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Periodico mensile – Anno IV, numero 29/2014 – €
Poste Italiane - Sped. in A.P. DL 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, LO/MI
3,50 – Canton Ticino chf 7,00
APRILE 2014
MAGAZINE
LA SALUTE NATURALE RACCONTATA DAGLI ESPERTI
n. 29 MAGAZINE Lo Yoga della risata Strategia antistress in chiave pranayama
Scopriamo i barcodes Codici vibrazionali tracciati sulla pelle
LE BACCHE DEGLI INCA Alchechengio, un frutto ricco di sostanze preventive
DOSSIER
Stanchezza di sta g ione Ritrova l’energia con i metodi naturali
MANGIARE LA PRIMAVERA Le piante spontanee dal prato alla cucina
LIBRI COME FARMACI
NUTRIZIONE NATURALE
RIMEDI OMEOPATICI
BIBLIOTERAPIA, UN RIMEDIO LETTERARIO AD HOC PER OGNI TIPO DI DISTURBO
INTESTINO IN DISORDINE? PROVA LA DIETA A BASE DI CARBOIDRATI SPECIFICI
QUATTRO PROPOSTE CONTRO LE VERRUCHE E LE LORO RECIDIVE
IL GIRAMONDO. I templi di Damanhur, spiritualità nel cuore della montagna
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Sommario NUTRIZIONE NATURALE pag. 14 Intestino in disordine?
Scegliamo i carboidrati con cura pag. 18 Le bacche inca, sulle
tracce dell’alchechengio peruviano
IL MONDO DELLE ERBE pag. 22 Mangiare
la primavera pag. 28 Erbette sfiziose
sul davanzale
LE ALTRE MEDICINE
OMEOPATIA pag. 68
Quattro rimedi contro le verruche
pag. 70
Hyoscyamus niger, piccoli (e grandi) cattivelli fuori controllo
pag. 58 Barcodes, codici
vibrazionali tracciati sulla pelle
pag. 64 Laughter Yoga,
la risata che disperde le tenebre
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pag. 36
DOSSIER
Vincere la stanchezza primaverile I rimedi omeopatici per i vuoti di energia Usciamo dall’inverno con Yoga e Ayurveda Prostrati dalla primavera? Accendiamo i colori dell’energia La riflessologia del piede per risvegliare l’organismo
RUBRICHE
Ashwagandha, la pianta che dona energia
Il periscopio pag. 8
Sulle ali di Psiche pag. 10
Ci salverà un fiore pag. 30
Aromaterapia pag. 32
Scoperte in soffitta pag. 34
Le ricette del mese pag. 74
Prepariamolo in casa pag. 76
Il giramondo pag. 78
Il mercato della salute pag. 83
Libri e Web trend pag. 86
Annunci olistici pag. 90
L’ultima domanda pag. 98
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Il mondo delle erbe
Mangiare la PRIMAVERA Entriamo in accordo con l’esplosione della vita cui stiamo assistendo. Osserviamo bene: il buon cibo per il corpo e lo spirito si trovano lÏ, nei prati brulicanti. Matteo Politi
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E
ccola, tutto si muove! Con l’arrivo della primavera la natura è un’esplosione continua di vita che si manifesta nei modi più impensabili. Da terra o dai rami secchi spunta il nuovo verde, e gli animali addormentati ricominciano a muoversi. Le forze di Luce colorano la natura, un dipinto prezioso esposto in ogni dove nel verde. Usciamo di casa e dalle città, la mostra è aperta e l’ingresso è libero. Prendiamo uno di questi fiori, approfittando del suo profumo, apprezzando il colore, incantandoci nella sua forma, sfiorandone la consistenza. Come lui, stamani ci siamo dati il nostro profumo, rivestiti di colori, forme e tessuti. Più di lui, possiamo non solo attirare l’attenzione, ma muoverci verso chi attira la nostra! Come una farfalla, un fiore che ha spiccato il volo. Sentirsi un fiore; quale miglior analogia per cominciare questa splendida stagione!
