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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO

n. 29 gennaio - aprile 2010, anno X - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.

periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

n u m e r o

v e n T I N O V E

PrOSSIMI CONGRESSI: 13° CONGRESSO INTERNAZIONALE SIES 10° CONGRESSO SCLEROTHERAPY C.P.M.A.: NELLA VITA REALIZZARE I PROPRI SOGNI È ANCORA POSSIBILE TRI-SITE BOLUS®: TECNICA PER UN LIFTING DURATURO DELLE GUANCE NUOVI PEELING NANOTECH A BASE DI AHA



LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunate di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, Ceccarelli Maurizio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Gennai Alessandro, Izzo Giuseppe Maria, Lucchini Giacomo, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Rigo Clara, Russo Rosalba, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea. Hanno collaborato: Bitelli Piera, Camporese Alessandra, Capone Stefania, Carey Wayne D., Carta M., Cavallini Maurizio, De Angelis Francesca, Fasola Elena, Franco Ciro, Frullini Alessandro, Ginetti Laura, Izzo Giuseppe Maria, La Vela Vanessa, Lavagno Lia, Mezzana Paolo, Pacilli Giuseppe, Palmieri Beniamino, Palmieri Isabella Pia, Scimè Ignazio, Tarantino Paola, Tretti Clementoni Matteo. Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: BetaGraf Spa È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b - 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Diffusione Nazionale:

Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: C.P.M.A. e C.E.D.A.

Distribuzione: 140.000 copie

RO 29 NUME RILE 2010 - AP IO A N EN 29 GNUMERO GENNAIO - APRILE 10 ANNO X

ANNO

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SOMMARIO

ARTICOLI

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Le iperpigmentazioni cutanee: proposta di trattamento con peeling chimico combinato e schiarente topico locale

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Rimozione dei Tatuaggi: Laser Q-Switched

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Lassità cutanea e rughe: esperienza di trattamento con radiofrequenza bipolare ed esapolare, QUAD™

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Aumento del seno con protesi di gel di silicone ad alta coesività Poly Implant Prothese

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Tri-Site Bolus®

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BODYTITE™: La radiofrequenza che scioglie il grasso e compatta i tessuti

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Epilazione con laser a diodi vacuum assistita: Rapporto Preliminare

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La terapia topica nell’aging vulvare

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Una rivoluzione nell’iniezione!

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Ultrasuoni, cavitazione e rimodellamento corporeo: efficacia e sicurezza

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Polytech health and aesthetics

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Smagliature

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Medicina Estetica e semeiotica medica: significato di un corso

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Nuovi peeling nanotech a base di AHA

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Ayurveda

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Kinesiotaping

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RUBRICHE e SPECIALI

Siamo nel 2010: chi avrebbe mai detto che...

PAGINA

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Nella vita realizzare i propri sogni è ancora possibile

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Sclerotherapy 2010

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Help for children

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Ciao Enrico

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La scomparsa di Enrico Follador “C “Ci C vediamo venerdì”, aveva detto Enrico Follador congedandosi quella domenica pomeriggio. Purtroppo, invece, venerdì non ci siamo sia a visti: un attacco cardiaco lo ha strappato all’affetto nostro e dei suoi cari nella notte fra il 9 e il 10 novembre. Enrico non era “solo” un amico; non era “solo” un ottimo medico; non era “solo” il motore della nostra Scuola: Enrico era tutto questo e tante altre ““s cose. Era l’incarnazione della passione per le scienze mediche, un docente appassionato che sapeva appassionare i suoi discenti, un medico sempre attento all’evoluzione delle tecniche senza perdere di vista il rapporto con il paziente. Il 15 novembre avrebbe dovuto tenere il suo corso dedicato all’intralipoterapia: si stava preparando con il consueto scrupolo, lui che peraltro conosceva la materia a memoria ed era uno dei massimi esperti, per non lasciare niente al caso, come sempre. Sarà dura ricominciare senza di lui, ma prima o poi lo faremo: Enrico avrebbe voluto così.


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Medicina Estetica

di Maurizio Cavallini Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva - Milano

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LE IPERPIGMENTAZIONI CUTANEE: PROPOSTA DI TRATTAMENTO CON PEELING CHIMICO COMBINATO E SCHIARENTE TOPICO LOCALE

e “macchie” iperpigmentate o discromie rappresentano uno dei più comuni inestetismi cutanei, possono essere più o meno evidenti, ma tendono comunque a localizzarsi prevalentemente nelle zone fotoesposte come viso, collo, decolleté e dorso delle mani. Le cause più comuni di macchie cutanee sono l’eccessiva esposizione solare, la gravidanza e/o l’assunzione di contraccettivi orali, l’applicazione di cosmetici e profumi nelle zone fotoesposte, alcuni farmaci foto sensibilizzanti, traumi e lesioni non adeguatamente protetti durante la fase di guarigione con schermi solari a protezione molto elevata e naturalmente, esiste una predisposizione genetica [1]. Attualmente è ancora diffuso l’approccio fai da te con prodotti cosmetici non sempre certificati e controllati negli ingredienti: anche per questo è importante che il medico riconosca nel paziente questa problematica e lo aiuti prima di tutto a capire la causa delle iperpigmentazioni e, se possibile, a rimuoverla e indirizzarlo adeguatamente verso la correzione dell’inestetismo. Sono attualmente sempre più diffuse e disponibili negli ambulatori di medicina estetica macchinari laser che mirano a eliminare la macchia in modo sempre più preciso e meno aggressivo, ma a volte non risultano efficaci in maniera adeguata (asportazione parziale,

troppo superficiale o profonda, esiti cicatriziali postrattamento, ecc.); inoltre, pur eliminandole anche con diverse modalità, le macchie tendono a ricomparire. Sembra infatti che abbiano una “memoria” e tendano a tornare in breve tempo soprattutto dopo esposizione ai raggi solari. TRATTAMENTI SUPERFICIALI RIPETUTI

Attualmente, nella personale pratica clinica, per permettere uno schiarimento progressivo, meno aggressivo e con maggiore controllo degli esiti, mi avvalgo della possibilità di utilizzare trattamenti peeling superficiali ripetuti [2-6]. Ritengo però molto importante anche l’abbinamento con un trattamento topico domiciliare da parte del paziente, mediante l’applicazione costante, e per almeno tre mesi, di un prodotto ad azione schiarente. Naturalmente il paziente deve essere informato che l’esposizione solare può favorire la ricomparsa della macchia, quindi consiglio sempre l’uso di una crema a schermo solare a protezione elevata. Nella personale esperienza del trattamento delle iperpigmentazioni mi avvalgo dell’effetto combinato di un peeling multilivello superficiale (Turnover Peel System Lightening) e di una crema topica schiarente (Amelan crema) da applicare localmente sulle macchie iperpigmentate, il tut-

Pre trattamento

to supportato da creme ad alto fattore di protezione. Turnover Peel Lightening è un originale peeling multilivello che fa parte di un particolare kit (Turnover Peel System) che permette di eseguire attraverso una sola applicazione il trattamento con più sostanze attive a diversi livelli, sfruttando al meglio il sinergismo d’azione dei suoi componenti. Il prodotto contiene tre sostanze ad azione peeling (acido salicilico, acido piruvico e acido retinoico) e due ad azione schiarente (Lumiskin-diacetil boldina e Sepiwhiteundecilenoil fenilalanina). L’acido salicilico è un β-idrossiacido che permette un’efficace azione cheratolitica negli strati più superficiali dell’epidermide, consentendo una riduzione dell’eccessiva desqua-

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LE IPERPIGMENTAZIONI CUTANEE: PROPOSTA DI TRATTAMENTO CON PEELING CHIMICO COMBINATO E SCHIARENTE TOPICO LOCALE

mazione e promuovendo l’estrusione dall’epidermide dall’eccesso di pigmentazione cutanea. L’acido piruvico, un cheto-idrossiacido, per il suo modesto peso molecolare penetra facilmente attraverso gli strati epidermici raggiungendo gli strati basali dell’epidermide fino al derma papillare e ha un’azione seboregolatoria e schiarente. L’acido retinoico è la forma di vitamina A naturale più attiva sugli epiteli. Il suo uso determina un notevole aumento del turn-over cellulare epidermico, oltre che agire in senso sinergico alle altre due sostanze in termini di schiarimento in quanto inibisce le tirosinasi e in parte il fattore di conversione del dopacromo. Lumiskin inibisce l’enzima tirosinasi mantenendolo in forma inattiva, mentre Sepiwhite è un antagonista del MSH (Melanocyte Stimulating Hormone) in quanto ha affinità per gli stessi recettori e pertanto inibisce la formazione di melanina a livelli ancora iniziali. Solitamente vengono effettuati clinicamente 4-6 peeling su un’area più vasta della sola macchia, ad esempio tutto il volto o tutto il dorso delle mani, ma si ripete l’applicazione solo sulla macchia anche due o tre volte nella medesima seduta, in

Risultato dopo 4 peeling (Turnover Peel Lightening) e applicazione topica domiciliare di crema schiarente (Amelan crema)

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modo da potenziarne localmente l’effetto. Il timing prevede una seduta di peeling ogni 2-3 settimane circa a seconda dei casi, preferibilmente da effettuare nella stagione autunnale-invernale con uso domiciliare di Amelan crema due volte al giorno (mattina e sera). Si tratta di un dispositivo medico innovativo con una particolare e originale associazione di ingredienti attivi, sicuri e ben tollerati, che schiarisce le macchie iperpigmentate della pelle, migliora la levigatezza e la luminosità della cute. La formulazione garantisce elevata dermotollerabilità e sicurezza d’impiego per la completa assenza di profumi e conservanti, ed è classificata come dispositivo medico. Il prodotto determina l’esfoliazione mediante l’azione di un tripeptide incapsulato in liposomi (denominato Perfection Peptide P3), che favorisce il naturale processo di desquamazione della cute inducendo un delicato peeling. L’utilizzo continuativo e quotidiano del prodotto permette quindi di ottenere nel tempo una pelle più liscia, una maggiore uniformità del colorito e luminosità della cute. L’IMPORTANZA DI TRANSCUTOL

AMELAN contiene un’innovativa associazione di ingredienti a effetto schiarente e un efficiente sistema veicolante le sostanze funzionali negli strati più profondi dell’epidermide, dove ha sede la formazione delle iperpigmentazioni. Si tratta di Transcutol, agente veicolante utilizzato in preparazioni anche di tipo farmaceutico. È in grado di incrementare la penetrazione transepidermica dei principi attivi e agisce con un duplice meccanismo: da un lato funge da carrier-trasportatore per gli ingredienti attivi, dall’altro agisce come riserva di ingredienti attivi per i trattamenti localizzati. Questa attività risulta particolarmente utile per favorire la depigmentazione delle macchie,

poiché i melanociti sono localizzati nello strato basale dell’epidermide. Il dispositivo contiene tre ingredienti attivi a effetto schiarente che interferiscono con la formazione di melanina a diversi livelli della sua produzione: 1. α-ARBUTINA, che determina una transitoria inibizione dell’attività dell’enzima tirosinasi. 2. LUMISKIN™, una soluzione di diacetyl boldine che mantiene nella forma inattiva l’enzima tirosinasi; 3. MELASLOW™, ingrediente naturale estratto dal mandarino giapponese che agisce come inibitore competitivo della tirosinasi e inibisce il processo di formazione dei melanosomi. L’associazione peeling chimico - crema schiarente - fotoprotezione permette il raggiungimento di buoni gradi di schiarimento delle iperpigmetazioni cutanee, evitando potenziali effetti collaterali sgradevoli dovuti a peeling più profondi e/o █ trattamenti laser. BIBLIOGRAFIA: 1.S.S.Bleehen - Disorders of skin colour. 1753-1795 Textbook of dermatology-Rook, Wilkinson, Ebling. Sixth edition 1998 2.Zakopoulou N, Kontochristopoulos G. Superficial chemical peels. J Cosmet Dermatol. 2006;5(3):246-53. 3.Cotellessa C, Manunta T, Ghersetich I, Brazzini B, Peris K. The use of pyruvic acid in the treatment of acne. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2004;18(3):275-8. 4.Wiest L Chemical peels in aesthetic dermatology] Hautarzt. 2004; 55(7):611-20 5.Ghersetich I, Brazzini B, Peris K, Cotellessa C, Manunta T, Lotti T. Pyruvic acid peels for the treatment of photoaging. Dermatol Surg. 2004;30(1):32-6. 6.Glogau RG, Matarasso SL. Chemical face peeling: patient and peeling agent selection. Facial Plast Surg. 1995;11(1):1-8

PER INFORMAZIONI:

Mastelli s.r.l. Officina Biofarmaceutica Tel: +39 0184.510950 Fax: +39 0184.510501 info@mastelli.com - www.mastelli.it


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CONGRESSO SIES

di Maurizio Cavallini Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva - Milano e Elena Fasola Medico Estetico, Specialista in Microchirurgia Vicepresidente dell’Arpleg - Milano

ccoci alla vigilia del 13° ConE gresso SIES che, come sempre, rappresenta un appuntamento imperdibile per tutti noi, per svariati motivi. PERCHÉ é sicuramente un momento in cui incontrare vecchi amici, con cui rinsaldare i vincoli di affetto e di scambio di opinione, su temi di interesse comune, basato sulle rispettive esperienze maturate negli anni di professione, e nuovi amici con cui aprire confronti sulle tematiche di vita e di lavoro, favorendo così nuove prospettive di ricerca, nonché di collaborazione. PERCHÉ é uno dei momenti italiani a carattere internazionale in cui, nello spirito del presidente, degli organizzatori, del comitato scientifico e dei preziosi e autorevoli ospiti e relatori, ci si può ricordare che parleremo di Scienza come Eticamente e Deontologicamente abbiamo promesso in tempi “non sospetti” al capostipite degli esimi colleghi: Ippocrate. PERCHÉ é un appuntamento che questo anno, più ancora delle edizioni precedenti, ci vedrà impegnati a seguire dibattiti, sessioni scientifiche e tavole rotonde che proporranno non solo le esperienze più importanti, ma anche gli approfondimenti su tematiche già conosciute e qui arricchite da contributi ancora più specialistici e anche da riflessioni sulla sicurezza nell’uso delle tecniche e dei prodotti a nostra disposizione nonché sull’Estetica propriamente detta che, non dimentichiamoci, é il leit-motiv della nostra vita professionale. Gli argomenti spazieranno dal perfezio-

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SIAMO NEL 2010: chi avrebbe mai detto che... namento delle tecniche riguardanti temi classici come l’uso estetico del botulino e dei fillers per il rimodellamento del volto, coordinato dall’amica Paola Rosalba Russo, all’attualissima terapia rigenerativa mediante l’uso di cellule staminali, fattori di crescita e PRP organizzata dai colleghi Salvatore Fundarò e Alessio Redaelli; da argomenti di Chirurgia Estetica (Fabio Ingallina, Alessandro Gennai e Paola Molinari) all’Intralipoterapia e al trattamento della cellulite (Crescenzo Di Donato); dalle novità nell’applicazione delle tecniche d’utilizzo di strumentazioni d’avanguardia come i Laser, ma non solo (Domenico D’angelo - Fabio Marini) alla Nutreceutica alla Biostimolazione (Isabella Pia Palmieri - Prof. Maurizio Ceccarelli); dalla sessione sui peeling e sulla gestione degli effetti collaterali (Giuseppe Maria Izzo e Maria Pia De Padova) dalla prevenzione e dalla cura di tutti gli inestetismi secondari alla patologia vascolare (Alessandro Frullini) agli argomenti di Medicina Legale (Federica Lerro - Pier Giovanni Rocchi); dalla Medicina Anti-Aging al ruolo della Medicina Estetica e della Chirurgia Plastica in tema di ringiovanimento dei genitali esterni femminili (Maurizio Cavallini Elena Fasola). PERCHÉ Proprio la grande trasversalità degli argomenti trattati e l’estrazione plurispecialistica dei relatori e dei coordinatori (medici estetici, dermatologi, chirurghi plastici, ginecologi, medici sportivi, ecc.) lo rende un evento pieno, completo, ricco di contenuti, sviluppato anche per ogni

esigenza d’aggiornamento. PERCHÉ sarà l’occasione nella quale noi medici potremo dedicare maggior tempo all’incontro con le aziende e viceversa, per conoscere il funzionamento di nuovi strumenti di lavoro, nuovi prodotti, alcuni dei quali presentati in anteprima nazionale, e innovative strategie di intervento nel campo della Medicina e della Chirur█ gia Estetica. GLI OSPITI INTERNAZIONALI Benslimane Fadh (MA) Braccini Frederic (F) Dalle Claude (F) Deprez Philippe (E) Di Blasi Saverio (YV) Lorkowska Precht Marzena (PL) Paraskevas Antoine (GR) Pinta Hector Gustavo (RA) Santos Clara (BR) Stan Constantin (R) Trevidic Patrick (F) ( )

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Rimozione dei Tatuaggi: Laser Q-Switched

Medicina Estetica

di Paolo Mezzana Chirurgo Plastico - Roma

I

tatuaggi vengono praticati fin dalla preistoria e si dividono in due macro-gruppi: tatuaggio sociale (etnico: appartenenza tribale; sociale: guerrieri e nobili; simbolico: sentimentale, sessuale, religioso) e tatuaggio con finalità ricostruttive o estetiche. Alcune volte il tatuaggio può essere causato da un trauma, dovuto per esempio a una esplosione o una caduta sull’asfalto, con conseguente deposito di particelle metalliche, detriti o carbone al di sotto della cute. Il tatuaggio viene effettuato mediante il deposito di pigmenti colorati sotto la superficie cutanea. Negli Stati Uniti è stimato che siano tatuate più di dieci milioni di persone. Nonostante la diffusione a livello mondiale di questa pratica, sono in molti oggi a desiderare la rimozione dei tatuaggi. Un terzo delle persone tatuate, nell’arco della propria vita, decide di rimuovere il tatuaggio. Alcuni ricercatori hanno comparato i risultati di uno studio condotto nel 1996 con quelli di uno studio effettuato nel 2006 per verificare come le persone si sentissero con i loro tatuaggi. I partecipanti sono stati valutati in 4 cliniche dermatologiche in Arizona, Colorado, Massachusetts e Texas. Lo studio è stato condotto da Myrna L. Armstrong, RD, EdD, della Texas Tech University Health Sciences Center. Circa un quinto delle persone tatuate risulterebbe “infelice” del proprio tatuaggio . Nello studio del 2006 i ricercatori intervistarono 196 persone tatuate: 130 erano donne e

66 uomini. È stato rilevato che oggi un numero maggiore di donne (69%) rispetto agli uomini (31%) chiede di rimuovere i tatuaggi. Secondo lo studio americano del 2006, l’età media di una donna con tatuaggio era tra i 24 e 29 anni; si trattava per la maggior parte di donne di colore bianco, colte e non sposate. Le principali motivazioni che le spinsero a richiedere una rimozione del tatuaggio erano le pressioni ricevute da altre persone o il fatto di togliere un “marchio” sociale. E ancora lo studio riporta che le sei ragioni principali, in ordine di percentuale, che spingono una persona a richiedere la rimozione del tatuaggio sono: • 58% soltanto perché hanno deciso di rimuoverlo; • 57% imbarazzo; • 38% immagine scadente del proprio corpo; • 38% nuovo lavoro/carriera; • 37% problemi con l’abbigliamento; • 25% marchio “datato”.

