Sfogliabile lam 73

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n. 73

MAGAZINE

UN PIATTO VEG PER TUTTI

ELETTROSMOG DOVUNQUE

Ecco che cosa dicono gli elettrosensibili

LA DIETA VEGETALE È LA PIÙ SALUTARE

Periodico mensile ‑ Anno VIII, numero 73/2018 ‑ €

3,90

Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI Prima immissione: 20 marzo 2018

APRILE 2018

MAGAZINE

LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI

Dossier

INTOLLERANZE ALIMENTARI

Tre approcci originali che possono risolverle RIMETTIAMOCI IN FORMA CARCIOFO E CAFFÈ VERDE: DUE PIANTE PER DIMAGRIRE COL CERVELLO CONNESSO

SCIAMANI HAWAIANI

UNA LEZIONE TUTTA DA RISCOPRIRE: I SETTE PRINCIPI DI HO’OMANA

GUIDATI DA UN CAVALLO

IL METODO RAIDHO PER RICONTATTARE LA NOSTRA ESSENZA

IL GHI DELL’AYURVEDA

NON SOLO IN CUCINA: ANCHE PER MASSAGGI E NEL PANCHAKARMA

ERBE LETTERARIE Il tè di Christie, l’assenzio di Wilde e il Kissel di Dostoevskij


Sommario NUTRIZIONE NATURALE pag. 16 Il buon piatto Veg

altro che onnivori...

pag. 22 Fatiche di Primavera,

e se servisse un sedano?

IL MONDO DELLE ERBE pag. 26 Erbe poetiche: ricette

per cuori letterati

pag. 30 Due piante dimagranti:

carciofo e caffé verde

pag. 36 Mimulus, il fiore di Bach

che doma la paura

LE ALTRE MEDICINE pag. 58 Elettrosmog, oltre la

cortina del silenzio

pag. 64 Ayurveda: l’oleazione

con il Ghi

pag. 68 Alla scoperta

di Huna, sciamanesimo hawaiano

AROMATERAPIA pag. 34

Le essenze della sensualità

PREPARIAMOLO IN CASA pag. 76

Candeggine e chimiche in casa: ci sono le alternative


pag. 42

DOSSIER

NON LE SOLITE IDEE PER CURARE LE INTOLLERANZE ALIMENTARI ● Introduzione ● L’ABC per capire il problema ● Curiamola in tre mosse ● Tiroide, latticini e funghi medicinali

RUBRICHE

● Nutraceutica e omeopatia

Il periscopio

Scoperte in soffitta, il Cynar pag. 40

pag. 8

Attualità sul veganesimo

I nostri amici animali

pag. 10

Psicoterapia per tutti i giorni

pag. 72

Prepariamolo in casa

pag. 12

pag. 76

Le ricette del mese pag. 80

Libri

Web trend sul colore viola pag. 84

Il mercato della salute pag. 87

Scelti per voi pag. 89

Annunci olistici pag. 90

L’ultima domanda pag. 82

pag. 98


AttualitĂ

a cura della redazione

Dieta vegetale

ATTACCHI PRIVI DI SENSO

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C

ircola ancora una cattiva informazione sulla dieta vegetariana nei bambini. Ancora titoli, sul web e sulla stampa, allarmistici e del tutto privi di fondamento. La realtà è diametralmente opposta: è la dieta onnivora basata sugli alimenti di derivazione animale a mettere a repentaglio la salute dei piccoli (come degli adulti).

Le risposte degli scienziati vegetariani Una dettagliata analisi è offerta dagli specialisti della Società Italiana di Nutrizione Vegetariana (SSNV) che sgombra il campo da leggende tuttora profondamente radicate. Ma dannose. Vediamole allora punto per punto, insieme alla confutazione della SSNV.

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La dieta vegana è eccessivamente restrittiva. In realtà, è la dieta standard onnivora e essere ben poco variata. Quest’ultima, infatti, si basa su una piccolissima varietà e quantità di cereali e verdure e su un ampio consumo di carne, latte in varie forme e uova: dunque è povera di vitamine, poverissima di fibra e troppo satura di grassi. Vengono tralasciati i cibi fondamentali che compongono la tanto apprezzata, ma non più applicata, dieta mediterranea, cioè tutti i cibi vegetali.

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La dieta vegana è povera di ferro e apre la strada all’anemia. I dati in letteratura scientifica non hanno mai dimostrato una maggior prevalenza di anemia tra i vegani.

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La dieta vegan è povera di proteine ed è sconsigliata agli individui in crescita. Vero il contrario: la dieta onnivora media fornisce circa il doppio o triplo della quantità di proteine raccomandata, e l’eccesso di proteine animali causa gravi danni all’organismo. Una dieta 100%

vegetale contiene una quantità di proteine più che adeguata.

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I cibi vegani sono carenti di B12 e costringono i bambini ad assumere integratori. Gran parte della popolazione onnivora ne è carente, e dovrebbe assumere un integratore (ma spesso non lo sa). Chi non è carente la ricava comunque da integratori, quelli che vengono usati nei mangimi degli animali, assieme però a un cocktail di farmaci e altre sostanze chimiche, somministrati regolarmente agli animali da carne. Non è difficile capire cosa sia più naturale e sano, tra prendere l’integratore in modo diretto o somministrarlo agli animali e poi mangiarne la carne.