La sapienza medica del Mediterraneo Ma ampliamo la visione: nel sistema medico antico dell’area mediterranea la primavera veniva associata all’elemento Aria in quanto combinazione di Calore e Umidità, alla fase della mattina da mezzanotte all’alba, all’Est, all’infanzia. Riflettendo in questi termini e ragionando per analogia sulla base di concetti noti o accessibili, è possibile fare chiarezza su come sia meglio condurre questa fase dell’anno, quali azioni convenga compiere e quali no, sugli stati d’animo da esaltare o limitare, quali rimedi naturali da prediligere per cavalcare l’onda irrefrenabile che risveglia la natura. Proviamo a farlo!
Proprio ciò che serve al nostro organismo Per rimanere ancorati a terra disponiamo di alcune pratiche erboristiche che, dopo aver rischiato l’oblio, stanno adesso tornando di moda. Si tratta di racco-
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Il mondo delle erbe
lta Consigli per la raccoee delle piante spontan
cosa lla fioritura, non è prattutto prima de so , , be lte er vo le e e im er pr sc Ricono e. Almeno le nviene improvvisar co n più il no i e gh ce luo pli ti m se nno cerca are da esperti. Va orati con fatevi accompagn strade e campi lav da ni ta lon ti, ina m o di ta on possibile inc prevedono l’utilizz convenzionale che a ur ogliere olt cc ric ra l ag Ne di i o. metod e quant’altr ici im ch i im nc co i, ri in modo che pesticidi, diserbant pre molti esempla m se te cia las a m . Curate questi non fate razzia, dursi sul territorio ro rip a e ar inu nt possano co nso e selvatico. il vostro orto espa o er ss fo e m co i luogh
gliere e utilizzare le erbe spontanee commestibili, dette anche erbe alimurgiche, pronte per noi tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. In questa fase il nuovo verde che spunta in natura è ricco di vitamine, di sali minerali biodisponibili e di un’ampia gamma di sostanze naturali dalle molte proprietà benefiche tra cui spiccano quelle depurative e diuretiche tanto preziose nei cambi di stagione. In una visione più olistica, ciò che accade è il riaffiorare dalla terra di tutta l’acqua caduta dal cielo che dall’interno del regno vegetale riemerge vitalizzata. È proprio in questi nuovi giovani getti che troveremo le preziose virtù delle erbe spontanee commestibili.
Quale parte si mangia? I raccoglitori di erbe cercano la “rosetta basale” delle piante, riferendosi alla circonferenza di verdi foglie sovrapposte, che ricorda la forma di un fiore di rosa, e che rimangono schiacciate a terra senza cercare la verticalità. Questa rosetta verde, recisa alla base, costituisce in molti casi la parte della pianta da raccogliere e da consumare cruda in insalata o cotta in mi-
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nestre o zuppe calde, che molto spesso diventano pietanze tipiche di certe regioni e culture. La ricerca di queste parti vegetali già ci aiuta a non disperdere le idee nell’infinito cielo azzurro di primavera.
Alla ricerca delle rosette basali Tra le alimurgiche (piante commestibili) più note troviamo il tarassaco (Taraxacum officinale), onnipresente nei prati incolti, riconoscibile dal tipico capolino giallo che sfiorendo regala l’inconfondibile soffione, che tanto diverte i bambini e fa sognare gli innamorati. Si raccolgono sia le rosette basali che i boccioli dei fiori. Tutta la pianta ha proprietà medicinali; tra le più note troviamo quella depurativa e disintossicante, utile per liberare il sangue dalle impurità accumulate durante l’inverno. Possiamo però approfittare anche di cicoria, borraggine, sambuco, ortica e strigoli (si veda a lato).
