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MAGAZINE
LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI
n. 36
Periodico mensile – Anno IV, numero 36/2014 – €
Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI
3,50 – Canton Ticino chf 7,00 DICEMBRE 2014
MAGAZINE
LA PRIMA COLAZIONE Convenzionale, veg, crudista o... indiana?
Il più amato dalla pelle Benefici e ricette del burro di Karité
Aroma
terapia Per alleviare e prevenire i malanni invernali
Dossier
BALAVIDYA
lo yoga cosmetico Le posizioni e gli esercizi per la bellezza del corpo
OMEOPATIA AL RILANCIO
OLIGOTERAPIA
PSICOLOGIA ENERGETICA
NON CERTO ACQUA FRESCA! ECCO PERCHÉ I RIMEDI FUNZIONANO DAVVERO
RAME, ORO E ARGENTO IN PICCOLE DOSI: UNA DIFESA ANTI-VIRUS
IL METODO FAST RESET: TORNIAMO A CONTROLLARE LE EMOZIONI NEGATIVE
IDEE IN CUCINA. I trucchi per congelare gli alimenti e le ricette del dado fai da te
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Sommario NUTRIZIONE NATURALE pag. 14 La buona prima
colazione pag. 22 Congelazione,
una risorsa in cucina
IL MONDO DELLE ERBE pag. 26 Il karité, albero della
giovinezza
pag. 30 Piante in ufficio,
tutta un’altra storia pag. 34 Raffreddore e influenza,
un aiuto “essenziale” dall’aromaterapia
LE ALTRE MEDICINE
OMEOPATIA pag. 76
Omeopatia, quell’acqua fresca dalle strane proprietà
pag. 78
Mal di testa ricorrente, la “chiarezza” della ragazza con gli occhi chiari
pag. 60 Psicologia energetica,
la soluzione FastReset
pag. 66 Raffreddore in arrivo?
C’è anche l’oligoterapia
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pag. 40
DOSSIER
BALAVIDYA Lo Yoga cosmetico GLI ESERCIZI YOGA PER:
RUBRICHE
addome, petto, gambe, braccia, viso, diaframma e stomaco, glutei
Il periscopio pag. 8
Psicoterapia per tutti i giorni pag. 10
Sulle ali di Psiche pag. 12
Ci salverĂ un fiore pag. 32
Scoperte in soffitta pag. 38
Le ricette del mese pag. 80
Prepariamolo in casa pag. 82
Il mercato della salute pag. 85
Libri pag. 88
Web trend pag. 91
Annunci olistici pag. 92
L’ultima domanda pag. 98
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Sulle ali di Psiche
a cura della redazione
Biodinamica craniosacrale
Benessere e vitalità in 12 passi Finalmente un libro davvero in grado di condurre il lettore nel cuore di una disciplina olistica che piace sempre di più. Molti i motivi di interesse. a biodinamica craniosacrale è una disciplina olistiche che continua a guadagnare consensi. Ideata dall‘osteopata William Gardner Sutherland all’inizio del
L 12
Novecento, la biodinamica craniosacralesi conferma di grande efficacia anche nel mondo moderno, dominato dallo stress, dall’ansia, dai continui cambiamenti e, infine, dalla paura.
Che cosa succede durante le sessioni? In che cosa consiste esattamente la biodinamica craniosacrale? Come agisce l’operatore nel mondo reale? Una lettura ideale per avvicinarsi a questo mondo è fornita dal libro “Biodinamica craniosacrale basata sulla mindfulness in 12 passi”, di Paolo Casartelli e Luisa Brancolini, grandi esperti della disciplina e animatori dell’associazione di riferimento (www.acsicraniosacrale.it).
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ESERCIZIO
La pratica della compassione Tong Len
Ritagliarsi spazi di quiete Il libro merita attenzione perché entra davvero nel cuore della pratica biodinamica, da sempre influenzata dalle filosofie orientali e in particolare da quella buddhista. «Tutti possono imparare ad aprire uno spazio di ascolto percettivo dei propri stati corporei interni, a orientarsi ai ritmi lenti e a trovare spazi di quiete dai quali accogliere quello che c’è nel momento presente», assicurano gli Autori. Perché è proprio questo “accogliere”, questo “ascolto”, questo “essere nel presente” che fa la differenza, anche sul piano di tanti malesseri fisici.
