Periodico online N° 20 – Luglio-Agosto 2014 www.laltramedicina.it fanzine@laltramedicina.it
erBe Del centro america suLLe tracce di un’antica tradizione
cinema terapia
L
Le nostre interviste
fanzine
e
intervi stre ste no
Gaia viola «impariamo a riconoscere le piante commestibili» all’interno i libri, i cD e gli eventi olistici
una storia di “veri eroi”: monuments men e la madonna di Bruges
nuove ricerche il pesticida che non doveva dare problemi
Nuove ricerche
L’intervista
ERBE SELVATICHE E FIORI IL PIATTO SI RIEMPIE DI COLORI Gaia Viola è una filosofa appassionata di fitoalimurgia, scienza nobile antica che prevede l’impiego di piante spontanee in campo alimentare. È meno difficile di quanto sembri, e dopo aver letto questa intervista guarderete fiori ed erbe con occhi diversi…
AL BANDO IL
PESTICIDA! MA NON È COSÌ FACILE... È ormai certo l’effetto distruttivo di alcuni comuni pesticidi sulla popolazione di insetti, invertebrati e uccelli. Ma non sarà facile prendere adeguate decisioni. Fabio Fioravanti
L’intervista
Cinematerapia L’angolo dei libri
ERBE DEL CENTRO AMERICA SULLE TRACCE DI UN ANTICO INSEGNAMENTO: CE NE PARLA IL RICERCATORE FRANCESCO DI LUDOVICO
Consigli per l’ascolto Annunci olistici
Apriamo la finestra su un mondo parallelo: la grande cultura mesoamericana. Gli eredi delle antiche civiltà Maya, Azteca e Nahua, e molte altre meno note. Un mondo che attrae tante persone. Tra queste, Francesco Di Ludovico, medico, fitoterapeuta e ricercatore, tra i maggiori esperti dell’uso tradizionale delle erbe in America Centrale. Gli abbiamo posto qualche domanda su una realtà che conosce da vicino.
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Cinematerapia
UNA STORIA DI “VERI EROI” Monuments men e la Madonna di Bruges Uscito nelle sale italiane nel 2014, il
internazionale durante la guerra mondiale.
film Monuments Men è stato scritto, diretto e prodotto da George Clooney, su libera
La trama: mentre in Belgio alcuni religiosi
trasposizione cinematografica
tentano di salvare una pregiata pala
dell’omonimo libro “The Monuments Men:
d'altare e altre opere dall’invasione
Allied Heroes, Nazi Thieves, and the
nazista, in America Franck Stokes,
Greatest Treasure Hunt in History”. Questo
studioso e amante d’arte, convince il
libro, scritto da Robert M. Edsel nel 2009,
Presidente degli Stati Uniti a permettergli
narra le vicende epiche di eroi moderni,
di radunare un gruppo di architetti, esperti
imprese disinteressate fortemente volute
d’arte, curatori di musei, affinché vengano
da queste persone anche a discapito del
assunti nell’esercito al fine di riconoscere e
loro lavoro e senza altro fine se non quello
ritrovare le opere d’arte trafugate da Adolf
di salvare il patrimonio artistico
Hitler, che sembra essersi portato dietro
PAOLA DEI NEURONI A SPECCHIO EDIZIONI SCIENTIFICHE STILL PAGINE 110, EURO 15,00 Paola Dei, autrice di questa rubrica di cinematerapia, ha dato alle stampe qualche tempo fa un libro sui neuroni a specchio: un argomento vastissimo, ancora tutto da esplorare, ma con ricadute importanti anche in ambito psicoterapeutico. Nella versione di Paola il tema è sviluppato nell’ambito della cinematerapia e concerne l'elaborazione del lutto. Di grande interesse, e originali, gli esercizi proposti per superarlo. Link per acquistare il libro
per tutta la vita il mancato riconoscimento
I Moscheroni desideravano un’opera del
da parte di una Scuola d’arte ebraica.
grande genio per la loro Cappella a Bruges. Pagata 4000 fiorini l’opera viaggiò
Tra gli arruolati l’inglese Donald Jeffries
in molti paesi del mondo, anche a causa
che, grazie alla missione assegnatagli,
dei trafugamenti nazisti, fino a trovare una
riesce ad uscire da una brutta storia di
sua collocazione definitiva a Bruges nella
alcolismo dando un nuovo senso alla
Chiesa di Nostra Signora.
sua vita. Colpi di scena, trabocchetti, forza di determinazione sono gli
Splendida occasione per rivedere
ingredienti della pellicola nella quale
la pellicola, conoscere l’opera d’arte
fanno da contralto opere
del grande artista italiano
immortali di suggestiva
Michelangelo Buonarroti e
bellezza, fra cui la meravigliosa
(perché no?) recarci a
Madonna di Bruges di
Bruges a scoprire o
Michelangelo Buonarroti (si
riscoprire il nostro eroe
veda qui a lato, ndr), scultura
interiore.
di grande fascinazione e tenerezza, databile dal 1503
Paola Dei
al 1505, commissionata allo
Docente di Psicologia
stesso Michelangelo dalla
dell’arte e Arte Terapia,
famiglia dei Mouscron,
Collaboratrice giornalisti
mercanti trapiantati in Italia
specializzati GSA,
dove assunsero il nome di
Ideatrice del metodo
Moscheroni.
Psicofilm
LA PARTE “EROICA” DENTRO NOI STESSI Sul solito quadernone provate a
questo tipo avete sentito
scoprirete altre piccole o grandi
narrare le volte in cui avete
l’ebbrezza che si prova quando
parti di voi che spesso nella vita
dedicato tempo e mancato
siamo in pace con noi stessi e con
di ogni giorno non agiamo.
guadagno per una azione epica
il mondo e ci si sente protagonisti
Abbiamo sempre due vie da
che vi ha fatto sentire eroi della
della nostra vita.
perseguire, quella dell’Eroe e
quotidianità.
Chiudete gli occhi, respirate e
quella dell’antieroe, a noi il libero
Ricercate tutti i momenti nei quali
cercate le caratteristiche del vostro
arbitrio per capire chi siamo
dedicandovi a qualche azione di
eroe interno. Scrivetele e
veramente.