Piante per il recupero della forza Possiamo poi chiamare in nostro aiuto i rimedi erboristici indicati per i cambi di stagione in virtù delle
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Le piante commestibili della nuova stagione Del Tarassaco (Taraxacum officinale) si possono meglio raccogliere, tra l’inverno e la primavera, sia le rosette basali sia i boccioli dei fiori; questi ultimi possono essere messi in salamoia e poi sott’olio o sott’aceto. In autunno invece si colgono le radici che nei tempi passati, tostate e macinate, si usavano come surrogato del caffè. Tutta la pianta ha proprietà medicinali; tra le più note troviamo quella depurativa e disintossicante, utile per liberare il sangue dalle impurità accumulate durante l’inverno. Indicazioni simili vengono attribuite alla Cicoria (Cichorium intybus), che come il Tarassaco appartiene alla famiglia botanica delle Asteraceae, quella delle comuni margherite. Utile al fegato e depuratore del sangue dalle preziose virtù rinfrescanti, purificanti e disintossicanti, con funzioni diuretiche e lassative, stimola inoltre l’appetito e le regolari funzioni dell’intestino. L’uso alimentare delle foglie della pianta spontanea, da cui hanno origine le molte varietà orticole, è ampiamente diffuso in molte aree di tutte le regioni italiane. Si usano anche le radici che si trovano in commercio per preparare il “caffè di cicoria”, ma possono anche venire bollite risultando un cibo utile come sostituto dell’amido per i diabetici. La Borraggine (Borago officinalis), un tempo ritenuta pianta che porta la felicità e scaccia la malinconia, è oggi considerata sudorifera e tonica nervina, anche se la presenza di alcune sostanze epato-tossiche ne vietano l’uso come integratore alimentare. In cucina si usano fiori e foglie, queste ultime cotte nei minestroni e nelle zuppe o per preparare paste verdi, oppure fritte dopo essere state passate in pastella. L’Ortica (Urtica dioica), dall’aroma dolciastro, è un’erba versatile in cucina, e perde le sue caratteristiche “urticanti” dopo la cottura. Dai germogli raccolti in primavera si preparano minestre e risotti, ma anche frittate o ripieni per torte salate e ravioli. Erba dalle molte proprietà tra cui quelle depurative, diuretiche, antianemiche, galattogoghe e stomachiche, cioè in grado di attivare la digestione e stimolare l'appetito. Del Sambuco (Sambucus nigra) si utilizzano i fiori freschi, non ancora del tutto dischiusi, che vengono immersi in pastella e fritti. Si possono utilizzare anche i piccoli frutti che hanno polpa succosa e aromatica; vanno raccolti solo quando sono neri e molto maturi, altrimenti causano disturbi intestinali. Gli Strigoli (Silene vulgaris), sono ottimi per risotti, frittate, zuppe oppure crudi nelle misticanze primaverili. Utilizzati cotti sono un buon depurativo, stimolante la secrezione biliare e rimineralizzante.
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Il mondo delle erbe
loro proprietà immunostimolanti e adattogene, ovvero in grado di farci adattare correttamente al nuovo in arrivo modulando il sistema immunitario, l’interfaccia con la quale negoziamo con il mondo. Esempi sono i prodotti a base dei vari ginseng, di eleuterococco, di astragalo, di Withania somnifera e Centella asiatica, ma anche della più nostrana liquerizia; tutte piante che avremmo dovuto assumere per tempo, settimane prima dell’arrivo della primavera, ma meglio tardi che mai.
Prendiamo esempio dalla Natura Anche noi dobbiamo sintonizzarci sulla nuova stagione, prendendo esempio da quello che accade in Natura. Assistiamo all’eccitazione sfrenata degli insetti
nel loro continuo ronzio tra un fiore e l’altro dando vita all’affascinante connubio tra il regno vegetale e quello animale: una comunicazione inter-regno. Mentre le piante emettono segnali per noi silenziosi, gli uccelli in natura diffondono suoni bizzarri; ancora una comunicazione intensa. Che la forza creativa da cavalcare nella primavera faccia dunque leva sulla comunicazione! Non solo rivolta verso l’esterno a colleghi, clienti, parenti, amici. Guardiamo anche a noi stessi attuando un controllo generale di anima e corpo, un’auto-analisi possibile soprattutto approfittando della forza comunicativa della primavera. Ma attenzione, il rovescio della medaglia è relativo alla dispersione; che le nostre brillanti idee volino via lontane, troppo leggere, sospinte dal vento.
ELICRISO E RIBES NERO Piante contro pollini e allergie
ELICRISO
RIBES NERO
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Oltreché di suoni, odori e colori, l’Aria di primavera è pregna di polline trasportato dal vento. Questa saturazione di stimoli, se troppo intensa, o se ci coglie impreparati, innesca una reazione di difesa eccessiva che può sfociare in varie allergie respiratorie tra cui starnuti, riniti, sinusiti, asma, oppure congiuntivite e lacrimazioni. L’organismo si difende in maniera sproporzionata, creando “tappi” per attenuare il troppo frastuono di primavera che arriva dirompente dopo il pacato inverno. Con l’erboristeria possiamo trarre giovamento dall’elicriso (Helicrysum italicum) in forma di tintura madre (30 gocce 3 volte al giorno per 1-3 settimane), estratto fluido (mezzo cucchiaino in un bicchier d’acqua per 3 volte al giorno per 1-3 settimane), o meglio ancora facendo un infuso delle sommità fiorite, che una volta raffreddato utilizzeremo per il lavaggio nasale. Altra pianta ben nota come anti-allergica è il ribes nero (Ribes nigrum). In questo caso si utilizzano 40 gocce del gemmoderivato 2 volte al giorno lontano dai pasti, cominciando almeno 3 settimane prima dell’arrivo della primavera.
