I CORRIDOI FLUVIALI IRPINI “Tra i Sic i corridoi ecologici” Le connessioni del paesaggio nelle discontinuità antropiche Un’azione coordinata ed integrata di proposta scientifica, culturale e di educazione ambientale per la valorizzazione dell’aree protette della Rete Natura 2000 in Irpinia
IL CORRIDOIO FLUVIALE DEL CALORE Castelvetere sul Calore Sala conferenze “Fiorentino Sullo” - Borgo Antico Via Castello arch. Mario Festa (architetto del paesaggio) arch.Marta Bertani (architetto del paesaggio) Land Art / Arte Ambientale
[...] ma i parchi se vogliono sopravvivere all’accerchiamento devono diventare delle avanguardie, dei punti di riferimento socio-ambientali, dei laboratori per un futuro sostenibile, devono trasformarsi in soggetti politici capaci di costruire progetti locali di validità globale [...] T. PERNA
UN NUOVO SCENARIO: il Parco Europa L'effetto di marginalizzazione ed esclusione dai processi di sviluppo economico-industriale di molte aree, per lo più di carattere montano-rurale, con le conseguenze a noi note del progressivo impoverimento e abbandono delle stesse, può al contrario oggi rappresentare l'occasione per un nuovo concetto di sviluppo e quindi di riscatto da un passato difficile. La massiccia e selvaggia urbanizzazione del dopoguerra legata certamente alla diffusione di un certo benessere economico ha prodotto al tempo stesso una distruzione del territorio svilendo e impoverendo la qualità della vita. Le aree relegate ai margini da questo processo di “arricchimento monetario” si sono in un certo senso salvate. Esse possiedono ancora tutte le prerogative e le risorse per uno “sviluppo” consapevole ed equilibrato dove sperimentare nuovi concetti di urbanità. Essa non si caratterizza per la concentrazione di risorse pesanti, né per l'edificazione intensiva, bensì attraverso nuovi processi di polarizzazione: “nodi” di interscambio sociale culturale e quindi economico.
Uno sviluppo che, in primo luogo, deve mirare alla conservazione e riappropriazione dei caratteri ambientali al fine di promuovere questi “margini” come luoghi dell'eccellenza, dei punti di riferimento socio-ambientali. Ma è attraverso il rafforzamento dei legami tra sistemi produttivi locali e mercati internazionali e l'innesto di nuove tecnologie di comunicazione (funzionali all'offerta di beni, risorse e valori), nonché attraverso una pianificazione integrata e multidisciplinare, che questi luoghi di margine possono difendersi dalla piatta omologazione ed aspirare ad un recupero della propria identità. Lo scambio tra culture trae a sua volta motivazione dalla diffusione di tematiche ambientaliste, dall'attenzione per il benessere fisico, per la qualità del cibo e del contesto naturale e culturale. La diffusione del nomadismo culturale, della mobilità di formazione ed occupazionale, si intersecano a nuovi fenomeni migratori connessi alla instabilità politica ed economica di molte regioni dell'Est e Sud del mondo. L'insieme di questi fenomeni sta ridisegnando la mappa dell'Europa, localizzando nuove flussi di comunicazione ed ambiti territoriali di riferimento. Questi frammenti di territorio “singolarità accerchiate” possono trovare un loro significato e potenzialità solamente se vengono ricomposte all'interno di uno scenario che le metta in relazione. Il territorio europeo può essere quindi letto come una architettura naturale e relazionale, articolato sul tema di fondo della biodiversità. Una mappa con il suo sistema di montagne, fiumi, e pianure e con il sistema dei “flussi” socio-culturali. Il “Parco Europa”, espressione di una visione avanzata presa a riferimento da gruppi di progettazione e pianificazione e ricerca del territorio, si struttura attraverso una maglia di relazioni che connette ambiti territoriali, portatori di forti valenze naturalistiche con quelli culturali, e ambiti sociali con quelli economici etc. I Corridori fluviali Irpini, per la loro collocazione, si innestano in questo sistema quale anello di congiunzione della diramazione appenninica nel Mediterraneo del Parco Europa e può contribuire attivamente all'arricchimento dell'identità continentale che si confronta con il futuro di un Mediterraneo quale incrocio di popoli.
