Introduzione alla psicoterapia sensomotoria

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Capitolo 1 Psicologia della guida

Michele Giannantonio

Introduzione alla Psicoterapia Sensomotoria Prefazione di Maria Puliatti

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© Copyright Alpes Italia srl Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 0639738315 I edizione, 2020

Michele Giannantonio (1967-2014), Psicologo, Psicoterapeuta. Didatta nelle Scuole di Psicoterapia SBPC (Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva di Bologna: www.sbpc.it) e CISSPAT (Centro Italiano per lo Studio e lo Sviluppo della Psicoterapia a Breve Termine: www.cisspat. edu) e in Master e corsi Post-Universitari in diversi ambiti tra i quali: Psicotraumatologia, Psicologia dell’emergenza, Sessuologia, Psicoterapia ipnotica, tecniche di comunicazione terapeutica, disturbi d’ansia. È stato supervisore certificato e facilitatore EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

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Indice generale

Prefazione di Maria Puliatti ..............................................................................

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Introduzione di Michele Giannantonio ................................................................. VII

Parte prima – Fondamenti teorici e clinici.........................

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1.1Elaborazione gerarchica delle informazioni e strategie psicoterapeutiche.. 14 1.2 L’elaborazione dei ricordi post-traumatici....................................... 31 1.3 La risposta di orientamento............................................................ 39 1.4 Sistemi di azione e tendenze all’azione........................................... 46

Parte seconda – L’approccio psicoterapeutico......................

55

2.1 Strategie specifiche........................................................................ 61

2.1.1. Focalizzazione sulle sensazioni fisiche..................................... 61

2.1.2. Esperimenti, fisici e verbali.................................................... 74 2.1.3. Tecniche di oscillazione.......................................................... 78 2.1.4. Regolazione dell’attivazione e confini corporei......................... 88

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2.2 Fasi del trattamento....................................................................... 95 2.2.1. Fase 1: sviluppare risorse somatiche per la stabilizzazione......... 95 2.2.2. Fase 2: elaborare le memorie traumatiche e ristabilire l’atto di trionfo 97 2.2.3. Fase 3: integrazione e successo nella vita quotidiana................. 106

Bibliografia.................................................................................... 121 La formazione in Psicoterapia Sensomotoria............................... 127

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Prefazione di Maria Puliatti

Quando abbiamo scoperto la malattia e soprattutto che l’asintomaticità aveva decretato una diagnosi tardiva con prognosi infausta, Michele aveva ancora molti progetti da portare avanti. Ha dovuto scegliere, per il tempo che restava, quali fossero i progetti editoriali a cui dare priorità, e così questa piccola guida alla Psicoterapia Sensomotoria, è rimasta nel computer. Adesso è venuto il tempo per portare alla luce gli inediti, di continuare ad onorare il suo lavoro e il ricordo di uno psicoterapeuta fuori dal comune, che ha contribuito allo sviluppo e consolidamento della psicotraumatologia in Italia, una carezza per chi lo conosceva, e una scoperta per chi si affaccia alla psicotraumatologia e psicoterapia sensomotoria oggi. Nessuno dei due aveva un inglese sufficientemente adeguato per poter seguire i training all’estero in lingua originale, e quindi dopo aver contatto l’Istituto di psicoterapia Sensomotoria e scritto del nostro interesse, loro ci suggerirono di creare una società che si potesse interfacciare con loro e poter quindi organizzare i training in Italia. Nasce così, nel 2010, dal nostro pessimo inglese, dalla sua curiosità, dalla mia intraprendenza, Psicosoma, società di formazione in psicotraumatologia e psicoterapia integrata, che ha portato in Italia la formazione in Psicoterapia Sensomotoria. Sono passati 10 anni dall’inizio di questa avventura, che ho deciso di portare avanti anche dopo la sua morte. Il libro che vi presento è stato scritto nel 2011, con l’obiettivo di essere una guida introduttiva al metodo, senza ovviamente sostituire il manuale di Pat Ogden, Kekuni Minton e Claire Pain “Il trauma e Il corpo: Manuale di psicoterapia sensomotoria” (Istituto Scienze Cognitive, 2012), più con l’obiettivo di incuriosirvi, appassionarvi ad un approccio che lo(ci) aveva conquistati. Non ho apportato alcun cambiamento, l’ho lasciato così come lo aveva V


