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25 COPERTINA_Layout 1 05/11/13 15.34 Pagina 1

Periodico mensile – Anno III, numero 25/2013 – €

n. 25 MAGAZINE

Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI

3,50 – Canton Ticino chf 7,00 DICEMBRE 2013

MAGAZINE

LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI

Rivitalizza e purifica La cura dell’aceto di mele

FIORI DI BACH Una strategia vincente per smettere di fumare

DOSSIER

Le piante per l’inverno Ti difendono dal freddo e dall’oscurità

Brain Power! Le scelte vincenti per potenziare memoria e attenzione

Pianeta euritmia Il canto e la danza del benessere

IL SUPERFOOD DEL MESE

AROMATERAPIA

SCIROPPI FATTI IN CASA

MELAGRANA, UN “PIENO” DI ANTIOSSIDANTI PER I GIORNI AUTUNNALI

OBIETTIVO CREATIVITÀ: PUNTA SU CORIANDOLO E CARDAMOMO

TRE SEMPLICI RICETTE PER ALLEVIARE LA TOSSE E IL MAL DI GOLA

SULLE ALI DI PSICHE. L’Abracadabra, scopriamo un’antica parola di guarigione


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Sommario NUTRIZIONE NATURALE pag. 12 La cura dell’aceto

di mele pag. 16 Melagrana, il superfood

dell’autunno

IL MONDO DELLE ERBE pag. 20 Le piante per l’inverno

e la teoria dei quattro umori

pag. 26 Liberiamoci dalle

sigarette con i fiori di Bach

pag. 28 Coltiva la creatività

con coriandolo e cardamomo

LE ALTRE MEDICINE

OMEOPATIA pag. 72

Piccoletti con un problemino: la stipsi

pag. 76

Arnica montana: Il rimedio dell’occhio nero, e non solo

pag. 60 Euritmia, l’arte

del movimento

pag. 64 La meditazione sulla

natura: una tecnica di rigenerazione

pag. 66 Il parere dei druidi,

viaggio alla riscoperta di un’antica tradizione


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pag. 36

DOSSIER

Brain power!

RUBRICHE

I segreti della memoria Come funziona la memoria Il trucco dei pugni Il cibo per la mente Ginkgo e Bacopa, gli alleati naturali della memoria Guida all’impiego dei vegetali cinesi per l’intelletto Respirazione Pranayama, consapevolezza e chiarezza di pensiero

Il periscopio pag. 8

Sulle ali di Psiche pag. 10

Scoperte in soffitta pag. 33

I nostri amici animali pag. 78

Le ricette del mese pag. 80

Prepariamolo in casa pag. 82

La vetrina di Natale pag. 84

Il mercato della salute pag. 86

Libri pag. 88

Web trend pag. 91

Annunci olistici pag. 92

L’ultima domanda pag. 98


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Nutrizione naturale

LA CURA dell’ACETO DI MELE

Non ci si pensa, ma a volte alcuni semplici alimenti riservano gradite sorprese: l’aceto di mele per esempio è un antico rimedio popolare che ancora oggi può aiutarci a rivitalizzare l’organismo. Lella Cusin

L

e sue proprietà sono note da migliaia di anni. Ma l’aceto di mele, caduto nell’oblio, è stato rilanciato all’inizio del Novecento dal medico americano Clinton Jarvis. La “cura” dell’aceto di mele era infatti una medicina popolare dei villaggi del Vermont, dove si attribuiva a questa bevanda la proprietà di allungare la vita: pare, infatti, che da quelle parti (e a quall’epoca) il numero dei centenari fosse realmente superiore alla media.

Aceto e miele, un cocktail di salute Dopo Jarvis, l’aceto di mele è stato a più riprese rilanciato da medici e naturopati, e persino da alcuni produttori di integratori che commercializzavano aceto di mele in compresse. La ricetta della cura “storica” è molto semplice, davvero alla portata di tutti: in un bicchiere d’acqua si aggiungono 2 cucchiaini di aceto di mele e un cucchiaino di miele. Si beve regolarmente ogni mattina

1 2 L’altra medicina


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(secondo Jarvis a cicli di 4-8 settimane): si prende come rimedio contro la stanchezza, lo stress ma anche contro vari disturbi. Ma, più precisamente, perché dovremmo adottare questo “ricostituente”?

ste persino una “clinica dell’aceto”, dove i vapori della nostra bevanda si usano per trattare asma e bronchiti.