L’intervista
ERBE SELVATICHE E FIORI IL PIATTO SI RIEMPIE DI COLORI Gaia Viola è una filosofa appassionata di fitoalimurgia, scienza nobile antica che prevede l’impiego di piante spontanee in campo alimentare. È meno difficile di quanto sembri, e dopo aver letto questa intervista guarderete fiori ed erbe con occhi diversi…
Gaia, raccontaci qualcosa di te, dagli inizi fino all'incontro con la donna delle erbe e la scoperta delle bellezze del Carso. Sono nata nel profondo Nord-est da una madre che amava le ortiche e le traduceva in gnocchi e zuppe deliziose e proponeva tisane domenicali profumatissime con le erbe fresche del giardino. Tra i miei ricordi più belli d’infanzia ho quello della raccolta dei germogli primaverili sulle ripide scarpate in zona Collio, famosa per i vini eccellenti; uno dei più traumatici risale invece a quando – avevo cinque anni – misi la mano nel lavandino pieno d’ortiche a lavare… Aneddoti a parte, fino a che non incontrai la donna delle erbe – avevo già 30 anni – dimenticai completamente il mondo vegetale, eccezion fatta per il cognome Viola che mi ricordava di tanto in tanto la mia strada… Mi sono laureata in filosofia e ho lavorato nel mondo delle cooperative sociali. Questa esperienza mi ha dato tantissimo: passeggiate nella zona del Carso (oramai abitavo a Trieste), consultazione di una biblioteca dedicata all’argomento, approfondimento costante e metodico. Ho poi iniziato a collaborare con ristoranti e a condurre quasi per caso i primi laboratori di cucina, più o meno come faccio ancora oggi. La cosa è andata avanti da sola, la voce si è sparsa e le Associazioni culturali di Trieste e gli Enti – soprattutto della zona del Carso – hanno cominciato a chiamarmi. Oggi continuo a imparare, documentarmi, creare ricette sull’argomento e a insegnare. È difficile riconoscere erbe, piante e fiori? In percentuale, quante piante in un comune giardino/orto sono commestibili? Sicuramente è necessario essere accompagnati da qualcuno che le conosca con certezza e che, oltre a mostrarcele, ci accompagni in un riconoscimento che preveda l’uso di mani e naso: le piante vanno osservate, toccate, annusate. E vanno viste magari più d’una volta nel loro ciclo vegetativo, da foglia a fiore e seme, in compagnia di un buon atlante botanico di
– L’intervista –
riconoscimento. Solo così potremo essere sicuri di saperle riconoscere l’anno successivo. Detto questo, esiste una serie di piante che, proprio grazie all’odore o alla consistenza, è facilmente riconoscibile: la menta selvatica ad esempio, o l’erba cipollina, dagli odori caratteristici, o l’ortica, che simile a molte altre labiate, è l’unica a pungere e urticare. Dove e come si svolgono le passeggiate che organizzi? Solitamente mi appoggio a qualche agriturismo che ci mette a disposizione una cucina. Agriturismo vuol dire verde intorno, che sia bosco, prato o terreno coltivato biologicamente: questi sono ovviamente gli ambienti ideali per il riconoscimento delle specie botaniche: pensate che circa il 70 per cento delle erbe che incontriamo è commestibile, quindi in ogni luogo “verde” troviamo un’infinità di piante che possiamo mangiare. Ho collaborato anche con un giardino botanico della zona, ma spesso, quasi provocatoriamente, dico che mi piacerebbe organizzare una camminata a spasso per le aiuole di una città: le piante commestibili sono molto resistenti, quasi testarde, e il più delle volte che vediamo qualcosa di vegetale tra muro e asfalto di un marciapiede, quella è potenzialmente una pianta commestibile. Potenzialmente perché naturalmente un ambiente carico di smog e a portata di cane o umano non è quello più indicato per la raccolta! Oltre alle passeggiate, organizzi anche serate e corsi? Per quanto riguarda l’alimentazione con le “erbacce”, la formula che preferisco è quella del corso giornaliero con due ore abbondanti di passeggiata di riconoscimento, poi il laboratorio di preparazione del pranzo e il pranzo stesso: solo così si va oltre la teoria e i partecipanti possono vedere davvero le erbacce saltar nel piatto a farsi assaggiare. Organizzo inoltre corsi di cucina naturale sempre con la formula dell’easy way! Tutti abbiamo poco tempo a disposizione per cucinare, ed è giusto che sempre di più si sappia che cosa e come
mangiare bene e sano in poco tempo: quindi corsi sui cereali integrali, sulle colazioni energetiche (è in questo corso che impariamo a fare anche i dolci, poiché il momento ideale per consumarli è proprio la mattina), sulle zuppe invernali o sui pranzi d’asporto per chi lavora fuori tutto il giorno ed è arcistufo di panini e tramezzini. regalaci qualche semplice segreto per cucinare i fiori. Pensate a tutte le erbe aromatiche che conoscete: salvia, menta, erba cipollina, rosmarino, basilico, finocchietto. Magari le avete in balcone, magari ne usate sempre le foglie e, ogni volta che fioriscono quasi quasi vi dispiace un po’: ecco, i loro fiori sono commestibili, hanno lo stesso gusto e aroma della pianta, ma molto più delicato. Sulle insalate, sulle creme di yogurt o di legumi, nelle macedonie, sui gelati, nei cubetti di ghiaccio per un aperitivo. che cosa insegni ai bambini? Un approccio multisensoriale ai cibi: mani pulite, e via a toccare chicchi, verdure, annusare, pasticciare con gli impasti! I bambini vogliono entrare nel cibo! È questo un ottimo modo per fare amicizia con i profumi, i colori e i sapori di verdure e frutta che magari hanno difficoltà a mangiare. E poi, nei corsi per i bimbi, sono loro ad apparecchiare il tavolo e ad abbellirlo: ho introdotto questa cosa grazie a mio figlio, che fin da quando era piccolo addobbava lui il tavolo delle feste: piante, sassi, frutta… Centrotavola immaginati con fantasia, che mi hanno fatto capire come anche per i bambini la tavola apparecchiata come si deve sia più invitante; alla fine del corso, mamme e papà assaggiano e ammirano. Sono momenti molto belli! tutto bello e possibile per chi vive in campagna, ma chi abita in una grande e grigia città? I cittadini hanno sicuramente meno possibilità di avere del
il libro di gaia
“Alimentazione spontanea” ci introduce nel mondo di fiori e piante selvatiche, di ricette semplicissime e piatti che sembrano quadri per chi ama camminare lento e cucinare poco, ma non vuole rinunciare a scelte dietetiche sane. Gli acquerelli botanici e le foto che accompagnano il testo aiutano nel riconoscimento delle piante, ma soprattutto invogliano il lettore curioso a provare a metter qualche fiore nel piatto. Le ricette, condite di aromi e colori, ci guidano alla scoperta di chicchi e farine insolite, ingredienti che sembrano inutilizzabili e che invece contribuiscono all'originalità dei piatti qui proposti. alimentazione spontanea GAIA VIOLA, FLAVIA LAURENTI bianca&Volta edizioni 144 pagine, 15 euro www.biancaevolta.com