Introduzione alla Psicoterapia Sensomotoria

immaginato, pensato, con la leggerezza della sua scrittura, delle esemplificazioni cliniche che con minuzia ben rappresentano la scena clinica. Per chi lo conosceva troverà in queste righe il suo modo semplice ma raffinato di avvicinare anche il lettore più inesperto ad argomenti complessi, chi purtroppo non lo ha conosciuto, avrà l’opportunità di recuperare tra le righe un pezzo del nostro patrimonio psicologico.

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I nostri pensieri sono le ombre delle nostre sensazioni: sempre più oscuri, più vuoti, più semplici di queste. (Nietzsche, Al di là del bene e del male)

Ciò che il corpo ricorda è la dimensione fondamentale in qualunque malessere o psicopatologia connessa ad esperienze traumatiche. Questo asserto viene considerato dalla letteratura come un fondamento stesso della psicotraumatologia (Levin, Lazrove, van der Kolk, 1999; Levine, 2010; Rothschild, 2000; Van der Hart, van der Kolk, Boon, 1998); è per questo motivo, dunque, che la psicoterapia dei disturbi post-traumatici si sta dirigendo verso una inclusione sempre più strutturale delle dimensioni emotive e somatiche nella concettualizzazione teorica e nella pratica degli interventi psicoterapeutici. Nello stesso tempo, all’interno di questa cornice teorica si registra una sempre più chiara valorizzazione ed utilizzazione degli approcci tradizionali basati sull’uso della comprensione astratta e del linguaggio, portando alla creazione di approcci terapeutici cosiddetti “integrati”. Detto diversamente, “in psicotraumatologia l’integrazione è il sentiero, e il corpo è il suo messaggero” (Giannantonio, 2009). La Psicoterapia Sensomotoria (Sensorimotor Psychoterapy: Fisher & Ogden, 2009; Ogden & Minton, 2000; Ogden, Minton & Pain, 2006) si inserisce esattamente all’interno di questa linea di tendenza; si tratta di un approccio ai disturbi post-traumatici e in generale alla psicoterapia sviluppato negli anni ’80, al momento appena conosciuto in Italia, specificatamente orientato al lavoro sulle memorie somatiche delle esperienze traumatiche e di attaccamento deficitario. A dispetto di ciò, la recente

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Introduzione alla Psicoterapia Sensomotoria

pubblicazione del manuale di lavoro secondo questo approccio (Ogden, Minton & Pain, 2006) è stata autorevolmente presentata da Bessel van der Kolk e Daniel J. Siegel, e commentata da Onno van der Hart come il libro che la psicotraumatologia stava aspettando; si tratta, in effetti, di un trattato di psicotraumatologia di altissimo livello, che condensa e cristallizza con insolita precisione teoretica e facilità applicativa l’attività formativa che Pat Ogden e i suoi collaboratori hanno condotto negli Stati Uniti e in diverse parti del mondo fin dal 1981. Di particolare interesse, inoltre, il recente ed autorevole Treating Complex Traumatic Stress Disorders. An Evidence-Based Guide, curato da Christine A. Courtois e Julian D. Ford, include tra gli approcci efficaci in questo ambito anche la Psicoterapia Sensomotoria, sebbene solo recentemente si sia cominciato a sottoporre a verifica empirica la sua reale efficacia clinica (Fisher & Ogden, 2009). Il principale riferimento teorico e tecnico della Psicoterapia Sensomotoria è l’Hakomi Method (Kurtz, 1990), un approccio somatico alla psicoterapia a sua volta influenzato da numerose discipline fisiche, come lo yoga, l’integrazione posturale, la danza ed altri approcci basati sul movimento. Questo approccio viene però inserito - e nell’essenza trasmutato - in un quadro teoretico che implementa i contributi teorici e tecnici della psicoterapia psicodinamica e cognitivo-comportamentale, nonché le attuali ricerche in ambito neuroscientifico, la teoria dell’attaccamento e la dissociazione, con particolare riferimento ai lavori pionieristici di Janet (1919), e ai contributi recenti di Nijenhuis (2004), Schore (2003) e Steele e Van der Hart (2009). Nata quindi come una nuova forma di psicoterapia corporea, la Psicoterapia Sensomotoria è diventata progressivamente un approccio psicoterapeutico integrato, specificatamente calibrato per trattare il Disturbo da Stress Post-traumatico (PTSD) e i disturbi post-traumatici complessi, così come il vasto spettro della psicopatologia relativa alla storia di attaccamento del paziente (Fisher & Ogden, 2009). A parere di chi scrive, che ha approfondito diversi approcci psicotraumatologici nel corso di quasi venti anni di passione per l’argomento, non si tratta certamente di un approccio “promettente”, ma di uno strumento clinico raffinato e ampiamente consolidato, particolarmente efficace, VIII