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Il consumo di latticini e uova garantisce uno stato adeguato della B12. Non è vero: si ignora non solo il contenuto nutrizionale di questi cibi, ma soprattutto le recenti

raccomandazioni della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), nonché le linee guida dietetiche americane rivolte agli onnivori. Uno stato non ottimale della B12 è infatti evenienza molto frequente e trasversale a tutti i tipi di dieta.

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La dieta vegana in età pediatrica non è sostenuta da evidenze scientifiche, perciò è pericolosa. Le posizioni ufficiali delle associazioni di nutrizionisti che hanno davvero studiato la materia senza preconcetti, affermano che una dieta vegan è adatta a ogni età e a ogni fase della vita. Così assicurano la British Dietetic Association, la più antica organizzazione inglese che rappresenta dietisti e nutrizionisti, e l’associazione di nutrizionisti americana Academy of Nutrition and Dietetics. Meglio sarebbe forse preoccuparsi di fare una vera educazione alimentare presso le famiglie onnivore che inseguire spauracchi inesistenti per quelle vegane.

Epicentro a Bolzano:

No vegan nell’asilo nido Titoli a effetto come “Dieta vegana, i pediatri: non è adatta ai bambini” oppure “Dieta vegana non utile per la crescita del bambino”. Li abbiamo letti sui giornali di recente. Questa volta il pretesto è una sentenza del TAR di Bolzano che ha dato parere negativo alla richiesta di una coppia di genitori che chiedeva la possibilità di avere il menù vegan in un asilo nido. «Sentenza in controtendenza rispetto a quelle finora emesse sull’argomento ed è già stato annunciato un appello allo scopo di ribaltarne l’esito», sottolinea SSNV. «Va poi precisato che le argomentazioni addotte dal TAR sono di carattere puramente burocraticoamministrativo ed economico: il tribunale non avrebbe potuto entrare in considerazioni legate all’aspetto medicodietetico».

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Nutrizione naturale

Dietetica cinese

Fatiche di primavera Il sedano viene in aiuto A

rriva la primavera e tutto germoglia, cresce, spunta e spinge. Tutto è pieno di movimento e di vitalità, ma spesso noi esseri umani a volte ci sentiamo stanchi, fiacchi e depressi. Perché accade questo? Come mai vediamo partire il treno festoso della primavera e non riusciamo a salirci anche noi?

Una spinta al sistema del Fegato

La colpa è del sistema funzionale del Fegato. Anzi, in verità anche il Fegato stesso è una vittima. Per dirla nei termini della medicina cinese: è vittima di stagnazione, deficit di Sangue, Fuoco e CaloreUmidità. Il Fegato può sentirsi veramente male in primavera, e, proprio quando tutti aspettano che faccia la sua parte, non riesce a darsi una mossa. La stanchezza in primavera e al primo mattino hanno ambedue a che fare con la difficoltà del sistema di Fegato: bisogna rimettere la macchina in moto dopo il riposo invernale o notturno.

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Una verdura rinfrescante e purificatrice

Il sistema di Fegato non ha vita facile in questo nostro mondo pieno di stress. Diamogli una mano, concediamo al Fegato un po’ più di sedano! Questa comune verdura, secondo la medicina cinese, offre al Fegato un sollievo per ogni suo problema: ne calma lo Yang, ne purifica il Fuoco, ne ferma il Vento, ne muove il Qi e inoltre nutre il suo Sangue. Il sedano secondo la dietetica tradizionale

cinese ha un effetto fortemente rinfrescante e purificante. Possiamo usare questo effetto per sopportare meglio il prossimo caldo estivo, ma anche per liberarci di Fuoco e Calore interni, soprattutto quando questi interessano i sistemi di Fegato e Stomaco.


Lui è sempre presente. Meno note le sue azioni, consumato crudo, per la stanchezza di stagione ma anche per tanti altri disturbi come ipertensione, gotta, artriti e iperacidità di stomaco. Karin Wallnoefer Quando il Fegato va... a fuoco

Il Fuoco di Fegato il più delle volte si genera da una stagnazione dell’energia Qi di Fegato. Per fortuna, sono poche le persone con una situazione duratura di Fuoco al Fegato (sarebbe meglio girare alla larga…); invece sono molto numerose le persone, che in seguito a forte tensione e stasi di Qi, tendono a singoli episodi “focosi”. Possiamo fare un piccolo esperimento: costringiamo un bambino abituato a muoversi all’aperto, oppure un giovane adulto pieno di forza e vitalità, a passare qualche giorno chiuso in casa ad annoiarsi. Potremo osservare ora dopo ora come la stasi di Qi aumenta fino a sfogarsi in una piccola o grande esplosione. Il Fuoco di Fegato si manifesta con

un volto rosso (nelle persone calve diventa rosso anche il cuoio capelluto), occhi arrossati, episodi di cefalea, vertigini o acufeni, che dipendono dallo stato di tensione e rabbia. Un Fegato accaldato si arrabbia facilmente e la sua ira monta rapidamente.

