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Sommario OMEOPATIA pag. 16 La scelta vincente per
la salute dei nostri figli pag. 18 La febbre, una
reazione naturale da non sopprimere
pag. 20 Nux vomica: il boss
ha sempre ragione
IL MONDO DELLE ERBE pag. 26 Piante in prima
serata TV: le presenta Doctor House pag. 30
L’alveare non dà solo miele… anzi!
LE ALTRE MEDICINE pag. 66 Healing code: il
codice di guarigione dentro di noi pag. 70 Il dono del Prana
contro l’ansia e lo stress
NUTRIZIONE NATURALE pag. 76 Acqua di cocco. Un alimento
disintossicante ed energetico pag. 78 La cottura del cibo.
Fantasia in cucina
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DOSSIER pag. 42
Costellazioni familiari
Una via d’amore che guarisce vecchie ferite Un sistema per attingere alle energie di guarigione Tutto (o quasi) quello che può depotenziare Costellazione in ufficio: “Sono appena arrivata e mi guardano male” pag. 53
Leggeri, leggerissimi!
RUBRICHE
Le giuste fibre alimentari per un intestino che funziona bene Un tocco erboristico per risvegliare l’intestino Quando è il “secondo cervello” a ragionare
Risposte ai lettori pag. 9
Il periscopio pag. 10
Psicoterapia per tutti i giorni pag. 12
I nostri amici animali pag. 22
Ci salverà un fiore pag. 32
Aromaterapia pag. 34
La pianta del mese pag. 37
I consigli dell’erborista pag. 38
Scoperte in soffitta pag. 40
Esercizio del mese pag. 75
Ricette del mese pag. 85
Il giramondo pag. 86
Il mercato della salute pag. 89
Libri e web trend pag. 90
Annunci olistici pag. 94
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Omeopatia per i bambini
La febbre, una reazione naturale da non sopprimere
L
a febbre è il motivo per cui, in 9 casi su 10, i genitori richiedono, preoccupati, una visita pediatrica domiciliare. In realtà i timori di mamma e papà vanno molto ridimensionati. La febbre è un mezzo di difesa presente non solo nei mammiferi ma anche negli uccelli, negli anfibi e nei pesci. Anche gli animali a sangue freddo, quando hanno un’infezione, si espongono al sole per aumentare la temperatura corporea, permettendo così di sconfiggere l’infezione stessa.
Antipiretici solo se necessario I virus delle prime vie aeree, infatti, si replicano rapidamente alla temperatura di 35-37 gradi ma vengono inattivati quando la temperatura corporea sale a 38 gradi. Dunque abbassare la febbre con antipiretici non aiuta il bambino a guarire prima, anzi, in alcuni casi, potrebbe verificarsi proprio l’opposto. Anche le linee guida del ministero della Salute raccomandano di non utilizzare farmaci se non quando la temperatura sale oltre i 38,5 gradi e questo più che altro per il controllo dei sintomi. Infatti l’uso eventuale dei farmaci non deve essere finalizzato al controllo continuo e sistematico della febbre, ma solo all’esigenza di offrire sollievo al paziente. Inoltre la somministrazione di antipiretici per il controllo della febbre non riduce l’incidenza di convulsioni in età pediatrica e dunque non vanno impiegati per la prevenzione delle convulsioni febbrili, così come non va considerata l’entità della febbre come fattore isolato per valutare il rischio di infezione batterica grave.
Il sistema immunitario si rinforza La febbre, come già accennato, è una forma di reazione di difesa del nostro organismo che, in età pediatrica, permette lo sviluppo del sistema
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immunitario del bambino. Spesso episodi febbrili accompagnano tappe fondamentali della crescita del bambino e della maturazione del suo organismo. Inoltre può verificarsi, durante una cura omeopatica di una patologia cronica, che la ricomparsa di febbre in un bambino che non ne aveva più si accompagni a un miglioramento delle condizioni cliniche generali del piccolo paziente. Per tutto ciò la reazione febbrile non andrebbe bloccata sul nascere ma, anzi, la reazione di difesa che si accompagna alla febbre andrebbe sostenuta con una terapia omeopatica che permetta al sistema di difesa di prendere il sopravvento e di eliminare all’esterno i virus e gli agenti infettivi coinvolti. Bisogna naturalmente sorvegliare che non vi siano altri sintomi che indichino una localizzazione della malattia precisa, che il bambino non sia disidratato e che non abbia manifestazioni cliniche di sofferenza. È utile in ogni caso mantenere la temperatura della camera del bambino non sopra i 18°C e non vestirlo troppo.