Migliora l’assorbimento di calcio e ferro Un tonico per tutto il corpo

Sarebbe però molto riduttivo limitarsi a parlare dell’acido acetico. Questo prodotto della Natura è caSono numerosi gli effetti benefici attribuiti all’aceto di ratterizzato, infatti, da un’equilibrata composizione di mele. Innanzitutto, si considera un tonico e un rivitalizzante. L’acido acetico, responsabile del gusto acido, è uno stimolante del metabolismo: lo si può considerare un carburante necessario alla nostra sopravvivenza. Per BENEFICI ● Due cucchiaini di aceto di mele esempio, è noto che l’acido acetico stimola ● Depurazione ● Un cucchiaino di miele la salivazione ma anche la produzione di e regolarizzazione ● Un bicchiere di acqua, meglio succhi gastrici. Proprio per questo motivo intestinale se un po’ calda. si consiglia in caso di problemi digestivi. ● Contro gli stati Mescolare bene e assumere, di affaticamento a piccoli sorsi, tutte le mattine Un disinfettante naturale e i disturbi del sonno prima o dopo la colazione. Ma c’è molto di più. L’acido acetico è un di● Prevenzione generale La cura “classica” prevede cicli sinfettante naturale molto selettivo: colpidelle malattie. di 4-8 settimane. sce i germi che possono disturbare il corretto funzionamento dell’intestino, ma non le cellule del nostro corpo. Ildegarda di Bingen lo prescriveva come agente purificatore, adatto a contrastare le conseguenze di una minerali: in particolare contiene calcio, ferro e podieta non proprio salutare. Si vide, inoltre, che i protassio. Un mix ideale per avviare nella giusta direduttori di aceto raramente contraevano malattie rezione le funzioni corporee. Certo, l’apporto di calcio spiratorie: e infatti, tuttora, in alcune cliniche di ime ferro garantito dall’aceto non è sufficiente ma le ripostazione naturopatica si usano i vapori dell’aceto cerche hanno stabilito un fatto importante: l’aceto come disinfettante. In Germania, a Edenkoben, esimigliora l’assorbimento e la biodisponibilità di que-

La ricetta originale

Scegliamolo biologico e non filtrato Un aceto alimentare contiene circa il 5-6% di acido acetico, frutto della fermentazione operata da alcuni microrganismi. Il nostro consiglio è di utilizzare aceto al 5% che riporti la dicitura “da agricoltura biologica”: così evitiamo di assumere antiparassitari e sostanze utilizzate per ritardare la

maturazione delle mele. Attenzione: esistono in commercio anche aceti artificiali denominati “essenza di aceto”. A volte l’essenza chimica si aggiunge all’aceto naturale, ma l’operazione deve essere riportata in etichetta. Inoltre, un buon aceto di mele deve essere torbido, qualità che può

essere indicata in etichetta (“Naturalmente torbido”). Significa che l’aceto non è stato filtrato: scuotete la bottiglia e verificate se il liquido si intorbidisce prima di acquistarlo. Ciò che lo rende torbido è importante perché significa che l’aceto è ricco di enzimi, oligoelementi, vitamine e pectina.

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Nutrizione naturale

sti minerali. Ecco perché è una buona idea accompagnare ogni pasto con un po’ di aceto di mele diluito in acqua. È inutile assumere tanto calcio per via alimentare se il nostro corpo non è in grado di utilizzarlo. E lo stesso vale per il ferro. Può essere dunque una buona idea consumare aceto di mele ai primi segni di osteoporosi o anemia.

