Numero 32

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n. 32 gennaio - aprile 2011, anno XI - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.

LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Basso Matteo, Berselli Tiziano, Citernesi Ugo, Cocchi Christian, Costa Paolo, Cuppini Massimo, De Iulio Cinzia, Di Lella Emanuela, Fundarò Salvatore, Gennai Alessandro, Izzo Luigi, Luppino Ivano, Maugeri Roberto, Mele Erika, Migliardi Renata, Pasini Lisa, Soncini Isabella, Speziale Francesco, Terracol Gilles, Tomasoni Andrea.

NUMERO 32 GENNAIO - APRILE 11 ANNO XI

SOMMARIO

ARTICOLI

PAGINA

Skin needling: Vecchia o nuova procedura?

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Ringiovanimento periorbitario con nuova tecnologia sub-ablativa Matrix RF

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Nuovi concetti formulativi di prodotti cosmetici per veicolazione transdermica

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La meccano-stimolazione LPG endermolift® by endermologie®: tecnica anti-aging e procollagenica

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Newest®: sinergia innovativa per un trattamento completo che ridà vita alla pelle in modo naturale

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Resurfacing cutaneo minimamente ablativo con il laser Erbium della piattaforma OmniMax™ in modalità termica e frazionale

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Medical Imaging Systems

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Il micropoliuretano: un grande passo avanti nella mastoplastica additiva

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È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Carbossiterapia e Biovita: una strategia vincente

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Infiltrazioni associate a ultrasuoni cavitazionali per il trattamento della cellulite

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Endochirurgia estetica del volto

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BodyTite™: liposuzione e retrazione tissutale delle zone “critiche”… Oggi si può!

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Keto Station: una risposta efficace ai chili di troppo

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Presentazione nuova applicazione Alex 755 Nm per multi piattaforma laser

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Carbo-radiofrequenza e tiroxina: rigenera la tua pelle!

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Diffusione Nazionale:

Il dimagrimento armonico in VLCD ed un migliore equilibrio psicofisico in Ritmonutrizione®

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Il chair massage con il metodo T.R.A.S.

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Hanno collaborato: Amore Roberto, Arezio Mauro, Bitelli Piera, Catenacci Maximilian, Frullini Alessandro, Gennai Alessandro, Izzo Luigi, Lerro Federica, Luppino Ivano, Marini Fabio, Martignani Alberto, Maullu Giorgio, Paganotti Claudio, Palmieri Isabella Pia, Paolini Franco, Rovatti Pier Paolo, Russo Paola Rosalba, Speziale Francesco, Terrani Salvatore, Tretti Clementoni Matteo. Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: Visual Project Srl

Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: CPMA e C.E.D.A.

Distribuzione: 140.000 copie

Errata Corrige Le foto 1 e 2 pubblicate a pagina 50 sul numero 31 (settembre-dicembre 2010) de L’Ambulatorio Medico sono state invertite.

RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

Multimed e Valet: attenti a quei due

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La grande svolta della schiuma sclerosante

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di Lisa Pasini Dermatologa e Medico Estetico - Forlimpopoli (FC)

I vantaggi di questa metodica Iaree sono i risultati che si ottengono in considerate da tutti difficili: ru-

ghe perilabiali, ringiovanimento del décolleté, cicatrici acneiche, smagliature, notevole lassità cutanea. La bioristrutturazione dermica viene raggiunta con un numero relativamente ridotto di sedute (1-2) e con un imprinting notevole sui

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Prima e dopo trattamento di skin needling

SKIN NEEDLING: VECCHIA O NUOVA PROCEDURA? Anche in Italia, negli ultimi anni, si sta facendo spazio una procedura medico estetica già ampliamente diffusa nel resto d’Europa e applicata in Francia da circa 50 anni, per non parlare delle sue applicazioni millenarie in Cina: SKIN NEEDLING o MICRONEEDLING

fibroblasti nell’attivazione del processo di neocollagenesi. Questo trattamento, in tempi relativamente brevi e senza il down time di una metodica laser, mi permette di ottenere risultati apprezzabili e stabili nel tempo; quelle che saranno poi le applicazioni di altre procedure medico-estetiche associabili per implementare il risultato (peeling, biostimolazione con acido ialuronico, impiego di tecnologia a radiofrequenza o IPL) fanno parte della nostra esperienza personale e ovviamente degli strumenti che abbiamo a disposizione. I principi dello skin needling sono quelli di stimolare la produzione di collagene ed elastina attraverso l’azione di molteplici aghi, che penetrano in modo diverso a livello della cute a secondo del distretto che abbiamo intenzione di trattare (la lunghezza degli aghi va da 1 mm in aree in cui la cute è particolarmente sottile, come ad esempio la regione del décolleté, a 1,5 mm come standard ubiquitario di riferimento per il viso o corpo, si arriva ad una profondità di 2 mm per la terapia delle cicatrici acneiche). La penetrazione dell’ago a livello dermico agisce attraverso un duplice meccanismo nella stimolazione collagenica: • Attivazione dei nocicettori con produzione di chinine e un processo infiammatorio con richiamo di

leucociti, fibroblasti e piastrine. Lo stimolo determina un imprinting sui fibroblasti così elevato da determinare la produzione di fattori di crescita ad elevato potere biostimolante: FGF e PDGF, che essendo potenti fattori chemiotattici per i fibroblasti stessi, determinano la migrazione dermica nelle 48 ore successive al trattamento e stimolano la produzione di collagene I, III, elastina e GAG. • Il sanguinamento petecchiale stimola la produzione di fattori di crescita e ulteriore neosintesi collagenica oltre che neoangiogenesi; ciò viene sfruttato soprattutto per la terapia delle cicatrici acneiche con un particolare sistema (il dermastamp ha aghi più lungi, di 2 mm). PRODUZIONE CONTINUA

Lo stimolo nella produzione del collagene continua fino ai 6 mesi successivi al trattamento, con un progressivo incremento del Tightening cutaneo poiché il collagene

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LL’AMBULATORIO ’AMBULATTORI ’AMBULA TORIO

MEDICO


III viene trasformato in I ad opera delle metallo-proteinasi dermiche. Oltre al processo di neocollagenesi, viene stimolata la neoangiogenesi per produzione di EGF (endothelial grown factor), migliorando la vascolarizzazione cutanea.

ridirezionali poiché in questo modo riusciamo a creare più soluzioni di continuità e stimolare in modo più consistente il processo di riparazione dermico. L’end point del trattamento si raggiunge al manifestar-

METODICA EFFETTUATA

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Marcato photoaging del viso e del décolleté. Paziente: donna, 55 anni, normopeso. Il dispositivo utilizzato derma roller è FDA approvato e ha il marchio CEE: ovviamente è uno strumento monouso. Si procede con una perfetta detersione della zona da trattare. La metodica ha il solo svantaggio del controllo del dolore, che però può essere modulato con anestetici topici o anestesia locale. Dopo aver deterso accuratamente la cute, si procede con una serie di passaggi, 4-5 per zona, per un totale di circa 15-20 passaggi. È importante operare passaggi plu-

si di poche petecchie per cm2. Le sedute sono state 3 seguite a cadenza bimensile. Il trattamento, di durata relativamente breve (30 minuti), per i pazienti è tollerato, non invalidante per la socializzazione

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La scienza al servizio del benessere

i 5 STEP del Metodo Pentadiet


SKIN NEEDLING: VECCHIA O NUOVA PROCEDURA?

(l’eritema lieve dura dai 2 ai 4 giorni), dal costo contenuto, con risultati evidenti dalla prima applicazione e soprattutto questi si evidenziano ancor di più nei 6 mesi successivi al trattamento.

Per il medico è rapido, semplice nell’utilizzo e sicuro. Al di là di questo caso, il microneedling – dermaroller può essere applicato anche nel corpo associandolo ad altri trattamenti; buoni risultati si ottengo-

Décolleté prima e dopo trattamento di skin needling

1-2 Dermaroller_Layout 1 01/12/10 16.01 Pagina 1

no su smagliature, lassità cutanee importanti o cicatrici. Per questa ragione diverrà uno strumento da utilizzare in sinergia ad altri presso i nostri ambulatori. Ovviamente sarà l’esperienza personale ad aiutarci a sfruttare appieno le risorse a noi █ disponibili. BIBLIOGRAFIA 1- Orentreich DS, Orentreich N, Subcutaneous incision-less (subcision) surgery for the correction for depressed scars and wrinkles, Dermotol Surg, 1995; 21:543-549. 2- Camirand A. Douchet J, Needle Dermabrasion. Aesthetic Plast Surg.1997; 21:48-51. 3- Fernandes D Minimally invasive percutaneous collagen induction. J Oral Maxillofac Surg Clin North Am. 2005; 17:51-63. 4-Schwartz et al, 2006, internet paper http://www.dermaroller.de/CIT-findings.htm Abstract reflections about COLLAGEN-INDUCTION-THERAPY (CIT) A Hypothesis for the Mechanism of Action of Collagen Induction Therapy (CIT) using Micro-Needles; 1st edition February 2006. 2nd revision January 2007 Horst Liebl 5- Kim S.E., Ko D.S., and Lee A.Y., Moon H.S., Medical Conference Presentation, Dongguk University, 2005. Medical Science Lab of the Dept. of Dermatology at Eulji University School of Medicine and the Dept. of Dermatology, School of Medicine at Dongguk University.

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MEDICINA ESTETICA

di Renata Migliardi Oculoplastica Medicina Estetica Torino e Milano

Ringiovanimento periorbitario con nuova tecnologia sub-ablativa Matrix RF Si assiste in questi ultimi anni a una domanda sempre più crescente di trattamenti estetici non o minimamente invasivi, che non richiedano un’astensione sociale e senza rischi di complicanze. Uno strumento oggi a nostra disposizione è la nuova e unica tecnologia di Radiofrequenza Bipolare Frazionata, che consente di ottenere un resurfacing cutaneo efficace con un’invasività minima e senza il rischio delle possibili complicanze proprie dei laser ablativi

ur consentendo evidenti miglioP ramenti, le tecniche chirurgiche necessitano di lunghi periodi di

recupero postoperatorio e comportano un rischio intrinseco, oltre a non essere efficaci sul miglioramento della struttura cutanea. Infatti un bel viso deve avere una giusta distribuzione dei volumi, dei contorni graduali e omogenei, deve essere simmetrico ma deve anche avere una cute sana, tonica e omogenea che lo rivesta. Le tecniche di rigenerazione cutanea (resurfacing) sino a oggi a disposizione necessitavano di lunghi tempi di recupero, con persistenza dell’eritema cutaneo anche per qualche mese e con un certo rischio di complicanze (iperipopigmentazioni, cicatrici). Oggi abbiamo a disposizione una tecnica assolutamente innovativa a base di radiofrequenza frazionata (Sublative Rejuvenation - MatrixRF - Syneron) che ci permette di effettuare un resurfacing cutaneo regolabile, efficace a livello dermico ed epidermico, di tipo subablativo senza rischi di complicanze di tipo pigmentario o cicatriziale e con un periodo di recupero post

trattamento di massimo una settimana. Tale metodica può essere anche utilizzata in combinazione con la chirurgia con ottimi risultati. L’obiettivo dello studio è quello di illustrare questa nuova metodica, le modalità di esecuzione, il recupero post trattamento ed i risultati ottenuti.

ta per circa un’ora, quindi pulita e perfettamente asciugata per essere trattata con 20/25 spot su ogni lato, al fine di coprire tutta l’area

Materiali e metodi

25 donne caucasiche, fototipo IIIV, di età compresa tra i 35 e i 65 anni, con foto-danneggiamento e rughe periorbitali sono state scelte per il trattamento “sublative rejuvenation” nella zona periorbitale con il sistema Elight e applicatore Matrix RF (Syneron); inoltre sono state trattate 10 donne che dovevano subire una blefaroplastica inferiore per via congiuntivale. Ciascuna paziente ha effettuato 2 trattamenti a distanza di 2 mesi. Per tutte le pazienti abbiamo usato gli stessi parametri per ottenere una moderata ablazione, accompagnata da coagulazione e lieve riscaldamento (programma C, 50 – 62 mJ/pin). La zona è stata preparata con un impacco di crema anestetica (emla) lascia-

Prima e dopo trattamento con Sublative Matrix RF frontale e periorbitario

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L’AMBULATORIO

MEDICO


Ringiovanimento periorbitario con nuova tecnologia sub-ablativa Matrix RF Risultati

Due mesi dopo l’ultimo trattamento, 13 pazienti erano molto soddisfatte, 10 soddisfatte e 2 abbastanza soddisfatte. Considerando ogni singolo parametro, la “sublative rejuvenation” è stata efficace nel miglioramento della texture cutanea, nella riduzione delle rughe e nel rassodamento. Le 10 pazienti sottoposte al trattamento di resurfacing associato a blefaroplastica per via congiuntivale sono state tutte molto soddisfatte. Nessuno ha avuto complicazioni o effetti collaterali. I risultati sono bene visibili nelle fotografie. Conclusione

Prima e dopo trattamento con Sublative Matrix RF periorbitario

periorbitale per 2 volte. Il tempo di guarigione è stato di 4-6 giorni, caratterizzato da lieve eritema e formazione di minuscole crosticine inferiori a 1 mm di diametro, facilmente copribili con il trucco. Dopo il secondo trattamento, 10 pazienti sono state operate di blefaroplastica inferiore per via congiuntivale. Sono state escluse le pazienti che avevano effettuato trattamenti ablativi, filler e botox nei 6 mesi precedenti. Sono stati compilati i consensi informati e si è provveduto anche alla documentazione fotografica per ciascuna seduta. Si è valutato il grado di soddisfazione, considerando vari parametri, al termine di ogni seduta e 2 mesi dopo l’ultima seduta.

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L’AMBULATORIO

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Sulla base dei dati presentati, la “sublative rejuvenation” sembra essere sicura ed efficace per il ringiovanimento della zona periorbitale, con tempi di guarigione minimi e senza effetti collaterali. I risultati ottenuti sono sovrapponibili a quelli ottenuti con i laser CO2 tradizionali, ma senza i possibili effetti collaterali (alterazioni pigmentarie e cicatrici) e con un decorso post trattamento molto più breve che non richiede un’astensione dalla vita sociale e lavorativa, potendo facilmente coprire con make up le zone trattate. È inoltre una metodica molto efficace da abbinare alla blefaroplastica per via congiuntivale, così da evitare i rischi dell’eccesso cutaneo come l’occhio tondo e l’esposizione sclerale nei casi in cui inizia a essere presente un certa lassità cutanea e rughe. Si è dimostrata efficace, oltre che nella zona periorbitale, anche nei casi in cui erano presenti sulla cute cicatrici, residui da acne, irregolarità, pori dilatati. Ritengo, per concludere, che un bel viso deve avere una bella pelle e che qualsiasi procedura chirurgica è totalmente inefficace, per

Prima e dopo trattamento con Sublative Matrix RF periorbitario e viso intero

quanto riguarda la qualità (levigatezza, compattezza, texture, luminosità): è come avere muri perfetti ma rivestiti da una brutta tappezzeria! Ogni paziente deve essere esaminato, valutate le aspettative, gli eventuali rischi connessi al tipo di cute o alle terapie in atto, prevedendo un trattamento su misura e rispettando, a mio parere, le carat█ teristiche di ognuno. PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: 800 812 017 SMEI Via F. Negri, n.15 15033 Casale Monferrato (AL) www.smei.it


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Poliambulatorio privato e Day Surgery - Bologna

di Salvatore Fundarò Specialista in Chirurgia Generale Docente CPMA - VALET Direttore Sanitario MultiMed - Bologna

MULTIMED E VALET: ATTENTI A QUEI DUE

T

utto iniziò quando venne in mente di affiancare una piccola struttura ambulatoriale (un semplice ambulatorio medico con piccola sala d’attesa) per poter eseguire le procedure insegnate durante i corsi in un luogo idoneo e autorizzato. Un anno e mezzo dopo, Valet viene affiancata da una struttura poliambulatoriale denominata MultiMed con 4 ambulatori medici, una sala operatoria completamente attrezzata per interventi in Day Hospital, sistema di teleconferenza con le aule, due posti letto di degenza, tre postazioni per la degenza rapida postoperatoria, sala sterilizzazione, punto prelievo e una serie di soluzioni tecniche all’avanguardia sulle quali non voglio dilungarmi solo per esigenze di brevità. Non si può certo dire che Daniele Morini, deus ex machina di Valet, quando fa le cose non le faccia al meglio (cosa peraltro già dimostrata e confermata più volte nel corso degli anni passati)! Quale valore aggiunto può essere per la scuola CPMA la creazione di

Un ambulatorio MultiMed

una struttura medica di tali dimensioni? Cercherò di elencare solo alcuni punti, fiducioso che anche dai lettori di questa rivista possano arrivare altre idee e suggerimenti. Come accennato all’inizio, la possibilità di eseguire durante i corsi le procedure mediche in un ambiente idoneo conferisce sicuramente una

maggior professionalità e consente ai docenti di attuare metodiche più complesse e articolate rispetto a prima, quando per ragioni di sicurezza e correttezza nei confronti dei pazienti non potevano essere eseguite in aula. Già questo primo aspetto contribuirà ad aumentare la qualità e l’efficacia dei corsi CPMA Poiché MultiMed è dotato di una sala operatoria completamente attrezzata, sarà ancora più semplice organizzare corsi pratici inerenti tematiche di Chirurgia Estetica avvalendosi dei migliori specialisti del settore. MultiMed si propone a tutta la realtà medica bolognese come una struttura privata di riferimento per l’organizzazione di congressi

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La sala degenza MultiMed

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La sala operatoria MultiMed

e corsi concernenti diverse branche chirurgiche, con possibilità di esecuzione di interventi in Day Surgery dal vivo e in diretta dalla sua sala operatoria. È evidente come questa possibilità possa ampliare in modo sostanziale la capacità di Valet di offrire una formazione in campo medico sempre più ampia ed efficace. Già dal Congresso SIES 2011 sarà possibile eseguire trattamenti medici e/o chirurgici presso il poliambulatorio MultiMed, trattamenti che saranno tra-

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smessi in sede congressuale durante l’esecuzione di Workshop o nell’ambito di specifiche sessioni live. Ciò consentirà di offrire la possibilità ai congressisti di assistere all’esecuzione di procedure avanzate senza alcun tipo di limitazione. La possibilità d’interazione con l’esecutore del trattamento consentirà inoltre un efficace confronto con l’auditorio e una discussione formativa per tutti i partecipanti. Questa novità, a mio avviso, contribuirà ad aumentare ancora di più la qualità formativa del nostro

Congresso, fornendo un ulteriore valido motivo, se ce n’era bisogno, per venire a Bologna il 25-26-27 Febbraio 2011. In ultimo, ma non per importanza, MultiMed vuole diventare un centro medico a disposizione della popolazione bolognese ed emiliana per fornire prestazioni mediche di alta professionalità, sfruttando sinergicamente le eccellenti professionalità operanti presso la scuola CPMA Già diversi professionisti hanno dato la loro disponibilità a svolgere la loro attività presso MultiMed e siamo in attesa che altri si rendano disponibili, certi che a breve MultiMed diventerà un centro di riferimento specialmente per le branche mediche oggetto dell’attività formativa presso la nostra scuola. Penso che ancora una volta le scelte effettuate da Valet risulteranno vincenti e serviranno ad ampliare l’offerta di attività formative e ora anche sani█ tarie.