Ecco come intervenire Sono molti i rimedi omeopatici che sono utili in caso di febbre in età pediatrica. A seconda del tipo di febbre e delle manifestazioni cliniche che si accompagnano vediamo quali sono i più utili, tenendo presente il significato della reazione febbrile stessa e delle sue caratteristiche.
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SE LA FEBBRE È MODERATA
SE LA FEBBRE È ELEVATA
Se la febbre rimane moderata, è iniziata in modo graduale e non supera i 38°, possono essere utili i rimedi che indichiamo qui sotto.
Alcuni bambini tendono a presentare una reazione febbrile particolarmente intensa, con rapido incremento dei valori di temperatura.
La febbre debole di Ferrum phosphoricum
La febbre secca di Aconitum
Se il bambino è debole e affaticato può avere una reazione febbrile moderata che si accompagna a stanchezza e debolezza; queste sono caratteristiche di Ferrum phosphoricum, in cui il bambino è piuttosto abbattuto e prostrato. Vi possono essere vampate di rossore circoscritto alle guance con brividi diurni. Ha la voce roca e può accusare una tosse secca, spasmodica. Soffiando il naso vi può essere del sanguinamento dai capillari nasali. Può essere presente dolore all’orecchio. Ferrum phosphoricum è il rimedio della prima fase dell’infiammazione e tende a ristabilire la corretta circolazione nei tessuti. Si favorisce in questo modo la reazione a livello delle mucose delle prime vie aeree, che porta a guarigione. La soluzione. La posologia con cui iniziare in fase acuta è Ferrum phosphoricum 6 CH, tre granuli ogni due ore.
Spesso si verifica dopo che il bambino è stato esposto a vento freddo o dopo che il bambino ha visto qualcosa che lo ha impressionato e spaventato. In questa reazione di Aconitum napellus si chiudono i pori della pelle e compaiono intensi brividi e la temperatura sale rapidamente. La febbre di Aconitum è una febbre “secca” in quanto non si accompagna a sudorazione. Il bambino è irrequieto e spaventato, peggiora di notte con aumento della sete e dell’agitazione. La soluzione. La somministrazione di Aconitum napellus 30 CH, tre granuli ogni due ore: ai primi accenni di reazione febbrile è efficace nel far passare rapidamente la reazione febbrile stessa.
La febbre immobile di Bryonia La reazione febbrile di tipo Bryonia si manifesta dopo il freddo umido mentre la febbre Aconitum dopo freddo secco e vento di tramontana. Il caso classico in cui si può innescare la reazione Bryonia è quando si alternano giorni caldi a giorni freddi o quando vi è una notevole escursione di temperatura tra il giorno e la notte. In questo tipo di reazione febbrile il bambino vuole stare fermo, a riposo, non vuole essere disturbato, qualunque movimento o sforzo mentale aggrava il piccolo paziente, che migliora stando tranquillo e in pace. Se viene sollecitato non sa bene che cosa vuole. Le mucose del paziente sono secche e aride e vi è un aumento della sete per grandi quantità di acqua fresca bevute a grandi sorsi e con lunghi intervalli. La tosse caratteristicamente secca si può accompagnare a dolori toracici che migliorano con la pressione tanto che il piccolo paziente tende a poggiarsi sul fianco dolente. La soluzione. Nei casi tipici la posologia iniziale è quella di Bryonia alba 6 C.