Prima

Dopo

DAGLI EGIZIANI IN POI

I primi tentativi di rimozione di un tatuaggio risalgono all’Antico Egitto, come si evince dai reperti trovati su alcune mummie. Nel corso degli anni molti trattamenti sono stati effettuati nel tentativo di rimuoverli, come l’escissione chirurgica, l’uso di agenti esfolianti, la distruzione con il freddo o il caldo, la dermoabrasione, ma spesso l’inefficacia e gli esiti cicatriziali sono risultati altrettanto indesiderabili per i pazienti quanto i tatuaggi stessi. Oggi, con l’avvento dei laser Q-Switched (quality-switched),

è possibile rimuovere efficacemente i tatuaggi indesiderati senza lasciare esiti apprezzabili. Dal punto di vista clinico, quando si trattano i tatuaggi è molto importante determinare il “tipo” di tatuaggio con particolare riferimento al colore. Dal momento che i tatuaggi sono formati da vari colori di inchiostro e varie composizioni di tinture, la risposta ai trattamenti laser non è la stessa. I tatuaggi possono essere catalogati come segue: 1. Tatuaggi professionali effettuati con un apposito dispositivo (pistola); 2. Tatuaggi amatoriali generalmente non effettuati da professionisti con l’utilizzo di inchiostro indiano o carbone. Questi tatuaggi appaiono di colore grigio o blu-nero; 3. Tatuaggi da trauma a seguito di penetrazione di particelle estranee nella pelle; 4. Tatuaggi estetici, generalmente effettuati in Istituti di bellezza come “trucco permanente”. Sono tipicamente inchiostri neri, marroni, tinta ruggine o rossi, contenenti ferro o ossido di titanio. Bisogna prestare particolare attenzione per questo tipo di tatuaggio, in quanto si scuriscono quando vengono trattati con il laser; 5. Tatuaggi medici, applicati come guida per trattamenti con radiazioni o per impianto di dispositivo medico interno. I laser Q-Switched hanno la capacità di emettere alte energie in tempi molto brevi, nell’ordine di nanosecondi. L’energia, la durata dell’esposizione e la lunghezza d’onda dei laser in generale influenzano la risposta biologica. Differenti componenti del tessuto (acqua, emoglobina, melanina e altri pigmenti) assorbono

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Rimozione dei Tatuaggi – Laser Q-Switched

la luce preferenzialmente a diverse lunghezze d’onda. Quindi la scelta della lunghezza d’onda influenza la selettività del trattamento con laser. L’energia luminosa può essere utilizzata per danneggiare selettivamente alcuni componenti della pelle. I principi di questa interazione luce-tessuto comprendono la riflessione, l’assorbimento, la diffusione e trasmissione di luce nella cute, gli effetti dell’energia termica risultanti dall’assorbimento e le conseguenti risposte alla lesione. L’utilizzo del sistema Laser Q-Switched-STORM (Nd-Yag laser duplicato 1064-532 nm) è basato sulla foto-ablazione del target, con un minimo danno dei tessuti circostanti. È stato sviluppato per la rimozione delle lesioni pigmentate benigne e dei tatuaggi. Per quanto riguarda la rimozione dei tatuaggi, il target è l’inchiostro del tatuaggio. Per le lesioni pigmentate, il target è la melanina. La lunghezza d’onda superiore (1064 nm) è indicata per il trattamento di tatuaggi neri e blu scuri, mentre con quella inferiore (532 nm) si possono trattare le tonalità rosa, rosse e violette. Le alte energie, emesse in tempi brevissimi, permettono di frantumare le particelle di colore all’interno della cute, senza che venga sviluppato un danno termico nei tessuti circostanti. La frantumazione del pigmento ne induce probabilmente la fagocitazione da parte dei macrofagi, con conseguente naturale eliminazione tramite il sistema immunitario. I VANTAGGI

Il vantaggio di questo sistema laser è quindi la durata molto breve dell’impulso. A pochi nanosecondi, la durata dell’impulso è più breve del tempo di rilascio termico del target.

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Per gli inchiostri dei tatuaggi questo tempo di rilascio è di poche centinaia di nanosecondi. Simile anche per la melanina. L’impulso breve combinato con il più lungo tempo di rilascio termico del target assicura che i target crescano rapidamente di temperatura con un’espansione di volume molto veloce (effetto foto-acustico) che produce la frantumazione del target in piccole particelle. Questo meccanismo non è in grado di trasferire calore al tessuto circostante, incrementando la sicurezza del trattamento. Prima di ogni trattamento è indispensabile un’attenta valutazione del paziente comprendente l’analisi del tipo di tatuaggio da rimuovere (colore-tipo e da quanto tempo è stato effettuato) come sopra descritto, un test cutaneo su una piccola area, la documentazione fotografica e il Consenso Informato. L’obiettivo clinico ideale è ottenere, attraverso impulsi a 1064nm, un effetto “neve laser”, cioè la precipitazione di molecole, indotta dal passaggio di un raggio laser che si traduce in uno schiarimento della pelle dell’area trattata. Trattamenti a 532nm producono una risposta più evidente dei tessuti. L’effetto “neve laser” talvolta produce emorragie petecchiali e porpora. Immediatamente dopo il trattamento ci sarà uno scolorimento del rosso della pelle. Potrebbe verificarsi un leggero sanguinamento e/o la formazione di vesciche. Questo normalmente dovrebbe scomparire in 7-10 giorni. Il tatuaggio apparirà con contorni indefiniti e inizierà il processo di rimozione nel corso del mese successivo. Quasi tutti i tatuaggi richiedono ripetuti trattamenti per ottenere l’eliminazione, e sono generalmente programmati ogni 4 settimane. In genere sono necessarie tra le 5 e le 10 sedute per ottenere buoni risultati. I risultati hanno registrato un progressivo schiarimento del tatuaggio fino alla sua scomparsa in molti casi e un’assenza di esiti cicatriziali evidenti. Per quanto riguarda le complicanze, non si sono osservate com-

plicanze permanenti; talvolta edema persistente e lieve eritema che sono durati sette giorni circa. Nei pazienti di carnagione scura, ipopigmentazione transitoria della cute trattata. In merito alle controindicazioni, citiamo le principali che riguardano gravi alterazioni metaboliche, gravidanza, importanti malattie della cute, precedente reazione allergica all’impianto del pigmento. Infine, per alcuni casi complessi, come i tatuaggi su aree cutanee estese con alta densità di colore, si deve procedere effettuando un trattamento a bande parallele, come per gli angiomi estesi, risparmiando alcune aree cutanee, che verranno trattate in un secondo momento. Il sistema STORM Q-Switched laser a impulso breve rappresenta attualmente il “gold standard “ dei trattamenti di rimozione dei tatuaggi, prestazione sempre più richiesta dal pubblico allo studio medico-estetico, chirurgo plastico o dermatologo, caratterizzato da un’alta percentuale di sicurezza ed efficacia accompagnate da una versatilità del sistema, indicato anche per il trattamento delle █ lesioni pigmentate benigne. BIBLIOGRAFIA: Geronemus R.G., “Q-switched Nd:YAG laser removal of eyeliner tattoo”, J. Am. Acad. Dermatol., 1996, 35, 101-2. Goldberg D.J., “Laser Tx Aimed at benign pigmented lesions”, Dermatology times, Vol. 15, N° 7, July 1994. Alster T.S., Williams C.M., “Treatment of nevus of Ota by the Q-switched Alexandrite laser”, Dermatol. Surg., 1996, 21, 392-396. Alster T. S., Q-switched alexandrite laser treatment (755 nm) of professional and amateur tattoos”, Journal of the American Academy of Dermatology, Vol. 33, N° 1, 1995.Reid W. H., Miller I.D., Murphy M.J., Paul J.P., Evans J.H., “Q-switched ruby laser treatment of tattoos; a 9-year experience”, British Journal of Plastic Surgery, 1990, 43, 663-669. Armstrong, M. Archives of Dermatology, 2008; vol 144: pp. 879-884. JAMA news release.

PER INFORMAZIONI: 800 812 017 www.smei.it


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Medicina Estetica

Lassità cutanea e rughe: esperienza di trattamento con Radiofrequenza Bipolare ed Esapolare, QUAD™

di Isabella Pia Palmieri Specialista in Chirurgia Plastica - Messina Docente C.P.M.A VALET - Bologna

Il rinnovamento e la stimolazione dei tessuti cutanei con metodiche non invasive è una delle sfide tecnologiche del momento, in alternativa a procedure chirurgiche sicuramente più radicali ma decisamente più aggressive e con tempi di recupero più lunghi. Il rinnovamento non ablativo della pelle con la radiofrequenza è una tecnica atta al ringiovanimento cutaneo attraverso la formazione di nuovo collagene come effetto di un riscaldamento cutaneo controllato

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ttualmente l’impiego della Radio Frequenza in medicina, metodica di ringiovanimento non ablativo facile come applicazione e gestione del paziente, è rivolto essenzialmente al trattamento della lassità cutanea del corpo e delle rughe sottili del volto. La radiofrequenza utilizzata dal sistema QUAD™ viene erogata da un manipolo bipolare per il viso ed esapolare per il corpo. Caratteristica del manipolo è una svasatura centrale che trattiene una plica di pelle compresa tra gli elettrodi, così che il rilascio di energia viene localizzato esattamente nella porzione di tessuto da trattare.

Radiofrequenza con QUAD™: meccanismo d’azione e metodo

L’energia elettromagnetica erogata dall’apparecchiatura QUAD™ è caratterizzata da una specifica frequenza, misurata in Hertz (Hz). L’energia attraversa il tessuto cutaneo creando un movimento di elettroni, si sviluppa così energia termica, espressa in Joule, secondo la formula (J = I x R x T). La quantità di calore generato è dipendente dall’impedenza della pelle (R) (cioè la resistenza al

Fig. 1: paziente donna pre trattamento

passaggio di energia), dall’intensità della corrente erogata (I) e dal tempo di esposizione alla radiofrequenza (T). L’ erogazione di radiofrequenza tra i due elettrodi in plica produce energia termica, dovuta all’impedenza del tessuto, con un calore tra i 55 e i 65 gradi centigradi a livello dello strato

reticolare del derma. L’effetto biologico è una denaturazione delle fibre collagene, con conseguente contrazione delle stesse a 360° e riorganizzazione delle linee di tensione cutanea in modo fisiologico. Successivamente si ha un’induzione di sintesi di collagene di tipo 1 per stimolazione dell’attività dei

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e consistenza, con conseguente riduzione delle linee e rughe più profonde. Conclusioni

Fig. 2: paziente donna post trattamento con Radiofrequenza QUAD™ Foto gentile concessione Dr.ssa Palmieri

fibroblasti nel normale processo di autoriparazione del derma. Si è utilizzata la tecnologia QUAD™ Bipolare ed Esapolare per trattare 12 pazienti con un livello di lassità cutanea contenuto nel corpo e con rughe sottili nel volto. Non è stato necessario valutare il fototipo per la sicurezza che la metodica presenta. Alle nostre pazienti abbiamo applicato un gel conduttivo sulla pelle, così da ottimizzare il rilascio di energia e annullare eventuali surriscaldamenti. La durata della pulsazione scelta è di 3 secondi, in modalità automatica. Le pazienti trattate hanno evidenziato una buona rivitalizzazione cutanea, con miglioramento del tono e dell’elasticità ottimale dopo 3/5 mesi; la cute rinnovata appariva più spessa e tonica per

l’aumento delle fibre di collagene nel derma. L’aumento moderato della temperatura non ha provocato gravi effetti collaterali, ma ha migliorato la qualità del derma e il colorito per induzione di processi vasoattivi con maggiore perfusione del plesso sub papillare del microcircolo cutaneo. I benefici della radiofrequenza sono quindi progressivi e apprezzabili nel medio periodo, fra i 3 e i 6 mesi, lì dove la produzione di collagene a opera dei fibroblasti diventa visibile. La contrattura delle fibre di collagene offre invece un immediato effetto tensore e, nel corso dei mesi successivi ai trattamenti, si apprezzano i benefici principali della metodica: il tessuto cutaneo è più tonico e la pelle acquista spessore

Fig. 3 e 4: Paziente donna pre e post trattamento con Radiofrequenza QUAD™ Foto gentile concessione Dr.ssa Palmieri

L’impiego della RF porta a un ispessimento del derma reticolare, a una notevole neocollagenesi per stimolazione dell’attività fibroblastica, a un miglior scambio di sostanze fra tessuti e vasi sanguigni, a una riduzione progressiva delle ghiandole sebacee e a un miglioramento del turgore e del tono cutaneo. La radiofrequenza bipolare non è assolutamente dolorosa e si è dimostrata molto efficace, inoltre non si rende necessaria la degenza né l’anestesia. Per l’assoluta non invasività della tecnica, possono essere praticati altri trattamenti estetici in sinergia senza che vi siano interazioni; la radiofrequenza è un trattamento adatto a ogni periodo dell’anno e l’esposizione al sole non limita i vantaggi. Il sistema utilizzato con QUAD™ realizza un miglioramento della qualità della cute sensibile in termini di tono e riduzione delle rughe sottili e offre un’ottimale sinergia con altre procedure, chirurgiche e non, per il ringiovanimento cutaneo. L’esperienza clinica con Radiofrequenza Bipolare QUAD™ è stata realizzata attraverso un protocollo che prevede 6 sedute, con cadenza settimanale ognuna, osservando che l’intervallo medio di 6-7 giorni ottimizza il risultato vi█ sibile. PER INFORMAZIONI:

M&T Srl – Medical&Technology Sede Commerciale: Via degli Olmetti, 18 00060 Formello, Roma Tel: +39 06 90.75.542 info@medical-technology.it www.medical-technology.it

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Medicina Estetica

di Ignazio Scimè Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia d’urgenza Master in Chirurgia Estetica Università di Milano Palermo, Catania, Milano

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’ aumento del seno e la ricostruzione con impianti hanno sempre rappresentato un’autentica sfida, sia per i chirurghi sia per le ditte produttrici, per ottenere la forma più naturale del seno. L’aumento del seno viene praticato sin dalla fine del XVIII secolo tramite l’iniezione di varie sostanze, con risultati estetici catastrofici. All’inizio degli Anni 50, con il crescere delle richieste, si sono cercate nuove soluzioni arrivando all’uso di impianti mammari che hanno però determinato numerose complicanze a fronte di risultati estetici spesso insufficienti. Soltanto nel 1963, Cronin e Gerow misero a punto un guscio esterno in elastomero di silicone riempito di gel di silicone. Questi impianti sembrarono ben tollerati e avevano complicazioni inferiori agli altri materiali precedentemente utilizzati. Da allora a oggi gli impianti mammari hanno subito molteplici modifiche, al fine di ridurre complicanze e risultati estetici non soddisfacenti. Si è quindi assistito alla nascita di nuove protesi testurizzate e microtesturizzate con doppia camera, che hanno determinato una drastica riduzione della trasudazione del gel di silicone e conseguentemente della contrattura capsulare. Anche la consistenza del gel degli impianti è diventata sempre più coesiva, pur mantenendo una naturale morbidezza. L’uso di impianti protesici ad alta coesività ha sicuramente ridotto l’incidenza della contrattura capsulare. Secondo una teoria condivisa con alcuni autori brasiliani (Bozola 2009), l’uso di protesi al gel di silico-

AUMENTO DEL SENO CON PROTESI DI GEL DI SILICONE AD ALTA COESIVITÀ POLY IMPLANT PROTHESE ne ad alta coesività, esprimendo una forza centrifuga dal centro della protesi verso i tessuti, si oppone a una reazione di contrazione degli stessi tessuti mammari diminuendo così sensibilmente la comparsa di una delle più frequenti complicanze che inducono quasi il 5% delle pazienti portatrici di protesi a essere rioperate. L’autore chirurgo ha utilizzato frequentemente negli ultimi tre anni queste nuove protesi per interventi di chirurgia estetica del seno in circa 150 casi. Le caratteristiche di queste protesi sono: • forma molto naturale; • morbidezza dell’impianto a lungo termine; • ottima proiezione del CAC; • percentuale molto bassa dell’incidenza della contrattura capsulare; • alto livello di soddisfazione della paziente; • ottima durata dell’impianto; • riduzione della percentuale di reinterventi. Sono state utilizzate protesi rotonde a profilo ultra-alto e anatomi-

che della società Poly Implant Prothese, riempite di gel di silicone ad alta coesività e microtesturizzate. La microtesturizzazione è effettuata con procedimento a granuli di zucchero. La densità della testurizzazione è approssimativamente di 150 pori/pollice. La profondità del poro è approssimativamente pari a 50 micron. Vari articoli pubblicati dal 1987 dimostrano che le protesi testurizzate diminuiscono in maniera molto sensibile la percentuale di formazione di capsule. RISULTATI CLINICI E COMPLICANZE

In tre anni sono stati effettuati 130 impianti con protesi rotonde per interventi di chirurgia estetica e 20 impianti con protesi anatomiche. La preferenza per le protesi rotonde nasce dal convincimento di un migliore risultato estetico se ben posizionate e da una minore incidenza di anomalie di forma della mammella per eventuale rotazione delle protesi anatomiche. L’età delle pazienti va dai 19 ai 62 anni, mentre le dimensioni delle protesi da 270cc a 470 cc.

Mastoplastica additiva con protesi al gel di silicone Anatomique

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AUMENTO DEL SENO CON PROTESI DI GEL DI SILICONE AD ALTA COESIVITÀ POLY IMPLANT PROTHESE

Gli impianti mammari sono stati posizionati principalmente in sede retroghiandolare quando il pinch test era superiore a 2 cm e quindi vi era un involucro ghiandolare sufficiente a coprire la protesi. In altri casi si è utilizzata la sede sotto fasciale e in altri ancora la retro pettorale con tecnica “Dual Plain” di II° grado. In genere le dimensioni delle protesi mammarie sono state scelte in base alla misura della base mammaria e alla misura della coppa prevista, valutando sempre che il tessuto esistente sia sufficiente a coprire adeguatamente l’impianto. Infatti, qualora la paziente desideri una protesi mammaria troppo grande per le dimensioni del torace bisognerà informarla del rischio che i bordi dell’impianto risultino visibili dopo l’intervento, e che protesi mammarie troppo grandi possono accentuare gli effetti della gravità, accelerando la perdita di turgore e l’afflosciamento del seno. L’intervento viene eseguito creando una tasca adeguata alla protesi per permettere all’impianto di essere posizionato in modo corretto ed effettuando un’attenta emostasi, in modo da ridurre eventuale comparsa di ematomi o addirittura la dislocazione dell’impianto. Generalmente abbassiamo il solco sottomammario di almeno 1-1,5 cm per permettere il posizionamento naturale dell’impianto, evitando lo spostamento verso l’alto del seno con un risultato alquanto sgradevole. Per meglio definire il concetto, possiamo dire che posizioniamo il 60% del volume della protesi nel polo inferiore e soltanto il 40% nel polo superiore. I punti di repere normalmente presenti sulla superfice micro testurizzata delle protesi ci guida nel posizionamento e nel corretto orientamento dell’impianto. Il posizionamento sottomuscolare richiede Protesi in gel di silicone Anatomique

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una convalescenza leggermente più lunga e può risultare più doloroso, di contro i vantaggi consistono in una minore palpabilità della protesi e in una maggiore naturalezza del seno. Il posizionamento sottoghiandolare abbrevia la convalescenza e risulta poco doloroso. Tuttavia questo tipo di posizionamento, che normalmente può avere come conseguenza protesi più palpabili, nelle pazienti in cui abbiamo utilizzato le protesi micro testurizzate della P.I.P. ha dato un buon risultato estetico con mammelle molto naturali. I siti di incisione che abbiamo utilizzato sono soprattutto quello periareolare e il sottomammario. Per scelta personale non utilizziamo la via ascellare. La periareolare risulta molto nascosta e poco evidente, per cui la preferiamo alla sottomammaria, anche se questa può interferire con l’allattamento al seno. L’intervento lo eseguiamo normalmente in regime di Day Hospital con degenza di 24 ore nella sala operatoria della clinica. Preferiamo effettuare l’intervento in anestesia generale o anche in locale con blocco degli intercostali associato a sedazione. Di norma l’intervento ha una durata di circa 1 o 2 ore. Dopo aver praticato l’incisione e creato la tasca per la protesi, inseriamo l’impianto e - dopo aver posizionato i drenaggi in aspirazione - si chiude l’incisione con sutura a tre strati; tessuto ghiandolare con 3/0 di Vicryl, il sottocuteneo con Vicryl 4/0 e la cute con una intradermica in Prolene 4/0. Come terapia medica intraoperatoria effettuiamo una cefalosporina ev. e dopo l’intervento si continua per via orale per altri 5 giorni. I drenaggi di aspirazione vengono applicati e mantenuti per 2 giorni. Nel post-operatorio consegniamo un protocollo di massaggi che la paziente dovrà effettuare giornalmente ogni 2 ore circa. I risultati clinici sono stati valutati secondo detti parametri: • morbidezza dell’impianto; • forma del seno;

