Introduzione
Genovino Ferri
Il tempo nel corpo Attivazioni Corporee in Psicoterapia
Prefazione di Maria de Melo
Collana CorporalMente diretta da G. Ferri
Alpes Italia srl – Via Romagnosi 3 – 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it
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© Copyright Alpes Italia srl - Via Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione 2020
Genovino Ferri, psichiatra e analista reichiano, è direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana (S.I.A.R. Corso di Specializzazione in Psicoterapia, D.M. 16-01-2004), membro della New York Academy of Science, supervisore e trainer internazionale di analisi reichiana. Libero professionista, ha diretto l’Unità Operativa Complessa di Psichiatria dell’Ospedale di Atri ed il Servizio Dipartimentale di Psicoterapia della ASL di Teramo. È inoltre presidente dell’A.I.P.C. (Associazione Italiana di Psicoterapia Corporea) e presidente di Studio Anàlysis, ambulatorio di psicoterapia e clinica sociale in Atri. Dirige per Alpes la collana CorporalMente e ha già pubblicato Psicopatologia e Carattere con G.Cimini (2012) e Il corpo sa (2017).
In copertina: Abito di Agatha Ruiz de la Prada, Collezione autunno-inverno 2009-10, “indossato” dalla Spirale del Tempo.
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Indice generale Presentazione................................................................................................ IX Prefazione di Maria de Melo.......................................................................... XI Introduzione ................................................................................................ XV Argomenti di Vegetoterapia Carattero-Analitica di fase-tratto-livello ....... 1
Sezione 1 Fasi intrauterine........................................................... 3 Acting del 6째 livello corporeo relazionale (area ombelico-addominale) 5 Capitolo I. Mani sulle orecchie ...................................................................... 5
Sezione 2 Fase oro-labiale............................................................
17
Acting del 1째 livello corporeo relazionale (occhi).................................. 19 Capitolo II. Convergenza degli occhi su un punto fermo luminoso ............... 19 Capitolo III. Naso Cielo ................................................................................ 31 Acting del 2째 livello corporeo relazionale (bocca)..................................
45
Capitolo IV. Bocca aperta .............................................................................. 45 Capitolo V. Movimento di suzione ................................................................ 57
Sezione 3 Fase muscolare.........................................................
69
Acting del 1째 livello corporeo relazionale (occhi)..................................
71
Capitolo VI. Movimento ad arco laterale degli occhi ..................................... 71
III
Il tempo nel corpo Acting del 2° livello corporeo relazionale (bocca).................................. 83 Capitolo VII. Mordere .................................................................................. 83 Acting del 4° livello corporeo relazionale (torace-braccia)................... 95 Capitolo VIII. Aprire e chiudere le mani ....................................................... 95 Capitolo IX. Braccia tese verso l’alto .............................................................. 105 Capitolo X. Battere le mani piatte e dire io .................................................... 115 Capitolo XI. Battere i pugni e dire no ............................................................ 125
Sezione 4 Fasi genito-oculari...........................................................
135
Acting del 1° livello corporeo relazionale (occhi)..................................
137
Capitolo XII. Rotazione degli occhi ............................................................... 137 Acting del 2° livello corporeo relazionale (bocca).................................. 149 Capitolo XIII. Mostrare i denti ..................................................................... 149 Acting del 3° livello corporeo relazionale (collo).................................. 161 Capitolo XIV. Dispiegare il collo ................................................................... 161 Capitolo XV. Girare il collo a destra e sinistra e dire no ................................. 173 Acting del 7° livello corporeo relazionale (bacino-gambe)...................... 185 Capitolo XVI. Coda ...................................................................................... 185 Capitolo XVII. Tirare calci e dire no ............................................................. 193
IV
Indice generale Sezione 5 Le respirazioni...............................................................
203
Acting del 5° livello corporeo relazionale (diaframma-plesso solare).... 205 Capitolo XVIII. Felino .................................................................................. 205 Capitolo XIX. Respirazione profonda ............................................................ 215 Capitolo XX. Medusa .................................................................................... 225
Bibliografia ................................................................................................. 235
V
Dedico questo libro a tutti coloro che ho incontrato nella mia intensa e magnifica professione, una restituzione relazionale ai miei maestri, ai tanti colleghi, ai collaboratori, agli allievi e alle persone visitate e analizzate. Tutti mi hanno permesso di ascoltare e apprendere i fondamenti di questo lavoro.
