Progetto:
IL CORRIDOIO ECOLOGICO FLUVIALE DEL FIUME CALORE
“Tra i Sic i corridoi ecologici” Le connessioni del paesaggio nelle discontinuità antropiche un’azione coordinata ed integrata di proposta scientifica, culturale e di educazione ambientale per la valorizzazione dell’aree protette della Rete Natura 2000 in Irpinia
Un contributo per la costruzione della rete ecologica campana tra SIC, ZPS, Parchi naturalistici.
Realizzato nell’ambito del:
PSR 2007-2013 mis.323 tip.a) Regione Campania “Sviluppo e , tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Iniziative di sensibilizzazione ambientale miranti alla diffusione ed alla condivisione delle esigenze di tutela delle aree Natura 2000 e dei siti di grande interesse paesaggistico
INDICE La lettura conoscitiva del territorio:
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un percorso di visita La cartografia di studio del territorio:
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i caratteri fisico-naturalistici Lo stato ambientale del Calore:
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la qualitĂ delle acque fluviali La fruizione del territorio: le azioni di animazione territoriale
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L’ambiente naturalistico e paesaggistico di riferimento. Il fiume “Calore Irpino” o “Beneventano”(per distinguerlo dall’altro omonimo “Calore Lucano”, affluente del Sele), lungo circa 115 km, è il principale affluente del Volturno (confluenza tra i borghi di Melizzano e Castel Campagnano) e segna uno dei tratti caratteristici dell’idrografia campana caratterizzata dalla posizione e dall’andamento della linea “spartimare”, quella da cui prendono origine i fiumi diretti rispettivamente nel Tirreno e nell’Adriatico. Il suo corso, che può essere diviso in alto, medio e basso Calore, scorre per i primi 51 km nella provincia di Avellino, dividendola in due parti: quella ad occidente, gravitante verso il sistema urbano di Avellino e l’area metropolitana di Napoli, quella ad oriente, densa e ricca di paesaggi naturalistici, paesaggi agrari tradizionali, borghi storici e risorse idriche. Il fiume Calore Irpino nasce nel territorio di Montella. Le sorgenti, situate tra gli 800 e i 1000 metri, sono localizzate al Varco Colle della Finestra sul versante
La lettura conoscitiva del territorio: un percorso di visita
settentrionale del massiccio del Monte Acellica, nel cuore del Parco Naturalistico Regionale dei Monti Picentini. Nella profonda valle tra il monte Accellica e il monte Terminio prendono origine circa 70 sorgenti. Dalla confluenza di queste piccole e medie sorgenti nasce il Calore. Dal monte Accèllica sgorgano le sor-
a cura di Paola Maria Guerriero
genti del Saucito, del Vallone della Neve, della Ferrera,
foto archivio AdT Irpinia
delle Petiniti, della Cerasella, della Rotonda;
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hanno origine dal gruppo del Terminio le acque
superiore a 40 m. ed altezza superiore ai 4,00 m.
degli Uccelli, della Pietra, del Troncone, della Scorzel-
A partire dalla confluenza con il vallone Uccello (in
la, del Tronconciello, del Fosso della Campana, della
territorio di Lapio) e fino a Torre le Nocelle, il fiume
Tufara. Due grossi torrenti, formati da queste sorgenti,
Calore riacquista il suo notevole pregio naturalistico
si uniscono prima della località “varo della Spina” nel
risultando habitat ideale anche per diverse specie
territorio di Montella (AV), ed ha inizio la denomina-
dell’avifauna, tra cui l’ Airone cinerino di cui sono stati
zione di fiume Calore.
notati diversi esemplari che nidificano costantemente
La dimensione del bacino imbrifero del Calore per la
e, quindi, trovando abbondanza di cibo, popolano
parte ricadente in Irpinia, escluso il sottobacino del
tutta l’asta fluviale da monte a valle.
suo principale affluente Torrente Fredane, è di circa
Tra San Mango e Venticano-Mirabella, il Calore attra-
435 kmq e interessa 24 territori comunali, di cui 15
versa anche aree archeologiche di notevole pregio tra
direttamente interessati dal corso fluviale.