Non c’è nessun luogo dove andare, nulla da raggiungere, si tratta solo di divenire più pienamente presenti alla nostra natura. Tale natura risiede nel corpo.
Mike Boxhal
Guarire attraverso l’ascolto Nessuna invasività, nessun sermone ex cathedra ma la disponibilità a tornare in sintonia con se stessi e con gli altri. Non è opportuno giudicare o interpretare: «L’operatore – spiegano ancora gli Autori – entra in relazione con aspetti
Fra i tanti suggerimenti presenti nel libro troviamo anche questo esercizio di derivazione buddhista consigliato per affrontare una situazione difficile che stiamo vivendo dentro di noi o che vive qualcun altro che sentiamo vicino.
● In posizione seduta concentrati sul respiro. ● Porta la tua attenzione alla situazione difficile: osserva le sensazioni fisiche di disagio, permetti che si espandano nel tuo corpo. Chiediti come senti questo disagio.
● Ora immagina sopra di te una sorgente di amore incondizionato, lascia che si formi un’immagine di questa sorgente. Può essere una luce o qualcosa che ti riporta all’idea di amore incondizionato.
● Inspirando senti di ricevere nel tuo cuore calore, amorevolezza o benessere da questa sorgente. Espirando la diffondi nei fluidi di tutto il tuo corpo. Senti che stai prendendoti cura di te.
● Se vuoi donare la tua compassione a un’altra persona, mentre inspiri porta calore e amorevolezza nel tuo cuore; mentre espiri immagina di diffonderla verso l’altro. Respira in questo modo per diversi minuti portando ritmicamente l’attenzione verso di te e poi verso l’altro.
● Alla fine fai due respiri più profondi e lascia che le immagini e i movimenti di compassione si dissolvano sullo sfondo.
difficili e storie “non digerite”. Ascoltare è guarire ed essere ascoltato permette a ognuno di noi di ricordare chi è veramente al di sotto di tutte le stratificazioni che definiscono quello che chiamiamo “Io”».
Alla scoperta della sorgente La sessione di craniosacrale procede dunque in dodici passi, ben descritti nel libro. «Quando ascolto profondamente una persona – sottolineano Brancolini e Casartelli – posso contattare ciò che è eternamente e immutabilmente presente in ognuno di noi, la sorgente, quella sostanza non-sostanza universale che ci sostiene nell’interezza e che nutre le nostre cellule. In questo spazio
non esiste più l’Io ma esiste solo il Noi».
Come si diventa operatori? Dopo aver letto il libro, che scoprirete molto istruttivo e ricco di spunti, avrete a disposizione i primi indispensabili strumenti per orientarvi nel mondo del craniosacrale. Ricordiamo, però, che per diventare operatore è necessario seguire un corso di formazione della durata di 50 giorni. Per questo vi consigliamo di rivolgervi direttamente all’ACSI.
Paolo Casartelli, Luisa Brancolini Biodinamica craniosacrale basata sulla mindfulness Red! Pagine 192 euro 11,90 13
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Il mondo delle erbe
Cosmesi fai-da-te
IL KARITÉ albero della giovinezza Per la salute della pelle è un vero toccasana. Impariamo a usarlo da solo o realizziamo due ricette professionali. Mara Ravaioli
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l burro di Karité è una sostanza grassa estratta dai semi del Karité (nome botanico Vitellaria Paradoxa o Butyrospermum Parkii), una pianta che cresce unicamente allo stato selvaggio nelle savane dell'Africa occidentale. Questo albero assomiglia a una grande quercia alta circa 12-15 metri con un tronco che può raggiungere anche due metri di diametro. Pianta perenne ed estremamente longeva: inizia la fruttificazione verso i vent’anni di età, raggiunge la massima capacità produttiva attorno ai cinquant’anni e rimane produttiva per oltre cent’anni.
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Il burro di Karité può essere utilizzato direttamente sulla pelle o come ingrediente base per realizzare facili rimedi casalinghi (si veda sul sito internet dell’autrice). Applicato tale e quale, lascia la pelle estremamente morbida, luminosa, elastica e compatta e viene assorbito velocemente senza lasciare una sgradevole sensazione di unto sulla cute.