Ottime notizie anche per il cuore Provate a mettere un guscio d’uovo nell’aceto: presto si scioglierà. Per questo motivo Jarvis riteneva che la sua cura sciogliesse i depositi di calcio nei vasi sanguigni prevenendo così le conseguenze dell’aterosclerosi. Di certo, però, gli aromi della mela, con-

Una lunga storia alle spalle

servati in un buon aceto di mele, appaiono in grado di potenziare l’effetto antiossidante della vitamina C contribuendo a evitare la perniciosa azione dei radicali liberi sulle pareti dei vasi sanguigni. In più, sembra proprio che l’assunzione regolare di acqua e aceto modifichi le nostre preferenze alimentari, orientando verso la scelta di frutta e verdura e riducendo il desiderio di dolci. Non dimentichiamo, inoltre, che un aceto di mele biologico, non filtrato, contiene pectina che riduce i livelli di colesterolo.

Un trattamento disintossicante Perché l’aceto di mele si associa con il miele? Fondamentalmente perché le più di 200 sostanze conte-

Piccoli ma efficaci rimedi a base d’aceto di mele

Se abbiamo mangiato troppo

Dopo la riscoperta di Jarvis, l’aceto di mele è stato più De Forest Clinton Jarvis volteriproposto da altri autori fino al “boom dell’aceto degli anni Novanta. La storia di questo “elisir”, però, è molto più antica. Si ha notizia dell’impiego di aceto, sia a scopo alimentare sia come “farmaco”, presso molte culture antiche: egizia, persiana, indiana, fenicia, greca e romana.

● I medici dell’antica Roma prescrivevano acqua e aceto in caso di febbre e problemi digestivi ma anche per trattare contusioni, bruciature e persino morsi di serpente. Grosse scorte di vino inacidito (la cosiddetta “Posca”) accompagnavano le spedizioni dei legionari romani: di sicuro contribuivano a prevenire infezioni alimentari di ogni genere. ● Nel Medioevo si usava aceto per ridurre il rischio di contagio. L’aceto è infatti un disinfettante. Sulle navi, fino all’Ottocento, erano presenti provvigioni di aceto, usato come disinfettante.

● I samurai giapponesi usavano un tonico, detto “Tamago-su”: era aceto di riso in cui si scioglieva un uovo col guscio.

1 4 L’altra medicina

Per evitare l’indigestione assumere un bicchiere d’acqua con 2 cucchiaini di aceto di mele.

Dolori muscolari dovuti a sforzi Fate un bagno caldo dopo aver aggiunto all’acqua 2 bicchierini di aceto di mele. Strofinate bene la parte del corpo dolente.

Febbre (di lieve entità) Bere per 2-3 volte al giorno un bicchiere d’acqua cui abbiamo aggiunto 1-2 cucchiaini di aceto di mele e un cucchiaino di miele. Oppure c’è il tradizionale rimedio della calza: immergete in acqua e aceto, in proporzione di 1:1, le vostre calze di cotone. Metteteci sopra calzettoni di lana, avvolgete i piedi nell’asciugamano e teneteli al caldo.

Flatulenza Chi soffre cronicamento di questo problema dovrebbe prendere un cucchiaio di aceto di mele con acqua prima di ogni pasto.

Insonnia Prima di andare a dormire fate un pediluvio di 5 minuti in acqua portata a 40 °C. Subito dopo immergete i piedi in acqua fredda con mezzo litro di aceto, per qualche secondo.


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nute nel miele si integrano perfettamente con quelle presenti nell’aceto. L’associazione regolarizza le funzioni intestinali e a lungo andare contribuisce ad alleviare i sintomi di reumatismi, stipsi, problemi cronici della pelle, raffreddore, mal di testa e, in generale, a depurare l’organismo dalle scorie. Per centrare quest’ultimo obiettivo, l’effetto detox, basterebbe alimentarsi per solo due giorni (un fine settimana) con cibi non solidi ma assumendo molta acqua, almeno 3 litri, insieme a tè alle erbe, succhi di frutta “leggeri” e brodi vegetali. L’aceto di mele in questo contesto rafforza l’eliminazione delle tossine, purificando l’organismo.