La febbre umida di Belladonna Se è passato un po’ di tempo dall’inizio della febbre, che è elevata ma si accompagna ad abbondante sudorazione, vale a dire una febbre “umida”, si è in presenza della reazione febbrile di Belladonna, che può fare la sua comparsa dopo che il bambino ha preso freddo bagnandosi con la pioggia o dopo essersi tagliato i capelli. La reazione febbrile di Belladonna si riconosce perché le pupille sono dilatate, il bambino ha il volto congestionato e rosso ed emana calore a distanza: avvicinando la mano al corpo del bambino si sente il calore che irradia come da un radiatore. Ha spesso mal di gola con difficoltà a deglutire, manifestando una infiammazione acuta particolarmente intensa che è caratteristica di Belladonna. La febbre elevata può favorire la comparsa di delirio. Il bambino spesso si sveglia in preda a incubi, con desiderio di fuggire o con paura di mostri. La soluzione. La somministrazione iniziale di Belladonna 30 CH, tre granuli ogni due ore, riesce a far calare la febbre e a migliorare rapidamente la situazione.
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14 mondo delle erbe sannia_Layout 2 06/11/12 11.03 Pagina 30
Il mondo delle erbe
L’alveare non dà solo miele… anzi! Le api la utilizzano per la difesa della propria “città”; per noi è una sostanza dalle numerose applicazioni: è la propoli. Antonello Sannia
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urante la stagione invernale molte persone vanno incontro alle cosiddette malattie da raffreddamento, che si manifestano in genere con una serie di sintomi quali mal di gola, infiammazione a carico dei bronchi con tosse secca e talvolta con espettorato, malessere generale, raffreddore e anche febbre. Questi sintomi sono più frequenti nei bambini e nei soggetti con insufficienti difese immunitarie come gli anziani, i diabetici e i convalescenti. Tali infezioni sono spesso causate da batteri, in particolare streptococchi e stafilococchi, o da virus, in particolare dai virus influenzali.
È il momento della propoli Il rimedio, che viene usato da tempo immemorabile per la sua efficacia, convalidato in tempi recenti da studi scientifici sempre più numerosi, ha dimostrato di possedere inte-
Dove nasce la propoli? Dal mondo vegetale! Si tratta infatti di una sostanza resinosa, che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Sono poi le api che, una volta raccolta, la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dall’ape stessa. Il colore varia moltissimo dal giallo al rosso, al marrone e al nero. Inoltre i contenuti della propoli cambiano a seconda dei periodi dell’anno e della vegetazione presente dove si trovano gli alveari. Per raccoglierlo, poiché la propoli viene distribuita nei più diversi luoghi dell’alveare, si usa un apposito raschietto. Questo metodo è però un po’ artigianale in quanto nella raccolta si nescolano pezzettini di legno, resti di cera e altri materiali. Per l’utilizzo commerciale, gli apicultori hanno via via elaborato metodi più accurati che ne garantiscono la purezza.
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IN INVERNO, MA NON SOLO
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In gocce, è utilizzato per le irritazioni dell’orecchio e per prevenire le infezioni, oltre a evitare il consolidamento del cerume.
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Con l’inalatore, è utilissimo per l’idratazione delle mucose e le infezioni del cavo orale.
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La confezione spray è particolarmente utile nella stagione invernale per prevenire e combattere le irritazioni della gola, come pure per le difese dell’organismo.
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Per i più piccoli può essere usato puro o disciolto in acqua, ha un sapore dolce. Unito a rosa canina e acerola, che sono ricche di vitamina C, costituisce una fitoterapia preventiva contro le patologie da raffreddamento.
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Soluzione idroalcolica, ottenuta lasciando macerare la propoli in alcol etilico. Si ottiene una tintura scura, dovuta alla significativa presenza resinocerosa della propoli. Tale mistura è applicabile sia per uso esterno che interno. La presenza dell’alcol favorisce l’esaltazione dei flavonoidi presenti.
ressanti azioni terapeutiche, a patto che risponda a ben precisi criteri qualitativi. In questo senso fondamentale è il contenuto percentuale in principi attivi, che nel caso della propoli consiste nei flavonoidi totali espressi come galangina, potente antiossidante. La soluzione idroalcolica deve avere un contenuto in galangina di almeno 30 mg/ml, mentre l’estratto secco non ne deve contenere meno dell’8%. La letteratura scientifica internazionale indica che la dose giornaliera ottimale di galangina è di 0,8-0,9 mg/kg di peso.