La lavorazione del nocciolo Il frutto dell’albero del Karité assomiglia a un piccolo avocado o a una grande susina verde che, a maturazione, diventa marrone: la polpa dolce e commestibile racchiude al suo interno uno o più noccioli legnosi ricchi di sostanze oleose. I noccioli di Karité vengono raccolti dalle popolazioni indigene che li lavorano seguendo antiche e delicate tecniche artigianali: i semi sono innanzitutto selezionati e lavati, vengono quindi fatti asciugare ed essiccare per essere poi frammentati, tostati e macinati. Tutto questo laborioso processo di trasformazione permette di ottenere come prodotto finale una pasta spessa che viene ulteriormente lavorata per eliminare le impurità.
E alla fine… ecco il burro Al termine si ottiene un burro di colore bianco-avorio dall’odore gradevole, leggermente dolce, semisolido a temperatura ambiente, conosciuto in tutto il
mondo come burro di Karité. Il burro viene successivamente importato in Europa allo stato grezzo e viene sottoposto a ulteriori lavorazioni finalizzate a rendere il prodotto commestibile o utilizzabile per la preparazione di cosmetici.
Un contenuto prezioso Il burro di Karité è composto per la maggior parte da una miscela di acidi grassi che conferiscono a questo prodotto spiccate proprietà emollienti, idratanti, rigeneranti e protettive della barriera cutanea. Il burro contiene inoltre un’elevata quota di una sostanza detta “frazione insaponificabile”, ovvero quella parte del burro che non diventa sapone se fatta reagire con specifiche sostanze (basi). La frazione insaponificabile è considerata la parte più importante e attiva del burro di Karité perché è quella che gli conferisce la maggior parte delle proprietà funzionali.
Nelle immagini qui sotto, da sinistra a destra: un albero di Vitellaria Paradoxa (cioè l’albero del Karité), i frutti verdi non ancora giunti a maturazione e i noccioli posti sul fuoco.
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Il mondo delle erbe
Un prodotto per anziani, bambini e donne in attesa È un ottimo rimedio per le donne in gravidanza poiché, applicato regolarmente, contrasta la formazione delle tanto temute smagliature. Durante l’allattamento previene la comparsa delle ragadi al seno. Può essere utilizzato in modo sicuro anche per proteggere la pelle delicata dei bambini e combattere eventuali arrossamenti da pannolino. Previene anche la formazione di piaghe negli anziani.
Nell’immagine il frutto del Karité da cui si ricava il prezioso burro.
Molteplici impieghi Le proprietà cosmetiche Il burro di Karité è utilizzato principalmente come sostanza emolliente e antiossidante per contrastare la secchezza della pelle e dei capelli e favorire l’idratazione e l’elasticità cutanea. È quindi un ingrediente di base per tutti i trattamenti viso e corpo ad azione idratante, nutriente e antiage; nei prodotti esfolianti per viso e corpo; nei balsami per le labbra; per contrastare le screpolature e le callosità delle mani e dei piedi; per rinforzare le unghie; per riparare i capelli secchi, sfibrati e crespi e per stimolare la circolazione del cuoio capelluto.
È inoltre un ingrediente di base per tutti i prodotti specifici utilizzati per calmare le irritazioni e gli arrossamenti in caso di dermatiti, eczemi, ustioni, eritemi solari. Favorisce la cicatrizzazione di piccole ferite come – ad esempio – quelle causate dalla rasatura e per questo trova applicazione in prodotti dopo-barba. È spesso utilizzato nei prodotti solari, sia protettivi che dopo sole, poiché è in grado di assorbire i raggi UV e di prolungare l’abbronzatura. Il suo utilizzo è anche raccomandato per proteggere viso, corpo e mani da tutte le condizioni atmosferiche estreme, siano esse causate dal freddo, dal caldo eccessivo o dal vento.