– L’intervista –
verde e dei fiori a portata di mano, però devo dire che mi ha molto colpito, in una città come Milano, la quantità di balconi diventati giardini sospesi. Così some rimango sconvolta quando vedo palazzi pieni di balconi senza nemmeno una pianta: chi ha un balcone o anche solo una finestra luminosa, può crearsi il suo piccolo spazio verde e commestibile. Fortunatamente le amministrazioni di certi comuni (Trieste, Bologna, Roma) stanno destinando aree comunali dismesse e magari inselvatichite, dopo averle ripulite, ai cittadini che ne fanno domanda per la coltivazione: le istituzioni si stanno rendendo conto che la gente ha bisogno del verde, e averne a disposizione un piccolo pezzo anche solo per piantare tre margherite è un modo sano e socievole di passare qualche ora a settimana. Hai recentemente scritto un libro, molto interessante e originale. Che cosa ti ha convinto a farlo, considerando quanti ce n’erano già? Di libri sulle erbe commestibili ce ne sono davvero tanti, e io ne ho parecchi: tutti ripercorrono le tradizioni classiche, quindi carne e latticini. Io nei corsi che faccio da quasi dieci anni ho sempre proposto menù rispettosi delle intolleranze varie, menù che insegnassero a usare le erbe selvatiche e i fiori, ma anche tutta una serie di ingredienti che vanno dal latte vegetale alle farine integrali macinate il giorno prima, ai cereali senza glutine o a come fare dei dolci senza uova e burro… il tutto in maniera semplice e facilmente riproducibile: corsi di cucina per persone che poi vogliono mangiare bene tutti i giorni, non corsi di alta cucina per stupire i commensali una volta ogni tanto. E questo mancava. Poi, complice la macchina fotografica,
Corsi e serate a tema
ogni tanto scattavo foto che mi parevano quadri o immagini fantastiche: quelle foto e i commenti delle persone che
Gaia Viola organizza frequentano i miei corsi mi hanno fatto uscire allo workshop di cucina scoperto! E la prima casa editrice alla quale mi sono con le erbe selvatiche e lezioni-laboratorio pratico rivolta con il materiale, mi ha subito detto sì! Il di 3 ore più degustazione. libro ha avuto molto successo, sta uscendo la Per info e iscrizioni seconda ristampa! www.alimentazionespontanea.it
GIRASOLE, COME NON L’AVETE VISTO MAI! Togliere i petali a un girasole è un atto impuro di cui mi pento sempre, eppure ci casco ripetutamente. Ma quello che ho fatto stavolta non l’avevo fatto mai, e lo farò di nuovo, questo è certo. Come spesso accade, fame e niente di pronto, ora di pranzo, anzi quasi le due: in dispensa un sacchetto di orzo perlato (cuoce in 25 minuti), in frigo pomodorini, una erbetta rossa, una cipollina e una zucchina dell’orto col suo fiore. Al pargolo, preadolescente innamorato del suo nuovo arco e del guerriero che c’è in lui, avevo promesso un cous cous, ma io
voglio chicco vero. Opto per l’orzo, speriamo bene! Mentre cuoce l’orzo, in una pentola col fondo spesso ricoperto d’acqua, pari a due volte il suo volume, taglio la zucchina a cubetti, i pomodorini e grattugio la rapa rossa, cruda. Poco. Vado in giardino, afferro qualche foglia di finocchietto, una manciata di rucola selvatica e le oramai stranote foglie di nasturzio, sciacquo e trito tutto grossolanamente, olio extra vergine di oliva, sale. I soliti cubetti di tofu (vado a fasi, certe settimane tre panetti da 200 g, qualche settimana manco mezzo, questa è la
settimana abbondante). Scolo l’orzo, lo raffreddo un po’ sotto l’acqua e unisco il tutto mescolando: rosa!!! In giardino si stanno aprendo i girasoli, splendidi. Esco, strappo (sono ancorati bene i petali del girasole!) una manciata di petali e li mescolo all’orzo: ecco la meraviglia cromatica del venerdì! E ora si mangia: il guerriero posa l’arco ed esclama “Ma cosa ho fatto di male oggi? Non solo non c’è cous cous, ma anche la rapa rossa ci hai messo!” “Prova”. Due piatti si è mangiato, di chicchi rosa e lingue gialle, lasciando solo il sughetto.
Nuove ricerche
AL BANDO IL
PESTICIDA! MA NON È COSÌ FACILE... È ormai certo l’effetto distruttivo di alcuni comuni pesticidi sulla popolazione di insetti, invertebrati e uccelli. Ma non sarà facile prendere adeguate decisioni. Fabio Fioravanti
Si chiamano “neonicotenoidi”, e sono pesticidi ampiamente utilizzati. Sono stati associati, con ampie evidenze, al progressivo declinare della popolazione delle api. Ma non è tutto, purtroppo. Un recente studio apparso su Nature mostra una correlazione tra l’uso di questi pesticidi e la drastica riduzione di alcune specie di uccelli. La distruzione è molto più ampia di quanto si ritenesse e colpisce uccelli e molti insetti. Un intero ecosistema è messo a repentaglio. Un altro studio recente riporta che i residui dei neonicotenoidi sono altamente persistenti nei suoli: poco assorbiti dalle piante, restano in terra contaminando tutta la vita che scorre accanto. Altra brutta notizia: sono solubili in acqua. Entrano nelle acque e alcune specie acquatiche sono particolarmente vulnerabili all’esposizione. Ciò comporterebbe, secondo un altro studio, il collasso di molti invertebrati. Sono stati messi al bando? No, per ora l’Unione europea ha optato per una moratoria di due anni, iniziata il primo dicembre del 2013. Ci sono controlli? Forse. Sta di fatto che la restrizione riguarda solo 3 neonicotenoidi (clotianidina, imidacloprid e tiametoxan) e per alcuni impieghi. Manca comunque un accordo tra gli stati membri, e la commissione preposta rivaluterà le indagini
– Nuove ricerche – Hallman n Ca et Nature al, 27 mag gio 201 4 Jones A , Pest M anagem Science ent , 9 lugli o 2014 Tessa C et al, PL OS One 1 magg io 2013
scientifiche al riguardo. Speriamo senza troppe pressioni esterne. Esiste infatti anche un notevole fuoco di sbarramento che cerca di stoppare le
Roessin k I et a l, ementa l T o xicology Chemis and try, 3 a prile 20 13
Environ
iniziative volte al bando di tali pesticidi. Caso eclatante uno studio finanziato dal governo britannico che negava il coinvolgimento dei neonicotenoidi nella scomparsa delle api. Disgraziatamente lo scienziato che dirigeva
l’attenzione sulla scomparsa degli uccelli in
i lavori è stato subito dopo assunto da una
ambienti esposti a queste sostanze.