cui ricordiamo quella di “Ponte Annibale” tra San Man-
Da Montella a Ponteromito (Nusco) il fiume attraversa
go e Lapio e quella di “Ponterotto” a Mirabella Eclano.
una prima piana dell’estensione di circa 1.200 ha e
Nell’ultimo tratto, nell’attraversare i territori comunali
in essa incontra due aree PIP di recente realizzazione
di Torre le Nocelle e Venticano, in sinistra idraulica,
nei territori comunali di Montella e Cassano Irpino.
e di Taurasi e Mirabella, in destra idraulica, il Calore
In questo tratto, il Calore scorre all’interno di sponde
attraversa una piana alluvionale con terreni dediti
per lo più naturali e nel corso degli anni ha profonda-
soprattutto alla coltivazione del Tabacco, coltura che
mente mutato la sua morfologia mutando, in alcuni
necessita di notevoli quantità di acqua per l’irrigazio-
punti, anche sensibilmente il suo corso. Ad accentuare
ne soprattutto nel periodo che va da maggio a set-
questo fenomeno sono i continui prelievi di acqua ad
tembre. In questo tratto il fiume risulta ben incassato
uso idro-potabile che vengono effettuati nella parte
con altezze d’acqua, mediamente, superiori al metro
alta del bacino, sicché il fiume, pur risultando sempre
risultando ricco di fauna ittica (carpe, cavedani, trote
vitale anche nei periodi di magra, presenta un alveo
ecc.).
di piena ordinaria ridotto rispetto al passato e la sua portata varia notevolmente al variare delle precipitazioni atmosferiche. Solo all’altezza del depuratore di Cassano Irpino il fiume comincia ad acquisire parte di quest’acqua destinata agli usi potabili soprattutto della Puglia, grazie al rilascio in alveo dell’esubero delle captazioni del gruppo sorgentizio denominato “Pollentina”. Nel periodo estivo, detti apporti risultano praticamente nulli. Da Nusco e fino a Luogosano, ad eccezione del piccolo nucleo abitativo di Ponteromito, il fiume Calore scorre ben incassato senza attraversare centri abitati. Dal punto di vista naturalistico, il tratto assume una rilevanza notevole risultando per lunghi tratti ancora incontaminato ed essendo meta di diverse attività turistico-ricreative tra cui la pesca sportiva. A valle di Luogosano il Calore attraversa il nucleo industriale di San Mango ed è arginato all’interno di “palancolate” con sezioni idriche rettangolari di larghezza
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L’industrializzazione post-sisma 1980 e le aree ex. Art. 32 della Legge 219/1981: l’ASI San Mango-Luogosano
Territorio: la cultura locale, l’ambiente antropizzato. Il territorio del bacino imbrifero del Calore è carat-
La legge 219 del 1981, oltre a rappresentare uno
terizzato dalla presenza mutevole di diversi sistemi
strumento legislativo che creava le condizioni eco-
paesaggistici: dalle montagne dei Picentini, alle
nomiche e legislative per affrontare la ricostruzione
colline del Taurasi e dei vigneti dell’aglianico, alle
dei paesi distrutti dal terremoto del 1980, si poneva
valli dell’area eclanese coltivate principalmente a
l’obiettivo di generare le condizioni per favorire uno
tabacco e grano.
sviluppo economico delle aree interne basandosi
Le escursioni lungo il fiume Calore, consentono di
sulla creazione di poli industriali, volendo incentivare
poter optare per la visita in particolare ai centri che
investimenti in aree depresse occupazionalmente ed
coronano la valle fluviale. Si segnalano alcune pecu-
industrialmente. Furono individuate tra Campania e
liarità, certamente non esaustive del complesso dei
Basilicata 20 aree per insediamenti industriali, 12 in
valori storico, architettonici, culturali e ambientali che
Campania di cui 8 in Irpinia.
ogni comune del bacino imbrifero porta in dote alla
L’area industriale di San Mango sul Calore è localizzata
valorizzazione del territorio. In particolare la presenza
proprio sulle sponde del fiume, in un’area leggermen-
del Parco Naturalistico dei Picentini e le aree dedicate
te rilevata tra due anse fluviali. L’area industriale ha
alla viticoltura di qualità con il Fiano d.o.c.g. ed il
fortemente modificato lo stato dei luoghi in modo
Taurasi d.o.c.g., e le importanti testimonianze storico
che quasi il fiume non viene percepito.