Prefazione
Presentazione L’abito disegnato dalla stilista Agatha Ruiz de la Prada nel 2009, esposto alla Triennale di Milano e in molti altri celebri musei internazionali, dedicato all’arte di Dalì e dei pittori surrealisti, ben rappresenta una lettura evolutiva del tempo nel corpo che vorrò proporre al lettore in questo libro. Ho combinato e completato lo splendido design con la spirale del tempo poggiata sul collo, ad indicare la scansione del suo divenire a partire dalla profondità del corpo, una narrazione da offrire alla consapevolezza della soggettività. I cassetti del tempo che si slanciano progressivamente bottom up, riducendosi di ampiezza ma elevandosi in altezza, associano la stratificazione evolutiva che si raffina verso l’alto neghentropico, ovverosia l’aumento di organizzazione in ordine e bellezza. Il pomello del cassetto a forma di cuore richiama l’intelligenza affettiva ed umana, che permea o dovrebbe permeare il tempo delle relazioni che attraversiamo nel salire verso... la soggettività. E poi... l’abito rosso, vivo, corporeo, che rimanda all’abitare il tempo nel corpo, il tempo delle fasi ontogenetiche segnate e depositate, con i loro pattern di tratto, nei rispettivi livelli corporei relazionali...nei cassetti del tempo (i piani del palazzo della nostra personalità li ho definiti in qualche paragrafo). Gli imprinting significativi della nostra vita, dal tempo intrauterino all’oggi, afferiscono dai portali della periferia corporea al sistema nervoso centrale e circolarmente rientrano sulla periferia, nella co-costruzione della relazione Sé Altro da Sé: il corpo, nel tempo, li segna e li specchia nello spazio della soggettività, dove possono essere ordinati nella loro giustapposizione. Il tempo delle relazioni segnate nel corpo informa e determina la strutturazione della nostra soggettività, anche nella sua forma più alta “il penIX
Il tempo nel corpo siero”. Metacomunicare sul proprio pensiero, magnifica espressione di tratto depositata nei cassetti del proprio tempo, rende poliedrica e intelligente la soggettività nelle posizioni di lettura delle cose di sé e del mondo. In questo libro è presentato un body code informato ad un ordine progressivo di movimenti ontogenetici (attivazioni psicocorporee), presenti universalmente nei cassetti del tempo di ognuno di noi, ma con gli imprinting specifici propri della storia individuale di ognuno di noi. Il body code permette di accogliere, raccogliere e apprendere il senso intelligente dalla storia segnata, da poter scegliere, confermare o modificare i pattern relazionali fra sé e il mondo. Le attivazioni psicocorporee si svelano straordinarie password per entrare nei cassetti-livelli corporei del tempo. Sono descritti “20 acting basici”, che arrivano da quattro generazioni di analisti, a partire da W. Reich; essi appartengono alla Vegetoterapia Carattero-Analitica, collocata a sua volta nel più vasto e complesso setting dell’Analisi Reichiana SIAR (Scuola Italiana di Analisi Reichiana - Corso di Specializzazione in Psicoterapia D.M. 16/01/2004). Le attivazioni descritte tecnicamente, animate da vissuti veri “abitati” nel tempo del corpo dai partecipanti (psicoterapeuti e candidati psicoterapeuti) in diverse giornate di studio e di approfondimento didattico, si accompagnano nella loro stesura a riflessioni, domande ed interventi, che dovrebbero facilitare una descrizione divulgativa di un modello analiticoterapeutico contemporaneo, al passo con la ricerca scientifica, talora un po’ complesso, ma ricco di virus neghentropici, che possono offrire nuove lenti di lettura in psicoterapia e nella vita.