Per i problemi di stomaco

Per quanto riguarda lo Stomaco, il sedano aiuta a calmarlo quando – a poche ore da un pasto saziante – l’organo si lamenta nuovamente per la fame e inizia a rumoreggiare. Quando lo Yang nel sistema di Stomaco è in eccesso (si parla appunto di “Fuoco di Stomaco”), facilmente si avranno anche iperacidità, gastriti o ulcerazioni. In queste situazioni il sedano, insieme ad altri alimenti rinfrescanti, serve per purificare il Fuoco e per calmare lo stomaco. Nelle ulcere gastriche dovute al Fuoco, il succo di sedano si combina bene a quello di cavolo cappuccio, che è molto utile per accelerare il processo di cicatrizzazione. Per mantenere

Le informazioni di questo articolo mirano unicamente a dare informazioni generali e non possono in alcun caso sostituire la consultazione diretta da parte di un medico o di altro personale medico qualificato. 23


Nutrizione naturale intatte le proprietà purificatrici, in tutti questi casi il sedano deve essere consumato crudo, sia come insalata, sia come succo o smoothie.

Il sedano è efficace per artriti e altri guai

Le proprietà antinfiammatorie del sedano, con le quali la medicina occidentale spiega almeno in parte la sua facoltà di “purificare Fuoco”, riescono a dare sollievo in caso di malattie come la gotta o l’artrite reumatoide. Il sedano è utile anche quando – in termini della medicina cinese – il Fuoco raggiunge il Sangue e si manifesta con eritemi rossi e secchi oppure perdite mestruali eccessive e con cicli ravvicinati. In questi ultimi casi lo si combina per esempio con melanzana, pomodoro e zucchina.

In centrifuga per gli ipertesi Yang

Una malattia nel cui trattamento in medicina cinese il sedano svolge un ruolo centrale è l’ipertensione. Semplificando un po’ si può dire che la causa dell’ipertensione è quasi sempre uno squilibrio tra Yin e Yang: lo Yang è troppo forte oppure lo Yin è troppo debole. Il sedano funziona molto bene in tutti i casi di ipertensione dovuti a uno Yang in eccesso, quindi soprattutto in adulti piuttosto giovani e in maggioranza di sesso maschile. Affinché il

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Due norme precauzionali Il sedano ha un forte effetto rinfrescante e dovrebbe essere usato con cautela soprattutto da crudo in casi di Freddo e deficit del “centro” (ossia dei sistemi funzionali di Stomaco e Milza). È bene, quindi, limitarne il consumo in presenza di feci molli o acquose, sensazione di freddo nell’addome e voglia di bibite calde. Anche durante la gravidanza è meglio non abbondare troppo con il sedano per non stimolare contrazioni dell’utero o doglie precoci. Dal punto di vista della dietetica occidentale fa parte degli alimenti che più spesso causano reazioni allergiche. Le allergie al sedano sono spesso accompagnate da altre allergie, per esempio ai pollini, a mele, prezzemolo o carote. Per avere una diagnosi sicura, rivolgersi a un medico e fare un test allergico affidabile. Però molte persone, che reagiscono in modo allergico al sedano crudo, riescono a sopportare senza problemi il sedano cotto, quindi vale la pena testare anche questa eventualità.

sedano possa frenare lo Yang che sale verso l’alto, non basta però un’insalatina ogni tanto. La dose quotidiana secondo la MTC è di 250 g, ossia all’incirca 4 gambi di sedano. Per non dover sgranocchiare sedano dalla mattina alla sera, si consiglia l’acquisto di una centrifuga.

Pressione alta in post-menopausa

Anche nei casi di ipertensione causata da un deficit dello Yin – quindi soprattutto nelle donne dopo la menopausa o generalmente nelle persone

anziane – il sedano è utile, seppure qui non svolga un ruolo centrale. In questi casi è più indicato usare metodi di cottura brevi e delicati e combinare il sedano con altri alimenti capaci di nutrire lo Yin, per esempio avocado, bacche di Goji, more di gelso, uvetta, sesamo oppure oli preziosi, per fare soltanto qualche esempio. In questi casi si potrebbe preparare anche l’insalata di polpo (vedi ricetta a destra).

Un alleato prezioso e sicuro

Per esperienza, non è troppo difficile controllare l’ipertensione nello stadio iniziale, quando ancora non si sono


DIURETIC SMOOTHIE 2 gambi di sedano ¼ di anguria, la polpa Frullare in un frullatore, eventualmente aggiungendo acqua.

LE RICETTE

di limone e lasciare insaporire ancora per qualche minuto. Si abbina bene al cuscus. Anche questa ricetta combina vari ingredienti capaci di sostenere un Fegato in crisi: l’aglio, la buccia di limone e il prezzemolo insieme al sedano muovono il Qi di Fegato con un effetto termico piuttosto equilibrato.

SMOOTHIE DETOX PER NUTRIRE IL SANGUE 1 gambo di sedano 1 lime 1 manciata di prezzemolo 1 manciata di rucola 1 carota Frullare in un frullatore, eventualmente aggiungendo acqua. SEDANO COTTO CON AROMI 1 cespo intero di sedano 1 spicchio d’aglio ½ limone, la buccia tagliata a strisce sottili oppure grattuggiata 3 cucchiai di prezzemolo tritato olio d’oliva, sale Tagliare i gambi di sedano in pezzi da un centimetro circa (eventualmente togliere prima i fili). lasciare insaporire l’aglio in poco olio d’oliva e quindi aggiungere il sedano lasciandolo saltare per qualche minuto. Versare poca acqua, salare, coprire e lasciare stufare fino a quando il sedano è ben morbido. Aggiungere il prezzemolo e la buccia

verificate lesioni durature ai vasi sanguigni: serve un semplice cambiamento dell’alimentazione e dello stile di vita. Consumare regolarmente del sedano in questa fase diventa uno strumento veramente utile, dato che questo vegetale non soltanto contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa, ma riesce anche a migliorare i valori del colesterolo, come è stato dimostrato