Proprietà antibatteriche e antivirali È uno dei migliori antibatterici naturali. La sua attività è legata sia ad un’azione diretta sui germi sia allo stimolo che esso esercita sui processi di immunità e quindi sulle capacità di difesa dell’organismo. Studi recenti hanno dimostrato che un estratto secco di propoli con contenuto in galangina al 12% riduce del 40% la capacità dello Staphylococcus aureus di “insinuarsi” e proliferare nelle cellule ospiti: è il mec-
canismo d’azione che spiega l’attività antibatterica della propoli. La propoli può anche essere utilizzata assieme agli antibiotici, iniziando la sua assunzione assieme a quella del farmaco e proseguendo poi solo con la propoli per almeno 7-10 giorni dopo la cessazione dell’antibiotico. Lo scopo di questo abbinamento è soprattutto quello di combattere la riduzione delle difese immunitarie causata dagli antibiotici, che è molto spesso la causa delle recidive.
Aumentano le difese immunitarie La propoli è in grado di aumentare la resistenza dell’organismo contro virus e batteri. È stato fatto uno studio su 440 bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni abitanti in regioni con forte inquinamento industriale, che avevano un’elevatissima incidenza di malattie infettive delle prime vie aeree con notevole aumento nel sangue dei livelli di ferritina e di transferrina. Il trattamento con soluzione idroalcolica di propoli ha ridotto significativamente i livelli plasmatici di queste proteine e ha diminuito notevolmente sia l’incidenza sia la gravità delle malattie infettive delle prime vie aeree.
Quando e come utilizzare la propoli ■ ■ ■ Per ottenere la massima efficacia curativa somministrare la propoli il più precocemente possibile, quindi ai primi segni di malattia, e proseguire con la cura per un periodo non inferiore ai 15 giorni. ■ ■ ■ La dose raccomandata per ottenere il miglior effetto terapeutico varia a seconda del soggetto, della malattia di cui soffre, dell’età e della forma farmaceutica di propoli utilizzata. Il dosaggio medio di una soluzione idroalcolica con galangina min. 30 mg/ml va da 1 a 1,3 gocce pro kg al giorno, diluite in mezzo bicchiere di acqua non gasata, suddivise in tre somministrazioni lontano dai pasti. Il dosaggio medio di un estratto secco con galangina min. 8% nell’adulto va da 8 a 10 mg/kg/die, suddivisi in due o tre somministrazioni lontano dai pasti.
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14 scoperte in soffittaF_Layout 2 06/11/12 12.21 Pagina 40
Scoperte in soffitta
Gemma Astolfo
Pediluvio a basso costo per notti buie e tempestose eniamo i piedi in uno scafandro di pelle o di plastica per buona parte del giorno. Se ci pensate, è l’unica parte del nostro corpo che subisce questa sorte. Ovvio che le nostre estremità siano costrette a sopportarne le conseguenze: gonfiori, pruriti, irritazioni, dolorini e poi calli, geloni e brutte deformazioni dovute all’impiego di scarpe che saranno pure “trendy” ma che costringono i piedi a performance del tutto innaturali. Possiamo rimediare con una piacevole pratica quotidiana,
T
senza buttare soldi dalla finestra: il pediluvio. Un tempo lo si faceva per avere sollievo dopo una lunga giornata di lavoro. Possiamo archiviarlo tra i rimedi popolari, poi caduti in disuso ma presto rivalutati. Un bel pediluvio in acqua tiepida o piacevolmente calda, mai bollente, è sempre gradevole. È una carezza che riserviamo a noi stessi, la riscoperta di un’intimità. Ma è anche un modo per prenderci cura di una parte del corpo “invisibile”, cui solitamente non riserviamo le dovute attenzioni. Oggi ci sono diversi prodotti sul
mercato, ma come lo facevano i nostri nonni? Loro si servivano di piante e di sostanze che si potevano trovare facilmente, in cucina o nel giardino. Il momento per praticare il pediluvio è la sera. Spesso si scioglieva nell’acqua sale marino o bicarbonato di sodio. Il primo è utile contro i gonfiori, il secondo va bene in estate per avere refrigerio alle estremità. Ma il sale alla lunga può rendere la pelle troppo secca. C’è dell’altro. Vi proponiamo quindi tre pediluvi “storici” ma sicuramente efficaci.