delle aziende produttrici dei pesticidi. Va
Tristemente le obiezioni provenivano dal
detto che nessuna rivista scientifica se l’è
ministero dell'ambiente britannico, subito
sentita di pubblicare questo studio.
bacchettato da molti giornali tra cui il Guardian.
E tre settimane fa, si è cercato di
Testata che parla apertamente di bullismo
smontare i limpidi risultati dello studio
da parte delle lobbies dell’industria
apparso su Nature, che attirava
chimica. Da noi tutto tace.
UN CASO STORICO: IL FATICOSO BANDO AL DDT
Nel 1962 fu un libro a dare l’allarme: “Silent Spring” di Rachael Carson. Rachael portava prove a supporto dei danni provocati dal DDT e altri insetticidi, all'epoca ampiamente utilizzati. Disgraziatamente il DDT è letale per molte forme di vita. La biologa statunitense dovette sopportare pesanti attacchi. Le solite cose: “è una donna
isterica”, “sta cercando di distruggere l'agricoltura degli Stati Uniti, a favore dell'Unione Sovietica”. Ma Kennedy firmò una commissione d’inchiesta che, nel giro di 10 anni, portò al bando del DDT. Partita chiusa? Per nulla. Ancora di recente, Rachael, scomparsa nel 1964, è stata sottoposta a critiche che sfiorano la “damnatio
memoriae”. La si accusa di essere responsabile di milioni di morti per malaria, conseguenti al bando dell’insetticida. Peggio di Hitler. Peccato che la Carson avesse ragione: il DDT, se usato in modo sconsiderato come all’epoca, diffonde la malaria rendendo resistenti gli insetti vettore. Prospect Magazine: Rehabilitating Carson
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Nuove ricerche
L’intervista
erbe deL centro america suLLe tracce di un antico insegnamento: ce ne parLa iL ricercatore francesco di Ludovico
apriamo la finestra su un mondo parallelo: la grande cultura mesoamericana. gli eredi delle antiche civiltà maya, azteca e nahua, e molte altre meno note. un mondo che attrae tante persone. tra queste, francesco di Ludovico, medico, fitoterapeuta e ricercatore, tra i maggiori esperti dell’uso tradizionale delle erbe in america centrale. gli abbiamo posto qualche domanda su una realtà che conosce da vicino.
– L’intervista –
Dottor Di Ludovico, come è arrivato a interessarsi dell’impiego dei vegetali nella cultura mesoamericana? Ho conosciuto il Messico fin da bambino. Anche in età adulta non viene meno l’afflato poetico che scaturisce da una sensazione pura: rimane intatta quella lusinga del cui consentimento solo a noi spetta di rispondere. E, infatti, così capitò per l’America; quella autentica e primigenia, fatta di presenze ancestrali ed espressioni millenarie. Terra dai prodotti agricoli abbondanti e tanto vari. E poi: le conquiste veementi e quei lunghi viaggi estenuanti, eroi solinghi e i loro amori lontani; nubi spesse o campiture totali fatte solo di immensi cieli tersi; benefiche piogge battenti, e il respiro leggero delle selve al mattino, il cui sentore aromatico esse riversano attorno; e il rigoglio esuberante di foreste sconfinate, imponenti, impenetrabili, vergini, stagliate all’orizzonte come muraglie viventi a custodire tesori vegetali, e quasi a ostentare la preminenza della natura sull’uomo, degne di venerazione e di certo sacre (scommisi...). Fu un amore a prima vista: la poesia in primo piano... C’erano anche racconti sereni e sempre didattici dei mille miti, declamati alla luce dei falò comunitari e della luna; e i volti nativi, cotti dal sole e dalle fatiche di un mondo “terzo” ma segnati da un costante sorriso prodotto da un’allegria atavica:
felicità ardua da motivare, espressione di beatitudine plausibile con riluttanza, paradosso inestricabile o addirittura molesto da parte di chi è abitante del “primo” di mondo. Questa era, allora, l’America indigena per me.
Chi è Francesco Di Ludovico? Medico, fitoterapeuta, omeopata, esperto di medicine naturali, la sua grande passione è la ricerca sul campo in Mesoamerica, per approfondire le conoscenze sulla cosmovisione locale, e sulla cultura medicoerboristica correlata. È autore di diverse pubblicazioni, anche in lingua inglese e spagnola. In Italia sono reperibili i testi “Il giardino dei due mondi” (Aracne editrice 2009), e, insieme al ricercatore spagnolo Alfonso J. Aparicio Mena, “Le piante degli Dèi, l’uso sacro degli allucinogeni vegetali” (Aracne 2012) e “La limpia nelle medicine tradizionali mesoamericane”, edito quest’anno da Aracne. http://anthropologia mundi.blogspot.it/
Oggi, però, lei è spesso in quei luoghi, per le sue ricerche... Un giorno mi recai in quei luoghi, e decisi di sostare un buon tempo, quello sufficiente per conoscere una cultura amata solo per via indiretta. E il Messico mi si concesse generoso, dispiegando le sue messi di doni casuali e provvidenziali. Tra le altre attività frequentai assiduamente la biblioteca del museo di Antropologia e Storia della capitale, istituzione di fama mondiale per la ricchezza e l’importanza dei reperti che contiene. Come medico da sempre istintivamente attratto dall'alternativa naturale alla cura, scelsi di compulsare i testi che concernevano l’approccio locale alla malattia. Scoprii, in tal modo, un mondo fatto di tanti richiami (anche bibliografici) su temi vasti e differenti (dalla fitoterapia alla antropologia, dalla farmacologia alla mitologia, ecc.) che si sovrapponevano in parte, dando così vita a nuove visioni su uno stesso argomento. E tutti questi temi da cosa erano tenuti insieme? Qual era il messaggio che intravedeva?
