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GIORNALE DEDICATO AI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno xI - N. 6 - 23 NOVEMBRE 2019 - SETTIMANALE GRATUITO Il Punto Granata
La Partita
Numeri e Statistiche
Squadra Ospite
Quale squadra vedremo dopo l'ennesima sosta? Lyanco e Laxalt out
I nerazzurri rincorrono la Juve ma il Toro deve dare una svolta alla stagione
Inter avanti sotto la Mole ma gli uomini di Mazzarri hanno vinto le ultime 2 partite
Conte 'governa' come Salvini: prima gli italiani! Il trainer ha 14 giocatori della nostra nazione
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PESI MASSIMI TORINO-INTER | SABATO 23 NOVEMBRE ORE 20.45
BELOTTI E LUKAKU, SFIDA TRA BOMBER. 17 RETI IN TOTALE DA INIZIO STAGIONE PER IL ‘GALLO’, CHE HA CONQUISTATO ANCHE LA FIDUCIA DEL CT AZZURRO MANCINI. 9 GOL IN A E 4 IN NAZIONALE PER L’ATTACCANTE BELGA CHE, INSIEME AL COMPAGNO DI REPARTO MARTINEZ (11 DELLE 14 MARCATURE IN CAMPIONATO DELLA COPPIA SONO STATE REALIZZATE IN TRASFERTA) STA TRASCINANDO L’INTER NELLA CORSA SCUDETTO
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Il Punto Granata
Quale squadra vedremo dopo l'ennesima sosta? SPEZZATO IL CAMPIONATO SPEZZATINO Non solo ci hanno depauperato la domenica pomeriggio, lasciando in calendario appena 3 incontri (2 dirette Sky, 1 Dazn) il più importante dei quali a volte è un anonimo Spal-Sassuolo. Ma il folle calendario internazionale ci ha anche imposto finora, ogni mese, una pausa di due settimane. Durante le quali, Italia-Armenia 9-1 in primis, non ammiriamo certo sfide epiche da tramandare ai posteri. E così Mazzarri e colleghi ogni mese perdono per 10-12 giorni, oltre ai propri talenti europei, soprattutto i giocatori sudamericani ed africani impegnati in trasvolate oceaniche per gare amichevoli o qualificazioni di livello tecnico dopolavoristicoferroviario. E spesso i giocatori arrivano infortunati (vedi Lyanco e Laxalt) oppure rintronati da jet-lag a meno di 48 ore della partita di campionato. A chi giova tutto questo? Non sarebbe meglio diminuire gli impegni autunnali delle nazionali oppure far giocare 3 gare, anziché 2, nelle 2 settimane di pausa, per avere un turno di sosta in meno o ridurre anche i turni infrasettimanali?
quello estivo, scandito dalle sontuse vittorie contro Debrecen e Soligorsk e dalle vittorie in campionato al debutto col Sassuolo e nella prima trasferta di Parma contro l'Atalanta (con in mezzo la delusione dell'eliminazione europea per mano del Wolverhampton)? Oppure vedremo un Toro sofferente e involuto, preoccupato e preoccupante, come quello sceso in campo a settembre ed ottobre (con l'eccezione della vittoria sul Milan?). Oppure il Toro - nonostante la sosta che Mazzarri non ha gradito visto che le varie nazionali gli hanno portato via 9 giocatori - continuerà il cammino intrapreso in questo piovoso novembre con la gagliarda prestazione contro la Juve e la maramalda vittoria di Brescia?
TORO, INIZIA IL TERZO CAMPIONATO E comunque, dopo la terza pausa di due settimane in due mesi e mezzo, da sabato inizierà il terzo campionato stagionale del Toro. Come sarà? Come il primo,
ASIMMETRICI Se per Sarri la Juve è asimmetrica per valorizzare Ronaldo, il Toro lo è perché non valorizza abbastanza Belotti. Il Toro è asimmetrico perché Belotti è sempre troppo solo in attacco,
Belotti e Skriniar
e Sirigu deve alzare la saracinesca con troppa frequenza quando i compagni della difesa si distraggono. Asimmetrico perché il gioco sulle fasce non si sviluppa con cross per il bomber dell'Italia, né esiste un regista che rifinisca per lui. Pensare che Belotti abbia già segnato 83 reti in granata, nonostante la squadra in questi anni ha poco assistito il “Gallo” è un dato che rinforza il valore di Belotti. Ma è anche un neo per Mazzarri, le cui punte in passato (a Livorno, Reggio Calabria, Genova e Napoli) hanno sempre goduto di molti assist dai compagni e di un gioco finalizzato a valorizzarle. A GENNAIO ROSA DA SFOLTIRE Panchina corta per non avere musi lunghi, fu il dogma molto efficace che Mazzarri aveva adottato lo scorso campionato. Oggi, anche a causa dell'incertezza estiva sulla durata dell'avventura europea, la panchina è davvero troppo lunga. Alcune promes-
se, non ancora mantenute del settore giovanile, sono ai margini del progetto tecnico: Edera, Parigini, ma anche Bonifazi. Millico potrebbe dimostrare in prestito in serie B di essere un grande bomber anche tra i professionisti. Iago Falque, 8 gare in 8 mesi tra infortuni vari, si è visto comunque chiudere gli spazi da Zaza, Verdi e anche Berenguer. Potrebbe chiedere di andarsene. E ne avrebbe ben donde. Anche Zaza ha ormai perso il treno azzurro per Euro 2020, lui che fu grande protagonista ad Euro 2016. Gioca poco Zaza e Mazzarri non lo ha mai veramente considerato complementare con Belotti. Insomma tanti equivoci, spogliatoio coeso ma non coesissimo, e squadra asimettrica. La pausa natalizia potrebbe risolvere qualche problema per Mazzarri ma entro fine 2019 il Toro dovrà accorciare la distanza della zona Europa.
Pochi minuti dopo la maramalda vittoria sul Brescia, Mazzarri l'aveva subito detto che non gradiva la pausa della nazionali. Che gli ha portato via 9 giocatori: 3 con l'Italia, 6 nel resto del Mondo inclusi gli impegni in Africa di Aina, e quelli dei sudamericani Rincon, Laxalt e Lyanco. Proprio gli ultimi due sono tornati dai loro impegni infortunati. E il loro 2019 in campo è già finito. Lyanco, impegnato nel torneo di Tenerife con la nazionale preolimpica brasilianao, ha riportato l'infortunio peggiore: esame clinico e gli accertamenti strumentali hanno evidenziato una lesione isolata al legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Dopo un consulto con il dottor
ZONA EUROPA O LIMBO? Il Toro non può permettersi un campionato nel limbo della metà classifica. Deve lottare per l'Europa. Ma la Zona Champions è distante dieci punti, ed onestamente almeno 4 squadre più forti del Toro, il campionato le ha già espresse. La zona Europa League invece non è molto distante: sono 5 punti dal settimo posto, occupato però dal Napoli. Il cui spogliatoio sarà una polveriera, ma i partenopei nelle 38 partite sono comunque superio-
ri ai granata. Dunque per tornare in Europa League il Toro deve fagocitare una delle prime 6. Escludiamo Juve ed Inter, sembrano molto toniche le romane, l'Atalanta spreca spesso il proprio talento ma gioca a memoria, ed allora il Toro deve fare corsa sul Cagliari. Che ha 10 punti in più, vola sulle ali dell'entusiasmo, gioca decisamente meglio del Toro e Maran ha dato un'identità alla squadra che Mazzarri non riesce invece a dare. Ma per an-
Lyanco e Laxalt out Misischi lo staff medico granata ha optato per il trattamento conservativo. Dunque niente operazione, ma la diagnosi è di 50-60 giorni. Un bel guaio, visto che anche Bonifazi è indisponibile, anche se Kevin potrebbe ritornare presto abile ed arruolato. Negativa anche la situazione-Laxalt: al termine della partita tra Argentina e Uruguay l’esterno granata ha lamentato un dolore alla coscia destra. Guaio muscolare di discreta entità, perché gli esami hanno evidenziato uno stiramento miotendineo al retto femorale. La prognosi verrà valutata secondo l’evoluzione clinica. Ma potrebbe essere indisponibile fin a dopo la (a.c.) sosta natalizia.
dare in Europa bisognerà scavalcare i sardi. Che per un gioco del Destino, hanno indicato all'Uefa proprio lo stadio “Olimpico Grande Torino” per eventuali gare europee, non essendo certo idoneo il loro grazioso ma artigianale stadio sardo. Insomma il Toro deve ritrovare continuità e sperare che qualcuno che la precede, la perda.