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Scoperte in soffitta
Gemma Astolfo
Il tè del Nilo
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na ricetta classica, ancora oggi in commercio, per i problemi di stitichezza. È una tisana da maneggiare con cura, però, perché contiene Senna, insieme ad altre erbe. L’effetto lassativo è assicurato: nell’antichità le medicine indiana e araba usavano i follicoli della Senna, cioè i frutti, proprio a questo scopo. Se ne facevano bollire in acqua 2 o 3 per qualche minuto, poi si beveva.
✱
Tuttavia, l’abuso di Senna, una pianta leguminosa, va evitato: possono subentrare disturbi addominali e anche assuefazione. Da evitare, inoltre, in gravidanza e allattamento. Il tè del Nilo, detto anche tè Midro, contiene pure altre erbe, in varie miscele: in genere Malva, Liquirizia, Carvi e Menta piperita. Aggiungono un ulteriore effetto lassativo e
Il fiore della Senna proteggono le mucose gastrointestinali.
✱ La Senna rientra, peraltro, in diverse altre formule lassative, come l’Elisir Ambrosiano,
tuttora in commercio. Grazie alla sua miscela di 20 erbe trova indicazione contro la stitichezza, per regolarizzare il transito intestinale e contrastare la formazione di gas.
IL CLISTERE DEL MALATO IMMAGINARIO La Senna si usa da secoli come purgante. In particolare nel bacino del Nilo dove la pianta cresce rigogliosa. In seguito i medici ne facevano un preparato lassativo chiamato “Catolicon”, anche in questo caso aggiungendo altre erbe. Il tè del Nilo dunque è erede di una tradizione molto antica. Il Catolicon si somministrava per bocca ma anche attraverso un clistere. È citato da Molière nella commedia “Il malato immaginario”.
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Dossier
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Vincere la stanchezza primaverile pag. 38
I rimedi omeopatici per i vuoti di energia
pag. 42
Usciamo dall’inverno con Yoga e Ayurveda
pag. 48
Prostrati dalla primavera? Accendiamo i colori dell’energia
pag. 52
La riflessologia del piede per risvegliare l’organismo
pag. 56
Ashwagandha, la pianta che dona energia
percentuale di persone che dicono di sentirsi stanche al cambio di stagione.
DOSSIER INTRO_Layout 2 06/03/14 15.05 Pagina 37
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valore dell’ematocrito (g/dl) al di sotto del quale si parla di anemia nei maschi (12 per le femmine).
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centinaia di migliaia sono gli italiani che soffrono di stanchezza cronica. Problema sottovalutato.
Più o meno come quando, durante una festa, non riusciamo a partecipare giacendo esausti sul divano, così anche in primavera può capitare di sentirsi totalmente esclusi dal gioco. Ma come? La Natura si risveglia, inizia un nuovo ciclo della vita, e noi restiamo al palo? Ciò accade spesso ad ogni cambio di stagione: il nostro corpo deve resettarsi, abituarsi alle nuove condizioni climatiche. Per questo tipo di problemi è opportuno intervenire con tattiche che parlino il linguaggio della Natura stessa. Intanto, con l’omeopatia possiamo sbloccare la situazione, non prima però di aver indagato le cause della stanchezza (e se fosse un’anemia?). Nella Materia medica omeopatica sono presenti rimedi centrati proprio sulla stanchezza, ma uno non vale l’altro: è bene quindi fare un ripasso dei criteri di scelta.
Se ci sentiamo completamente a terra in questo periodo, è meglio non rassegnarsi. La stanchezza stagionale si può vincere adottando alcune strategie “light”: si tratta di lanciare un segnale al nostro organismo.