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di Ugo Citernesi Responsabile tecnico-scientifico IRA Istituto Ricerche Applicate srl Usmate Velate (MB)

della cosmetica e della Itosettori medicina estetica hanno subinegli ultimi anni un notevole

sviluppo, sia dal punto di vista qualitativo sia sotto il profilo della diffusione commerciale, e quindi dell’utilizzo da parte del consumatore. La domanda che ci si pone di frequente è molto semplice, ma purtroppo la risposta è spesso confusa: cosa contraddistingue un cosmetico da un analogo prodotto, denominato cosmeceutico? E ancora: qual è la differenza fra questi prodotti e un dispositivo medico (marchiato quindi CE)? La Direttiva Comunitaria n.713 e successivi aggiornamenti, definisce cosmetico “un prodotto o una sostanza, diversa da un farmaco,

NUOVI CONCETTI FORMULATIVI DI PRODOTTI COSMETICI PER VEICOLAZIONE TRANSDERMICA destinato a essere applicato sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli e mantenerli in buono stato. I prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutiche né possono vantare attività terapeutiche”. Con il termine cosmeceutico si intende un prodotto che risponde alle direttive comunitarie al pari di un cosmetico, ma che si distingue da quest’ultimo grazie alle sue peculiarità, che comprendono in primis criteri di produzione e di con-

trollo qualità, simili o tipicamente in uso nel settore farmaceutico; come un tradizionale cosmetico, esso non può vantare finalità terapeutiche, ma può essere utilizzato con efficacia in abbinamento con apparecchiature medicali, che non richiedano l’impiego di farmaci e che ne rendano più efficace la sua specifica funzionalità cosmetica. Seppure cosmetici e cosmeceutici possano presentarsi in modo simile ai medicinali (pensiamo a una crema, un colluttorio, ecc.), la loro finalità d’uso è completamente diversa e non confondibile. È infatti evidente che, nel caso in cui i principi attivi siano atti alla cura e alla prevenzione e posseggano finalità terapeutiche, si stia

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NUOVI CONCETTI FORMULATIVI DI PRODOTTI COSMETICI PER VEICOLAZIONE TRANSDERMICA facendo riferimento a prodotti del settore farmaceutico, regolati da una normativa completamente differente. I cosiddetti cosmeceutici, pur non essendo dispositivi medici, sono studiati anche per essere utilizzati con apparecchiature di veicolazione transdermica, che ne favoriscono l’assorbimento dei principi attivi attraverso l’epidermide: tali apparecchiature incrementano la penetrazione di tutte le sostanze, compresi i conservanti, che essendo formati da molecole molto piccole sono in grado di permeare facilmente attraverso la pelle, con conseguenze spesso deleterie. Il loro utilizzo espone infatti il consumatore finale al rischio di fenomeni irritativi e di sensibilizzazione allergica. Fra le sostanze utilizzate come conservanti, troviamo in prima linea i paraossibenzoati – i cosiddetti parabeni – che, pur essendo responsabili di reazioni allergiche, vengono di norma utilizzati in molti cosmetici e cosmeceutici. Gel conduttivo senza conservanti

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Purtroppo risulta più semplice ed economico caricare un prodotto di sostanze di questo genere, piuttosto che realizzare un prodotto innovativo, stabile e privo di sostanze potenzialmente dannose. Produrre senza conservanti significa operare osservando criteri igienici e di controllo qualità elevati, in ambienti controllati, con macchinari specifici e personale qualificato; significa operare secondo le famose GMP (Good Manufacturing Practice), non attuabili da tutte le aziende produttrici. Le problematiche legate all’impiego di conservanti, contenuti in gran parte dei tradizionali cosmetici, costituiscono un fattore di rischio maggiore qualora impiegati nei prodotti destinati all’applicazione tramite apparecchiature di veicolazione transdermica: generalmente si tratta di prodotti costituiti da un gel separato in un contenitore apposito e da una polvere in flaconi ermetici. Mescolando la polvere al gel, e successivamente applicandolo tramite un manipolo collegato all’apparecchio (secondo le modalità riportate e le specifiche d’uso), si ottiene un prodotto molto efficace: è proprio la separazione del gel dagli attivi a consentire la realizzazione di un prodotto privo di conservanti, sicuro ed efficace. In tal modo il gel mantiene facilmente la sua stabilità e le polveri (essendo anidre, cioè prive d’acqua) possono essere mantenute stabili e sicure anche senza l’aggiunta di conservanti. Appare quindi molto diversa l’ipotesi d’uso di un prodotto (gel e principi attivi) nello stesso flacone, in presenza di acqua e di conseguenza di molti conservanti. È infatti estremamente difficile produrre un gel carico di sostanze da veicolare e al tempo stesso privo di microrganismi potenzialmente patogeni (o di elementi che rendano instabile il sistema), sen-

Polvere contro gli inestetismi cutanei della cellulite senza conservanti

za che vi sia un adeguato inserimento di conservanti chimici. Purtroppo oggigiorno molte realtà produttive, per un fattore esclusivamente economico, vendono prodotti contenenti sostanze ammesse in cosmetica, ma rischiose se utilizzate nell’ambito della veicolazione transdermica. Per esempio possiamo citare sostanze come l’imidazolidinilurea, cessore tra l’altro di formaldeide associata a isocloromethylthyazolinoni, i paraossibenzoati, ecc. Concludendo, è importante avere la disponibilità di prodotti sicuri, privi di conservanti, in cui il gel conduttivo sia in un contenitore separato e diverso dalle polveri anidre di principi attivi da veicolare: in tal modo riduciamo i rischi e offriamo più qualità al paziente, con un netto miglioramento della █ problematica trattata.

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MEDICINA ESTETICA

di Francesco Speziale Specialista in Terapia Fisica e Riabilitazione, in Medicina dello Sport e Medicina Ortopedica Terapie Manuali Paris VI - Bologna

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ante sono le forme di energia fisica utilizzate da decenni nell’ambito della fisioterapia medica tradizionale, da cui derivano gli usi di apparecchiature costruite in ambito medico-estetico e dedicate al trattamento dei diversi tessuti adiposo-connettivali del corpo e del viso (per migliorare o rallentare gli aspetti dismetabolici o di aging, le sindromi cellulitiche, le adiposità localizzate, l’invecchiamento del volto, il cedimento e l’ipotonia dei tessuti, l’ipercontrazione della muscolatura mimica), così come delle problematiche linfo-vascolari correlate all’invecchiamento o a trattamenti chirurgici plastico-estetici. In questo senso si parla correttamente di tecniche di fisiochinesiterapia estetica, tra queste considerando anche la tecnica LPG®. I segni dell’invecchiamento dell’epidermide si identificano nel rallentamento della cheratogenesi, nella diminuzione dello spessore del

LA MECCANOSTIMOLAZIONEL PG ENDERMOLIFT® by ENDERMOLOGIE®: TECNICA ANTI-AGING E PROCOLLAGENICA derma, nella diminuzione del numero di melanociti e nella conseguente ridotta protezione U.V., nella diminuzione del numero di Langerhans e nella conseguente ridotta difesa immunitaria. Nel derma si ha diminuzione del numero e dell’attività dei fibroblasti, alterazione e frammentazione della struttura collagenica ed elastinica, una rarefazione dei vasi con ridotto circolo distrettuale, mentre nella giunzione dermoepidermica (GDE) si va incontro a scomparsa della congiunzione tra fibre elastiche e lamina basale, con riduzione dello spessore della GDE, allargamento delle maglie della rete micro-depressionaria e riduzione della superficie di scambio metabolico. Da tutto questo consegue una progressiva riduzione della funzione protettiva meccanica, chimica, termica, la riduzione della difesa antimicrobica condizionata anche dalle abitudini di vita (alcool, tabagismo, fattori nutrizionali), della difesa antiattinica della cute e della difesa dalle variazioni climatiche in eccesso o in difetto di temperatura e umidità. Migliorare il trofismo cutaneo

La tecnica LPG va giustamente integrata tra le tecniche chinesiterapiche di mobilizzazione tessutale capaci di migliorare il trofismo cutaneo, in senso difensivo e riabilitativo fisiologicamente indotto. La

metodica Endermolift® agisce sul viso, sul collo e sul décolleté grazie al movimento di testine di trattamento all’interno delle quali agiscono delle alette che avvicinandosi tra loro sollevano la cute e inducono un meccanismo di biostimolazione cellulare cutaneo scientificamente documentato nei risultati (ref. bibliografia). Nel 2000, infatti, la scuola di Dominici ha istologicamente documentato un incremento dello spessore cutaneo e della densità dermopapillare dopo sessioni di massaggio LPG® (Fig. 1A) e ulteriore conferma viene fornita nel 2002 da Innocenzi che documenta, con preparati istologici a seguito di applicazioni LPG®, un’indotta ectasia vascolare e l’incremento numerico dei nuclei di fibroblasti (Fig. 1B). Dalla valutazione fotogrammetrica, cutimetrica e corneometrica del viso (trattato con 2 mesi di sedute Endermolift®) effettuata da Revuz nel 2002 viene documentata, nelle zone trattate con 20 sedute di Endermolift®, la diminuzione del numero e della profondità dei solchi e delle rughe di espressione, un’azione di assottigliamento, rassodamento e contouring dell’ovale del viso, in una pelle più liscia e più morbida. Per effetto di prossimità, localmente nelle zone non trattate si è visto un miglioramento, e a distanza di tempo il mantenimento sistematico degli effetti positivi indotti anche dopo la fine del trattamento di stimolazione

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LA MECCANO-STIMOLAZIONE LPG ENDERMOLIFT® by ENDERMOLOGIE®: TECNICA ANTI-AGING E PROCOLLAGENICA

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Fig. 1: analisi istologiche, cute prima a sx e trattata a dx (A - Dominici, B - Innocenzi)

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Fig. 2: cute prima a sx e trattata a dx (A - effetto procollagenico, B - effetto proelastinico) [Revuz, 2002]

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meccanica, a conferma del valore procollagenico e proelastinico della tecnica LPG® (Fig. 2). La metodica Endermolift®, effettuata con la delicata e controllata aspirazione che integra la movimentazione tessutale delle teste di trattamento, comporta anche riduzione dell’ipercontrazione muscolare (presente nei soggetti dall’accentuata espressività mimica facciale), migliora la luminosità del volto in modo fisiologico e senza la paralisi della contrattilità indotta dalla tossina botulinica. E proprio anche in presenza di tossina botulinica inoculata o di impianti di filler a fini estetici va detto che la metodica Endermolift®, applicata a dovuta distanza di tempo da tali impianti, rappresenta la necessaria ginnastica tessutale per una cute che resta ipotrofica anche se trattata con tali devices medicali che inducono forzatamente un “camouflage” passivo. Endermolift® si può considerare a giusta ragione una chinesiterapia per le rughe di viso, collo e décolleté. L’invecchiamento del volto si accompagna a riduzione della vascolarizzazione e ipossigenazione, mentre la fisiochinesiterapia estetica LPG® induce vascolarizzazione e favorisce un maggior trofismo tessutale. La stimolazione meccanica Endermolift® offre risultati durevoli con atti non invasivi e ripetibili, allenando a mantenere e migliorare la texture, il trofi█ smo e la luminosità del viso. BIBLIOGRAFIA 1. DOMINICI et al. Studio istologico del tessuto cutaneo e sottocutaneo dopo trattamento con tecnica LPG (Endermologie). XXI° Congresso della SIME; 2000, Roma. 2. INNOCENZI et al. Alterazioni morfologiche della cute indotte con la tecnica LPG® DERMOtime Settembre/Ottobre 2002, anno XIV, n°7/8 ; p. 25-27 3. REVUZ et al. Clinical and histological effects of the Lift6® device used on facial skin ageing. Nouv. Dermatol. 2002 ; 21 : 335-342 4. INNOCENZI et al. Evidenza delle modificazioni cutanee indotte dalla tecnica LPG mediante analise d’immagine. DermoCosmetologia Anno II, n°1 – Gennaio/Marzo 2003 ;p. 9-15 5. TENNA et al. Approach of the Lift-6 in the treatment of décolleté J. Méd. Esth. et Chir. Derm. Vol.XXX, 117, mars 2003, 35-41

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MEDICINA ESTETICA

Ricerca e sviluppo Mastelli

LE PREMESSE

Un trattamento biorivitalizzante si pone l’obiettivo di favorire a livello dermico, il ripristino dei suoi componenti cellulari ed extracellulari allo scopo di migliorare idratazione, tono, elasticità ed aspetto estetico. In tale ottica i PN (Polinucleotidi, PLINEST® Mastelli) hanno dimostrato di agire direttamente sui fibroblasti, attraverso stimoli fisiologici che ne ottimizzano l’attività rigenerativa e secretiva con produzione dei vari componenti della matrice, fra cui collagene (Grafico 1). I PN sono anche le sostanze più idonee a supportare e favorire la riparazione dei danni al DNA cellulare causato da radiazioni solari e radicali liberi. Altra peculiarità importante dei PN è la documentata capacità di incrementare la sintesi di fattori di crescita ed in particolare di VEGF, che consente di migliorare l’apporto di nutrienti e l’ossigenazione dei tessuti. Invece l’Acido ialuronico (HA) esogeno, supplisce alla carenza di HA naturale che viene a crearsi nell’aging cutaneo, riportando un’idratazione adeguata, essenziale per tutte le attività metaboliche del tessuto. Inoltre l’HA, che non ha effetto diretto su crescita e deposizione proteica dei fibroblasti (Grafico 1), migliora la sopravvivenza

NEWEST®: Sinergia innovativa per un trattamento completo che ridà vita alla pelle in modo naturale cellulare. Pertanto queste due sostanze, pur con meccanismi differenti, rispondono all’esigenza di mettere le cellule del derma nella condizione di svolgere al meglio il loro ruolo e di produrre in maniera equilibrata ed omogenea i componenti proteici e glicoproteici della matrice fibrillare e amorfa. Fino ad oggi PN ed HA sono sempre stati infiltrati separatamente, talvolta in protocolli integrati. Recentemente è stato introdotto sul mercato un nuovo dispositivo medico destinato esclusivamente all’uso medico, costituito dall’associazione di PN e HA, frutto di studi mirati che hanno permesso la realizzazione di un brevetto originale. Il vantaggio di somministrare l’associazione non è soltanto quello di sfruttare le attività biologiche dell’uno e dell’altro, ma l’aspetto più interessante è la sinergia di azione dei due componenti.

della matrice (collagene, elastina, fibronectina, laminina ecc). Contestualmente è stata comprovato il modesto effetto dell’HA da solo sugli stessi parametri. Il risultato più interessante è venuto dall’associazione PN+HA, in cui la concentrazione di PN e HA erano ciascuna al 50% delle concentrazioni di confronto dei componenti usati singolarmente. Tale combinazione è risultata costantemente più efficace sia nei confronti dei soli PN, sia, ovviamente, nei confronti del solo HA (Grafico 3). In sostanza, in presenza di HA, l’attività dei PN, che sono le sostanze concretamente capaci di incentivare rigenerazione e secrezione fibroblastica, viene quantomeno raddoppiata. Pertanto, l’associazione permette di sfruttare le azioni biologiche Grafico 1: Sintesi di collagene di tipo 1 PN vs HA

GLI STUDI

Presso il centro di Medicina Sperimentale dell’Università di Parma, diretto dal prof Guizzardi, è stata studiata la risposta di fibroblasti umani coltivati in colture standard cui sono stati aggiunti PN e HA separatamente e in associazione. Lo studio ha confermato un positivo effetto dei PN su crescita cellulare e produzione di proteine

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PERCHÈ NEWEST PN

dell’HA (idratazione e miglioramento della sopravvivenza cellulare) e di esaltare le già notevoli azioni stimolanti dei PN.

HA

⇑ Crescita cellulare ⇑ Sintesi matrice extracellulare ⇑ Idratazione

Grafico 2: Inibizione della degradazione di HA con Mannitolo

Grafico 3: Crescita cellulare e secrezione proteica con HA, PN e HA ½ + PN ½ (brevetto Mastelli)

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Turgore

Il trattamento per il benessere cutaneo con l’associazione PIÙ INNOVATIVA.

IL PRODOTTO

Il nuovo prodotto cui facciamo riferimento è un dispositivo medico di classe III, in siringa pre-riempita da 2 ml denominato NEWEST®, a base di macromolecole polinucleotidiche 10mg/ml e acido ialuronico ialuronico naturale (1000kDa) 10mg/ml, per un totale di 40mg di ingredienti attivi. NEWEST® è utilizzabile con le consuete tecniche: micoponfi, lineare, reticolo ecc. e si pone decisamente all’attenzione del medico per la novità dell’associazione, la cui affidabilità può far leva anche sulla lunga e positiva esperienza maturata nel settore con i singoli componenti. Infine la formulazione proposta contiene Mannitolo che oltre all’azione iso-

BR Biorivitalizzazione naturale

NEWEST®:

Sinergia innovativa per un trattamento completo che ridà vita alla pelle in modo naturale

tonizzante ha mostrato di prolungare l’attività dell’HA, riducendone la degradazione (Grafico 2) e prolungandone l’azione nel tempo. LE PROSPETTIVE

Con questa nuova combinazione si apre al medico la possibilità di fare un trattamento biorigenerante completo, con due sostanze la cui validità è ampiamente riportata dalla letteratura nazionale ed internazionale. Molto importante è il fatto che i meccanismi innescati sono perfettamente fisiologici ed inducono un’ottimizzazione dei processi di turnover e recupero naturali. Sul piano pratico questo nuovo biorivitalizzante contiene ben 2ml di prodotto e consente di effettuare un minor numero di sedute (3, per la fase di attacco) più distanziate fra loro (ogni 15/21 giorni). Le esperienze condotte fino ad ora hanno confermato la sicurezza e tollerabilità di tale approccio e la soddisfazione del/la paziente. Quindi possiamo concludere che oggi disponiamo di un biorivitalizzante innovativo che non mancherà di suscitare l’interesse di tutto il settore della chirurgia e della medicina estetica, perché la dimostrata sinergia di sostanze naturali (PN e HA) ben tollerate e collaudate, va nella direzione sempre auspicata nei trattamenti estetici ambulatoriali: sicurezza per il/la paziente, risultati sempre più soddisfacenti, praticità d’impiego. A completamento, ricordiamo che