INSALATA DI POLIPO CON SEDANO E PATATE 1 polipo pulito, meglio se fresco; se surgelato, lasciato scongelare molto lentamente in frigo 2 foglie di alloro 1 piccola cipolla 1 carota 3 gambi di sedano 3-4 patate sode alla cottura e lasciate raffreddare olio d’oliva, sale In una pentola abbastanza capiente portare a bollore acqua leggermente salata insieme a due foglie di alloro, una piccola cipolla, una carota e un gambo di sedano. Tenere il polipo per la testa e immergere i tentacoli tre volte nell’acqua bollente, fino a quando i tentacoli si arrotolano. Quindi immergere il polpo intero e riportare l’acqua a bollore. Lasciare bollire per 20 minuti su fiamma piccola e con un coperchio, dopo spegnere la fiamma e lasciare raffreddare il polpo nell’acqua di cottura (almeno 30 minuti). Nel frattempo affettare il sedano, tagliare a cubetti le patate, tagliare a pezzi il polpo una volta raffreddato e condire il tutto con olio, sale e a piacere prezzemolo.

da vari studi scientifici. Inoltre – e questo è importante ripeterlo – l’uso del sedano non genera effetti collaterali non desiderati, a differenza dei consueti medicinali antipertensivi. Quindi vale sempre la pena fare un tentativo.

Un detox naturale per il sangue Il sedano è dotato di un forte effetto diuretico e può per questo essere usato per fare pulizia in reni e vescica.

Mettendo insieme anguria e sedano otteniamo uno smoothie fortemente rinfrescante e diuretico, adatto soltanto per giornate molto calde, per tipi focosi oppure in casi di urine ridotte e piuttosto cariche. L’effetto diuretico del sedano lo rende un alimento adatto anche alla disintossicazione e alla purificazione del sangue, un effetto che contribuisce alla sua utilità nei casi di gotta e artrite reumatoide.

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Dossier

COME LIBERARSI DALLE

Intolleranze

alimentari

Abbiamo interpellato tre medici appartenenti a diverse scuole, cosiddette “non-convenzionali”. Tutti e tre si occupano da tempo di intolleranze alimentari, con una grande esperienza sul campo, che è poi quella che conta davvero. Voci “fuori dal coro” che vi invitiamo ad ascoltare su questo complicato tema. 42


SOMMARIO pag. 44 pag. 46

Introduzione L’ABC per capire il problema

pag. 48

Curiamola in tre mosse

pag. 50

Tiroide, latticini e funghi medicinali

pag. 54

Nutraceutica e Omeopatia

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Dossier Partiamo dall’esperienza di un medico, specialista di intolleranze. Da bambino, ne aveva pesantemente sofferto. Poi la scoperta, ora al centro della sua professione. Ascoltiamo la sua testimonianza. Poi vediamo come oggi cura i suoi pazienti.

I

l mio primo paziente guarito con una terapia impostata sulle intolleranze alimentari sono stato io stesso. Fin da bambino soffrivo di continue cefalee e di forti mal di gola. Ancora ricordo il fastidio, con un dolore infinito lungo tutta la gamba, fino al piede. Da piccolo appartenevo a quella

Massimo Citro Della Riva categoria di bambini definiti, con un termine oggi caduto in disuso, “cagionevoli”. Significa dotati di scarsa forza fisica e sempre ammalati di raffreddore, mal di gola, otite e quant’altro. Durante l’infanzia ero sempre pallido e magro, con un carattere introverso, silenzioso. Oggi mi basta un colpo d’occhio

per diagnosticare nei bambini – com’ero io – l’intolleranza alle proteine del latte come causa dei loro problemi fisici e psichici, ma allora nemmeno si pensava che esistessero le intolleranze alimentari. I medici ai quali i miei genitori disperati mi affidavano erano abituati ad altri colpi d’occhio e mi riempirono di

C’è un’intolleranza in giro? E QUALI SONO I SINTOMI? Elenchiamo i sintomi principali: una volta curata l’intolleranza, si risolvono spesso in tempi rapidi. ■ Astenia profonda: «I pazienti sono stanchi, si trascinano svogliati e apatici e per questo motivo vanno dal medico», ci spiega il dottor Citro. ■ Variazioni ingiustificate di peso ■ Gonfiori addominali, ritenzione idrica, piedi e caviglie gonfie (edemi) ■ Tachicardie e aritmie ■ Iper-sudorazione Ma sono solo i sintomi più frequenti. Altre volte, il corpo lancia il messaggio in modo diverso. Agli occhi con congiuntiviti, alle orecchie con otiti ricorrenti, al naso con riniti croniche, alla bocca con afte, alla pelle con eczemi e celluliti, all’apparato digerente con diarrea o stipsi, e così via. Sono da intolleranze tutte le allergie (respiratorie e cutanee), quasi tutte le emicranie e cefalee croniche, buona parte dei disturbi digestivi, delle epilessie spontanee, ecc. Ci sono intolleranze alimentari dietro alle malattie autoimmuni, e possono giocare un ruolo nelle ansie, depressioni, attacchi di panico.

