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30 COPERTINA_Layout 1 09/04/14 15.39 Pagina 1

Periodico mensile – Anno IV, numero 30/2014 – €

Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI

3,50 – Canton Ticino chf 7,00

MAGGIO 2014

MAGAZINE

LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI

n. 30 MAGAZINE Gli enzimi nel cibo Un carico di salute sulle nostre tavole

SPAGYRIA Guida ai rimedi per stimolare e calmare la mente

Sciamani birmani Il mondo dei Nat, spiriti guaritori

DOSSIER

Fumigazioni e incensi Istruzioni per l’uso

ROSMARINO E LEMONGRASS Due oli essenziali per una sferzata di energia vitale

NUTRIZIONE NATURALE

SULLE ALI DI PSICHE

I NOSTRI AMICI ANIMALI

TANTI LEGUMI NEL PIATTO: MINESTRE E INSALATE IN ALTERNATIVA ALLA CARNE

ATTIVARE I CHAKRA CON IL SUONO DELL’OM E DEI BIJA MANTRA

CAGNOLINI FRATTURATI: ECCO COME L’OMEOPATIA HA GUARITO GIULIETTA

PREPARIAMOLO IN CASA. Non la solita pizza: prova l’impasto con il lievito madre


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Sommario NUTRIZIONE NATURALE pag. 12 Enzimi

di buona vita pag. 18 Il mondo dei legumi,

l’anti-carne per eccellenza

IL MONDO DELLE ERBE pag. 22 Spagyria

per la mente

pag. 28 Rifiuto: come gestire le

carenze e gli eccessi con i fiori di Bach

LE ALTRE MEDICINE

OMEOPATIA pag. 70

Carcinosinum, sensibili ma travolti dall’ansia

pag. 72

Che cosa succede quando il “cucciolo” si frattura?

pag. 60 Sciamanismo birmano: i

Nat, Signori della Natura

pag. 66 Continuum Movement,

una disciplina di rigenerazione


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pag. 36

DOSSIER

Incensi & fumigazioni, istruzioni per l’uso L’arte della fumigazione, una guida alle resine e ai legni aromatici I fumi sacri del Popolo Rosso Il mazzetto delle dodici notti, la forza dell’estate per l’inverno La “caratteriologia” degli aromi

RUBRICHE

Space clearing, la pulizia sottile degli ambienti

Il periscopio

Le ricette del mese pag. 76

pag. 8

Sulle ali di Psiche

Prepariamolo in casa pag. 78

pag. 10

Aromaterapia

Il mercato della salute

pag. 31

Scoperte in soffitta pag. 34

pag. 80

Libri pag. 85

Web trend pag. 89

Annunci olistici pag. 90

L’ultima domanda pag. 98


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Ci salverà un fiore

Maria Grazia Parisi

Rifiuto Come gestire le carenze e gli eccessi i sono situazioni in cui una reazione di rifiuto da parte nostra è assolutamente salvifica, altre in cui, se è esagerata o inappropriata, ci può rovinare relazioni e ambienti e condurre a un peggioramento della nostra qualità di vita. E lo stesso accade quando siamo noi, oggetto di rifiuto da parte degli altri. Come cavarsela e, soprattutto, come correggere il tiro, se serve? I fiori di Bach possono intervenire in nostro aiuto anche in questo caso: vediamo come.

C

Incapaci di rifiutare Quando vi viene fatta una richiesta che implica impegno o sforzo da parte vostra, anziché soppesare pro e contro della faccenda e rispondere in un modo che non leda i vostri interessi o le vostre energie vi ritrovate spesso ad avere già detto un “sì” di cui spesso poi vi pentite? Questo atteggiamento è di solito frutto di una sorta di convinzione di “dovere” assecondare la volontà o i bisogni dell’altro, per non scontentarlo o non incorrere in conflitti che possono avere conseguenze fastidiose. Naturalmente, molto di ciò si deve, oltre che alla propria tendenza naturale, anche ai condizionamenti a cui siamo stati variamente sottoposti.

Il “buon samaritano” dei fiori Il rimedio floreale più adatto in questi casi è Centaury, il “buon samaritano” dei fiori di

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taury n Ce


30 ci salveràun fiore_Layout 2 09/04/14 09.54 Pagina 29

Quella paura di essere rifiutati

Bach. Dedito al servizio degli altri, può sentire come suo preciso compito l’accontentarli e far loro piacere, purtroppo però anche a scapito dei propri genuini interessi e della propria natura. Trascura così i veri obiettivi che si è posto, perché non riesce a opporsi alla volontà altrui e a manifestare chiaramente la propria. Un altro fiore di Bach utile in questi casi è Cerato, che consente di chiarire a noi stessi che cosa desideriamo davvero, al di là dei pareri, delle opinioni o delle pressioni provenienti dagli altri, e aiuta quindi a escludere di impegnarci o di scegliere quello che non ci piace o non ci appartiene veramente.