è già disponibile una linea dermocosmetica domiciliare (PLINEST® Care/Mastelli) che ha come base la stessa combinazione di PN e █ HA. BIBLIOGRAFIA 1.M.P. Rathbone et al. Extracellular Purine Nucleosides Stimulate Cell Division and Morphogenesis. Medical Hypotheses 1992; 37: 232-240 2.Sini P, et al. Effect of polydeoxyribonucleotides on human fibroblasts in primary culture. Cell Biochem Funct. 1999; 17(2):107-14 3.Moro L et al. Polinucleotidi e Photoaging: protocolli di trattamento e risultati. 10° Congresso AGORA’ 2008 4.Cavallini M. Innovazione nella biorivitalizzazione con Polinucleotidi. XXIX Congresso SIME, 2008 5. Cavallini M, Papagni M. Long Chain Polynucleotides Gel and Skin Biorevitalization. International Journal of Plastic Dermatology. 2007; 3(3): 27-32 6.Thione A. High-concentration polynucleotides one year of experience in anti aging treatments. International Master Course on Aging Skin, IMCAS, Paris, 2007 7.Moro L, Bertolini S. I Polinucleotidi: la nuova frontiera della bioristrutturazione cutanea. La Medicina Estetica 2006; 30 (1): 39 8.Cavallini M. Biorevitalization and Cosmetic Surgery of the Face: Synergies of Action. J Appl Cosmetol 2004;22:125-132 9.Forti M, Cavallini M. Utilizzo di polinucleotidi nel trattamento delle smagliature. 8° Congresso AGORA 2006, abstract book 67 10.Moro L, et al. Striae distensae: protocolli terapeutici a confronto su 500 casi. La Medicina Estetica 2004; 28 (1): 65 11.Rawn JD. Biochimica. Mc Graw-Hill Editore,1989; 639-655, 730-734 12.Cattarini G. Radiazioni solari e polinucleotidi. Dermatologia Ambulatoriale 2003; XI (1): 53-55 13.Guizzardi S, et al. Effetti dei “Polinucleotidi” su fibroblasti umani da derma esposti a radiazioni ultraviolette. 2° Congresso SIDEMAST Genova, 2005, abstract book 277 14.Stanghellini E et al. Evaluation of antioxidant activity of a topical cream. Fifth Internat. Workshop on Photodermatology. Sabaudia (LT),2003


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MEDICINA ESTETICA

di Ivano Luppino Dermatologo, Dipartimento Nazionale Laser ISPLAD Catania e Milano

egli ultimi quindici anni, i laser N ablativi (CO ed Er:YAG) sono stati utilizzati, con successo, nel trat2

tamento del fotodanneggiamento e delle cicatrici cutanee. Tuttavia l’uso diffuso di questi laser è stato limitato dai tempi di recupero e dal rischio relativamente elevato di complicanze quali eritema prolungato, infezioni, modifiche della pigmentazione e possibili anomale cicatrizzazioni. Le tecniche laser, minimamente o addirittura non ablative, che non comportano questi effetti collaterali, sono spesso preferite anche a scapito dell’efficacia clinica. Più specificatamente, le tipologie di laser Er:YAG più recenti, che si avvalgono dell’utilizzo di fluenze più basse, modalità termiche e frazionate, offrono oggi un’alternativa minimamente invasiva e comunque efficace. Consentono l’ablazione, in precisione, dei tessuti con danni termici residuali limitati, con conseguente riepitelizzazione rapida e un profilo di effetti collaterali notevolmente migliorato. Questi nuovi laser Er:YAG sono particolarmente vantaggiosi per l’ablazione della cute superficiale, in quanto sono in grado di rimuovere da un minimo di 10-20 µ di tessuto, come nella fotomicrodermoabrasione (Laserpeel), fino a raggiungere lo spessore di tutta l’epidermide. La procedura comporta un leggero eritema transitorio, una rapida guarigione e nessun periodo di recupero. È altamente efficace nel ringiova-

Resurfacing cutaneo minimamente ablativo con il laser Erbium DELLA PIATTAFORMA OMNIMAX™ in modalità termica e frazionale nimento di viso, collo, décolleté e mani dei pazienti di pelle sia chiara sia scura, eliminando le rughe da sottili a moderate, oltre alle discromie e altri segni caratteristici di cute invecchiata e fotodanneggiata. Utilizzando uno spot piccolo (1 mm) e fluenze maggiori, questo laser è inoltre efficace nel trattamento delle cicatrici da acne. La soglia di ablazione del tessuto per il laser Erbium è di 1-1.5 J/cm2. Regolando la dimensione dello spot e l’energia, è possibile impostare le fluenze al di sopra o al di sotto di tale soglia, permettendo un maggior controllo sulla quantità di tessuto ablato e il grado dell’effetto termico. Ciò consentirà all’operatore, con un’ottima dose di sicurezza, di interagire con il fine ultimo delle procedure di foto ringiovanimento, rappresentato dalla coagulazione del collagene. La particolare versatilità del sistema laser Er:YAG della piattaforma Omnimax™ permetterà di effettuare laserpeeling più rapidi e più controllati rispetto ai peeling chimici e molto più profondi rispetto alla microdermabrasione con fresa rotante o con granuli di corindone. La procedura viene ripetuta a intervalli mensili, per 2-4 volte, fino al raggiungimento del risultato desiderato. Una procedura di mantenimento può essere effettuata ogni 6 mesi. Non trascurabile, infine, è la possibilità di legare il trattamento ad altri protocolli di ringiovanimento del viso.

Prima e dopo 3 mesi

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Materiali e metodi

Il nuovo laser Erbium YAG 2940 montato su piattaforma espandibile Omnimax™, marchio SharpLight™ (Israele), eroga fino a 3 impulsi/sec a un’energia d’impulso di 0,2-1,2 Joule. La durata d’impulso è regolabile da 0,3 a 1,5msec. La dimensione dello spot può essere impostata a 3 o 6mm per il resurfacing cutaneo oppure a 1mm per il trattamento delle cicatrici da acne. Il fascio può essere erogato in modalità frazionale da 49 (7x7) o 81 (9x9) punti. Sono facoltativi sia il raffreddamento cutaneo esterno sia l’anestesia topica in dipendenza di particolari condizioni dei singoli pazienti. Nello studio sono stati arruolati 15 pazienti, di cui 11 donne e 4 uomini di età media compresa fra 35 e 55 anni. Sono stati esclusi soggetti con storia di ipertrofia cicatriziale, in gravidanza, sottoposti a iniezioni di tossina botulinica, uso di retinoidi per us o locale e soggetti sottoposti a precedenti trattamenti di laser resurfacing. Tutti i pazienti hanno sostenuto il protocollo di protezione virale con Acyclovir per os, mentre non sono stati somministrati antibiotici per os. Sono stati effettuati due trattamenti a distanza di un mese. La metà dei pazienti è stata trattata con un fascio tradizionale e l’altra metà con il fascio frazionale. I pazienti sono stati visitati a distanza di un mese e tre mesi post-trattamento e sono stati fotografati prima del trattamento e nel corso delle due visite di followup. Tutte le procedure sono state effettuate senza anestesia e senza raffreddamento cutaneo esterno. Sono stati adottati occhiali protettivi per la protezione oculare e sistemi di aspirazione dei fumi. Nel corso di ogni seduta, l’intera area di trattamento è stata impattata con tre passaggi laser consecutivi con sovrapposizione minima (overlapping 10%). Durante l’intervento non si è provveduto all’eliminazione dei residui epidermici. Sono stati effettuati ulteriori passaggi in corrisponden-

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Ritidi

Ottimo

Buono

Modesto

1 mese 2 mesi 3 mesi

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30% 40% 25%

30% 10% 5%

Nessun miglioramento

10% 0% 0%

Tabella riassuntiva dei risultati

za delle rughe o delle cicatrici fino a raggiungere l’obiettivo clinico di scolorimento cutaneo. Il numero di passaggi necessari per raggiungere lo scolorimento cutaneo dipende dal grado di idratazione cutanea e coincide con la necrosi termicamente indotta dello strato corneo e dell’epidermide. Generalmente sono stati necessari più di tre passaggi sulle rughe. La modalità di impulso frazionale è stata eseguita nel medesimo modo e nelle medesime condizioni in tutti i pazienti trattati. RISULTATI

Nelle prime 24-48 ore dopo il trattamento laser, è stato osservato eritema da rosa a rossastro. Modesto è stato l’edema postoperatorio. In ogni caso ci preme ricordare come, in realtà, la presenza di eritema dopo un trattamento con tecnologia laser, proprio in virtù della trasmissione di elevate quantità di calore, non deve essere considerata effetto collaterale, ma espressione dell’attività del laser stesso. Non sono stati osservati sanguinamento o trasudamento. È stata registrata una esfoliazione secca intorno al settimo giorno posttrattamento. Il tempo complessivo di guarigione e di ritorno alla normalità cutanea è stato di un massimo di dieci giorni. Non si sono verificate escoriazioni o cicatrici né sono state osservate linee di demarcazione tra zona di intervento e cute non impattata dal laser. I pazienti sono stati in grado di applicare make-up e creme idratanti a partire dal giorno successivo al trattamento. Il grado di disagio intra e post-operatorio è stato descritto come modesto da tutti i pazienti. La prima seduta è stata effettuata con un’energia ridotta e con uno spot più grande. L’energia è stata aumentata nelle sedute successive. Sono stati osservati risultati visibili immediati, mentre il rinnovamento del collagene è previsto continuare per alcuni mesi oltre l’ultima

seduta. Alcuni pazienti hanno riferito un disagio simile a quello di una superficiale scottatura per un periodo di 24 ore. In due casi si sono verificati effetti collaterali quali reazioni cutanee di irritabilità, trattati esclusivamente con emulsioni idratanti, o sensazione di bruciore. In questo caso si possono applicare impacchi freddi, unguenti o idratanti a base d’acqua. È inoltre consigliato evitare l’esposizione solare e proteggersi dalla stessa per tutta la durata delle sessioni laser almeno trenta giorni dopo la fine delle stesse. Conclusioni

L’obiettivo del nostro studio era quello di determinare se il nuovo laser Er:YAG della piattaforma Omnimax™, utilizzato con il fascio normale o quello frazionale, fosse sicuro ed efficace per il micro laser peeling come precedentemente riportato nella letteratura relativa agli altri laser Erbium:YAG. Il nostro studio ha ottenuto un grado di soddisfazione del 95%, sia per i pazienti sia per gli operatori, senza downtime e senza complicanze. Questo nuovo laser offre agli operatori la flessibilità necessaria per modificare le fluenze, la dimensione dello spot, la durata dell’impulso e la modalità di erogazione del fascio, in modo da ottimizzare i parametri di trattamento per ogni esigenza clinica specifica. I risultati clinici sono visibili subito dopo il trattamento, tuttavia i risultati completi diventano evidenti dopo che tutte le sedute sono state completate e inizia la sintesi del █ nuovo collagene. PER INFORMAZIONI: M&T Srl – Medical&Technology Tel: +39 06 90.75.542 Fax: +39 06 90.409.208 info@medical-technology.it www.medical-technology.it

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Medical Imaging Systems

MEDICINA ESTETICA

Importanza dell’anamnesi fotografica nella raccolta dati in Medicina Estetica

di Cinzia De Iulio Esperto e Consulente in Medicina a Indirizzo Estetico – Agorà, Milano

a sempre si considera di priD maria ed effettiva importanza, nell’ambito della Medicina Estetica,

completare la normale raccolta di dati anamnestici e clinici con una serie di pose fotografiche adatte a visualizzare, obiettivandola e fermandola nel tempo, l’immagine del paziente, prima che l’intervento medico porti a una modificazione o a una soluzione dei problemi, siano essi presentati dal paziente stesso o emersi nel corso della visita. Affidandoci quasi esclusivamente alla nostra esperienza nel campo della fotografia, rileviamo costantemente alcune variabili che si traducono inevitabilmente in problemi, il più evidente dei quali è dato dalla difficoltà di comparazione di immagini prese in differenti tempi pur con lo stesso soggetto. Condizioni di luce differenti, presenza o meno di un fondale uniforme, presenza di trucco sul viso del paziente, presenza di accessori (orecchini, collane), pigmentazione cutanea influenzata dalla stagione, taglio di capelli o pettinature: queste sono le principali fonti di disturbo nella realizzazione di una sequenza fotografica precisa, obiettiva e scientificamente confrontabile nel tempo, senza contare il possibile errore di inquadratura, pur

se non voluto; si pensi solamente a quanti profili è capitato di vedere, in proiezioni congressuali o nel nostro archivio personale, in cui i concetti teorici di posa laterale assumono, nell’applicazione pratica, valori completamente arbitrari dando origine a immagini non confrontabili. Partendo dal presupposto che, per noi, l’immagine del paziente è oggetto di studio, come se fosse una mappa di pregi e difetti della cute e delle forme del soggetto analizzato e non una foto da copertina patinata, non costituisce fatto di rilievo che sia una “bella foto”, interessa molto di più che sia chiara e che renda, in tutta obiettività, lo stato di benessere e salute di quella pelle, l’armonia e la linearità di quella forma del viso e, in secondo luogo, che sia facilmente e precisamente confrontabile con altre immagini dello stesso soggetto seriate nel tempo. Per ottenere un’immagine valida al nostro scopo è quindi necessario organizzare un angolo dello studio per poter ovviare a molte delle imprecisioni sopra citate, creando uno spazio con un fondale adatto alla ripresa fotografica, di solito monocolore, non bianco, in modo da non rafforzare ombre e luce, eliminando così anche eventuali fonti di disturbo “paesaggistiche” (quadri, specchi, mobili e oggetti vari) che così spesso notiamo a foto realizzata; questa area deve essere ben illuminata, con semplici punti di repere che consentano, a paziente seduto o in stazione eretta, di inquadrare il soggetto nelle stesse pose, necessariamente preordinate, secondo uno standard fisso che permetta il confronto tra momenti diversi seria-

ti nel tempo; occorre, ovviamente, una fotocamera digitale adatta, con una buona risoluzione, che preveda il collegamento a un computer per facilitare sia la visione delle immagini sia l’archiviazione delle stesse. La preparazione del paziente al rilievo fotografico è senza dubbio il primo gradino da cui partire per ottenere una buona realizzazione di una sequenza di immagini; è necessario spiegare con chiarezza al nostro interlocutore che non prepariamo un book o una foto da album di ricordi, ma che ci serve immortalare la realtà del suo volto, della sua pelle, dei suoi segni. Eliminiamo quindi, accuratamente, ogni traccia di trucco dal viso; così come ogni monile asportabile. La pettinatura non deve porre intralcio alla visione del volto: se necessario, i capelli devono essere fermati. A questo punto possiamo preparare la sequenza di pose necessarie: frontale, profilo destro, profilo sinistro, tre quarti destro, tre quarti sinistro. Se riteniamo soddisfacente il lavoro fin qui condotto, siamo pronti per gli scatti veri e propri, che comunque dipenderanno ancora da come noi ci posizioneremo nei confronti del soggetto. L’osservazione che, in questo percorso, le variabili sono veramente tante, è perlomeno opportuna e tutt’altro che superflua. Recentemente si sono rese degne di attenzione sul mercato alcune apparecchiature che sembrano decisamente orientate a ridurre drasticamente il numero di tutte queste variabili, proponendosi come un aiuto valido, uno strumento preciso e un sistema obiettivamente ripetibile in questa equazione rilievo–diagnosi–comparazione–archi-

La camera del sistema Janus 31

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MEDICAL IMAGING SYSTEM

viazione. Cerchiamo di analizzarne in particolare una: Janus, piattaforma diagnostica per il viso, importata e commercializzata in Italia da Medical Service. Vediamo che è composta da una “scatola” che costituisce un ministudio per fotografia dove il paziente introduce il proprio volto, adeguatamente preparato come detto sopra; troverà una base d’appoggio per il mento e un distanziatore a misura variabile per la fronte: questi due elementi costituiscono un repere fisso per distanza e posizione del volto dall’obiettivo della fotocamera; la luminosità costante è assicurata da un sistema di luci interno che fornisce sempre la stessa intensità per ogni scatto fotografico. La fotocamera di questo contenitore, fornita di ottica con risoluzione a 10Megapixel, consente l’acquisizione di immagini in alta risoluzione con tre tipi differenti di illuminazione: luce “normale”, luce “polarizzata” e luce di Wood. Vengono riprese, con scatti differenziati, tre posizioni (frontale, laterale destra e sinistra) ottenibili modificando, per ciascuna posizione, l’appoggio del volto del paziente al distanziatore e al sostegno mentoniero. In poco tempo si hanno quindi a disposizione 9 immagini del paziente, 3 per ogni posizione, ciascuna esposta a luce differente (1 normale, 1 polarizzata, 1 Wood); il sistema prevede la possibilità di sovrapporre le immagini precedenti al viso del paziente quando si deve riposizionarlo per un secondo rilievo fotografico, al termine di un trattamento o per un controllo a distanza, in modo da ottenere una perfetta identità di posizione che rende ben confrontabili le immagini tra loro, pur se acquisite in tempi diversi. Abbiamo così probabilmente risolto un buon numero di problemi: la distanza tra soggetto e fotocamera è sempre uguale, le condizioni di illuminazione sono

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costanti, la sovrapponibilità nel tempo garantita e ottimale, il tempo di realizzazione delle pose sufficientemente breve, il tutto in un volume che, nei nostri studi, occupa uno spazio decisamente contenuto. Già quanto elencato costituisce di per sé una buona motivazione a dotarsi di questa apparecchiatura e utilizzarla nella pratica ambulatoriale quotidiana; ma con essa andiamo oltre alla semplice acquisizione delle immagini, che pure rappresenta il nucleo portante del sistema, e accediamo a possibili elaborazioni di aiuto ulteriore alla nostra attività. La camera Janus è collegata a un video che consente la visione delle immagini e a un computer con software dedicato che consente archiviazione, confronto, elaborazione ed eventuale diagnosi mediante visione diretta o estrapolazione di dati ricavabili dalle immagini stesse. Possiamo quindi “giocare” con le immagini del nostro paziente e ottenere una serie di informazioni utili che potranno, in un ulteriore eventuale passaggio, entrare a far parte della cartella clinica del paziente stesso. Possiamo ottenere misurazioni, precise al decimo di millimetro, del diametro di una discromia, della distanza di punti del volto, siano esse finalizzate a modificazioni volumetriche o semplicemente per stabilire simmetrie e asimmetrie, della lunghezza di una ruga, e questi dati, una volta rilevati e analizzati, possono essere trasformati in istogrammi, diagrammi cartesiani o modelli tridimensionali che possono essere comparati in tempi successivi e studiati per approfondire strategie d’intervento o valutare l’ottenimento di risultati terapeutici e la loro permanenza nel tempo. Ovviamente, in caso sia opportuno o necessario, il tutto può essere stampato ed eventualmente consegnato al paziente con fini vari, compresi quelli medico-legali. Sicuramente, oltre a rendere funzionale e qualitativamente superiore il nostro archivio anamnestico, può essere utiliz-

zato per presentazioni scientifiche o pubblicazioni che necessitino di una maggiore accuratezza nei dati raccolti. Un’ulteriore fase è costituita dall’utilizzo delle immagini, ottenute ed elaborate con la piattaforma Janus, nella valutazione dei problemi, nella visualizzazione degli stessi e della necessità della loro correzione, durante l’esposizione al paziente di ciò che può essere il quadro diagnostico e l’eventuale programma terapeutico che il medico ritiene di individuare e proporre. Ciò consente un dialogo più costruttivo tra medico e paziente, con la possibilità di aggiungere un ulteriore elemento al completamento delle indagini anamnestiche in sede di prima visita e un utile strumento obiettivo di controllo dell’andamento dei trattamenti nel tempo, con una visibilità diretta e immediata di sicuro impatto professionale. Concludendo si può sottolineare che, nel quadro di un costante miglioramento nella qualità e nella professionalità del nostro lavoro, le molteplici caratteristiche di questa piattaforma consentono un notevole vantaggio: nell’acquisizione delle immagini, rendendone il rilievo standardizzabile e replicabile; nella rilevazione dei dati, ampliando le possibilità di valutazione e misurazione di differenti punti di osservazione; nella dinamica interattiva del rapporto medico-paziente, migliorandone l’efficacia e la propositività, aumentando la possibilità di verifica dei risultati ottenuti, a tutto vantaggio della qualità del rapporto █ medico-paziente stesso. PER INFORMAZIONI