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Come liberarsi dalle intolleranze alimentari

UN MITO DA SFATARE SUI LATTICINI Tutti parlano di lattosio, lo zucchero del latte, ma non è questo il problema. Quante volte abbiamo visto sull’etichetta degli alimenti che compriamo la dicitura “senza lattosio”? In realtà, il lattosio non c’entra nulla, il problema è la caseina, la proteina del latte e dei formaggi. A fronte di un’intolleranza a questa proteina non bisogna prenderne per un certo tempo, anche in minime tracce. L’intolleranza al latte è la più diffusa in assoluto. Al primo posto nelle statistiche di tutto il mondo occidentale. In Cina il consumo di latte non esiste da quando gli antichi medici cinesi notarono che tanto bene non fa. E nessuno l’ha più mangiato, almeno fino allo sbarco della Nestlé in Oriente.

antinfiammatori e antibiotici. Ho sopportato anni di penicillina, collezionato ogni sorta di visite specialistiche, ma le diagnosi di questi luminari si limitavano sempre a descrivere il sintomo per il quale ci si era recati da loro. Non la causa. Un primario della clinica di Otorinolaringoiatria ci informò che avevo una “cosa cronica”: ricordo che me ne stavo muto ad ascoltare, incerto sul tempo che mi restasse ancora da vivere. Mia madre, mio padre e io rimanemmo afflitti in silenzio di fronte all’irreparabile. Dal canto mio, aspettavo solo la morte. Lungi dall’arrendersi, i miei genitori mi condussero invece a Milano da un superspecialista che – frugatomi in gola – scosse la testa e prescrisse altra penicillina, prima di presentare una parcella da mezzo stipendio da politico. Il mio calvario durò più di

vent’anni finché – medico a mia volta – incontrai un elettroagopuntore che neppure era medico, uno di quelli considerati di serie B. Mi visitò con i suoi sistemi – eretici per la Medicina accademica – scoprendo che tutti i miei guai erano dovuti a un’intolleranza nascosta. Infatti, eliminati i latticini dalla dieta, in poco tempo scomparvero tutti i disturbi fisici e, con la salute e il colorito ritrovato, in breve tempo acquistai disinvoltura, sicurezza e prestanza fisica. È quel che succede ai miei piccoli pazienti sofferenti di mal di testa, di gola, di stomaco, di intestino. Con dolori articolari. Con l’epilessia. Oppure con l’asma, gli eczemi, le riniti allergiche, le dermatiti, le allergie in genere. Bimbi obesi, oppure che non crescono di statura. Sempre stanchi,

nervosi, irrequieti, agitati. Per forza: hanno i neuroni irritati dal deposito di sostanze alimentari non metabolizzate che intossicano il loro corpo. Cervello compreso. E lo stesso vale per gli adulti. Ero intollerante alle proteine del latte e non lo sapevo! Tutto lì, semplice semplice. Né lo sapevano i medici interpellati. Non lo sapeva nessuno. Oggi, invece, assistiamo a una spietata deriva tecnologica e tecnocratica in tutto, Medicina compresa che sembra ormai dominata dall’industria e dalle sue logiche di profitto: più ci si ammala e più si guadagna. Al punto da “inventarsi” certe patologie. Questo sistema deve finire. Si dovrebbe ritornare alla sacralità della Medicina. Noi medici abbiamo giurato di prenderci cura di chi soffre, non di fare affari con l’industria e con la politica.

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Le altre medicine

Ayurveda

L’oleazione con il

Ghi

Non è solo un ingrediente in cucina. In realtà, il Ghi apporta molteplici benefici in vari modi e a seconda delle erbe aggiunte. Ma deve essere un “vero Ghi”. Elena Carafa e Sem Galbiati

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C

on il termine Snehana si indica in Ayurveda la pratica dell’oleazione, che può essere interna o esterna a seconda del trattamento terapeutico che si vuole effettuare sulla persona. Dopo aver visto, nel numero precedente de L’altra medicina magazine, gli usi culinari del Ghi gruta, entriamo su argomenti più specificatamente medici in quanto questa sostanza “alchimistica”, ed estremamente sofisticata, rientra tra i “farmaci”

comunemente utilizzati dai medici indiani. Iniziamo.

Prima di tutto il massaggio Intanto, va detto che anche attraverso un massaggio (Abyangam) o automassaggio (Atmabyangam) del corpo si esercitano in un semplice gesto molti effetti benefici necessari al mantenimento di una florida salute. Infatti, basta un sapiente massaggio per riportare equilibrio nei tre dosha (Vata, Pitta e Kapha), agendo su diversi meccanismi a livello fisico,

mentale e interiore. Per eseguire il massaggio in India si usa spesso un olio che apporta ulteriori vantaggi: si dice che la mano massaggiatrice “pregna olio”. Più frequentemente è l’olio di sesamo, semplice o medicato, ma in applicazioni specifiche – che ora vedremo in sintesi – viene utilizzato il Ghi.