archeologiche e antropologiche presenti nell’area
L’area si identifica principalmente con la Zuegg Spa,
dell’eclanese, indicano i punti cardine su cui innesta-
lo stabilimento che lavora frutta fresca insediato sin
re innovative strategie di sviluppo socio-economico
dal 1986. Oltre il 40% delle aziende presenti è legata
basate essenzialmente sulle politiche dell’ambiente,
invece alla fabbricazione e lavorazione dei prodotti in
dello sviluppo rurale e della valorizzazione anche in
metallo.
chiave turistica degli aspetti enogastronomici.
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Archeologia e circuito museale: Aeclanum e Mirabella Eclano
significativo della “tirata”.
Posta tra la Puglia e la Campania, l’Irpinia ha rappre-
snoda lungo un percorso longitudinale scandito da
Il Museo dei Misteri, situato in quelle che un tempo furono le scuderie del convento francescano, si celle, piani rialzati e da spazi ampi che lentamente
sentato fin dall’antichità un passaggio obbligato per
si restringono per accompagnare il visitatore lungo
traffici commerciali, percorsi migratori e di colo-
le tappe della Passione di Cristo. I gruppi scultorei,
nizzazione. Ne sono testimonianza i numerosi siti
chiamati anche “quadri” o “tavolati”, sono interamente
archeologici e i musei allestiti negli ultimi 50 anni su
realizzati in cartapesta e sono opera dell’artista ecla-
tutto il suo territorio.
nese Antonio Russo (1836-1914) che nel 1875 li donò
Tracce di importanti vie di comunicazione romane
alla Città. Le figure, modellate utilizzando carta vec-
come la Via Appia - “regina viarum” - con le relative
chia e colla e con inserti di vetro per gli occhi, sono
traverse e diverticoli, sono ancora visibili.
alte circa un metro e mezzo e si contraddistinguono
I fiumi e le loro valli, restituivano le migliori condizio-
per le espressioni di vigore e di dolore che l’artista ha
ni orografiche per costruire quella rete di infrastrut-
saputo infondere loro.
ture che gli abili ingegneri romani realizzarono in
La visita a Mirabella non può prescindere dalla
tutto l’impero favorendo la fruibilità di luoghi spesso
conoscenza della Cattedrale, la Chiesa di Santa Maria
impervi e ostili.
Maggiore. Fondata in epoca normanna in quella che
Il Parco archeologico di Aeclanum (da Grottaminarda
fu Acquaputida, la chiesa ha un impianto a navata
percorrendo la S.S.90 direzione Avellino) si affaccia
unica, successivamente vi fu aggiunto il transetto e
sulla Via Appia, sul cui tratto, compreso tra Mirabella
oggi presenta una pianta a croce latina absidata. La
Eclano, Apice e Bonito, sono ancora visibili i resti
facciata è in lastra di pietra chiara definita da lesene
dell’imponente Ponte Rotto, in prossimità del fiume
e da quattro cappelle che, fino al 1980, conteneva-
Calore. La nascita del centro di Aeclanum, fondata
no le statue di San Benedetto, San Francesco, San
dalla tribù sannita degli Irpini, risale alla fine del III
Guglielmo e San Vincenzo. Al suo interno è custodito
secolo a.C. Le fonti storiche parlano di Aeclanum
un maestoso crocifisso ligneo del sec. XII, testimo-
come luogo abitato fino al VII secolo d.C. Nella prima
nianza della penetrazione dei modelli normanni nelle
metà del 1900 furono eseguiti i primi scavi archeolo-
regioni dominate dagli Altavilla; il Cristo “gaudens”,
gici che misero in luce i resti e le tracce di costruzioni
di grande valore artistico e unico nel suo genere, a
risalenti al periodo imperiale: il macellum, le terme
differenza della più diffusa iconografia che lo raffi-
e diverse case, una basilica paleocristiana, i cui resti
gura “patiens”, è rappresentato non sofferente e con
ancora in vista risalgono al IV sec. d.C., e la necropoli,
grandi occhi aperti, a simboleggiare la salvezza e la
situata fuori le mura ai lati della Via Appia.
vittoria della vera vita sulla morte.