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Prefazione di Maria de Melo1
Questo libro presenta un modello contemporaneo di psicoterapia clinica, analitica e corporea, indicando in verità una nuova direzione per la psicoterapia e la psicopatologia. Un nuovo orizzonte che, introducendo il corpo in psicoanalisi e la psicoanalisi nel corpo, dialoga parallelamente con le novità neuroscientifiche e gli altri approcci psicoterapeutici. Questi temi sono descritti da G. Ferri in modo vivo e interessante, con la narrazione di attivazioni corporee, praticate da analisti reichiani, giovani ed esperti, che hanno “vissuto e sentito addosso” l’esperienza, in atmosfere di setting straordinariamente autentiche. Questa ricchezza fa il libro un po’ speciale! Il testo può rispondere alle esigenze di un lettore semplicemente incuriosito dal “mondo psi”, ma anche di chi è desideroso di apprendere una maggior consapevolezza di sé, di migliorare la qualità della propria vita e di scoprire nuove possibilità di essere nel mondo. Leggere questo libro è entrare in contatto con noi stessi, “con il nostro dentro e il nostro fuori, sentire noi per leggere l’altro”! Le valutazioni analitiche di G. Ferri propongono un contributo importante in evidenze scientifiche alla teoria post-reichiana. Egli ci offre, nel suo approfondimento, un “nuovo paradigma reichiano” al passo dei tempi, che si connette e implementa i dati delle neuroscienze. Egli puntualizza una grammatica psicoanalitica intelligente della corporeità, con uno sguardo collegato alla psicopatologia e alla psicoterapia clinica, un nuovo paradigma per leggere l’inconscio che ha una sede-mirror nel corpo. 1 Psicoterapeuta, fondatrice e coordinatrice della Clinica Sociale dell’IBAR-Istituto Brasiliano di Analisi Reichiana in San Paolo; presidente del NuPsi-Nucleo di Psicologia Integrata, pioniera della psicoterapia corporea in Brasile.
XI
Il tempo nel corpo Già in precedenti lavori l’autore aveva precisato l’interdipendenza fra la Psicopatologia e il Carattere e aveva approfondito l’Analisi del Carattere della Relazione intesa come strumento straordinario per la “supervisione in psicoterapia”. In questo libro Ferri propone la Vegetoterapia Carattero-Analitica in 3D sulle “menti di tratto”, un ulteriore perfezionamento della metodologia nata nel 1935, che si rivela di elevata appropriatezza in psicoterapia. La Vegetoterapia è fare Analisi del Carattere del linguaggio del corpo attraverso attivazioni corporee, che si realizzano con acting specifici e mirati, che offrono rare opportunità all’intero Sé di una persona e allo psicoterapeuta. Le attivazioni corporee, denominate anche “actings”, sono accostabili a frattali, ovvero a movimenti ontogenetici che si ripetono in tutti noi nello sviluppo delle fasi evolutive; esse sono password che attivano i tempi delle storie relazionali vissute dalla persona e permettono l’entrata nella profondità delle fasi e dei passaggi vissuti in quelle storie. Il “tempo nel corpo” traduce la ricerca di Ferri degli ultimi anni. È una ricerca che, avvalendosi di un eccellente criterio scientifico, propone un costante approfondimento e un sicuro senso etico ed estetico della vita. Egli individua la freccia del tempo filo-ontogenetica, attraverso la quale osserva i fenomeni della vita, le loro cause e la loro sequenza nel tempo. La vita ha una direzione primariamente bottom up, nella sua circolarità bottom up e top down, ossia un movimento evolutivo neghentropico a partire dal concepimento e dal tempo intrauterino. “Dal corpo alla mente” definisce la direzione evolutiva della persona e, per la psicoterapia e la psicopatologia, la possibilità di raggiungere e avvicinare gli aspetti delle relazioni presoggettive, a partire dall’intercorporeità. Si tratta di una posizione osservativa complessa e sistemica, tridimensionale e ad alta coerenza, che guarda al tempo totale della vita di una persona; guarda alle sue relazioni, al tempo di fase dei pattern relazionali, al corpo, al cervello, al pensiero, tutti messi sul filo rosso del senso intelligente che li connette. “Il kit chirurgico psicocorporeo”, come lui con ironia lo definisce, è presentato nei suoi fondamenti, in 20 attivazioni corporee che costellano XII