• percentuale dei casi di contrattura capsulare; • livello di soddisfazione delle pazienti. Nei suddetti casi abbiamo avuto una notevole riduzione dell’incidenza della contrattura capsulare, sia che le protesi siano state posizionate in sede sottomuscolare, sia in quella sottoghiandolare. La percentuale di contratture si è avvicinata all’1% nella scala di valutazione 3° di Baker. Il livello di soddisfazione delle pazienti con l’utilizzo di queste protesi è molto più alto rispetto all’aumento del seno tramite l’utilizzo di altre protesi. Secondo le opinioni delle pazienti, la proiezione e la morbidezza sono i migliori risultati che si ottengono. EFFETTI INDESIDERATI E COMPLICANZE

Come ogni intervento chirurgico, questa operazione comporta rischi spesso dipendenti da parametri personali: ematoma, infezione, accumulo di liquido, capsula o guscio peri-protesico, rottura dell’impianto, asimmetria, spostamento della protesi. Nelle pazienti operate abbiamo avuto un solo caso di ematoma regredito spontaneamente, nessuna infezione seria, una sola contrattura capsulare 3° grado di Baker, nessuna rottura dell’impianto e nessuna asimmetria. █ PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Ignazio Scimè Tel. +39 331 42.55.606 scignazio@libero.it

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Medicina Estetica

di Wayne D. Carey MD Divisione di Dermatologia McGill University - Montreal, Canada Revisione a cura di Paola Molinari Medico Estetico - Modena

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’area che comprende la parte superiore della guancia e la palpebra inferiore è un riferimento importante per determinare la giovinezza del viso, in quanto all’inizio del processo di invecchiamento vi si possono rilevare i primi segni di cedimento. In passato è stata trascurata dai chirurghi estetici: il lifting classico del viso non viene eseguito in questa zona e la blefaroplastica della palpebra inferiore, sebbene possa rimuovere l’eventuale deposito lipidico in eccedenza, viceversa non ripristina lo svuotamento della guancia o la floridezza cutanea giovanile [1]; potrebbe addirittura dare all’area un aspetto più scavato. Più recentemente, la blefaroplastica di rialzo del grasso sotto la palpebra inferiore e sulla parte superiore della guancia (SOOF) o gli interventi di mid-face lifting con tecnica di SMAS hanno attenuato gli effetti dell’invecchiamento sulla zona centrale del viso [2]. Altre tecniche includono gli innesti di lembi contigui peduncolati nei cuscinetti adiposi del viso, il riposizionamento del grasso orbitale, le lipoiniezioni e gli impianti di ricostituzione guance [1-3-4-5]. Sono stati fatti tentativi iniettando piccole quantità di acido ialuronico (HA) con tecnica di iniezione lungo la piega o a piccole gocce nella regione del canale lacrimale per rendere Fig. 1 e 2: Visibili borse malari

Tri-Site Bolus® Tecnica per un lifting duraturo delle guance della palpebra inferiore mediante iniezioni profonde di acido ialuronico ad alte dosi

meno accentuata questa zona. Più recentemente, sono state eseguite con un ago da 16 gauge iniezioni più profonde di acido ialuronico, con un prodotto costituito da particelle di gel di dimensioni doppie rispetto a quelle di un altro prodotto precedentemente utilizzato. La durata di quest’ultimo è generalmente di 6–12 mesi [6]. L’autore desidera segnalare una tecnica nuova, chiamata Tri-Site Bolus®. Utilizzando questa tecnica con gel di HA disponibili in commercio e un ago da 27 gauge, è possibile alzare, rendere meno evidente o eliminare il canale lacrimale, scolpire le guance per restituire al volto un aspetto giovanile e, in molti casi, eliminare la necessità di esecuzione della blefaroplastica della palpebra inferiore creando un continuum naturale fra la palpebra inferiore e la guancia. La sostanza viene iniettata perpendicolarmente al piano cutaneo come un bolo circoscritto nel tessuto sottocutaneo profondo o nella zona sopra il periostio, per creare depositi profondi in tre siti specifici, formando strutture di sostegno o piloni. Questi piloni di HA creano un ponte di sospensione che alza i tessuti a livello superiore e ripristina la prominenza anteriore nella zona centrale del viso. A seconda del grado di atrofia, vengono iniettati più ml di acido ialuronico per

lato. Oltre 600 pazienti di età compresa fra 21 e 85 anni sono stati trattati utilizzando la tecnica Tri-Site Bolus®. Inizialmente i pazienti sono stati trattati con due prodotti in commercio a base di acido ialuronico e successivamente con Teoxane Teosyal® Ultra Deep. Tecnica

Il paziente è seduto eretto durante la procedura, con la persona che esegue l’iniezione a livello dell’occhio. Vengono iniettati bassi volumi di Xylocaina® (0,1 ml) senza adrenalina per bloccare il nervo infra-orbitale; l’anestetico non viene usato per interventi di piccola entità, e in ogni caso si utilizza in piccole quantità per minimizzare qualsiasi deformazione determinata dall’anestesia. Non viene usata adrenalina in quanto la vasocostrizione che ne deriva può distrarre durante l’analisi della zona. Il medico esercita inizialmente una pressione di pre-iniezione con le dita nella zona centrale della guancia, alzando leggermente il tessuto per dimostrare al paziente il miglioramento atteso e per determinare il numero approssimativo di prodotto necessario. Con l’esperienza è possibile valutare, di solito con una sola siringa, la quantità di filler necessaria. Con una mano l’operatore inserisce l’ago a 90 gradi rispetto alla superficie cutanea in tre siti specifici nel tessuto sottocutaneo profondo nella regione sopra il periostio. L’ago rimane in una posizione fissa durante l’iniezione; l’altra mano è posizionata sul volto del paziente per controllare la diffusione

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Fig. 3 e 4: 1 ora dall’utilizzo della tecnica Tri-Site Bolus®, senza anestesia

dell’acido ialuronico. L’infiltrazione viene effettuata molto lentamente. Non è necessario massaggiare il tessuto, a meno che non sia stata iniettata troppa sostanza; usando il tipo corretto di HA, una buona tecnica di iniezione e selezionando il punto di iniezione adatto, raramente si formano noduli visibili. È possibile trattare la zona utilizzando più ml per lato. Questo ricostruisce l’area della guancia e degli zigomi, rende meno evidenti e spesso rimuove le borse delle palpebre inferiori eliminando il distacco fra la guancia e la palpebra inferiore. Anche l’area del canale lacrimale viene migliorata e alzata in una posizione più elevata, oppure eliminata. In molti casi si osserva spesso un miglioramento del solco naso-labiale, reso meno accentuato, in quanto il tessuto viene sollevato dall’espansione volumetrica della guancia. La prima iniezione è di solito nei pressi della posizione del nervo infra-orbitale, la successiva nell’area degli zigomi e l’ultima nell’area mediale del solco naso-giugale. Dopo aver iniettato una certa quantità di sostanza nella linea mediana, avviene un rialzo improvviso del canale lacrimale che viene asportato o reso meno evidente. In molti casi, dove sarebbe stato necessario effettuare una blefaroplastica della palpebra inferiore, la tecnica Tri-Site Bolus® non ha reso necessaria questa procedura. Dopo la rimozione dell’ago, si eserFig. 5: tocco finale sulle linee naso-labiali

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cita una pressione delicata sulle aree per rendere minima l’emorragia. In alcuni casi la stessa tecnica di bolo potrebbe essere usata nella zona della guancia inferiore per armonizzare i risultati. Effetti collaterali

Gli effetti collaterali più comuni sono gonfiori e lividi dopo l’iniezione. Teoricamente esiste il rischio di effettuare un’iniezione endovasale o procurare un danno nervoso; tuttavia, secondo l’opinione di chirurghi oculoplastici, la circolazione collaterale in questa zona è talmente buona che la necrosi tissutale è molto improbabile (JF Faure, comunicazione personale). Sostanze in eccesso iniettate nel punto mediale in pazienti con nasi piccoli o aree malari perinasali prominenti possono dare un aspetto da “naso rotto”. È sempre possibile eseguire successivamente una correzione con un massaggio “pesante” o iniezioni di ialuronidasi. Discussione

L’invecchiamento dell’area centrale del viso è caratterizzata da diversi fattori, in particolare ptosi del tessuto molle, atrofia del tessuto adiposo della guancia, piega naso-labiale, accentuazione del canale lacrimale, dei solchi naso-labiali e borse delle palpebre inferiori. La maggior parte delle persone di peso normale presenta alcuni segni visibili di questi cambiamenti intorno ai quarant’anni, che danno come risultato un aspetto non più giovanile. I primi a comparire sono una leggera ptosi e/o atrofia del cuscinetto adiposo malare. Il cuscinetto tende a scivolare in posizione mediale inferiore, spesso

accentuando ulteriormente i solchi naso-labiali [2]. Di conseguenza appare un nuovo solco, denominato piega naso-labiale. Questa piega è angolata a circa 45 gradi lateralmente al polo inferiore attraverso la zona centrale superiore. Con l’assottigliarsi del cuscinetto della guancia superiore, comincia a svilupparsi il canale lacrimale o deformità nasogiugale. Il canale lacrimale è una depressione orizzontale curva verso l’alto lungo la rima orbitale inferiore. I legamenti orbitomalari, che fissano o attaccano la cute alla rima orbitale inferiore, accentuano questa deformità [4]. Il grasso orbitale prolassato può diventare più visibile quando il cuscinetto adiposo malare scende e crea questa deformità discendente. Diverse ipotesi eziologiche sono state avanzate per il prolasso del grasso orbitale. La prima è la debolezza del setto orbitale, che permette al grasso di sporgere in modo evidente. La seconda teoria è che il legamento sospensorio di Lockwood, che mantiene la posizione del bulbo oculare, col tempo si estende causando un prolasso posteriore e verso il basso del bulbo oculare. Poiché la parete posteriore e laterale dell’orbita non può estendersi, con la diminuzione dello spazio fra il bulbo e il pavimento dell’orbita, il grasso orbitale tende a sporgere in avanti o anteriormente [4-7-8]. Negli ultimi cinque anni è stata attribuita maggiore importanza al ringiovanimento della parte centrale del viso. I classici vettori di lifting del viso tendono a trazionare la cute in zone più laterali e non correggono lo spostamento o la perdita di volume della zona centrale del viso. Le procedure più recenti, come il lifting SOOF o gli interventi di mid-face lifting con tecnica di SMAS, aiutano a migliorare l’aspetto non più giovanile della palpebra inferiore associata alla deformità del canale lacrimale. Anche Coleman (testo citato in bibliografia) ha introdotto una tecnica di lipoiniezione per ringiovanire questa zona.


Tri-Site Bolus® Tecnica per un lifting duraturo delle guance e della palpebra inferiore mediante iniezioni profonde di acido ialuronico ad alte dosi Questa procedura richiede la liposuzione del grasso del donatore e la centrifugazione, seguita da iniezioni mediante una cannula abbastanza grande; spesso compaiono lividi e gonfiori estesi. Sono stati utilizzati anche impianti e innesti di lembi contigui peduncolati. La tecnica TriSite Bolus® è meno invasiva e offre maggiore controllo del riempimento desiderato. I gel di HA sono usati in Canada da circa nove anni. Hanno in pratica sostituito l’uso del collagene come sostanza filler temporanea, sono ottenuti da fonti animali o batteriche [9] e la loro consistenza viscoelastica li rende idonei a essere iniettati. Il materiale è catabolizzato mediante formazione naturale di ialuronidasi e radicali liberi [9]. Sono state eseguite modifiche per ottenere sostanze meccanicamente e chimicamente robuste, specialmente per impedire azioni enzimatiche. Un processo chiamato reticolazione, che modifica l’acido ialuronico, aumenta la durata del prodotto in vivo. Maggiore è la reticolazione, maggiore è la durata del prodotto. I prodotti di HA non reticolati sono usati in mesoterapia spesso miscelati a polivitamine, antiradicali e vasodilatatori (questo termine non è da confondere con lo stesso termine usato in America settentrionale relativo alle iniezioni per sciogliere il grasso), una tecnica molto popolare in Europa [10]. L’iniezione di HA viene effettuata solitamente nel derma, sebbene siano stati sviluppati nuovi prodotti da iniettare a livello più profondo. In passato si riteneva che l’iniezione effettuata nei tessuti più profondi causasse una rapida degradazione del prodotto. Questo potrebbe accadere utilizzando la tecnica standard di iniezione a picFig. 6: dopo 1 ora e un quarto

cole gocce o lungo la piega, rispetto alla tecnica con bolo. L’intervallo di tempo si aggira di solito sui 12–16 mesi. Esiste tuttavia segnalazione di noduli indesiderati di un altro prodotto durati oltre cinque anni nella regione perioculare [11]. I casi di due pazienti hanno portato a sviluppare la tecnica Tri-Site Bolus®. Nell’aprile del 2001, un paziente presentava il viso scavato, dovuto principalmente ad atrofia adiposa. La tecnica di Coleman di iniezione adiposa fu suggerita come tecnica migliore per la correzione. Il paziente insisteva sull’uso di riempitivi di una specifica formulazione di HA, anche dopo aver sentito che l’uso di questo prodotto in tali punti avrebbe dato un riassorbimento significativo in meno di un anno. Usando la tecnica sopra menzionata Tri-Site Bolus®, una serie di depositi profondi furono iniettati nel grasso sottocutaneo delle guance usando più siringhe. Come indicato, si verificò una linea di arresto dove la sostanza non si era diffusa. Il peso del paziente rimase invariato dopo l’applicazione, non si verificò perdita di sostanza e la linea di arresto rimase visibile per sei anni. Un altro paziente è stato sovratrattato involontariamente nella zona nasolabiale con il prodotto in questione, che è rimasto nel tessuto per cinque anni. Questa prominenza è scomparsa dopo un’iniezione con ialuronidasi. Questi casi hanno portato a studiare una tecnica di iniezione con bolo in profondità nella regione del midface per correggere la deformità del canale lacrimale, la perdita di tessuto e per attenuare la separazione tra il prolasso adiposo della palpebra inferiore e la guancia. Aumentando progressivamente la quantità di sostanza usata e alla fine utilizzando tre punti, la tecnica Tri-Site Bolus® si è sviluppata fino a diventare la tecnica preferita dall’autore per correggere i segni visibili di invecchiamento del midface. La quantità di HA iniettata varia

Fig. 7: dopo 1 anno dal trattamento con tecnica Tri-Site Bolus®

a seconda dell’individuo. Il vantaggio di usare HA mediante la tecnica Tri-Site Bolus® e l’utilizzo di alcuni degli acidi ialuronici di più recente formulazione, è che il volume che si vede al momento dell’impianto è quello che si otterrà come risultato finale. Questa tecnica ha sostituito la necessità di una blefaroplastica della palpebra inferiore in molti pazienti ed evita l’aspetto scavato che può comparire in caso di blefaroplastica della palpebra inferiore. Le proiezioni laterali dimostrano una prominenza delle guance e un aspetto più giovanile. Il motivo della maggior durata di HA quando collocato come bolo nel tessuto adiposo sottocutaneo grasso invece che con impianto più diffuso è sconosciuta. Il materiale è intenzionalmente iniettato in modo localizzato perché si organizzi come un bolo e non diffonda, così da offrire meno superficie disponibile per la degradazione da parte degli enzimi rispetto alla tecnica di iniezione lungo la piega. Se così non fosse, si dovrebbe verificare il fatto che l’organismo generalmente tende a degradare ed eliminare maggiormente una grande quantità di massa inerte rispetto a piccole microgocce o cilindri. La tecnica di iniezione può essere infatti un fattore di criticità per la durata della correzione [12]. È fondamentale, inoltre, che si scelga il tipo giusto di HA. I prodotti migliori e più durevoli usati finora sono stati sostanzialmente tre tra cui Teosyal® Ultradeep. Questi prodotti sono più viscosi e richiedono una pressione abbastanza ferma sul pistone per estrudere la sostanza. I prodotti

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Tri-Site Bolus® Tecnica per un lifting duraturo delle guance e della palpebra inferiore mediante iniezioni profonde di acido ialuronico ad alte dosi

Fig. 8: dopo 1 anno la durata della tecnica Tri-Site Bolus® è evidente

che fuoriescono in modo fluido dalla siringa non riescono a garantire il rialzo richiesto e sembrano avere durata minore (osservazione personale). La maggior quantità di materiale non cross-linked consente una fuoriuscita più facile dalla siringa. Può facilitare anche la diffusione nel tessuto, che diminuisce la formazione del bolo e può abbassare la durata e le capacità di rialzo. Meno del 3% dei pazienti trattati ha richiesto piccoli ritocchi aggiuntivi nella zona centrale del viso 2–3 anni dopo l’iniezione. Recentemente l’autore ha utilizzato questa tecnica su un paziente che presentava pieghe di eccesso cutaneo o borse malari (Fig. 1 e 2). Questa condizione, notoriamente difficile da trattare, ha risposto in modo eccezionale alla tecnica Tri-Site Bolus® [13-14]. Più siringhe sono state usate nell’area malare (Fig. 3 e 4) e altre sono state iniettate per rendere meno evidenti le linee naso-labiali (Fig. 5). Questo è il primo caso riportato di utilizzo di

questa tecnica che richiede di solito la sospensione e la resezione della cute cadente. La procedura Tri-Site Bolus® richiede doti artistiche, poiché l’iniezione deve essere personalizzata e adattata alle esigenze individuali del cliente. È possibile ottenere risultati immediati e di lunga durata, con tempi di attesa ridotti (Fig. 6) o addirittura assenti. I fattori importanti di successo dipendono da posizionamento corretto, viscosità e tipo di HA, controllo del flusso/diffusione e volume corretto. La tecnica dei tre punti di iniezione specifici, l’iniezione lenta e la corretta quantità sono la chiave per successo e durata. Considerando i costi a lungo termine, paragonati ai risultati minimi ottenuti spesso con l’impiego di molti dei nuovi macchinari per il ringiovanimento cutaneo non ablativo e rinforzante, ora disponibili, il valore intrinseco, l’efficacia, l’immediatezza e la durata della tecnica TriSite Bolus® diventa evidente (Fig. 7 e 8). L’autore desidera ringraziare la Dottoressa Beatrice Wang per i commenti e la consulenza editoriale. █ BIBLIOGRAFIA: 1. Ramirez OM. Buccal fat pad pedicle flap for midface augmentation. Ann Plast Surg 1999;43:109-18. 2. Freeman SM. Rejuvenation of the midface. Facial Plastic Surg 2003;19:223-236. 3. Flowers RS. Tear trough implants for correction of tear trough deformity. Clinics in Plastic Surgery 1993;20:403-415. 4. Camirand A, Doucet J, Harris J. Eyelid Aging:

Corso teorico-pratico sulla

È prevista la traduzione dall’Inglese all’Italiano

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PER INFORMAZIONI:

Fasel S.r.l. Via Paolo Nanni Costa 12/4h 40133 Bologna Tel. +39 051 41.30.911 Fax +39 051 41.30.925 info@faselgroup.it www.faselgroup.it

Tecnica Tri-Site Bolus®

Programma • Cenni di Anatomia • Cenni sulla correttezza della tecnica iniettiva • Come eseguire l’anestesia regionale • Gestione del dolore • Visione di casi trattati con tecnica Tri-Site Bolus ® • Analisi del viso e calcolo del numero di iniezioni necessarie • Come dimostrare i benefici di questa tecnica • Come ottenere risultati duraturi con un prodotto riassorbibile • Tecnica per il rimodellamento del naso, della linea mandibolare, delle sopracciglia e delle labbra • Dimostrazioni LIVE • Gestione delle complicanze • Gestione delle aspettative del paziente