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La Partita
Inter, sogno-scudetto. Ma il Toro deve svoltare ULTIMI 4 ANNI TRADIZIONE RIBALTATA Zampata di Moretti al minuto 95. È il 25 gennaio 2015 e la storia della sfide tra Toro e Inter cambia. Era infatti dal 1988, rigore di Cravero, che i granata non espugnavano San Siro, 27 anni di astinenza. E l'anno successivo, 3 aprile 2016, altra vittoria granata a Milano firmata Molinaro e Belotti con l'Inter di Mancini ridotta in 9 per le espulsioni di Miranda e Nagatomo. Ma anche a Torino la tradizione per i granata era tremenda. Dal 1994 (2-0 reti di Poggi e Cois, allenatore Mondonico) il Toro ha infatti dovuto attendere 24 anni prima di battere l'Inter in casa. Il 9 aprile 2018 Mazzarri sconfigge l'Inter di Spalletti 1-0 con la stoccata di Ljajic. E anche in questo 2019 il Toro, stessi allenatori in panchina, si è tolto lo sfizio di sconfiggere i nerazzurri in casa per la seconda volta di fila: gol partita di Armando Izzo. E globalmente nelle ultime 5 partite, il Toro contro l'Inter ha ottenuto 2 vittorie e 3 pareggi. Alla faccia della tradizione negativa. CONTE, LA BESTIA (BIANCO)NERA Ovviamente Conte fa più paura di Spalletti. L'ex capitano della Juve, che abita ancora a Torino (città natale della moglie), ha talmente l'assillo di vincere da aver chiamato la propria figlia Vittoria. E al Toro ha fatto molto male da giocatore. Il Toro di Mondonico si ricorda alcune sconfitte sanguinose nel derby, firmato proprio da Conte, all'epoca ipocrinito capitano bianco-
nero, che nel derby diventava un cecchino. E anche da allenatore della Juve, il Toro lo ha sempre sconfitto. Altra tradizione da sfatare. “BE-BE” OPPURE “BE-VE” Il poker di Brescia ha restituito serenità all'ambiente granata e in parte ribaltato le gerarchie in attacco. Alejandro Berenguer da Pamplona, autore di una doppietta al Rigamonti, fu un acquisto voluto da Petrachi, pagato caro da Cairo (7,5 milioni) e poco gradito da Mihajlovic. “Ora datemi un titolare”, tuonò il mister serbo dopo le prime esibizioni di Berenguer. Anche se lo spagnolo non ha ancora trovato una collocazione tattica precisa, si è guadagnato in questi 2 anni la stima di Mazzarri che lo elogia spesso in conferenza stampa. In coppia con Belotti (acronimo Be-Be) sembra molto efficace, più di quanto giocasse trequartista (spesso con Iago Falque) nel 3-4-2-1 dello scorso campionato. E comunque Berenguer ha convinto più di Verdi (l'acronimo con Belotti non funziona molto, “Be-Ve” non suona bene). Simone ha sulle spalle un macigno da 25 milioni (la cifra che Cairo dovrà versare a De Laurentiis), ha nelle gambe una condizione fisica deficitaria (preparazione estiva sottotono con la valigia in mano), ed anche lui non ha una collocazione tattica precisa. Mazzarri a Brescia però ha ancora fatto capire che non considera Zaza complementare a Belotti (“Il Gallo ha bisogno di una mezza punta che
Toro a Brescia pare risorto.
Ansaldi e Brozovic
gli giri intorno”). Complici i guai fisici di Iago (8 gare in 8 mesi, indisponibile fino al 2020) ecco che quello tra Berenguer e Verdi sembra un duello permanente per fare la spalla di Belotti. Che nelle sue prime 14 partite in granata non aveva segnato nessuna rete. Si sblocco' contro il Bologna. Anche Verdi è arrivato a 14 partite granata senza segnare. Che sia di buon auspicio per sbloccarsi. 'GALLO' CECCHINO 83 gol in granata, nazionale ritrovata, stima di Mancini conquistata (13 mesi fa il ct convocò 10 attaccanti escludendo il capitano granata), posto ad Euro 2020 garantito (prevista alternanza con Immobile), e soprattuttto 7 rigori su 7 segnati in questa stagione. Non sempre i centravanti sono cecchini dal dischetto. Belotti in questa stagione iniziata a luglio contro il Debrecen non si emoziona più quando batte un rigore. I primi anni in granata, invece, spesso li sbagliava. Rincorsa lenta, mille dubbi e qualche errore di troppo. Mihajlovic con la sua disarmante onestà
aveva scelto Iago Falque come rigorista e tra il serio ed il faceto spiegava “Belotti i rigori li calcia ancora come una mezza sega”. Invece il capitano granata ora li calcio davvero bene. Rincorsa decisa, sassata all'incrocio, zero emozioni, e una sicurezza degna di un grande capitano. Peccato che la squadra non riesca a fornirgli più assist. E che la sua generosità lo spinga a correre per tutto il campo, sperperando troppe energie. SOLD-OUT? Forse per la reciproca nonantipatia tra le tifoserie (mai gemellate ma sempre unite dalle reciproca avversione per la Juve) Toro-Inter è sempre stata la partita di “cartello” per il botteghino granata. Un match che ha sempre richiamato più spettatori rispetto alle sfide contro Milan, Napoli, Roma ed ultimamente anche più del derby. Anche per la presenza dei molti tifosi interisti, beninteso. Sabato sera gli spalti registreranno pochi vuoti. Anche perché l'Inter lotta punto a punto contro la Juve per il titolo, ed il
CAIRO INTERISTA? NO, MILANISTA Da sempre a Torino girava voce che il Presidente Cairo fosse di fede interista. Tanto che lo stesso Cairo qualche anno fu costretto a smentire seccamente questa fake news. In settimana, a margine dell'ennesima premiazione (da quando è Presidente 'Rcs' Cairo avrà allestito uno sterminato salone di trofei) l'editore milanese ha fatto outing: “Nasco tifoso milanista, ma sono felice ed orgoglioso di aver acquistato il Toro che è sempre stata la mia seconda squadra, perché mia madre era molto legata alla maglia granata, in particolare al Grande Torino. Il Toro ha qualcosa di romantico che manca a tutti gli altri”. D'altronde Cairo è di casa nell'alessandrino, discreto feudo milanista, non solo per Rivera. E a cavallo tra gli anni '50-'60 il Milan ha vissuto il suo primo periodo aureo (6 scudetti ed i trionfi in Coppa Campioni). E Cairo ha vissuto da vicino anche il secondo periodo aureo del Milan, quello di Berlusconi, di cui l'attuale presidente granata è stato prezioso segretario per decenni. Insomma giusto così: va apprezzata l'onestà di Cairo, che non ha mai fatto le dichiarazioni ipocrite tipiche di alcuni giocatori alla presentazione della propria nuova squadra (“Sono sempre stato tifoso di questa maglia”). IL 'TORO' CONTRO IL TORO Senza Lyanco e Laxalt per Mazzarri è un bel guaio.
Bremer e Djidji si giocano il posto a fianco di Izzo e Nkoulou. Mazzarri non ha mai avuto il tempo di provare la difesa a 4, con cui ha ribaltato la sfida contro il Milan. Resta un esperimento da provare solo a partita in corso. A centrocampo potrebbe riposare Rincon, reduci dai voli transoceanici col Venezuela e forse anche Baselli, perché a Brescia Lukic e Meite' hanno dimostrato di essere in grande condizione. Dipende se Mazzarri schiererà un centrocampo a 4 o 5 uomini. Sulle fasce sicuro titolare Ansaldi, Aina sarà preferito ancora a De Silvestri. A meno che Ola non sia tornato troppo stanco dai viaggi con la Nazionale in Africa. In attacco, come detto, Verdi e Berenguer si contendono la maglia di spalla di Belotti. Ma potrebbero giocare entrambi se Mazzarri optasse per il 3-42-1. Conte invece, privo di Sanchez e Politano, a pochi giorni dalla decisiva sfida di Champions a Praga, dovrebbe affidarsi al consueto 3-5-2: Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij, Godin in difesa. Candreva e Biraghi esterni di centrocampo con Barella, Brozovic e Vecino al centro. Lukaku ed il “Toro” Martinez in attacco. Conte fa storicamente poco turn-over. Da verificare se la sosta ha permesso ai nerazzurri di rifiatare dai tanti impegni ravvicinati, oppure se i giocatori interisti saranno tornati stanchi dai viaggi e dalle sfide con le proprie nazionali.