– L’intervista –
I temi studiati condividevano a gran voce un messaggio: l’essere umano non è solo corpo: anche la psiche è sostanziale; ma a costituirlo in completezza partecipa quel quid ulteriore che potremmo definire anima o spirito, energia sacra e ineffabile, essenza impalpabile che parla tacita il linguaggio dell’Amore e della Grazia divina, la cui compromissione si esprime in malanni di simbolica valenza. E dunque cominciai a raccogliere quante più nozioni possibile sulla medicina tradizionale mesoamericana, delineando pian piano la base comune di una cosmovisione (concezione che l’uomo ha della vita e del mondo in cui egli vive: “Weltanschauung” direbbero i germanofoni) locale. Pur spaziando su tematiche varie ma
Quando mi sono accinto ad approfondire gli
che giustificassero le scelte terapeutiche
aspetti eminentemente culturali che
autoctone, la ricerca personale in tale
stavano alla base dell’utilizzo delle piante (e
àmbito si concentrò soprattutto sulla parte
non solo) a scopo curativo nelle tradizioni
inerente all'utilizzo tradizionale delle piante
mediche mesoamericane, ho notato subito
a scopo medicinale (ciò che in gergo è
le assonanze stringenti con idee espresse
designato come “etnofarmacologia”).
(in modi analoghi o comunque corrispondenti) da parte di altre culture pur
Perché ritiene che quel tipo di cultura
lontane nello spazio della nostra Terra. Un
(cosmovisione) possa essere importante
esempio per tutti: la polarità freddo/caldo
anche per l’Occidente?
(frío/caliente), la quale fa eco all’antitesi
Non credo che si possa smentire il fatto
Yin/Yang della antica filosofia cinese che è
che un dialogo costruttivo sia di per sé
la contemplazione dell'interdipendenza e
edificante: conoscere il punto di vista
complementarietà degli opposti: senza di
dell’altro con cui interloquiamo ci rende
questi l’equilibrio non sussisterebbe,
capaci di relativizzare la nostra visione sullo
divenendo staticità esiziale e non più
stesso argomento, arricchendolo (e
dinamismo in continuo bilanciamento.
arricchendoci) al contempo di contenuti nuovi e stimolandoci a una critica positiva.
Quali le ricadute esistenziali per la vita di
tutti i giorni? È un invito ad accogliere sereni, nella vita in generale, qualsiasi evento ci capiti: benché sembri negativo, lo è solo in apparenza. Ad esempio: se non ci fosse un malanno, verrebbe meno la nozione stessa di salute. Ogni concetto viene ad essere creato e sostenuto, pur paradossalmente, da uno speculare che gli funga da termine di paragone; d'altronde, rimanendo con l’esempio appena fatto, se non ci capitasse mai di stare male, non potremmo apprezzare adeguatamente lo stato di benessere (magari, solo come un intervallo libero da afflizioni). DI LUDOVICO F, APARICIO MENA AJ LA LIMPIA NELLE MEDICINE TRADIZIONALI MESOAMERICANE ARACNE PAGINE 92, EURO 8,00
Sembra molto lontano dallo stile
È l’ultimo lavoro pubblicato da Francesco Di Ludovico, insieme al collega spagnolo. Tratta un tema, ancora poco conosciuto della medicina tradizionale amerindiana: la limpia, rituale sanatore che potrebbe essere tradotto con il termine “pulitura”. La limpia ripulisce, porta via l’alterazione, il difetto, il blocco presenti in una persona, a volte causa di malesseri e malattie anche a livello fisico. Esaustivo trattato, sostenuto da una corposa bibliografia ma soprattutto dalle ricerche sul campo effettuate dagli autori, a stretto contatto con sciamani e curanderos del Messico. Di sicuro, una lettura su temi inediti dalle nostre parti.
una feconda sintesi unitaria) sarebbe, per
esistenziale europeo. Già Gottfried Benn aveva parlato di “destino nevrotico europeo” dicendo che in virtù della mancanza del superamento di una visione dualistica (di ellenistiche origini, in cui mancava la contemplazione di esempio, stata stigmatizzata a priori ogni situazione negativa, col risultato di un mero sconforto in caso l’uomo fosse stato colpito da eventi avversi. Essere, invece, riconoscenti alle avversità, coglierle come l’occasione per rafforzarci può sicuramente essere utile. In realtà la vera trascendenza del duale ha qualcosa di ancora più profondo: non usare termini antitetici, solo accettare e partecipare alla vita nel momento presente.
– L’intervista –
E poi? In che altro modo può venirci in aiuto questa cosmovisione? Un’altra caratteristica della cosmovisione mesoamericana (e non solo) che può venire in soccorso a quel vago malessere – come parafrasato dal succitato Benn – che imperversa sull’Occidente è l'affermazione dell'esistenza di una componente immateriale (“energetica” potremmo dire noi oggi, avvalendoci di un gergo moderno ma lungi dal simbolismo e dalla semantica originari) imprescindibile in ogni cosa. Che tipo di “componente immateriale”? Di non sempre facile identificazione (dato che si estrinseca in molteplici aspetti), è fondamentale e pervade, anima e forse addirittura crea ogni manifestazione fenomenica (dalla materia alle malattie, ecc.). Tale peculiarità culturale scaturisce da una visione animistica del mondo (che a tratti sfiora, o addirittura contempla, l’ilozoismo, il panpsichismo o il panteismo, come vorrebbero alcuni cultori), e che, pur testimoniando la presenza divina in ogni cosa, sarebbe stata tacciata di eresia nel nostro Medioevo. È una visione conforme a
In che cosa consiste oggi la sua attività di
quella cinese che parla di Qi, o quella
ricerca sulla fitoterapia mesoamericana?
induista del brahama, espressione caritativa
Parlando in termini specifici, mi avvarrei
dell’emanazione della Realtà superiore e
del termine “etnofarmacologia” per riferirmi
fonte di tutto. Ma è anche congruente ad
alla mia odierna attività di ricerca. Ricordo,
alcuni dogmi del neoplatonismo (quando
a tal proposito, che in generale l'uso
parla dell’Intelletto e dell’anima mundi) o a
tradizionale delle piante a scopi vari (non
certi concetti alla Giordano Bruno.