Il buon approccio alla nuova stagione è fondamentale anche in India. Possiamo servirci dello Yoga, da personalizzare, e approfittare delle strategie segnalate dall’Ayurveda. Proponiamo anche una meditazione sulla “potatura dei rami secchi”: gli alberi si liberano di ciò che non serve, e noi dovremmo seguirne l’esempio.
Che ne dite poi di un’incursione nella cromoterapia? Classicamente esistono colori per contrastare la stanchezza, ed altri per risollevare l’umore, nel caso ci sentissimo abbattuti nella psiche. Altri colori ancora sono utili se subentrano disturbi del sonno, frequenti in questo periodo. Entriamo poi sulla riflessologia del piede illustrando tre massaggi per riattivare le funzioni ancora addormentate. È ora di uscire dal letargo e ritrovare la voglia di fare, di dialogare con l’esterno. Infine, vi invitiamo ad una breve visita nell’ambito della fitoterapia per incontrare Ashwagandha, una pianta dell’India. Per l’alimentazione, invece, tornate a pagina 22. www.laltramedicina.it 3 7
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Omeopatia
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Nunzio Chiaramida
rimedi contro le VERRUCHE
Passiamo in rassegna le principali opzioni omeopatiche: si tratta di individuare il rimedio più adatto per ogni persona. pesso fastidiose e associate a disagio psicologico, le verruche sono piccole escrescenze della pelle, altamente contagiose provocate da un’infezione virale (papilloma virus). La loro comparsa è spesso strettamente correlata allo stato del sistema immunitario; infatti la risposta immunitaria all’aggressione da parte del virus, il “terreno del paziente”, ha un ruolo fondamentale nel permettere la comparsa di verruche.
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Il legame con l’agopuntura Alcune verruche insorgono, inoltre, in coincidenza di punti di agopuntura che hanno un ruolo nello scorrimento energetico dell’organismo. Pertanto dovrebbe essere valutata anche la sede di comparsa per comprendere meglio il significato più profondo del manifestarsi di tali verruche; a maggior ragione può essere importante correggere il terreno predisponente piuttosto che limitarsi alla semplice asportazione.
Prevenire le frequenti recidive L’asportazione delle verruche attraverso diverse modalità (laser, crioterapia, asportazione chirurgica) è gravata da un’alta percentuale di recidive (30%). La terapia omeopatica agisce sul terreno del paziente rinforzando la risposta immune e, oltre a curare le verruche, ne previene anche nel tempo la loro recidiva.
I rimedi più utilizzati Sebbene la terapia omeopatica costituzionale, riportando l’equilibrio energetico nell’organismo, sia spesso quella più efficace anche nella terapia delle verruche, ci sono dei rimedi omeopatici frequentemente utilizzati con successo per la terapia omeopatica delle verruche. In queste pagine ne vediamo quattro.
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Le verruche molli e nascoste di Thuya occidentalis In questi pazienti capita spesso che il pensiero si blocchi ripensando sempre alle stesse cose, come se si creassero degli accumuli di idee che ingombrano la mente; nello stesso modo la pelle di questi pazienti tende facilmente alla comparsa di verruche di varia forma che sono molli al contatto, carnose, molto sensibili, più frequenti nelle parti coperte dagli indumenti. Le verruche sono a base larga di varia forma, da quelle più piccole a quelle grandi con aspetto caratteristico a cavolfiore. Se sono state asportate in passato tendono alla crescita rapida e alle recidive frequenti. Inizialmente rosse tendono al marrone scuro successivamente. Possono essere presenti escrescenze più dure sulle mani o sui piedi. In questi casi la somministrazione di Thuya occidentalis elimina le verruche in modo definitivo e anche il pensiero del paziente ritorna a scorrere più liberamente e a ritrovare energie e vitalità.
Le verruche che bruciano di Causticum Rimedio utile nelle età estreme della vita, sia nei bambini che negli anziani. Sono pazienti che non sopportano le ingiustizie con attitudine contestataria e ribelle. Tendono ad esaurire le proprie forze sia fisiche che mentali con la comparsa di diverse patologie tra cui le verruche. Le verruche di Causticum sono piuttosto dolorose e con sensazione di bruciore nella sede della verruca. Compaiono sulle punte delle dita, specialmente intorno alle unghie o anche in sedi insolite come sulla punta del naso. Si accompagnano spesso a disturbi urinari e raucedine o altri disturbi della voce. Il Causticum sarà molto utile in questi pazienti oltre che per le caratteristiche verruche anche per stemperare le loro tensioni nervose e per far recuperare rapidamente le energie.