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CHIRURGIA ESTETICA

di Dr. Paolo Costa e Dr.ssa Isabella Soncini Specialisti in Chirurgia Ricostruttiva ed Estetica Parma

IL MICROPOLIURETANO: UN GRANDE PASSO AVANTI NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

Forma, volume e stato di salute del seno sono di primaria importanza nella vita di una donna. Ancora oggi, infatti, mastoplastica additiva e ricostruttiva sono interventi sempre più frequenti nel campo della chirurgia plastica

’inserimento di una protesi a liL vello mammario è un intervento che richiede un’attenta pianificazio-

ne. Fra gli innumerevoli fattori da tenere in considerazione, spicca per importanza la scelta dell’impianto adeguato alla paziente. Decidere il tipo di protesi più adatto per superficie, forma e proiezione è divenuto negli anni sempre più complesso per la progressiva evoluzione delle caratteristiche degli impianti e per il proliferare delle aziende produttrici. Dagli Anni 60 a oggi, infatti, le caratteristiche tecniche delle protesi sono costantemente progredite: dalle protesi riempite di soluzione salina si è passati alle protesi in gel di silicone ad alta coesività, dalle protesi esclusivamente rotonde si è arrivati ad avere anche le protesi anatomiche differenti per base, forma e proiezione, dalle protesi a superficie liscia si è giunti alle protesi testurizzate o rivestite in schiuma di poliuretano. Tali innovazioni e la continua ricerca scientifica nell’ambito degli impianti mammari sono finalizzati non solo a un migliore risultato estetico, ma soprattutto a una maggiore sicurezza per la paziente, con riduzione del numero delle possibili complicanze

correlate all’intervento. Fra queste, la più comune e maggiormente temuta è la contrattura capsulare. In presenza di un corpo estraneo, il nostro organismo si difende da esso isolandolo: attorno alla protesi mammaria forma un guscio di fibre collagene che racchiude l’impianto senza deformarlo. Tuttavia, se tale capsula si inspessisce e si indurisce, la protesi ne viene compressa, deformata e dislocata, venendo così a essere compromesso il risultato dell’intervento di mastoplastica additiva. Per ridurre l’incidenza della contrattura capsulare, sono state prodotte in un primo momento protesi a superficie testurizzata e poi protesi rivestite in schiuma di poliuretano. L’uso di protesi in poliuretano ha rivelato indici estremamente bassi di contrattura capsulare: l’incidenza di tale complicanza a distanza di otto anni dall’impianto è inferiore del 15% per le protesi in poliuretano rispetto a quelle testurizzate e meno del 30% rispetto a quelle lisce [1, 7]. Il ridotto tasso di contrattura capsulare è dovuto alla struttura tridimensionale micropoliuretanica, che rompe la fibrosi periprotesica lineare

Pre e post-operatorio a distanza di 3 mesi: sostituzione di protesi dislocate cranialmente con protesi anatomiche Polytech Health and Aesthetics mod. Replicon MMP da 320cc a medio profilo con rivestimento in Microthane®

e stimola il reclutamento cellulare. Gli studi istologici condotti da Vazquez e collaboratori (1999) su 400 impianti sottoghiandolari da loro eseguiti hanno evidenziato la presenza di una capsula periprotesica, fissa alla fascia prepettorale e alla fascia profonda della ghiandola mammaria. Tale capsula risulta costituita da 5 differenti strati dall’interno verso l’esterno: 1. un singolo strato di macrofagi, cellule epitelioidi e cellule giganti da corpo estraneo, alcuni dei quali contenenti granuli di fagocitosi; 2. uno strato di tessuto infiammatorio con edema, vasi neoformati, linfociti e cellule mononucleate; 3. un infiltrato plasmocitoide; 4. un sottile strato di tessuto connettivo fibroso; 5. uno strato di tessuto connettivo lasso a contatto col parenchima mammario. La mobilizzazione dei macrofagi e delle cellule giganti mononucleate è responsabile della degradazione del poliuretano: i piccoli frammenti vengono fagocitati dai macrofagi, i frammenti più grossi di poliuretano vengono circondati dai macrofagi e dalle cellule giganti successivamente rimpiazzati da fibroblasti e collagene. Gli studi al microscopio elettronico hanno dimostrato che attorno ai frammenti di poliuretano si formano numerose microcapsule [5] che neutralizzano le forze contrattili line-

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ari: mentre le fibre di collagene attorno agli impianti lisci o testurizzati hanno andamento lineare e, in caso di contrazione, scivolano le une sulle altre in maniera concentrica, nelle capsule attorno alle protesi in poliuretano le fibre collagene sono disgiunte e non possono accorciarsi le une sulle altre. Inoltre, il tessuto intorno all’impianto viene rimodellato in una struttura spugnosa [7] e riccamente vascolarizzata, strettamente adesa sia alla protesi sia ai tessuti circostanti [6]. L’impianto mantiene così la sua forma e consistenza soffice e contemporaneamente rimane ancorato ai tessuti adiacenti: tale reazione tissutale riduce il rischio di dislocazione e di rotazione e fa sì che la protesi si muova insieme alla ghiandola mammaria conformandosi a tutta la mammella, a differenza delle protesi testurizzate che sono invece libere di muoversi all’interno dello spazio capsulare. Per tali processi di rimodellamento tissutale, le prime quattro/sei settimane successive all’impianto la mammella risulta di consistenza aumentata; con la progressiva riduzione dell’edema essa diviene via via più morbida, fino a quando, dopo otto-dieci mesi, risulta essere di consistenza soffice e con la protesi che si muove conformemente ad essa. Appare infine d’obbligo precisare che il rischio di cancerogenesi del TDA, prodotto di degradazione del poliuretano, teorizzato in passato, è un concetto ormai desueto: Chan e Hester [2, 3, 4] hanno dimostrato l’assenza di TDA nel sangue di pazienti con protesi in poliuretano e i livelli urinari riscontrati sono così bassi da considerare il rischio cancerogenetico nullo.

Pre e post-operatorio di mastoplastica additiva con protesi anatomiche Polytech Health and Aesthetics mod. Optimam MHP da 330cc ad alto profilo con rivestimento in Microthane® La rivoluzione nel 2008

Date queste premesse, dal 2008 abbiamo iniziato a utilizzare protesi in gel di silicone con rivestimento in micro-poliuretano Microthane® della Polytech Health and Aesthetics, per un totale (a oggi) di 42 casi di mastoplastica additiva e 26 casi di correzione di contrattura capsulare e sostituzione di protesi. L’iter preoperatorio prevede mammografia, indagini ematologiche ed ematochimiche e profilassi antibiotica preoperatoria con cefalosporine 2gr e intraoperatoria topica con instillazione nella tasca protesica di Gentamicina 120 mg. Le protesi sono state posizionate sia in sede pre-pettorale (di cui 28 nei casi di additiva e 8 nei casi di revisione capsulare) sia retromuscolare (14 nei casi di additiva e 18 nei casi di revisione capsulare), in base alle caratteristiche morfologiche e strutturali della paziente. Gli accessi chirurgici eseguiti sono stati sia periareolari sia a livello del solco inframammario in funzione del diametro areolare, dell’eventuale ptosi mammaria da correggere, di eventuali cicatrici di pregresse additive e infine delle richieste della paziente. L’involucro sterile della protesi viene aperto appena prima dell’inserimento nella tasca; per agevolarne la messa a dimora, la protesi viene cosparsa con un gel lubrificante sterile. Drenaggi aspirativi vengono utilizzati nei casi di posizionamento retro-muscolare e nei casi di revi-

Pre e post-operatorio di mastoplastica additiva con protesi anatomiche Polytech Health and Aesthetics mod. Replicon MMS da 280cc a profilo moderato con rivestimento in Microthane®

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sione di capsula e rimossi in prima giornata. La medicazione elastocompressiva viene lasciata in sede per 48-72 ore, dopodiché la paziente indosserà un reggiseno elastico conformato per l’intero mese postoperatorio. La nostra esperienza con le protesi in micro-poliuretano Microthane® è stata positiva: non abbiamo avuto alcun caso di contrattura capsulare di grado elevato e solo in due pazienti abbiamo avuto mammelle di consistenza aumentata mantenuta nel tempo; inoltre non si è verificato alcun caso di dislocazione dell’impianto. Ci appare importante sottolineare che l’uso di tali protesi ha dato risultati particolarmente soddisfacenti anche in caso di posizionamento sottoghiandolare in pazienti con ghiandola mammaria scarsamente rappresentata e tessuti di rivestimento di ridotto spessore: la capacità di tali impianti, infatti, di integrarsi perfettamente con i tessuti adiacenti ha fatto sì che i margini protesici rimanessero non palpabili e le protesi risultassero di consisten█ za naturale. BIBLIOGRAFIA 1-Vazquez G.: A ten-year experience using polyurethane-covered breast implants. Aesth. Plast. Surg. 23:189-196, 1999. 2-Chan, Birdsell, Graedeen: Detection of toluenediamines in the urine of a patient with polyurethane-covered breast implants. Clin. Chem. 37: 756, 1991. 3-Chan, Birdsell, Graedeen: Urinary excretion of free toluene diamine in a patient with polyurethane-covered breast implants. Clin. Chem. 37: 2143, 1991. 4-Hester T.R. ord N.F. et al. Mesurement of 2,4 toluenediamine in urine and serum samples from women with Meme or Replicon implants. Plast. Reconstr. Surg. 100:5 pp 1291-1298, 1997. 5-Brand, G. K.: Foam-covered mammary implants: research on issues of concern. Plast. Reconstr. Surg. Submitted for publication. 6-Szycher M. et al.: Polyurethane-Covered mammary prosthesis: a mine year follow-up assessment. 7-Handel N.: Long-term safety and efficacy of polyurethane foam-covered breast implants. Aesthetic Surg. J. 2006;26:165-274.


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MEDICINA ESTETICA

CARBOSSITERAPIA E BIOVITA: UNA STRATEGIA VINCENTE

di Matteo Basso e Emanuela Di Lella Specialisti in Dermatologia, Master in Dermatologia Plastica Roma e Genova

artiamo da una certezza: la carP bossiterapia è un trattamento vincente nel ringiovanimento cu-

taneo. La sua capacità di lavorare sul microcircolo e, indirettamente, sul fibroblasto, permette di ottenere risultati molto soddisfacenti in termini di idratazione, luminosità e compattezza. Da anni, dunque, è una terapia perfettamente integrata nei programmi di ringiovanimento cutaneo che utilizziamo sui nostri pazienti (peeling, biostimolazione, veicolazione transdermica, filler, tossina botulinica, etc. etc.). L’Anidride Carbonica è un gas inodore e incolore; rappresenta con l’acqua il prodotto finale del metabolismo degli esseri viventi. Diffonde rapidamente nel torrente circolatorio dove è trasportata sotto forma di ione bicarbonato (CO2+H2O=H2CO3) in parte combinata chimicamente con l’emoglobina e le proteine plasmatiche e in parte (7%) come gas in soluzione a una tensione di 46 mmHg nel sangue venoso. Viene trasportata ai polmoni e viene eliminata alla stessa velocità in cui è prodotta, lasciando una PCO2 di 40 mmHg nel sangue arterioso. Un secondo punto a suo favore che la pone in prima linea nel rinFig. 2: Punti di iniezione evidenziati in blu

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Che cosa distingue la carbossiterapia da tutti gli altri trattamenti antiaging? Sicuramente la biocompatibilità: utilizziamo anidride carbonica, non un farmaco bensì un gas naturale che ci garantisce l’assoluta assenza di effetti collaterali, rispondendo così alla crescente richiesta da parte dei nostri pazienti di utilizzare una terapia sì efficace, ma il più naturale possibile e che non vada a stravolgere gli equilibri metabolici cellulari quanto ad amplificarli giovanimento di viso, collo, décolleté e mani: la sua completezza di azione. L’anidride carbonica, infatti, migliora la cute trattata per azione diretta sul microcircolo e azione indiretta sul fibroblasto. In luogo dell’effetto Bohr, amplificato dalla presenza del gas, si slega più ossigeno dall’emoglobina con conseguente ottimizzazione dei processi biochimici di tutti gli elementi cellulari presenti nel tessuto (melanocita, fibloblasto, cheratinocita). La stimolazione fibroblastica induce così una maggiore produzione di collagene, elastina, acido ialuronico. Tali affermazioni sono supportate, chiaramente, dalla conferma istologica di un incremento e riarrangiamento delle fibre collagene del derma in pazienti che hanno eseguito un ciclo di carbossiterapia e a cui è stata eseguita biopsia cutanea pre e post trattamento (Aesthet Plast Surg 2001 May; 25 [3]: 107-4). In tanti anni di esperienza di ringiovanimento cutaneo la carbossiterapia è sempre inserita nei nostri programmi: è utilizzata da sola o nei casi di crono e fotoaging marcato è potenziata con la biostimolazione omotossicologica. Nel vasto panorama dei prodotti omotossicologici antiaging, ormai consolidato da decenni di studi clinici, abbiamo personalizzato il cocktail farmacologico utilizzando più rimedi; ciò consentiva di ottenere ottimi risultati, soprattutto sulle difficili rughe sottili del contorno occhi e sulle lassità della regione inferiore del

Fig. 1: Punti di iniezione evidenziati in bianco - prima e dopo

volto e sottomentoniera, completati eventualmente dall’esecuzione di filler o tossina botulinica. Ma tali trattamenti personalizzati, proprio perché così diversificati tra loro, non ci permettevano di creare un protocollo terapeutico ideale per studi clinici standardizzati. Da qui l’idea di un prodotto unico che contenesse in sé tutti gli elementi indispensabili a garantire e migliorare le funzioni di microcircolo, cute e organi interni. Ciò ha permesso di migliorare sia il nostro lavoro, semplificato dalla scelta di un prodotto completo, sia il risultato clinico nei


Fig. 3: il micropomfo

nostri pazienti.Tale prodotto (stiamo parlando di BIOVITA) si presenta in fiale da 2 ml in soluzione iniettabile e contiene i seguenti rimedi: 1) funiculus umbelicalis 10-30 DH (malattie croniche del tessuto connettivo): Jaluronidasi 8-30 DH; 2) embryo totalis suis 10-30DH (attivatore fasi cellulari): Collagenasi 8-30 DH; 3) collagene 6 DH: elastasi 8-30 DH; 4) elastina 6DH: Coenzima A 8DH; 5) Acido ialuronico 6DH: Ubichinon 10DH; 6) arteria suis 10-30 DH (disturbi microcircolo): Hydrochinon 8 DH; 7) vena suis 10-30 DH (stasi venosa): Galium aparine 6 DH (edemi); 8) Musculus suis 10-30 DH (debolezza muscolare): Thuja 6 DH (cute); 9) Placenta suis 10DH (rughe): Procainhydrochlorid 4DH; 10) Hepar suis 10DH (attivatore funzionalità epatica): Arnica 4DH (traumi); 11) Glandula suprarenalis suis 10DH: Soluzione fisiologica; Non vi tedieremo su concetti di omeopatia e omotossicologia che da bravi medici dovremmo comunque conoscere, ma sappiate solo che tutti questi rimedi sono realmente presenti come princpi attivi nel prodotto viste le basse diluizioni (DH è una diluzione decimale) che sono state scelte. I rimedi omotossicologici lavorano a 360° sia a livello cutaneo (collagene, elastina, acido ialuronico, ialuronidasi, collagenasi, galium aparine, elastasi, arnica) sia a livello sistemico (thuja, hepar suis, glandula suprarenalis suis). PROTOCOLLO TERAPEUTICO

Abbiamo trattato 60 pazienti di cui 30 (28F + 2M, età media 46aa) solo

con carbossiterapia e 30 (30F età media 51) con carbossiterapia + BIOVITA. 30 pazienti hanno eseguito 10 sedute di carbossiterapia, 1 seduta settimanale; 30 pazienti hanno eseguito 5 sedute di carbossiterapia + 5 sedute di BIOVITA, 1 seduta settimanale alternata. Sedi trattate: viso, collo, décolleté. Siti di iniezione: analoghi per carbossiterapia e biovita. METODO

SOLO CARBOSSITERAPIA: flusso 100cc/min ago 30G da 4/13 mm. Siti di iniezione come figure 1, 2 e 3. Quantità iniettata: 10/20cc per sito di iniezione. Quantità totale volto 100/150cc. CARBOSSITERAPIA+BIOVITA: per il BIOVITA 2 fiale (4ml) per seduta. Tecnica a micropomfi o retrograda lineare, come nella classica biostimolazione. Iniezioni intradermiche. Iniettiamo 0,05ml per sito di iniezione (Figg. 1,2 e 3). CONCLUSIONI

In entrambi i gruppi di studio abbiamo ottenuto un miglioramento clinico della cute: 1) Miglioramento dell’idratazione nell’87% dei casi (Fig.1). 2) Miglioramento della luminosità nell’80% dei casi (Fig.1). 3) Miglioramento del tono (compattezza) 90% (vedi figura 1 profilo mandibolare e figura 2 – con BIOVITA – della regione sottomentoniera). 4) Miglioramento delle rughe profonde 70% (Fig.1). 5) Miglioramento delle rughe superficiali 60%. 6) Miglioramento dell’edema palpebrale (Fig.1). 7) 90% soddisfazione del paziente. QUANDO SCEGLIERE UNO O L’ALTRO PROTOCOLLO?

In base alla nostra esperienza di carbossiterapia e biovita, la scelta del protocollo sarà: • CARBOSSITERAPIA su soggetti relativamente giovani (30-45 anni)

senza particolari problematiche di tono cutaneo. • BIOVITA: di fronte a una lassità cutanea marcata e a una maggiore età (45-60 anni), il complesso omotossicologico di BIOVITA risulta in█ dispensabile. BIBLIOGRAFIA 1 - Belcaro G, Laurora G, Cesarone MR (1989). Flussimetria Laser-Doppler e microcircolazione. Minerva Medica Torino: 45-48. 2 - Curri SB, Bombardelli E. Local lipodistrophy and districtual microcirculation: proposed etiology and therapeutic management. Cosmet Toilet 1994; 109:51-65. 3 - Hartmann BR, Bassenge E, Pittler M. Effect of serial percutaneous application of carbon dioxide in intermittent claudication: results of a controlled trials. Angiology 1997; 48:957. 4 - Ito T, More JI, Koss MC. Topical application of CO2 increases skin blood flow. J Invest Dermatol 1989; 93:259. 5 - Savin E, Bailliart O, Bonnin P, Bedu M, Cheynel J, Coudert J, Jean-Paul Martine JP. Vasomotor effects of transcutaneous CO2 stage II periphearal occlusive arterial disease. Angiology 1995; 46:785. 6 - Brandi C, D’Aniello C, Grimaldi L, Caiazzo E, Stanghellini E. Carbon Dioxide Therapy on skin irregularity and its use as a complement to liposuction. Aesthet Plast Surg 2004; 28(4):222-225. 7 - Brandi C, D’Aniello C, Grimaldi L, Bosi B, Dei J, Lattarulo P, Alessandrini C. Carbon Dioxide Therapy in the treatment of localized adiposities: clinical study and histopathological correlations. Aesthet Plast Surg 2001; 25:170-174. 8 - D’Aniello C, Brandi C, Bacci PA et al. The Role of Carbon Dioxide Therapy in symmetric multiple lipomatosis: therapeutic strategy. Riv It Chir Plast 1999; S1:256. 9 - Varlaro V, Parassoni L, Bartoletti CA. La carbossiterapia nella PEFS e nell’adiposità localizzata. RIV La Medicina Estetica 1995; numero 1/1995. 10 - Albergati F, Parassoni L, Lattarulo P, Varlaro V, Curri SB. Carbossiterapia e vasomotion: comparazione tra immagini videocapillaroscopiche e referti laser-doppler flow dopo somministrazione di anidride carbonica. Riv La Medicina Estetica 1997; numero 1/1997. 11 - Basso M. Di Lella E. – Medicine e chirurgia estetica del corpo- Capitolo 3 – Ediz. Elsevier Masson 2009.