Prefazione la storia reichiana, da W. Reich fino a oggi. G. Ferri mostra come sia possibile inserire l’azione nella psicoterapia in modo preciso, personalizzato, profondo e responsabile. A livello cerebrale le parole modificano le sinapsi, ma il “come” si dicono le parole può modificarle anche di più. Il “come” appartiene al linguaggio del corpo, è l’emozione che accompagna il contenuto verbale e ci racconta la storia del tempo dove quel contenuto è stato costruito. Il “come” racconta la costruzione del nostro Sé, quella di un palazzo dove ogni appartamento del tempo è abitato da quella “mente di tratto” (livello corporeo, imprinting relazionali, fase evolutiva e aree corrispondenti centrali). “Un’attivazione corporea appropriata può muovere, all’interno di un progetto mirato e sostenibile, i neurotrasmettitori che rappresentano la storia di quell’appartamento nel tempo e riequilibrare quella ‘mente di tratto. Un’attivazione corporea procede dalle vie afferenti periferiche del corpo verso le aree centrali e dalle vie efferenti delle aree centrali verso il corpo, attraversando le vie cortico-spinali”. In queste affermazioni Ferri sottolinea l’importanza di un modello di psicoterapia completo, che riesca a percorrere i due cammini nella doppia direzione. La storia di ciascuno in questo modo può essere rivisitata e in qualche parte riscritta con altri segni incisi, che la ridispiegano, dipanando i nodi; abbiamo accesso così al contenuto analitico, alla storia delle relazioni segnate nei livelli corporei nelle fasi evolutive corrispondenti, ma anche agli aspetti sintomatologico-clinici della persona. Gli acting consentono di guardare scene attuali e passate della propria storia direttamente dal proprio corpo, che spesso racconta a noi prima che si realizzi una consapevolezza cognitiva...non resta che ascoltarlo! È interessante pensare a questa analogia di G. Ferri, delle attivazioni corporee come procedure psicochirurgiche nel senso della precisione e dell’accuratezza. Il contributo di Ferri al carrello del kit psico-chirurgico ha prodotto strumenti di lettura più raffinati, così da usare acting più efficienti, focalizzati e non invasivi, che possono attingere a profondità neuro-emotivo-affettive importanti. XIII
Il tempo nel corpo G. Ferri amplia in tre linguaggi la forma di comunicazione in psicoterapia: il linguaggio verbale, il linguaggio corporeo e il linguaggio dei tratti. Ci indica, infatti, che l’interazione tra gli appartamenti dell’analista e dell’analizzato dialoga con il linguaggio dei tratti, specifico delle relazioni intercorporee-intersoggettive. È di fondamentale importanza quindi l’Analisi del Carattere della Relazione nel setting, intesa come strumento analitico-terapeutico, che conversa proprio con il linguaggio fra i tratti. L’autore dà grande rilievo alla consapevolezza del controtransfert di tratto da parte dell’analista, nel proporre l’acting all’analizzato, una preziosità indubbia nella co-costruzione della relazione. Riporto letteralmente una sua affermazione “maravilhosa” fatta in una sessione: “considero gli acting strumenti fondamentali per fare musica nel setting, quella musica in cui ognuno di voi sarà sempre il professore d’orchestra di quegli strumenti, capaci di intercettare e far emergere la vitalità dell’altro!”. La relazione è un sistema vivente complesso e come tale ha la sua storia e il suo proprio movimento evolutivo. Saremo sempre in tre nel setting: l’analizzato, l’analista e la relazione che nascerà dall’incontro dei tratti di Carattere dell’analizzato con i tratti di Carattere dell’analista; è da questo big-bang che originerà un nuovo sistema vivente complesso, la loro relazione. Osservare il setting da questo punto di vista creerà condizioni affinché la relazione possa evolvere tanto per l’analizzato quanto per l’analista. Concludendo, non ci resta che assaporare questo nuovo libro di G. Ferri, una sapienza che ha un gusto, un senso e una direzione, un testo leggero e profondo che ha in sé la poesia della vita e la bellezza dell’esserci. Tali valori rappresentano per il lettore la miglior via di accesso a questo universo, pur scientifico, nel mentre lo avvicinano con umanità all’”intelligenza del vivente”, consentendogli di entrare nei concetti e nelle valutazioni che ho avuto l’onore e il piacere di presentare.