La città di Mirabella Eclano offre al visitatore un nutrito circuito museale. Il Museo del Carro è allestito nel duecentesco complesso monumentale di San Francesco, sede del Municipio. Il Museo espone alcune parti originali dei sette registri che compongono il Carro – gigantesco obelisco di paglia alto 25 metri trainato il sabato che precede la terza domenica di settembre dai buoi e dai “funisti”- oltre una mostra permanente di fotografie che illustrano la storia del Carro sin dal suo primo progetto datato 1869, percorrendo le fasi salienti della sua costruzione fino al momento più
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Vino e territorio: Taurasi “brand” dell’Irpinia
pletamente preservata. Attraverso il grande portale
Salendo lungo le colline ammantate di vigneti,
tipologico a corte e quindi alle stanze ed alla cappella
d’ingresso ad arco che porta in chiave lo stemma dei Gesualdo-Este, si accede al cortile, con un impianto di S.Pietro a Castello.
ripercorrendo le strade delle antiche romane legioni
All’interno dell’Enoteca Regionale, presso le antiche
d’Oriente le cui battaglie, nella Bassa Valle del fiume
Scuderie del castello, spicca “Sensorial TAU”. Il per-
Calore sono raccontate da Tito Livio, si respira l’aria
corso sensoriale, attraverso i 5 sensi, vuole indicare
fine della vitis ellenica e si giunge a Taurasi. Il borgo,
la strada più completa per conoscere i tre grandi vini
dominato dal castello Marchionale, ha dedicato la sua
irpini DOCG: Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino.
storia al simbolo che ha saputo intrecciare al paese
In una grotta tufacea si tocca con mano la terra delle
le sue migliori sorti: l’uva e quel suo prezioso nettare
viti, le foglie dei filari, si apprezzano i sentori di diversi
che è il vino Taurasi. Il vino prende il nome del paese
profumi, si degustano i vini autoctoni irpini.
dove si è concentrata in passato la sua commercia-
Taurasi, nel suo centro antico conserva un tessu-
lizzazione e dove l’Aglianico veniva conservato nelle
to viario di origine medievale “a spina di pesce”
grandi botti e poi spedito ad Avellino con la ferrovia
fortemente caratterizzante ed è centro di prege-
Avellino-Rocchetta Sant’Antonio.
vole architettura grazie ai portali e alle costruzioni
I vini prodotti a Taurasi, vantano una grande quantità
gentilizie. Curiosa l’atipica conformazione della Via
di primati. L’11 marzo 1993 il Taurasi divenne, per
Municipio che dalla larghezza di sette metri si allarga
decreto ministeriale,un vino, tra pochissimi in Italia,
fino a venti. Questa caratterizzazione urbanistica la si
che poteva fregiasi della denominazione d’origine
deve ad un atto di vendita di fine Ottocento, quando
controllata e garantita. Così una delle aziende vitivi-
un notabile del paese acconsentì che si costruisse sul
nicole del centro irpino produsse la prima bottiglia
suo terreno, soltanto se fosse stata lasciata scoperta
DOCG comprovata dal numero della fascetta di Stato
e visibile da chi guarda da Porte Maggiore, la facciata
riportante il primo codice assegnato.“AAA0000001”.
della chiesa di San Domenico: una vera e propria
Taurasi è la sede dell’Enoteca Regionale dei Vini d’Ir-
intuizione urbanistica di grande rilievo.
pinia, istituita con legge regionale nel 2004 e ospitata nel Castello Marchionale, sapientemente restaurato con tecniche conservative della struttura originaria e con la spazialità del palazzo rinascimentale com-
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Il Ponte Principe a Lapio: ardita ingegneria ottocentesca
San Mango sul Calore: Il ponte del Diavolo
Nell’Ottocento l’ingegneria ferroviaria favoriva la
Il cosiddetto “Ponte Annibale” o “Ponte del Diavolo”
costruzione delle rotaie in vicinanza dei corsi d’acqua.
tra San Mango e Lapio – in piena zona industria-
I fiumi ben si prestavano ad alimentare i serbatoi di
le - segna il tracciato di una traversa secondaria,
acqua utili al raffreddamento delle possenti locomoti-
che univa Nola con l’antica Via Appia passando per
ve a carbone.
