vogliono accostarsi al pensiero freudiano, oltre a rappresentare un’occasione per recuperare e approfondire nozioni già apprese. In entrambi i casi, il loro studio e il loro approfondimento non deluderanno né chi si appresta ad un primo approccio conoscitivo né i più esperti di pratica clinica.
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Introduzione di Francesco Bollorino
“Ovunque vada scopro che prima di me, lì, c’è già stato un Poeta” (Sigmund Freud, Il Poeta e la Fantasia -1909)
Questo testo, questa serie di lezioni su Freud e la Psicoanalisi del mio Maestro Romolo Rossi vengono da una Psichiatria che forse non c’è più, ma che forse sarebbe opportuno ci fosse ancora. Era certo una Psichiatria “baronale” ma di una “baronalità” fatta in genere anche e soprattutto di competenze e saperi. Se guardo con occhio distaccato la Psichiatria di oggi non posso non riscontrare altrettanta “baronalità” (i saluti ai Congressi, posizionamenti “strategici” in sala, i promotori delle Case Farmaceutiche tanto simili all’Albero Sordi di tanti film memorabili nell’assequio ai potenti di turno, le relazioni affidate con Manuale Cencelli degli scambi di favore, le carriere fatte per apparenza e sudditanza etc etc) ma forse non altrettanti saperi e competenze (con ovvie e grazie a Dio luminose eccezioni, sia chiaro e credo tutti noi, psichiatri, abbiamo anche oggi i nostri punti di riferimento culturale). Era certo una Psichiatria assai diversa da quella di oggi almeno a Genova: quando entrai in specialità su 15 “strutturati” vi erano 8 psicoanalisti e molti specializzandi erano in analisi personale. Ricordo la discussione dei casi clinici di corsia che portavamo noi specializzandi e che divenivano occasione per vere e proprie lezioni di psicopatologia e psicoanalisi nella costante ricerca del significato profondo del sintomo quale simbolo delle comunicazioni del paziente e nella sua storia. Va detto, per onor del vero, che purtroppo la reificazione pratica del pensiero psicoanalitico nella pratica clinica non ha avuto gli sviluppi che quella situazione favorevole (almeno a Genova) avrebbe potuto avere: mi riferisco in particolare all’attività ambulatoriale e allo sviluppo di pratiche di psicoterapia istituzionale che se attuate avrebbero potuto cambiare il volto dell’assistenza pubblica cambiata profondamente, proprio in quegli anni, dalla promulgazione della Legge 180. La psicoanalisi, in quegli anni, era, almeno a Genova e a Pavia, dentro l’Università ma non ha avuto “la forza” (che per esempio ha avuto altrove nel mondo) di affermarsi come parte integrante del curriculum studiorum XI
Rileggendo Freud
in maniera ufficializzata e ora a distanza di tanti anni se ne sente purtroppo la mancanza, nella logica in cui la formazione poteva anche istituzionalizzarsi in questo senso senza affidarsi a una temperie favorevole che ho avuto la fortuna di vivere nei miei anni fondamentali di formazione professionale. Nonostante tanti anni di DMS, che assai deve alla psicoanalisi e alla fenomenologia, in ogni caso, avverto una rinnovato interesse delle nuove generazioni di psichiatri verso un approccio olistico ma non riduzionistico della malattia mentale. I progressi delle neuroscienze e una consapevolezza maggiore in un uso attento e di precisione dei supporti farmacologici di cui disponiamo non hanno diminuito il senso di necessità di una comprensione profonda del disagio mentale che solo, per me, una impostazione psicoanalitica può dare e i giovani sentono la necessità di formarsi anche in questa direzione per possedere tutti gli strumenti che il mestiere comporta. La terapia integrata non può prescindere dalla terapia della parola e la comprensione non solo sintomatica dei pazienti è la via maestra per una buona pratica nella nostra professione che non può essere quella del mero distributore di pasticche ora che il riduzionismo neo-organicista ha mostrato, in maniera evidente, tutti i suoi limiti clinici e di efficacia. È principalmente a loro, ai giovani psichiatri e psicologi in formazione, che queste pagine sono rivolte. Le 24 lezioni coprono lo sviluppo del pensiero di Freud nei suoi anni fondamentali e rivoluzionari (“La scoperta dell’Incoscio” per dirla con Marthe Roberts) dai primi studi sull’isteria ai lavori degli anni venti che concludono la cosiddetta “prima topica”, ovvero la teorizzazione della struttura della mente suddivisa in Conscio, Preconscio e Inconscio fino al fondamentale Saggio “Al di là del Principio del piacere del 1920. In quella che fu chiamata la “svolta del 20” Freud rivoluziona non solo la Psicoanalisi ma la stessa visione dell’Uomo, accoppiando al Principio del Piacere ( fino ad allora governatore della vita psichica) un principio contrario, la pulsione di morte, da cui deriva la teoria strutturale (o “seconda topica”) formata da Io, Es e SuperIo. Le lezioni si concludono con la presentazione del Saggio “Psicologia delle masse e analisi dell’io” del 1921 che rappresenta la base dei successivi studi psicoanalitici sulle dinamiche di gruppo. Le lezioni sono indirizzate, come detto, a giovani in formazione (come lo erano le lezioni che Rossi fece in clinica da cui il volume discende) ma lo sono anche per chi, non addetto ai lavori, voglia accostarsi al pensiero di Freud, mirabilmente “raccontato” qui con un taglio di divulgazione “alta” certo, ma stiamo parlando di psicoanalisi vera e non di “psicobanalisi” da “casalinghe di Voghera”, per poi affrontare, mi auguro, la lettura diretta dei
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Introduzione
testi freudiani così appassionanti nella loro bellezza anche estetica da farne un must anche nel XXI Secolo. Le lezioni sono state prima pubblicate on line sulla Rivista Telematica Psychiatry On Line Italia (http://www.psychiatryonline.it), per precisa richiesta di Romolo Rossi che, dopo un iniziale scetticismo – erano gli anni pionieristici di Internet alcune ere geologiche fa, anche se stiamo parlando di 20 anni fa – aveva intuito le potenzialità della diffusione on line di contenuti di qualità come questi (negli anni queste lezioni hanno superato le 300.000 letture complessive da parte dei lettori della Rivista). I testi, a suo tempo “sbobinati” e pubblicati “grezzi”, sono stati, per questa edizione cartacea, completamente e meticolosamente riveduti e corretti da Sabino Nanni, che ha curato anche una approfondita postfazione al testo e approvati da Prof. Rossi nella versione attuale che viene proposta ai lettori.
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