Le verruche dure di Antimonium crudum Sono pazienti che tendono ad esagerare nel mangiare e che vanno incontro facilmente ad accumulo di tossine. Le verruche sono di consistenza dura, quasi cornea e si manifestano spesso sulla pianta del piede o nelle mani intorno alla radice delle dita. La pelle intorno alle verruche si spacca facilmente e va incontro a sanguinamento o a screpolature e arrossamenti dolorosi mentre le verruche sono poco sensibili e molto più dure. Il paziente è irritabile e nervoso, si arrabbia molto facilmente, il bambino non vuole essere visitato o anche solo toccato. Tende a mangiare molto. Peggiora dopo il bagno o bagnandosi con la pioggia. Non sopporta l’aceto o il gusto acidulo. Stando da solo subentra uno stato malinconico e depresso. La somministrazione di Antimonium crudum curerà la durezza che caratterizza sia le sue verruche che il suo stato d’animo, levando la “scorza” che lo contraddistingue.
Le verruche di Acidum nitricum Sono pazienti che hanno subito dei torti o dei traumi in passato e non li hanno mai dimenticati (in possibile atteggiamento vendicativo). Sono superstiziosi, seguono rituali o hanno idee fisse e spesso ossessive. Hanno paura delle malattie. Si possono manifestare delle verruche che prudono e tendono facilmente a fissurarsi e a sanguinare con dolore bruciante e sensazione caratteristica come di una scheggia infilata nella pelle. Si localizzano specialmente a livello delle zone genitali o sul dorso delle mani. Spesso si accompagnano a secrezioni irritanti. Acidum nitricum sarà il rimedio che curerà le ferite presenti sulle verruche ma anche l’animo di questi pazienti.
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Il giramondo
Daniele Magni
DAMANHUR un’esperienza fuori dal coro Situata nell’Alto Canavese, in Piemonte, la Federazione di Damanhur vive e prospera con un progetto ambizioso: cambiare il mondo, in meglio. 7 8 L’altra medicina
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Un cuore pulsante dentro la montagna a Federazione di Damanhur rappresenta oggi un insieme di comunità ed ecovillaggi che hanno come obiettivo primario la ricerca spirituale, artistica e sociale. Un esperimento innovativo e fuori dagli schemi, che proprio per la sua unicità ha raccolto intorno a sé tantissimi consensi e anche molti detrattori. Vediamone gli aspetti principali, soffermandoci su quelle peculiarità che rendono Damanhur un progetto in continua evoluzione e un luogo che merita senza dubbio una visita.
L
I primi passi Siamo nel lontano 1975, a Torino. Oberto Airaudi, conosciuto con il nome damanhuriano di Falco, coinvolge una dozzina di amici per la realizzazione di un progetto lungimirante e che non ha precedenti in Italia: fondare un polo comunitario basato su una nuova idea di socialità, con la convinzione che ogni uomo abbia dentro di sé una carica spirituale in grado di guidarlo nelle scelte e di fare emergere i talenti troppo spesso inespressi. Nasce così il Centro Horus, che verrà abbandonato un paio d’anni dopo per il trasferimento in Valchiusella, zona in cui si registreranno i primi insediamenti e verranno poste le basi per la nascita della Federazione. I damanhuriani cercavano infatti un luogo “speciale”, che fosse ricco di alberi e acqua ma non troppo lontano da una grossa città (Torino, nello specifico). Nell’agosto del 1978 iniziano, nel comune di Vidracco, gli scavi dei Templi dell’Umanità, capolavoro artistico apprezzato in tutto il mondo, caratterizzato da una storia emozionante e tutta da raccontare (vedi box a destra).