Villamaina.
L’antica ferrovia Avellino - Rocchetta Sant’ Antonio,
Immerso nella natura lussureggiante – una surre-
inaugurata nell’intero percorso nel 1895, può conside-
ale oasi nel cuore di un nucleo industriale - questo
rarsi a ben diritto il Treno Irpino del Paesaggio.
ponte romano ben conservato, non sembra intitolato
Attraversa in più punti e con ardite opere ingegneri-
al grande condottiero Annibale, per mancanza di
stiche i fiumi Sabato, Calore ed Ofanto.
riferimenti storici certi; molto più probabilmente si
Tra Taurasi e Lapio, il Ponte Principe è una mirabile
chiama così perché il proprietario di quel terreno era,
opera di ingegneria ottocentesca.
appunto, un certo Annibale.
La stessa tecnologia del ferro con la quale si è realizza-
L’imponente struttura - ad arco in laterizi - in epoca
ta la contemporanea Torre Eiffel di Parigi ha consen-
medievale colpì l’immaginario delle popolazioni che
tito di costruire un ponte caratterizzato da tre navate
l’associarono – come racconta la leggenda del mago
reticolari di 95 metri di luce e un’ altezza di 10 metri,
alchimista Pietro Bailardo – ad un luogo dove il mago
per una lunghezza totale di 340 metri.
e il diavolo in cerca di anime da portar via costruiva-
Al di sotto del ponte un sentiero naturalistico lam-
no il ponte per gli inferi.
bisce le sponde del Fiume Calore, fino a giungere ai
Il fiume, che doveva passare sotto al ponte è stato
resti di una probabile vecchia torre molitoria, in un
deviato per favorire l’insediamento industriale di San
tratto in cui il fiume risulta ben incassato con altezze
Mango/Luogosano.
d’acqua, mediamente, superiori al metro risultando
La deviazione del fiume ha favorito la creazione di
ricco di fauna ittica con carpe, cavedani, trote e altro
una piccola ma significativa palude, che evoca più
ancora.
comunemente l’immagine dello stagno, area limitata dove si ammira un perfetto habitat, luogo dove acqua e terra si incontrano. Nonostante le dimensioni ridotte, lo stagno costituisce un vero e proprio ecosistema, nella maggior parte dei casi, ricco di biodiversità, in cui sono riconoscibili le componenti biotiche e abiotiche fondamentali.
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Un esemplare restauro urbano: Castelvetere sul Calore
Il complesso di San Francesco a Folloni in Montella: forziere di fede ed arte
Castelvetere sul Calore merita una visita perché
Le fonti e le tradizioni più antiche raccontano che
degno esempio di recupero e restauro di un centro
Francesco d’Assisi, mentre si recava alla grotta di San
storico. A seguito del terremoto del 1980 sono stati
Michele sul Gargano, riparò in località Folloni provvi-
attuati interventi di recupero “leggeri” mirati a mi-
denzialmente nell’inverno del 1221, sotto un leccio.
gliorare la risposta sismica degli edifici con tecniche
La notevole quantità di neve che cadde quella notte
strutturali non invasive e con l’utilizzo di materiali
non lambì i rami sempreverdi dell’albero né inzuppò
ecologicamente compatibili e soprattutto recuperati
le tonache di quei pochi frati che vi avevano trovato
in loco. Il comparto del centro antico di Castelve-
rifugio per la notte. Il fatto prodigioso non tardò mol-
tere è diventato così un albergo diffuso. La Chiesa
to a passare di bocca in bocca, come l’identità della
dell’Assunta, nella parte alta del borgo medievale e
guida di quel drappello di forestieri, vestiti in modo
la seicentesca Chiesa di S.Maria delle Grazie, con un
vile: frate Francesco e i frati minori.
artistico portale di epoca rinascimentale, si aprono su
A seguito di questo prodigio il santo di Assisi lasciò
piccoli slarghi che interrompono il dedalo di vicoli e
due frati a sovraintendere alla costruzione, accan-
viuzze.