Alessandro Costa
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Numeri e Statistiche
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di Massimo Fiandrino
Toro, non c'è 2 senza 3? Pulici bomber della sfida INTER AVANTI SOTTO LA MOLE MA IL TORO HA VINTO LE ULTIME 2 7 le reti di Pulici (Toro), il bomber delle sfide, precede Boninsegna (Inter) e Menti II (Toro) a quota 5; a 4 V. Mazzola (Toro) e Facchetti (Inter). 10 le reti segnate nella sfida più ricca di gol, il 5-5 del 12/1/1941 23 i pareggi, l’ultimo per 2-2 datato 18/3/2017 (Kondogbia, Baselli, Acquah, Candreva) 25 le vittorie del Toro, le ultime 2 consecutive e sempre 1-0, l’ultima il 27/1/2019 (Izzo) e la precedente l'8/4/2018 (Ljaijc). 27 le vittorie “corsare” dell’Inter in casa granata, l'ultima l'8/11/2015 per 1-0 (Kondogbia). La più vistosa il 5-0 del 28/12/1958. 58 le panchine di Mazzarri all'Inter (Campionato e Coppe): 25 vittorie, 21 pari e 12 ko. L'Inter con lui ha realizzato 99 gol subendone 57. Ha collezionato 96 punti, media 1,66 a partita. 3 i punti in meno del Toro rispetto a un anno fa. 6 le sconfitte del Toro in questo torneo, con Lecce e Juve in casa e 4 in trasferta, record negativo eguagliato dal 2012 in poi. Per trovare più ko bisogna risalire al 08/09, allora 7 (e fu retrocessione). 3 nel 18/19 il Toro sempre con Mazzarri aveva subito solo 3 ko in 12 turni
dei Granata: Izzo, Zaza e Belotti 2; Ansaldi, Millico, De Silvestri e Bonifazi 1. MILANESI UNICI IN EUROPA: 6 VITTORIE IN TRASFERTA SU 6
Paolo Pulici
e solo 7 sconfitte a fine Torneo, poi 7° posto Finale. 3 nelle 3 gare in cui il Toro è passato per primo in vantaggio in campionato ha sempre vinto: nelle prime due giornate con Sassuolo e Atalanta e nel match contro il Parma. 4 le sconfitte consecutive del Toro in trasferta, serie interrotta con la vittoria a Brescia. Nello scorso torneo i Granata chiusero con solo 2 ko esterni. 2 volte il Toro non ha subito gol in Campionato: lo 0-0 con il Napoli e la vittoria per 4-0 a Brescia 31 i gol stagionali del Toro in 18 partite fra Serie A (15) ed Europaleague (16) 7 i punti conquistati dal Toro in rimonta. Tre con l’Atalanta (da 1-2 a 3-2) e altrettanti con il Milan (da 0-1 al 2-1) e 1 con il Cagliari (da 0-1 a 1-1). 10 i gol stagionali di testa, di questi 6 in Europa League e 4 in A. Le “capocciate” vincenti
Insuperabile l’Inter quando gioca lontano da San Siro in A. È l’unica nelle principali 5 leghe europee ad aver sempre vinto in trasferta: 1/9 Cagliari-INTER 1-2; 21/9 Milan-INTER 0-2; 28/9 Sampdoria-INTER 1-3; 20/10 Sassuolo-INTER 3-4; 29/10 Brescia-INTER 1-2; 2/11 Bologna-INTER 1-2. L’ultima serie così vincente neroazzurra in trasferta risale al 2012/13 con Stramaccioni in panchina e Milito-Cassano in attacco. Quella squadra vinse contro Pescara, Torino, Chievo, Milan, Bologna e Juve (con allora Conte in panchina e quel 3-1 del 3/11/2012 fu il primo ko dei Bianconeri allo Stadium). La serie si interruppe a Bergamo l’11/11/2012, ko per 2-3 con l’Atalanta.
l’Inter era capolista con 29 punti (con Mourinho, +5 sulla seconda che era la Juve). 6 i punti in più dell’Inter rispetto a un anno fa (31 contro 25) dove l’Inter era al terzo posto a meno 9 punti dalla Juve di Allegri. Il distacco Bianconero di un anno fa era + 6 sul Napoli, adesso con Sarri solo un + 1 sui Neroazzurri. 31 i punti conquistati da Conte con l’Inter, sono un record personale già stabilito in A da mister della Juve nel 12/13 e 13/14 (chiuse quest’ultimo con il record di 102 punti). 32 se per uniformità di applicazione si premia la vittoria con i 3 punti, l’ultima Inter che ha fatto meglio di quella di Conte è stata quella del Trap 1988/89. Allora a questo punto erano 10
vittorie e 2 Pareggi, gli attuali 32 punti, 1 in più di adesso. L’Inter del Trap vinse il Titolo e stabilì il record di punti in un Torneo a 18 squadre (2 punti a vittoria). 12 l’Inter è l’unica squadra di questo Campionato sempre con almeno un gol all'attivo in tutte le 12 partite giocate in questo torneo (26 segnature). È solo la seconda volta in cui si verifica nella storia del club, il precedente nel 1997/98 con Simoni in panchina. 16 l’Inter è l’unica fra le squadre big d’Europa sempre in gol in questa stagione fra Campionato e Coppa. 7 le vittorie consecutive per Conte a cavallo di 2 tornei alla guida della Juve (ultime 5 trasferte 11/12 e prime 2 del 12/13) dal 17 marzo al
Walter Mazzarri
16 settembre 2012. Per la prima volta in serie A, Conte vince da 6 vittorie di fila in trasferta in un solo Torneo. 11 l’Inter con Mancini allenatore nel 06/07 vinse 11 gare consecutive in trasferta dal 28/10/06 al 18/3/07.
NERAZZURRI MAI COSÌ TANTI PUNTI E SEMPRE IN GOL 31 i punti conquistati dall’Inter a questo punto e sono un record per i neroazzurri da quando la vittoria è premiata 3 punti (dal 1994/95). In questo parziale il Top neroazzurro erano i 30 punti nel 1997/98 (Simoni), 06/07 (Mancini) e 17/18 (Spalletti). Nell’anno del “Triplete”,
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Squadra Ospite
Conte 'governa' come Salvini: prima gli italiani! Il leccese ha 14 giocatori della nostra nazione in rosa, una rarità per la 'Beneamata'. Antonio sogna lo sgambetto alla 'sua' Juve
S
tare dietro ai bianconeri non deve essere davvero una cosa semplice ma neppure avere ad un punto i nerazzurri non tranquillizza. Tutto questo nonostante le affermazioni di CR7, convinto che avere una rivale che ti mangia i talloni è uno stimolo in più per andare avanti, anche se a chi non farebbe piacere avere già un considerevole vantaggio a questo punto della stagione? Un’Inter comunque che a detta del proprio allenatore sta facendo i miracoli per stare al passo degli eterni rivali, pur dimostrando nelle ultime partite di avere il fiato un po’ corto. Troppi impegni ravvicinati con una rosa, a suo dire, sottodimensionata (e qui parte la prima critica) anche causa i vari infortuni ai quali co-
munque tutte le squadre devono far fronte durante una stagione. Ma si sa che il prode Antonio conosce bene la tattica del lamento verso i propri dirigenti chiamati a raccolta nel dopo Dortmund e costretti a dichiarare apertamente le difficoltà di una situazione. Una sciabolata in piena regola quella del tecnico leccese rintuzzata da par suo e con un colpo di fioretto dal navigato Beppe. Dichiarazioni a caldo che avrebbero potuto portare ad un crisi interna nonché ad uno sfilacciamento dei rapporti che il Marotta moschettiere ha saputo abilmente ricomporre. Ad onor del vero bisogna dar merito all’allenatore pugliese di avere plasmato quest’anno una compagine a sua immagine e somiglianza epurando “senza se
e senza ma” le cosiddette mele marce (in primis Icardi ed a seguire Nainggolan e Perisic, quest’ultimo con la scusa che non sapesse interpretare il ruolo lui assegnato). C’e da rimanere perplessi visto che Maurito segna e convince nel PSG conquistandosi sempre più
REDAZIONALE
Il primo giorno, un bel ricordo, inizia la mia storia di tanto lavoro proprio qui in centro. Arrivando da altre realtà lavorative avevo tanta ansia, ma anche tanto entusiasmo e volontà di imparare. La prospettiva di un lavoro definitivo per poter andare a vivere da sola. La responsabilità di un lavoro a tempo più che pieno, fatto di 12 ore al giorno. La sera, l'impegno di la qualità che conviene studio per arrivare al tanto ambito diploma. Il tempo che passa e l'integrarmi a pieno con tutti i colleghi. La fortuna di cambiare più punti vendita METÀ, per crescere sempre piu a livello lavorativo. Alla fine il sogno di aprire un punto tutto mio. Oggi in via Fratelli Calandra 11 la mia METÀ è diventata una concretezza; tutta l'esperienza è diventata la forza per lavorare tanto e saper dare tanto a tutta la nostra clientela. La nostra collaborazione iniziò, quando Leandra ed io, Irene, fummo assunte come dipendenti e da cui nacque un forte legame e rispetto professionale. Il nostro rapporto è legato dalla passione in questo campo lavorativo, la quale ci ha spinto ad arrivare dove siamo oggi, ossia a gestire il supermercato METÀ di Via Fratelli Calandra 11. Il team di questo supermercato è composto da due persone, Leandra (la mente indistruttibile e caparbia in tutto quello che fa ma anche il braccio) e me Irene (il braccio e a volte anche mente un po’ meno caparbia ma sempre presente). Dopo una breve esperienza di cambio insegna siamo ritornate più forti di prima a ufficializzare la riapertura del supermercato METÀ il 21 settembre 2019. Il team è composto da Leandra e da me (Irene), un team tutto al femminile che cerca di essere sempre pronto a soddisfare nel miglior modo possibile il cliente e le sue esigenze, nella ricerca di prodotti sempre freschi e sempre nuovi. Questo è possibile anche grazie al fatto che il supermercato METÀ ha alle spalle il gruppo PAM PANORAMA S.p.A. (Azienda italiana fondata nel 1958 operante nella grande distribuzione) che ci ha sempre dato fiducia e sostenuto fino ad oggi. Il supermercato METÀ, si trova in Via Fratelli Calandra 11 Torino - siamo aperti dal lunedì alla domenica, dalle 8:00 alle 22:00 ed effettuiamo CONSEGNA A DOMICILIO GRATUITA. Che dire… VI ASPETTIAMO PER VENIRCI A CONOSCERE E A SCOPRIRE I NOSTRI PRODOTTI!