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The historical evolution of its management. Aesthetic Plastic Surgery 2005;29:65-73. 5. Coleman SR. Structural fat grafts. The ideal filler? Clinics Plast Surg 2001;28:111-119. 6. Verpaele A, Stran A. Restylane Sub-Q, a nonanimal stabilized hyaluronic acid gel for soft tissue augumentation of the mid and lower face. Aesthetic Surgery J 2006;S10-S17. 7. Goldberg RA, McCann JD, Fiaschetti D et al. What causes eyelid bags? Analysis of 114 consecutive patients. Plast Reconstr Surg 2005;115:1395-1402. 8. Mendelson BC. Herniated fat and the orbital septum of the lower lid. Clinics in Plastic Surgery 1993;20:323-330. 9. Carruthers A, Carey WD, De Lorenzi C et al. Randomized, double-blind comparison of the efficacy of two hyaluronic acid derivatives, Restylane, Perlane and Hylaform, in the treatment of nasolabial folds. Dermatol Surg 2005;31:1591- 1598. 10. Ascher B, Cerceau M, Badspeyras M et al. Soft tissue filling with hyaluronic acid. Annales de Chirurgie Plastique Esthetique 2004;49:465-485. 11. Soparkar SC, Patinely JR, Tschen J. Erasing Restylane. Ophthal Plast Reconstr Surg 2004;20:317-318. 12. Klein AW. Soft tissue augumentation 2006: Filler fantasy. Dermatologic Therapy 2006;19:129-133. 13. Furnas DW. Festoons, mounds and bags of the eyelids and cheek. Clinics in Plastic Surgery 1993;20:367-385. 14. Farrior RT, Kassir RR. Management of malar folds in blepharoplasty. Laryngoscope 1998;108:1659-1663. 15. Stern RS. Treatment of photoaging. NEJM 2004;350:1526-1534

DOCENTE Wayne D. Carey MD DATA DEL CORSO 6 febbraio 2010 sede del corso VALET - C.P.M.A. Via dei Fornaciai, 29/b 40129 - Bologna Tel: 051 63.88.334 Fax: 051 32.68.40 www.valet.it info@valet.it


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Medicina Estetica

di Francesca De Angelis Specialista in Chirurgia Plastica Responsabile Chirurgia Plastica Clinica Mediterranea - Napoli Responsabile DE.A. Center - Napoli www.dea-center.com

BODYTITE™: La radiofrequenza che scioglie il grasso e compatta i tessuti La crescita esponenziale delle richieste di liposuzioni in Italia e nel resto del mondo ha consentito il parallelo svilupparsi e implementarsi di tecnologie in supporto di questa tecnica, per garantire una maggiore sicurezza, velocità e uniformità del risultato. In questa ottica il BodyTite™ rappresenta l’ultima frontiera

L

a vera rivoluzione nel rimodellamento del grasso corporeo è sicuramente rappresentata dalla capacità di far retrarre contestualmente i tessuti di copertura, consentendo così non solo di allargare le indicazioni della liposuzione, ma soprattutto consentire di trattare uno dei problemi maggiori che affliggono le nostre pazienti: il rilassamento cutaneo. La capacità del BodyTite™ di far retrarre i tessuti cutanei in un arco di tempo compreso fra i tre e i sei mesi successivi all’intervento è superiore del 41% rispetto alla liposuzione tradizionale, e tale valore risulta essere superiore anche al 31-35% riportato dalle apparecchiature concorrenti che sfruttano fonti laser. Cosa è quindi il BodyTite™? Il BodyTite™ è un’apparecchiatura di nuovissima concezione, con marchio CE e ISO, che sfrutta le ben note proprietà della radiofrequenza bipolare con la sola eccezione di applicare la ra-

Fig. 2: distribuzione dell’energia del manipolo del Bodytite™ vs laser

diofrequenza bipolare direttamente dall’interno, sul grasso, attraverso una cannula per aspirazione. Il manipolo è dotato di una cannula per aspirazione e di una sonda esterna (Fig. 1) applicata ai tessuti cutanei. Tale disegno del maniplo

consente di generare un campo elettromagnetico omogeneo con una omogenea distribuzione del calore, che in tal modo riesce a coprire un’area ben più ampia rispetto a quella normalmente trattata con i laser per liposuzione (Fig. 2). I van-

Fig. 3: ginecomastia: prima e dopo 15gg

Fig. 1: manipolo del BodyTite™

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BODYTITE™: La radiofrequenza che scioglie il grasso e compatta i tessuti

Fig. 4: addome: secondaria, prima e dopo 20gg

taggi nello sfruttare questo disegno specifico del manipolo sono molteplici. Innanzitutto la sonda esterna consente di monitorare istante per istante la temperatura raggiunta sui tessuti esterni, impedendo così le ben note ustioni cutanee spesso visibili con i laser. La temperatura target da raggiungere viene impostata sul display e una volta raggiunta nel tessuto (occorrono circa 3-5 minuti per raggiungere la temperatura target di 38°C in un’area di 5x5 cm) l’operatore viene avvisato da un allarme sonoro: questo assicura di raggiungere la temperatura efficace per la retrazione tissutale in ogni paziente, nonostante le variabili individuali, senza doversi attenere a parametri standard di energia da erogare, come accade con le apparecchiaFig. 4: addome: prima e dopo 20gg

ture che sfruttano fonti laser: parametri spesso inefficaci in alcuni pazienti o troppo elevati in altri, tanto da generare effetti collaterali. Ne consegue che la curva di apprendimento di questa apparecchiatura è estremamente veloce, perché l’ausilio sonoro e il monitoraggio della temperatura in tempo reale impediscono di effettuare errori. La radiofrequenza bipolare consente inoltre di coagulare i vasi sanguigni, riducendo ecchimosi post operatorie, dolore ed effetti collaterali. Il post operatorio risulta essere quindi assolutamente non doloroso, tanto che le pazienti possono riprendere le loro abituali attività dopo sole 48 ore dal trattamento. La guaina compressiva deve normalmente essere indossata per un periodo compreso fra i 15 giorni e

un mese a seconda dell’ampiezza dell’area trattata, e lo sport, come le attività pesanti, vengono limitate per almeno 30 giorni. È una metodica che consente di trattare facilmente piccole aree in anestesia locale, o ampie aree in anestesia generale o spinale, essendo più veloce rispetto alla liposuzione tradizionale. L’ulteriore vantaggio è assicurato dalla possibilità di trattare aree fibrotiche come il dorso o la ginecomastia mista, o peggio gli esiti di liposuzioni pregresse, con estrema facilità, riducendo i rischi di alterazioni della superficie cutanea e garantendo una retrazione cutanea senza eguali (Fig. 3-4-5). L’estrema sicurezza e affidabilità della metodica la rendono molto gradita alle pazienti, anche quelle più avanti con l’età, che spesso vengono escluse dalle metodiche di liposuzione tradizionale per la poca retrazione cutanea ottenibile: in queste pazienti, grazie al BodyTite™, è spesso possibile evitare l’addominoplastica, con cicatrici più o meno lunghe, a favore di una tecnica soft come la liposuzione radiofrequenza assistita che indipendentemente da età, peso, o sesso garantisce un’eccezionale retrazione del tessuto cutaneo. Unica raccomandazione d’obbligo è sconsigliare la metodica nei pazienti con evidenti stati di malnutrizione proteica, mancando in questi ultimi la base per un’efficace sintesi del collagene: i risultati ottenibili in questi pazienti saranno sicuramente inferiori rispetto a █ quelli ipotizzati. PER INFORMAZIONI:

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BodyTite™ u lizza l’esclu­ siva tecnologia RFAL™ (Radio Frequency Assisted Liposuc on) per offrire si­ multaneamente lipolisi, aspirazione, coagulazione e compa amento della pelle, controllando in con­ nuo temperatura, impe­ denza, profondità e potenza per garan re una procedura veloce, uni­ forme e sicura.

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Medicina Estetica

Epilazione con Laser a Diodi Vacuum Assistita: Rapporto Preliminare

di Matteo Tretti Clementoni, Lia Lavagno, Vanessa La Vela Istituto Dermatologico Europeo - Milano

Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare l’efficacia, a rapidità, la sicurezza e la riduzione della sensazione dolorosa nell’utilizzo di un nuovo laser a diodi integrato a un sistema vacuum per la riduzione del numero dei peli terminali

L

’epilazione laser assistita, o meglio la riduzione del numero dei peli terminali mediante apparecchiature laser o con IPL, è da considerarsi il trattamento laser/dermatologico in assoluto più richiesto e certamente più eseguito. Le recenti statistiche ASAPS (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) lo classificano, infatti, negli ultimi 5 anni, sempre nei primi 3 posti della graduatoria della totalità dei trattamenti chirurgici e non-chirurgici eseguiti negli Stati Uniti (www.surgery.org). Agli albori di questa metodica la ricerca scientifica si era concentrata sulla ricerca della più appropriata lunghezza d’onda e sui differenti effetti clinici che le diverse durate di impulso possono determinare. Nel 2005 sono state infine pubblicate dall’ESLD (European Society for Laser Dermatology) le linee guida inerenti questo trattamento [1]. Appurate quali fossero le lunghezze d’onda più appropriate e le corrette durate d’impulso, recentemente l’evoluzione della metodica ha seguito due differenti strade: se da un lato ci si è spinti verso apparecchiature a uso domiciliare, dall’altro si è cercato di ridurre l’incidenza degli effetti collaterali, la sensazione di dolore provata dai pazienti durante il trattamento e di incrementare la velocità di trattamento (rendendolo, quindi, comodo anche per l’operatore). I presupposti teorici

Numerose sono le citazioni in letteratura che chiariscono come il

Fig. 1: la freccia azzurra identifica il range di lunghezza d’onda che meglio associano penetrazione ed assorbimento

laser a diodi debba essere considerato una delle lunghezze d’onda che meglio riesce a determinare una riduzione a lungo termine del numero dei peli terminali [2-3-4]. Le lunghezze d’onda comprese tra i 700 nm e gli 810 nm rappresentano, infatti, il miglior compromesso tra penetrazione tissutale (e quindi raggiungimento del target melanina dei follicoli piliferi) e assorbimento (sempre a opera del target melanina dei follicoli piliferi). Se si osserva il grafico (Fig. 1) si può infatti vedere che è solo tra queste due lunghezze d’onda che le curve di penetrazione e di assorbimento in funzione delle differenti lunghezze d’onda emesse si incrociano. La presenza di un sistema vacuum, inoltre, avvicinando il bulbo pilifero alla superficie di trattamento, permette di raggiungere anche quei

bulbi piliferi che l’estinzione ottica tipica di questa lunghezza d’onda lascerebbe altrimenti indenni. La rapidità di esecuzione è invece offerta da un manipolo delle dimensioni di 22 per 35 mm che permette, per esempio, di trattare la regione ascellare con soli 5-6 shots. L’effetto collaterale più frequente e dannoso nell’utilizzo di sorgenti laser per la riduzione dei peli terminali è certamente l’ustione della cute. Tale effetto è determinato dall’assorbimento dell’energia emessa a opera della melanina presente alla giunzione dermo-epidermica. Per evitare tale effetto sono stati approntati differenti sistemi di raffreddamento superficiali quali l’utilizzo di un criogeno, l’utilizzo di manipoli con punte dotate di celle di Peltier e/o la semplice applicazione sulla superficie da trattare di un gel con-

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Epilazione con Laser a Diodi Vacuum Assistita: Rapporto Preliminare

duttore opportunamente raffreddato. Tutte queste metodiche ottengono, del resto, anche un effetto di riduzione del target emoglobina per vasospasmo indotto dalla temperatura. Un sistema vacuum può invece determinare una riduzione del target emoglobina per effetto meccanico di suzione. La stessa suzione è soprattutto in grado di ridurre la densità di melanina presente alla giunzione dermo-epidermica e quindi il profilo di sicurezza non è offerto dal raffreddamento, ma da una diretta riduzione del target “melanina di superficie”. Non si viene a ridurre la quantità totale di melanina (e questo sarebbe impossibile) ma, rettilineizzando le papille dermiche, si ottiene una minor densità di melanina per unità di superficie. Per comprendere visivamente questo concetto si pensi a un banale palloncino di gomma colorato. Quando questo è vuoto ha un certo colore, ma quando è gonfiato il suo colore ci sembra ridotto nonostante la quantità di colore non sia stata modificata (Fig. 2). Il dolore provocato dai trattamenti laser per la riduzione del numero dei peli terminali è assai variabile ma, a volte, definito come notevole se non intollerabile dai pazienti. Il danno termico provocato eccita infatti i nocicettori cutanei. Un sistema vacuum può invece ridurre ai minimi termini questa sensazione, Fig. 2: nonostante la quantità totale di colore verde sia uguale a destra e a sinistra la densità dello stesso è chiaramente minore a destra

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sfruttando quanto presupposto dalla teoria del cancello (Gate Control Theory) descritta per la prima volta nel 1962 [5]. Il dolore viene captato a livello periferico da un particolare tipo di recettori, i cosiddetti nocicettori, che trasmettono poi il segnale attraverso due tipi di fibre nervose: le Aδ (A-delta), mielinizzate e a trasmissione “veloce” e le C, demielinizzate e a trasmissione “lenta”. Queste fibre si dirigono dal recettore periferico localizzato sulla cute fino al midollo spinale, dove si connettono con un neurone midollare. Il neurone midollare trasmetterà poi, con il suo assone, attraverso il fascio spino-talamico, il messaggio dolorifico a una delle strutture encefaliche deputate all’elaborazione della risposta (corteccia cerebrale, talamo, ipotalamo, grigio periacqueduttale ecc.). Al neurone midollare giungono però anche fibre di grosso calibro definite Aβ e di tipo non-nocicettivo. Melzack e Wall dimostrarono che se a prevalere era l’attività sulle fibre Aβ allora la percezione del dolore era ridotta. Questo meccanismo viene attuato dall’organismo tramite specifici “neuroni corti” o interneuroni, che sono intercalati nel circuito di trasmissione dell’impulso dalla fibra proveniente dal nocicettore al neurone midollare. Questi interneuroni utilizzano come neurotrasmettitore un oppioide endogeno, l’encefalina, che viene veicolato tramite il cortissimo assone dell’interneurone fino al neurone midollare. Tutte le fibre che prendono contatto con il neurone midollare (cioè sia le Aβ che le Aδ e le C) rilasciano, prima della sinapsi con il neurone stesso, un collaterale assonico che prende sinapsi con l’interneurone encefalinergico modificandone l’attività. Le fibre Aβ ne stimolano l’attività, mentre le fibre di piccolo calibro lo inibiscono. In questo modo, si

possono configurare due situazioni diverse: se la fibra Aβ è attivata per uno stimolo non dolorifico, andrà ad attivare l’interneurone inibitorio, che quindi bloccherà la trasmissione di eventuali segnali dolorifici fino al cervello. In questa configurazione, il “cancello è chiuso” e non si percepisce dolore e invece le fibre Aδ o C sono le uniche a trasmettere un impulso nervoso si assiste a una inibizione dell’interneurone encefalinergico e quindi la trasmissione dell’impulso doloroso al cervello. In questa configurazione, il “cancello è aperto” e il dolore viene percepito La contemporanea presenza di stimoli da fibre Aβ e Aδ o C determina una riduzione della propagazione dello stimolo doloroso per l’azione eccitatoria svolta dalla fibra Aβ sull’interneurone encefalinergico (Fig. 3).


Conclusioni

I presupposti teorici descritti sopra sono stati tutti confermati dall’esperienza clinica. Si segnala però come il manipolo di grosse dimensioni vacuum assistito possa risultare di difficile utilizzo in Fig. 3: l’eccitazione, a sinistra, della fibra Aβ eccita l’interneurone encefalinergico che blocca la trasmissione dell’impulso doloroso. A destra tale eccitazione non sedi particolari come la regione della cresta tibiale o lungo il lato ulnare esiste e la sensazione dolorosa è libera di raggiungere la corteccia encefalica dell’avambraccio. Materiali e Metodi quindi comparati i differenti tempi di In tali sedi, infatti, la particolare Dal Maggio 2009 al Settembre 2009, esecuzione facendone una media. conformazione corporea impedisce 28 pazienti sono stati sottoposti a Ogni paziente doveva infine valutare di eseguire una corretta suzione e trattamento con laser Light Sheer l’entità del dolore provato riportando- quindi il sistema, per sicurezza, non Duet. Ognuno di essi è stato sotto- lo su di una scala (VAS) nella quale 0 emette lo shot desiderato. Per tale posto a 2 sedute di trattamento sepa- era “assenza di dolore” e 10 “dolore motivo in tali sedi si deve ricorrere rate l’una dall’altra da un intervallo di intollerabile”. al manipolo tradizionale. tempo di 45 giorni. 12 pazienti erano La metodica è molto gradita dai di sesso maschile mentre 16 erano Risultati pazienti. I risultati ottenuti sono clidi sesso femminile. Tutti i pazienti Tutti i pazienti hanno concluso lo stu- nicamente molto incoraggianti (anerano di fototipo III. L’età media della dio. La percentuale di riduzione del che se non differiscono dall’uso del popolazione campione era di 26,68 numero di peli terminali è stata del manipolo di tipo tradizionale) ma si anni (range 17 – 39). Tutti i pazienti 46% nelle regioni ascellari e del 32% necessita di casistiche più ampie e di sesso maschile sono stati trattati al dorso. Non si sono osservate dif- follow-up più lunghi per poter esprinella regione toracica dorsale mentre ferenze statisticamente significative mere un giudizio definitivo su que█ tutte le pazienti sono state trattate in nell’uso delle 2 differenti apparec- sta nuova apparecchiatura. chiature. Non sono stati osservati efregione ascellare. Nei pazienti di sesso maschile una fetti collaterali. Il tempo di esecuzio- BIBLIOGRAFIA: 1) Drosner M., Adatto M. Photo-epilation: guideliimmaginaria linea che correva lun- ne utilizzando i due differenti sistemi nes for care from European Society for Laser Dergo la colonna vertebrale separava è stato estremamente diverso. L’uso matology J Cosmet Laser Ther 2005; 7: 33-38) Sadighha A, Mohaghegh Zahed G. Meta2 regioni. Nei 12 pazienti la scelta di del manipolo di grandi dimensioni 2) analysis of hair removal laser trials. Lasers Med quale lato trattare con il nuovo laser con sistema vacuum ha permesso Sci. 2009 Jan;24(1):21-5. Epub 2007 Nov 20. vacuum assistito e quale lato trattare di eseguire il trattamento sul dorso 3) Kopera D. Hair reduction: 48 months of experience with 800nm diode laser. J Cosmet con il tradizionale laser Light Sheer dei pazienti di sesso maschile in un Laser Ther. 2003 Dec;5(3-4):146-9. con spot da 9 X 9 mm e raffredda- tempo medio poco superiore ai 9 mi- 4) Bouzari N, Tabatabai H, Abbasi Z, Firooz A, Y. Laser hair removal: comparison of mento a tipo cella di Peltier è stata nuti mentre quello spesso utilizzando Dowlati long-pulsed Nd:YAG, long-pulsed alexandrite, casuale. Nelle 16 pazienti di sesso il manipolo tradizionale di piccole di- and long-pulsed diode lasers. Dermatol Surg. femminile la scelta di quale lato trat- mensioni è stato in media poco su- 2004 Apr;30(4 Pt 1):498-502. 5) Melzack R, Wall PD On the nature of cutare con il laser vacuum assistito e periore ai 26 minuti. taneous sensory mechanisms. Brain. 1962 quale trattare con il tradizionale laser Nel sesso femminile la regione ascel- Jun;85:331-56. Light Sheer è stata casuale. Ogni se- lare trattata con il nuovo sistema vaduta di trattamento era quindi divisa cuum assistito ha richiesto un tempo PER INFORMAZIONI: in due parti: in una si utilizzava il laser medio poco inferiore ai 3 minuti menvacuum assistito e nell’altra (l’ordine tre la regione ascellare trattata con il non era prestabilito) il laser Light manipolo tradizionale ha richiesto un Sheer tradizionale. 60 giorni dopo tempo medio di poco superiore agli 8 la seconda seduta di trattamento è minuti e 30 secondi. La sensazione Lumenis Italy Srl stata fotograficamente calcolata la dolorifica media provata durante l’utilumenis-italy@lumenis.com riduzione della percentuale dei peli lizzo del manipolo con sistema vacuwww.lumenis.com terminali e si è valutato se esistesse- um integrato è stata di 1,46 mentre ro differenze statisticamente signifi- durante l’utilizzo del manipolo tradi800 306220 cative tra le regioni corporee trattate zionale la sensazione dolorifica prodai due diversi sistemi laser. Si sono vata è stata in media di 4,41.

