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Nutraceutici e Longevità
from Numero 65
Dr. Attilio Cavezzi Specialista in Chirurgia Vascolare Eurocenter Venalinfa - San Benedetto del Tronto (AP) Docente CPMA VALET - Bologna Dr.ssa Giulia Donzelli, Dr. Roberto Colucci Eurocenter Venalinfa - San Benedetto del Tronto (AP)
La medicina della longevità riconosce un ruolo importante ai nutraceutici, quali elementi di ausilio per il metabolismo umano e per i processi di invecchiamento
La medicina della longevità riconosce un ruolo importantissimo alla nutrizione quale fattore determinante per il metabolismo umano e per i processi di senescenza cellulare. Accanto alla necessaria alimentazione corretta personalizzata, solitamente a ridotto introito di carboidrati e ricca di grassi “buoni” (per esempio omega 3, butirrato e altri chetoni), una buona fetta della popolazione tende a ricorrere a un’integrazione mediante alimenti funzionali e soprattutto mediante nutraceutici. Il nutraceutico riunisce in sé le proprietà naturali e funzionali di uno o più composti, solitamente concentrati all’interno di prodotti che dovrebbero appunto integrare il bisogno nutrizionale del singolo, apportando un beneficio per il benessere globale. Una non corretta alimentazione, insieme a uno stile di vita inadeguato (ridotta attività fisica, alterato e ridotto sonno, stress cronico, ecc.), portano sistematicamente a un aumento dello stato infiammatorio cellulare sistemico. La cosiddetta infiammazione cellulare cronica di basso grado (ICCBG), notoriamente caratterizza l’inflammaging, cioè l’invecchiamento di tutti i tessuti da cascate metaboliche pro-infiammatorie endocellulari. Ugualmente importante, nell’ambito dell’invecchiamento dell’essere umano, è il processo di stress ossidativo con eccessivo accumulo di radicali liberi, che può comportare una serie di processi lesivi dei grassi (lipoperossidazione), delle proteine, dei carboidrati e soprattutto degli acidi nucleici (DNA mitocondriale in primis). Va ricordato, inoltre, come molti altri percorsi degenerativi rientrino a livello cellulare, di tessuti e di organi, nei molteplici processi di senescenza; tra questi spiccano la glicazione (il danno diretto da carboidrati sui costituenti cellulari proteici, lipidici e DNA, con formazione dei cross-linking), le problematiche mitocondriali e dell’interstizio, quelle del microbiota, lo squilibrio del sistema psico-neuro-endocrinoimmunitario (PNEI), con ridotta resilienza psico-biologica in primis, i vari deficit di micronutrienti e vitamine.
PRINCIPI ATTIVI Sulla base di queste progressive alterazioni è possibile individuare una lunga serie di principi attivi, prevalentemente naturali nel caso dei nutraceutici, che possono risultare di ausilio nel contrastare le degenerazioni tipiche della senescenza cellulare, e quindi dell’invecchiamento precoce e patologico. Gli acidi grassi omega 3 (ricchi di EPA e DHA) hanno un documentato ruolo antinfiammatorio e possono ristabilire un adeguato rapporto omega 3/omega 6, che ai nostri giorni risulta purtroppo estremamente sbilanciato a favore di questi ultimi, che sono ad azione proinfiammatoria. Il contributo benefico degli omega 3 è stato vieppiù acclarato, soprattutto in varie forme dismetaboliche a estrinsecazione cardiovascolare, ma più in generale anche nella ICCBG [1]. L’accumulo progressivo dei radicali liberi endogeni, soprattutto da alterata funzionalità mitocondriale, ed esogeni (da errata nutrizione, inquinanti, attività fisica eccessiva, alterato sonno, ecc.) può tipicamente essere combattuta dall’assunzione di antiossidanti. Va comunque ricordato che una dose di radicali liberi è pur sempre necessaria e funzionale
Foto da WikiPedia
Interazione tra omega 3 e la membrana delle cellule cardiache
all’attivazione dei sistemi endogeni antiossidanti, al fine di un corretto metabolismo cellulare; ne deriva che il dosaggio di questi principi attivi (che non deve mai essere eccessivo) assume un ruolo importate.