to all’albero, di un romitorio dedicato alla Vergine dell’Annunciazione. Il leccio, nascosto nelle fondamenta del convento, è diventato radice simbolica del Complesso Monumentale di San Francesco a Folloni. Questa storia leggendaria non è l’unico “documento” della fondazione né l’unico fioretto “francescano” che si tramanda da otto secoli. Appena due anni dopo, sempre la neve fa da occasione a un altro prodigio: i frati bloccati da giorni senza cibo erano impossibilitati a raggiungere i casali di Montella. Il bussare alla porta non restituì nessuna presenza umana, nessuna impronta sulla neve, ma solo un sacco pieno di pane fragrante. San Francesco che era in Francia presso la corte di Ludovico VIII ebbe in visione il pericolo per i suoi frati e per mano di angeli inviò un sacco di lino, ricamato a gigli di Francia colmo di pane. Conserveranno allora il sacco come tovaglia d’altare, e nei secoli a venire sarà la reliquia più preziosa del convento, ancora oggi lì conservata ed oggetto della devozione popolare. Il complesso di San Francesco a Folloni oggi è davvero uno scrigno di opere d’arte. In seguito al terremoto del 1980 che sconvolse l’Irpinia, pesanti interventi di restauro interessarono il convento che ospitò, come un forziere, le opere d’arte recuperate dalle chiese disastrate del territorio.
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I Picentini e l’incanto della natura: acque, forre, grotte, panorami
Vi fu annesso anche un laboratorio di restauro e un museo. Attualmente gran parte di esse sono tornate nei luoghi di provenienza ma si possono ancora ammirare le pregevoli tavole di Marco Pino da Siena,
Montella come Bagnoli Irpino presentano un conte-
di Teodoro d’Errik, di Leonardo da Pistoia provenienti
sto paesaggistico di alto valore naturalistico, percorsi
da Bagnoli Irpino e alcune opere del convento, nel
che costeggiano corsi d’acqua consentono escursioni
museo adiacente al magnifico Chiostro rinascimenta-
anche senza troppe difficoltà e fatica; ad esempio il
le quadriportico su due livelli.
sentiero dello Scorzella (n° 141), si sviluppa costeg-
La Chiesa, maestosa e luminosissima, in stile asbur-
giando il Torrente fino alle sorgenti del ramo ovest
gico napoletano, è uno scrigno dell’arte barocca
per poi risalire al Faggio Scritto e terminare al Varco
campana, e nella sua sagrestia conserva il monumen-
delle Bocche (1100 m s.l.m.). D’estate si può risalire
to funerario di Diego Cavaniglia, la cosiddetta Tomba
il torrente in acqua dopo aver attraversato un ponte
degli Innamorati, che ha ispirato nei secoli i più
del periodo fascista ove si può ammirare una cascata
importanti cantori d’amore. Diego Cavaniglia, incarna
e da dove si può iniziare il percorso fluviale (costume
il modello ideale del cavaliere rinascimentale; ferito
e scarponcini). Altri sentieri coinvolgenti sono quelli
a morte nella crociata contro i Turchi ad Otranto fu
che conducono alla Cascata della “Maronnella” e alla
seppellito a San Francesco a Folloni di Montella, dove
cascata della “Lavandaia”, che alimentava un vecchio
la consorte, Margherita Orsini, fece edificare una cap-
mulino, realizzato nel 1565 e utilizzato fino al secolo
pella e un superbo monumento sepolcrale. L’amore
scorso. Successivamente alimentò anche una diga,
di Margherita per il suo Diego, non si spense mai
progettata nel 1699.
pur costretta a seconde nozze per ragioni di stato, fu
Sui monti Picentini, come il torrente dello Scorzella,
seppellita accanto al marito.
si formano altri ruscelli che man mano confluiscono
Il complesso monastico di Santa Maria della Neve
in torrenti sempre più grandi. Questi corsi d’acqua in
in uno con l’adiacente castello longobardo ed il
alcuni punti hanno scavato gole profonde dove scor-
Santuario del Santissimo Salvatore sono altre emer-
rono silenziosi e lenti, creando un’atmosfera davvero
genze storico-artistiche che vengono esaltate nella
suggestiva, in altri punti scorrono su fondali bassi, ma
loro imponenza anche dal contesto paesaggistico e
con forza e vitalità.
naturalistico in cui sono inserite.