Un dono della terra d’Africa
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ei paesi africani d'origine, oltre a rappresentare uno straordinario rimedio curativo e la principale fonte di grasso alimentare, il burro di Karité costituisce un’importante risorsa economica indispensabile per il sostentamento di tantissime famiglie. La raccolta dei suoi frutti si svolge tra metà giugno e metà settembre, quando cadono naturalmente a terra. Il laborioso e delicato procedimento di raccolta, estrazione e produzione del burro viene effettuato esclusivamente dalle donne che svolgono la loro attività da sole od organizzate in cooperative, spesso di tipo equosolidale.
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l Karité è considerato un albero sacro dalle popolazioni indigene che lo chiamano “Albero della Giovinezza” o ancora “Regalo d'Africa”, “Albero della Salute” e “Albero della Vita”. Le popolazioni africane utilizzano da sempre il burro di Karité come rimedio naturale e come farmaco: è tradizionalmente impiegato come balsamo per curare reumatismi, indolenzimenti, distorsioni, bruciature, eritemi solari, irritazioni della pelle. Le donne lo applicano quotidianamente per proteggere la loro pelle e quella dei bambini dal vento, dal sole e dalla salsedine.
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Burro corpo-capelli petitgrain e camomilla Ingredienti per circa 50 ml di prodotto finale Burro per il corpo che nutre e ammorbidisce la pelle lasciandola rigenerata, idratata e morbida. Si applica sul corpo con un massaggio. Ottimo anche come impacco pre-shampoo per i capelli da tenere in posa almeno mezz’ora.
Materiale necessario bilancia, un recipiente resistente al calore (ceramica, vetro o acciaio), un pentolino, un cucchiaio, barattolo da 50 ml con coperchio.
Burro di Karité Olio di mandorle Olio essenziale di camomilla Olio essenziale di petitgrain Vitamina E
22 g 22 g 10 gocce 28 gocce 6 gocce
Procedimento In un recipiente resistente al calore versare il burro e l’olio di mandorle. Versare 3 dita d’acqua in un pentolino da cucina, posizionare il recipiente al centro, mettere il pentolino sul fuoco e far fondere lentamente a bagnomaria fino al completo scioglimento del burro di
Karité. Ritirare poi il recipiente dal fuoco e mescolare con un cucchiaio per circa cinque minuti per far amalgamare e raffreddare un po’ il composto. Aggiungere il resto degli ingredienti miscelando con il cucchiaino a ogni integrazione. Versare infine il burro nel barattolo e far raffreddare completamente prima di chiudere con il coperchio. Riporre in frigorifero per circa 6 ore fino a completa solidificazione.
Conservazione Si conserva per circa 4 mesi, lontano da fonti di calore.
t? i s i t a h WScrub Il termine scrub, dall’inglese “strofinamento”, indica un trattamento estetico che favorisce l’eliminazione delle cellule morte superficiali della pelle. Consiste in una esfoliazione meccanica della pelle attraverso composti leviganti quali ad esempio sale, zucchero, semi, polveri di piante. Si consiglia di eseguire lo scrub al massimo 1 o 2 volte nella settimana. Evitare di esporsi al sole nelle 8 ore successive.
Lo scrub perfetto al caffè, arancio e cannella Scrub corpo dall’aroma nero, intenso e avvolgente di caffè, arancio e cannella. Si utilizza 1 o 2 volte a settimana sotto la doccia sulla pelle inumidita. Si applica con massaggi circolari dal basso verso l’alto e si sciacqua con acqua senza utilizzare detergenti. Lascia la pelle morbida, luminosa e piacevolmente profumata.
Materiale necessario bilancia, un recipiente resistente al calore, una tazza, un pentolino, un cucchiaio, barattolo da 100 ml con coperchio.