Introduzione

flessibile, versatile e facilmente integrabile con altri approcci clinici allo scopo di potenziarne l’efficacia (Ogden, Minton & Pain, 2006; Fisher & Ogden, 2009), inserito in una cornice teoretica elegante e di affascinante persuasione euristica. Di particolare rilevanza, inoltre, la Psicoterapia Sensomotoria sembra arrivare in aiuto del clinico proprio quando i suoi più efficaci e rodati approcci dimostrano, purtroppo, i loro limiti. In apparenza molto semplice, richiede invece raffinate capacità di sintonizzazione del terapeuta nei confronti del paziente, grande apertura mentale e “centratura” profonda del terapeuta. L’osservazione di una seduta di Psicoterapia Sensomotoria ben condotta e riuscita può risultare come un approccio particolarmente fluido, elementare ed elegante, tanto da ricordare una famosa massima di Steve Jobs, mente geniale della Apple: “Il massimo della sofisticazione è la semplicità”. La Psicoterapia Sensomotoria risulterà di grande ausilio agli psicoterapeuti che lavorano con approcci essenzialmente verbali, che risulteranno perciò vivificati; anche terapeuti abituati ad approcciare i traumi con strategie più specifiche, come l’EMDR, troveranno però che il loro approccio originario risulterà arricchito e potenziato da un incontro fecondo con la Psicoterapia Sensomotoria. In questa sede ci si limiterà ad introdurre alcuni concetti fondamentali della Psicoterapia Sensomotoria, ed alcune delle sue principali strategie di intervento, inserendola nell’ambito di più ampio respiro della psicotraumatologia. Una comprensione maggiormente approfondita richiede quindi inevitabilmente il rimando alla formazione esperienziale e a letteratura specifica sulla Psicoterapia Sensomotoria (Ogden, 2007; Ogden, Minton & Pain, 2006), nonché all’approfondimento della psicotraumatologia stessa (per alcune rassegne comprensive: Caretti, Craparo, 2008a; Courtois, Ford, 2009; Dell, O’Neil, 2009; Foa, Keane, Friedman & Cohen, 2009; Giannantonio, 2009; Van der Hart, Nijenhuis & Steele, 2006). In un certo senso, questo volume può anche essere visto come un’integrazione dei miei studi psicotraumatologici precedenti e come il proseguimento di quanto da me solo appena accennato sulla Psicoterapia Sensomotoria in Psicotraumatologia. Fondamenti e strumenti operativi, IX


Introduzione alla Psicoterapia Sensomotoria

pubblicato per i tipi del Pensiero Scientifico Editore nel 2009. Un volume a se stante, dunque, ma anche l’approfondimento della ricerca, il tentativo di ampliare le possibilità cliniche e umane per andare incontro alla sofferenza delle persone che incontriamo nel nostro lavoro e, quindi, nella nostra vita. Proviamo quindi a fare un sorriso ai nostri limiti, e ad aprirci all’apparente semplicità della Psicoterapia Sensomotoria, una finestra sul futuro della psicoterapia, non solo psicotraumatologica.

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