Prevenzione ad ampio raggio Siamo di fronte, insomma, a un vero e proprio elisir di salute con ricadute “globali” per l’organismo. Ovviamente, può risolvere disturbi di lieve entità ma è l’effetto a lungo termine quello che può davvero fare la differenza. Regolarizzare l’intestino, e tenere sotto controllo le tossine prodotte dalla digestione, ha un significato che va ben oltre l’effetto a breve termine. Anche nell’ambito della medicina indiana, la genesi di molte malattie sia identificata in un cattivo funzionamento del fuoco digestivo. E, per rimanere in Occidente, ha detto tutto Ippocrate, il padre della nostra medicina: «Tutti i malanni – ha dichiarato – hanno origine nell’intestino».

Raffreddore Oltre ai suffumigi, se il naso è sempre chiuso provate ad assumere ogni mattina, per almeno 6 settimane, 2 cucchiaini di aceto e 2 di miele in un bicchiere d’acqua.

Stanchezza cronica Oltre alla cura classica (2 c. di aceto, 1 di miele in un bicchiere d’acqua tutti i giorni), potete fare un bagno caldo versando un quarto d’aceto nella vasca e poi aggiungendo l’acqua calda. Inalate i vapori. Si può fare 2 o 3 volte alla settimana.

Per approfondire

Mal di gola Fate un gargarismo usando un bicchiere d’acqua cui avrete disciolto 2 cucchiaini di aceto. Ogni gargarismo, un piccolo sorso. Da fare ogni ora.

Sono molte le possibili applicazioni dell’aceto di mele. Per chi intenda saperne di più consigliamo la lettura di due libri facilmente reperibili.

Hans Peter Bleuel Aceto di mele Tecniche Nuove Pagine 95, euro 9,90

Tosse, bronchite o asma Optate per i suffumigi: scaldate acqua e aceto in proporzione 1:1, ponete un asciugamano sul capo e inalate per un massimo di 5 minuti. Un tempo si usava anche avvolgere i polsi con una benda intrisa d’aceto di mele. Se il problema persiste consultare un medico.

Margot Hellmiss Curarsi in modo naturale con l’aceto di mele Tecniche Nuove Pagine 112, euro 16,90

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25 abbonamenti _Layout 2 06/11/13 14.55 Pagina 34

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percentuale di over-60 che manifesta qualche problema cognitivo, soprattutto lievi deficit mnemonici.

Brain power! Natura e tradizione a difesa della mente pag. 38

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I segreti della memoria Come funziona la memoria Il trucco dei pugni Il cibo per la mente Ginkgo e Bacopa, gli alleati naturali della memoria

3 6 L’altra medicina

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Guida all’impiego dei vegetali cinesi per l’intelletto Respirazione Pranayama, consapevolezza e chiarezza di pensiero


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percentuale di ragazzi italiani che esagerano regolarmente con l’alcol: ricordiamo che l’alcol è un killer anche del sistema nervoso.

80

mila studenti italiani sono consumatori abituali di psicofarmaci. Il consumo aumenta in tempo d’esami.

Ricordate il vecchio detto “Mens sana in corpore sano”? L’aveva scritta Giovenale nelle sue Satire. Ma non stava facendo satira: stava sintetizzando un concetto proprio del sapere medico greco-romano. È una profonda verità. La mente non è un oggetto materiale ma perché funzioni al meglio dobbiamo prestare attenzione alla totalità del corpo: a quello che facciamo, mangiamo o anche come respiriamo. Questa volta, iniziamo il nostro excursus partendo da quello che dice la scienza, anzi la neuroscienza. E presentiamo alcune regole a supporto della memoria. È anche l’occasione per introdurre Joe Dispenza, un autore specializzato sulla funzione mentale, oggi in grande spolvero. Non può mancare l’alimentazione. Il cervello predilige alcuni cibi, e preferirebbe evitarne altri. Entriamo poi sulla fitoterapia con due erbe in grado di potenziare la memoria, l’attenzione e la concentrazione. Si tratta di Ginkgo biloba e Bacopa monnieri. Erbe ormai ben conosciute in fitoterapia: vediamo come si usano.