le simpatie dei suoi tifosi a dispetto di un Cavani in procinto di passare alla MLS. Di contro il belga-indonesiano sembra aver ritrovato il proprio spirito guerriero guidando da par suo il Cagliari che sta raccogliendo risultati sensazionali sotto la guida del saggio Maran. Forse il solo croato sta passando senza infamia e senza lode la sua esperienza in Baviera. Dicevamo dell’era Conte battezzata con lo slogan “prima gli italiani” (c’è già stato qualcuno che l’ha detto prima di lui...) con ben 14 in rosa e soprattutto dando spazio ai giovani (terza squadra in serie A con l’età media più bassa, dopo Fiorentina e Milan). Alla ribalta abbiamo i titolarissimi Skriniar e Sensi del ‘95, Barella e Lautaro del ’97 per poi citare Lazaro del ’96, Bastoni del ’99 nonché l’esordiente Esposito del 2002. A far da chiocce a tutti questi giovani virgulti ci sono l’inossidabile Handanovic, l’uruguayano Godin, Brozovic e Candreva, giocatore rinato in questa stagione. Il nuovo assetto difensivo a 3 non ha granché giovato all’esperto Godin che si è trovato molte volte a lasciare il posto a Bastoni, anche se c’è da scommettere che la sua esperienza e professionalità lo porteranno sicuramente a gioco lungo a risultare determinante per la squadra. Nel centrocampo a 5 i posti centrali sono dominio di Brozovic, Barella e Sensi, quest’ultimo pur reduce da
un infortunio ma che nelle sue prime uscite ha dato la sensazione di essersi integrato perfettamente nei meccanismi della squadra. Barella dopo un inizio stentato si è finalmente sbloccato anche grazie al gol vincente contro il Verona (da non dimenticare anche quello contro i cechi dello Slavia nel recupero che è valso il pareggio) fornendo ultimamente prestazioni all’altezza. Davanti alla difesa nulla da eccepire sul comportamento del croato Brozovic, vero ago della bilancia e giocatore di riferimento per tutti. Ai lati di questi tre si sono alternati sulla destra Candreva, sicuramente con il migliore rendimento, e Politano (brutto infortunio il suo che lo terrà fuori gioco almeno fino a Natale). Sulla sinistra invece Biraghi non ha convinto appieno tanto che nelle ultime uscite ha preso forza l’impiego, come alternativa ad Asamoah, dell’austriaco Lazaro (madre greca e padre angolano), grazie alla fiducia accordatagli da Conte e finalmente sbloccatosi psicologicamente. La coperta corta è là davanti dove il duo Lukaku-Lautaro sta giocando quasi sempre non avendo valide alternative di ruolo (“el niño maravilla” Sánchez ne avrà ancora per un paio di mesi). Dopo l’infortunio di Politano sembra che la prima scelta sia proprio quell’Esposito che ha già fatto il suo esordio sia in Champions che in Campionato. Parlando del-
lo staff tecnico Antonio si è portato sotto la Madonnina i suoi fedeli collaboratori come, fra gli altri, il fratello Gianluca il quale fa le notti attaccato al televisore scrutando i prossimi avversari, l’allenatore dei portieri Bonaiuti, Stellini, il suo vice e con il tablet sempre a mano nonché il preparatore atletico Pintus (al quale va la palma di torturatore seriale, al suo confronto il duo Pincolini- Ventrone sembrano dei supplenti nell’ora di ginnastica). Alla Juve viene rinfacciato di avere due squadre ed una panchina dove tutti suoi giocatori sarebbero titolari in qualsiasi altra formazione. Per la Beneamata giova ricordare che per la difesa vi sono ancora due ex nazionali come Ranocchia e D’Ambrosio, non proprio due scartine, per il centrocampo Vecino, Gagliardini ed un Borja Valero fino al momento sotto utilizzato mentre in attacco siamo ai tre menzionati più sopra. Ora il gioco si fa duro, l’Inter non deve perdere contatto con la testa della classifica onorando da par suo i due impegni in Champions League, Slavia fuori e Barça in casa, che li obbligano a cercare due vittorie per garantirsi la qualificazione agli ottavi. Conte non avrà di che lamentarsi, attenzione e concentrazione massime proprio come a lui piace. Se poi si china la testa e si pedala ancora meglio. Carlo Bianchi
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L'Intervista a... Giacomo Ferri
“La difesa del Toro è seconda solo a quella interista” U
na volta, negli anni Ottanta, Torino-Inter era anche il derby della famiglia Ferri. Da una parte Giacomo, gladiatore in maglia granata per quasi tutto il decennio, dall’altra Riccardo, centrale difensivo dell’Inter dei record sotto la guida del Trap. Giacomo Ferri, che partita sarà Toro-Inter, secondo lei? “Mi aspetto di vedere una bella partita, dove il Torino potrà dare del filo da torcere ai nerazzurri. Contro il Brescia e prima ancora nel derby ho visto un Toro in ripresa dopo un periodo di difficoltà”. Cosa pensa delle critiche a cui è stato sottoposto Mazzarri? “Ho sempre considerato Mazzarri un grande allenatore. Lo apprezzo per il modo in cui sa impostare la squadra. Purtroppo nel calcio basta una serie di risultati negativi per far
piovere le critiche. Ma un periodo di flessione può capitare a tutte le squadre, come è successo, per esempio, al Napoli, nonostante abbia in panchina Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti”.
ne prendeva l’anno scorso. Ma penso che questo sia dovuto più a un calo di condizione dell’intera squadra piuttosto che a un problema della sola difesa, che deve essere aiutata dal centrocampo. A livello di reparto difensivo, ritengo che quello del Torino sia inferiore nel nostro campionato soltanto a quello dell’Inter. Un portiere come Sirigu ora come ora non lo cambierei con nessun altro. E una coppia di centrali forti come Izzo e Nkoulou, nerazzurri a parte, non ce l’hanno nemmeno il Napoli e la stessa Juve. Questa, naturalmente, è la mia opinione”.