La storia della costruzione dei Templi dell’Umanità ha davvero dell’incredibile, e merita un racconto dettagliato. Nell’agosto del 1978 Falco rivelò agli amici il suo desiderio: “entrare” nella montagna e scavare nel profondo della Terra. Dopo il comprensibile stupore iniziale, i damanhuriani aderirono con entusiasmo al progetto. Armati soltanto di picconi e martelli, iniziarono subito a lavorare, tutte le notti, senza sosta. ■ Dopo un paio di mesi, si concretizzò il primo obiettivo: era stata costruita una nicchia ricavata nel fianco del corridoio. In seguito all’acquisto di due martelli elettrici, due squadre contrapposte cominciarono a procedere a semicerchio, seguendo calcoli piuttosto approssimativi... Ma non lo erano e il momento dell’incontro, al centro di quello che sarebbe diventato il Tempio Azzurro, fu celebrato con euforia. ■ E dopo i festeggiamenti i lavori ripresero ancora più febbrili... Soltanto chi partecipava attivamente agli scavi era al corrente del progetto: persino molti degli appartenenti alla comunità ne erano all’oscuro. Si lavorò duramente costruendo sale sotterranee che venivano arricchite di vetrate, mosaici, dipinti, sculture. Ma la “bomba” stava per scoppiare: nel luglio 1992, quattordici anni dopo il primo colpo di piccone alla montagna, un ex membro di Damanhur informò le autorità su quanto stava avvenendo, ogni notte da tanti anni, nel cuore della montagna. I carabinieri, accompagnati dal procuratore di Ivrea, si precipitarono sul posto e minacciarono di far saltare il monte se non fosse stato rivelato loro l’accesso al tempio. La contrattazione fu estenuante e si concluse con la decisione, da parte di Falco, di aprire la porta segreta che permise alle autorità di entrare. ■ Quando riemersero dalla visita sotterranea, i carabinieri non riuscirono a trattenere l’emozione che era esplosa in loro a seguito dell’ispezione, e fu proprio il procuratore a confidare a Falco che qualcosa andava fatto per preservare una tale bellezza. Iniziò così una lunga battaglia per salvare questo edificio sacro. ■ I damanhuriani lanciarono una campagna mondiale, raccogliendo oltre centomila firme in Italia e consensi da ogni angolo della terra. Anche personaggi del mondo della cultura e della politica visitarono i Templi affinché appoggiassero la campagna per salvare questa straordinaria opera d’arte. Nel giugno del 1996, con il sostegno delle Belle Arti, il governo italiano approvò uno speciale emendamento a una legge che permise di legalizzare la struttura sotterranea. Dopo quattro anni di continue schermaglie, i Templi erano salvi! Adesso che il segreto era stato rivelato al mondo, la nuova sfida per i damanhuriani sarebbe stata quella di proteggerlo, permettendo allo stesso tempo al pubblico di ammirare questa magnifica opera sacra nel cuore della montagna. www.laltramedicina.it 7 9
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Il giramondo
Un’evoluzione inarrestabile Da quel lontano 1975 è stata percorsa tantissima strada, e il progetto iniziale si è evoluto al punto che oggi la Federazione di Damanhur è composta da oltre 25 comunità nelle quali vivono circa 600 persone, tra cui un centinaio di bambini e adolescenti nati a Damanhur. Gli insediamenti della Federazione nell'area della Valchiusella includono boschi, aree coltivate, zone residenziali e abitazioni private, laboratori artistici, atelier artigianali, aziende e fattorie. Oggi Damanhur è visitata annualmente da migliaia di persone, in buona parte stranieri.
Quando i sogni si realizzano Creare una società spirituale fondata sulla ricerca e sul fare, nella quale donne e uomini potessero sperimentare un nuovo equilibrio fra esseri umani, forze divine e naturali. Tutta la vita di Falco (nella foto) si è incentrata su questo obiettivo, pienamente realizzato a Damanhur. Oggi Falco non c’è più, ma la sua figura carismatica continua a guidare le scelte dei damanhuriani.
