Baby gang: come prevenirle?

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Introduzione

Annamaria Mandese, Alfredo De Risio, Giacomo Salvanelli (a cura di)

Baby gang: come prevenirle? Guida per genitori, insegnanti e istituzioni

Collana AntisocialitĂ e Prevenzione diretta da Rosario Aiosa

Alpes Italia srl - Via Romagnosi 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 - e.mail: info@alpesitalia.it - www.alpesitalia.it Edizioni Alpes Italia Via Cipro 77 – 00136 Roma Tel./Fax: 06.39738315 info@alpesitalia.it www.alpesitalia.it

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I edizione, 2018 Annamaria Mandese, psicologo,psicoterapeuta psicoanalitico, responsabile del Centro di Psichiatria e Psicoterapia (sede di Ancona), membro del Comitato Scientifico della Società Italiana di Psicoterapia (SIPSIC), fondatore e socio dell'Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica (APP) vicedirettore e didatta della Scuola dell'Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica (SAPP), Presidente e fondatore del Centro di ricercazione per la prevenzione dell'antisocialità. Alfredo De Risio, psicologo, psicoterapeuta individuale e di gruppo ad indirizzo analitico adleriano. Ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Psicologia Clinica presso l’Istituto di Clinica Psichiatrica dell’Università degli Studi di Torino. È Dirigente Psicologo con incarico di Alta Specializzazione in Psicologia Penitenziaria DSM-DP ASL Roma 6. Di vasta esperienza accademica, è autore di volumi ed articoli scientifici in materia di condotte trasgressive, psicopatologia e scienze forensi. Socio fondatore, è attualmente Segretario Generale della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria. Giacomo Salvanelli, Psicologo forense, criminologo specializzato in Crime Analysis for Prevention e tecniche Geographical Information Systems (GIS), membro della British Psychological Society, membro della International Association of Crime Analysts (IACA), membro della European Association of Psychology and Law, Fondatore e Tesoriere del Centro di Ricercazione per la Prevenzione dell’Antisocialità.

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Indice Introduzione di Annamaria Mandese, Piero Petrini.......................................

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Baby gang: dall’analisi psicoanalitica alla prevenzione............................... 9 Annamaria Mandese, Piero Petrini Gang giovanili (“baby gang”), differenze individuali e problematiche psicologiche: un’analisi qualitativa della letteratura scientifica........................................ Antonella Somma, Andrea Fossati

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La pena non retributiva nel minore: la prevenzione delle condotte antisociali recidivanti........................................................... 41 Alfredo De Risio, Daniela Cataldo Bambini vulnerabili, bulli, baby gang, antisocialità: un’unica traiettoria....................................................................................... Enrico Nonnis, Paola Della Rovere Prevenzione socio-criminologica del fenomeno “baby gang” in Italia: un’esplorazione tramite l’Hypothesis testing crime analysis approach................................................................................ Giacomo Salvanelli

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“Baby gang”: la scuola inerme spettatrice o attiva protagonista nella prevenzione?......................................................................................... Enea Di Ianni

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Il fenomeno delle baby gang secondo una prospettiva psicologico-giuridica: violazione dei limiti o ricerca degli stessi?............... Alessia Cangi

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Conclusioni..................................................................................................

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Introduzione Quando i mass media ci parlano di atti delittuosi efferati compiuti da ragazzi molto giovani, talvolta addirittura quasi bambini, noi restiamo quasi “tramortiti”, senza parole di fronte alla ferocia e alla gratuità di questi gesti. È immediato pensare che si sia andati a finire “oltre ogni limite pensabile” in una sorta di “impossibile al di là”. Il rischio di una simile reazione, peraltro molto comune, è quello di relegare questi comportamenti in una categoria definibile come mostruosa e pertanto distante da noi. Reagendo così ci allineeremmo con la logica repressiva ed emarginante imperante nella cultura del nostro paese; in Italia i fenomeni antisociali necessitano il loro isolamento per essere meglio gestiti e per rassicurare l’opinione pubblica circa i possibili rischi costituiti dall’essere troppo a contatto con essi. Una soluzione di questo tipo, qualora abbracciata in modo eccessivo, lascia intendere che non esista alcun tipo di spiegazione per questi comportamenti efferati, mostruosi, malvagi e di conseguenza neanche alcuna soluzione. Ma sappiamo bene che limitarsi a relegare persone e loro comportamenti in categorie con l’etichetta di mostruosità equivale a castrare qualsiasi possibilità di comprensione profonda e multi-sfaccettata del fenomeno necessarie alla prevenzione. La finalità di questo nostro lavoro è sostanzialmente quella di ribaltare questa impostazione, convinti del fatto che il miglior metodo per contenere l’entità di un problema è conoscerlo per prevenirlo. Pertanto ci inoltreremo nelle diverse pieghe del fenomeno delle baby gang, purtroppo sempre più spesso protagoniste dei fatti di cronaca nera, analizzandole da un punto di vista psicologico, sociologico, criminologico, geodetico e forense fornendo indicazioni, anche pratiche, per la loro prevenzione. Tutta la collana “Antisocialità e Prevenzione” d’altronde vuole essere un invito stimolante molte tipologie di professionalità e di ruoli a sentirsi coinvolti nell’individuazione precoce dei segni, indicatori di futuri di5