XIV
Introduzione I passaggi nel tempo segnano l’ingresso e l’uscita delle fasi nei processi evolutivi: così ognuna di esse succede sempre ad un’altra, spesso integrandola ed ordinandola in direzione neghentropica ed ognuna di esse precede sempre una successiva, che spesso la integrerà e la ordinerà ancor meglio. Il tempo con la sua freccia neghentropica è però anche il nutriente dei processi dell’evoluzione, nel mentre li nutre, li valida e li seleziona. Leggo in tre fasi il pensiero reichiano: a) il periodo psicoanalitico (1919-1934), b) il periodo vegetoterapico (1935-1939), c) il periodo orgonomico (1939-1957). a) Se la 3ª rivoluzione dell’inconscio, dopo quella copernicana e darwiniana, ebbe inizio nel 1895, con gli studi sull’isteria di S. Freud e J. Breuer, cui faccio risalire, nel grafico della storia analitica reichiana (Fig. 5), l’origine stessa anche del nostro indirizzo, il primo periodo psicoanalitico di W. Reich, brillante allievo di S. Freud, ebbe inizio nel 1919. Nel 1922 W. Reich già condusse il seminario di tecnica psicoanalitica e nel 1933 diede un decisivo contributo alla psicoanalisi con la pubblicazione dell’Analisi del Carattere. È un primo “importantissimo” punto di biforcazione, neghentropico, dalla psicoanalisi classica: si introduce di fatto un pensiero sistemico e complesso, una lettura capace di guardare una serie di pattern connessi fra loro, che definiscono un sistema funzionalmente maggiore, comprensivi di fatto già della corporeità. Il dibattito della società scientifica in quell’epoca, non solo del mondo psicoanalitico e psicoterapico, era tra l’evoluzionismo e il determinismo, tra chi avesse ragione, se C. Darwin o N. Carnot. La seconda legge della termodinamica, dell’entropia, di N. Carnot infatti era in apparente con-
XV
Il tempo nel corpo trasto con quanto veniva affermato da C. Darwin sull’evoluzione della vita, due direzioni opposte della freccia del tempo: una top down, che nella psicoanalisi classica condusse al concetto di regressione, l’altra bottom up, che portò W. Reich ad affermare il concetto di riattualizzazione. Le due posizioni guardavano la freccia del tempo da posizioni osservative differenti. Sarà I. Prigogine, negli anni ‘60, a dimostrarci che la legge dell’entropia, la II legge della termodinamica, non è violata, perché, calcolando la neghentropia-entropia di un sistema vivente complesso e aperto, si vedrà che la neghentropia è a spese dell’ordine esterno e che in media il disordine aumenta: entrambe le posizioni osservative, cioè, sono vere e integrabili in una lettura complessa (88). b) La Vegetoterapia Carattero-Analitica segnò il secondo periodo del pensiero reichiano e fece il suo ingresso nell’orizzonte psicoterapeutico nel 1935. “Reich notò che, quando la corazza si scioglieva, un’onda di movimenti spontanei ed involontari si manifestava nel corpo, dalla gola verso il basso. Se il paziente giace supino con le ginocchia sollevate a 45° (la posizione sul lettino nel setting reichiano) respirando profondamente, la sua testa si inclina lievemente all’indietro, le sue spalle si abbassano un po’, così il torace e l’addome, e la zona pelvica si solleva lievemente... si realizzavano movimenti molto simili ad un riflesso che Reich definì dell’orgasmo” (74, pag. 60). O. Raknes “Quando nel 1935 fu scoperto il riflesso orgastico, l’accento del trattamento fu spostato dal Carattere al corpo. Il termine di Vegetoterapia aveva lo scopo di tener conto di questo spostamento... (76, pag. 438). Abbiamo parlato di una Vegetoterapia Analitico-Caratteriale per comprendere il lavoro analitico sull’apparato psichico e fisico come una cosa unica... (76, pag. 438).
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Introduzione La nevrosi non è soltanto l’espressione di un disturbo dell’equilibrio psichico, ma è anche l’espressione di un disturbo cronico dell’equilibrio vegetativo... (77, pag. 308). Allentando gli atteggiamenti caratteriali cronici riusciamo ad ottenere reazioni del Sistema Nervoso Vegetativo, a liberare anche gli atteggiamenti muscolari corrispondenti... (77, pag. 307). È sorprendente vedere come lo scioglimento di un irrigidimento muscolare riproduce anche quella situazione nella memoria in cui la repressione della pulsione si era verificata... (77, pag. 308). Gli atteggiamenti muscolari danno la possibilità di evitare la complicata deviazione attraverso le strutture psichiche...” (77, pag. 309).