Eccesso di critica e di rifiuto Il caso opposto si manifesta quando ci sentiamo ipercritici, pronti a cogliere come prima cosa nell’altro o nella situazione vissuta l’aspetto negativo, così da potercene difendere. Per correggere questa molesta attitudine, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: propenderemo per Beech quando il nostro spirito critico viene animato da dettagli “storti” rilevati nell’ambiente, e da persone o situazioni concrete. Non importa l’ambito: dal vicino di casa rumoroso al disordine in casa propria o altrui; da cose dette, fatte, pensate, indossate da qualcun altro a comportamenti ritenuti poco consoni o inappropriati (ovviamente a proprio insindacabile giudizio), e via dicendo. Ci orienteremo invece su Vervain quando il rifiuto viene legato a valori astratti (libertà, onestà, verità e soprattutto giustizia) e non ci limitiamo a mugugnare o a emettere il nostro acido verdetto, ma cerchiamo anche di porre rimedio a quello che ci appare uno scandalo o un sopruso agendo direttamente (e perfino violentemente, almeno a parole) per correggere la situazione.

L’isolamento di Water Violet Ci converrà invece prendere in considerazione Water Violet – che in realtà non critica direttamente qualcuno, ma spesso si arrocca e si isola nel suo orgoglioso distacco – se ci sembra di non riuscire a legare con nessuno, ma ci ritroviamo

Quando questa paura del rifiuto è più netta e palese, prende spesso l’aspetto di una vera e propria inibizione, quindi di un blocco all’idea di esporsi o di proporsi, nel Mimulus timore, appunto, di un giudizio negativo da parte degli altri, che ci sottragga possibilità di essere apprezzati e riconosciuti. Anche in questo caso si potrà ricorrere a Centaury, per i motivi già visti, ma può essere utile prendere in associazione a quest’ultimo anche Mimulus, che protegge dalla paura di oggetti e situazioni concrete, oppure Larch, indicato più specificamente contro il timore di fallire.

ancora una volta da soli e senza una persona che riesca a comunicare davvero al nostro livello. Il rimedio è indicato, infatti, quando ci crogioliamo nel nostro splendido isolamento, dando magari l’impressione, di solito non cercata né voluta, di guardare un po’ tutti dall’alto in basso. Anche questo atteggiamento può essere considerato una chiusura difensiva, vuoi per evitare nuove delusioni, vuoi per reconditi timori di essere a nostra volta rifiutati.

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DOSSIER INTRO2_Layout 2 09/04/14 10.38 Pagina 36

Dossier

Incensi & fumigazioni Istruzioni per l’uso pag. 38

L’arte della fumigazione, una guida alle resine e ai legni aromatici

pag. 46

I fumi sacri del Popolo Rosso

pag. 48

Il mazzetto delle dodici notti, la forza dell’estate per l’inverno

pag. 50

La caratteriologia degli aromi

pag. 54

Space clearing, la pulizia sottile degli ambienti

Nella cartina qui a fianco illustriamo la provenienza genografica e le principali proprietà di alcune piante tradizionali utilizzate per le fumigazioni degli ambienti. Le stesse piante sono trattate in modo più dettagliato all’interno del dossier.

Memoria, concentrazione

Cipresso Lavanda Basilico Rosmarino Ladano Lentisco Alloro

Salvia bianca Gliceria Artemisia Yerba santa Copale

Autoconsapevolezza, introspezione

Relazioni umane, autostima

Rilassamento, antistress


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Cedro Rosa damascena Storace

Incenso Mirra

Sandalo Guggul

Benzoino Ginepro Jinkoh

Eucalipto

Energia psichica, tonicitĂ

Purificazione

Energia fisica, antinfiammatori


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Dossier

I fumi sacri del Popolo Rosso Per i nativi nordamericani le piante ci parlano anche attraverso il loro aroma. Una lezione da riscoprire e apprendere come un dono prezioso. Lella Cusin

P

er i nativi del centro e nord America la fumigazione era uno strumento potente per entrare in contatto e sintonia con i poteri delle piante. L’uomo infatti, secondo questa cultura, è parte del mondo naturale da cui trae insegnamenti e ispirazioni. Le piante sono maestre e guide spirituali ma bisogna capire il loro linguaggio: un modo per farlo è quello di esporsi ai loro aromi.