I POLIFENOLI Tra le molecole naturali ad azione anti-radicali liberi che possono interessare i processi di invecchiamento, i polifenoli sono quelli che hanno mostrato un più alto grado di evidenza scientifica [3], in virtù del loro potenziale epigenetico. Da un lato sono considerati fattori di stress ormetico, cioè costituiscono le cosiddette “ormetine” in grado di attivare pattern biochimici virtuosi, inclusi quelli del sistema NrF2 e della mitofagia. Dall’altro, molteplici e significative attività benefiche sono state attribuite alla maggior parte dei polifenoli: • riduzione dell’eccesso di radicali liberi, • regolazione dei processi metabolici e infiammatori, • nonché attività prebiotica [4]. Tutto questo spiega la nuova visione dei polifenoli come pesticidi naturali: queste sostanze, poco gradite al nostro organismo, innescano infatti reazioni compensatorie cellulari benefiche, quali quelle sopra appena riportate. Tra gli antiossidanti più noti e con efficacia scientificamente provata ricordiamo le antocianine (delfinidine soprattutto), abbondanti nel maqui (mirtillo tipico soprattutto della Patagonia), vero e proprio campione in termini di potere antiossidante nel mondo degli integratori derivati da frutta e verdura. Ugualmente supportati da adeguata letteratura scientifica sono la curcumina (molto nota e utilizzata con multiple indicazioni, antiinfiammatorie soprattutto), l’idrossitirosolo, derivato soprattutto dalle foglie dell’ulivo e molto attivo in ambito cardio-cerebro-vascolare [5], i tannini presenti nell’amla (l’uvaspina indiana) dal potere antiossidante molto elevato, e la polidatina che costituisce la versione più attiva del già noto resveratrolo. In ambito di composti naturalmente presenti nel nostro organismo, risulta molto utilizzato negli ultimi tempi il glutatione, pur poco assorbibile come tale a livello di nutraceutico, quindi spesso sostituito/accompagnato da n-acetil-cisteina e glicina per favorirne la formazione endogena.
ALTRI PRINCIPI ATTIVI Sono stati testati altri composti non farmaceutici con risultati interessanti in studi scientifici riguardanti sia le malattie croniche degenerative (aterosclerosi, diabete, obesità, malattie autoimmunitarie, neurodegenerazioni), che l’aging in generale. Un elenco non esaustivo comprende: a) la carnosina, per il suo potenziale anti-glicazione e quindi ottima per il benessere e l’estetica di cute e tessuti connettivali in genere [6]; b) il PQQ, per la sua rinomata capacità di migliorare la biogenesi e la funzione mitocondriale, quindi dalle buone potenzialità in molteplici condizioni patologiche e nell’energizzazione del soggetto; c) l’acetil-carnitina e l’acido alfa-lipoico (soprattutto nelle cerebro/ neuropatie); d) l’ubichinolo, che rappresenta la versione ridotta (più elettrofila) del coenzima Q10, quindi coadiuvante l’attività mitocondriale; e) infine la berberina, attivatrice anch’essa dei mitocondri. Un’attenzione specifica viene oggi riservata alla melatonina, in quanto composto di maggior rilevanza nella regolazione del sistema PNEI, dell’asse dello stress e del ciclo sonno/veglia; la polifunzionalità di questa molecola e la sua carenza oggettiva nel nostro organismo dopo i 50-60 anni di vita, rendono la supplementazione con melatonina uno dei cardini della terapia nutraceutica anti-aging. La fisetina e la quercetina stanno invece emergendo come composti naturali senolitici, quindi in grado di fare pulizia delle cellule invecchiate ottimizzando l’apoptosi. Nell’ambito delle vitamine e dei micronutrienti, emerge il valore della vitamina D3, la cui supplementazione sembra rendersi sempre più necessaria in virtù della ridotta esposizione alla luce solare da parte del genere umano, soprattutto nei paesi industrializzati. Questa vitamina andrebbe assunta a dosi congrue e accompagnata dalla vitamina K2 per ottimizzarne l’azione e ridurre eventuali effetti collaterali a distanza di tempo.
In questo ambito vitaminico, in virtù del suo ottimo potere detox, la vitamina C costituisce certamente un aiuto per molteplici processi degenerativi dell’invecchiamento umano, con attività antiossidante a basse dosi e pro-ossidante (utile al bisogno) ad alte dosi. Con un occhio di riguardo alla Medicina Estetica, si ricordano qui le potenzialità dell’acido ialuronico su cute, annessi cutanei e sui tessuti connettivali; si tratta di una molecola assumibile anche per os, con dimostrata efficacia, purché di formulazione chimica e dosi adeguate [6].