I pediluvi dei nostri nonni molto buoni anche per noi Per piedi stanchi e infiammati
Pediluvio con rosmarino Un mazzetto di foglie di rosmarino lasciato a macerare per qualche minuto nell’acqua calda, non bollente. Quando l’acqua è tiepida possiamo immergere i piedi. Ha un’azione tonica, rilassante. Le foglie di rosmarino contengono sostanze balsamiche e antinfiammatorie.
In presenza di geloni e quando fa freddo
Pediluvio con corteccia di quercia Tempo da lupi? Lasciate macerare un etto di corteccia in un litro d’acqua calda. Contiene tannini e ha un effetto astringente e decongestionante, quindi si propone quando le dita dei piedi sono arrossate. Ottima contro i geloni. Ci sono in commercio anche estratti di corteccia di quercia. 4 0 L’altra medicina
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DUE CONSIGLI ANTI-STRESS
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Il profumo della lavanda e delle rose Naturalmente, possiamo arricchire i nostri pediluvi con oli ed essenze aromatiche. Intanto, un ramoscello di lavanda nel bagnetto profuma la casa ed è un buon modo per dire al nostro cervello che è ora di staccare e andare a nanna. Se preferite, aggiungete alcuni petali di rosa rossa.
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In caso di gonfiori e cattiva circolazione Se ci sono problemi di circolazione, consigliamo una pratica molto semplice. Alternate per 4-5 volte acqua calda e acqua fredda. L’acqua calda dilata i vasi sanguigni, l’acqua fredda li restringe. È una ginnastica utile per la circolazione, con un importante effetto anti-stress e rilassante: una sauna in miniatura.
Per piedi gonfi
Pediluvio con foglie fresche di edera L’edera, avrete notato, non è più comune come una volta. Ma ancora si trova. Nella medicina popolare l’edera è conosciuta come espettorante e mucolitico: dava sollievo nelle prime fasi delle malattie da raffreddamento. Ma era anche utilizzata per i pediluvi lasciandola in acqua bollente per un quarto d’ora. Le sostanze contenute in questa pianta contrastano la stasi sanguigna, è quindi d’aiuto quando alla sera i piedi sono gonfi e affaticati. Le foglie in ammollo vanno strofinate sulle varie parti del piede.
E per finire ....
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Dopo il ped iluvio fate Asciugate così. bene con u n asciugama no di spug na, frizionando bene i pied i. Dopo quest o trattame noterete ch nto, e è persino più facile pren dere sonno . Poi potete applicare u buona crem na a idratante o anche solo olio di oliv a con un leggero pia cevole mass aggio anti-stress . Volendo si può pratica tutti i giorn re i, non ci so no controindic azioni.
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14 Dossier fito _Layout 2 06/11/12 10.34 Pagina 60
Dossier
Un tocco erboristico per risvegliare l’intestino Ci sono due modi per risolvere i problemi di stipsi con le piante. Anche in questo caso i rimedi vanno usati con moderazione, evitando gli abusi. Gemma Astolfo
A
nche un impiego intelligente delle erbe può dare una mano all’intestino pigro. Nella tradizione popolare queste erbe sono tra le più note e utilizzate. Possiamo quindi rivolgerci al “passato”, consapevoli delle conferme che poi sono giunte dalla ricerca fitoterapeutica moderna. Proponiamo una carrellata di rimedi verdi per la stipsi.