L’anno scorso il punto di maggior forza della squadra di Mazzarri era costituito dalla difesa, reparto che in questo campionato appare meno solido rispetto alla passata stagione. A cosa si deve questa flessione? “Effettivamente il Toro sta subendo più gol di quanti
Le critiche non hanno risparmiato neanche lo stesso Cairo, accusato da molti tifosi di non aver rinforzato abbastanza la squadra. Qual è la sua opinione a questo proposito? “Intervenire sul mercato ha senso solo quando si prendono dei giocatori in
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La Canapa può essere ancora commercializzata l’importante, secondo la Cassazione, è che le dosi presenti nei vari prodotti abbiano la percentuale di THC non superiore a 0,5%. Questo limite è rispettato dal negozio Hemp Vittorio di Corso Vittorio Emanuele II, nel centro di Torino, dove quindi si possono trovare tantissimi prodotti alla Canapa per il proprio benessere. Si tratta, infatti, di un magico “elisir” naturale di cui l’Italia è produttrice fin dai primi del ‘900 e i cui benefici sono ancora oggetto di studio. È importante, quindi, provare i tanti prodotti che derivano dalla canapa per stare bene e affrontare le giornate di lavoro e stress senza troppa fatica. «Abbiamo oggetti, creme, olii, tisane e tanto altro», spiegano, infatti, i titolari Nunzio e Stefano, ai quali, oltre la professionalità, non manca la cortesia e la predisposizione ad ascoltare i problemi dei clienti. La loro canapa ha una bassa percentuale di THC e un’alta percentuale di CBD che garantisce la conservazione delle azioni benefiche di questo importante prodotto tutto naturale. Hemp Vittorio - Corso Vittorio Emanuele II, 119/B - Torino - Tel. 351 9014007 Orario: Lun-Sab 15.30-19.30 (h24 con distributore automatico di Infiorescenze)
3 domande a... Paolo Pulici
“Il Fila deve essere sempre aperto”
grado di garantire il salto di qualità alla squadra. E individuare dei giocatori con queste caratteristiche sul mercato era obiettivamente molto difficile”. È deluso dal rendimento di Verdi? “Ho avuto modo di osservarlo da vicino per un anno intero, quando lavoravo al Toro ai tempi di Ventura. E l’impressione che ne ho ricavato è stata ottima, nonostante fosse ancora molto giovane. Un giocatore per esprimersi al meglio ha bisogno di giocare con continuità, cosa che non è accaduta l’anno scorso a Napoli. Credo piuttosto che le difficoltà del Toro siano dipese anche dai problemi fisici di Iago Falque, che a parer mio è un giocatore di notevole spessore tecnico”. Tornando all’avversaria dei granata, pensa che l’Inter possa contendere lo scudetto alla Juve? “Devo confessare che l’ottimo inizio dei nerazzurri mi ha un po’ sorpreso. Pur ritenendo Conte un grande allenatore, non mi aspettavo che potesse riuscire a cambiare la mentalità e il modo di giocare alla squadra in così poco tempo. A lungo andare la rosa più ampia della Juve, che in pratica può disporre di due squadre di altissimo livello, potrebbe fare la differenza. A meno che l’Inter non intervenga nel mercato di gennaio per rendere più lunga una coperta che al momento è effettivamente un poco corta”. Quando da giocatore le capitava di affrontare suo fratello vi beccavate con punzecchiature e sfottò? “Certamente. E poi proprio contro l’Inter mi è capitato di segnare uno dei pochi gol realizzati nella mia carriera. Correva la stagione 1987-88 e realizzai la rete che portò in vantaggio il Toro al Comunale. Purtroppo poi fu Matteoli a pareggiare per l’Inter”. Alessandro Costa
Toro-Inter, sfida in cui lei ha segnato molto reti. Cosa si aspetta da questa partita? “Mi aspetto una partita da Toro, dimostrando di avere gli attributi come fatto molte volte. Se i giocatori del Toro invece scendono in campo con la paura di perdere, la sconfitta sarà inevitabile”. Se Mazzarri le chiedesse un consiglio, cosa suggerirebbe? “In campo vanno i giocatori. Se Mazzarri li istruisce bene durante la settimana, il mister non deve nemmeno dar loro indicazioni la domenica. I giocatori vanno in campo e sanno già cosa fare”. Mazzarri ha concesso di aprire il Filadelfia ai
tifosi un giorno alla settimana... “Io mi sono sempre allenato col Fila aperto al pubblico. Ai miei tempi il Fila non è mai stato chiuso, nemmeno se c'era contestazione. Cosi si formava l'affetto tra tifosi e squadra. E di conseguenza lo stadio alla domenica era sempre pieno. Io il Fila lo lascerai aperto non solo un giorno...” (al.co)
3 domande a... Eraldo Pecci
“Prendere esempio dal Cagliari” Riusciranno i granata a tornare in Europa? “Il piazzamento non è cosi determinante. Se vai in Europa e poi esci subito, non cambia molto. Importante è fare un buon lavoro, tipo il Cagliari di quest'anno. Se poi lanci qualche giovane del Filadelfia, meglio ancora”.
Toro-Inter, sfida di prestigio. Cosa si attende? “La stretta attualità non mi interessa. A me interessa che il Toro mantenga le sue caratteristiche: tremendismo, voglia di lottare, giovani lanciati in prima squadra. Cosi resteremo il Toro, a prescindere dai punti in classifica”.
Filadelfia aperto dopo 123 giorni di chiusura assoluta. Cosa ne pensa? “Il Fila deve essere aperto tutti i giorni perché è la casa del Toro. I giocatori devono entrare dal portone dove entrano i tifosi, devono poter vivere il Fila. Se poi i dirigenti e Mazzarri vogliono tenerlo chiuso, facciano pure. Ma cosi, per me, non è più il Toro”. (al.co)
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Spazio Tifosi
Toro Club Valtriversa, feudo granata O
tto, dieci, undici: sono i numeri di maglia dei giocatori del Toro scudettato nel 1976 presenti martedì 13 novembre alla tredicesima cena sociale del Toro Club Valtriversa. I numeri iniziali corrispondono ovviamente a Pecci, Zaccarelli e Pulici, dato che Pupi è anche Presidente onorario del Club. Presidente Felice Torchio, complimenti per l'ennesima fantastica serata, con una dedica speciale... “Serata dedicata ovviamente a Roby e Giò, i nostri 2 sfortunati tifosi, vittime di quel mortale incidente stradale il 4 aprile 2018, al rientro da Torino-Crotone. Erano 2 ragazzi fantastici, sono sempre nel nostro cuore ed abbiamo istituito un trofeo a loro nome, visto che erano sempre presenti sia a Torino che in trasferta.”
Paolo Pulici
Cena da oltre 200 ospiti, nonostante siamo reduci da un periodo condito da molte delusioni. “Cena realizzata con la forza della volontà, anche se spiace che non ci fossero giocatori della prima squadra, ma solo i giovani bomber della Primavera Nicola Rauti e Lorenzo Lucca. Sappiamo che le regole sono queste, spero valgano per tutti allo stesso modo. Siamo stati molto felici però per la
La 'Vip' nerazzurra
“Con qualche ritocco di mercato sfideremo la Juve” Moretti e Bava
per la presenza di 2 grandi dirigenti del Toro: Emiliano Moretti e il direttore sportivo Massimo Bava.” Cosa ne pensi della gestione tecnica di Mazzarri? “Mazzarri è un allenatore dal grande curriculum. Ma per noi tifosi è difficile giudicarlo, non sappiamo il confine tra le scelte societarie e quelle sue. Questa estate il mister è stato sicuramente accontentato con gli arrivi, seppur in extremis, di Laxalt e Verdi. Ma Mazzarri aveva chiesto anche Pereyra, che rispetto agli altri due ha molto più le stigmate da giocatore Toro.” Mazzarri che ha riaperto le porte del Filadelfia, sebbene un solo giorno alla settimana. “Io la penso come Pulici. Il Filadelfia deve essere aperto tutti i giorni. Se i tifosi del Toro ti contestano è perchè hai avuto comportamenti sbagliati. Ma se tu giocatore del Toro ti impegni, i tifosi granata ti applaudono anche in caso di sconfitta. E poi basta con queste fobie tipo Ventura degli schemi copiati. Basta vele e tende. Magari una volta alla settimana puoi provare gli schemi e tenere i cancelli chiusi. Ma un giorno alla settimana. Ora è il contrario.”
Dopo la netta vittoria di Brescia, arriva l'Inter. Il Toro ha risolto i suoi problemi o qualcosa ancora non va? “Dopo l'ammutinamento di N'Koulou penso ci siano problemi di spogliatoio. Poi non capisco perché Mazzarri non valorizzi Bonifazi, un talento cresciuto nel Toro e ambito da Spal e Fiorentina: preferisce Bremer e Djidji piazzandoli una volta a destra, poi a sinistra, poi al centro. Inoltre occorre valorizzare di più le caratteristiche di Belotti, 83 reti segnati nonostante pochi cross o assist. Nestor Combin aveva Moschino che gli serviva tanti palloni, oltre ai cross di Fossati e Meroni dalla fasce. E così Combin segnava tantissimo. Mi spiace invece per Verdi che evidentemente soffre la pressione: ha un macigno sulle spalle, sia per le aspettative dei tifosi, sia per i 25 milioni spesi da Cairo.” Presidente Torchio, si aspetta una bella vittoria del Toro contro l'Inter? “Possiamo vincere, ma se devo perdere una gara, preferisco perderla contro l'Inter, se quei 3 punti serviranno a Conte per togliere lo scudetto alla Juve...” Alessandro Costa Giovanni Goria
Milanese, bella, cordiale, molto attenta alle relazioni e, soprattutto, interista da morire. Ombretta Cantarelli non è conosciuta soltanto perché è moglie dell’attore Gianfranco Jannuzzo, ma per le spiccate caratteristiche che fanno di lei una donna unica nel suo genere. Non vive di riflesso alla notorietà del marito, ma, conoscendola, ti rendi conto come sia connaturato in lei il desiderio di intrattenimento con il pubblico di teatro e nella vita comune. Ombretta è solare, molto aperta al dialogo. E chissà, forse nel tempo ha pure assorbito quella sicilianità tipica delle profonde radici culturali di Jannuzzo... Ombretta, quanto ti dà 'fastidio' il passato bianconero di Conte e cosa pensi del proiettile che ha ricevuto in busta anonima? “Da interista capisco che il passato del mister possa dare fastidio ma ritengo Conte prima di tutto un gran professionista. Vorrei ricordare l’Inter dei record allenata da Trapattoni, anche lui con un passato nella Juve, ma che poi ha scritto con noi pagine importanti. Riguardo al proiettile penso sia un gesto molto grave. Pare si tratti dell’azione di un mitomane che concentra la propria ossessione su un personaggio pubblico popolare. Ma potrebbe trattarsi anche dell’idiozia di qualche frangia più scellerata del tifo estremo, non di stampo interista” Sei contenta quest’anno?
dell’Inter
di
un’impronta alla propria squadra. L’Inter mi piace perché non si arrende, i giocatori sono coesi e si aiutano di più rispetto al passato. Infatti, sono andati in gol non solo gli attaccanti titolari. Mi ha colpito Conte quando ha detto che lui per l’Inter non dorme neanche la notte. Questo mi lascia ben sperare che non smetterà di lottare...”