Dalle erbe ai cibi al Pranayama: molte sono le opportunità per potenziare e proteggere la nostra mente. Molto meglio, alla lunga, che buttarsi sugli stimolanti, dannosi e poco efficaci.

Meno conosciuti, ma altrettanto interessanti, due vegetali che appartengono alla cultura erboristica della Medicina tradizionale cinese: il fungo Poria cocos e la radice di Eleutherococcus senticosus, cioè il “Ginseng siberiano”. Ce ne parla il presidente della Società italiana di agopuntura. Chiudiamo questa prima introduzione al potere della mente con alcuni esercizi Pranayama. Anche la respirazione, come dicevamo, ha un effetto profondo sulle facoltà mentali. A pagina 90, infine, trovate tre recenti proposte librarie per approfondire il tema. Buona lettura. www.laltramedicina.it 3 7


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Dossier

Guida all’impiego dei vegetali cinesi per l’intelletto Da sempre i medici cinesi si rivolgono alle erbe per ottenere benefici su memoria e concentrazione. Molte quelle utilizzate, ma alcune staccano il resto del gruppo. Roberto Gatto aspetto più rilevante della Medicina tradizionale cinese (MTC) risiede non tanto nel suo essere “naturale”, e non solo nella particolare visione dell’individuo inserito nel suo ambiente, quanto (e per molti soprattutto) nel fatto che ha condotto la più ampia e duratura sperimentazione in campo umano a nostra disposizione. Questo vale sia per l’agopuntura che per l’impiego delle erbe medicinali. D’altra parte, la MTC, così attenta alla qualità della vita, da sempre attribuisce la massima rilevanza allo sviluppo e al mantenimento nel tempo delle capacità intellettuali dell’individuo. Questi due aspetti (lunga sperimentazione, vita psichica) sono ben coniugati in un articolo pubblicato lo scorso mese di febbraio da ricercatori australiani e cinesi.

L’

In quattro superano l’esame Gli autori hanno condotto un’analisi su 127 testi classici scritti tra il 188 d.C. e il 1920 per ricercare le sostanze vegetali maggiormente impiegate per i disordini della memoria, per quelli della concentrazione e per potenziare le capacità mentali. Questo impo-

nente lavoro ha selezionato 31 erbe, costantemente utilizzate nell’arco degli ultimi 1800 anni, dapprima in chiave tradizionale, fino a impieghi farmacologici moderni. Tra queste 31 sostanze vegetali, il posto d’onore spetta in particolare a quattro: Polygala tenuifolia, radix Acorus graminaeus, rhizoma Poria cocos, sclerotium pararadicis Eleutherococcus senticosus, radix.

• • • •

Le possiamo trovare in Italia? In Italia, l’impiego delle sostanze erboristiche è disciplinato dalla normativa sugli integratori alimentari, i cui componenti devono rientrare in una lista approvata dal Ministero della Salute. Delle quattro sostanze più sopra citate, due, la Polygala e l’Acorus, non sono contenute nella suddetta lista, mentre due sono incluse: la Poria e l’Eleuterococco. Vediamole brevemente.

Il fungo Poria cocos La Poria cocos F. A. Wolf. è un fungo che cresce adeso alle radici del Pinus densiflora o del Pinus

Nell’immagine a sinistra il fungo Poria cocus: cresce sottoterra e assomiglia a una piccola noce di cocco. In Cina è conosciuto col nome “fu ling”. I nativi americani lo chiamano Tuckahoe e lo usano come alimento. A destra le radici del Ginseng siberiano.