Parchi nazionali e regionali nascono in aree che fino a poco tempo fa venivano definite “arretrate” e che, con l'istituzione del parco, assumono un altro significato. In Italia la maggior parte della superficie protetta da parchi regionali e nazionali ricade nel Mezzogiorno ed è localizzata nella dorsale appenninica. Gli indicatori socio-economici rivelano che in questi parchi, ad eccezione dell'Abruzzo, siano comprese aree ad alto tasso di spopolamento, con redditi e consumi tra i più bassi del paese. Il problema di fondo di queste aree è quello di trovare una nuova identità, una sintesi tra tradizioni e modernità che non rinneghi le specificità culturali. Nell'era della globalizzazione finanziaria questa è la grande sfida con cui devono fare i conti tutte le aree periferiche del mondo. Aree che ormai non si trovano più localizzate geograficamente solo a Sud.
Greenways Quello delle greenways è in America un vero e proprio movimento. Nel 1990, secondo il National Geographic, più di 500 progetti erano in corso di realizzazione solo nel nord America. La facile associazione d'idee che suggerisce l'accostamento del termine greenway a quelli più noti di greenbelt e parkway, pur testimoniando una radice comune, non basta a spiegare la presenza nella pratica della pianificazione di questa nuova categoria progettuale; infatti, più che dalla cultura urbanistica o paesaggistica, essa sembra derivare dal riconoscimento di una domanda espressa dai cittadini americani.
Tipologie di greenways Nella descrizione di C. Little, le greenways sono classificate secondo cinque tipologie: - urban riverside greenways, rive di fiumi (o d'altri corsi d'acqua) che scorrono in contesti urbani, spesso parte di programmi di riqualificazione di waterfront soggetti a degrado; - recreational greenways, percorsi ricreativi di diverso tipo, come sentieri o passeggiate, spesso di lunga distanza, appoggiati a corridoi naturali come pure a canali, sedi ferroviarie dismesse e altre forme di viabilitĂ ; - ecologically significant natural corridors, corridoi naturali ambientalmente significativi, di norma lungo aste fluviali o, meno spesso, linee di crinale, con lo scopo di consentire gli spostamenti della fauna, lo scambio biologico, lo studio naturalistico e l'escursionismo; - scenic and historic routes, itinerari panoramici e storici, di norma lungo strade e vie d'acqua sistemate in modo da essere fruibili dai pedoni o da consentire la sosta in automobile e l'osservazione da piazzole panoramiche; - comprehensive greenway systems or networks, sistemi e reti di greenways, appoggiati alla morfologia naturale come valli e crinali, o semplicemente determinati dall'assemblaggio di corridoi con spazi aperti di varia natura, in modo da formare un'infrastruttura verde a scala comunale o anche regionale. Da questa classificazione emerge la grande flessibilitĂ del concetto di green way, che lo rende adattabile alle diverse combinazioni di domande locali, valori e condizioni d'intervento.
Origini delle greenways L'idea che fa da sfondo al movimento delle greenways ha numerose radici, alcune affondano nel secolo scorso e fanno parte della storia dell'architettura del paesaggio, altre sono più recenti e si alimentano dell'interesse verso l'ecologia e la conservazione dell'ambiente. Molti autori riconoscono in Frederick Law Olmsted il padre dell'idea che ha generato le greenways. Olmsted fu, infatti, il primo a capire il potenziale degli spazi aperti lineari nel fornire accesso ai parchi e nell'estenderne i benefici al tessuto urbano circostante. Ciò che però mancava nelle parkways o nei sistemi di parchi concatenati, come il Boston Emerald Necklace, è il contenuto ecologico della proposta che, nel caso delle greenways assume una particolare importanza. Le politiche urbane fondate sulle greenways, oltre che offrire alla fruizione dei cittadini siti naturali interni o vicini alla città, si propongono di dare una risposta al degrado delle risorse e di ricostituire la continuità del sistema ambientale per mezzo di una rete organica di corridoi e parchi che si appoggia al supporto morfologico (corsi d'acqua, linee di crinali, valli, ecc.) e che approfitta anche delle strutture lineari d'origine antropica (sedi ferroviarie dismesse, canali, entroterra delle infrastrutture, ecc.). L'apporto ecologico delle greenways, nel caso esse costituiscano un continuum naturale extraurbano, può essere di fondamentale importanza, formando di fatto corridoi" per lo spostamento della fauna tra habitat diversi, attenuando quindi gli effetti negativi indotti sulla biodiversità dalla frammentazione del paesaggio. Alla "scala locale", quando le greenways diventano cunei di penetrazione urbana, il contributo ecologico può essere determinante nel ripristinare la funzionalità dei principali processi ecologici.