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Un “assaggio” dello splendore dei Templi dell’Umanità (in alto e a pagina 78)
Una comunità con molteplici interessi Riassumere in poche righe tutte le attività che vengono sviluppate a Damanhur è impresa ardua, ci vorrebbero intere pagine. Per chi fosse interessato ad avere un quadro esaustivo consigliamo il sito www.damanhur.info, nel quale ogni progetto viene presentato in modo approfondito. Ci soffermiamo soltanto su alcuni aspetti, decisamente innovativi. La salute secondo la tradizione damanhuriana. È caratterizzata da una concezione olistica e umanistica, per cui ogni individuo è il protagonista del proprio benessere fisico e spirituale. La “medicina” che va per la maggiore a Damanhur è la pranoterapia, che agisce sulla sfera energetica di ogni singola persona. Altre tecniche utilizzate sono la cromoterapia, la fonocromoterapia e il massaggio. Un discorso a parte merita la selfica: frutto della ricerca dei laboratori damanhuriani, le self sono strutture costitute da metalli, liquidi e inchiostri appositamente preparati. Esse possono
divenire strumenti intelligenti di guarigione lavorando in simbiosi con l’organismo. Ne parleremo presto su uno dei prossimi numeri de L’altra medicina magazine. I percorsi spirituali. Si articolano in varie forme, prendendo strade diverse che però si ricongiungono in un luogo comune: la ricerca spirituale deve essere strettamente connessa alla vita di ogni giorno. Grande spazio è concesso alla meditazione, intesa come una strada di conoscenza che prevede l’utilizzo di pratiche rituali e comporta una continua scelta. Educazione scolastica. L’obiettivo finale è quello di creare un ambiente nel quale “si impari a imparare”. La scuola damanhuriana copre le fasce di età dalla prima infanzia all’adolescenza fino alla terza media e nasce in seno all’Associazione di Promozione sociale "Damanhur Education" con l’ausilio di un gruppo di volontari e il riferimento pubblico dell'Istituto statale comprensivo di zona. Secondo una visione olistica della conoscenza, la Scuola pone il bambino al centro del percorso edu-
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Come e quando visitare Damanhur Sono molte le possibilità che offre la Federazione di Damanhur a chi voglia conoscerla da vicino. Si va dai 45 minuti per conoscere Damjl, primo insediamento damanhuriano, alle 4 ore che comprendono la visita ai Templi dell’Umanità, fino a un massimo di 5 giorni, durante i quali si può conoscere ogni angolo di Damanhur ed entrare in contatto con molte aree di ricerca. Per informazioni e prenotazioni telefono 0124.512236; welcome@olamidamanhur.com; www.damanhur.it
cativo. Attualmente, sono 140 i genitori – compresi alcuni abitanti della Valle, non cittadini di Damanhur – che hanno scelto per i propri figli la Scuola damanhuriana, ritenendola all’avanguardia come processo educativo e formativo. Feste ed eventi. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Chi si immagina la vita in comunità come fonte di tristezza e ripiegamento su se
Un momento di festa a Damjl, primo insediamento damanhuriano
stessi ha proprio sbagliato strada, almeno a Damanhur! Il gioco, il divertimento e la convivialità sono elementi che non possono mancare nella quotidianità damanhuriana. Tra i momenti più significativi, segnaliamo le feste dei solstizi e degli equinozi, le celebrazioni dei quattro ritmi della natura, il capodanno damanhuriano (31 agosto). Davvero bella la giornata dedica-
Un racconto in prima persona Stambecco Pesco (i damanhuriani, se vogliono, assumono un nome nuovo, di animale e di vegetale, per sottolineare il loro legame con le forze della Natura) vive da trent’anni a Damanhur. In questo libro ci racconta, con tono divertente e approccio sincero, come si svolge una giornata tipo in comunità. Da leggere, per capire come stanno realmente le cose.
Stambecco Pesco • La mia Damanhur euro Altri Paraggi Edizioni • 130 pagine • 10
ta alla “foto di popolo”, durante la quale migliaia di persone provenienti da tutto il mondo si ritrovano a Damanhur per una gigantesca fotografia di gruppo.
Il progetto “New Life” Se la lettura di questo articolo vi ha incuriosito e volete provare concretamente che cosa significhi vivere a Damanhur, c’è una bella opportunità per voi. Da qualche anno, infatti, è possibile diventare damanhuriani “a tempo”. Il progetto New Life prevede che le persone interessate si inseriscano nella vita dei nuclei comunitari per un periodo di tre mesi, partecipando alla stessa vita dei cittadini damanhuriani. Al termine dei tre mesi, si può accedere alla cittadinanza residente in prova oppure ritornare alla propria vita precedente. Nel giro di qualche anno sono arrivate duemila richieste, e 130 persone si sono inserite nel tessuto di Damanhur. Non è una vacanza, sia ben chiaro: a Damanhur si va per dare, piuttosto che per ricevere soltanto...
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