“Sì, mi piace molto il carattere che Conte sta forgiando nei giocatori. Non è un lavoro facile il suo, perché il “Pianeta Inter” non aspetta, vuole subito risultati. Ma soprattutto mi piace che società e allenatore abbiano introdotto nella rosa anche giocatori italiani che potranno fare bene all’Inter, alla Nazionale e al nostro mister che è amico di Roberto Mancini” Darete filo da torcere alla Juve? “Da tifosa lo spero ardentemente. Non sarà facile, loro hanno una rosa infinita e molte risorse dalle quali attingere. Noi dobbiamo lavorare e tornare sul mercato per rendere più competitiva la squadra. Conte ha ragione quando 'sprona' la società sul mercato: per competere su diversi fronti servono forze fresche. L'acquisto, a gennaio, di un attaccante e di un centrocampista non sarebbe male”. In cosa è migliorata quest'anno l'Inter? “Ogni allenatore cerca di dare
Martinez e Lukaku fanno la differenza? E cosa pensi di Barella e Sensi? “Martinez e Lukaku sono attaccanti eccezionali. Lautaro sta disputando una grandissima stagione. È giovane, completo e con un alti margine di miglioramento. Romelu ha caratteristiche uniche nel panorama mondiale. È potenza pura e per portarlo all’Inter abbiamo sbaragliato la concorrenza, sono felicissima che giochi per noi! Barella e Sensi li adoro, due giocatori italiani fantastici. Ho ancora negli occhi l’eurogol che Barella ha segnato contro il Verona. Sensi ha uno stile di gioco estremamente diretto con lanci orizzontali e verticali e colpisce le difese prima che si possano organizzare. E poi è rapido ed è andato a segno anche lui” Toro-Inter. Quali insidie per i nerazzurri? “Ogni match ha le sue insidie, mai perdere la concentrazione. Il Toro ha un grande attaccante come Belotti e un allenatore preparato come Mazzarri. Occorrerà la miglior Inter per espugnare Torino” Salvino Cavallaro
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Gli specialisti dell’elettrodomestico si trovano a Torino. Davide, insieme al suo staff, opera da anni in città e provincia, all’interno dello store a due minuti dal centro. In prossimità dell’ospedale Maria Vittoria, in via Cibrario 76/E, troverete un assortimento di grandi e piccoli elettrodomestici, ricambi ed accessori. Lo staff effettua, a domicilio e in laboratorio, riparazioni di qualsiasi tipo di elettrodomestico: dalle lavatrici alla lavastoviglie passando per frigoriferi, forni, cucine, piani cottura, condizionatori, televisori, piccoli elettrodomestici…e non solo. Per quanto riguarda la vendita lo staff propone elettrodomestici da incasso o da libera installazione multimarche, accurata installazione ed assistenza post-vendita al proprio domicilio. Torino Elettrodomestici mette a disposizione dei clienti la propria esperienza per valutare la possibilità di sostituire gli elettrodomestici da incasso anche attraverso modifiche ed adattamenti nel caso di cucine da incasso un po' datate. Inoltre all’interno dello store è possibile trovare sacchetti e ricambi per aspirapolvere e un assortimento di lampadine di ultima generazione Led. Nel negozio c’è una vasta scelta di aspirapolveri Folletto ricondizionati e dei numerosi accessori quali battitappeto, lucidatrice, pulilava. Il tutto fornito con una garanzia di dodici mesi. Torino Elettrodomestici effettua riparazioni del vostro Folletto e Bimby fornendo un preventivo gratuito, valuta il tuo vecchio aspirapolvere folletto a fronte dell’acquisto di uno rigenerato. Inoltre si occupa di installazione di nuovi impianti e del rimodernamento e potenziamento di impianti già esistenti. Per informazioni, e chiarimenti, su tutto quanto concerne lo store è possibile chiamare il numero di telefono 011.7576605. In alternativa è anche possibile scrivere, via mail, all’indirizzo di posta elettronica info@torinoelettrodomestici.it
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L'Intervista a... Fabio Viglione
“Siamo delusi ma questa gara può riaccendere una stagione...” L
’Avvocato Fabio Viglione è uno di quei tifosi del Toro che maggiormente si sono distinti nel tempo per qualità di opinioni calcistiche espresse sempre con la massima oggettività. Tante volte abbiamo avuto modo di intervistarlo e mai ha deluso le nostre aspettative. Questa volta pone l’accento, con evidente amarezza, sul momento negativo granata che ha deluso le aspettative di tanti tifosi. Giurista patrocinante in Cassazione, Viglione vive a Roma da molti anni e svolge l'attività professionale presso il suo avviatissimo studio legale. Ma il lunedì di ogni settimana per lui c’è sempre modo di fare un’analisi critica e competente sul Toro con la stessa meticolosa precisione che pone nel suo quotidiano. Fabio, dopo il 4-0 inflitto al Brescia il tuo giudizio sulla squadra è cambiato? E a cosa è dovuto il periodo negativo? “No, resta un giudizio in chiaroscuro. Luci e ombre. La parte luminosa è la potenzialità della squadra, espressa nella stagione scorsa quando tutto girava al meglio. Le ombre sono rappresentate dal gioco che non mi ha mai completamente convinto. Neanche quando assistito dai risultati. Comunque mi tengo stretto i 3 punti di Brescia perché ero in astinenza e cominciavo a guardarmi alle spalle… Il periodo negativo? Confesso di non averlo capito fino in fondo. Forse un calo della condizione atletica, una sfiducia dopo le prime impreviste difficoltà, un gioco troppo prevedibile, privo di coraggio e di sana spregiudicatezza. Una
punta come Belotti, isolata e senza rifornimenti, si sbatte per conquistare palloni giocabili ma con spreco mostruoso di energie ed esssendo l'unico attaccante viene sempre raddoppiato dai difensori. Avevo tante aspettative ad inizio stagione. La conferma del gruppo, il non cedere i “prezzi pregiati” mi aveva fatto pensare ad una squadra affiatata, solida e competitiva e una dimostrazione di forza da parte del club. Gli acquisti di Verdi e Laxalt potevano dare ulteriore qualità. Si, ero fiducioso. Ma ci vuole equilibrio di giudizio soprattutto nelle situazioni difficili, quando le certezze sembrano venire meno”. A chi sono imputabili eventuali colpe? E se tu fossi il Presidente Cairo, cosa faresti? “Parlo di errori e non di colpe, forse per deformazione professionale. Errori commessi da tutti. Io li divido in due tipi. Quelli di valutazione iniziale, “programmatici”, sulle potenzialità dell’organico e quelli “esecutivi” sulla realizzazione pratica del progetto. Il bilancio parziale è negativo. Abbiamo perso la metà delle partite, la maggior parte contro squadre costruite con ambizioni minori e con
organici meno competitivi. Attualmente la squadra si esprime al di sotto delle reali potenzialità. Fossi Cairo punterei sul potenziamento dei quadri dirigenziali, investendo su figure di massima professionalità ed esperienza. Per una società come il Torino saper individuare prima che “esplodano” i calciatori su cui puntare è determinante. I fatturati delle società, i diritti Tv creano fossati. La competizione oggi in Italia è figlia di questi dislivelli, in parte incolmabili. Guardiamo le classifiche degli ultimi 10 anni per averne una dimostrazione. Cairo sta investendo per puntare più in alto dell'ultimo 7° posto. Qualcosa non ha funzionato ma lui è in grado di diagnosticare e risolvere i problemi”. Sabato il Toro affronterà l’Inter. Che partita sarà? E se potessi portare qualche nerazzurro in granata chi sceglieresti? “Sarà una partita difficile per il valore dell’avversario e le motivazioni che spingono i nerazzurri. Ma il Toro ci ha abituati a meglio figurare contro questo tipo di squadre. Anche perché quando è chiamato ad imporre il proprio gioco contro squadre chiuse