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di Christian Cocchi Médecine Morphologique et Anti-Age Le Teich - Paris France

INFILTRAZIONI ASSOCIATE A ULTRASUONI CAVITAZIONALI PER IL TRATTAMENTO DELLA CELLULITE

L’autore, dopo una breve descrizione del metodo con infiltrazioni associate a ultrasuoni cavitazionali, riporta i dati del suo studio su 13 pazienti sani sottoposti a trattamento. Le indagini condotte prima e dopo le applicazioni, propongono un approccio medico multi-terapeutico nella lotta alla cellulite ggi sembra che un approccio O terapeutico promettente risieda nell’associazione di differenti tecniche lipolitiche poco invasive, basati sulle iniezioni epi-osmotiche, risultati interessanti sono già stati pubblicati con l’associazione di ultrasuoni a bassa frequenza (Cavitation II di Re-age). Lo scopo di questo studio è valutare la riduzione dello spessore della cellulite e il miglioramento del suo aspetto sotto l’effetto di un protocollo che va all’origine dei meccanismi della malattia cellulitica. Protocollo e applicazione del protocollo

Il protocollo comprende due tipi di sedute (sedute 1 e 2) che includono 3 sessioni alternate da 7 a 14 Pretrattamento con cocktail di farmaci

giorni, ripetute 4 o 5 volte (totale da 8 a 10 sessioni). Seduta 1: infiltrazione di soluzione epi-osmotica dosata a 180 mOsm sulla zona da trattare, poi ultrasuoni focalizzati (lipocavitazione Reage-Esthemedline). Seduta 2: la mesoterapia. In alternativa, può essere effettuata una seduta di carbossiterapia: iniezione di gas carbonico medicale sulla zona da trattare fino ad ottenimento di un eritema o enfisema sotto cutaneo. L’interesse di realizzare la seduta di mesoterapia dopo quella di carbossiterapia risiede nel fatto che porta uno stato di vasodilatazione durevole, il quale permette di meglio assorbire e assimilare i principi attivi iniettati. La mesoterapia per il trattamento della cellulite è un metodo di introduzione trans e perdermico dei principi attivi allopatici che ha dimostrato un’azione farmacologica su uno o più meccanismi implicati nella malattia. I quattro principi attivi presenti in questo protocollo hanno l’obiettivo di apportare all’interno del tessuto adiposo azioni complementari che determinano le tre linee terapeutiche: stimolare la lipolisi, migliorare la microcircolazione (secondo la componente arteriosa o veno-linfatica)

Cavitation II Re-Age

e la qualità del tessuto connettivo. Citrato di caffeina Cooper 25 mg/ ml: 2ml, per la sua azione lipolitica, inibisce l’azione della fosfodiesterasi e mobilita gli acidi grassi liberi. Monometiltrisilanolo Orto Idrossibenzoato del Sodio (derivato del Silicio organico biodisponibile e di Acido Salicilico). Conjonctyl: 4ml, per il miglioramento della qualità del tessuto connettivo sotto cutaneo e del derma, in quanto fa parte della costituzione stessa delle macromolecole del tessuto connettivo. Esso si oppone alla perossidazione lipidica e alla tossicità dei radicali liberi e attiva la lipolisi per stimolazione dell’Amp ciclico. Cloridrato di 41

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INFILTRAZIONI ASSOCIATE A ULTRASUONI CAVITAZIONALI PER IL TRATTAMENTO DELLA CELLULITE procaina 2%, Lavoisier: 2ml, per il suo effetto vasodilatatore generale e vettore di altre sostanze. Etamsilato: 250mg/2ml, Dycinone: 2ml per la sua azione di miglioramento dell’adesività delle piastrine e restauro della resistenza capillare arteriosa o estratto di Meliloto 200 mg/rutina 50mg Melirutol Aestetic Dermal:2ml, per la loro azione antinfiammatoria e diminuente della permeabilità capillare venosa. Tecniche di applicazione

Disinfezione, iniezioni punto per punto distanti 1 cm, massaggio, seduta di ultrasuoni focalizzati (lipocavitazione Re-age Cavitation II), seduta di massaggio endermologico, pantacollant di compressione dopo la sessione consigliata per 3 giorni (notte e giorno il primo giorno, poi unicamente durante la giornata), la lipocavitazione Cavitation II di Re-age. Le infiltrazioni liquide epi-osmolari potenziano i fenomeni di cavitazione degli ultrasuoni. Applicazione di gel acquoso per ultrasuoni sulla zona precedentemente infiltrata, regolazione dei parametri: potenza 100% (70w), modo continuo, range e rate 0%, manipolo piatto, durata: 10 minuti per zona. Dovrebbe apparire un eritema seguito da una sensazione di riscaldamento riportata dal paziente, disinfezione e posa di steristrips sui punti di iniezione dell’infiltrazione epi-osmotica precedente. Trattamento dell’addome con ultrasuoni

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Riduzione media delle misurazioni sotto trattamento Misurazione in cm

Prima

Dopo

Riduzione media

Girovita

76,1

73,2

-2,9 cm(da -1 a 5cm)

Giro Fianchi

92,4

85,8

-6,6 cm(da -2 a -11 cm)

Giro Coscia

59,7

57

-2,7 cm(da -1 a -4cm)

Nota: le pazienti descrivono di aver tutte perso da una a due taglie

Tabella 1

Riduzione media delle masse sotto l’azione del trattamento Masse

Prima

Dopo

Riduzione media

Peso (in kg)

66,6

62,9

-3,7 kg(da-0,5 a -7,7kg)

IMC (in kg/m2)

24,6

23,3

-1,7kg/m2 (da 0 a -2,74kg/m2)

Tasso di grasso 31,2

31,2

29,8

* -1,4%(-2,10 kg di grasso) * in % del peso corporeo

Tabella 2 Risultati e conclusione

Descrizione della popolazione studiata. Questo studio descrittivo preliminare si è svolto su 13 pazienti selezionati e inclusi nello studio dal 2 gennaio al 31 marzo 2009; l’età media era di 42 anni, con estremi da 28 a 55 anni. Il peso medio delle pazienti dello studio è di 66,6 kg (da 49 a 86,7kg), con un IMC medio di 24,6 kg/m2 (da 18,9 a 30 kg/m2); lo stadio clinico medio della cellulite valutato tramite l’indice di Muller era di 45; le zone trattate comprendevano l’addome e le cosce (facciata anteriore e coulotte de cheval). Perimetria: i risultati mostrano una diminuzione media significativa di tutti i perimetri (Tabella1). Peso, IMC e tasso di massa grassa. Le riduzioni perimetriche sono accompagnate parallelamente da perdite di massa (Tabella2). Aspetto clinico della pelle a buccia d’arancia: è nettamente migliorato tramite il trattamento, con una riduzione sensibile di più di uno stadio clinico in media (-1,14), corrispondente a una regressione degli stadi 3 e 2 a

favore dell’aumento dello stadio 1 o aspetto della pelle a buccia d’arancia, che non è più visibile in piedi, ma solo pizzicando la pelle. Conclusioni

Le iniezioni epi-osmolari seguite da ultrasuoni focalizzati, così come la mesoterapia, si sono dimostrate efficaci. Queste tecniche possono associarsi nei protocolli integrali, strutturati come quelli proposti in questo saggio, con risultati interessanti di riduzione perimetrica e di miglioramento della qualità della pelle, e inoltre con un apprezzamento positivo dei pazienti sui risultati ottenuti e la tolleranza complessiva. Questo studio può certamente essere migliorato per raggiungere maggiore efficacia senza offuscare la sicurezza, variando l’aumento dei parametri utilizzati o il ritmo e successione delle tecniche proposte, o nella scelta di altre tecniche. L’obiettivo da raggiungere è ottenere un protocollo includente metodi affidabili che permettano di combinare l’effi█ cacia alla sicurezza assoluta.


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Endochirurgia estetica del volto

CHIRURGIA ESTETICA

Studio Gennai Chirurgia Estetica Responsabile: Alessandro Gennai Collaboratore: Luigi Izzo

L’invecchiamento del volto

Gli studi riguardanti l’invecchiamento del volto hanno evidenziato un’importante componente dell’invecchiamento del volto: accanto alla ptosi tissutale (per la lassità della componente muscolocutanea), è costantemente presente il riassorbimento osseo e la riduzione dei volumi del tessuto adiposo. Si è anche ipotizzato che, in effetti, la riduzione dei volumi ossei e adiposi sia in realtà il primum movens anche della ptosi: la mancanza di un supporto strutturale, infatti, consente la discesa dei tessuti molli secondo piani di scivolamento ben definiti, conferendo un aspetto globalmente ipotrofico e lasso al volto invecchiato. In un volto invecchiato, quindi, ritroveremo ipotrofia volumetrica nella sua componente ossea in regione periorbitaria (arcata sopraciliare e margine orbitario inferiore), zigomatica, malare, mandibolare. La componente adiposa è rappresentata in quasi tutto l’ambito del volto: procedendo in direzione craniocaudale riscontriamo ipotrofia della regione temporale (sovente la prima a mostrare i segni dell’invecchiamento), la regione malare (con il cuscinetto adiposo malare, la cui ipotrofia e ptosi origina i solchi nasogenieni), la regione geniena, labiale e perioculare. La ptosi tissutale si manifesta nella discesa delle sopracciglia (con conseguente erronea indicazione a una blefaroplastica superiore), del cuscinetto adiposo malare (il malar fat pad degli Anglosassoni), nella formazione dei “jowls” e delle

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“Molte sono le vie per ringiovanire il volto, ma una sola è quella che porta all’invecchiamento”: lo studio dell’invecchiamento del volto è fondamentale per la scelta delle procedure di ringiovanimento. Gli Autori combinano Lifting Endoscopico, Lipostruttura e Blefaroplastica allo scopo di ringiovanire in maniera efficace e naturale l’aspetto del volto bande platismatiche. Complessivamente i tessuti molli muscolocutanei mostrano una ridotta elasticità e un eccesso tale da spingere i chirurghi alla resezione dell’eccesso allo scopo di ringiovanire l’aspetto del volto. Indicazioni

Seppure sovente dimenticata in campo estetico, la diagnosi è fondamentale per affrontare un qualunque problema medico. L’esame accurato del volto fornisce preziose indicazioni riguardo le procedure da impiegare: un’indicazione erronea è sovente causa di complicazioni post-operatorie e… medico-legali! Può apparire perfino banale, quindi, affermare che le due strade da seguire siano le seguenti: A) riposizionare i tessuti ptosici, sollevandoli secondo vettori verticali; B) reintegrare i volumi andati persi con l’invecchiamento. Purtroppo, il termine lifting è divenuto sinonimo di “stiramento” della cute (e dello SMAS), e se non applicato in maniera appropriata determina inevitabilmente risultati palesemente artefatti e poco gradevoli dal punto di vista estetico. Nella nostra pratica clinica, il lifting è quindi riservato alla correzione della ptosi (in primo luogo del sopracciglio e del malar fat pad); dal momento che la discesa dei tessuti avviene seguendo la forza di gravità (e i piani di scorrimento), eliminiamo la ptosi sollevandoli secondo vettori principalmente verticali (antigravitari). Molto raramente diagnostichiamo una reale blefarocalasia, che pone l’indicazione alla blefaroplasti-

Scollamento sottoperiosteo a cielo coperto Scollamento sottoperiosteo endoscopico Scollamento sopraperiosteo endoscopico Lipostruttura Scollamento cervicale

Piani di scollamento del Lifting del Volto e distretti interessati dalla Lipostruttura

ca superiore. Le erniazioni adipose palpebrali inferiori vengono corrette mediante una blefaroplastica inferiore transcongiuntivale. I deficit volumetrici della regione perioculare, periorale, zigomatico-malare, temporale, mandibolare, mentoniera e geniena sono corretti mediante l’impiego della lipostruttura, sebbene qualunque tipo di “filler” trovi piena indicazione allo scopo. A nostro avviso l’autotrapianto di tessuto adiposo comporta notevoli vantaggi in termini di risultato a breve e lungo termine, in particolar modo dopo l’identificazione e i primi studi riguardanti l’attività delle cellule staminali di derivazione adiposa. Tecnica chirurgica

Il ringiovanimento del volto viene quindi affrontato attraverso una


combinazione di tecniche: lifting per il sollevamento dei tessuti, lipostruttura per il riempimento dei volumi, associate a tecniche “ancillari” quali blefaroplastica e lift cervicale. Il lifting viene eseguito utilizzando delle incisioni minime di circa 2 cm, localizzate all’interno del capillizio in regione mediana, paramediana e termporale: eseguiamo uno scollamento “cieco” sottoperiosteo della regione fronto-temporale sino a giungere a circa 3 cm dal margine orbitario superiore: procedere ulteriormente senza visualizzazione diretta comporta il rischio di lesione del nervo sovraorbitario nel caso di una sua emergenza ectopica. Ci avvaliamo pertanto dell’endoscopia per il completamento caudale dello scollamento, disinserendo il periostio dall’arcata orbitaria lateralmente sino al canto esterno e medialmente in regione glabellare: mettiamo in comunicazione lo scollamento frontale con gli scollamenti tempo-

rali (praticati al di sopra della fascia propria del muscolo temporale), disinserendo il legamento della cresta temporale. La scelta del piano sottoperiosteo ci consente il sollevamento di un lembo ben vascolarizzato, sufficientemente robusto per gli ancoraggi, privo di tensione sui tessuti cutanei superficiali e privo di rischi di lesioni accidentali del VII nervo cranico. Impieghiamo mezzi di fissazione, siano essi suture o devices riassorbibili, per ancorare il lembo sino alla completa maturazione del tessuto cicatriziale: non utilizziamo sistemi permanenti in quanto riteniamo che la stabilizzazione del risultato sia conseguenza della fibrosi cicatriziale dovuta allo scollamento e non alla trazione esercitata da dispositivi esterni. Non è necessaria alcuna escissione cutanea: la cute “in eccesso” si ridistribuisce posteriormente alle incisioni nel cuoio capelluto grazie a uno scollamento posteriore di circa 4 cm. Qualora

diagnosticassimo una ptosi dei tessuti molli del terzo medio del volto, cioè la regione zigomatico-malare, dagli accessi temporali porteremmo lo scollamento sino al solco nasogenieno. Così è possibile utilizzare un duplice piano di scollamento: abitualmente preferiamo uno dei due in base alla “pesantezza” dei tessuti da sollevare. Un piano sotto SMAS è allestito se ci troviamo di fronte a tessuti sottili (ad esempio donne con cute molto sottile, di costituzione magra): in tal caso scolliamo al di sotto dello SMAS e utilizziamo fili con coni riassorbibili suturati alla fascia propria del muscolo temporale per stabilizzare il risultato. Di contro, in presenza di tessuti “pesanti”, quali quelli propri del volto di un uomo o di individui di costituzione robusta, preferiamo praticare un accesso endo-orale e procedere con uno scollamento sottoperiosteo, che procede in direzione craniale e viene congiunto allo scollamento

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Endochirurgia estetica del volto

temporale sotto visione endoscopi- eseguiamo l’impianto in sede retroca; per stabilizzare i tessuti impie- muscolare (e anche retrosettale nel ghiamo dispositivi riassorbibili, che caso della palpebra superiore); in ancorano i tessuti molli soprastanti regione temporale posizioniamo il e vengono fissati alla fascia del mu- tessuto adiposo al di sopra della fascolo temporale. Va ricordato che scia propria del muscolo; in regione consideriamo rara l’indicazione a periorale (labbra, rughe della marioun sollevamento del terzo medio netta, solchi nasogenieni) l’impianto del volto, in quanto la componente avviene su più piani, intramuscolavolumetrica (nel senso del deficit) re nelle labbra, sottocutaneo nelle è abitualmente prevalente nei con- linee della marionetta e nei solchi fronti della lassità e della ptosi dei nasogeneni, nei quali aggiungiamo tessuti. La lipostruttura reintegra i anche un impianto sopraperiosteo. volumi del volto persi a causa del Per la regione zigomaticomalare processo di invecchiamento. La il tessuto adiposo viene prelevato tecnica da noi prescelta segue le impiegando cannule di diametro indicazioni fornite da Coleman, pur maggiore (2mm) e centrifugato per integrata dalle interessanti osserva- 3 minuti a 3000g. Il tessuto adiposo zioni di Benslimane. Per la regione così preparato viene impiantato in perioculare, periorale e temporale, sede sopraperiostea e sottocutanea eseguiamo un prelievo con cannu- mediante cannule da 1.5mm di diale dal diametro ridotto (1.2mm). Il metro. Tutti gli impianti sono eseguitessuto adiposo viene centrifugato ti utilizzando la tecnica multitunnel, per circa 30 secondi e reimpian- per ridurre la palpabilità del matetato mediante cannule15-12-2010 da 0.8mm riale e aumentarne le possibilità di Mezza Pag.MicroMaxx.pdf 16:20:23 di diametro. In regione palpebrale attecchimento. Per il lifting cervicale

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eseguiamo un’incisione retroauricolare, che segue il margine posteriore del padiglione e continua in regione mastoidea. Pratichiamo un ampio scollamento sottocutaneo (sopraplatismatico), quindi procediamo scolpendo un peduncolo platismatico che viene tensionato in regione mastoidea; a livello mandibolare eseguiamo una sutura a borsa di tabacco che fissiamo al ligamento auricolare di Lorè, asportando l’eccesso di cute presente e apponendo un drenaggio laminare per 24 ore. Per la riduzione delle ernie adipose della palpebra inferiore, preferiamo l’accesso transcongiuntivale, con scollamento presettale. Dopo l’apertura del setto orbitario, rimuoviamo il tessuto adiposo erniato in maniera conservativa. In presenza di lassità cutanee, pratichiamo una modesta resezione cutanea con cicatrice palpebrale inferiore. In tal modo, nessuna incisione viene praticata sul muscolo orbicolare, evitandone la


“Endochirurgia Estetica del Volto” A cura di A. Gennai. SEE Editrice, Firenze. Il volume sarà presentato al Congresso Internazionale SIES 2011, Bologna

denervazione e il conseguente arrotondamento dell’occhio. Come detto, la blefaroplastica inferiore trova indicazione nei casi di blefarocalasi, in verità piuttosto rari nella nostra casistica. Asportiamo l’eccesso cutaneo palpebrale secondo la tecnica classica, in maniera conservativa, considerando che la maggior parte dell’eccesso è solo apparente, secondario alla ptosi del sopracciglio. Risultati