Ingredienti per circa 100 ml di prodotto finale Burro di Karité Olio di macadamia
10 g 40 g
Cera d’api 3g Zucchero di canna 30 g Cannella in polvere 2g Caffè macinato fine 5g Scorza d’arancio tritata fine 10 g Olio essenziale di cannella 10 gocce Olio essenziale di arancio dolce 40 gocce Vitamina E 5 gocce
Procedimento Nel recipiente versare il burro, la cera d’api e l’olio di macadamia. Versare 3 dita d’acqua in un pentolino da cucina, metterlo sul fuoco e far fondere lentamente a bagnomaria fino al completo scioglimento del burro di Karité e della cera d’api. Ritirare poi il recipiente dal fuoco e miscelare con un cucchiaio per circa tre minuti. Riporre in seguito il recipiente in frigorifero per circa tre o quattro minuti (il
composto deve raffreddarsi ma non solidificare). Nel frattempo pesare lo zucchero, la cannella, il caffè e la scorza d’arancio tritata molto fine. Versare tutti gli ingredienti in una tazza e mescolarli. Passato il tempo di raffreddamento prendere il recipiente dal frigorifero e versarci dentro la miscela di zucchero, cannella, caffè, scorza d’arancio. Amalgamare bene tutti gli ingredienti. Aggiungere il resto degli ingredienti miscelando con il cucchiaino a ogni integrazione. Versare infine lo scrub nel barattolo e riporre in frigorifero per circa 8 ore fino a completa solidificazione.
Conservazione Si conserva per circa 4 mesi, lontano da fonti di calore.
t? i s i t a h WL’olio di macadamia L'olio di macadamia è un olio ricavato dalla noce della pianta di macadamia (Macadamia Ternifolia). Ha proprietà ristrutturanti, nutrienti e idratanti. È indicato particolarmente per pelli miste e grasse e in presenza di couperose. Stimola la microcircolazione e drena il sistema linfatico.
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Dossier
milioni: numero di interventi estetici praticati in USA nel 2013. Non si sente la crisi.
BALAVIDYA Lo Yoga cosmetico Anche questo proviene dall’India: una serie di esercizi finalizzati alla cura e all’estetica del corpo. Barbara Barbarani
GLI ESERCIZI YOGA PER: pag.43 pag.46 pag.49 pag.52 pag.54 pag.56
pag.58
Addome Petto Gambe Braccia Viso Diaframma e stomaco Glutei
LE FOTOGRAFIE DA PAG. 43 ALLA PAG. 59 SONO A CURA DI PGS
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per cento. Così è cresciuta in un anno la domanda del botox nel nostro paese. I soldi si trovano.
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anni. L’età media delle persone che si rivolgono ai centri di medicina estetica.
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36 LE ALTRE MEDICINE oligoteraoia_Layout 2 08/11/14 14.31 Pagina 66
Le altre medicine
uò rivelarsi utile contro i mali della stagione fredda: raffreddori, mal di gola e influenze. «Solitamente – ci spiega Caterina Origlia, medico specialista in Medicina interna ed esperta di oligoterapia – l’oligoterapia è utile sia nella fase di prevenzione, sia nelle fasi acute. E ha il suo ruolo complementare di sostegno alla più tradizionale terapia farmacologica». Una soluzione interessante, dunque, per chi non intenda sovraccaricare e indebolire l’organismo con troppi farmaci.
P
Per riattivare le difese «Per le malattie da raffreddamento l’elemento più indicato, e utilizzato, è il Rame, da solo o nei suoi composti ManganeseRame e Rame-Oro-Argento. Sono soluzioni attive sul sistema immunitario. Questi complessi – continua la dottoressa – vengono da tempo utilizzati con successo e hanno dimostrato di riattivare rapidamente le funzionalità legate all’apparato respiratorio. Non è il caso di aspettare l’arrivo del temuto mal di gola o del fastidioso raffreddore, ai miei pazienti suggerisco sempre di prevenire: una corretta prevenzione riduce la fragilità dell’organismo rendendo migliore la risposta clinica».
Raffreddore in arrivo? C’è anche l’oligoterapia 66
Ce ne parla una nota specialista: oligoelementi per mettere in fuorigioco le malattie da raffreddamento.
Fabio Fioravanti
36 LE ALTRE MEDICINE oligoteraoia_Layout 2 08/11/14 14.31 Pagina 67
Prevenire due mesi prima Va detto, tuttavia, che l’efficacia dell’oligoterapia dipende anche dalla reattività del paziente: un soggetto con una buona reattività può guarire da una tonsillite anche solo grazie all’uso degli oligoelementi. Ma, tornando alla prevenzione, sarebbe buona norma informarsi sull’arrivo dei virus stagionali (come quelli influenzali) e instaurare la protezione in tempi utili con gli oligoelementi: «In genere – spiega Origlia – parliamo di ottobre o novembre ma si può ripetere un secondo ciclo a fine inverno (gennaio e febbraio) quando spesso si va incontro a una recrudescenza di queste malattie». Regola generale: per prevenire occorre iniziare due mesi prima del periodo critico.