In virtù del crescente interesse scientifico per le tematiche del microbiota (intestinale in primis), si è assistito recentemente a un fiorire di proposte nutraceutiche basate su probiotici e prebiotici. Queste formulazioni nutraceutiche sono spesso in grado di riequilibrare la flora microbica alterata, quindi con una potenziale influenza indiretta su vari percorsi metabolici alterati in ambito PNEI e di malattie croniche degenerative. Essendo la scienza che studia il microbiota relativamente giovane, ci si aspetta in questo ambito miglioramenti e innovazioni significative nel prossimo futuro. In definitiva, la possibilità di supplementare gli individui con nutraceutici efficaci e sicuri rappresenta un’opzione interessante, che riveste un ruolo primario all’interno del vasto panorama delle armi a nostra disposizione per vivere più a lungo e in salute. In fondo, va riconosciuto che la gran parte dei nostri pazienti apprezzano la pillola che contribuisce al loro benessere, preferendola spesso al cambiamento e al sacrificio imposti da una corretta alimentazione e un adeguato stile di vita. Se da un lato questo atteggiamento dei pazienti, e spesso del medico stesso, è criticabile, dall’altro è però cosa buona e giusta sfruttare il potenziale ausilio della nutraceutica per coadiuvare varie funzioni del nostro organismo. Il ricorso all’automedicazione e al fai da te dei pazienti, basato sull’onnipotenza di internet, dovrebbe comunque imporre uno sforzo educazionale e scientifico maggiore, al fine di garantire una fruizione più corretta di questi prodotti salutogeni, ma non scevri da possibili effetti collaterali. Va infine ricordata l’importanza di utilizzare nutraceutici aventi un’adeguata biodisponibilità e dosaggi congrui dei loro principi attivi, in virtù del “mare magnum” di prodotti disponibili, non sempre di valore. È dunque lecito attendersi che attraverso la ricerca biomedica si possa raggiungere un’evidenza scientifica crescente circa l’efficacia e la sicurezza di questi principi attivi, verosimilmente destinati a diventare sempre più utili nella medicina integrata della longevità. ◼︎
MEDICINA INTEGRATA DELLA LONGEVITÀ
Obiettivo del corso Acquisire le nozioni di base sui meccanismi dell’invecchiamento e delle patologie croniche degenerative, sulle possibilità dei provvedimenti della medicina integrata e sulle relative nuove frontiere diagnostico-terapeutiche. DIDATTICA A CURA DI: Dr. Attilio Cavezzi DATA DEL CORSO: 29 Ottobre 2022
CREDITI ECM: 8 crediti (previa compilazione del test)
RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna 051.6388334/051.0216405/051.320170 - www.valet.it - info@valet.it
RIFERIMENTI 1. C. Gómez Candela, L. M. Bermejo López and V. Loria Kohen. “Importance of a balanced omega 6/omega 3 ratio for the maintenance of health. Nutritional recommendations”. Nutr Hosp. 2011;26(2):323-329. 2. Sadowska-Bartosz I, Bartosz G. “Effect of antioxidants supplementation on aging and longevity”. BioMed Res Int 2014:404680 3. H. Si, D. Liu. “Dietary antiaging phytochemicals and mechanisms associated with prolonged survival”. J Nutr Biochem 2014; 25:581-91. 4. A. Cavezzi, L. Ambrosini, R. Colucci, GD Ionna, SU Urso. “Aging in the Perspective of Integrative Medicine, Psychoneuroendocrineimmunology and Hormesis”. Curr Aging Sci. 2020;13(2):82-91. doi: 10.2174/1874609812666191129095417. PMID: 31782371. 5. R. Corsi, G. Mosti, A. Cavezzi, SU Urso, G. Dimitrova, E. Fioroni, R. Colucci, V. Quinzi. “A polyphenolbased multicomponent nutraceutical in dysmetabolism and oxidative stress: results from a pilot study”. J Diet Suppl 2018, 15(1):34-41. 6. E. Guaitolini, A. Cavezzi, S. Cocchi, R. Colucci, SU Urso, V. Quinzi. “Randomized, Placebo-controlled Study of a Nutraceutical Based on Hyaluronic Acid, L-carnosine, and Methylsulfonylmethane in Facial Skin Aesthetics and Well-being”. J Clin Aesthet Dermatol. 2019 Apr;12(4):40-45. Epub 2019 Apr 1. PMID: 31119010; PMCID: PMC6508480.