Il rito della pipa sacra Il linguaggio delle piante, oggi in gran parte perduto, era molto sofisticato: purtroppo, di quella straordinaria cultura è rimasto poco, a volte riportato con tratti parodistici, come nel caso del rito della pipa sacra: in realtà con il fumo della pipa si intendeva trasportare presso gli spiriti della natura i nostri desideri e pensieri, affinché fossero presi in considerazione. Non si fumava solo il tabacco, ma tante altre piante, a seconda delle

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circostanze: queste miscele erano dette “kinnick kinnick”.

Dentro le capanne sudatorie Era, e in parte è ancora oggi, abitudine bruciare le erbe sacre nelle capanne sudatorie come rito di purificazione e guarigione. Ci si siede in circolo attorno all’incensiere e a turno, tenendo le mani sul cuore, le persone presenti inalano il fumo immaginando un percorso che raggiunge la testa, le braccia e poi i piedi. Così facendo ci si libera delle scorie mentali che si sono accumulate, scaricandole nel ventre benigno di madre Terra.

Prima delle prove difficili I nativi erano soliti bruciare le loro piante tutte le volte che erano chiamati ad un compito gravoso, come un lungo viaggio o un’impresa guerriera. Infondono coraggio ma soprattutto accompagnano gli uomini nel loro viaggio sulla Terra, favorendone l’evoluzione spirituale.


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Incensi & fumigazioni

Le quattro piante più utilizzate dai nativi nordamericani Salvia bianca Si tratta di una Salvia diversa da quella che usiamo in cucina. La Salvia bianca (Salvia apiana) è considerata un agente purificatore ed era utilizzata nelle capanne sudatorie e durante le feste. Gli indiani d’America sono soliti esporre a questo fumo anche oggetti ed ambienti. Si dice che renda più chiara la mente, migliorando la memoria e il grado di consapevolezza. In quelle regioni si praticano fumigazioni anche con altre varietà di Salvia, nulla impedisce a noi di usare la nostra, la Salvia officinalis.

Gliceria Si usava dire che “gli spiriti benigni amano il profumo della Gliceria”. In quanto tale trovava impiego nei rituali curativi. Leggero e gioioso, questo profumo predispone alle relazioni umane, è un’erba che “mette in contatto”: magari, come suggeriva Susanne Fischer-Rizzi (vedi a pagina 87), non sarebbe male iniziare le riunioni di lavoro con una fumigazione di Gliceria (Hierochloe odorata).

Artemisia tridentata Si pensava che proteggesse dalle energie maligne. I nativi la facevano essiccare e la bruciavano in vari rituali. Noi la apprezziamo ancora come sostegno per recuperare le forze quando ci sentiamo svuotati di ogni energia. Artemisia tridentata è una pianta del deserto.

Yerba santa Cresce spontanea sulle aride montagne del Sud degli Stati Uniti. Erba sacra per i nativi, Yerba santa (Eriodictyon californicum) si brucia nei luoghi di degenza per creare un’atmosfera risanante. Conferisce energia, fiducia e scioglie i nodi psichici conseguenti a litigi e a pensieri che non vogliono lasciarci in pace. Da usare in piccole dosi.

Due ricette tradizionali Na-Ho-Chldzl

Oraibi

Salvia bianca Gliceria Yerba santa

Salvia bianca Artemisia tridentata Foglie di boldo* Rametti di ginepro

2 parti 1 parte 1 parte

Ottima fumigazione in supporto ai malati, per favorirne la guarigione, ma anche per creare atmosfere positive tra le persone… musone.

1 parte 1 parte 1 parte 3 parti

Sorprendente aroma per le occasioni solenni, ideale per cerimonie e incontri di carattere spirituale. Oraibi è il nome di uno dei più antichi villaggi Hopi.

*Le foglie di boldo si trovano nelle erboristerie.

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I nostri amici animali

Mauro Dodesini

Che cosa succede quando il “cucciolo” si frattura? on solo noi ma anche i nostri amati beniamini possono incorrere in una frattura ossea. Che cosa succede in questi casi? Riportiamo una nostra esperienza. Giulietta è un piccolo levriero italiano di dieci chili che ci viene portata in visita nell’ottobre del 2011.

N

Qual è il problema? Giulietta è affetta da problematiche relative a fratture dell’arto posteriore destro che le creano importanti difficoltà nel movimento. Ha anche un chiodo centro-midollare, applicato per una frattura alle dita e, investita da un’auto, ha subito una brutta frattura del femore destro che può avere ricadute importanti sulla sua vita.