fatica moltissimo. Il Toro giocherà una partita ordinata ed attenta ed avrà l’atteggiamento giusto, poi un episodio può indirizzare andamento e risultato. Questa garaa può essere l’occasione per far scoccare la scintilla e riaccendere una stagione ma la squadra deve liberarsi da un velato senso di sfiducia e dalle zavorre mentali. Chi porterei al Toro? L’Inter ha un organico molto competitivo ed un allenatore capace di tirar fuori il meglio dai calciatori. Ma dico Nicolò Barella perché il centrocampo è il punto di crisi del Torino. Un problema antico. Un gioco che, purtroppo, anche per le difficoltà in quella zona e la penuria di uomini di qualità non consente verticalizzazioni e manovre ariose. Barella ci farebbe comodo”. Come vivi la tua passione granata a Roma e cosa ti auguri per il futuro del Toro? “La vivo con grande orgoglio. Anche mio figlio, tredicenne, tifa Toro a testa alta. Ha seguito la passione di suo padre e, pur senza averlo conosciuto, di suo nonno. Noi tifiamo una squadra speciale, unica, ammirata per la storia e l’identità che esprime. Romanisti e laziali hanno grande rispetto per noi ed il nostro sentirci fuori dal coro rafforza la nostra passione. Certo il lunedì, lui a scuola ed io in Tribunale, catalizziamo i commenti di tutti, dobbiamo sempre essere sul pezzo... Per il futuro mi auguro una crescita continua, una stabilizzazione nella parte alta della classifica facendo salire le ambizioni. Credo nella crescita graduale assistita da un progetto. Pun-
tare all’Europa o alla vittoria della coppa Italia deve diventare normalità senza perdere di vista la storia e le nostre peculiarità. Dalla valorizzazione del Filadelfia come fucina di “granatismo” al rafforzamento del settore giovanile. Dalla Primavera devono essere selezionati in buona parte i calciatori “da Toro”, proprio pensando a quella distinzione del nostro grande Emi-
liano Mondonico tra giocatori “del Toro” e giocatori “da Toro”. Abbiamo bisogno di questi ultimi, anche in un calcio ormai votato sempre più al freddo business. Siamo il Toro, non una semplice squadra di calcio…”. Salvino Cavallaro (Nella foto l'Avvocato Fabio Viglione con l'ex calciatore granata Giuseppe Dossena)
Semplice ma profondo: ecco “I Granata” Nonostante la vasta letteratura dedicata al Torino F.C. scoraggi il pensiero di scrivere un nuovo libro granata da pubblicare, ecco che la voglia, la passione e il desiderio di elaborare le storie dedicate alla cultura del pallone torinista si fa sempre più forte. E’ come se ci fosse sempre la spinta interiore di cercare qualcosa di nuovo nell’immensa vetrina passionale dedicata al Toro. Ed ecco che spunta un’altra idea. La scorsa settimana c’eravamo anche noi al Polo del Novecento di Torino, per assistere alla presentazione del libro scritto a quattro mani da Giorgio Merlo e Marco Margrita “I Granata”, edito da Daniela Piazza. Presenti, oltre gli autori del libro, anche Antonio Comi, il giornalista Stefano Tallia e il Caporedattore Rai di Torino Tarcisio Mazzeo a far da moderatore. Molti gli appassionati granata presenti in sala con la curiosità di capire come le due M (Merlo e Margrita) uniti dalla stessa fede per il Toro, abbiano pensato di scrivere questo nuovo libro dal titolo apparentemente semplice ma profondo nel suo insieme: “I
Granata”, che si inorgoglisce per la prefazione di Eraldo Pecci e l’introduzione di Steve Della Casa. Già, un titolo profondo! Sì, perché se si cercava come meglio identificare il cuore pulsante dell’identità granata, questo titolo è l’ideale per potere significare cosa vuol dire fare il tifo per il Toro che è cultura, storia e fonte di ideali sportivi. Il libro racconta gli idoli di questo particolare mondo ma anche i luoghi “sacri” che rievocano un passato fatto di tragedie. E si parla di allenatori carismatici in questo volume che evidenzia tra gli altri anche la coerenza dei tifosi granata e le loro pe(salv.cav.) culiarità.
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L’Associazione 'Emiliano Mondonico' e la mostra dedicata a Facchetti Presentato a Milano il sodalizio voluto dalla figlia dell'ex tecnico torinista. 'Ora sei una stella' da venerdì a Grugliasco
È
stata una presentazione in grande stile quella organizzata la scorsa settimana a Palazzo Lombardia, a Milano, dall’Associazione 'Emiliano Mondonico'. Un sodalizio voluto fortemente dalla figlia Clara per mantenere sempre vivi ed attuali il ricordo del papà, i suoi valori, il suo spirito unico, il suo amore per i giovani, per il calcio e per la vita. Propositi ed ideali resi concreti da una serie impressionante di iniziative, tra le quali, solo per citarne alcune, Il “Premio Emiliano Mondonico” per i giocatori e allenatori che si distingueranno per la loro umanità, l’impegno al dialogo con gli Ultras, l’organizzazione delle squadre dei ragazzi dell’Approdo e
non ne avevo la capacità e ho cercato persone un po’ folli come me per dare tutto ciò che abbiamo dentro per portare avanti i suoi progetti”. Associazione 'Emiliano Mondonico' Presidente: Clara Mondonico Segretario generale: Fabio Milano
del Carcere Minorile Beccaria. Alla presentazione non hanno voluto mancare gli amici di sempre di Emiliano tra cui Gigi Lentini ed il commendator Beretta. “Siete stati parte importante della vita di papà e ora lo siete anche della mia – ha racconta-
to Clara Mondonico -, ho deciso, senza ragionare troppo, di andare avanti perchè non era giusto che si fermasse tutto, non me lo potevo permettere. C’era e c’è qualcuno che ha ancora bisogno di lui: i ragazzi dell'Approdo, la sua squadra più importante. Da sola
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Castlè: carni italiane selezionate di qualità Dal banco direttamente al tuo piatto. Un locale di nuova concezione Il CASTLÈ CARNI ALLA BRACE si colloca a metà strada tra un ristorante e un agriturismo, è un locale in cui si respira un'aria familiare. Si tratta di un ambiente nuovo, caldo, luminoso e accogliente, in linea con la filosofia che ne sta alla base. Questo locale nasce dalla convinzione che un piatto di carne sia migliore se a cucinarlo è il produttore stesso. Strettamente legati al laboratorio di famiglia - Taliano - che, da tre generazioni, produce carni italiane di qualità, con un'attenzione particolare per le carni bianche, questo nuovo locale vi proporrà tagli appena lavorati, cotti alla griglia sul momento. Sarete voi a scegliere i tagli freschissimi direttamente al banco, il resto è compito di Filippo Taliano: dopo anni di esperienza "sul campo" sa come trattare al meglio ogni tipologia di carne, a scoprirne i segreti, per esaltarne il gusto, i sapori ed i profumi. Il menù è variabile a seconda del periodo e della disponibilità del momento, i piatti sono quelli tipici della tradizione piemontese e a sorpresa, in alternativa alla scelta della carni più tipiche, potrete provare carni dal sapore più esotico. Il vino della casa scorre in abbondanza. Il concetto di "prodotti a km 0" sposa perfettamente la filosofia del Castlè. La carne è quella del laboratorio di famiglia e ogni altro prodotto presente sui tavoli arriva dal territorio Roerino secondo il pensiero della "filiera" corta. "Consumare a km 0" è una scelta sempre più diffusa: oltre a diffondere una coscienza ambientalista, con essa si sposa l'idea che è possibile trovare prodotti di qualità vicino a casa e i vantaggi sono notevoli. Scegliere i prodotti in virtù di una totale trasparenza. Conoscere i metodi di allevamenti e di coltura e verificarne la quotidiana freschezza. Spendere "il giusto". Anche per i vini, DOC e DOCG, il Castlè segue lo stesso percorso: propone esclusivamente cantine del Roero, in particolare montatesi, promuovendo il territorio. Il locale è un open space con circa cento coperti al chiuso che possono quasi raddoppiare quando, d'estate, anche il parco attrezzato diventa un grande barbecue all'aperto. È un luogo di ritrovo adatto a tutti: gruppi di amici, famiglie, coppie alla ricerca di una valida alternativa per trascorrere momenti piacevoli. I barbecue e il grande banco frigo presenti in sala permettono di scegliere i tagli preferiti e seguirne la cottura. Il servizio è al tavolo. Ci si alza solo per spillare il vino dalle botti!