W. Reich
c) L’energia orgonica cosmica, individuata nel 1939, però fece coniare a W. Reich il nuovo nome di “terapia orgonica”. Questa scoperta, sono solito dire, lo rapì, facendolo passare velocemente, suggestionato dalle illusioni emanate da una verità molto più complessa, sopra un diamante... senza vederlo, selezionarlo e raffinarlo. Essa segnò il terzo periodo del suo pensiero, il suo interesse si spostò dall’uomo alla natura, al cosmo. “Sia che si mobilitino le emozioni dall’armatura caratteriale per mezzo dell’Analisi del Carattere o che si mobilitino dall’armatura muscolare per mezzo della Vegetoterapia, in ogni caso si provocano eccitazioni e movimenti plasmatici. Ciò che si muove in questo processo non è altro che energia orgonica che è legata al liquido del corpo” (76, pag. 439).
W. Reich
Storia dell’Analisi Reichiana Contemporanea: parte prima Mettendo sotto focus il “secondo periodo”, apro agli ulteriori sviluppi evolutivi neghentropici della Vegetoterapia e del suo ruolo nella complessità dell’Analisi Reichiana contemporanea.
XVII
Il tempo nel corpo La Vegetoterapia dal 1939 rimase intatta, indiscussa per quattro decenni. Fino al 1974 la Vegetoterapia Carattero-Analitica rimase asistematica, cioè “di stato”, esperienza significativa sullo sfondo, quasi propedeutica alla terapia orgonica. W. Reich aveva individuato 7 livelli corporei e ne fece una mappa: aveva scoperto che c’era una corporeità che sottendeva le psicodinamiche e poteva essere trattata con attivazioni corporee, ma non andò oltre. W. Reich definì il livello corporeo come l’insieme di quegli organi e gruppi di muscoli che sono in contatto funzionale tra loro e reciprocamente capaci di indurre un movimento espressivo emozionale (76, pag. 453) e li identificò dal 1° al 7° in una disposizione top-down, dall’alto verso il basso (Fig. 1).
Fig. 1. Descrizione Top-Down dei livelli corporei.
XVIII
Introduzione Dalla considerazione che la corporeità è già implicita nell’Analisi del Carattere, che legge il segno inciso dalle relazioni in un “dove” periferico (livelli corporei) e centrale (aree cerebrali), introduco la freccia del tempo neghentropica anche per la Vegetoterapia Carattero-Analitica: freccia che “la” vede raffinarsi da diamante grezzo a diamante splendente, nelle quattro generazioni di analisti-terapeuti. Propongo al lettore una scansione degli stadi più significativi della Vegetoterapia a partire dal suo inizio; credo infatti che solo narrando in toto la storia nel suo divenire si rende visibile ed importante la collocazione di questo lavoro. È in questa prospettiva che assume straordinaria importanza la figura di F. Navarro, che con O. Raknes va verso una nuova direzione, realizzando un salto evolutivo neghentropico del pensiero reichiano e della Vegetoterapia Carattero-Analitica in particolare. Essa infatti evolve dallo stallo quarantennale grazie al lavoro di sistematizzazione clinica di F. Navarro (approvato da O. Raknes) che struttura maggiormente questo prezioso passaggio di W. Reich e ne determina un altro importante: quello da una Vegetoterapia di stato (asistematica) ad una Vegetoterapia di livello corporeo, pur lineare e top down, ma con acting appropriati per ognuno dei 7 livelli corporei (attestato SOVESP a firma di F. Navarro, Fig. 2).
XIX
Il tempo nel corpo
Fig. 2. Vegetoterapia di livello corporeo.
XX
Introduzione “È durante le vacanze a Stromboli, nel 1965, che Navarro scopre Reich. Egli aveva portato con sé un’antologia di testi di Reich, presentata da Luigi De Marchi con il titolo Teoria dell’orgasmo ed altri scritti... Al rientro a Napoli constata che il suo entusiasmo è condiviso da un certo numero di colleghi ed amici. Viene lanciata l’idea di seguire una formazione di Vegetoterapia reichiana, ma i mezzi per realizzarla sembrano pressappoco inesistenti. Unica soluzione sarebbe quella di rivolgersi al norvegese Ola Raknes, fedele discepolo di Reich e da lui stesso formato. Una volta contattato, O. Raknes (già psicoanalista, formatosi con K. Horney e già vegetoterapeuta, formatosi con tre anni di training con W. Reich) accetta di trascorrere per qualche anno le sue vacanze in Italia. Durante tre anni consecutivi Navarro ed i suoi colleghi riceveranno così da Ola Raknes un insegnamento pratico, che sarà la base della loro attività terapeutica” (13, pag. 10).