Dopo l'incidente non recupera Dopo questo incidente, nonostante sia un soggetto leggero e sia stata sottoposta ad un’appropriata terapia tradizionale (con una buona muscolatura grazie al tanto movimento esercitato prima degli incidenti), Giulietta non recupera una deambulazione corretta. Da ferma, preferisce restare seduta, e quando cammina si stanca molto facilmente, tende a scaricare l’arto e a camminare solo su tre zampe. La sottoponiamo ad esami radiografici effettuando controlli periodici.

Giulietta è un levriero italiano, un'antichissima razza canina che origina anche nel nostro Paese. Egizi, etruschi, greci e romani la conoscevano bene. Se ne apprezzavano le doti nella caccia alla lepre e al fagiano. Velocissimo ed elegante, si affeziona moltissimo e verso noi umani ha uno splendido comportamento, dignitoso e riflessivo.

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Dispiaceri in famiglia Purtroppo, questo problema le impedisce di accompagnare i proprietari, amanti delle escursioni in montagna, in passeggiate impegnative. La sua attività è ormai limitata a insignificanti giretti dell’isolato per “sporcare”, con conseguente effetto negativo sul morale, suo e della famiglia. D’estate, in vacanza, è tanto triste per non poter partecipare alle gite e doversene restare a casa con la nonna ad attendere il gruppo.

Il carattere di Giulietta Al momento della prima visita Giulietta ha 3 anni e mezzo e da quasi 6 mesi ha dovuto rinunciare all’attività di trekking con i proprietari. È un soggetto gioioso, socievole e curioso, sempre desideroso di giocare con adulti e bambini con cui si relaziona alla pari. Anche con gli estranei, dopo un primo impatto di apparente difesa del territorio, tenta il coinvolgimento ludico esternando un ampio repertorio di moine per attirare i nuovi arrivati nella sua rete.

Lei è la prima donna Tanto è desiderosa di giocare quanto è permalosa e gelosa: si isola se sgridata, si nasconde in qualche angoletto e pretende che un familiare la cerchi chiamandola con un tono di voce accattivante prima di manifestarsi. Quando i proprietari si scambiano gesti affettuosi, oppure coccolano o dedicano attenzione ai nipotini, la “prima donna” abbaia con veemenza e si agita fino a quando la si coinvolge nello scambio di affettività.

Troppi chili per un levriero Golosa e mangiona, snobba il cibo preconfezionato, e ama moltissimo la sua pappa fatta in casa. Poi tenta costantemente di ottenere qualche boccone saporito dalla tavola. Purtroppo il mancato movimento e l’amore per il cibo non sono compatibili e Giulietta sta rischiando di appesantirsi a ulteriore scapito della sua patologia ossea e della possibilità di movimento; rischiando anche di perdere la tipica leggerezza che contraddistingue la sua razza. È una grande fifona e in ambulatorio, alla visita, trema e cerca di scappare. Con lo sguardo, molto malinconico, ricerca in maniera evidente il sostegno dei proprietari, ma comunque è buona e non cerca di mordere anche quando devo manipolarle l’articolazione lesa.

Qual era il problema di Giulietta? Le fratture dell’estremità distale del femore, in particolar modo le fratture monocondiloidee nei cani adulti, sono molto comuni come conseguenza di traumi di varia natura. Purtroppo, se non si effettua la stabilizzazione della frattura, le possibilità che si stabilizzi e si saldi da sola sono veramente poche, e in ogni caso si avrebbe la formazione di un callo osseo tale da rendere difficoltosa la deambulazione. Se in aggiunta alla frattura del condilo vi è la presenza di frammenti osteo-cartilaginei le cose possono essere ancora più complicate. L’articolazione del ginocchio regge un peso notevole, e quando l’animale spinge il corpo anteriormente sottopone l’articolazione a uno sforzo notevole che ostacola la guarigione.

Subentriamo con òa terapia omeopatica Una volta impostata la terapia omeopatica i risultati non si fanno attendere: circa 30 giorni dopo si muove meglio e tiene la zampetta sollevata un po’ meno. Col tempo il suo zoppicare si riduce. Dopo la cura ritorna a fare lunghe passeggiate. È più tonica: tira con vera forza al guinzaglio. Velocissima e agilissima: la camminata non tradisce alcuna incertezza.

La situazione oggi A oggi Giulietta cammina e corre in assoluta scioltezza senza nessun problema. Continua ad assumere il suo rimedio omeopatico che viene aumentato di potenza ogniqualvolta si presenti una piccola ricaduta. Il recupero è stato completo e il paventato intervento chirurgico è stato evitato grazie all’omeopatia. In futuro, qualora si aggravi, considereremo l'opportunità di un'osteotomia.

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