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VALET C.P.M.A.

Nella vita realizzare i propri sogni e’ancora possibile

di Erika Mele

La Scuola di Bologna forma ogni anno un numero sempre maggiore di medici estetici. Scopriamo il perché attraverso le parole di una ex allieva, la dottoressa Erika Mele

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ella vita, segui le tue passioni! Sì, insomma, scegli un lavoro da amare e un percorso formativo che ti consenta di raggiungere il massimo dei risultati nel minor tempo possibile, impegnati per migliorarti costantemente e costruisci un piano d’azione strutturato per realizzare un sogno: diventare un buon (e si spera ogni giorno migliore) medico estetico!

Dr.ssa Erika Mele

Prima di procedere, ecco la mia carta d’identità: Erika Mele, nata a Nuoro 36 anni fa, laurea presso l’Università degli Studi di Cagliari con 110/110 lode, specialista in Medicina del Lavoro, socia SIES; esercito la libera professione a Nuoro e a Quartu S.Elena presso il De.Co. Center. “I traguardi germogliano da semi” e io desideravo fortemente diventare un medico estetico! Passando in rassegna le poche Scuole qualificate che in Italia ti consentono di seguire percorsi formativi validi, ho scelto il CPMA di Bologna per il grande vantaggio che offre alle persone di seguire i corsi nei fine settimana,

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per cui non sei obbligato a interrompere le tue attività. Ho scoperto il CPMA per caso su internet e m’è piaciuto il modo in cui era organizzata la Scuola, in moduli (viso, corpo, flebologia, etc) con la possibilità anche di seguire i singoli corsi. Ho fatto una telefonata e la settimana successiva sono partita per Bologna per seguire il primo corso. Sono rimasta entusiasta perché ogni argomento è suddiviso in una parte teorica e una pratica, il che ti consente di vedere dal vivo quel che è stato esposto precedentemente in maniera più che esaustiva. Ho conosciuto colleghi di ogni età e da lì ho capito che non esiste un tempo “giusto” per realizzare un sogno: esiste il presente e conta solo quello che vuoi davvero e l’impegno che sei disposto a investire! Il giorno dopo, dunque, tocca a te coinvolgere amici e parenti affinché ti consentano di far pratica su di loro. All’inizio sarai un pò timoroso, ma devi imparare a osare perché sono rischi calcolati e comprenderai l’alto livello delle nozioni che ti sono state trasmesse misurando il livello di soddisfazione delle persone che si affideranno a te. Il messaggio più importante che mi ha trasmesso il CPMA è che, se si vuole fare la differenza (loro come Scuola e tu come medico estetico), occorre attenersi a standard di qualità più alti di quanto non sia richiesto! Fai agli altri quello che vorresti che facessero a te, impara a usare gli strumenti migliori che possiedi (le tue mani e la tua creatività) e aggiornati in continuazione.

Nelle prossime frontiere della medicina estetica intravedo la richiesta sempre più marcata nelle pazienti di un ringiovanimento nel modo più naturale possibile. Sono una sostenitrice delle tecniche combinate, perché i piccoli “ritocchi” fatti costantemente finiscono per creare miglioramenti complessi a un livello che ai più sembra impensabile. Ho seguito quasi tutti i corsi del CPMA per avere una visione a 360° dei vari argomenti e ne seguirò sempre qualcuno perché ogni volta c’è qualcosa di nuovo e in█ teressante da imparare.

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Medicina Estetica

La Terapia Topica nell’Aging VULVARE

di Ciro Franco Specialista In Ginecologia e Ostericia Casa di cura Città di Roma - Roma e Elena Fasola Medico Estetico, Specialista in Microchirurgia Vicepresidente dell’Arpleg - Milano www.arpleg.it

L

’aumento dell’età media, il miglioramento dello stile di vita e una consapevole coscienza del proprio corpo come figura da preservare e curare hanno stimolato negli ultimi anni la ricerca di metodiche atte a migliorare l’estetica, anche quella vulvare. Uno dei motivi più comuni di consultazione

ginecologica è la patologia dell’invecchiamento tissutale, intesa sia come espressione di un cambiamento fisiologico dovuto alla menopausa che come processo patologico. In particolare gli organi genitali femminili subiscono evidenti cambiamenti di tipo strutturale, morfologico e funzionale che limitano la vita di relazione della donna, con la percezione di un ridotto senso di benessere. Questi cambiamenti si possono osservare: 1. nel post-partum; 2. dopo un eccessivo dimagrimento (“avvizzimento” delle grandi labbra ); 3. durante il trattamento con alcuni farmaci come gli inibitori dell’aromatasi, usati nel carcinoma della mammella, che determinano l’assottigliamento degli epiteli vulvo-vaginali; 4. in menopausa; 5. in alcune patologie vulvari. Finora solo la chirurgia è riuscita a ricostituire sia la funzionalità sia l’estetica genitale. L’attenzione all’aging genitale è doverosa nella pratica clinica verso le donne di qualsiasi età. Da qui è nata l’esigenza di offrire alle donne anche un trattamento medico per sostenere il trofismo tissutale e rallentare il processo di invecchiamento vulvovaginale. Spesso si ha l’esigenza, quindi, di scegliere un prodotto topico complementare alla terapia medica che allevii prurito, bruciore, eritema, secchez-

za, fissurazioni e desquamazione. Il prodotto ideale per raggiungere gli obiettivi sopra indicati deve proteggere e idratare la cute e le mucose vulvari riducendo i sintomi fastidiosi che tendono a cronicizzare. Si possono infatti instaurare circoli viziosi in cui il grattamento, l’eccessiva detersione, l’esposizione a prodotti topici multipli invece di lenire il fastidio tendono a peggiorare e automantenere i sintomi. È necessario che il prodotto prescritto normalizzi lo stato dei tessuti cutanei danneggiati e interessati da fenomeni irritativi di natura endogena e/o esogena. Un prodotto ideale dovrebbe avere proprietà funzionali ed estetiche, migliorare quindi sia il trofismo dei tessuti sia il loro aspetto (proprietà idratante, umettante, elasticizzante, lubrificante, riepitelizzante, stimolante il connettivo), dovrebbe essere di facile uso e non indurre reazioni allergiche. Nella pratica clinica, l’esigenza di associare diversi farmaci topici, di cui sfruttare le singole caratteristiche, rende poco perseguibile il risultato per evidente difficoltà della paziente a seguire la terapia. Associata ad altre strategie terapeutiche, nel periodo menopausale, non deve essere dimenticata, quando indicata, la terapia ormonale sostitutiva (Brincat et al. dimostrarono in menopausa la diminuzione dell’1%2% annuo di collagene, evidenziando inoltre un effetto dell’HRT sull’au-

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mento del collagene dermico dopo 12 mesi di trattamento) che può essere condotta per via orale, transdermica, transvaginale o topica, a seconda dei casi.Il prodotto oggetto dello studio è un cosmeceutico che svolge topicamente un’azione di supporto nel mantenimento dell’integrità dell’epitelio dei genitali esterni e che contemporaneamente può essere utilizzato per affiancare eventuali terapie farmacologiche nelle molte patologie che interessano i genitali (ad esempio nei casi di Lichen sclerosus o Lichen ruberplanus) per migliorare la scleroatrofia del tessuto o prepararlo, qualora sia utile, a trattamenti di Medicina e Chirurgia Estetica o di Chirurgia Plastica Ricostruttiva. Obiettivi dello studio

Il nostro obiettivo è stato quello di trattare, prevenire e/o contrastare in questa sede l’ipotrofia tissutale fisiologica propria dell’invecchiamento, migliorando le condizioni di trofismo ed elasticità cutanea, nonché quello di alleviare la sintomatologia associata a questa condizione (secchezza, prurito, vulvodinia, eritema, edema post-chirurgia). Selezione delle pazienti

Sono state incluse nella sperimentazione (Studio clinico multicentrico condotto da Ginecologi, Medici Estetici, Chirurghi Plastici) 131 pazienti di sesso femminile, di età compresa

Sintomo

tempo remissione

Compliance Pz.

Secchezza

Subito dopo l’applicazione

ottima

Prurito

Entro 4 gg (media)

ottima

Vulvodinia

Miglioramento non persistente(*)

ottima

Eritema

Entro 3 gg

buona (**) - ottima

tra i 45 anni e i 68 anni, tutte in buono stato di salute, tutte aventi ipotrofia tissutale più o meno marcata con assottigliamento dermico, di cui 57 con secchezza vulvare, 15 con vulvodinia, 18 con prurito diagnosticato come idiopatico e 20 con eritema di varia origine. Materiali e Metodi

In tutti i casi è stata prescritta una terapia topica quotidiana (2 applicazioni al giorno in sede vulvare) di lipogel anidro, facilmente distribuibile a effetto emolliente, non untuoso a base di Boswellia Serrata, in questa formulazione, altamente stabilizzata, svolgente un’azione antiinfiammatoria ormai accreditata e inibente la collagenasi (gli acidi boswellici attivi e purificati, contenuti nella sua gommoresina, sono stati inseriti in un fitocomplesso brevettato che ne enfatizza le sue proprietà, anche quella elasticizzante), in associazione a Vitamina E e Tetraidrocurcuminoidi, ad azione antiossidante e stimolanti la produzione di collagene e ad antimicrobici non convenzionali come l’Alcool Feniletilico (con proprietà di inibizione della proliferazione batterica, micotica e di lieviti). Risultati

Tutte le pazienti sono state trattate un tempo superiore ai 30 giorni e inferiore ai 40 giorni. Quasi tutte le pazienti hanno riferito ottima tollerabilità e pronto miglioramento dei sintomi.Solo le pazienti con vulvodinia (*) hanno riferito miglioramento temporaneo e non persistente del sintomo. Una delle 20 pazienti (**) con eritema Resina di Boswellia Serrata

vulvare aspecifico ha riferito transitoria (qualche ora) accentuazione del sintomo. Non sono stati riferiti e documentati casi di reazioni avverse. █ BIBLIOGRAFIA: -Brincat M, KabalanS.,Studd JWZ,Monitz C.F.,:Astudy of the decrease in the skin collagen content, skin thickness and bone mass in postmenopausal woman. Obst.Gynaecol,70:840,1987 -Whitmore E.S.,Levine M.A.:Risk factor for reduced skin thikness. Am. Acad. Dermat. J.,38(2):248, 1998 -F.Anglana,P.Lippa,S.Ronca,M.Pelisse,S. Dietrich,G.Ferranti ed al- Trattato di Patologia Vulvare, - Ed SEE-Firenze-2003 -SatorPG,SchimdtJB,Sator MO,The influence of the hormone Replacement therapy on skin aging a pilot study. Maturitas 2001- 39;43-55. -Dunn L,Damesyn M, Moore A et al . Astudy of the decrease in the skin collagen content, skin thickness and bone mass in postmenopausal woman. Obst.Gynaecol,70:840,1987 - Laura B. Dunn, AB; Mark Damesyn, MPH; Alison A. Moore, MD; David B. Reuben, MD; Gail A.Greendale, Does estrogen prevent Skin aging ? Result from the first national and nutrition..MD Arch Dermatol. 1997;133(3):339-342. -Guerresi et al. CLIMATERIO. In Ginecologia ed Ostetricia terapia medica. 5:189,1994 -G.FISCHER.Management of vulvar pain.Dermatol Therapy17,2004,134-139 -Graziottin A., : Management of ambivalences towards HRT. Abs. 3rd Intern.Symposium ,Women’s healt and Menopause;Florence 1998 -F. Capasso, G.Grandolini, A.A.Izzo. FitoterapiaImpiego razionale delle droghe vegetali; Springer-Verlag Italia- Febbraio 2009 - pag.521 -Gynakol Geburtshilfliche Rundsch. 2007;47(1):23-32. -Safayhi H, et al. Boswellic acids: novel, specific, nonredox inhibitors of 5-lipoxygenase. J Pharmacol Exp Ther 1992;261:1143-6. -Safayhi H, et al. Mechanism of 5-lipoxygenase inhibition by acetyl-11-keto-beta-boswellic acid. Mol Pharmacol. 1995 Jun;47(6):1212-6. -Sailer ER, et al. Characterization of an acetyl11-keto-beta-boswellic acid and arachidonatebinding regulatory site of 5-lipoxygenase using photoaffinity labeling. Eur J Biochem. 1998 Sep 1;256(2):364-8. -Perosino E, Fasola E, Follador E, Bernabei G, Cretì GP,: Il ruolo Anti-Aging dell’ Acido Boswelico in associazione alla vit.E nella terapia topica degli Organi Genitali Esterni . Congresso SIES Bologna 2009.

PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: www.agingvulvare.it


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Una rivoluzione nell’iniezione!

Medicina Estetica

Report sul lancio internazionale dell’esclusivo Injection System di Anteis

di Alessandra Camporese Medico Chirurgo - Padova

C

on un prelancio all’EADV di Berlino e con un lancio in grande stile all’ultima edizione dell’IMCAS di Parigi, Anteis ha confermato ancora una volta la sua precisione svizzera nell’ideazione, sviluppo, progettazione e produzione di dispositivi medici esclusivi e assolutamente innovativi. Prima di presentare le caratteristiche dell’Injection System, oggetto di questo articolo, è importante capire chi è Anteis, che cosa produce e perché è da considerare un partner affidabile per il medico a indirizzo estetico. Fondata nel marzo 2003, Anteis è diventata, in meno di 7 anni, uno fra i più importanti punti di riferimento nel campo dei dispositivi medici iniettabili basati sulla trasformazione di biopolimeri. Attualmente opera in tre settori distinti: medicina estetica, oftalmologia e ortopedia; solo per quanto riguarda il settore di medicina estetica è presente in ben 89 Paesi di 5 continenti del mondo. La sede centrale e le due sedi produttive (certificate ISO 13 485) sono localizzate nell’area di Ginevra (Svizzera) e contano su uno staff di 150 dipendenti. Il 15% degli introiti viene costantemente reinvestito nella ricerca. Anche per questa ragione il suo team di super esperti nella trasformazione dell’aci-

La valutazione clinica dell’Injection System nella correzione delle rughe (dermal filler) e nella biostimolazione ha ottenuto un grado di soddisfazione pari al 97%.

do ialuronico, il più noto biopolimero utilizzato nel campo della medicina estetica, è riuscito a offrire i più alti standard di qualità e performance degli acidi ialuronici iniettabili. Le tappe sono serrate e vanno di pari passo con i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti negli ultimi 5 anni di attività (Fig. 1): solo per quanto riguarda gli iniettabili a uso estetico ricordiamo l’introduzione nel 2005 del dermal filler con tecnologia CPM [1-2], nel 2006 della linea Mesolis con associazione di acido ialuronico

Fig. 1: consegna del premio Swiss Economic Award 2008

e glicerolo per una biostimolazione potenziata [3-4-5], nel 2007 ampliamento della linea CPM, nel 2008 lancio della linea Jolidermis dermal filler monofasico con tecnologia di linearizzazione spaziale [6-7] e infine oggi il lancio dell’Injection System. Ma veniamo a quest’ultima novità. L’idea nasce dall’esigenza di offrire al medico uno strumento specifico per effettuare infiltrazioni precise e con modalità di rilascio flessibile e modulabile. Due anni di intensa attività hanno permesso di realizzare un sistema iniettivo automatizzato ideale per trattamenti con dermal filler e con acidi ialuronici di biostimolazione, in grado inoltre di migliorare la distribuzione e la resa dei materiali iniettati con riduzione significativa della dolorabilità durante il trattamento. COMPATIBILITÀ

Questo sistema di iniezione dotato di regolazione elettronica, oltre a essere ovviamente adattabile a tutte le linee dei prodotti Anteis, è compatibile

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anche con le siringhe in vetro (da 1 o 2 ml) di altri acidi ialuronici disponibili sul mercato. Le differenti modalità di iniezione consistono non solo nella funzione “DROP” o “FLOW” a seconda del tipo di rilascio che si desidera, ma anche nella possibilità di scelta della velocità di estrusione, della grandezza del microponfo o quantità del prodotto da iniettare, per esempio con tecnica lineare. Il dispositivo è composto da 3 elementi: la “penna” su cui inserire la siringa vera e propria privata dello stantuffo, un’unità di controllo e una pedaliera (Fig. 2). Grazie a questi elementi è possibile scegliere e controllare il tipo rilascio necessario (a goccia o continuo) e scegliere di impostare la velocità in modo manuale lenta, moderata o veloce. Per fare un esempio: se si decide di effettuare una biostimolazione del viso e del collo con tecnica microponfo e nappage, possiamo optare con la funzione “Drop” di effettuare dei microponfi di dimensione diversa a seconda del distretto o dello spessore dermico con rilasci da 4μl, da 8 μl o da 12 μl, scegliendo la velocità e la modalità di rilascio che più si preferisce. Se si decide di utilizzare la tecnica lineare o a ventaglio, si potrà selezionare la modalità “Flow” e ottenere dunque una pressione costante sullo stantuffo del dispositivo con rilascio continuo di materiale da 0,6 a 1 o 1,2 ml al minuto. Valutazione clinica internazionale

Per valutare l’efficacia, la maneggevolezza e l’apprezzamento da parte del paziente del trattamento con questo dispositivo è stata condotta una Valutazione Clinica fra novembre 2007 e agosto 2009. Un pool di otto medici esperti, di 7 Paesi differenti, ha reclutato e trattato in totale 193 pazienti (di cui 63 con dermal filler Anteis e 130 con Mesolis/Mesolis+) con trattamento di 92 indicazioni per i dermal filler e 175 per la biostimolazione. Con riferimento alle considerazioni dei medici è emerso