Greenways e sviluppo sostenibile La greenway può essere intesa come una tipologia innovativa della pianificazione sostenibile del territorio; la progettazione di greenways assume, infatti, l'obiettivo d'integrazione tra istanze della conservazione e istanze dello sviluppo. Tra le finalità che le multiobjective greenways perseguono compaiono in primo piano la protezione delle risorse naturali e la loro fruizione per il tempo libero; accanto a queste, che possono essere considerate le invarianti del progetto di greenways, vi sono spesso altre finalità, come la riqualificazione paesaggistica dei contesti attraversati, la connessione funzionale tra luoghi e attrezzature, l'educazione al rispetto per la natura e, sempre più frequentemente, lo sviluppo immobiliare. La protezione delle risorse naturali, attraverso la costruzione di greenways, è perseguita nella pratica in svariati modi. Un esempio è dato dalle greenways sorte lungo le sponde dei fiumi che associano alla funzione ricreativa le funzioni di miglioramento della qualità dell'acqua.
Le riverside greenways sono costruite con “tecnologie” mutuate dall'ingegneria ambientale, prevedendo generalmente il ripristino delle sponde naturali e la realizzazione di fasce tampone per la filtrazione delle acque piovane. Un'altra forma d'uso della greenway per la protezione delle risorse naturali riguarda la realizzazione di corridoi di connessione tra habitat per lo spostamento della fauna e lo scambio biologico. Questo aspetto è particolarmente indagato nella realizzazione di ecologically significant natural corridors; greenways di scala vasta che perseguono finalità prevalentemente ambientali, collegando riserve e parchi nel tentativo di superare l'isolamento degli habitat. Anche in questo tipo di greenway è presente la funzione "umana", che molto spesso è legata all'escursionismo e all'osservazione della fauna, funzioni che si svolgono su percorsi di fruizione separati e secondo modalità che permettono di non interferire con le funzioni ecologiche.
I luoghi sono una sorta di fisiognomica delle comunità e delle civiltà, e non c'è dubbio che i paesaggi più armoniosi o più “belli” siano anche quelli di lunga perduranza, in grado di mantenere i propri riconoscibili e inconfondibili tratti non perché artificialmente imbalsamati e musealizzati, ma in quanto costantemente cioè sempre di nuovo fedeli alla propria originaria interpretazione del genius loci. (Luisa Bonesio, Geofilosofia del paesaggio, Mimesis, Milano 2001)
IL PAESAGGIO valenza sociale ed economica Il paesaggio è memoria..., lo spazio dove leggere il mondo nella sua complessità, dove contemplare la storia. In esso è rappresentato e testimoniato il nostro passato, quello della nostra civiltà. Fondamento dell'identità delle diverse comunità che abitano il pianeta (da quelle nazionali a quelle locali), il paesaggio è una insostituibile risorsa della civiltà, è la materia vitale che alimenta il futuro. Basterebbe questo a comprendere come una società che voglia esistere debba custodire il paesaggio come una propria risorsa primaria. La Convenzione Europea del Paesaggio del 2000 e la Conferenza StatoRegioni del 2001 hanno sancito principi fondamentali, quali la diffusione delle informazioni e la promozione di processi di partecipazione atti a comprendere le aspirazioni delle popolazioni e rendere gli abitanti attori protagonisti delle trasformazioni. L'obiettivo cercato è quello di far sì che il paesaggio venga riconosciuto dalla popolazione locale come un moltiplicatore emotivo, capace di suscitare negli abitanti un desiderio di partecipazione ai processi di sviluppo guidati da una gestione territoriale attenta.
Nei prossimi decenni, a proposito del ruolo economico del paesaggio, non va trascurato il peso che può avere, per lo sviluppo dell'occupazione in molte regioni italiane, un'azione di manutenzione del suolo, di riduzione dei rischi e dei costi del degrado ambientale e non ultimo l'avvio di un'azione di presidio ambientale. Si tratta di ricostituire e manutenere ambienti naturali distrutti dall'incuria dell'uomo (e minacciosi per la sopravvivenza nelle aree a valle del degrado), oppure caratterizzati da una intensa ed irresponsabile edificazione. Quest'ultima problematica sembra abbia trovato, soprattutto in Italia, terreno fertile. La spazzatura edilizia che ha invaso i contesti rurali, non solo ha distrutto il territorio, ma continua a negare la possibilità alla buona architettura di fornire esempi concreti e costruttivi. Il paesaggio è sempre costruito dall'uomo e la stessa “naturalità” deve essere una conquista del nostro pensiero.