Da ricordare COME PREVENZIONE: Una fiala due volte alla settimana di Manganese-Rame o Rame-Oro-Argento per 2 mesi. QUANDO C’È IL RAFFREDDORE E LA GOLA DUOLE: Una fiala di Manganese-Rame o Rame-OroArgento a giorni alterni nella fase acuta dell’infezione (4-5 giorni). A rinforzo si può aggiungere il Rame (una fiala 2 o 3 volte al giorno).
Il Rame e gli altri elementi «La prevenzione aiuta – aggiunge Origlia –, magari non elimina del tutto il problema ma certamente l’intensità dei sintomi sarà più lieve e migliore la risposta dell’organismo a ogni altra terapia ». Si ricorre a Manganese-Rame se non c’è una forte predisposizione oppure a Rame-Oro-Argento se una persona è molto vulnerabile a queste infezioni o ricade spesso. Basta assumere duei fiale alla settimana.
sono più robuste o la forma più leggera, è possibile utilizzare Manganese-Rame assumendo una fiala per via sublinguale a giorni alterni. Se invece il paziente è più debole è meglio optare per il composto RameOro-Argento, sempre una fiala a giorni alterni. Nella fase acuta della malattia a questi rimedi si può associare il Rame per rafforzare la reattività: consiglio di somministrare una fiala due o tre volte al giorno».
E quando il naso sta già gocciolando?
Azioni ad ampio raggio
Nel caso in cui la malattia da raffreddamento sia già in corso si possono utilizzare ancora i composti Manganese-Rame e Rame-Oro-Argento come terapia di base a un dosaggio maggiore. «La scelta – continua l’esperta – dipende dal “terreno” del paziente e dalla gravità della situazione. Se le difese dell’organismo
«Il Rame svolge diverse azioni: antinfettiva, antinfiammatoria, depurativa. Ed è in grado di stimolare il sistema immunitario, oltre a favorire l’attività della vitamina C e la produzione di anticorpi. Tutte le patologie stagionali ne beneficiano». Questi prodotti si trovano in alcune farmacie ed erboristerie.
L’oligoterapia usa piccolissime dosi di elementi che, all’interno del corpo, svolgono un’azione “catalitica”: in sostanza, cioè, permettono di attivare le funzioni vitali “addormentate”. Possono attivare ormoni, stimolare le difese immunitarie, ottimizzare le difese antiossidanti oltre a contribuire al metabolismo di molti nutrienti. Le dosi si attestano sul milionesimo di grammo, e sono quindi del tutto sicure: al tempo stesso però sono
sufficienti ad accendere le funzioni vitali. Una piccola spinta che permette all’organismo di reagire. PRECAUZIONI Le piccolissime dosi non comportano in genere controindicazioni, e si usano anche in pediatria. Tuttavia, in caso di allergia ai metalli (come il nickel) è
raccomandato un consulto medico. Lo stesso nei bambini (per ridurre eventualmente la dose) oppure nelle persone che stanno già assumendo una terapia farmacologica. In generale, poi, un medico esparto in oligoterapia saprà consigliare al meglio. Dopo qualche giorno, se il problema persiste o peggiora, è necessaria una visita medica.
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Omeopatia
OMEOPATIA Quell’acqua fresca dalle strane proprietà Il presidente di una delle più importanti associazioni di medici omeopatici ci spiega perché questa medicina funziona, nonostante le critiche. Antonella Ronchi
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iccome i prodotti omeopatici non contengono una sola molecola di quanto scritto sulla confezione, non vi possono essere benefici o danni per la salute»: questa lapidaria affermazione di un noto farmacologo italiano riassume i motivi di opposizione che l’omeopatia incontra in parte del mondo scientifico, e non solo. Se analizziamo questa frase dobbiamo mettere in evidenza due affermazioni:
«S
I benefici, e i danni, alla salute possono venire solo dalla somministrazione di sostanze. Il contenuto del prodotto omeopatico non corrisponde a quanto affermato sulla confezione.