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Fig. 2: i 3 elementi dell’Injection System Anteis: 1) Penna con siringa 2) Unità di controllo 3) Pedaliera

che l’Injection System evita qualsiasi fatica muscolare, in quanto non è necessario premere sul pistone; ogni iniezione viene eseguita con maggiore cura, in quanto si è certi della regolarità e quantità di prodotto iniettato; i risultati sono prevedibili e ottimali, con sfruttamento massimo del prodotto contenuto nella siringa. Per quanto riguarda il giudizio dei pazienti, si è riscontrato che per l’85% di questi il trattamento risulta meno doloroso, diminuiscono sensibilmente le reazioni come eritema, ecchimosi o edema (nessuna reazione nel 79% delle iniezioni effettuate); nel caso di infiltrazione a micropapule si dimezza il tempo di visibilità dei ponfi; rispetto al trattamento tradizionale, il 97% dei pazienti ha riferito una maggiore soddisfazione al “trattamento automatizzato” per il risultato estetico immediato, i minori “segni del trattamento” e la ridotta dolorabilità alle iniezioni. Durante il congresso IMCAS sono stati numerosi i momenti di incontro e di presentazione dei medical devices di Anteis. In particolare i dottori Benjamin Ascher e Daniel Cassuto hanno mostrato durante workshop e sessioni pratiche specifiche l’utilizzo del dispositivo con gli acidi ialuronici Anteis CPM e Jolidermis (per quanto riguarda la correzione delle rughe e quella dei volumi), mentre la dottoressa Papp ha evidenziato la possibilità di passare da una tecnica all’altra con facilità sullo stesso paziente e nella stessa sessione per quanto

riguarda la biostimolazione potenziata con Mesolis+, l’unica formulazione brevettata a base di acido ialuronico e glicerolo (Patent Cooperation Treaty N° PCT/FR2007/000016). Per meglio apprezzare questo nuovo dispositivo iniettivo e imparare a utilizzarlo e sfruttarlo al meglio, oltre a live demonstration Anteis ha istituito un calendario internazionale per i prossimi incontri INA (InjectNow® Academy) in luoghi come Pukhet, Cancun e Istanbul. Per quanto riguarda le attività locali, saranno programmati incontri teorico-pratici anche dai distributori █ di ogni Paese. 1. “Belotero: il dermal filler con l’innovativa tecnologia CPM”- L’Ambulatorio Medico 2006 2. Acido ialuronico con tecnologia CPM: la correzione lifting effect” – Dermakos - Ottobre 2006 3. “Mesolift: le plus du glycerol” Journ.Méd. Esth et Chir. Derm. Vol. XXXIV – Septembre 2007 4. “Formula vincente: ialuronico e glicerolo”La Pelle N° Marzo –Aprile 2008 5. “Acido ialuronico e glicerolo: la biostimolazione potenziata” – L’ambulatorio Medico – Gennaio 2009 6. “Saper scegliere lo ialuronico” - La Pelle Luglio–Agosto 2008 7. “Les hyaluronanes génériques: comment choisir ses acides hyaluroniques injectables? » AFME Janvier 2009

PER INFORMAZIONI: Orlian Tel: 02 671.010.93 info@orlian.com


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Medicina Estetica

ULTRASUONI, CAVITAZIONE E RIMODELLAMENTO CORPOREO: EFFICACIA E SICUREZZA

di Beniamino Palmieri Professore associato di Chirurgia generale, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Chirurgia Generale e Stefania Capone Biotecnologa specialità medica, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Chirurgia Generale

Gli autori, dopo una breve descrizione del metodo di lipolisi epicutanea non invasiva con ultrasuoni, riportano i dati del loro studio su 20 pazienti sani sottoposti a trattamento. Le indagini condotte con prelievo prima e dopo l’applicazione di ultrasuoni hanno sforato i dati emato-chimici basilari con particolare riferimento al metabolismo lipidico. I risultati inducono a ritenere che non esista sostanziale variazione del profilo lipemico, né impegno epatico o altra modificazione chimica degna di nota limitatamente allo strumento utilizzato, alle cui frequenze e alle cui modalità di uso possiamo confermare assoluta sicurezza

L

a liposuzione ultrasonica è stata da noi praticata fin dal 1994 [12], con lo scopo di ridurre il trauma meccanico della cannula aspirante e, di conseguenza, il rischio di danno emorragico. Tutto ciò ha incoraggiato studi basati su trasduttori irraggianti della superficie cutanea, piuttosto che da cannule inserite all’interno del tessuto adiposo. Abolendo successivamente la fase lipoaspirativa, si è giunti a produrre strumentazioni in grado di dissolvere strati e accumuli adiposi a cute integra, provocando un rimaneggiamento del grasso, il cui destino è stato solo sporadicamente indagato. Fig. 1: Cavitation II (Re-age)

È interessante il fatto che l’effetto lipolitico degli ultrasuoni si svolga prevalentemente per azione meccanica anziché termica, poiché in tal modo viene evitata o comunque moderata la iperemia vascolare del microcircolo, la quale potrebbe indurre una copiosa reintroduzione del materiale adiposo lisato nel torrente circolatorio, causando eventualmente ripercussioni biochimico metaboliche sui visceri-filtro tra cui primariamente fegato e polmone. È noto peraltro che gli acidi grassi liberi, ottenuti dai trigliceridi, offrono un’elettiva capacità di combustione da parte di tessuti nobili quali il cervello, il cuore e l’apparato muscolare scheletrico. Di conseguenza anche l’attività fisica andrebbe rivalutata nel periodo peri-post trattamento. MATERIALI E METODI

Sono stati selezionati 20 pazienti (15 femmine e 5 maschi) in buone condizioni di salute, in età compresa tra i 25 e i 65 anni, che presentavano espressione di accumulo adiposo localizzato o distribuito su aree del corpo esteticamente

Fig. 2: lipoma sul collo

rilevanti e con caratteristiche di infiammazione a tipo cellulitico. Dopo aver avuto il consenso informato, sono stati sottoposti a trattamento ultrasonoro con la macchina Cavitation (Re-age). Cavitation è uno strumento costituito da due diversi manipoli (uno concavo e uno piano), utilizzati in base alla zona da trattare. Lo strumento è programmato dall’esecutore attraverso uno schermo touchscreen ed emette

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ULTRASUONI, CAVITAZIONE E RIMODELLAMENTO CORPOREO: EFFICACIA E SICUREZZA

Grafico 1: valori ematici, prima e dopo trattamento, del colesterolo totale, HDL e trigliceridi

Fig. 3: trattamento del lipoma con ultrasuoni

Lo studio è stato così caratterizzato: • prelievo pre trattamento (tempo 0); • trattamento con Cavitation II (Reage): 20 minuti con una potenza ultrasonora pulsata variabile tra il 60 e il 90%; • prelievo di sangue e urine (tempo 1); • ripetizione della procedura dopo 48 h; • ripetizione pre-post del prelievo. La procedura è stata ripetuta una volta alla settimana per 4 settimane. Tra gli esami presi in considerazione abbiamo valutato la routine ematochimica con emocromo completo, transaminasi, glicemia, azotemia, creatininemia, uricemia, elettroforesi, colesterolo totale, HDL, trigliceridi, esame urine. Abbiamo valutato anche l’efficacia dello strumento di cavitazione Cavitation (Re-age) misurando l’area trattata con gli ultrasuoni e valutando la riduzione di volume o rilevando la variazione lineare dell’area o dell’accumulo di grasso (lipoma) trattato. RISULTATI

Fig. 4: selezione delle aree trattate e applicazione del gel di conduzione

frequenze ultrasonore per un periodo di tempo stabilito. Prima di iniziare il trattamento, l’area stabilita viene ricoperta con gel di conduzione.

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I risultati sono espressi nominalmente in relazione al metabolismo lipidico e in tabella. Sotto il profilo della sicurezza non sono stati rilevati effetti collaterali del trattamento, a meno che il trasduttore non fosse applicato in aree perpendicolari a piani ossei

Fig. 5: trattamento dei fianchi con gli ultrasuoni

con scarsa apposizione del pannicolo adiposo, in grado di indurre dolorose e fastidiose risonanze osteotendinee della cavitazione. I pazienti hanno verificato l’efficacia del trattamento in termini di ridu█ zione delle superfici trattate. BIBLIOGRAFIA: 1) Palmieri B, Bosio P, Catania N et al. Ultrasonic suction lipectomy. A mini-invasive treatment of obesity. Recenti Prog Med 1995;86 (6):220-5. 2) Palmieri B, Criscuolo M, Gozzi G. Ultrasonic lipoemulsification: a working definition and exvivo study on human adipose tissue. Minerva Chir. 1994;49(1-2):71-5)

PER INFORMAZIONI: 800 912 744 www.re-age.com


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Medicina Estetica

POLYTECH HEALTH AND AESTHETICS Le nuove protesi Made in Germany

di M. Carta Emmeci 4 - Parma

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in dall’inizio della nostra attività, la nostra azienda ha inteso fornire ai clienti prodotti di qualità, con un elevato livello di supporto e servizio post vendita. Con questa filosofia la EMMECI 4 ha iniziato la commercializzazione di alcuni marchi (filler Stylage Vivacy) che sono diventati in poco tempo un riferimento nella medicina estetica. Oggi EMMECI 4 si pone l’obbiettivo di offrire anche ai Chirurghi Plastici ed Estetici, con la stessa professionalità, una gamma di alta qualità di protesi mammarie e non solo, prodotte da Polytech Health and Aesthetics. La Polytech, fondata a Dieburg, in Germania, nel 1986, si occupava della distribuzione in Europa di impianti mammari di produzione sudamericana. Nel 1988 venivano aggiunte al catalogo anche protesi per glutei e per polpacci di produzione brasiliana. Dal 1992 in poi, Polytech ha iniziato una produzione propria di impianti, sviluppando principalmente protesi rivestite in schiuma di micro poliuretano. All’epoca la produzione degli involucri e il riempimento erano realizzati da una terza società in Brasile, mentre Ricerca & Sviluppo, Controllo Qualità, Sterilizzazione, Confezionamento e gli uffici commerciali erano invece situati in Germania, nella sede Polytech. Dal 2008, con il nome Polytech Health and Aesthetics, la ditta ha iniziato a produrre la gamma completa in Germania, per offrire maggiore flessibilità e prontezza di reazione alle richieste del mercato e, soprattutto, per assicurare una rigorosa gestione della qualità lungo tutti i passaggi del processo produttivo. Il disegno, la produzione, la distri-

buzione e i servizi al cliente della Polytech Health & Aesthetics sono controllati dal Sistema di Gestione della Qualità secondo le norme DIN EN ISO 9001 e DIN EN ISO 13485. I prodotti sono certificati CE e soddisfano tutti gli standard europei e non europei, oltre a soddisfare i requisiti per la classe III. Le protesi mammarie sono attualmente i dispositivi sottoposti ai più rigorosi controlli all’interno della Direttiva CE. UNA GAMMA COMPLETA

Il Centro di Ricerca e Sviluppo Polytech Health & Aesthetics ha creato nuove linee di prodotto che rappresentano attualmente la gamma più completa di protesi, in termini di misure, di forme e proiezioni. Sono disponibili infatti 4 modelli, ognuno con 4 diverse proiezioni e 18 misure diverse, per un totale di 288 articoli in silicone testurizzato. La stessa

identica gamma è disponibile con rivestimento di micro poliuretano, per un totale di 576 articoli. Sono inoltre disponibili i sizer di prova, per un totale di 144 modelli, e 27 espansori mammari, a completamento del Sistema Modulare Polytech. Tra le novità di quest’anno vi sono anche i nuovi modelli Sublime Line (protesi iperiempite) e Diagongel (protesi con gel a duplice coesività). Il chirurgo ha quindi la possibilità di scegliere l’impianto perfetto per le necessità di ogni paziente. Il procedimento produttivo completo delle protesi consiste in 30 passaggi, quasi tutti eseguiti manualmente, realizzati in un lasso di tempo compreso tra 8 e 14 giorni. La produzione inizia con la creazione dell’involucro, che è formato di diversi strati di silicone, ciascuno dei quali deve asciugare prima di passare al successivo. Alla fine

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l’involucro multi-strato viene vulcanizzato o cross-linked a 150° C. Gli involucri sono misurati e controllati prima dell’applicazione del numero di serie. Alle protesi anatomiche o a goccia si applica anche la linea di repere, che aiuta il chirurgo a posizionare correttamente gli impianti. L’involucro viene quindi chiuso con il patch e inizia la fase del riempimento. Tutte le fasi sono portate a termine manualmente. Una volta riempita, la protesi è nuovamente vulcanizzata per stabilizzare il gel. L’impianto è controllato ulteriormente e se ne testa l’elasticità prima della sterilizzazione, realizzata con calore secco con apposita procedura. Successivamente si passa al confezionamento in doppio blister sterile, dopodiché gli impianti vengono quindi posti in quarantena per 7 giorni, fino al controllo finale sulla sterilità, eseguito da un laboratorio esterno indipendente. Gli impianti sterili vengono quindi ricontrollati e confezionati nelle loro scatole di cartone. La gamma dei prodotti Polytech Health & Aesthetics comprende protesi mammarie, sizer, impianti per il viso, per i pettorali, per i glutei, per i testicoli, impianti per i polpacci e un’ampia gamma di espansori. Ciascuna protesi, sizer o espansore è disponibile in una serie di forme e misure che tengono conto delle variazioni della fisiologia femminile. Abbiamo quattro tipi di protesi: base rotonda con forma rotonda (Meme), base rotonda con forma a goccia (Replicon),

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base stretta con forma anatomica (Optimam), base larga con forma anatomica (Opticon). Il rivestimento e l’interno sono in silicone, poiché è tuttora considerato il materiale all’avanguardia nella chirurgia dei tessuti molli. Il silicone è una sostanza ormai diffusa nella vita quotidiana ed è particolarmente comune nei dispositivi medicali. Il gel di riempimento altamente coesivo, ma molto elastico, ha un effetto memoria che fa sì che le protesi siano naturali al tocco. LA NOVITÀ SI CHIAMA LipiVage™

Un’altra innovazione distribuita da EMMECI 4 è rappresentata dal LipiVage™, un dispositivo di raccolta del grasso, per il trapianto autologo, decisamente più delicato per le cellule rispetto ai metodi attualmente disponibili, poiché utilizza un basso livello di vacuum dell’apparecchio di aspirazione. LipiVage™ è un prodotto monouso e sterile che si con-

nette direttamente e rapidamente alla pompa di liposuzione. Le cellule di grasso autologo vengono raccolte delicatamente dal dispositivo LipiVage™ con l’utilizzo di un leggero vacuum, mentre la normale centrifugazione, anche se a bassa velocità, influisce negativamente sulla redditività delle cellule di grasso raccolte. Una volta dentro la cannula, il grasso viene separato dagli oli e dai fluidi da un filtro integrato nella siringa. È possibile quindi ottenere porzioni sterili di grasso in siringhe di piccolo volume, pronte per l’impianto attraverso l’utilizzo di connettori di trasferimento, con attacco luer-lock. LipiVage™ presenta indubbi vantaggi significativi rispetto ad altri metodi di raccolta delle cellule di grasso autologo attualmente disponibili: • maneggevolezza e significativo risparmio di tempo, poiché la raccolta e il lavaggio del grasso sono contestuali; • abolizione di procedure non sterili, poiché l’intera operazione si svolge in un sistema sterile chiuso, già pronto per il reimpianto; • maggiore redditività delle cellule raccolte; • non serve la centrifugazione e non necessita di altre apparecchiature; • le cellule di grasso sono concentrate e immediatamente disponibili, già filtrate da fluidi e oli. LipiVage™ è disponibile in versione fino a 100ml, oppure fino a 300ml. █


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Simposio Internazionale ae d ale di Flebologia F International Symposium um off Phlebology Simposio Internacional nal de d Flebología

26 - 27

Marzo • March

Marzo Marzo

2010

C.N.R. Area della Ricerca di Bologna (IT)

Lingue ufficiali (Italiano - English - Español) Official languages - Idiomas oficiales

1° Congresso Nazionale

Associazione Flebologica Italiana

25 2 5 March March 2010 2010 PPre re C Congress ongress theoretical-practical theoreti ticall practi ticall course F FOAM OAM S SCLEROTHERAPY CLEROTHERAPY Speakers: A. Cavezzi, A. Frullini, L. Tessari • Official Language: English Venue: VALET Srl - Bologna (IT) Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna (IT) • Tel. + 39 051 63 88 334 • Fax +39 051 326 840 • www.valet.it • congresso@valet.it

Principali argomenti oggetto del Congresso

Sede del Corso • Course venue • Sede del Curso 25 March 2010

• Scleroterapia con liquidi e schiuma nell’insufficienza VALET - Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 - Bologna venosa Segreteria Scientifica • Nuove terapie dell’insufficienza venosa Scientific Secretary • Secretaría Científica • Aspetti legali nell’utilizzo della schiuma sclerosante Dr. Alessandro Frullini • AFI - Associazione Flebologica • Profilassi eparinica nella scleroterapia Italiana • Standardizzazione della produzione Piazza Caduti di Pian d’Albero, 20 - 50063 - Figline Valdarno P ia (FI) di schiuma sclerosante • Tel. +39 055 9157158 • Laserterapia www.associazioneflebologicaitaliana.it • Radiofrequenza info@associazioneflebologicaitaliana.it • Elastocompressione e scleroterapia Comitato scientifico • Valutazione duplex del risultato della scleroterapia Scientific committee • Comité Científico • Complicanze della scleroterapia con schiuma A. Frullini, A. Cavezzi, L. Tessari, P. Casoni, • Scleroterapia delle malformazioni vascolari S. Bellandi, M. Ronconi, C. Orsini • Il cross-linking con riboflavina del collagene Segreteria Organizzativa della parete venosa Organizing Secretary • Secretaría Organizativa O • Il laser olmio nell’insufficienza venosa VALET - Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna (IT)

Iscrizioni IIscr Is criizi cr izio ionii • Su Subscriptions S Sub ubs bscr bscr criip ipti tion ion onss • In IInscripción Insc nscri ripc ipc pció ión ió n www.valet.it www.associazioneflebologicaitaliana.it

• Tel. + 39 051 63 88 334 • Fax +39 051 326 840 www.valet.it congresso@valet.it


SMAGLIATURE

Medicina Estetica

Le “striae distensae”, meglio note con il termine di smagliature, sono un tipo d’atrofia cutanea caratterizzata da depressioni lineari ben delimitate che possono comparire in ogni parte del corpo a eccezione del viso, delle mani, dei piedi e dello scroto, e sono generalmente bilaterali.

di Giuseppe Pacilli Medico Chirurgo - Foggia

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e smagliature riguardano più del 50% della popolazione giovanile; durante la pubertà colpiscono il 25% delle ragazze e il 10% dei ragazzi; nelle primipare compaiono in una percentuale variabile dal 50 al 70% dal VI mese di gravidanza. Le smagliature assumono un andamento perpendicolare all’asse di maggior trazione cutanea e seguono l’orientamento delle linee di clivaggio (linee di Langer); la loro localizzazione anatomica è variabile secondo le condizioni fisiologiche (pubertà, gravidanza), iatrogene (terapie cortisoniche protratte) e patologiche (obesità, denutrizione, morbo di Cushing, sindrome di Marfan) che ne hanno determinato la comparsa. Dal punto di vista clinico si presentano come bande lineari parallele tra loro separate da cute integra; il loro colore può variare dal rosa al rosso-bluastro nella fase iniziale, detta infiammatoria, che dura da 12 a 24 mesi; mentre si presentano di colore bianco madreperlaceo o avorio nella fase successiva detta cicatriziale. Le loro dimensioni oscillano da 1 mm a 2 cm di larghezza e da 1 cm a 20 cm in lunghezza.

Prima

Dopo

Dal punto di vista istologico, le alterazioni interessano soprattutto il derma medio e variano a seconda del periodo di formazione della smagliatura. Nelle smagliature di recente insorgenza è presente un importante infiltrato infiammatorio (macrofagi, istiociti, linfociti), con dislocazione del tessuto fibroso e neoformazione di fibre sottili ed elastiche alla periferia della striae. Nelle smagliature più datate, le fibre di collagene sono striate e atrofiche e determinano una riduzione del 50% dello spessore del derma. Allo studio immunoistochimico si evidenzia una netta riduzione della sintesi di procollagene I e III e di fibronectina e un aumento dei livelli di glicosoaminoglicani nella zona

con smagliature. L’approccio terapeutico è controverso e variegato. Le terapie più promettenti sono quelle che inducono un rimodellamento tissutale e la stimolazione di citochine e fattori di crescita.