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25 dossier vegetali _Layout 2 06/11/13 12.00 Pagina 55

Brain power!

massoniana. Da un punto di vista psichico le si attribuisce la capacità di trattare le difficoltà di concentrazione, le palpitazioni ansiose e l’insonnia. Merita sottolineare il fatto che la Poria è una sostanza largamente impiegata perché unisce, a una considerevole efficacia, un’assenza pressoché totale di controindicazioni. La sostanza viene così impiegata con vari scopi: per favorire la diuresi, per trattare i gonfiori sottocutanei, la sensazione di pesantezza generalizzata e la cefalea gravativa. Negli ultimi anni molte sperimentazioni hanno dimostrato interessanti applicazioni di questo fungo in campo oncologico, in particolare per contrastare gli effetti collaterali della chemio e della radioterapia antiblastiche. Per nostra fortuna, al contrario di molti rimedi della tradizione cinese, non ha un sapore “ostico”, tanto che viene definita “dolce e insipida”.

La radice di Eleutherococcus (siberiano) La seconda sostanza è l’Eleutherococcus senticosus Maxim, una Arialacea di cui si utilizza la radice. La pianta è anche denominata “Ginseng siberiano” e, come il parente cinese più famoso, viene classificata come “adattogena”, vale a dire una sostanza capace di aumentare la resistenza dell’organismo allo stress, stimolando le difese organiche e aumentando le prestazioni fisiche e mentali. Tra le indicazioni approvate dal Ministero della Salute troviamo il sostegno alla memoria e alle funzioni cognitive. Nonostante la

Ecco come possiamo assumerle

✔Poria cocus

I dosaggi correnti per un estratto secco di concentrazione 5:1 sono di 2-4 grammi al dì, assunti in acqua tiepida (da 100 a 200 cc per volta). Si consigliano 2-3 cicli di 2 settimane, eventualmente ripetibili.

✔Eleutherococcus senticosus

I dosaggi correnti, per un estratto secco 10: 1 titolato in eleuterosidi (in genere 0,8-1%) sono di 250-500 mg al giorno, vale a dire 1 o 2 compresse/capsule, da assumersi a digiuno. Anche in questo caso si consigliano 2-3 cicli di 2 settimane, eventualmente ripetibili.

classificazione tra gli adattogeni, ritenute sostanze prive di tossicità ed senza effetti collaterali, l’Eleuterococco, proprio per la sua azione tonica sul piano fisico e mentale, può rivelarsi controindicato in pazienti ipertesi, ansiosi o sofferenti di insonnia.

Meglio evitare il fai-da-te Ciò che fa bene a qualcuno, per un altro è inefficace, per un altro ancora è controindicato. Questo vale anche in natura. Buona norma, quindi, rivolgersi al consiglio di operatori qualificati.

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I nostri amici animali

Mauro Dodesini

La cagnolina Mila supera le sue paure Un tipetto da prendere con le molle, a causa di un’infanzia difficile. È terrorizzata dagli estranei. La proprietaria opta per l’omeopatia e i risultati si vedono rapidamente.

M

ila, una cagnolina meticcia di 3 anni, ci viene portata in ambulatorio l’anno scorso. Veniamo interpellati perché la piccola, circa 15 chilogrammi di peso, non riesce a socializzare con gli esseri umani e manifesta molte paure apparentemente ingiustificate. I proprietari vorrebbero aiutarla a relazionarsi in maniera corretta con l’universo umano ed evitarle lo stress che deriva dall'incapacità di vivere serenamente situazioni in cui la

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maggior parte dei suoi cospecifici non manifesta disagi.

La vita randagia La dinamica del suo ingresso nella vita giustifica le difficoltà incontrate dopo l’adozione. Mila è nata con altre 6 sorelline in condizioni di randagismo: la mamma le aveva partorite e allevate all'addiaccio per circa 20 giorni quando la famigliola è stata trovata e portata in un rifugio di volontarie in Campania.

L’esperienza del canile Tutte le cagnoline sono state

adottate in tempi brevi, esclusa Mila che è rimasta al canile fino ai 5 mesi di vita, tempo in cui è stata ospitata in un recinto con altri cani, cuccioli e adulti, dove ha ben socializzato arrivando a far parte di un gruppo definito dagli addetti ai lavori “unassociazione a delinquere”. È mancato, però, quasi completamente il contatto umano.