solo terapeutici, ma anche tessili, cosmetici,
popolo (ciononostante non è scontato che sia clinicamente inefficace, anzi). Questa premessa di tipo lessicale è importante per capire meglio i parametri che devono essere presi in considerazione per effettuare un approccio antropologico (tanto allo studio sul campo quanto a quello di ricerca documentativa). Da alcuni anni sto, infatti, proficuamente collaborando con un antropologo spagnolo e docente universitario in tema di salute, il Dottor Alfonso Aparicio Mena. E in che cosa si è concretizzata questa collaborazione? Abbiamo già redatto congiuntamente molti articoli (alcuni dei quali visibili on-line nel sito «anthropologiamundi») e alcuni testi in cui ribadiamo come l'aspetto curativo di un vegetale, nella medicina popolare, non andrebbe spiegato solo alla luce della pura indagine chimica ma anche e sopratutto tenendo conto di tutti i possibili parametri culturali che ne giustificano l'utilizzo. D'altro canto, sono stato invitato dalla facoltà di Farmacologia di carpenteria, etc.) da parte dell'uomo è
di un'eminente Università a collaborare ad
designato “etnobotanica”; quando l'uso
un progetto di ricerca internazionale su
delle piante si propone finalità curative (e in
alcune piante mesoamericane: l'indagine
tal caso le piante implicate sono dette
sarà di tipo positivista, ma partirà
“medicinali” o “officinali”) prende il nome
comunque dall’etnofarmacologia.
di: “fitoterapia” se è formalmente convalidato dalle ricerche scientifiche. Parliamo invece di “etnofarmacologia” se rimane confinato nella pura tradizione di un
Sull’ultimo numero dell’Altra medicina, ora in edicola, Francesco Di Ludovico entra più nel dettaglio sull’uso delle erbe in Mesoamerica.
– L’intervista –
IL PÈYOTL, L’AYAHUASCA E L Tenere da conto l'etimo di alcuni termini porta a capirne meglio la portata semantica e quindi la ripercussione reale nei loro àmbiti d'uso. In un testo che il Dottor Aparicio Mena ha avuto il piacere di redigere insieme allo scrivente abbiamo sottolineato che "psiche", pur intendendo oggi la "mente", nella antica Grecia aveva il significato di ciò che in termini cristiani definiamo "anima" (e fu, di fatto, la parola usata nella traduzione greca dell'Antico Testamento per rendere il vocabolo ebraico "Nefesh", la forza vitale che anima ogni animale... l'Anima, o la vita, dunque). Infatti, in tale contesto storicogeografico, "mente" si diceva in realtà "nous", che è stato successivamente reso nelle altre lingue con il concetto ampio di "intelletto" (“mente” appunto ma anche ma anche “intelligenza” e “capacità cognitiva”). Già l'aggettivo "psichedelico" rimane più congruo per designare l'azione prodotta sull'utente dai vegetali allucinogeni, qualunque sia la finalità dell'uso (tanto ricreativo quanto liturgico): mostrargli la propria mente/anima, come a dilatarne la coscienza e a renderlo consapevole della
propria interiorità. Fu termine coniato dallo psichiatra britannico H. Osmond a metà del secolo passato, quando volle designare l'effetto "mistico" delle prime molecole allucinogene scoperte dal cactus Peyote e dai funghi del genere botanico Psilocybe. Dando l'ottimistico ma ancora poco sicuro messaggio che l'uso di tali sostanze permettesse l'apertura delle "porte della percezione", ne consegui un uso smodato ed incongruo con notevoli ripercussioni negative e il relativo proibizionismo. Raccogliendo, invece, notizie da numerose fonti documentali sui periodi arcaici, si evince che l'uso principale delle piante che alterassero la coscienza era sacro. Scevro, dunque, da edonismo o da qualsiasi altro obiettivo che non fosse legato alla sacralità, l'impiego di vegetali "psichedelici" si prefiggeva lo scopo di mostrare la propria interiorità al consumatore, mettendolo di fronte alla conoscenza del proprio io. Meglio accantonare in tale sede lo sconfinamento in àmbito filosofico (che però rimane il punto cardine del nostro libro) perché ci porterebbe a considerare
parzialmente sovrapponibili i concetti di io, coscienza, spirito e divinità. Tuttavia ne faccio qui cenno poiché quando abbiamo voluto rimarcare il senso originale (e originario) dell'utilizzo di piante che
Banisteriopsis caapi, una delle due piante usate per la preparazione della bevanda Ayahuasca
L'ESPERIENZA PSICHEDELICA alterassero la coscienza, nel nostro ultimo testo abbiamo preferito dare la preminenza al termine "enteogeno", dato che il loro scopo era eminentemente religioso: ossia piante da cui scaturisce il sacro, o che liberano la divinità che è in noi. Questo aspetto della finalità meramente sacra rimane il più rappresentativo all'origine, tanto che alcuni autori ritengono che il concetto stesso di religione sia stato suggerito dalle visioni portentose suscitate dal consumo di piante psicotrope.