R. Dadoun
“Al termine della formazione in Vegetoterapia, del training come si dice, che ho avuto con l’allievo, amico e collaboratore di Reich, Ola Raknes, quest’ultimo mi domandò se avessi qualche osservazione da fare. Segnato com’ero dalla mia formazione tradizionale di neuropsichiatra, gli risposi che la metodologia clinica non era messa a punto e che si sentiva il bisogno di una sistematica coerente... Reich non aveva elaborato infatti un vero e proprio metodo. Raknes mi guardò con un che di sornione nello sguardo, mi diede ragione e aggiunse dopo un silenzio questa affermazione: Reich non l’ha fatto perché ad un certo punto si è impegnato interamente nelle ricerche orgoniche, ma tu, se vuoi, lo puoi fare.
XXI
Il tempo nel corpo Lavorai molto sulla metodologia e prima che Raknes morisse gliela sottoposi. Così è nata l’attuale Vegetoterapia: un lavoro progressivo metodologico sui sette livelli, partendo dagli occhi, per spostare l’energia, metterla in condizioni di circolare dall’alto verso il basso, per esprimersi poi con la potenza orgastica” (65, pagg. 18-19).
F. Navarro
Per onestà intellettuale (come da attestato del training a firma di O. Raknes per i suoi allievi napoletani nel 1974, Fig. 3) anche la Vegetoterapia di livello corporeo di F. Navarro era intesa quasi propedeutica ad una terapia orgonica intoccabile, avvolta da un immaginario reverenziale, magico, mitico, non ancora sottoposta al setaccio entropico del tempo e della scienza della complessità. Fig. 3. Attestato di O. Raknes
XXII
Introduzione
Storia dell’Analisi Reichiana Contemporanea: parte seconda Ritengo che una psicoterapia non sia completa, nella sua interezza, se non si attraversano le vie cortico-spinali, ovvero se non si attraversano il sentire e l’azione che fanno con-sapere (consapevolezza)...e non si può sentire, agire, con-sapere...senza il corpo! La Vegetoterapia di livello corporeo, lineare e top down, ha costituito la mia formazione; sono stato in training con F. Navarro per oltre dieci anni e contemporaneamente in collaborazione professionale e societaria fino alla sua scomparsa nel 2002, quando era Presidente Onorario della SIAR, la Società Italiana di Analisi Reichiana, che ho ancora il piacere e l’onore di presiedere. Il mio training personale di Vegetoterapia di livello corporeo con F. Navarro ha costituito l’indispensabile piattaforma di quello che considero, in coerente continuum, il passaggio successivo: la Vegetoterapia di fase tratto livello, derivante da una lettura bottom up e complessa dell’ontogenesi e delle sue fasi, che include e completa la lettura top down precedente. Guardando retrospettivamente, faccio risalire al 1983 l’inizio di questo ulteriore sviluppo, che si porta fino alla “mente di tratto” e all’Analisi Reichiana contemporanea. È nel 1983 infatti che assistiamo al primum movens, generato ad onor del vero da me inconsapevolmente. Fu all’interno di un acceso dibattito a Valencia in Spagna, in un Convegno S.E.OR. (Scuola Europea di Orgonoterapia), su quali fossero i livelli corporei implicati nella psicosi, che F. Navarro finì per convenire (in grande autenticità intellettuale, tipica del suo stile) con la mia tesi che il luogo periferico più interessato nella psicosi era il 6° livello corporeo e che il 1º, certamente interessato, era secondariamente tale in seguito al sisma del 6°. La sintomatologia oltre-soglia del campo di coscienza dell’Io rappresentava cioè solo l’epifenomeno, più facilmente visibile all’osservatore nell’esame obiettivo del paziente. Fu una rivoluzione inconsapevole e si aprirono sviluppi inimmaginabili fino a quel momento. XXIII
Il tempo nel corpo Riepilogando, quella definizione condivisa sulla psicosi si svelava essere nel tempo un grimaldello straordinario, chiariva di fatto l’entrata dei livelli corporei in una sequenza bottom up, fin dall’inizio della vita. Vennero introdotte così novità resettanti: l’entrata dei livelli corporei in sequenza di “funzionamento relazionale” evolutivo (6°-2°-4°-3°-5°-7°-1°) e la freccia del tempo neghentropica (Fig. 4).