Lassativi di massa Polvere di psillio Si tratta dei semi di alcune piante Plantago, ridotti in polvere. Si rigonfiano, stimolando la peristalsi e lubrificando. 10 grammi in 100 ml d’acqua: lasciare rigonfiare poi bere altri due bicchieri d’acqua. Per due volte al giorno nella stipsi cronica.
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Infuso di semi di lino Ottimo lassativo. Da non utilizzare però nei bambini piccoli. 6 0 L’altra medicina
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Bastano pochi grammi in un pentolino d’acqua calda: lasciare in infusione per mezz’ora e assumere prima di andare a dormire.
Integratori di glucomannano Il glucomannano è una fibra che si ricava dal tubero Amorphophallus konjak: questo vegetale è utilizzato per l'alimentazione in diversi paesi asiatici dove però viene consumato dopo la cottura. È un agente rigonfiante. Si trova in capsule, in genere di 0,5 grammi ciascuna. Per la stitichezza se ne dovrebbero assumere 2 grammi al giorno, prima dei pasti. Va assunto insieme ad almeno un bicchiere d’acqua.
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Avvertenza
tutti i lassativi di massa non devono essere assunti insieme ai farmaci perché possono interferire sull'assorbimento. È bene prendere i farmaci almeno 30 minuti prima dell'assunzione di questi lassativi o aspettare un paio d’ore dopo l'assunzione dei farmaci.
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Leggeri, leggerissimi
Infusi per stimolare la motilità intestinale Infuso di altea, frangula e senna L’Altea contiene mucillaggini che si rigonfiano a contatto con l’acqua favorendo il transito intestinale. Frangula e senna contengono antrachinoni, lassativi naturali di cui però è meglio non abusare. Evitare assolutamente l’uso cronico. Da non assumere in gravidanza, allattamento e se ci sono emorroidi. 2 parti di radice di altea, 2 parti di corteccia di frangula, 1 parte di foglie di senna. Mettere un cucchiaio in acqua e lasciare in infusione per qualche minuto.
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Infuso di rabarbaro, frangula e senna Evitare assolutamente l’uso cronico. Stesse controindicazioni dell’infuso precedente. 2 parti di radice di rabarbaro, una parte di corteccia di frangula e di foglie di senna. Lasciare in infusione per qualche minuto.
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E poi c’è il “vecchio” tarassaco L’infuso di tarassaco non è solo depurativo e diuretico, ottimo per il fegato sovraffaticato, ma ha anche un leggero effetto lassativo. La cura consiste nel preparare un infuso di foglie di tarassaco: 30 grammi per mezzo litro d’acqua lasciati in acqua calda per 15 minuti. Berne 4-5 tazze al dì per qualche giorno.
• DA SAPERE
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I lassativi antrachinonici sono sostanze stimolanti sulla parete intestinale. Se c’è stasi, questi composti inducono la motilità. Alla lunga però i lassativi antrachinonici spingono i pazienti all’abuso, ad aumentare le dosi per avere lo stesso effetto. Ciò è assolutamente da evitare: se ne consiglia un impiego molto sporadico. Alcune forme di stipsi sono dovute a un eccesso del tono muscolare, come avviene per esempio nella stitichezza che si accompagna all’ansia. In questi casi, gli antrachinoni sono controindicati.