La mano che cura Già di per sé il passaggio della mano pulisce e apre i canali della pelle e quindi dei sette

Uno dei protagonisti del Panchakarma Il Panchakarma è la pratica principe di purificazione e cura in Ayurveda. Tradizionalmente il trattamento ha una durata di 30 giorni. Il Ghi gruta in questa pratica viene utilizzato sia per la sua azione disintossicante, sia come efficace vettore di altre sostanze curative, poiché, grazie alle sua permeabilità lipidica, è in grado di attraversare le cellule. Così facendo le ripulisce da veleni e tossine e porta il medicamento direttamente nelle cellule in sofferenza. Spesso la sua forza nutriente si evidenzia sulla persona trattata alla fine del ciclo di Panchakarma, osservando la brillantezza degli occhi del paziente, la consistenza della pelle, la mobilità delle articolazioni. Gli organi interni ritrovano regolarità e turgore e si migliora anche la loro funzionalità.

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Le altre medicine

tessuti (Dathu) che avvolge e contiene. Libera gli spazi infracellulari dalle tossine stagnanti, permettendo al torrente linfatico e sanguigno di riportare il giusto equilibrio salino e alcalino nei tessuti. Inoltre, il massaggio distribuisce in maniera uniforme il calore lungo tutto il corpo e – sempre secondo l’Ayurveda – restituisce il giusto ritmo alle cinque arie vitali di Vata, che, di conseguenza, agiscono in modo adeguato sul sistema metabolico di Pitta e Kapha.

Effetti sul sistema sottile L’azione più importante di una giusta unzione la registriamo sul sistema sottile: donare un ritmo scorrevole alle arie vitali (Vayu) significa donare vitalità al cuore, rafforzare Ojas (la forza vitale contenuta nel cuore) e aprire le porte del sistema autonomo che collega la mente con il sistema dei canali sottili (Nadi), le vie di comunicazione tra i centri di potenziamento e trasformazione dell’energia vitale (Chakra). Tutta la fisiologia descritta dall’Ayurveda ne trae beneficio.

Lenisce anche le infiammazioni cutanee Ma, come dicevamo, il Ghi è una delle sostanze oleose più utilizzate per il massaggio. Soprattutto in alcune occasioni. Prima di tutto, spalmare Ghi sull’epidermide cura gli arrossamenti e l’eccessiva sensibilità al calore, lenisce bruciature ed ustioni. Si usa per curare disfunzioni come eczemi e psoriasi. È indicato nel periodo estivo, quando fa caldo, e può essere utilizzato in auto-massaggio quotidiano al fine di reidratare, purificare e nutrire la pelle, in modo da contrastare l’azione riscaldante e disidratante del sole (nei termini ayurvedici: pacifica Ranjaka pita). Utile anche nel trattamento di infiammazioni come la candidosi vaginale o le eruzioni cutanee ai testicoli.

Tanti Ghi medicati per ogni problema di salute Ma sono molteplici le possibili applicazioni esterne o interne a scopi medici. La funzionalità del Ghi medicato è determinata

dalla miscela di erbe contenute in esso; la loro preparazione e le ricette fanno riferimento a un’antica tradizione che si tramanda da secoli attraverso le discendenze familiari. In India, a tutt’oggi, la loro preparazione è legata a questa tradizione. A titolo conoscitivo ne elenchiamo alcune tipologie, ma ce ne sono molte altre in base al disequilibrio da trattare. Così avremo il Brahami gruta, utilizzato per problemi della memoria e del sistema cognitivo, epilessia e demenza; il Triphala gruta per le disfunzioni della vista e delle malattie dell’occhio; il Shatavari gruta per le patologie dell’apparato riproduttivo e le irregolarità mestruali. O ancora Yasthyai gruta per l’emicrania, Phala gruta in caso d’infertilità e Mahatikta gruta contro l’iperacidità e la cattiva digestione. Si potrebbe continuare a lungo…

Per la salute degli occhi e della mente Il Ghi è indicato anche in oftalmologia. Una cura molto usata è Akshi tarpana, che consiste in un bagno oculare di Ghi gruta la cui duplice azione purifica e rigenera le strutture dell’occhio. Consiglio: per occhi irritati o appesantiti è indicato spalmare del Ghi gruta sulle palpebre (pacifica Alochaka pita). Per la cura dei problemi nervosi o mentali, il Ghi viene utilizzato in diversi modi. Uno dei più noti, spesso illustrato con immagini sulle riviste o sul web, è il Shirodara, cioè l’olio colato sulla fronte: ha un effetto calmante. Oppure, si pratica con il Ghi un massaggio al piede per controllare stati di rabbia e ansia. Altri due usi comuni in India. Il primo è la pulizia del naso con il Ghi: previene il raffreddore e tonifica le mucose. Il secondo consiste nel fare gargarismi in caso di infiammazioni orali e per proteggere le mucose del cavo orale e della gola.