Fig. 4. Evoluzione relazionale Bottom-Up 3D dei livelli corporei.
Furono ridefinite le fasi in 3D (tridimensionalmente), nel mentre i livelli corporei si collegarono alle relazioni con gli oggetti parziali di fase, e i segni incisi da esse chiarivano i pattern dei tratti di carattere in essi depositati: la storia vera delle persone si portava dalle afferenze periferiche... al sistema nervoso centrale. XXIV
Introduzione La Vegetoterapia con i suoi acting ritornava nell’alveo della psicoterapia analitica (Analisi Reichiana Contemporanea), ma con il corpo incluso. La relazione analitico-terapeutica si arricchiva, in modulazione appropriata con gli acting, del controtransfert di tratto-livello corporeo. Tutto tornava nitido e visibile! L’intelligenza dell’Elan Vital nel corpo si faceva Logos intellegibile. L’Analisi del Carattere, infatti, fa un’impennata neghentropica straordinaria nel 1992, con l’Analisi del Carattere della Relazione. La relazione analitico-terapeutica fu presa e messa sotto focus analitico reichiano, in coerenza epistemologica con il frattale identitario del nostro indirizzo “Analisi del Carattere”, fino ad essere definita un sistema vivente complesso, in un articolo pubblicato nel 1999 sull’annale n. 879 dell’Accademia delle Scienze di New York (30). Un codice inconscio definirà il linguaggio delle Relazioni, è il linguaggio dei e tra i tratti, ben individuato e definito nel 2014. “Il linguaggio dei tratti è un linguaggio meta sul linguaggio verbale e sul linguaggio corporeo e li include, esso ci permette di leggere la persona e la sua storia evolutiva con i suoi pensieri di tratto, la sua intelligenza di tratto, il suo livello corporeo terreno dei pattern di tratto” (26, pag. 212). G. Ferri
È nel 2016 che viene definito infine un nuovo complesso organizzativo funzionale tra la fase evolutiva e i pattern di tratto, il livello corporeo relazionale e le aree cerebrali prevalenti in quella fase: la Mente Incarnata Enattiva e di Tratto1 (28), che ci permette di recuperare la biologia alla psicoanalisi, di portare la psicoanalisi nel corpo e il corpo in psicoanalisi, di non schiacciare il tempo ontogenetico, di leggere la progressiva entrata 1 Mente Incarnata (5, 1972 G. Bateson): “i processi cognitivi non possono essere confinati nel cervello, essi si formano in connessione e sono influenzati dall’intero sistema corporeo, nel più vasto sistema uomo-ambiente”. Mente Enattiva (92, 1990 F. Varela, E. Thompson, E. Rosch): “l’accoppiamento senso motorio organismo più ambiente, è l’elemento fondante per la cognizione, il percepire la realtà attraverso la nostra continua attività corporea”. Mente di Tratto (28, 2016 G. Ferri): “un nuovo complesso organizzativo (in continuità con la mente incarnata ed enattiva) tra la fase evolutiva, i pattern di tratto, il livello corporeo relazionale e le aree cerebrali corrispondenti” (Fig. 10).
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Il tempo nel corpo
Fig. 5. Storia dell’Analisi Reichiana Contemporanea.
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Introduzione bottom up dei livelli corporei relazionali in rapporto alle fasi e di progettare su precisioni tridimensionali ogni intervento terapeutico. Abbiamo pertanto oggi 2020, nel setting analitico reichiano S.I.A.R., l’Analisi del Carattere e l’Analisi del Carattere della Relazione, che incorniciano appropriatamente la Vegetoterapia nel setting, che con i suoi tre step neghentropici diventa geometrica, “chirurgica”, tridimensionale, con attivazioni corporee che sono per lo più password frattaliche di movimenti ontogenetici, straordinariamente efficaci e risolutive, appropriate per gli “appartamenti disfunzionali” del palazzo dell’analizzato. Il setting analitico reichiano va letto come “una piccola biosfera”, in cui albergano intelligenza, umiltà, competenza, umanità, risorse, capaci di neghentropia per l’analizzato, l’analista e la loro relazione. Un riepilogo particolareggiato dell’evoluzione storico-culturale dell’Analisi Reichiana Contemporanea è tracciato in Fig. 5.
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