Sotto l'influenza "mistica", gli sciamani e i prelati delle antiche civiltà erano i privilegiati consumatori. La finalità era quella che potremmo definire "gnostica" più che "gnoseologica": l'acquisizione di una Conoscenza con la "C" maiuscola. Ciò include il ritrovamento di oggetti smarriti, la chiaroveggenza, la teognosia, il recupero dell'"anima persa", la ricerca della diagnosi di una malattia e quella della cura, a altro ancora. Oggigiorno, accanto a quello edonistico (che solitamente vanifica la valenza religiosa), l'aspetto liturgico del consumo dei vegetali psicotropi si trova,
pur legalizzato, confinato in sacche culturali ristrette, ma pur sempre rappresentative. È il caso della statunitense Native American Church, dove in qualità di ostia viene offerto un pezzo del germoglio di Peyote, retaggio cerimoniale di alcune etnie degli indiani d'America; ed è il caso dell'uso della bevanda psichedelica Ayahuasca in situazioni liturgiche come quelle del Santo Daime in America meridionale, religione sincretica cristiano-brasiliana, con cui sono venuto in contatto e a cui ho attivamente partecipato. Della personale esperienza riporto uno stralcio qui sotto. Francesco di Ludovico
Ed ecco un breve stralcio della mia esperienza personale con l’Ayahuasca. «...E le stelle mi parvero più brillanti e i rami degli alberi tacitamente comunicativi. Dal fuoco comparve un teschio sorridente che mi "disse" che la vita e la morte sono sorelle: siamo morti viventi. Vidi un orologio e le sue lancette rilucenti come oro che si muovevano vibrando; mi "comunicò" di essere l'orologio della vita e che io sto a metà della mia. "Avvertii" che abbiamo un tempo dato per vivere in questo mondo; ma è una nostra scelta se bruciare le tappe oppure vivere in modo sensato (saggio, consapevole) facendo tesoro di ogni esperienza senza sprecare ciò che ci è stato elargito. Ritornò alla mia vista interiore il teschio di prima, ma ora danzante e ancor più sorridente: siamo morti celebranti. E mi "disse" che per esser felici dovremmo ringraziare costantemente il qui-e-ora e capire che tutto succede al momento debito; e che se ci arrendiamo con fede ad ogni avvenimento possiamo imparare meglio (in modo più genuino) e più rapidamente. Che ogni momento lo dovremmo vivere in costante celebrazione, in sempiterna gratitudine; come i rami degli alberi, che si protendono in alto, verso la Luce del Sole di giorno e delle stelle infinite in quella che chiamano "oscurità"...» (f.d.l.)
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Erica Poli, medico psichiatra e psicoterapeuta, espone nel suo primo libro il risultato di ricerche e lunghe esperienze sui meccanismi e comportamenti di guarigione. Corposo e approfondito il background culturale dell'Autrice che propone un modello di medicina integrata di gran lunga meno ingessato rispetto al convenzionale. C’è un modo per attivare interruttori profondi che aprono la strada verso la guarigione: forse, auspica Erica, è venuto il momento di riconsiderare il nostro stesso atteggiamento nei confronti della malattia.
Robert Monroe è stato il precursore delle ricerche sulle OBE: le esperienze di uscita dal corpo, out of body experiences. È un percorso di esplorazione dei limiti della coscienza, tuttora in corso sebbene non amato dall’accademia. Negli anni Settanta Monroe aveva fondato un istituto in Virginia. E aveva sviluppato una tecnologia, l’Hemi-Sync, per indurre la sincronizzazione degli emisferi cerebrali, anche per favorire le uscite dal corpo. Qui lo rileggiamo in un testo classico, buon viatico all'approccio con questo Autore e il suo mondo.
Si propongono 175 ricette, da realizzare in casa, per creare prodotti destinati alla cura del corpo. Il tutto declinato al bionaturale. In pratica si tratta di produrre cosmetici e balsami in casa. Davvero un bel testo, redatto da una specialista del settore. Dalle creme alle lozioni, dalle maschere per il viso agli shampoo, il tutto è riportato alla cucina di ingredienti che provengono direttamente dalla Natura. Senza inutili complicazioni. Incursioni nelle tradizioni orientali e riscoperte dei bagni di vapore che, però, si possono velocizzare e aromatizzare.
CONSIGLI PER L’ASCOLTO
Robin Thicke implora il perdono...
Ci sono tanti modi per farsi perdonare dalla moglie una serie ripetuta di tradimenti. C’è chi sceglie anelli, mazzi di fiori, lettere accorate di scuse… Se però sei un cantante famoso e, in fin dei conti, non sai fare altro, l’opzione più semplice è quella musicale. Ed ecco allora che il buon Robin Thicke, dopo aver cornificato a raffica la moglie e attrice Paula Patton, fidanzata storica fin dall’adolescenza, le dedica addirittura un disco. Il risultato è patetico e piuttosto imbarazzante, e il “due di picche” sventolatogli dalla moglie tradita è la giusta conseguenza. Il problema vero è che anche schiere di fans hanno abbandonato Robin, irritati giustamente dallo sventolio pubblico di affari di cuore. Ma due righe alla diretta interessata non era forse la soluzione migliore? Robin Thicke, Paula
Il tormentone dell’estate
Il pezzo “Budapest” sta entrando nelle orecchie di tutti noi, è un dato di fatto. Quello che però in pochi sanno è che l’autore, George Ezra, dotato di un timbro vocale di un sessantenne, è in realtà un giovanissimo cantante inglese. Il primo cd dello sbarbato George è un gioiellino di quelli che brillano di luce propria, essenziale al punto giusto e variegato come un piatto di spaghetti ai frutti di mare. Niente da dire, il giovanotto ha stoffa da vendere, sebbene strimpelli la chitarra come un ragazzino che si cimenta nel giro di do. Ma, tutto sommato, chissenefrega se alcune canzoni hanno la semplicità melodica di una serata intorno al fuoco con gli amici… George Ezra, Wanted on voyage
– NELL’IPOD DEL DIRETTORE –
JOSS STONE, THE SOUL SESSIONS Quando uscì il primo disco della biondina diciassettenne del Devon, contea inglese che ha dato i natali ad Agatha Christie, in molti hanno gridato al miracolo: come è possibile che una ragazzina così giovane canti con l’esperienza di una cantante navigata e abbia una voce così possente e tanto “black”? Eppure, era tutto vero. Il disco è un capolavoro, imperdibile per gli amanti del genere soul. Ma come spesso accade in casi simili, tutti a chiedersi: “Sarà capace di sopportare il peso del successo e ripetersi negli album successivi”? A distanza di dieci anni, la risposta è: “Ni”.