Da gennaio 1999 a settembre 2010 abbiamo eseguito 309 procedure di endochirurgia estetica del volto. In tutti i casi è stato eseguito un lift endoscopico frontotemporale associato nel 100% dei casi a lipostruttura; solo nel 40% dei casi abbiamo riscontrato la necessità di un sollevamento dei tessuti della regione malare, in quanto riteniamo che in tale regione la componente ipotrofica sia prevalente sulla ptosi. Circa il 50% dei pazienti è stata sottoposta contestualmente a blefaroplastica inferiore e lift cervicale. Circa il 15% dei pazienti ha richiesto l’esecuzione di una blefaroplastica superiore. I risultati sono stati estremamente

soddisfacenti per noi e le nostre pazienti: il volto appare ringiovanito, senza tuttavia stravolgere la fisionomia del paziente. La stabilità nel tempo ben conservata, per due motivi: l’esecuzione di un’ampia dissezione, che causa la formazione di tessuto cicatriziale che funge da ottimale mezzo di fissazione dei tessuti, e la presenza, recentemente documentata e indagata, delle cellule staminali di derivazione adipocitaria, che possiedono una capacità rigenerativa nei confronti delle strutture cutanee, muscolari e ossee di tutto l’organismo. Complicanze

Il tasso di complicanze da noi riscontrato è estremamente basso. La complicanza maggiormente frequente (6 casi, 2%) è stata la parestesia monolaterale del sopracciglio, autorisoltasi in circa 4 mesi. Altre complicanze quali alopecia cicatriziale, paralisi temporanea del VII nervo (branche frontale e zigomatica) e intolleranza ai materiali di sutura hanno mostrato un’incidenza di circa l’1% (3 casi). Non abbiamo avuto casi di ematoma, in quanto il piano sottoperiosteo è avascolare; la zona di scollamento a rischio di sanguinamenti si trova sul margine orbitario e viene approcciato attraverso la visione endoscopica, consentendoci di eseguire un’emostasi immediata e accurata. L’utilizzo di drenaggi laminari nello scollamento cervicale consente di monitorare ra-

Lipostruttura e Lift Endoscopico Frontotemporale. Importanza del ripristino dei volumi nel ringiovanimento del volto: le convessità create attraverso l’autotrapianto di tessuto adiposo contribuiscono all’aspetto ringiovanito del volto

pidamente eventuali sanguinamenti nell’immediato postoperatorio del lift cervicale. La lipostruttura non ha mostrato complicanze di rilievo, eccetto la necessità di rassicurare la paziente della risoluzione dell’edema naturalmente conseguente la procedura! Conclusioni

L’endochirurgia estetica del volto costituisce una filosofia di ringiovanimento del volto basata sull’impiego di incisioni minime e risultati naturali: è fondamentale a tale scopo impiegare la tecnica più indicata per correggere il problema specifico. I tessuti ptosici vanno sollevati (e fissati), le regioni ipotrofiche necessitano di una integrazione dei volumi. A tale scopo, abbiamo trovato estremamente utile richiedere ai pazienti di fornirci una foto del loro volto all’età di circa 20 anni: è immediatamente evidente come il ripristino dei volumi contribuisca per la maggior parte al ringiovanimento del volto, aumentando le convessità del profilo e riducendo le concavità associate all’ipotrofia adiposa e ossea. La correzione della ptosi, praticata per via endoscopica, unisce alle cicatrici minime la possibilità di eseguire ampi scollamenti: l’estensione dello scollamento determina la riuscita della procedura e la stabilità del risultato a lungo termine. L’invecchiamento del volto è un evento multifattoriale che pertanto necessita di procedure combinate per poter conseguire un risultato naturale ed █ esteticamente soddisfacente. BIBLIOGRAFIA Yaremchuck MJ. Making Concave Faces Convex. Aesth Plast Surg 2005; 29: 141-147

PER INFORMAZIONI: Studio Gennai - Bologna Tel: +39 051 64.94.945 agennai@gennaichirurgia.it www.gennaichirurgia.it

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CHIRURGIA ESTETICA

Ricerca e sviluppo Advanced MAeS

BODYTITE™: liposuzione e retrazione tissutale delle zone “critiche”… Oggi si può!

ell’annosa ricerca della perfeN zione, la chirurgia e la tecnologia negli ultimi anni hanno fatto pas-

si da gigante. L’obiettivo è stato, ed è, la ricerca di prodotti, trattamenti, metodiche e tecnologie per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi nel tempo che, soprattutto, possano essere predeterminati “a priori”. Nella maggior parte dei casi si è riuscito a “rimaneggiare” prodotti e tecnologie già conosciute e validate da anni di applicazione in campo medico, implementandole fra loro e rendendole più idonee al raggiungimento dell’obiettivo. Statistiche mondiali ritengono che la liposuzione sia, insieme alla mastoplastica, l’intervento più richiesto; talvolta però i risultati ottenuti, soprattutto in presenza di cedimento cutaneo (dovuto a dimagrimento, età, invecchiamento) o di pelli poco elastiche, non sono eccezionali; lo “svuotamento” dell’area esita un’ancora maggiore lassità che solo in alcuni casi (per la maggior parte legati alla situazione cutanea e alla zona di trattamento) si “riassorbe” nel tempo. È proprio in virtù di questo che aziende e professionisti del settore hanno studiato e studiano “affinamenti” per il raggiun-

Foto concesse dalla Dr.ssa Diane Duncan

Foto concesse dal Dr. Antonio Rusciani

gimento del miglior risultato possibile. La novità assoluta in questo campo è la possibilità di ottenere e offrire risultati significativi nel trattamento delle aree a maggiore lassità cutanea, ripristinandone la tonicità, contestualmente a un’eventuale riduzione del pannicolo adiposo quando presente. Aree come l’interno delle cosce, delle braccia, l’addome, la schiena, il sottomento e il collo, nonché i contorni del viso, notoriamente sottoposti a maggiore cedimento, finora potevano essere trattati limitatamente o non trattati affatto proprio perché il risultato ottenuto non era così soddisfacente da valere l’intervento/trattamento stesso. I chirurghi preferivano non approcciare il problema se non in casi estremi, consci che il più delle volte avrebbero potuto offrire un risultato non all’altezza della propria professionalità. La nuova tecnologia, BodyTite™, che associa il classico intervento di liposuzione all’altrettanto conosciuta

Foto concesse dalla Dr.ssa Francesca De Angelis

Foto concesse dal Dr. Steve Mulholland

energia a radio-frequenza, permette di poter trattare proprio queste zone e di ottenere risultati eclatanti: ripristinare i volumi e la silhouette e, contestualmente, ottenere una significativa retrazione cutanea dell’area, necessaria per il raggiungimento del risultato “ad hoc”. Il segreto di questa metodica è proprio nell’aver abbinato la liposuzione, o meglio la cannula utilizzata per l’intervento di liposuzione, all’energia RF: la scelta di questa accoppiata vincente è basata sull’osservazione che l’applicazione a livello cutaneo (esternamente sulla pelle) della radio-frequenza determina una retrazione cutanea universalmente riconosciuta. Numerose sono, oggi, le tecnologie che propongono la RF per il trattamento

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Foto concesse dal Dr. Alvaro Pacifici

L’OSSERVAZIONE, LA SFIDA, L’IDEA E LA SOLUZIONE

L’osservazione è stata questa. La sfida è stata quella di ideare una tecnologia capace di applicare la RF, dall’interno, a tutto lo strato cutaneo interessato e in tutto il suo spessore, proprio per ottenere il maggior “skintightening” possibile. L’idea è stata quella di elaborare una cannula da liposuzione che durante e contestualmente all’intervento di liposuzione erogasse RF in maniera uniforme e controllata e soprattutto in maniera unidirezionale e quindi dall’interno verso l’esterno attraversando proprio i tessuti che avrebbero potuto esitare (o che evidenziavano già) una lassità cutanea più o meno importante. La soluzione è stata ottenuta creando un manipoFig. 1: manipolo BodyTite™

Fig. 2: manipolo BodyTite™ in azione

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lo “biforcuto” (Fig. 1), che da una parte è costituito da una cannula da liposuzione isolata fino ad 1 cm dalla punta e dall’altra da una porzione esterna con terminale tondeggiante; questo particolare manipolo biforcuto, a impugnatura unica, assolve alla necessità di un movimento uniforme nella zona sottoposta a trattamento con erogazione di RF proprio nell’area specifica in cui avviene la liposuzione per una maggiore uniformità dell’area trattata (Fig. 2). La punta della cannula e il terminale esterno non sono altro che i due elettrodi attraverso cui si forma l’arco voltaico, e quindi attraverso i quali avviene il passaggio di energia, che attraversa il tessuto interposto fra essi (Fig.3). L’energia RF erogata e direzionata fra i due poli, agevola la liquefazione del tessuto adiposo (che contestualmente può essere aspirato), la coagulazione dei vasi e delle terminazioni nervose superficiali per limitare il sanguinamento e il dolore post-op. ED ECCO BodyTite™

Il risultato è stato BodyTite™: un’apparecchiatura che eroga RF in assistenza alla liposuzione (RFAL), prodotta da un’azienda israeliana (INVASIX) con l’aiuto di un team di chirurghi plastici, stimati a livello mondiale, che hanno reso possibile l’applicazione dell’idea alla pratica, soddisfacendo la richiesta di trattamento delle aree e pelli “critiche”. BodyTite™ rappresenta oggi il punto di svolta negli interventi di liposuzione. La disponibilità di cannule/ manipoli di diverse dimensioni (sia in lunghezza sia in diametro), il particolare software che garantisce l’erogazione della giusta quantità e potenza di RF in presenza anche di uno spessore minimo, il monitoraggio in tempo reale di tutti i parametri, fa sì che la tecnologia possa essere applicata alle diverse aree del corpo:

Fig. 3: elettrodi del manipolo BodyTite™

da quelle più “problematiche” come sottomento, collo, interno cosce, interno braccia, a quelle più facili come addome e fianchi, ottenendo sempre e comunque un ottimo risultato, prevedibile e duraturo nel tempo. La prossima sfida di BodyTite™ sarà CelluTite e FaceTite: i nuovi programmi per il trattamento definitivo della cellulite e per il ripristino dei “volumi“ del viso. I risultati evidenti riportati nelle foto, ottenuti negli ultimi due anni da chirurghi plastici stimati in tutto il mondo, provano che BodyTite™ e la professionalità del chirurgo permettono risultati eclatanti e duraturi in modo preciso, veloce e indolore. BodyTite™ è il risultato di anni di studi e di prove, è autorizzato dai più importanti enti mondiali preposti al controllo dei dispositivi medici commercializzati e in fase di approvazione della FDA. █ PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Maurizio Cavallini - Milano maurizio.cavallini@libero.it Dr.ssa Francesca De Angelis - Napoli francesca.deangelis@yahoo.com Dr. Alvaro Pacifici - Perugia alvaropacifici@clinicalaser.it Dr. Antonio Rusciani - Roma skinlaser@skinlaser.it PER INFORMAZIONI: Dr. Donato Zizi - Teramo info@equipedermoestetica.it

PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: Advanced MAeS PER INFORMAZIONI:

Via degli Olmetti, 18 int. c2 00060 Formello (RM) www.bodytite.it www.advanced-maes.com info@advanced-maes.com

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della lassità cutanea, sia come sola fonte di energia sia associata ad altre fonti come il laser o la luce pulsata: il risultato è in ogni caso valido. Queste tecnologie propongono un passaggio di RF fra due poli, presenti all’estremità del manipolo, che formano un arco voltaico che attraversa il tessuto cutaneo negli strati superficiali, nella zona compresa fra gli elettrodi e sottostante gli stessi, permettendo lo “skintightening” dell’area.


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BodyTite™ utilizza l’esclusiva tecnologia RFAL™ (Radio Frequency Assisted Liposuction) per offrire simultaneamente lipolisi, aspirazione, coagulazione e compattamento della pelle, controllando in continuo temperatura, impedenza, profondità e potenza per garantire una procedura veloce, uniforme e sicura.

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DIETOTERAPIA

di Tiziano Berselli Specialista in Chirurgia Generale Toraco-Cardio Vascolare - Modena

’immagine di sé che ha ogni L persona è influenzata da canoni estetici che sono diretta emanazio-

ne della cultura che permea quella precisa società. In Africa, per esempio, l’obesità femminile è interpretata come bellezza, all’opposto rispetto alle società occidentali, dove il canone di bellezza femminile predilige la donna magra e longilinea. Canoni estetici che variano con il variare della società: negli Anni 50, nel nostro Paese si prediligevano le “maggiorate” come Gina Lollobrigida e Sofia Loren, mentre a partire dagli Anni 70 la moda ha imposto “la donna grissino” sul modello di Twiggy, senza tenere conto della costituzione corporea degli individui e generando spesso situazioni di malessere. Nel definire il sovrappeso e affrontare un problema medico e sociale, dobbiamo perciò rifarci a parametri scientificamente validi e universalmente riconosciuti. Ci si riferisce perciò al BMI (Body Max Index - Indice di Massa Corporea), che si ottiene dal rapporto tra peso e superficie corporea. Si definiscono perciò normopeso un indice tra 20 e 25, sovrappeso tra 25 e 30, obesità tra 30 e 40 e obesità morbida o patologica superiore a 40 (in quest’ultima fascia l’obesità viene considerata una vera e propria malattia). Riferendoci a queste tabelle, un individuo di 170 cm di altezza viene definito normopeso fino a un mas-

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KETO STATION: UNA RISPOSTA EFFICACE AI CHILI DI TROPPO A volte la percezione soggettiva ci fa sentire più grassi di quello che siamo simo di 75 kg, sovrappeso tra 75 e 85 kg, obeso tra 85 e 115 kg, obeso patologico con un peso superiore ai 115 kg L’obesità è un problema dilagante in tutte le società industrializzate con un elevato tenore di vita, dove l’obesità morbida o patologica ha un’incidenza del 10%. È facile immaginare quale possa essere, anche in assenza di studi epidemiologici attendibili, l’incidenza delle forme minori che vanno dall’obesità semplice al sovrappeso. Nel nostro Paese, che conta circa 60 milioni di abitanti, i soggetti con problemi di obesità morbida sono all’incirca 6 milioni. Possiamo affermare perciò con sicurezza che l’obesità rappresenta, a vario titolo, un problema sociale di primaria importanza. Nei casi di semplice sovrappeso, i problemi sono essenzialmente connessi all’immagine corporea e quindi alla qualità della vita. In questi casi non sono presenti alterazioni che possano incidere sullo stato di salute, ma si individuano atteggiamenti socio-comportamentali patologici che influiscono pesantemente, in negativo, sulla qualità della vita. In presenza di obesità importanti o patologiche, viene interessata direttamente la sfera della salute, in quanto coinvolti numerosi organi e apparati. L’eccesivo sovraccarico porta a un precoce deterioramento delle articolazioni, l’apparato cardiocircolatorio deve sopperire a un territorio superore a quello per cui è stato programmato dalla natura con conseguente sovraccarico di lavoro, da qui un’alta incidenza di ipertensione e un incremento per-

centuale degli infarti e degli scompensi cardiaci. I muscoli respiratori, in particolare il diaframma, debbono fare i conti con masse di grasso da muovere superiori alle loro capacità, da qui l’alta incidenza di insufficienza respiratoria, che inizialmente si manifesta con scarsa resistenza alla fatica, russamento, apnee notturne via via fino alle manifestazioni più gravi. Si hanno una più precoce comparsa di diabete, squilibri ormonali nel sesso femminile, maggiore incidenza statistica di calcolosi della colecisti e di tumori all’intestino. Statisticamente parlando, i pazienti in fascia di obesità patologica hanno un’aspettativa di vita ridotta di circa 6 anni. È facile capire il grande assorbimento di risorse economiche di cui è causa l’obesità, se venissero calcolate le risorse destinate alle spese sanitarie da essa assorbite e le giornate lavorative perse. L’obesità rappresenta un problema sociale ed economico che va affrontato a vario livello, a seconda delle necessità, ed è quello che stiamo proponendo da molti anni. Il comportamento deve essere commisurato al grado di gravità dell’obesità. Nei casi di semplice sovrappeso e di obesità lieve, sono indicati trattamenti nutrizionali con cui ottenere calo ponderale significativo se associati a percorsi comportamentali che educhino i soggetti a una qualità di vita migliore, non solo da un punto di vista nutrizionale, come stiamo proponendo con l’innovativo percorso KETO STATION. Nei casi di obesità patologica, in assenza di risultati tangibili e durevoli con trat-


Sospensione terapie associate Terapia antidiabetica

8

40%

Terpia antipertensiva

22

39,28%

Entrambe

4

14,28%

Tabella 1

tamenti medici, riteniamo opportuno il ricorso alla chirurgia. L’intervento che proponiamo è il bendaggio gastrico regolabile, che viene eseguito in video laparoscopia. Il trattamento razionale dell’obesità è pluridisciplinare, con il coinvolgimento di differenti figure professionali: chirurgo, medico nutrizionista, psicologo, personal trainer. La dieta chetogenica è un regime alimentare basato sul presupposto che un’alimentazione ricca di proteine e lipidi, con scarso apporto di carboidrati, mantenga costanti i livelli di insulina evitando l’accumulo di lipidi e favorendone l’utilizzo a scopo energetico. Per svolgere la sue funzioni, il cervello necessita di glucosio. Riducendone drasticamente l’apporto si innesca il meccanismo della ketogenesi, atto a mantenere un’adeguata funzione cerebrale. I chetoni hanno un effetto anoressizzante, innalzano il tono dell’umore e aumentano l’attività motoria. Il loro effetto consente un dimagrimento rapido e cospicuo in completo benessere. Le diete proteiche prolungate nel tempo possono avere effetti nocivi dovuti all’accumulo di corpi chetonici, oltre che provocare carenza di vitamine e sali minerali. Il trattamento KETO STATION, da non confondersi con le comuni diete chetogeniche o proteiche, è assolutamente esente dai rischi sopraelencati, poiché integra nella sua formulazione ogni elemento così da non creare deficit alcuno, mentre la breve durata non espone al rischio di accumulo eccessivo di corpi chetonici. KETO STATION è un trattamento ketogenico di nuova concezione, non invasivo, che prevede un intenso percorso di dimagrimento suddiviso in quattro passi concentrati in un breve periodo, che vengono eseguiti sotto la supervisione del medico KETO STATION. 1) Trattamento ketogenico avvan-

zato KETO STATION; 2) dieta di mantenimento; 3) educazione alimentare con corretto uso dell’integrazione; 4) valutazione ed educazione motoria. Il percorso KETO STATION, oltre che per la sua efficacia (perdita quasi esclusiva di massa grassa), si adatta bene al profilo psicologico del paziente con problemi di sovrappeso che necessita di risultati veloci e costanti, con difficoltà ad adattarsi a un’alimentazione varia ipocalorica per lunghi periodi, o per trattamenti ripetuti. Il dimagrimento rapido e costante ottenuto con KETO STATION, l’assenza o diminuzione di fame e stanchezza, la sua semplicità e la sua praticità permettono un ottimo approccio e coinvolgimento al trattamento, fattore che è alla base degli ottimi risultati della nuova metodica, questo indipendentemente dal metabolismo di base e dal livello di attività fisica di chi ne fa uso. Il percorso KETO STATION nasce dall’esperienza maturata da un team multidisciplinare nel campo del trattamento dell’obesità, che spazia dal trattamento medico a quello chirurgico, e rappresenta un’evoluzione della NEC (nutrizione enterale chetogenica) che viene eseguita mediante il posizionamento di un sondini naso-gastrico, attraverso il quale, con l’ausilio di una pompa da infusione, si introducono soluzioni di aminoacidi. La NEC è invasiva, fortemente antiestetica, spesso limita la vita lavorativa e di relazione dei soggetti in trattamento e si presta a numerosi problemi gestionali. Trattandosi di persone sane in grado di alimentarsi normalmente, abbiamo quindi studiato e realizzato il nostro percorso che prevede l’assunzione dei prodotti necessari per via naturale, senza tubi e senza pompe. È nato così il percorso