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Shirodara


Atto alchimistico LA PREPARAZIONE TRADIZIONALE Le numerose proprietà dei Ghi medicati non arrivano per caso. Ma sono frutto di una millenaria sperimentazione portata avanti dai medici dell’Ayurveda. Da quelle parti i segreti delle ricette si tramandano di generazione in generazione all’interno delle famiglie. Per dare un’idea del grado di sofisticatezza raggiunta da questa tradizione, illustriamo a grandi linee il processo di preparazione tradizionale del Ghi. Si usava lo yogurt di latte di vacca rossa, “mantecato” fino a diventare solido. Oggi il Ghi viene direttamente prodotto a partire da un burro, contenente un elevato grado di grasso (almeno 97%). Si fa sciogliere almeno un chilo di burro a fuoco lento in una pentola d’acciaio, preferibilmente a bagnomaria. Quando il burro inizia a sciogliersi assume un colore opaco e chiaro. Una volta che tutto il burro si è liquefatto, inizia a produrre una schiuma bianca – la parte grassa e umida del burro – che galleggia in superficie: questa si toglie man mano che si forma servendosi di un cucchiaio di legno pulito e mettendola in una ciotola. Viene poi continuamente tolta la schiuma che sale a galla fino a quando dal liquido non fuoriescono più bolle e il colore è più chiaro. Nella seconda fase, si aggiungono erbe e spezie che provocano un’ulteriore bollitura e produzione di schiuma: ciò sta ad indicare che tutte le molecole dei grassi saturi si stanno scindendo. I grassi saturi nocivi (di natura Kapha) si depositano in forma semisolida in fondo alla pentola, e sono asportati insieme alla ulteriore schiuma che si forma in superficie (di natura Vata). Il liquido dorato ottenuto è molto chiaro e completamente limpido (di natura Pitta). Nella fase successiva si procede all’aggiunta di altre spezie e sostanze naturali come sale di miniera, erbe o altro, al fine di alleggerire ulteriormente i grassi presenti nel Ghi. Nell’ultima fase, il Ghi viene “medicato”, ossia viene aggiunto un decotto precedentemente preparato a base di una o più sostanze per conferire al preparato finale una specifica azione terapeutica. Il decotto è preparato con 16 parti d’acqua e una parte di erba secca. Viene fatto bollire lentamente fino ad essere ridotto a un quarto. Alla fine, filtrato il residuo di erbe, il decotto è miscelato in parti uguali con il Ghi e poi messo a bollire molto lentamente fino a far evaporare tutta l’acqua. Si mescola continuamente per evitarne la bruciatura.

Quando lo assumiamo per via orale Anche prese per via orale (uso interno), non nel piatto ma come se fossero farmaci, queste preparazioni svolgono molteplici azioni a secondo delle sostanze aggiunte. In generale, il Ghi, una volta ingerito,

risulta essere un potente antinfiammatorio in caso di ulcere gastroduodenali, coliti e nel reflusso gastroesofageo. Agisce, inoltre, sul sistema nervoso contribuendo a lenire stati d’ansia, insonnia, le sensazioni ingestibili di rabbia fino ad arrivare al trattamento di

psicosi e demenze. Ovviamente, per questi impieghi, servirà un consulto con un buon centro ayurvedico. Ne esistono anche in Italia. In alcuni casi, si prevede persino l’iniezione per via rettale per trattare situazioni di disturbi del colon ma anche della colonna vertebrale.

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I nostri amici animali

Patrizia Pascucci

Raidho Healing Horses

UN VIAGGIO DENTRO SE STESSI,

guidati dal cavallo Un percorso pratico di consapevolezza, efficace e innovativo. E la vostra guida avrà coda e criniera…

U

n luogo immerso nella natura, protetto da una quiete e da un paesaggio senza tempo, che si affaccia sul Lago di Garda: è questo il contesto in cui un branco di cavalli si muove liberamente tra ulivi e prati. Ed è questo lo sfondo di un lavoro che, con e attraverso i cavalli, diventa percorso di consapevolezza e crescita personale e spirituale: il cammino di Raidho Healing Horses. Si tratta di esercizi da terra, per i quali non

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sono necessarie particolari competenze equestri.

Seguire la strada, qui e ora

Che cosa significa Raidho? Raidho è il nome di una runa che vuol dire andare in profondità, acquisire responsabilità e quindi libertà. È anche la sintesi del senso del percorso “A cavallo dei 7 chakra”, una delle proposte esperienziali ed evolutive che ha ideato Alexandra (vedi box), fondatrice dell’Associazione Raidho Healing Horses. La premessa fondamentale è

che i cavalli sono “messaggeri di verità perché ci indicano la strada del qui e ora”. I cavalli percepiscono la nostra disposizione interiore, guardano dritto alla nostra anima e rispecchiano le nostre emozioni, la qualità energetica con cui ci approcciamo a loro. Solo restando costantemente presenti e comunicando in modo chiaro e dolce con il cavallo è possibile guadagnare la sua fiducia e la sua disponibilità a stare con noi, a seguirci, anche nelle nostre richieste.


Comunicare con il cavallo per conoscerci meglio

Ma che cosa vuol dire “stare presenti”? Significa non essere in balìa dei pensieri, delle preoccupazioni, delle macchinazioni della mente; implica essere consapevoli di sé e del proprio corpo, istante per istante, respiro dopo respiro. Vuol dire rimanere radicati ed “esserci”. Il cavallo intuisce quali sono i nostri punti deboli e ce li rimanda: si affida solo a chi è pienamente autentico e nel proprio potere, a chi è nella dimensione dell’essere e del sentire più che del pensare o del fare. La comunicazione con il cavallo è non verbale, corporea, energetica, sempre gentile ma chiara e diretta. Può mettere a nudo le nostre difficoltà e toccare i nuclei profondi del nostro malessere.

