Strade su strade oltrepassano gli orizzonti, vanno lontano verso infinite mete e nessun ritorno. Ma il viaggio è celebrale. Io resto qui, e sogno mete antiche, angoli di vite mai vissute.
EMILIO GERARDO GIUGLIANO
Questione di prospettive
€ 8,00 € 18,00 ISBN ISBN 978-88-96171-02-8 978-88-6960-029-6
97 88869 600296
i poeti
Emilio Gerardo Giugliano È nato a Venosa (Potenza), città d’Orazio, è sposato con Paola e ha due figlie, Alessandra ed Emanuela; vive e lavora nel capoluogo lucano. Opera nel volontariato internazionale e ha maturato esprienze di cooperazione in Africa e America Latina. Animatore del CEACA (Centro animazione culturale “Antonio Aristide”) di Potenza, contribuisce all’organizzazione di premi letterari e cinematografici. Coltiva da sempre la passione per la poesia e la letteratura in generale. Ha inoltre pubblicato le sillogi poetiche: “Trasparenze”, “Fili di canapa” e “Succede di Notte”.
EMILIO GERARDO GIUGLIANO
Questione di prospettive
i poeti
INTRODUZIONE La poesia è un punto di vista, la testimonianza metaforica di un sentire. Fare poesia significa, infatti, sublimare un frammento di vissuto, personale o collettivo, liberandolo dalla finitezza del tempo e dalla voracità dell’oblio. La sensibilità di un autore, porosa e vulnerabile, si muove sempre inquieta a filo di realtà oscillando tra visione prospettica e dettaglio, trasfigurando in parola la complicata inesprimibilità del pensiero liberato dalla prosaicità della logica sequenziale del vivere binario. Diviso tra introspezione e bisogno di condividere, il poeta racconta senza essere onnisciente. Accetta consapevolmente il rischio ponderato di incarnarsi in un non finito emotivo, in continuo divenire che troverà compiutezza forse soltanto in un altro punto di vista, quello dei propri lettori. In questa terza raccolta di Emilio Gerardo Giugliano ritroviamo tutti i temi cari di un Autore capace di plasmare suggestioni di raffinata, pensosa e spesso dolorosa individualità come fossero però frammenti di un interrotto dialogo corale, universale: l’Amore, con le sue certezze smisurate e labili; la Notte, con le sue tonalità liriche capaci di destrutturare con chirurgica empatia le angosce e le illusioni insonni; la Natura, narratrice inquieta dell’eternità incompiuta e incompresa dell’uomo; l’Impegno, declinato sempre con la coerenza dolorosa di chi prova ancora a distinguere l’armonia di un’idea dal facile rumore; il Silenzio, compagno agognato di percorsi introspettivi nei meandri dell’inesprimibile; il Ricordo, equilibrista malinconico sempre in bilico tra abbandono e resilienza. Sprazzi di possibilità, scintille di infinito, narrazioni in versi, “(...) prospettive…. / che inquadrano orizzonti e tramonti, / che separano il vero dal falso, / il giusto e l’ingiusto /tracciando flebili linee / e nella mente scavano trincee”. Punti di vista. Domenico Bracucci 5
Succede di notte Succede di notte quando tutto è silenzio quanto tutto riflette la luce di stelle cadenti. Succede di notte, quando i sogni vagheggiano per camere buie e le alcove dardeggiano amori Accade di notte incrociare sogni volanti tra menti diverse e ansie riflesse in occhi insonni. E attendere l’oblio dei sensi, la pace interiore lontano dal mondo quel mondo lontano dai sogni.
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Il riposo della luna Posa il suo fianco sul monte, per cercare riposo nel suo vagare. Ăˆ un attimo! Ăˆ solo un attimo! La luna, di magia si veste e varca i confini d’orizzonti perduti.
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Nebbia L’impronta d’un piede il segno del tuo passo che alterna il destro il sinistro sul selciato fangoso del tuo cammino. E in fondo la meta: nebbia, nebbia.
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Le nuvole con un po’ d’Alda Merini - nessuno ne voglia - e dal De André Sul crinale dei monti innanzi alla luna e spinte da venti informi piovono le nuvole. Vanno Vengono a volte ritornano assumendo forme cangianti. Tornano all’agape originaria d’amori sudati trascinati nelle bufere dei sogni.
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Vanno vengono spesso si perdono nella disarmonia dei sogni. Sfidano gli occhi a rincorrerle, occhi sognanti di bimbi. Vanno vengono e poi scompaiono portate via dal vento.
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In attesa del giorno Fuori la porta un buio senza luci e il silenzio infetta quel che rimane del mondo. Non ho visioni, nessun tormento, niente ansia nel cuore attendo soltanto il giorno.
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Orizzonti scarlatti Taci, rifletti profonde caverne e viscere buie negli abissi di un Io che cerca se stesso. Non qui. Non è qui quel che cerci. E’ nel vento, tra nuvole multiformi oltre gli orizzonti scarlatti.
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Ricordo Al mio indimenticato amico Vincenzo B. Leggerti nell’animo oggi, lontano nel tempo, tra nubi di cera, bagni di pioggia, e riscoprirti polvere anima con corpo dolente. Il tarlo t’ha vinto, ma non per sempre. Eterno è il sentire, eterne le parole scolpite su pietra, e “oltre le nuvole” qualcuno t’attende.
VINCENZO BERILLO, nato a Potenza, secondo di cinque figli tra fratelli e sorelle; affetto dall’età di tredici anni da sclerosi multipla, diagnosticata soltanto nel’88, ha conseguito il diploma da geometra. Scomparso dopo lunghe sofferenze, ha lasciato due raccolte poetiche.
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Sensazione fuggente alle cinque del mattino Non è momento per scriver nulla. Le passioni s’appiattiscono e sfuggono al senso del bello. Non vivono vite nuove e decadono lentamente al solo riposo.
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Questione di prospettive Il tuo respiro accanto al mio, i tuoi sogni accanto ai miei. Sono gli stessi sogni, gli stessi confini, lo stesso osservare il mondo da diversi punti di vista. Questione di prospettive... che inquadrano orizzonti e tramonti che separano il vero dal falso, il giusto e l’ingiusto tracciando flebili linee e nella mente scavano trincee.
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Le luci dei poveri cristi Vedo luci lontane su balconi sospese Son quelle del Natale, in alternanza col buio. Accese e spente e poi nuovamente accese. Proiettano ombre d’abeti figure di Cristi in fasce. Piccoli Cristi increduli del mondo che loro seguì. Poveri Cristi offesi dall’ombra delle loro croci.
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A volte ritornano A volte ritornano sogni bislacchi, le ombre dell’Io presente, di quel che fu, dei mondi attraversati in silenzio, di quelli vissuti nell’ombra, solamente sfiorati, gli sguardi incrociati d’occhi azzurri. Che raccontano ciò che non s’è detto in silenzio, e, nel silenzio, sorridono.
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L’abbraccio Non una parola, non il tuo sguardo, non il tocco delle tue piccole mani può dirmi di più. Solo il tuo abbraccio di bimba, solo il tuo silenzio abbandonato al mio, che affonda in un attimo stanco a riempire di gioia il deserto.
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