Il Castlè si trova a Montà (CN) in località Castellero 12/A Per info e prenotazioni: tel. 0173 976350 - 339 8212074 - 392 9111634
Consiglieri fondatori: Clara Mondonico, Massimo Achini, Oreste Perri
“Ora sei una stella” Venerdì 22 novembre alle ore 21 grande inaugurazione al Museo del Toro della mostra “Ora sei una
stella”, dedicata a Giacinto Facchetti. Prosegue quindi anche quest’anno l’idea di dedicare una delle mostre tematiche annuali ad una bandiera non granata. La mostra rimarrà aperta fino all’inizio di marzo e si potranno ammirare maglie,
giornali, ricordi personali e bellissime fotografie. All’inaugurazione (via La Salle 87 a Grugliasco) sarà presente il figlio Gianfelice, in rappresentanza della famiglia, Fabrizio Melegari, direttore editoriale della Panini e direttore da tanti anni dello storico Almanacco dei Calciatori. Un prezioso contributo alla realizzazione della mostra è stato fornito dalla famiglia Facchetti, da Daniele Bonesso, autore di un libro sul calciatore nerazzurro e da Mirko Ballotta, storico amico del museo. Alessandro Muliari (A sinistra la presentazione dell'Associazione Emiliano Mondonico avvenuta a Milano. Qui sopra la locandina della mostra dedicata a Giacinto Facchetti)
I segreti del Capitano del Grande Torino “Ho rischiato la pelle tante volte, ma si vede che non era la mia ora. Però morirò giovane, e di disgrazia, come il mio babbo: lo sento!”. Valentino Mazzola aveva il presentimento che un tragico destino lo avrebbe strappato troppo presto alla vita e ai suoi cari. Un destino per certi versi molto simile a quello di suo papà Alessandro, anche se diverso nelle circostanze: travolto da un camion il padre; nel tragico schianto di Superga, insieme ai compagni del Grande Torino, oltre ai dirigenti, i giornalisti e i membri dell’equipaggio che accompagnò lo squadrone granata nell’ultimo volo da Lisbona, il figlio. La frase con cui il capitano e simbolo del Grande Torino presagiva la sua tragica fine fa da sottotitolo all’ultimo libro di Francesco Bramardo e Gino Strippoli, dedicato appunto al fuoriclasse granata e intitolato: “Valentino Mazzola… morirò giovane…. Lettere e segreti del capitano del Grande Torino”, da poco dato stampe da Priuli & Verlucca. Per la coppia di giornalisti torinesi si tratta della quarta fatica, ancora una volta in salsa completamente granata, dopo i successi di “Lo scudetto rubato”, “Gigi Radice. Il calciatore, l’allenatore, l’uomo dagli occhi di ghiaccio” e “Invincibili. Il mito del grande Torino”, editi sempre da Priuli & Verlucca. Il libro ripercorre le vicende calcistiche e soprattutto umane del capitano del Grande Torino, mettendo in risalto gli aspetti meno noti del personaggio, attraverso una minuziosa ricostruzione ottenuta attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e gli è stato a fianco, oltre che dalle lettere e dagli altri appunti lasciati dallo stesso Mazzola. Ne esce il ritratto di un campio-
ne dei sui tempi, ma anche di un uomo dalla personalità complessa e fuori dagli schemi. Un uomo che sognava di poter diventare un giorno allenatore, una volta appese le scarpette bullonate al chiodo, della squadra granata. Come nei precedenti lavori di Bramardo e Strippoli, il volume dedicato a Valentino Mazzola non è soltanto un fedele resoconto di cenni biografici e aneddoti sul personaggio, di cui pure il libro è ricco, ma è un racconto che assume i connotati di un romanzo. Giovanni Rolle
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Women granata: big-match contro la capolista Biellese TORINO WOMEN ASD (SERIE C) Due indizi fanno una prova: il Torino Women è in forma. Dopo la vittoria in casa della super favorita Como la formazione di Gianluca Petruzzelli si ripete piegando la Femminile Juventus nel derby con un insindacabile 4-0, bissando il punteggio ottenuto nel match di coppa. Una vittoria schiacciante, maturata già nel primo tempo (3-0) contro un avversario apparso in netta difficoltà. Ancora sugli scudi la fantasista Annalisa Favole, autrice di una doppietta. Le altre reti sono state di Serenaj e Malara. Le prestazioni convincenti devono continuare perché ora
le torelle hanno bisogno di continuare a vincere: la vetta, occupata dalla Biellese, dista solo 4 punti. Proprio la capolista sarà il prossimo avversario di Aghem e compagne, che si giocherà a Biella una fetta importante della stagione. I 3 punti sono d'obbligo per tenere aperte le speranze di promozione.
FC Torinese, dalla Storia al futuro
JUVENTUS FC (SERIE A) La Juventus Fc viene raggiunta nel recupero dal gol di Francesca Vitale ma il pareggio contro il Milan, vista anche la contemporanea sconfitta della Roma in casa della Florentia San Gimignano, permette alle bianconere di restare
saldamente in testa alla classifica proprio con due punti di vantaggio sulle rossonere. La formazione di Rita Guarino è attesa da un altro big match, che si giocherà domenica 24 novembre alle 12.30. Sara Gama e compagne saranno di scena nella capitale contro la Roma, che non può permettersi più passi
falsi. L'obiettivo per il team torinese è vincere ancora, magari sperando in una mancata vittoria di Milan e Fiorentina nei match casalinghi contro Sassuolo e Hellas Verona. ASD FEMMINILE JUVENTUS TORINO (SERIE C) È crisi nera per la Femminile Juventus. La sconfitta, pesantissima, nella stracittadina fa crollare il morale della truppa di Serami ancora più in basso. È necessaria una pronta reazione perché domenica 24 novembre arriva al Faccioli alle 14.30 il Parma, che chiude la classifica con 0 punti. Inconcepibile che una squadra dal simile potenziale si trovi al quart'ultimo posto con soli 4 punti in 7 gare. Unica nota positiva il rientro di Benatello, la grande assente per infortunio assieme a Sobrino, quest'ultima tornata in gruppo da diverse settimane. Federico Scarso (Foto spogliatoio: pagina FB "Torino Women". Foto in campo: Giulia Liberti)
FC Torinese, un ritorno atteso oltre un secolo. La formazione dalla quale (tramite l'accordo con alcuni soci dissidenti della Juventus) nel 1906 “sorse” il Torino è tornata a calcare i campi nell'estate 2018. Alla prima stagione i gialloneri sono saliti subito dalla Terza alla Seconda Categoria (tramite ripescaggio). Per avere un quadro di questo storico sodalizio abbiamo contattato il presidente, Sante Squillace. La Torinese FC ha un grande passato ma è proiettata al futuro... «La nostra compagine, fondata nel 1894, fu una delle “grandi” del calcio nostrano, giungendo alla finale del campionato nel 1900 e alla semifinale nel 1902, in entrambi i casi sconfitta dal Genoa. Il passato è importante, ma noi
abbiamo progetti ambiziosi che intendiamo realizzare a piccoli passi. Abbiamo già scalato una categoria e l'obiettivo stagionale è la salvezza. Poi vorremmo arrivare alle massime categorie dilettantistiche, cioè Promozione o Eccellenza». Il vostro motto è “Scientia viribus juncta”: puntate ad essere una società “maestra di vita”.
«Per noi il calcio consiste anche in un fattore sociale, di aggregazione, che aiuta a crescere e maturare. Aver stretto accordi con un'importante società professionistica del Meridione ci ha permesso di strutturare il vivaio su basi professionali: i ragazzi possono allenarsi 4 volte la settimana. Ciò significa crescere calcisticamente e umanamente, si conoscono tanti compagni e amici. Ogni ragazzo 'strappato' alla strada è un'opera sociale e non dimentichiamo che ci siamo aggiudicati un bando comunale relativo a una struttura che sarà la nostra casa. Il Torino FC? La classifica non è soddisfacente ma auguriamo al Toro di risalire subito...». Giuseppe Livraghi
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Da oltre 20 anni! Fabrizio Rimasti riprende la tradizione serramentistica del padre ed inizia la lavorazione degli infissi in provincia di Torino, il suo lavoro soddisfaceva le piccole richieste interne. Negli anni seguenti la sua passione verrà trasmessa ai figli che incrementano la produzione e la clientela. Dalla piccola sede iniziale, grazie a brillanti risultati raggiunti l’azienda si ingrandisce fino ad occupare una superficie coperta di 400 mq. Nasce così nel 2013, MAXIMA PORTE & FINESTRE di Rimasti Fabrizio, show room con un’esposizione di serramenti, blindati e porte interne. Nel 2017 viene aperto un altro punto vendita in Torino, seguito da Serena, la figlia, ed inoltre oggi la Maxima porte e finestre si avvale di una rete vendita esterna con oltre 15 agenti. La posa importantissima, viene seguita da nostro personale altamente specializzato, con assistenza post-vendita garantita.
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Spettacoli e Cultura
La modella internazionale Nassima, Miss 'JuveToro' La 'Miss JuveToro' di questo numero del nostro giornale dedicato alla partita Torino-Inter è Nassima Baali. La bellissima Nassima ha 25 anni, è originaria del Marocco, ed è la vincitrice della prima edizione del concorso ‘Facemodels’ di Marocco 2014 come modella nello 'Showroom privée Swarovski' a 'Marrakech 2014'. Le sfilate 'fashion week Parigi 2015' per Melany Rowe, Komang Darmiani e Pryimachuk Iryna l'hanno portata a lavorare in Italia. È attualmente modella della Agenzia 'Union Model' di Torino. Una bellezza internazionale, quella di Nassima, per l'emozionante sfida di sabato sera allo stadio Olimpico.
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