KETO STATION; è iniziata la ricerca e la formulazione dei prodotti necessari secondo attenti criteri di efficacia e sicurezza. Successivamente si è portato avanti uno studio clinico che ha evidenziato l’efficacia e la semplicità di utilizzo del trattamento. Al progetto si è applicato un team di medici, farmacologi, psicologi e personal trainer, che dopo le necessarie valutazioni hanno promosso e approvato il trattamento KETO STATION. Il KETO STATION è un percorso a esclusiva destinazione medica, i soggetti reclutati per il trattamento dovranno essere valutati in tutti gli aspetti fisiologici e patologici e inviati al trattamento solo se questo sarà indicato sia dal punto di vista fisico che psicologico. Le uniche controindicazioni sono rappresentate da insufficienza renale, stato di gravidanza, allattamento e patologie psichiatriche che possano impedire al paziente una corretta e consapevole adesione al trattamento. STUDIO CLINICO

Lo studio multicentrico e stato eseguito presso alcuni centri di riferimento con posizionamento geografico volutamente molto diverso, al fine di valutare anche l’eventuale effetto di differenti situazioni ambientali. I centri di riferimento sono situati a Modena, Roma, Napoli, Lecce e ad ognuno sono stati affidati 25 casi. Il periodo dello studio è stato compreso tra gennaio e luglio 2010. I pazienti sottoposti allo studio sono stati 116, in quanto i centri di Modena e Lecce hanno eseguito rispettivamente 10 e 6 trattamenti in più di quanto richiesto, di cui 84 di sesso femminile e 32 di sesso maschile, con un’età media di 38 anni (min. 18, max. 64) e un peso medio di 91,5 kg (min.74, max. 135). Di questi, 108 presentavano patologie associate, 56 casi di ipertensione e 20 casi di diabete tipo 2, 6 forme di diabete tipo 1, mentre in 14 casi è stata segnalata associazione tra ipertensione e diabete pari a oltre il

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Risultati

95% della casistica. La casistica è stata volutamente orientata al reclutamento di pazienti provenienti da centri diabetologici e cardiologici, al fine di valutare, oltre al calo ponderale, anche gli effetti del trattamento sul diabete e l’ipertensione. I risultati sono stati incoraggianti (Tabella 1), infatti il 40% dei pazienti con diabete di tipo 2 ha sospeso la terapia, mentre i pazienti con diabete di tipo 1 hanno ridotto il trattamento farmacologico. Il 39,28% degli ipertesi ha potuto sospendere la terapia così come il 14,28% dei pazienti che presentavano un’associazione tra diabete e ipertensione. I risultati sono stati quelli desiderati (Tabella 2), il calo ponderale è stato compreso tra un minimo del 7% e un massimo del 13%, con una media pari al 9,5%. Gli effetti indesiderati ben noti e attesi, per i quali comunque sono previsti semplici trattamenti, si sono verificati nel 28% dei casi. Tali effetti consistono in nausea, astenia, cefa-

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14 casi

calo superiore a 10 kg

12,06%

78 casi

calo tra 8 e 10 kg

67,24%

24 casi

calo tra 6 e 8 kg

20,68%

Tabella 2

lea e vomito. Essi si sono verificati nel passaggio tra la seconda e la terza giornata del percorso e sono stati controllati semplicemente con terapia sintomatica. Nessun paziente ha abbandonato il trattamento. La stipsi si presenta costantemente, anche se in grado variabile, necessitando l’uso di lassativi nel 18,96% dei casi trattati. I risultati a distanza dopo un’osservazione che va da un massimo di 11 mesi a un minimo di 5 mesi, hanno rilevato che solo 8 pazienti hanno ripreso peso, pari al 6,88% della casistica, di cui 4 con incremento ponderale compreso tra 1 e 5 kg, 2 con ripresa di 7 kg e 2 con ripresa di 9 kg Il risultato raggiunto è stato quindi mantenuto con successo nel 93,12% dei casi trattati. I risultati sono stati aderenti alle attese, abbiamo avuto infatti un calo ponde-

rale medio del 9,5% che associato a un mantenimento degli stessi nel 95,4%, e a un effetto terapeutico su patologie associate come diabete e ipertensione, pongono il percorso KETO STATION come trattamento di scelta in tutti i casi obesità, anche in preparazione alla chirurgia bariatrica in alternativa al BIB (pallone intragastrico), indicazione che viene rafforzata dalla concomitanza di dia█ bete e ipertensione. PER INFORMAZIONI: SELTEC M E DICAL SRL

SELTEC MEDICAL SRL Tel: 051 66.47.284 www.seltecmedical.it vendite@seltecmedical.it


MEDICINA ESTETICA

di Massimo Cuppini Sviluppo e Ricerca Bi-medica

Presentazione nuova applicazione Alex 755 Nm per multi piattaforma laser L’alessandrite è una rara varietà di crisoberillo che venne scoperta nel 1830 dal mineralogista Nordenskjold, in una miniera di smeraldi sui monti Urali e così denominata in onore dello zar Alessandro II di Russia

’applicazione in campo medico L della tecnologia laser che utilizza questo cristallo come sorgente

da utilizzare nel campo dell’epilazione si è rapidamente affermata agli inizi degli Anni 90 e per molti specialisti il laser ad alessandrite (lunghezza d’onda 755nm) è diventato rapidamente il “gold standard” per la sua efficacia nei pazienti di fototipo dall’uno al tre della scala di Fitzpatrick. Una nutrita letteratura e le numerose testimonianze di molti medici da tutte le parti del mondo sono concordi nel definire questo tipo di sorgente laser la migliore nell’ottenere la fototermolisi selettiva della melanina contenuta nei follicoli piliferi dei fototipi summenzionati. Tuttavia, nel trattamento di pazienti con fototipo scuro, dal quattro al sei della scala di Fitzpatrick, per l’elevato antagonismo tra la melanina concentrata nel tessuto dei pazienti e la melanina concentrata sui bulbi piliferi bersaglio, tale sorgente risulta meno efficace. Nella multipiattaforma laser “joule” , che la Sciton sta presentando al mercato europeo, è stata affrontata e risolta questa problematica abbinando

una seconda sorgente laser: la lunghezza d’onda 1064 nm Nd:YAG, che può trattare più efficacemente i fototipi scuri. È opinione comune, infatti, che nonostante l’Alessandrite sia in grado di risolvere buona parte dei trattamenti, utilizzando impulsi variabili che rendono l’interazione del laser meno aggressiva per la pelle, tuttavia in questi fototipi la concentrazione della melanina scherma eccessivamente il raggio laser, rendendolo meno efficace a discapito dell’epidermide che rischia di assorbire troppa energia. In questi casi la scelta di molti operatori esperti, come descritto in letteratura, si orienta proprio verso il Nd:YAG, che consente un trattamento più sicuro; a discapito, però, di un numero maggiore di trattamenti e a una qualità del risultato inferiore. Altro punto problematico dell’epilazione laser è costituito dall’effetto, che si verifica dopo alcune sedute, di riduzione del diametro dei peli che diventano complicati da trattare. Per risolvere il problema, Sciton ha migliorato le caratteristiche tecniche delle apparecchiature che producono impulsi di durata diversa migliorando l’efficienza di penetrazione del laser nei

tessuti e raggiungendo i follicoli più profondi, ne consegue una riduzione del numero dei trattamenti e della durata degli stessi, con un buon risultato anche nei casi in cui il pelo è meno visibile.. Altra applicazione importante della sinergia fra le due lunghezze d’onda di cui stiamo parlando è sicuramente l’ambito dei trattamenti vascolari. Due lunghezze d’onda che raggiungono profondità distinte consentono di trattare lesioni vascolari di calibro e profondità differenti. In questo campo applicativo si stanno studiando, con l’aiuto dei nostri referenti scientifici nazionali e internazionali, nuovi parametri per ottimizzare il vantaggio dell’utilizzo della piattaforma Laser Sciton. Nel segno della filosofia Sciton, “Clear Scan 755 nm” è un modulo laser che può essere integrato e aggiunto alla piattaforma multilaser Joule, l’unica al mondo in grado di offrire al medico la scelta di avere sulla stessa piattaforma quattro differenti sorgenti laser.

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Elevata velocità

Sciton ha così creato una piattaforma innovativa e altamente versatile, unica a offrire un’ampia gamma di applicazioni con differenti sorgenti laser. L’emissione di queste quattro sorgenti, e quindi anche del modulo Alessandrite 755, avviene attraverso un braccio articolato in acciaio appositamente studiato e realizzato per garantire un illimitato numeri di colpi durante la garanzia e minimi costi di gestione. Con appositi scanner studiati per le differenti applicazioni, la piattaforma Sciton consente il trattamento di ampie superfici in tutta sicurezza a una velocità molto elevata. In particolare, i moduli Alessandrite 755 nm e Nd-Yag 1064 nm utilizzano uno scanner non sequenziale che assicura il 100% dell’efficacia senza il rischio di sovrapposizioni. La dimensione dello spot dello scanner di 3 cm x 3 cm assicura in pochi istanti il trattamento di aree ampie di tessuto. Un raffreddamento integrato a contatto con zaffiro assicura ai pazienti un confort superiore e una completa sicurezza nei trattamenti. Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri referenti italiani di fornirvi un loro giudizio sulla piattaforma Joule che stanno iniziando a utilizzare nei loro studi e in particolare sull’applicazione Alexandrite 755 nm. DR. DANIEL CASSUTO

Cosa pensa della lunghezza d’onda 755 nm nella rimozione permanente dei peli? “Si tratta di una lunghezza d’onda che è in uso da 15 anni in questa applicazione. La lunga esperienza dimostra ottimi risultati con un follow up quasi unico, specialmente nei fototipi I-III. L’Alessandrite è quasi imbattibile nei peli di spessore mediopiccolo e di colore castano”. Ci aiuti a capire il razionale d’utilizzo in campo vascolare… “La deossiemoglobina, presente in maggiore concentrazione nel sangue venoso, ha un picco d’assorbi-

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2 sedute a distanza di un mese Fluence 19 j/cm2 Pulse Width 22 ms. Foto cortesemente concesse da Dr. Jafar Hassibi

mento sui 755nm. Pertanto la selettività di questa lunghezza d’onda la rende particolarmente utile sulle lesioni vascolari che hanno un’importante componente venosa (arti inferiori, Portwine Stains, emangiomi). Questa capacità dell’Alessandrite è già nota in letteratura grazie a diverse publicazioni scientifiche (Izikson L et al, Lasers Surg Med. 2009 Aug; 41(6): 427-32)”. Che cosa pensa in generale della multipiattaforma Joule Sciton? “La presenza simultanea di diverse sorgenti rende la piattaforma capace di soddisfare qualsiasi esigenza, eccetto la rimozione dei tatuaggi. Tutte le componenti utilizzano tecnologie ben sperimentate e collaudate. Se combinate sapientemente fra loro, le varie sorgenti laser e la luce pulsata possono permettere di trattare qualsiasi inestetismo cutaneo e sottocutaneo. Ovviamente bisogna considerare la curva d’apprendimento, che è resa meno ostica dalla presenta di menù (ovvero schermate) facili e intuitive, e dalla presenza di vari sistemi di raffreddamento della cute”. DR. Jafar Hassibi

Lei è tra i primi in Italia a utilizzare la piattaforma combinata Alex 755nm e Nd-Yag 1064nm. Ci può indicare i motivi della sua scelta? “Ho preferito la piattaforma Sciton per l’elevata efficienza e affidabilità dei loro laser, che consentono di trattare in modo efficace e sicuro sia i fototipi scuri sia quelli chiari e i peli spessi o sottili. Inoltre ho ritenuto importante la possibilità di variare in modo preciso la durata dell’im-

pulso e l’impiego di alte energie, che mi consente risultati clinici eccellenti anche nei casi di peluria più resistente. Ho scelto di trattare i miei pazienti in maniera sicura e a costi contenuti…”. Ci può fornire una sua impressione sulla facilità di utilizzo della nuova piattaforma? “Riesco a trattare in modo rapido zone estese come le gambe o il torace e il dorso negli uomini in pochi minuti. La piattaforma Sciton è inoltre dotata di uno schermo touchscreen molto interattivo e di facile utilizzo; è facile programmare immediatamente ogni piccola variazione desiderata”. Ci aiuterà a sviluppare e perfezionare nuovi parametri d’utilizzo? “Parteciperò volentieri allo sviluppo dei parametri ottimali d’utilizzo nelle varie metodiche”. Come stanno reagendo le sue pazienti ai “nuovi” trattamenti? “Ottimamente. La velocità di trattamento e il confort del raffreddamento a contatto sono molto apprezzati”. Come esperto nell’utilizzo di molti differenti validi laser, potrebbe definire la sua esperienza con la nostra piattaforma divertente e stimolante per facilità d’utilizzo e possibilità di sperimentare metodiche combinate? “Ovviamente. La possibilità di avere due lunghezza d’onda 1064 nm ND:YAG e Alex 755 con uno scanner preciso mi permette lavorare in modo perfetto su tutti i fototipi cutanei e sto allargando la mia esperienza alla parte applicativa in campo vascolare trans-dermico con inte█ ressanti premesse”.


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MEDICINA ESTETICA

di Erika Mele Medico Chirurgo - Nuoro

empre più persone si rivolgoSestetica no negli ambulatori di medicina con l’intento di apparire più

giovani ed è il viso la prima parte del nostro corpo che ci consente di comunicare con il prossimo. Ma in realtà, come viene percepito l’invecchiamento? Tutti i giorni ci guardiamo allo specchio e pensiamo: “Oggi mi piaccio… Oggi non mi piaccio”. Se poi chiediamo “Cos’è nel dettaglio che non le piace?”, ci sentiremo rispondere: “Ho un brutto colorito, è come se il viso si fosse spento, quasi col tempo appesantito con occhiaie, borse, rughe…”. Se ascoltiamo il paziente, dunque, il trascorrere degli anni non viene rilevato con l’identificazione della singola ruga, ma come un “progressivo cedimento globale” del proprio viso che, di conseguenza, va trattato in toto. Da questo presupposto nasce il razionale di un protocollo combinato che ha lo scopo di curare la pelle nei suoi vari strati, colpendo alcuni bersagli specifici che ci consentano di ottenere un ringiovanimento naturale nel minor numero di sedute possibili, con risultati duraturi e minori spese. La strategia terapeutica prevede 2 fasi: • una ambulatoriale che consta di 4 sedute, a cadenza quindicinale, in cui in successione vengono eseguite radiofrequenza tripolare, carbossiterapia e biostimolazione con soluzione aminoacidica; • una domiciliare, non meno importante della prima, in cui vengono utilizzati un siero rivitalizzante e una crema dalle specifiche proprietà rigeneranti. Sono state selezionate

Carbo-radiofrequenza e tiroxina: rigenera la tua pelle! Trattamenti combinati nel ringiovanimento naturale del volto

15 pazienti tra i 38 e i 70 anni (media 52 aa) che hanno dato il loro consenso informato al trattamento e alla pubblicazione delle foto relative al prima e dopo. Controindicazioni

Il protocollo non può essere eseguito in persone che, all’anamnesi, presentano insufficienza respiratoria o renale o epatica o cardiaca grave, collagenopatie, tachiaritmie, portatori di pace-maker o protesi metalliche, pregressi impianti con filler non riassorbibili, gravidanza, terapia con diclofenamide, acetazolamide o altri inibitori dell’anidrasi carbonica. Lo scopo di tale protocollo è ottenere in 2 mesi un’uniformità dell’incarnato grazie all’attenuazione di discromie, eritrosi e teleangectasie; un miglioramento della texture cutanea con restringimento dei pori della pelle e regolazione della secrezione sebacea; una riduzione della lassità cutanea con attenuazione delle rughe e ridefinizione dei contorni del volto (effetto liftante). È stata inoltre constatata, con la medesima procedura, una notevole riduzione della profondità di cicatrici d’acne e varicella (Fig. 1). Il razionale della successione di tali fasi terapeutiche è il seguente: 1) preparazione della pelle nelle 2 settimane antecedenti le sedute

ambulatoriali e successivo trattamento con 2 prodotti domiciliari della Dermatique System da applicare mattina e sera. Il siero rivitalizzante contiene alfa-idrossiacidi (acido glicolico all’8% e acido lattico) e collagene a un pH di 2.9; è in grado di ridurre lo spessore dello strato corneo, stimolare il turnover cutaneo e regolare la secrezione sebacea; la crema rigenerante presenta come componenti principali la tiroxina e la vitamina A sotto forma di retinilpalmitato allo 0.7%. La tiroxina è il principale ormone della tiroide e agisce, in generale, attivando tutti i metabolismi cellulari e, nel particolare, fungendo da catalizzatore della vitamina A che aumenterà la produzione di fibronectina (fattore di crescita dell’epidermide), ridurrà la produzione di collagenasi e incrementerà la sintesi di collagene e cheratine tipo 6 e 13 (che rendono lo strato corneo meno rigido, importante per le cicatrici). La tiroxina, inoltre, potenzia l’estrogenizzazione di cheratinociti e fibroblasti, utile soprattutto nelle donne in menopausa, per ritardare la regressione e l’atrofia del tessuto connettivo. 2) Ridurre la lassità cutanea grazie all’effetto di tightening della radiofrequenza in virtù di un effetto immediato per riarrangiamento stechiometrico del collagene già presente e uno tardivo per induzione di neo-

Fig. 1 cicatrici acneiche prima e dopo trattamento combinato

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collagenogenesi. Il device utilizzato è il Dual Fx della Seltec Medical, dotato di un manipolo viso a modalità di emissione di RF tripolare a 10 Mhz, di dimensioni ottimali (10x20 mm2), con un’energia massima in uscita di 300 J/cm2 con T=1sec. Sul viso viene applicato un gel per aumentare la conduttività attraverso lo strato corneo, in modo che la T della superficie cutanea possa gradualmente aumentare sino a 42° senza il rischio di generare ustioni grazie al continuo movimento del manipolo, mentre in profondità la T aumenta ulteriormente in funzione della maggiore impedenza dei tessuti sottostanti. Le pazienti vengono trattate per circa 20 minuti con un’energia differente e dipendente dalla massima suscettibilità di ciascuna. Si esegue un primo passaggio su tutto il viso con movimenti lenti e circolari, ma si dovrà prestare particolare attenzione al secondo passaggio in cui si dovranno eseguire movimenti ripetitivi plurimi, in senso medio-laterale, seguendo i vettori di sospensione del volto con l’intento di creare sottili linee di sospensione fibrotiche, quasi delle bretelle, che abbiano un effetto liftante soprattutto in quei soggetti in cui la lassità cutanea è maggiormente accentuata. I vettori saranno diretti dall’area glabellare alla regione temporale, seguendo un decorso arcuato per il trattamento della regione frontale; dal solco nasogenieno verso il trago per il trattamento della regione malare e zigomatica; dal mento verso la regione temporale seguendo il profilo della mandibola per una ridefinizione del profilo mandibolare. Resta da evitare la regione della guancia dove, in alcuni testi, è stata evidenziata la possibilità, grazie alla presenza di maggior tessuto adiposo, di una sua eventuale ipotrofia o atrofia, non sicuramente ricercabile in un trattamento antiaging. A livello macroscopico si evidenzierà un incremento della consistenza del derma e un notevole effetto tensorio.