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14 Il giramondoF_Layout 2 06/11/12 10.46 Pagina 86
Il Giramondo
Gemma Astolfo
I bagni di
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Marrakech
ifficile resistere al fascino degli hammam di Marrakech. Presenti in ogni quartiere, e frequentati dai cittadini per la purificazione rituale prima di recarsi in moschea, gli hammam costituiscono anche un’importante attrazione turistica. È possibile, per esempio, organizzare un tour degli hammam e sottoporsi a un trattamento di sicuro impatto sul vostro stato d’animo. Gli ambienti sono spesso bellissimi e curati, con il caratteristico intonaco rossastro o color senape alle pareti (tadelakt), i motivi arabi, i profumi e le musiche. Erede della tradizione classica termale, i locali dell’hammam si dipanano spesso in ambienti più o meno riscaldati: si passa dal calidarium, dove le temperature sono alte, al tepidarium e, a volte, anche al frigidarium. Che cosa accade in un hammam? In genere vengono offerti 4 fasi di trattamento,
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intervallati da periodi di relax, in ambienti sempre diversi. In primo luogo sarete “insaponati” con il tipico sapone nero e poi sottoposti allo scrub con il guanto di crine (kessa) su tutto il corpo. È una pratica sempre sorprendente: sembra quasi che con il successivo risciacquo si eliminino le scorie accumulate nei secoli! Il terzo atto prevede l’impacco di argilla Rhassoul, spesso aromatizzata con essenze. Alla fine vi sentirete morbidi e rilassati ma il meglio deve ancora venire. Perché, dopo l’ennesima insaponatura e risciacquo, è il momento dei massaggi. In alcuni hammam potete scegliere il tipo, più o meno delicati oppure energici. Una volta cosparsi di olio di Argan sarete consegnati al massaggiatore. Non contenti, alla fine, potete nuovamente immergervi nelle vasche, e prendervi il vostro tempo pensando a cose belle. All’uscita vi sentirete nuovi di zecca.
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sapone nero
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I 4 “ingredienti” principali dell’hammam Sapone nero Tipico prodotto marocchino a base di olio d’oliva. Si presenta come una crema di colore scuro, e riflessi dorati, dotata di una forte azione esfoliante e con caratteristiche cosmetiche rigeneranti. Si usa tenere la schiuma cremosa sulla pelle per qualche minuto: lascia la pelle idratata e morbida.
Argilla di Rhassoul Si estrae da alcune miniere, attive da molti secoli, nella catena montuosa dell’Atlante, a circa duecento chilometri da Fes. Questa argilla, di colore brunato, si gonfia a contatto con l’acqua. Spalmata sul viso o anche sui capelli assorbe le impurità, come un sapone-spugna. Le donne marocchine la usano come una maschera per il viso o per il collo, oppure per la cura dei capelli. Si usa anche come cataplasma da applicare su caviglie o parti doloranti, oppure si beve contro l’acidità di stomaco.
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Kessa, il guanto di crine
olio di Argan
È il guanto tradizionalmente utilizzato per il gommage, realizzato in pelo di capra. È un guanto piuttosto ruvido, ciononostante non graffia: si consiglia di praticare movimenti circolari (ottimo anche come “guanto di spugna” per la doccia). Insieme al sapone nero porta via le cellule morte e tonifica la circolazione della pelle.
Olio di Argan Si produce nel sud del Marocco dai semi della pianta Argania spinosa. Ha proprietà cosmetiche riconosciute, ad azione idratante e nutritiva. È ricco di acidi grassi insaturi, sostanze anti-ossidanti e vitamina E. Viene solitamente utilizzato anche per trattare le infezioni della pelle.
Consigli per gli acqueteisl’octicasione di acquistare l’olio di Argan. Ne esistono di due tipi:
non perd lare di Visto che vi trovate in Marocco, colore più scuro. Il consumo rego mam) e per uso alimentare, di ham li e riduce neg to lari, sco (usa ico iova met card e cos per uso i tumori e le malatti re un’azione protettiva contro lou, ave ’am può dell re tta enta ince alim fare an ete Arg di pot olio us e deliziose insalate. In più sco cou e arar prep per ! re usa ima il colesterolo. Si può dorle tostate e miele. Buoniss , preparata con olio di Argan, man Nord la cosiddetta “nutella berbera” arbusto (Lawsonia inermis): in un ere verde che si ricava da polv una , dei nné ura l’he tint la care o enti cura la dim Da non hndi) oppure per icare tatuaggi temporanei (Me prat per usa si eri, berb i tra ca, Afri e assume varie tinte di colore. www.laltramedicina.it 8 9 capelli. L’henné viene lavorato
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Non la solita newsletter! Periodico online N° 03 Novembre 2012 www.laltramedicina.it fanzine@laltramedicina.it
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