Lavorare sui sette chakra

La forza guaritrice del cavallo ha un potente effetto di trasformazione e di risveglio

Chi è Alexandra Rieger

Alexandra Rieger, cresciuta con i cavalli, si è formata all’Istituto Alpha in Svizzera e nel 2011 ha fondato la metodologia Raidho Healing Horses, un percorso di crescita personale e spirituale attraverso il cavallo. Ha preso parte a numerosi corsi di comunicazione tra cui “Lavorare a terra con il cavallo“, a Warendorf e a Rosenheim in Germania; “Riconoscersi attraverso il cavallo“ sempre a Warendorf, e il seminario “Nel ritmo dell’anima: il lavoro con i cavalli”, tenuto da Vanessa Malvacini. Vive e lavora a Gargnano (BS) con il suo branco di cavalli.

del proprio Sé superiore, dove corpo, anima e spirito sono destati e allineati. Il percorso dei 7 chakra vuole liberare e potenziare, progressivamente, i sette centri energetici presenti nel nostro corpo, per portarci alla piena realizzazione di noi stessi e dei nostri obiettivi. Ogni step prevede il lavoro su un chakra (dal primo al settimo: la sequenza va rispettata). Di seguito gli aspetti specifici su cui viene portata l’attenzione durante il percorso: Primo chakra: essere radicati nel qui e ora, prendere coscienza, delimitare e far rispettare il proprio spazio personale; Secondo chakra: riconoscere e accettare le proprie emozioni, preziose messaggere che dobbiamo imparare ad ascoltare, per poi lasciarle andare, trasformando quell’energia in modo costruttivo; Terzo chakra: risvegliare il proprio potere personale e la propria vitalità, per realizzare i nostri desideri, il nostro compito nella vita; Quarto chakra: coltivare le qualità del cuore ovvero

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I nostri amici animali Per crescere come specie è indispensabile che sempre più persone si riconoscano per chi sono veramente Alexandra Rieger

Raidho Healing Horses vi aspetta!

Raidho Healing Horses è oggi l’unico cammino in Italia di crescita personale che si sviluppa attraverso una serie di esercizi da terra, aperti a tutti, con il nobile animale, il cavallo. “Raidho, a cavallo dei 7 chakra”, sette workshop di due giorni l’uno durante i quali sanare e ri-attivare i sette chakra e tutto ciò che questi centrali centri energetici governano e nutrono in noi. Siamo a Gargnano (BS). Ecco i prossimi due appuntamenti per il workshop intensivo sul Primo Chakra Raidho:19-20 maggio oppure 16-17 giugno. Per info: telefono 338.7019193; italia@raidhohealinghorses.com www.raidhohealinghorses.com

l’amore, la gentilezza, il rispetto; Quinto chakra: comunicare con chiarezza e dolcezza; Sesto chakra: riconoscere e seguire la propria “voce interiore”; Settimo chakra: vivere con consapevolezza nel qui e ora. Ogni livello prevede degli esercizi con il cavallo. E nel lavoro con quest’ultimo sono importanti i momenti in cui l’esercizio “non riesce”: proprio allora possiamo prendere coscienza del blocco energetico che agisce in noi, e liberarcene.

Un’esperienza indimenticabile Il contatto con il cavallo è sempre rispettoso, chiaro e fermo ma gentile. Non è assolutamente previsto l’uso di “strumenti” con cui toccare il cavallo per portarlo, con la coercizione, a eseguire gli esercizi. Si lavora solo e soltanto con la presenza e la qualità energetica dell’allievo, alternando momenti di condivisione con l’animale a momenti di discussione e di riflessione in gruppo.

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In questa parte di mondo un po’ appartata, un po’ magica, sembra che il tempo non esista, che sia sospeso: si avverte solo una potente, densa, quieta presenza: quella della natura, dei cavalli, degli alberi, del respiro infinito del cielo, dell’essenza del qui e ora, di cui si sente di essere allo stesso tempo spettatore e attore, nell’inarrestabile danza dell’essere e del divenire. Grazie ai cavalli, ad Alexandra, ai collaboratori di Raidho e a tutte le creature umane che hanno deciso e avuto il coraggio di risvegliarsi.

UNA RELAZIONE AUTENTICA CHE CI RADICA NEL PRESENTE “Il cammino è la mèta”: queste le parole che introducono il lettore alla scoperta del percorso che si delinea, via via, nel testo. Un viaggio che – attraverso la condivisione delle esperienze e delle scoperte di Alexandra – racconta di un’evoluzione personale, umana e spirituale a fianco, e grazie, ai cavalli, maestri incorruttibili, che danno ai propri allievi uno specchio sempre fedele delle loro emozioni e di ciò che essi sono, nel qui e ora. Le intuizioni e le trasformazioni di Alexandra sono diventate fondamento di un metodo di lavoro e di crescita che prende avvio e si sviluppa nella relazione autentica con il cavallo, guida fedele che ci riporta sempre al tempo presente e al confronto con le nostre qualità interiori. Il cammino di presa di coscienza e di evoluzione personale avviene, nel lavoro a terra con il cavallo, prendendo progressivamente contatto con i diversi centri energetici del nostro corpo (chakra) e con gli aspetti e i processi vitali ad essi correlati, per scoprire e superare eventuali blocchi, avendo come obiettivo la piena espansione del proprio Sé superiore. Alexandra Rieger, La forza guaritrice dei cavalli Pepper Verlag, Pagine 196, euro 12,60 In vendita sul sito online della Hoepli, www.hoepli.it


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