Finalmente a casa… ma sotto il tavolo Giunta al Nord, presso la sua nuova famiglia, si è rifugiata per ben una settimana sotto un


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tavolo, nascondiglio da cui usciva raramente per poi ritornarci tremante al minimo rumore o movimento, anche durante i pasti. Vive attualmente in villetta a schiera con giardino, ma sta prevalentemente in casa, in compagnia di un cane maschio castrato di 2 anni e mezzo adottato 40 giorni prima di lei, molto esuberante all’esterno, ma in casa estremamente tollerante con la compagna.

Timore del mondo esterno Si è provato con un corso di addestramento ma niente da fare. Mila faceva progressi con gli altri cani ma, tornata a casa, la paura del mondo esterno le impediva di fare le nuove esperienze necessarie alla sua evoluzione. È da evidenziare che Mila è stata anche sterilizzata prima del primo calore, particolare che sicuramente non favorisce l’armonico sviluppo psicofisico dei soggetti sottoposti a questo intervento quando la crescita non è ultimata.

la situazione persisteva nel tempo e non c’era per lei possibilità di allontanarsi arrivava una crisi di panico: Mila si bloccava, voltava la testa dall’altra parte, e iniziava a tremare. Impossibile quindi portarla all’esterno del giardino o in passeggiata. La proprietaria era anche molto preoccupata perché una volta, in preda al panico, Mila è scappata ed è stata ritrovata solo dopo 24 ore. Subentriamo noi con l’omeopatia. Gli effetti sono rapidi. Dopo 2 settimane dall’inizio della somministrazione del rimedio omeopatico la cagnolina è molto più tranquilla, riesce ad affrontare escursioni anche in presenza di altri cani e con persone non appartenenti al suo nucleo famigliare. Pur non avvicinandosi troppo a loro, si lascia prendere dalle corse e dal

gioco invece che fissarsi sull'abbaio come al solito.

Mila corre insieme agli altri Ora se incrocia qualcuno abbaia, ma tenendo la coda alta invece che in mezzo alle zampe come prima e ha diminuito la “distanza di sicurezza”. Non ha più fatto pipì in casa, altro problema che sembrava non risolvibile. Vuole spesso uscire in giardino ma, una volta fuori, a ogni rumore o luce abbaia e rientra in casa. Poi vede l’altro cane fuori e vuole uscire di nuovo e così via. Il miglioramento è stato costante. A oggi Mila sta andando molto bene: pur restando molto vigile nei confronti degli stimoli esterni, invece di averne sempre paura e cercare rifugio o fuga, ne è curiosa e vuole comprenderne la provenienza o le modalità.

Panico in presenza di estranei

L’AMORE, COME SEMPRE, È LA VERA RISPOSTA

Al momento della prima visita si sentiva al sicuro solo a casa sua; aveva imparato molto dal cane convivente; buono il rapporto con la proprietaria, suo diretto referente, da cui accettava coccole e carezze di solito al mattino appena sveglia o la sera prima di addormentarsi. A volte, però, abbaiava ai figli della signora. Impossibile metterla a contatto con persone estranee: non si avvicinava, tentava di scappare per allontanarsene oppure abbaiava insistentemente, indietreggiando per fare allontanare la persona. Se però

Dopo la terapia omeopatica Mila ha sempre meno bisogno dell’incitamento e dell’aiuto della proprietaria per trovare in se stessa il coraggio di affrontare le situazioni critiche (come l'incontro di persone estranee). Lei stessa in certi momenti va a cercare le carezze, le coccole e il contatto fisico, soprattutto, ma non solo, in competizione con gli altri cani. È intenzione della signora provare a inserire gradualmente uscite in luoghi sempre più urbani e stimoli esterni sconosciuti. Mila riesce anche a concentrarsi sulla proprietaria, sia pur per pochi minuti alla volta, anche in spazi aperti e ricchi di novità, cosa finora per lei praticamente impossibile. Non dubitiamo che la nostra protagonista grazie all’amore, alla dedizione della sua compagna umana e al supporto omeopatico raggiungerà il giusto e completo sviluppo delle sue potenzialità.

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