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Non solo farmacologia Capisco che un farmacologo dia il massimo valore alle sue conoscenze, ma davvero è un po’ troppo il negare l’azione terapeutica o dannosa di altre stimolazioni: fattori fisici, quali ad esempio le radiazioni o le variazioni di temperatura, pur senza introdurre alcuna molecola nell’organismo, inducono potenti variazioni in positivo e negativo sugli organismi viventi: pensiamo, ad esempio, all’effetto del raffreddamento e del riscaldamento sui virus, organismi elementari, o alla preziosa azione della radioterapia nell’uomo, certamente un organismo più complesso.
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Omeopatia
Le impronte digitali dell’acqua Azione biologica in assenza di molecole Sul fatto che nei medicinali omeopatici non si trovino molecole delle sostanze di partenza siamo tutti d’accordo, almeno per i prodotti che dichiarano un grado di diluizione superiore al 9CH. Nessun omeopata ha mai ascritto l’azione dei suoi medicinali alla presenza di molecole, bensì al principio della similitudine e alla modalità di preparazione del prodotto, attraverso i vari passaggi di diluizione e di dinamizzazione: se così non fosse, resteremmo nel campo della fitoterapia e dell’allopatia.
Un chiarimento necessario Ma l’affermazione del farmacologo sottintende anche una più o meno velata accusa di frode nei confronti di chi produce, vende e prescrive questi medicinali. E questo allora va davvero chiarito perché i pazienti hanno diritto di sapere se affidano la propria salute a dei ciarlatani o a professionisti seri, e devono essere certi che nell’acquistare Lycopodium MK stanno acquistando un prodotto specifico, diverso per esempio da Arsenicum album 200 CH.
Da molti anni, alcuni ricercatori nel campo della chimica e della fisica stanno studiando le soluzioni omeopatiche per riuscire a dimostrare che le singole preparazioni hanno una loro specifica personalità, hanno cioè caratteristiche differenti dal solvente con cui sono state preparate. Autori come Giuliano Preparata, Emilio del Giudice, Vittorio Elia, Louis Rey – solo per citarne alcuni – hanno condotto studi con differenti metodologie di ricerca e i risultati hanno dimostrato che, in assenza di molecole di soluto, le diluizioni ultramolecolari sono completamente differenti dal puro solvente e sono anche specifiche per la sostanza che è stata dissolta nel solvente nel primo stadio di preparazione della soluzione: in altre parole, ogni soluzione ha la sua propria personalità e può essere identificata dalle sue “impronte digitali”.
Tutto merito dell’effetto placebo? Sono ormai pochi quelli disposti a negare che i medicinali omeopatici abbiano un effetto positivo: i dati clinici sono troppi perché possano venire confutati, ma la convinzione più diffusa è che questa azione positiva sia dovuta esclusivamente all’effetto placebo. Ma tutti i tipi di trattamento devono parte della loro efficacia all’effetto placebo. Questo tema è ormai stato ampiamente studiato per intere categorie di farmaci e trattamenti, per cui, rispetto a questo meccanismo, i medicinali omeopatici sono in buona compagnia con gli antidepressivi, ad esempio, ma anche con gli antidolorifici e antinfiammatori. È ormai chiaro come l’aspettativa del paziente e il rinforzo che può venire da una positiva relazione col medico inducano delle reazioni nel cervello, documentabili anche attraverso le moderne metodologie di neuroimaging.
Come stanno davvero le cose Ma, in realtà, trent’anni di esperienza clinica in omeopatia mi hanno insegnato che nello stesso paziente ci sono cure omeopatiche efficaci e altre assolutamente inutili, a parità di aspettativa e di fiducia nel trattamento. La tosse del mio piccolo paziente non passa con Pulsatilla, se l’indicazione è invece per Belladonna, che lo guarirà appena somministra-
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ta. Tanti pazienti con cui ho stabilito un’ottima relazione terapeutica non sono stati curati perché non ho identificato il corretto medicinale omeopatico, mentre pazienti prevenuti sono migliorati contro ogni loro aspettativa! E come la mettiamo, inoltre, con l’efficacia dell’omeopatia dimostrata su neonati, animali e piante?