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Fig. 2 teleangectasie nella zona malare prima e dopo trattamento combinato 3) Migliorare il microcircolo con la carbossiterapia favorendo l’ossigenazione dei tessuti e stimolando i fibroblasti a produrre nuovo collagene, elastina e acido ialuronico. L’apparecchio utilizzato per il nostro studio è il Carbomed, approvato dal Ministero della Sanità, che erogherà CO2 medicale che agirà: • sulla vis a tergo del microcircolo, determinando un aumento della sfigmicità arteriolare e metarteriolare; • sugli sfinteri precapillari, creando una vasodilatazione forzata e conseguente incremento massivo del flusso ematico tissutale locale; • aumentando la superficie del letto vascolare del microcircolo tissutale, grazie sia a una neoangiogenesi vera mediata dalla liberazione di fattori di crescita delle cellule endoteliali, dei fibroblasti e dell’angiotensina, sia a una angiogenesi falsa, entrambe evidenziabili macroscopicamente con la totale scomparsa delle fini teleangectasie sul viso delle pazienti (Fig. 2). 4) Bioristrutturazione con soluzione aminoacidica contenente soprattutto glicina, prolina, idrossiprolina e lysina, essenziali per la sintesi di collagene sia di tipo III che soprattutto di tipo I da parte dei fibroblasti attivati sia tramite la radiofrequenza e la carbossiterapia. Conclusioni

Il protocollo trova la sua massima indicazione nei soggetti in cui vi è un evidente rilassamento cutaneo (in genere dopo i 45 anni) per la sua capacità di stimolare in maniera im-

portante la produzione di collagene di tipo I, riparativo, fibrotico, con lo scopo di ricompattare strutturalmente la matrice dermica. Il rimodellamento cutaneo che si verifica è evidenziabile in un aumento dello spessore del derma percepibile anche palpatoriamente, un miglioramento del tono della pelle con riduzione dei solchi nasogenieni e delle rughe perioculari (Fig. 3), una riduzione della lassità cutanea con lieve innalzamento del sopracciglio e ridefinizione del profilo della mandibola e dell’ovale del volto, riduzione delle occhiaie e delle borse per maggiore ossigenazione dei tessuti. Dev’essere dunque chiaro per il medico e la paziente che non verrà trattata la singola ruga (eventualmente correggibile in seguito con altre metodiche), ma che ci troviamo di fronte a un trattamento “full face” che ci consentirà, con risultati duraturi nel tempo (6/9 mesi), di acquistare quel ringiovanimento visibile e naturale che porterà le nostre amiche, incontrandoci, a esclamare: “ █ Come ti trovo bene!!!”. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr.ssa Erika Mele erikmele@gmail.com

PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: Dermatique PER INFORMAZIONI: info@dermatique.it

Fig. 3 rughe perioculari prima e dopo trattamento combinato


Associazione Flebologica Italiana intervista ad Alessandro Frullini Presidente Associazione Flebologica Italiana (AFI) Docente CPMA - VALET - Bologna

Dottor Frullini, recentemente lei è stato insignito del Gold Award dell’American College of Phlebology di Orlando, Florida (Usa). Com’è nato questo straordinario riconoscimento? “La schiuma sclerosante ha rappresentato una vera e propria svolta nel trattamento delle varici degli arti inferiori. Ho utilizzato per primo in Italia nel 1997 questa terapia e per questo ho maturato una notevole esperienza in questo settore. Uno degli aspetti che abbiamo studiato di più è quello della sicurezza e molti hanno studiato gli effetti dei gas componenti la schiuma per verificare la possibilità di effetti collaterali. In realtà questa spiegazione non ha mai convinto per alcune ovvie incongruenze. Per questo motivo ho postulato il rilascio di mediatori vasoattivi dalla parete della vena trattata che fossero in grado di provocare effetti collaterali. Con l’aiuto di Rossella di Stefano dell’Università di Pisa e con il supporto dell’AFI – Associazione Flebologica Italiana – ho iniziato una serie di esperimenti che si sono conclusi con la dimostrazione di questa ipotesi. Questo significa che se otterremo altre conferme, potremo pensare a un pre-trattamento con farmaci antiendotelina per scongiurare i pur rari effetti collaterali della terapia, in definitiva per arrivare alla terapia più sicura possibile”. Il trattamento delle vene varicose è stato rivoluzionato negli ultimi anni con l’introduzione in terapia della schiuma sclerosante. Questo far-

LA GRANDE SVOLTA DELLA SCHIUMA SCLEROSANTE

maco, una volta iniettato nelle vene malate, permette il loro trattamento in ambulatorio. In talune esperienze il ricorso all’intervento chirurgico si è ridotto di più dell’80%. È il modo migliore per rispondere alle richieste dei pazienti, da sempre alla ricerche di tecniche poco o nulla invasive? “Direi proprio di sì, un numero sempre maggiore di medici si avvicina a questa terapia a dimostrazione del successo che ha ottenuto. Tutti i trattamenti sono possibili per l’insufficienza venosa (chirurgia, laser, radiofrequenza, ecc), ma solo la schiuma sclerosante permette trattamenti veramente ambulatoriali, senza dolore, senza necessità di anestesia e con un ritorno alle proprie occupazioni praticamente immediato”. Quali possono essere gli effetti collaterali della scleroterapia? “In genere sono pochi e trascurabili (piccoli lividi o ematomi nella sede della puntura). Come tutti i farmaci c’è sempre la possibilità di effetti più gravi ed è proprio questo lo scopo della nostra ricerca: capire il meccanismo con il quale si verificano queste rarissime complicazioni per rendere ancora più sicuro il trattamento”. Lei, tra le altre cose, è presidente dell’A.F.I. (Associazione Flebologica Italiana): come è nata l’idea di creare questa associazione? “I flebologi italiani sono tra i migliori del mondo, sono costantemente invitati a parlare o fare lezione in tutto il mondo. Malgrado fuori del nostro Paese i nostri flebologi siano

conosciutissimi e rispettati, è sempre mancata un’associazione che li rappresentasse in modo completo. La creazione dell’AFI è stata la naturale evoluzione di un processo di maturazione del mondo flebologico italiano”. Non le chiediamo di violare il segreto… professionale, ma quale sarà, a suo avviso, la prossima conquista in campo flebologico? “Terapie sempre più sicure e sempre meno invasive, in due parole la schiuma sclerosante associata a terapie che possano ridurre al minimo i pur rari effetti collaterali”. █

AFI DAY 26 marzo 2011 Bologna La giornata della Flebologia

www.associazioneflebologicaitaliana.it

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DIETOTERAPIA

di Gilles Terracol Medico Chirurgo, Specialista in Endocrinologia – Genola e Roberto Maugeri Medico Chirurgo, Esperto e Consulente in Medicina a Indirizzo Estetico - Varese

Il dimagrimento armonico in VLCD eD un migliore equilibrio psicofisico in Ritmonutrizione®

Dimagrire molto spesso non è solo un desiderio: è un obbligo... Un progetto dietetico efficace dovrebbe poter superare i problemi fisici e psicologici tipici delle diete e avvicinarsi il più possibile a quell’idea di benessere ed equilibrio psicofisico aumentando le possibilità di successo in molti a ritenere che la dieSzareono tologia moderna dovrebbe utilizle attuali conoscenze scien-

tifiche in maniera più articolata di quanto non sia stato fatto sinora per consentire di dimagrire e mantenere i risultati raggiunti in modo semplice e stabile. L’inefficacia di alcuni programmi dietetici è in parte legata ai complessi meccanismi biologici che l’organismo umano ha creato nel corso della sua evoluzione per difendersi dai periodi di mancanza di cibo e che ostacolano il dimagrimento, rendendo sempre più difficile perdere peso ed estremamente facile recuperare quello perduto [1].

Questo fenomeno, noto come “effetto rebound”, ha le sue basi biologiche a livello ipotalamico, dove affluiscono le afferenze nervose e ormonali provenienti dalla periferia che danno informazioni sullo stato energetico dell’organismo (livelli circolanti di glucosio e di acidi grassi, insulina, leptina, grelina, adiponectina, PPRγ, colecistokinine, peptide YY) [2, 3, 4]; tali afferenze vengono successivamente elaborate e quindi integrate per tradursi poi in comportamenti di ricerca di cibo o di non assunzione di cibo, consentendo l’adattamento degli apporti a quello delle necessità [5]. I processi sottocorticali, a loro volta, possono essere influenzati da afferenze serotoninergiche/ catecolaminergiche [6] e perturbati da fattori di ordine sociale o psicologico che, agendo attraverso le funzioni corticali superiori volontarie, contribuiscono a rendere il meccanismo ancora più complesso. LA SCELTA DELLA DIETA

Qualunque sia quindi il motivo per il quale si cerchi di dimagrire (migliorare il proprio aspetto fisico e/o il proprio stato di salute), l’ipotalamo è in grado di attivare tutta una serie di sti-

moli nervosi e ormonali allo scopo di modificare le sensazioni e i comportamenti della persona (fame, astenia, spinta alla ricerca del cibo, aggressività, senso di frustrazione) per consentirle di tornare al peso iniziale e spesso anche di aumentarlo. Ciò significa che ogni qualvolta si perde peso attraverso una restrizione calorica ci si espone al rischio che entrino in gioco i suddetti meccanismi i quali, molto difficili da controllare perché legati alla nostra parte istintuale, ci spingono a riguadagnare il peso perduto. Ciò ci fa comprendere quanto sia complesso il comportamento alimentare del paziente e che per dimagrire non ci si possa affidare a un qualsiasi programma dietetico. È ragionevole ritenere che se da un lato il paziente ha bisogno di essere guidato nella comprensione dei problemi legati al suo rapporto col cibo e stimolato a intraprendere un’attività fisica per aumentare il suo dispendio calorico, dall’altro dovrebbe essere indirizzato verso un protocollo dietetico in grado di determinare una significativa perdita di peso che lo incentivi a proseguire nel suo percorso, eliminare il senso di fame e di stanchezza che la restrizione

Fig. 1: il complesso meccanismo di regolazione ipotalamica dell’appetito 63

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Espressione genica e valori plasmatici dell’Adiponectina in un gruppo di donne obese in corso di Very-Low-Calorie-Diet. Relazione tra i fattori di rischio cardiovascolare e l’insulino-resistenza

hanno messo in evidenza i loro punti di forza nel contrastare i problemi di obesità, sovrappeso o di adiposità localizzata. L’efficacia delle VLCD non si riassume solo nella semplice restrizione calorica ma, come ampiamente dimostrato [8, 9, 10], la loro azione si esplica anche su molteplici parametri bioumorali implicati nella Tabella 1 regolazione energetica, alcuni dei calorica comporta, riequilibrare le quali dovuti al meccanismo delle alterazioni endocrino-umorali le- VLCD e altri all’idonea integrazione gate all’insulino-resistenza [2, 3, 4, in proteine preassimilabili a elevato 7], facilitare la gestione quotidiana valore biologico. I risultati positivi della dieta, consentire un’opportu- in medicina estetica sono legati na protezione della massa magra a due fattori: che gli permetta di mantenere alto • l’inibizione del Proliferatore del Peil metabolismo basale al termine rossisoma (PPRγ) intradipocitario da parte del GH (che aumenta in del programma dietetico. corso di VLCD), cui segue una magLe diete VLCD giore liberazione di trigliceridi [10]; Procedendo in questa direzione, in • la preservazione della massa mapiù di 30 anni d’esperienza, le die- gra, del tono muscolare e dell’elateMezza normoproteiche, fortemente iposticità tissutale. Pag.VeinoPlus.pdf 15-12-2010 16:21:45 glucidiche e ipolipidiche (VLCD), I risultati efficaci nel trattamento

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Tabella

dell’obesità e del sovrappeso sono invece da mettere in relazione all’effetto reset sui meccanismi neuroumorali di controllo dell’appetito e dell’insulino sensibilità (Fig. 1), alla preservazione della massa magra (quindi del metabolismo basale) e all’altrettanto importante fase di transizione, con graduale reintroduzione di alimenti a basso indice glicemico. Le chiavi di successo del metodo possono quindi essere comprese in un quartetto vincente: • Il primo punto di forza è rappresentato dall’effetto anoressigeno centrale, dovuto all’azione dei metaboliti intermedi del catabolismo dei trigliceridi, che consente di sostenere nel tempo una dieta fortemente ipocalorica in assenza di fame e di stanchezza. • Il secondo punto di forza è il ripristino dell’insulino sensibilità attraverso un’azione diretta sull’insulina e una indiretta sulle azioni


Tabella 2

Tabella 3

coordinate di: leptina e adiponectina (Tabella 1). • Il terzo punto di forza è costituito dal controllo dei fattori di rischio, antropometrici e di laboratorio, legati all’obesità, come evidenziabile nelle (Tabelle 1 e 2). • Il quarto punto di forza è determinato dall’insieme degli effetti legati all’integrazione di proteine preassimilabili a elevato valore biologico, in grado di garantire molteplici effetti positivi come elencato nella (Tabella 3). Agli evidenti risultati immediati raggiungibili mediante le diete

VLCD è importante aggiungere quelli ottenibili nel medio e nel lungo periodo con l’applicazione di un opportuno programma di reintegro degli alimenti (fase di transizione) e l’adozione dei principi della Ritmonutrizione® attraverso la quale è possibile ottimizzare la perdita di peso in corso di dieta e migliorarne la stabilizzazione, intervenire efficacemente nei disturbi metabolici, nell’anti aging, nella modulazione delle alterazioni dell’umore e del comportamento alimentare, nella performance sportiva e intellettua█ le [6]. BIBLIOGRAFIA (1) Marx J. Cellular warriors at the battle of the bulge. Science 2003 Feb 7;299(5608):846-9. (2) Shintani M et al. Grelin, an endogenous growth hormone secretagogue, is a novel orexigenic peptide that antagonizes leptin action thug the activation of hypotalamic, neuroptide Y/Y1 receptor pathway. Diabetes 2001;50(2):227-32. (3) Nearry NM et al. Appetite regulation: from the gut to the hypothalamus. SRCI in Endocrinol (Oxf) 2004;60(2):153-60.

(4) Le Roux CW et al. Attenuated peptide YY release in obese subjects is associated with reduced satiety. Endocrinology 2006;147(1):3-8. (5) Mercer JG et al. Hypotalamic neuropeptide mechanism for regulating energy balance: from rodent models to human obesity. Neurosci Biobehav Rev. 2001;25(2):101-16. (6) Terracol G, Maugeri R. La Ritmonutrizione. Società Dietetica Medica 2009. (7) Hellström PM et al. Peripheral and central signals in the control of eating in normal, obese and binge-eating human subjects. Br J Nutr 2004;92 Suppl 1:S47-57. (8) Lara-Castro et al. Effects of short-term VLCD on intramyocellular lipid and insulin sensivity in nondiabetic and type 2 dieabetic subjects. Metabolism 2008; 22(7):661-6. (9) Anderlová K et al. The influence of VLCD on serum leptin, soluble leptin receptor, adiponectin and resistin levels in obese women. Physiol Res 2006;55(3):277-83. (10)Loftus TM, Lane MD. Modulating the transcriptional control of adipogenesis. Curr Opin. Gent Dev 1997.

PROGETTO DIETETICO GLOBALE

La missione di S.D.M.

è quella di offrire uno strumento collaudato, sicuro ed efficace a tutti i medici per contrastare il crescente fenomeno dell’obesità e sovrappeso

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Le strade metaboliche della dieta proteica I principi del metodo La dieta proteica nel soggetto obeso La dieta proteica in medicina estetica Influenza della dieta proteica nel reset dei meccanismi di regolazione dell’appetito e del bilancio energetico • La complementazione micro nutrizionale in dieta proteica • Gestione pratica della prescrizione in ambulatorio • Casi clinici

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Il chair massage con il metodo T.R.A.S.

MASSAGGIO

di Andrea Tomasoni Docente Scuola di Tecniche del Massaggio CEDA - VALET, Bologna

entre all’epoca della prima proM grammazione di questo corso si poteva parlare di pionierismo, ora

– dopo quasi un lustro – siamo di fronte a un indiscusso successo del massaggio in poltrona. Ma a cosa si deve il grande favore accordato dal pubblico a questa metodica? I fattori sono molti. Cerchiamo di analizzarli: • In tempi di crisi, un trattamento che costa mediamente tra i 10 e i 15 euro esercita un indubbio appeal; • la rapidità di realizzazione (dura dai 10 ai 15 minuti) lo rendono facilmente fruibile anche a chi normalmente non dedica eccessivo tempo al proprio benessere; • la realizzazione su soggetti vestiti permette anche alle persone più riluttanti a svestirsi di fruire di un intenso momento di piacere; • il mancato uso di lubrificanti quali creme e olii rendono possibile il ritorno alle proprie occupazioni sen-

za la necessità di riassestarsi come dopo un massaggio tradizionale; • l’effetto prodotto è recepito nella quasi totalità dei casi come decisamente rilassante o energizzante (in ragione della modalità con la quale è stato realizzato il trattamento). I puristi della massoterapia potrebbero obiettare che un massaggio della durata di poco più di 10 minuti non possa in alcun modo sostituirne uno da 50, che il mancato uso di creme e relativi principi attivi riduce la capacità d’azione del trattamento stesso, che operare su un soggetto abbigliato impedisce di fatto l’esecuzione di trazioni e manovre precise ed efficaci. Di fronte a queste obiezioni nessuna replica, ma è possibile fornire alcune semplici precisazioni. Il chair massage con metodo T.R.A.S. non intende in alcun modo sostituirsi a un massaggio tradizionale, ma lo integra offrendo ai centri di massoterapia la possibilità di corso teorico pratico

CHAIR MASSAGE

Obiettivi del corso Grazie all’uso di uno strumento innovativo quale la poltrona da massaggio o chair massage, si è potuta ideare una nuova metodica di trattamento chiamata T.R.A.S. (trattamento rigenerante anti stress) che nasce dalla fusione delle tradizioni massoterapiche orientali ed occidentali e in circa dieci minuti ridona forza ed un impagabile senso di piacevole leggerezza.

DOCENTI: DATA DEL CORSO: DURATA:

Andrea Tomasoni Massimiliano Fabbri 5-6/02/2011 1 stage di 12 ore

RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CEDA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it L’AMBULATORIO L’AMBULATORI TORIO TORI 66 MEDICO

fornire un ulteriore servizio di facile ed economica fruizione, che potrebbe addirittura divenire il volano per successivi trattamenti completi; permette di inserire il massaggio in ambienti dove normalmente non sarebbe possibile (sale d’attesa, fiere, aeroporti, uffici, bio-bar, etc.) avvicinando a questo meraviglioso mondo persone che forse non lo avrebbero mai fatto. A cosa si deve l’azione prodotta dal T.R.A.S.?

Questa metodica sfrutta la fusione dei principali elementi di massoterapia allopatica con altri di massaggio shiatsu, allo scopo di elaborare una tecnica di massaggio che, oltre al rilassamento psico-corporeo e al mio-rilssamento, aggiunga anche elementi basici di armonizzazione energetica. La metodica prevede infatti l’alternarsi di manovre ad azione rilassante e di condizionamento dei meridiani (canali attraverso i quali scorrono le energie corporee) che tramite la loro azione coordinata renderanno ogni seduta di T.R.A.S. un piacevole momento di relax e una basica riorganizzazione ener█ getica.


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