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29-31 agosto FestivAl dellA mente Il Festival della Mente si propone di esplorare attraverso 39 incontri – tra conferenze, spettacoli, workshop e momenti di approfondimento culturale – la nascita e lo sviluppo dei processi creativi, le trasformazioni in corso nel
A tutti coloro che si rendono conto di essere frenati nel raggiungimento dei loro obiettivi da situazioni emozionali o mentali che costringono a ripetere sempre gli stessi errori. La cronogenetica è una tecnica efficace e risolutiva per sciogliere blocchi emotivi limitanti. Cronogenetica è il percorso che permette alla persona di ristrutturare la propria linea temporale e di reintegrarla a livello inconscio. Possedere la chronoline corretta dona la capacità di individuare i propri veri obiettivi e di raggiungerli. Il percorso permette di andare a sciogliere le emozioni negative quali la rabbia, la colpa, la paura, l'amarezza, la tristezza e l'ansia (o attacco di panico) e cancellare qualsiasi trauma o fobia o conflitto patito. Per info: telefono 334.3983434; info@cronogenetica.it www.cronogenetica.it
mondo giovanile, la relazione fra le generazioni e altri temi di attualità sociale e scientifica. Per tre giornate grandi scienziati, scrittori, artisti, fotografi, designer, filosofi, psicologi, storici indagheranno i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi, rivolgendosi con un linguaggio accessibile al pubblico ampio, vario e affezionato che è stato negli
ultimi dieci anni la vera anima del festival. Dove: Sarzana (SP) Per info: telefono 02.8052151; delos@delosrp.it www.festivaldellamente.it
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6-7 settembre Radicamento e cRistalloteRapia Comunicazione cristallina propone il primo appuntamento, di quelli previsti nel piano di studi, per formarsi come cristalloterapeuti. E’ un corso adatto a tutti, anche a chi conosce molto poco i cristalli e a chi non ha mire professionali e vuole vivere pietre e cristalli per il proprio sviluppo personale: insieme, nei due giorni, approfondiremo il significato e funzione della pratica di radicamento, sperimentando la connessione con Madre Terra, le sensazioni corporee, il flusso delle frequenze in cui siamo immersi. Docente: Ish Gisella Cannarsa Dove: Bolzano Per info: telefono 347.4215722; info@comunicazionecristallina.org www.comunicazionecristallina.org
19-21 settembre YogaFestival Roma Per il settimo anno consecutivo la community dello Yoga torna a occupare i prati di Villa Pamphilj con un evento ormai atteso anche sulla scena internazionale, che raccoglie un numero sempre crescente di visitatori, di maestri, di espositori. Tre giornate dedicate allo Yoga, alle sue tradizioni, alle sue innovazioni, alla sua pratica. In evidenza il tema della Gratitudine, valore ormai quasi dimenticato ma senza il quale non potremmo vivere. Sono molte le pratiche e passaggi dello Yoga che parlano di gratitudine e ascolto, che permea tutto il nostro vivere, migliora la nostra esistenza regalandoci autentica felicità. Il festival è una rara occasione per chi
vuole “toccare” da vicino il mondo dello Yoga: gli interessati e i semplici curiosi potranno approfittare delle Free Class, lezioni gratuite e libere aperte a tutti che si svolgono in continuo durante i tre giorni. Basta presentarsi in abiti comodi e muniti di tappetino per iniziare con una pratica. Dove: Cascina Farsetti -Villa Pampilj, Roma Per info: telefono 02.8339227; cellulare 342.6968229; info@yogafestival.it www.yogafestival.it
Diventa insegnante di Pilates Pilates Matwork Base è un programma di corsi indicato per futuri professionisti nel campo della salute. Prepara a insegnare il repertorio tecnico di Pilates Matwork e Reformer in modo sicuro ed efficace. Diventare insegnanti di Pilates è un’opportunità di lavoro garantita. La richiesta a livello internazionale di professionisti di Pilates è in continuo aumento. La professione può essere svolta senza l’utilizzo di apparecchiature o di locali particolarmente adeguati. Un corso di formazione qualificato è l’unico e il più importante investimento da sostenere. I corsi si terranno nei 4 weekend di novembre Dove: Lainate (MI) e Lodi Per info: telefono 02.49467211; info@physiquedurolestudio.com www.physiquedurolestudio.com
8 settembre SebaStian Pole Per la Prima volta in italia Sebastian Pole, co-fondatore di Pukka Herbs, l’azienda inglese leader nella produzione di prodotti biologici, ayurvedici e fitoterapici, sarà presente per la prima volta in Italia, alla 26° edizione di Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale, a Bologna. Pole, con la sua esperienza quasi trentennale di erborista, ci porterà nel mondo delle piante per illustrarci come esse lavorano dal punto di vista naturalistico, energetico e fitochimico. Ci aiuterà a comprendere meglio i meccanismi energetici e come, operando con i giusti metodi, si può esaltare l'incredibile potere della natura. Illustrerà infine il rivoluzionario metodo estrattivo Wholistic brevettato da Pukka per mantenere la massima concentrazione dei fitonutrienti presenti in natura. Dove: Sana, quartiere fieristico, Bologna Per info: Nandini Valeria Cerri, telefono 338.70546069; nandini@ananda.it
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Ottobre Naturopatia, scuola di formazioNe professioNale “dodecaedro” Dodecaedro è la scuola di Naturopatia che, a Bolzano, dal 2004, forma naturopati, cristalloterapeuti e organizza master in Iridologia, Medicina cinese, Riflessologie, Aromaterapia integrata. Sono aperte le iscrizioni all’anno accademico 2014-2015, che termineranno al raggiungimento dei 15 iscritti. Le lezioni cominceranno in ottobre. La frequenza è consigliata a chi voglia intraprendere la professione di naturopata, a chi sogna di aprire un negozio di prodotti naturali e a tutti coloro che sono interessati ad
Scopri la cucina del benessere! Wellness Cooking Trainer® è la professione e linea di cucina ideate da Roberta Fetoni, cuoca del benessere. Attraverso lo studio degli alimenti e dalla collaborazione con il naturopata Ermanno Ramazzin, ha messo a punto una sua personale linea di cucina concretizzando i principi del benessere dettati da questa disciplina nell’ambito dell’alimentazione su misura. Ha eliminato contemporaneamente dalle sue preparazioni tutti gli alimenti causa di eventuali intolleranze o patologie, le realizzazioni sono quindi tutte prive di glutine, latticini, cereali comuni privi di glutine – riso e mais – zucchero, lievito, solanacee, in alcuni casi di uova. La produzione è certificata biologica. Una novità assoluta sul mercato che ispirandosi alla tradizione va incontro alle necessità attuali. Una soluzione per trovare con gusto e serenità il proprio benessere. I prodotti sono in vendita online e nei negozi del biologico. www.lacucinadelbenessere.it
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un’esperienza di auto trasformazione: si tratterà di comunicazione empatica, maieutica, lettura dei segnali non verbali e di dialogo e di altri strumenti da applicare prima su noi stessi e solo dopo sugli altri. Inizio nuovo anno accademico 3/4/5 ottobre 2014, presentazione e sperimentazione del percorso accreditato Siaf: 12 settembre 2014. Dove: Soiano del lago (BS) Per info: silvia.barnaba@yahoo.it