PAZIENTI

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4

SESSO

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F

F

F

ETÀ PATOLOGIA N° TOT. TRATTAMENTI FREQUENZA TRATTAMENTI

Tabella 1

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smagliature

smagliature

smagliature

smagliature

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settimanale

settimanale

settimanale

bisettimanale

PROTOCOLLO DI STUDIO

L’obiettivo di questo studio è valutare l’efficacia, nella correzione delle smagliature, del trattamento combinato di tre metodiche: vibromicrodermoabrasione, cromobrillance e massaggio double-vacuum. Alla visita di screening le pazienti sono state sottoposte a valutazione clinica. Coloro che rientravano nei criteri di inclusione sono state arruolate. Il numero totale e la frequenza dei trattamenti, l’intervallo tra le sessioni, l’intensità e la durata delle singole metodiche di trattamento sono stati stabiliti tenendo conto delle caratteristiche cliniche e della risposta al trattamento di ogni singola paziente (Tabella 1). METODI

Medical Trend Srl produce oggi 3ACT, uno strumento versatile che

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combina sinergicamente le tre tecnologie in un’unica apparecchiatura. In particolare, 3ACT si basa sull’utilizzo combinato delle seguenti innovative tecnologie: • vibro-microdermoabrasione, per creare un’esfoliazione profonda della cute contemporaneamente al massaggio micro pulsato; • cromobrillance, per aiutare il derma ad assorbire i principi attivi e fotostimolare i tessuti; • massaggio double-vacuum, per portare sangue in superficie con conseguente ossigenazione dei tessuti. Vibro-microdermoabrasore Il manipolo abrasore produce una micro vibrazione meccanica regolabile a diverse intensità. Grazie al nuovissimo rivestimento in carburo di tungsteno diamantato (materiale biocompatibile) e alle testine di diversa forma e dimensione, il dermoabrasore è in grado di trattare anche le zone più delicate. La tecnica consiste nell’effettuare una serie di passaggi nel senso della smagliatura asportando lo strato corneo fino a ottenere un’iperemia della striae e provocando la comparsa di micromacule purpuriche (micropetecchie) senza asportare completamente lo strato epidermico, in modo da non causare una soluzione di continuo della cute.

Prima

Dopo

luce continua di media e alta intensità generata da numerosi diodi di potenza controllati da una sonda di rilevamento termico riuscendo a riscaldare il derma profondo fino a una temperatura di 45°C.

loro ripigmentazione. Sono state eseguite misurazioni cliniche sulla smagliatura e su pelle normale con controllo da parte del soggetto stesso evidenziando un miglioramento fino al 50% dopo la VI applicazione. Si è verificata inoltre una completa scomparsa delle smagliature di più piccole dimensioni dopo la X applicazione.

Massaggio Double-Vacuum Il massaggio computerizzato viene effettuato tramite uno o due manipoli vacuum che possono montare terminali di forme e grandezze diverse, specifici per zone e tipologie di trattamento. Il massaggio si effettua in senso centripeto, stimola il flusso linfatico e arteriovenulare e mobilizza e sfibra le strutture fibrose delle smagliature. Inoltre 3ACT dispone di un’ampolla nebulizzatore di principi attivi. Si pone il mix di principi attivi all’interno di un’ampolla e attraverso un sistema di microionizzazione il preparato fuoriesce nebulizzato andandosi a depositare sulla zona trattata, formando un film di sostanze attive omogeneo e uniforme. RISULTATI

Cromobrillance La cromobrillance è una nuovissima tecnologia in grado di produrre

L’utilizzo contemporaneo di queste tre metodiche ha permesso di ottenere, in maniera non invasiva e atraumatica, un netto miglioramento clinico delle smagliature e una

Prima

Dopo

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CONCLUSIONI

A oggi non si ha nessun metodo terapeutico per l’eliminazione completa delle smagliature. Sulla base dei risultati ottenuti è possibile affermare che l’utilizzo combinato della vibro-microdermoabrasione, della cromobrillance e del double-vacuum rappresenta un valido trattamento delle smagliature, comportando un notevole miglioramento clinico delle striae e una loro ripigmentazione. L’azione sinergica della vibro-microdermoabrasione (insulto meccanico) e della cromobrillance (insulto termico), agendo simultaneamente innescano un processo di riparazione tissutale importante con un danno lesionale minimo. A questo bisogna aggiungere la sinergia dell’effetto vacuum che, mobilizzando atraumaticamente i tessuti, ne migliora la circolazione veno-linfatica e il metabolismo, favorendone la riparazione in assenza di ulteriore danno. Ottimi risultati si ottengono nel trattamento delle smagliature di più piccole dimensioni che tendono a scomparire completamente, riscuotendo approvazione in tutte le pazienti trattate sia per la piacevolezza del trattamento sia per l’assoluta non limitazione della vita █ sociale e di relazione.


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Medicina Estetica

Medicina estetica e semeiotica medica: significato di un corso

di Paola Tarantino Medico Estetico Specialista in Medicina del Lavoro - Cerignola (FG) Docente C.P.M.A VALET - Bologna

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a nostra scuola ha sempre lasciato i medici frequentatori liberi di scegliere quali corsi frequentare e in quanto tempo completare i vari moduli che la compongono. Da sempre noi però siamo convinti che ci siano alcuni corsi in ogni modulo che sono propedeutici per poter ben assimilare tutte le altre tematiche della medicina estetica del viso e del corpo: i corsi cosidetti “base”, che consigliamo di continuo a tutti i colleghi che ci chiedono informazioni. Quest’anno sono stata chiamata a essere docente di uno di questi corsi, quello che riguarda la semeiotica e l’analisi della composizione corporea, inserito nel “modulo corpo”. Succedendo al professor Motolese, storico docente di questo corso, ho avuto un attimo di timore, pensando alle mie non lontane frequentazioni come discente ma, inorgoglita e responsabilizzata dall’incarico, mi sono tuffata a riordinare le mie idee sullo svolgimento delle tematiche riguardanti il corpo. In verità, quando Enrico Follador mi ha telefonato per dirmi che voleva farmi da “chioccia”, affiancandomi in questo mio esordio, mi sono sentita più forte, ma ora che non c’è più sono – se possibile – maggiormente determinata a risultare all’altezza del compito, anche per onorare la memoria dell’amico scomparso, sempre gentile e prezioso nei suoi

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consigli. Ho intenzione di strut-nturare il corso analizzananei do tutti i parametri cutanei ttica di riuscire e interpretandoli nell’ottica a diagnosticare i vari inestetismi e controllare l’efficacia del nostro iter terapeutico. Così facendo, otteniamo due risultati: da un lato cerchiamo di dare la massima scientificità alla medicina estetica, mentre dall’altro determiniamo un elevato grado di soddisfazione da parte del paziente, che vede tangibilmente che i risultati obiettivi sono confermati dai riscontri diagnostici. Un importante parametro di valutazione per definire la validità del nuovo programma di rimodella-

mento del corpo, in cui includiamo mesoterapia, intralipoterapia, cavitazione, radiofrequenza e i nuovi macrofiller a base di acido ialuronico, specifici per il corpo. Concludendo, ho cercato di rendere dinamico un argomento per definizione piuttosto piatto, in quanto ho pensato di presentare un corso finalizzato all’utilizzo pratico sia della semeiotica sia delle apparecchiature preposte alla diagnostica cutanea, così come è ormai nella filosofia di█ dattica della nostra scuola. corso teorico pratico

SEMEIOTICA CLINICA, STRUMENTALE E ANALISI DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA Obiettivi del corso Il corso fornisce gli elementi di base ed i fondamentali per un corretto inquadramento clinico e strumentale delle disarmonie corporee. Fisiopatologia, inquadramento clinico e classificazioni della PEFS, delle adiposità localizzate, degli abitus corporei e delle disarmonie legate alle alterazioni dei rapporti tra le masse corporee. Ha valore di propedeuticità per tutti gli altri corsi a contenuto prettamente terapeutico poichè fornisce gli strumenti adeguati per effettuare una corretta diagnosi medico-estetica indispensabile per impostare un adeguato protocollo terapeutico.

DOCENTE: Dr. ssa Paola Tarantino DATE DEL CORSO: 13-14/03/2010 DURATA: 1 stages di 12 ore ECM: 14 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - BolognaLL’AMBULATORIO ’’AMBU ’A AMBBULA AMB ULA UL U LLAATO ORI RIO 56 MEDICO M Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


NUOVI PEELING NANOTECH A BASE DI AHA

Medicina Estetica

di Giuseppe Maria Izzo Specialista in Dermatologia - Napoli Docente C.P.M.A VALET - Bologna

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li A-idrossiacidi (AHA) sono acidi organici (carbossilici) con un gruppo idrossile in posizione alfa dell’atomo di carbonio. Sono presenti in natura in sostanze come mele (acido malico), agrumi (acido citrico), latte (acido lattico), uva acerba (acido tartarico), canna da zucchero (acido glicolico), aceto (acido acetico), mandorle (acido mandelico). Gli effetti degli acidi di frutta e vegetali erano conosciuti già nell’antichità: Cleopatra usava bagnarsi nel latte di asina, le nostre nonne usavano il succo di limone per schiarirsi la pelle, ecc. Negli Anni 70, negli Usa il professor Van Scott ha approfondito le proprietà di queste sostanze e le loro mirabili applicazioni. Il capostipite degli agenti esfolianti usati per i peeling superficiali è sicuramente l’acido glicolico. Dopo tanti anni di esperienze con questo A-idrossiacido, possiamo affermare senza ombra di dubbio che, nonostante il proliferare di tante sostanze più o meno nuove, l’acido glicolico rimane il più importante agente esfoliante che abbiamo oggi a disposizione per i peeling superficiali e che la conoscenza della tecnica per usarlo al meglio e senza inconvenienti debba far parte del bagaglio di ogni medico che pratichi la medicina estetica. Osservando le formule di struttura di alcuni AHA, ACIDO GLICOLICO

si coglie subito la differenza di P.M. Tutte le sostanze del gruppo chimico sono simili per qualità d’azione sulla pelle, tuttavia l’acido glicolico è il più utilizzato perché, grazie al più piccolo peso molecolare, penetra più in profondità nella struttura della cute ed è quindi superiore per efficacia e rapidità d’azione. MECCANISMO D’AZIONE

II meccanismo esfoliante dell’acido glicolico è delicato e specifico: alle concentrazioni sino al 15%, utilizzate in genere nei prodotti domiciliari, l’esfoliazione dello strato corneo è ottenuta selettivamente attraverso l’inibizione degli enzimi (solfotransferasi e fosfotransferasi) che presiedono alla formazione dei ponti intercorneocitari di natura elettrostatica (ioni solforici e fosforici presenti sulla membrana dei corneociti). Indagini a livello ultrastrutturale hanno rilevato interruzioni desmosomiali solo a livello superficiale. Più in profondità non si sono registrate alterazioni delle microstrutture nè cambiamenti morfo-funzionali delle cellule granulose secernenti i corpi lamellari di lipidi bistratificati. A concentrazioni più alte, proposte per l’uso ambulatoriale, sino al 70%, l’effetto dell’acido glicolico è decisamente di tipo epidermolitico, ma in ogni caso graduale, con CH2OH - COOH

ACIDO LATTICO

CH3 - CHOH - COOH

ACIDO MALICO

COOH - CH2 - CHOH - COOH

ACIDO TARTARICO ACIDO CITRICO

COOH - CHOH - CHOH - COOH COOH - CH2 - COH - CH2 - COOH

esfoliazione corneocitaria invisibile e praticamente indolore. L’acido glicolico agisce sull’epidermide e sul derma. Gli effetti istologici sono ben documentati da numerose ricerche. A livello dell’epidermide si nota un assottigliamento delle strato corneo, a cui segue un’accelerazione del turnover delle cellule più profonde, più vitali e idratate, in particolare a livello degli strati granuloso e basale. Ne consegue che, nonostante l’assottigliamento dello strato corneo, l’epidermide nel suo insieme aumenta di spessore del 30-50%. A livello del derma si osserva che a causa dell’elevato potere di penetrazione, l’acido glicolico altamente concentrato raggiunge rapidamente le papille dermiche, in genere entro pochi minuti dall’applicazione, come è dimostrato dalla reazione vasomotoria evidenziabile sotto forma di eritema. Attraverso ripetute stimolazioni, facilmente attuabili alternando le alte con le basse concentrazioni, il derma reagisce con un aumento dell’attività dei fibroblasti, che incrementano la produzione delle fibre di collagene e di elastina e della sostanza fondamentale, in particolare delle macromolecole aminosaccaridiche altamente idrofile. Si ottie-

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NUOVI PEELING NANOTECH A BASE DI AHA

ne così un notevole miglioramento della trama connettivale, con ispessimento dermico variabile dal 20% al 50%. Sul piano clinico, sulla base delle modificazioni istologiche descritte, l’acido glicolico è utilizzabile in diverse situazioni. INDICAZIONI

Photoaging: il decadimento della struttura della cute è causato dai processi di invecchiamento spontaneo, a cui si sovrappongono i danni indotti dalle radiazioni ultraviolette, UVA, UVB. Con l’acido glicolico conviene quindi trattare le parti abitualmente esposte alla luce: il viso, il decolleté, il dorso delle mani. I risultati, come l’attenuazione delle rughe sottili, la ripresa della luminosità e tonicità cutanee, si evidenziano chiaramente anche nelle persone anziane. In quelle più giovani il trattamento è altrettanto utile ai fini preventivi, e comunque al fine di rivitalizzare pelli spente, opache. Per quanto riguarda l’azione idratante, nella letteratura internazionale si riportano risultati di grande rilievo: l’azione non è però diretta né immediata. Infatti dopo le prime applica-

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zioni, la rimozione dello strato corneo potrebbe portare a un aumento della traspirazione, anche se esami specifici della TEWL non hanno evidenziato significative variazioni. Nei tempi successivi, man mano che si attiva il turnover delle cellule sottocorneocitarie, vitali e ben idratate, il contenuto acquoso dell’epidermide aumenta in misura significativa. Per un’azione idratante immediata, è consigliabile integrare per alcuni giorni con emulsioni emollienti o idratanti, preferibilmente dotate di azione lenitiva. Iperpigmentazioni: l’efficacia è stata dimostrata nei casi di iperpigmentazione correlata con il crono e photoaging, con la gravidanza e con l’uso di estroprogestinici a basso dosaggio, e nelle macchie ipermelaniche post-infiammatorie. L’azione depigmentante è spiegabile con l’esfoliazione delle macchie più superficiali e con l’aumento del turnover cellulare epidermico, che porta a una più regolare ridistribuzione dei melanociti e a un più omogeneo rilascio di melanina da parte di queste cellule. Il meccanismo è stato correlato anche con un’azione antiossidante ipotizzata e recentemente dimostrata. I risultati più evidenti si ottengono associando all’acido glicolico altri principi attivi ad azione specifica come l’acido cogico, l’acido fitico, agenti antiradicalici e filtri solari. Acne: il trattamento con acido glicolico ad alte concentrazioni è utile soprattutto nella fase comedonica, in cui si ottiene, sin dalla prima applicazione, la rimozione del tappo cheratinico con estrusione del materiale sebaceo, e nella fase finale cicatriziale e nodulocistica, dove è possibile intervenire sul problema estetico grazie all’azione levigante e stimolante il turnover degli strati sottocorneocitari. Nei casi con acne infiammata con lesioni papulo-pustolose, l’acido glicolico viene generalmente sconsigliato perché potrebbe aggravare lo stato irritativo di base.

Controindicazioni: sia assolute sia relative sono assimilabili a quelle di tutti i peeling, comprendendo anche l’allergia accertata a uno o più ingredienti inclusi nei prodotti cosmetici da utilizzare per il trattamento ambulatoriale e domiciliare. NANOTECNOLOGIA

Oggi la nanotecnologia consente di formulare una nuova generazione di peeling che migliorano le loro qualità sia di efficacia che di tollerabilità. Da Wikipedia, l’enciclopedia libera: “La nanotecnologia è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro (in genere tra 1 e 100 nanometri) e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala. Il termine “nanotecnologia” indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare”. Da ciò possiamo renderci conto come il termine nanotecnologia sia ampiamente abusato, comprendendo frequentemente preparazioni con nanosomi spesso ampiamente superiori ai 100 nm. Tra i nuovi peeling spiccano gli acidi glicolici nanotech prodotti dall’azienda Medinnova S.r.l. Si tratta di 4 tipi diversi tipi di acidi glicolici, preparati in gel fluido a varie concentrazioni e pH. La loro peculiarità consiste nell’uso di acido glicolico in nanosfere di 100 nm di diametro, ad alta capacità di penetrazione intercellulare e a lenta cessione del principio attivo. La lenta cessione di acido glicolico consente di controllare meglio la formazione dell’eritema e migliora la compliance dei pazienti in quanto il bruciore risulta attenuato e progressivo. Da sottolineare che non è stata accertata alcuna tossicità o controindicazione nell’uso del nuovo principio attivo. Inoltre è stato preparato uno specifico peeling depigmentante che, oltre all’uso di acido glicolico in nanosfere Ø100 nm, utilizza Ar-


corsi teorico pratici PEELINGS CHIMICI DI SUPERFICIE, MEDI E PROFONDI base e PEELINGS CHIMICI avanzato

butina nanotech in nanosfere Ø50 nm. L’uso di nanosfere di diametro così ridotto permette una profonda penetrazione dell’Arbutina (idrochinone glicoside) che, associata alle vitamine C, E ed F in funzione antiossidante, all’Acido Cojico puro e all’Acido Fitico, consente a questa preparazione di agire a più livelli nel meccanismo del trattamento e della prevenzione della formazione di macchie ipermelaniche. Ricordiamo che l’Acido Cojico è un chelante del Cu++ ad azione rapida e superficiale, mentre l’Acido Fitico ha azione lenta e profonda. In conclusione, l’evoluzione nanotecnologica dell’acido glicolico come agente peeling ha determinato una nuova e più significativa possibilità di utilizzo della molecola più conosciuta e studiata fra tutte quelle utilizzabili come soft peel. Non ci resta che rimanere in attesa dei nuovi sviluppi di questa interes█ sate e innovativa tecnologia.