Il mistero dell’acqua, organizzazione e ordine Come può funzionare allora un rimedio omeopatico? Il nucleo di tutto sta nell’acqua, che costituisce il 99% delle molecole della materia vivente, elemento ubiquitario, comune, quotidiano, e che pure nasconde ancora tantissimi misteri. L’organizzazione dell’acqua sta alla base anche dell’ordine biochimico all’interno di un organismo vivente. Per definire questa organizzazione si parla di “domini di coerenza”, di “strutture dissipative”, di un nuovo ordine realizzato dal processo di agitazione dell’acqua in cui sia stato sciolto un dato componente.
Da Benveniste a Montagnier Anni fa uno scienziato francese, Jacques Benveniste, cercò di dimostrare con i suoi studi questa stessa re-
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altà, che all’epoca fu chiamata “ memoria dell’acqua”, ma non vi riuscì e la teoria della memoria dell’acqua è passata alla storia come uno degli inganni della medicina “alternativa”. In realtà, il problema stava nel disegno della ricerca, che non riusciva a controllare l’influenza delle variabili su un materiale così delicato. Era molto difficile riprodurre quei risultati. Tuttavia, quel filone di ricerca è continuato, con risultati sempre più positivi e recentemente il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier ha messo in evidenza la capacità delle sequenze di DNA batterico di indurre onde elettromagnetiche in soluzioni acquose altamente diluite, probabilmente per un fenomeno di risonanza, dando di nuovo consistenza a un meccanismo di azione fisico e non chimico quale spiegazione di fenomeni altrimenti inspiegabili.
Segnali che si trasmettono al corpo L’acqua, in altre parole, diventerebbe il veicolo di informazioni di natura elettromagnetica in grado di influenzare i processi chimici e fisici delle cellule viventi, come la permeabilità delle membrane, l’attività enzimatica e altro, con conseguenti effetti sugli orga-
nismi. O, per dirlo ancora con altre parole, l’acqua sarebbe un elemento capace innanzitutto di registrare “informazioni” dai campi elettromagnetici attraverso il contatto con diversi materiali, strutturando legami tra le molecole per poi trasmettere questi segnali ai tessuti biologici. Resta certamente da capire il meccanismo attraverso cui tutto ciò avviene: al momento ci sono diverse ipotesi, ma il fatto di non poterli spiegare non permette di negare i fatti!
Verso una nuova medicina La conoscenza dell’omeopatia ha spinto un fisico del valore di Fritjof Capra ad affermare che “i concetti sviluppati recentemente nella teoria della complessità e nelle teorie dei sistemi viventi possono essere utili per formulare alcuni dei principi omeopatici nel linguaggio scientifico contemporaneo, e questo potrebbe facilitare dialoghi fruttuosi tra medici omeopatici da una parte e teorici della complessità e dei sistemi viventi dall’altra". Omeopatia quindi come modello della medicina della complessità. Certo qualcosa di più che semplice acqua fresca…
Che cos’è un medicinale? Curare senza “sostanze” ma con l’acqua informata Molti problemi e incomprensioni nascono banalmente dalla definizione di medicinale, dato che l’Unione Europea ha riconosciuto la dignità di medicinale ai preparati omeopatici con la direttiva 73 del 1992. Infatti, quando pensiamo a un medicinale pensiamo a una molecola, a un principio attivo misurabile, quantificabile secondo la definizione riportata
dal Ministero della Salute che si riferisce a “ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane; o ancora a ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata sull’uomo o somministrata all’uomo allo scopo di ripristinare, correggere o
modificare funzioni fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica”. Se ci avvaliamo però di una definizione più ampia, cioè quella di “ogni sostanza o preparato usato a scopo terapeutico”, possiamo superare l’impasse
considerando che, nel momento in cui io somministro Lycopodium MK a un paziente, uso una soluzione acquosa “informata”, che veicola uno stimolo di natura fisica, non chimica. Potremmo, più correttamente, chiamare i nostri medicinali “acqua Lycopodium” o “acqua Arsenicum album”, per superare ogni motivo di confusione.
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