Baby gang: come prevenirle? sturbi di personalità antisociali o di funzionamenti criminali già esistenti a livello latente. Pur consapevoli che gli studi focalizzati sulla prevenzione non possono di per sé riuscire a modificare una mentalità, tuttavia vorremmo aprire la strada ad una logica che economizza le risorse del nostro paese, basti pensare a quanto si spende per reprimere comportamenti criminali, e cerchi di evitare a frange di popolazione sempre più ampie e sempre più giovani delle derive comportamentali distruttive per gli altri e per sé. Brevissimamente descriveremo i contenuti degli articoli presentati dagli autori della monografia.La stessa si apre con uno studio psicoanalitico dei primi indicatori della successiva evoluzione antisociale culminante nelle baby gang. Vengono così via via date indicazioni assolutamente pratiche ad insegnanti e genitori relativamente agli stimoli e agli interventi da adottare a titolo preventivo. Il presente lavoro si propone di effettuare un’analisi qualitativa della letteratura scientifica disponibile sul fenomeno delle gang giovanili. La ricerca scientifica, di cui tratta il secondo articolo della monografia “Il fenomeno delle gang giovanili nella prospettiva delle differenze individuali” fornisce dati sulla prevalenza dei fattori di rischio e le conseguenze sul benessere degli appartenenti alle gang giovanili, sottolineando in maniera concorde come il sistema giudiziario debba considerare la salute mentale dei membri delle gang in modo sistematico, soprattutto per la messa in atto di programmi preventivi e di intervento efficaci. A seguire vi è l’articolo “La pena non retributiva nel minore e la prevenzione delle condotte antisociali recidivanti” in cui il reato del minore che è palesemente un agito ma, se letto in chiave preventiva delle recidive, è da considerarsi anche una “domanda” che diviene una tappa del percorso necessario a riorganizzare il processo di responsabilizzazione. L’articolo “Bambini vulnerabili, bulli, baby gang, antisocialità: un’unica traiettoria?” presenta un’analisi del fenomeno della violenza giovanile in cui si fa risalire la genesi ad una complessità di fattori tra cui l’infelicità, il vuoto ed il congelamento emotivo dei bambini feriti. Il titolo del contributo “Prevenzione socio-criminologica del fenomeno baby gang in 6


Introduzione Italia: un’esplorazione tramite l’Hypothesis Testing Crime Analysis Approach” richiama ad un’analisi nel territorio italiano delle aree più colpite per giungere all’individuazione delle cause del fenomeno stesso. La questione della complicità educativa tra scuola e famiglia, coinvolgente anche il sociale, come aiuto nella prevenzione della devianza viene attentamente analizzata nell’articolo “Baby gang: la scuola inerme spettatrice o attiva protagonista nella prevenzione?”. La scuola inerme spettatore o attivo protagonista nella prevenzione?”. L’autore sostiene che ascoltare ed ascoltarsi, per poter cogliere l’infinità di messaggi che arrivano sempre a noi adulti, è il vero punto di svolta. La monografia si conclude con un contributo che seguendo una duplice ottica psicologico-giuridica fa particolare riferimento alla dimensione del “disimpegno morale” e dell’assenza del paterno (reale o simbolica). Prendendo in considerazione il contesto giudiziario italiano secondo cui non sono imputabili e quindi punibili ragazzi sotto i 14 anni, propone interventi preventivi e non punitivi e/o riabilitativi. Annamaria Mandese, Piero Petrini

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