Obiettivi del corso Lo scopo del corso è dare una corretta conoscenza dello stato dell’arte nel campo dei peelings chimici, con una completa ma non noiosa illustrazione degli agenti a nostra disposizione, con le indicazioni terapeutiche, le modalità di utilizzo e i possibili eventi avversi. Non abbiamo dimenticato la parte pratica che, in questo corso base, riteniamo debba essere svolto sulle modelle dai docenti per permettere ai colleghi di osservare i momenti dell’esecuzione di un peeling chimico, tutti parimenti importanti per un risultato terapeutico ottimale. La mission del corso è fare in modo che il discente sia in grado di iniziare immediatamente a praticare i peelings chimici nel suo ambulatorio. DOCENTI:

Dr. Giuseppe Maria Izzo Dr.ssa Paola Tarantino DATE DEI CORSI: I livello - base settembre 2010 II livello - avanzato ottobre 2010 DURATA: 1 stage di 12 ore + 1 stage di 8 ore RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

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59 MEDICO MEDINNOVA S.r.l. Via Marzabotto, 78 - Funo di Argelato (BO) • Fax: 051 66.47.236 • info@medinnova.it


AYURVEDA

MASSAGGIO

di Laura Ginetti Terapista Ayurvedico - Udine Docente C.E.D.A VALET - Bologna

L

’Ayurveda non è solamente un approccio medico alla salute, è piuttosto una filosofia di vita completa e si può considerare come uno dei metodi più validi per il conseguimento del benessere psichico e fisico, che comprende anatomia, fisiologia, dietetica, yoga, meditazione, filosofia, religione, cura con le erbe e con i minerali, massaggio e trattamenti corporei. L’Ayurveda definisce ayu, la vita, come la cooperazione intelligente fra le quattro componenti dell’essere: atma (anima), manas (mente), indriya (sensi) e sharira (corpo). Ognuno di questi quattro aspetti ha funzioni specifiche, che contribuiscono a formare quella totalità che noi sperimentiamo come vita e l’Ayurveda è incentrato al mantenimento di una relazione equilibrata e integrata tra di essi. Rispettando, in primis, l’individualità, la natura e la costituzione di ogni persona. La costituzione personale individuale, prakruti, è composta dall’unione dei cinque elementi presenti nell’universo (pancha-mahabhata): aka, etere (spazio), vaju, aria (movimento), tejas, fuoco (calore), jala, acqua (unione), pathva, terra (costruzione), che

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L’Ayurveda: medicina tradizionale utilizzata in India fin dal IV millennio a.C., diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. È attualmente annoverata dall’Unione Europea e dalla maggior parte degli Stati membri tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita da parte di medici e terapisti qualificati

combinandosi tra loro danno vita ai tridosha, energia funzionale: vata, aria, pitta, fuoco e kapha, acqua. Tutti i pancha-mahabhata sono insiti e coesistono nei tridosha, ma due prevarranno e daranno inizio alla formazione della prakruti. Secondo l’Ayurveda, l’essenza energetica e vitale che pervade ogni forma di vita biologica corrisponde al prana. Il prana, o forza vitale, è simile a ciò che, nella medicina tradizionale cinese, viene definito qi. Da prana si origina il primo dosha bioenergetico, ovvero vata. Da vata si originano gli altri due dosha, ossia pitta e kapha. La combinazione dei Pancha-mahabhata e l’origine dei Tridosha

Dosha, Potere, Combinazione. VATA Rappresenta la nascita, potere del movimento. Combinazione di aka (etere) e vaju (aria) PITTA Rappresenta l’espansione, potere della trasformazione. Combinazione di tejas (fuoco) e jala (acqua) KAPHA Rappresenta l’unione, potere del raggruppamento. Combinazione di jala (acqua) e pathva (terra) Vata è il movimento, governa il sistema nervoso e raggiunge ogni parte del corpo attraverso gli impulsi che viaggiano lungo i nervi, i muscoli, i vasi sanguigni e i movimenti corporei. Pita è il calore, governa le funzioni metaboliche e le funzioni digestive. È responsabile dei pensieri, della capacità di comprensione e di visione dagli occhi. Kapa è

stabilità, governa la struttura fisica e la resistenza dei tessuti e delle articolazioni. Nell’Ayurveda il concetto di salute e benessere (svastha) si basa sull’idea di favorire l’equilibrio e le corrette funzioni dei dosha, il che significa ristabilire l’equilibrio della costituzione individuale, prakruti, qualora intervengano condizioni di squilibrio costituzionale (vikurti). Il funzionamento ottimale di ciascuno dei dosha corporei crea una condizione omeostatica che si traduce in benessere e buona salute. L’azione terapeutica delle mani, soprattutto nel trattamento di uno squilibrio costituzionale, vikurti, ha avuto una grande importanza nel mondo antico. Si suppone che il massaggio sia nato da basi empiriche e venne successivamente codificato negli antichi testi che costituiscono la base della medicina ayurvedica, la Sushruta Samhita e la Charaka Samhita. È ulteriormente trattato anche in un testo più tardo, l’Ashtanga Hridaya. Il massaggio ayurvedico, abyangam, è parte integrante della filosofia e medicina ayurvedica e riguarda i trattamenti per il corpo composti da massaggi, manipolazioni, applicazioni e stimolazioni; consente di nutrire, fortificare e calmare tutte le parti del nostro corpo. La finalità dell’abyangam è quella di armonizzare gli squilibri dell’organismo, ma soprattutto sostenere le evoluzioni e i mutamenti, rafforzare l’attività di difesa dell’organismo, dando impulso naturale alla salute e mantenendo il benessere psico-fisico dell’essere umano. L’abyangam è in grado di ridare


nervosi, quindi paura, tremore, insonnia, cambiamenti d’umore. Massaggio Abyangam personalizzato su costituzione individuale

una nuova vitalità anche al fisico più provato e di rimuovere i blocchi energetici. Mette naturalmente in atto i concetti di energia e di scambio energetico tra chi effettua e chi riceve il massaggio, sperimentando uno stato di profondo rilassamento e benessere psicofisico. Dal punto di vista fisico si ottiene un miglior ritorno venoso, la stimolazione del sistema linfatico e il miglioramento della circolazione arteriosa. Inoltre, creando calore, si accresce il metabolismo e si migliora l’eliminazione delle scorie, si allungano e decontraggono i tessuti molli e si migliora il movimento delle articolazioni. Dal punto di vista sottile si ha invece un riequilibrio energetico generale da

cui deriva una generale sensazione di benessere, una profonda distensione fisica e mentale, la coscienza della propria unità corporea, l’aumento della sensibilità e della capacità di percezione, la piacevole e consapevole sensazione di sentirsi a casa nel proprio corpo. L’abyangam agisce su quattro livelli (psichico, energetico, fisiologico e strutturale), consentendo di armonizzare ed equilibrare tutte le unità del nostro corpo: corpo-mente-anima. Nella pelle vi sono milioni di terminazioni nervose che hanno necessità di essere trattate con cura, poiché se trascurate o mal curate provocano eccessi di sensibilità traducendosi in stress, ansia, disturbi

Vatabyangam Massaggio pesante, specifico per stabilizzare e nutrire il dosha vata. Pitabyangam Massaggio dolce, specifico per rinfrescare e calmare il il dosha pita. Kapabyangam Massaggio dinamico, specifico per eliminare e drenare gli accumuli di dosha kapa. In abbinamento alle tecniche di abyangam, viene utilizzato un tailam (olio erborizzato) caldo curativo, specifico in base alla costituzione e alle condizioni individuali. Il tailam interviene sulle energie dei dosha in abbinamento alla manipolazione utilizzata, aiutando naturalmente l’organismo a ritrovare l’equilibrio e l’armonia perduti.

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corsi teorico pratici MASSAGGIO AYURVEDICO corso base e avanzato Modalità di trattamento dei Dosha nel massaggio Abyangam

VATA Va nutrito e fortificato, con manualità di strofinamento e di riscaldamento. PITA Va pacificato e calmato, con manualità di accarezzamenti e sfioramenti. KAPHA Va eliminato, con manualità di impastamento e di drenaggio. Entrando nella dimensione del massaggio, in silenzio, si stabilisce un’unione profonda fra chi opera e chi riceve il massaggio, come se l’anima penetrasse nel corpo dell’altro sciogliendo le tensioni più intense. L’abyangam può essere definito una carezza sull’anima, un modo per avvicinarsi profondamente a un’altra persona ed esserle di aiuto con il tocco esteriormente e █ con l’anima interiormente.

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Obiettivi del corso Il corso di Massaggio Ayurvedico rappresenta un percorso completo nell’affascinante mondo dell’Ayurveda e fornisce tutti gli elementi teorico-pratici necessari per iniziare a praticare subito il massaggio ayurvedico in modo efficace. Teoria: riconoscere le tre costituzioni di base, vata, pitta e kapha, per capire meglio se stessi e gli altri. Pratica: scelta, preparazione e uso degli oli ayurvedici; automassaggio e massaggio ayurvedico riequilibrante, adatto a tutte e tre le costituzioni. Sono previsti un corso base ed un successivo corso avanzato

DOCENTE: Sig.ra Laura Ginetti I livello - base DATE DEI CORSI: 15-16-17/01/10 II livello - avanzato 19-20-21/03/10 DURATA: 4 stages di 12 ore RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


KINESIOTAPING

RIABILITAZIONE

di Piera Bitelli Medico Chirurgo Specialista in Fisiatria - Bologna Docente C.E.D.A VALET - Bologna

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l taping neuromuscolare è stato utilizzato per la prima volta in Giappone negli Anni 70: approccio innovativo per il trattamento delle patologie dell’apparato muscoloscheletrico, applicato inizialmente in ambito sportivo, ora utilizzato in tutte le tipologie di paziente. Il concetto su cui si basa il TNM è di aumentare le capacità di guarigione del corpo, liberando i movimenti muscolari e articolari. Le caratteristiche del tape utilizzato sono: • elasticità uguale a quella della cute; • facile adesività che persiste per alcuni giorni anche in acqua; • ottima traspirazione; • privo di sostanze chimiche di ogni tipo. Può essere utilizzato in ambito sportivo, nel post-operatorio, nella riabilitazione post-traumatica, nelle insufficienze veno-linfatiche. Effetti dell’applicazione del tape: • rinforzare la contrazione muscolare; • diminuire l’affaticamento muscolare; • prevenire crampi e lesioni muscolari; • aumentare il ROM; • rimuovere la congestione e migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, diminuendo l’infiammazione, con un’azione costante nelle 24 ore. Per questa tecnica viene utilizzato un tape con un’elasticità del 40% solo nella direzione della lunghezza. Nella maggior parte dei casi il tape

viene applicato senza allungarlo, anzi si stirano le parti sottostanti (pelle e muscoli). Ciò può provocare, una volta applicato il tape, il sollevamento della cute, che è solidale con il nastro, nelle caratteristiche GRINZE. MODALITÀ DI APPLICAZIONE

L’applicazione del tape può avvenire in un’unica striscia, a “y”, a “x” o a “ventaglio”, a seconda che si desideri un’azione profonda o superficiale. I principi di azione sono molto diversi rispetto al bendaggio funzionale tradizionale: mentre quest’ulti-

mo si basa su principi compressivi, il tape neuromuscolare si basa sul principio della decompressione, allo scopo di dare libertà di movimento e sollecitare i meccanismi di auto guarigione insiti nel corpo. █ corso teorico pratico

KINESIOTAPING Obiettivi del corso Il corso è dedicato a tutti coloro che abbiano già frequentato il corso di 1° livello o che comunque possiedano già conoscenze di base sul Kinesiotaping Il corso, esclusivamente pratico, ha lo scopo di perfezionare la manualità e approfondire le proprie conoscenze attraverso l’esecuzione diretta dei partecipanti, in una “full immersion”, delle tecniche di taping neuromuscolare Programma del corso Applicazioni del Kinesiotaping nelle principali patologie muscolo-tendinee e articolari della colonna vertebrale, dell’arto superiore e dell’arto inferiore

DOCENTE: Dr.ssa Piera Bitelli DATE DEL CORSO: 13-14/03/2010 DURATA: 1 stage di 12 ore Il corso è a numero chiuso RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it LL’AMBULATORIO ’’AMBU ’A AMBBULA AMBULA ULA UL U LLAATO ORI RIO 63 MEDICO M


PER IL SOCIALE

HELP FOR CHILDREN

Il circolo di Parma dell’Associazione Help for Children nasce il 10 novembre 1998 per iniziativa di 11 soci fondatori, che costituiscono un comitato denominato “Help for Children - ANPAS solidarietà internazionale Comitato di Parma”, con sede presso Legambiente. Lo scopo dell’associazione è quello di aiutare le persone, in particolare i bambini, che si trovino in precarie condizioni di salute e in gravi difficoltà economiche, o che siano privi di assistenza morale o materiale. Nasce per continuare un’operazione che l’Assistenza Pubblica di Parma ha deciso di accantonare: l’ospitalità ai bimbi provenienti dalle zone bielorusse sconvolte dal disastro nucleare di Chernobyl. Successivamente, nell’anno 2000, l’associazione si è costituita come ONLUS, iscrivendosi all’Albo Regionale del Volontariato, per perseguire in modo più autonomo i propri fini istituzionali, e ha assunto la denominazione di “Help for Children Parma”, mantenendo inalterati gli scopi sociali.

FINALITÀ E CONTESTO Scopo dell’Associazione Help for Children è diffondere la cultura della solidarietà principalmente verso i bimbi delle popolazioni bielorusse, vittime del disastro nucleare di Chernobyl e quindi delle conseguenze dirette e indirette di questo fenomeno e, comunque, verso i bimbi di qualsiasi popolo o nazionalità che versino in stato di grave indigenza o bisogno. Per il perseguimento di tale scopo, l’Associazione promuove e gestisce direttamente o comunque in armonia e collaborazione con enti animati da analoghe finalità, operazioni di varia natura improntate alla realizzazione di aiuti concreti e misurabili coerenti con piani di sviluppo programmati. L’Associazione opera in un contesto nazionale e internazionale coordinato, allo scopo di ottimizzare al meglio la portata e le caratteristiche degli interventi umanitari. Tale situazione è necessaria per concretizzare al meglio, quantitativamente e qualitativamente, le forme di aiuto che da tutto il mondo convergono verso la Bielorussia e il comprensorio di Chernobyl. Help for Children opera in un ampio contesto a caL’AMBULATORIO 64 MEDICO rattere nazionale, il cui coordinamento è affidato soprattutto alla buona volontà dei soggetti attuatori che

tentano di ottenere sinergie da progetti e attività che nascono in modo autonomo e convergono verso le zone contaminate, cercando di fornire complementarietà alle varie azioni di sostegno. In territorio bielorusso l’Associazione Help for Children dialoga direttamente con fondazioni di solidarietà locali.

OBIETTIVI L’ Associazione considera doveroso porsi obiettivi a breve, medio e lungo termine, determinati dalle esigenze contingenti, ma comunque in un’ottica programmatica tesa al conseguimento di obiettivi concreti e perseguibili sia con mezzi propri, che in un contesto più ampio di cooperazione sincera con organizzazioni animate da obiettivi analoghi. In questo contesto l’Associazione considera obiettivo prioritario la minimizzazione possibile del rischio sanitario dovuto alla catastrofe nucleare di Chernobyl con qualsiasi mezzo possa essere messo in campo. Per questo l’Associazione ritiene fondamentale l’esperienza ormai consolidata dell’accoglienza di minori bielorussi presso famiglie del nostro territorio, in grado di assicurare un periodo minimo di un mese per anno, lontano da un ambiente inquinato dal punto di vista nucleare. Si è potuto constatare che questa esperienza è sufficiente per abbattere in modo drastico le altissime percentuali di radioattività presenti sul corpo umano. Sempre allo stesso scopo vengono finanziati e realizzati sul posto progetti di diversa portata ma tendenti al medesimo obiettivo, come la fornitura di un’ambulanza per il comprensorio Strukacev-Babici-Karma, il rifacimento delle strutture igieniche della scuola di Strugacev, la dotazione di un laboratorio dentistico a Strukacev, il filtraggio dell’acqua potabile per l’internato di Babici. Con l’inizio del progetto Sahrawi, l’Associazione intende estendere, anche se in forma quantitativamente minore, le esperienze accumulate con il progetto Chernobyl, offrendo la stessa sincera solidarietà al popolo Sahrawi, confinato in alcuni chilometri quadrati di deserto sabbioso e roccioso, privo di qualsiasi risorsa economica, provato sul piano fisico, morale e alimentare, in base a convenienze di puro carattere politico, economico e militare. Per saperne di più e per aderire a uno dei progetti di Help for Children, visitate il sito: www.helpforchildren.it.

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L’AMBULA ’AMBULATORI ORIO

MEDICO


Testo scritto da Fabio Marini e Domenico D’Angelo e letto durante il Sies Day 09

VOGLIO RICORDARE ENRICO CON LE PAROLE DI HENRY SCOTT HOLLAND:

”MORTE NON È NIENTE. SONO SOLAMENTE PASSATO DALL’ALTRA PARTE: È COME FOSSI NASCO STO NELLA STANZ A ACCANTO. IO SONO SEMPRE IO E TU SEI SEMPRE TU. QUELLO CHE ERAVAMO PRIMA L’UNO PER L’ALTRO LO SIAMO ANCOR A. CHIAMAMI CON IL NOME CHE MI HAI SEMPRE DATO, CHE TI È FAMILI ARE; PARLAMI NELLO STESSO MODO AFFETTUOSO CHE HAI SEMPRE USATO. NON CAMBIARE TONO DI VOCE, NON ASSUMERE UN’ARIA SOLENNE O TRISTE. CONTINUA A RIDERE DI QUELLO CHE CI FACEVA RIDERE, DI QUELL E PICCOLE COSE CHE TANTO CI PIACEVANO QUANDO ERAVAMO INSIEME. IL MIO NOME SIA SEMPRE LA PAROLA FAMILIARE DI PRIMA: PRONUNCIALO SENZA LA MINIMA TRACCIA D’OMBRA O DI TRISTEZZA. PERCHÉ DOVREI ESSERE FUORI DAI TUOI PENSIERI E DALLA TUA DALLA TUA VISTA? NON SONO LONTANO, SONO DALL’ALTRA PARTE, MENTE, SOLO PERCHÉ SONO FUORI PROPRIO DIETRO L’ANGOLO. RASSICURATI, VA TUTTO BENE. ASCIUGA LE TUE LACRIME E NON PIANG ERE.” SONO CERTO CHE ENRICO CONDIVIDEREBBE QUESTE PAROLE. SONO CERTO CHE NON VORREBBE VEDERE NESSUNO PIANGERE. IN QUESTI GIORNI HO STRETTO MOLTISSIME MANI, HO INCON TRATO MOLTISSIMI OCCHI LUCIDI DAL PIANTO, HO ASCOLTATO PAROLE CHE MI HANNO TOCCATO IL CUORE. È STATO STRAORDINARIO VEDERE L’AFFETTO CON IL QUALE AMICI , COLLEGHI, SEMPLICI CONOSCENTI LO RICORDANO. E VI RINGRAZIO TUTTI DI QUESTO AFFETT O, GRAZIE, CREDO DI POTER PARLARE ANCHE A NOME DELLA FAMIGLIA. NON C’È BISOGNO CHE IO VI RICORDI CHE MEDICO CHE PROFE SSIONISTA E CHE DOCENTE ERA ENRICO. OGNUNO DI VOI HA IL SUO PERSONALE RICORDO DA TENERE BEN QUANDO SALIVA IN CATTEDRA, LA VOCE FERMA E SICURA, ENRIC STRETTO NELLA MEMORIA. O VASTO SAPERE DI UOMO DI CULTURA E DI SCIENZ A, MA TRASM NON TRASMETTEVA SOLO IL SUO ETTEVA LA SUA PASSIONE PER LA MEDICINA, PER LA SCOPERTA, PER L’INNOVAZIONE. ENRICO AVEVA LA STRAORDINARIA DOTE DI TRASMETTERE SERENITÀ E COMPRENSIONE AL SUO PROSSIMO ERA UN PERFEZIONISTA E PRETENDEVA TANTO, SOPRATTUTT O DA SOSTA PER ORE, FINO A SERA INOLTRATA, FINO A QUEI MOME SE STESSO, LAVORANDO SENZA NTI IN SOLITUDINE TRA DI NOI, QUANDO CI RITROVAVAMO INSIEME, PER FARE IL BILANCIO DELLA GIORNATA E A PREPARARCI PER QUELLA DOPO. PER QUANTO MI RIGUARDA IO HO PERSO UN AMICO, IL MIO AMICO. QUELLO CON CUI CONFRONTARMI, SU CUI POTER CONTARE SEMPR E, QUELLO DA CUI POTER RICEVERE SEMPRE LA PAROLA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO, QUELLO CON CUI RIDERE, QUELLO CON CUI CONDIVIDERE OGNI MOMENTO, QUELLO CON CUI HO CONDIVIDER E I MIEI PROGETTI, I MIEI SOGNI QUELLO CON CUI HO VISSUTO UNA STRAORDINARIA AVVEN TURA UNICA E IRRIPETIBILE. MA QUANDO GIÀ DOMANI PROVERÒ A CERCARE IL SUO SUO SGUAR DO PER UN CENNO DI RECIPROCA APPROVAZIONE E NON LO TROVERÒ, QUANDO PER MOLTO TEMPO ANCORA, FORSE PER SEMPRE, PENSERÒ “NE DEVO PARLARE CON ENRICO” E SOLO DOPO MI RICORDERÒ CHE NON È PIÙ POSSI BILE, CAPIRÒ CHE TUTTO È CAMBIATO E MI CHIEDERÒ CHE SENSO HA.. EPPURE SO CHE ENRICO RESTERÀ SEMPRE VIVO, ENRICO È VIVO NEL MIO CUORE. ENRICO È VIVO NEL MESSAGGIO CHE CI HA LASCIATO E NEL SUO LAVORO. ENRICO È VIVO IN TUTTI QUELLI CHE METTERANNO IN PRATICA CIÒ CHE LUI INSEGNAVA. ENRICO È VIVO NELLA MEMORIA DI QUANTI HANNO AVUTO LA FORTUNA E IL PRIVILEGIO DI INCONTRARLO E DI CONOSCERLO. ENRICO È VIVO QUI, OGGI: LIGIO AL SUO DOVERE, IN QUALITÀ DI VICEPRESIDENTE DELLA SIES ENRICO NON MANCHEREBBE MAI.


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