In altri punti questi corsi d’acqua compiono grandi salti, anche di 20 metri, formando così cascate e vasche naturali di roccia, dove, i più impavidi, in estate fanno il bagno, a una temperatura che si aggira intorno ai 4° C.
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Monumenti dell’arte e della natura: il coro ligneo di Bagnoli Irpino, il Lago Laceno e la Grotta del Caliendo
spiccano il grande piano dell’Acernese, il piano dei Vaccari, il piano Sazzano, il piano Migliato e il più nascosto Piano Tizzano. Nel periodo primaverile sono consigliate le visite alla spettacolare Fiumara di Tannera dove si rimane incantati dalle sorgenti, dalle cascatelle e
La chiesa madre di Bagnoli, dedicata all’Assunta, fu edi-
dai numerosi guadi. A favorire il turismo sciistico sono
ficata nel XII secolo sulla collina della Giudecca, luogo
presenti impianti di risalita, con seggiovie, sciovie e
in cui si sviluppò il primo nucleo abitato. Il portone di
campi scuola. La seggiovia parte dalla base (Stazione
ingresso originario è quello che può essere ammira-
Laceno) posizionata a 1109m per arrivare a circa 1650
to tuttora. La chiesa, a tre navate e due transetti, è a
m (Stazione Raiamagra), attraverso un interscambio a
croce latina e fu ingrandita nel XVI secolo, assumendo
quota 1400m circa (Stazione Settevalli).
l’aspetto attuale. All’interno sono conservati numerosi
E’ possibile praticare anche escursionismo invernale
affreschi e sculture di artisti locali come La Decolla-
con ciaspolate e sci di fondo, lungo i sentieri innevati:
zione di S. Giovanni Battista e l’Addolorata di Andrea
un modo non consueto, ma forse più coerente con le
D’Asti, una tela che raffigura l’Immacolata Concezione
caratteristiche ambientali dei rilievi montuosi circo-
considerata la protettrice della comunità bagnolese; la
stanti, di praticare il territorio. In particolare dall’al-
Concezione della Vergine con S. Luca e S. Nicola di Bari,
topiano, in prossimità dell’Hotel La Lucciola, parte il
la Trinità e Santi, la scultura di S. Francesco da Paola.
sentiero n°137 detto del Circuito del Rayamagra; lungo
Da ammirare anche il Cristo morto di Domenico De
la prima parte è possibile, affacciandosi sul Vallone
Venuta.
Caliendo, osservare la Valle del Calore, Montella e Ba-
Un vero e proprio capolavoro d’intaglio è il coro ligneo,
gnoli Irpino da una visuale del tutto diversa da quelle
motivo prezioso per decidere di recarsi a Bagnoli
consuete da “cartolina”. Lungo il sentiero si incontra
Irpino. Venne eseguito tra il 1652 e il 1657 dagli artisti
una traversa che conduce alle magnifiche Grotte del
bagnolesi Scipione Infante, Gian Domenico e Giovanni
Caliendo, seconde per lunghezza in Campania solo
Angiolo Della Vecchia e Giacomo Bonavita. E’ compo-
alle Grotte di Castel Civita in provincia di Salerno. Il
sto da 19 stalli. Nelle colonnine degli stalli, in altorilie-
tratto oggi percorribile è di circa 3,5 km, e solo con
vo, sono riprodotte le scene del vecchio Testamento a
attrezzature speleologiche ed accompagnati da guide.
partire dalla Genesi. Negli specchi,invece, in bassorilie-
Le grotte scavate da un fiume sotterraneo presentano
vo, sono rappresentate le scene del Nuovo Testamen-
diversi ambienti ipogei riccamente concrezionati.
to, cioè della vita di Gesù. Capolavoro di scultura unico nel suo genere realizzato in legno di noce nazionale. L’altopiano Laceno è una delle località turistiche di maggiore interesse dell’Irpinia e dell’intera Campania, punto di riferimento come stazione climatica invernale con l’attrezzato Villaggio Alpino, facilmente raggiungibile da Bagnoli Irpino. Il Lago omonimo, a 1053 m s.l.m., si trova in una vasta e pittoresca conca verde, circondata dalle vette del Monte Cervialto (1809 m la vetta più alta dei Picentini), del Monte Raiamagra (1667 m), del Monte Cervarolo (1600 m), della Montagna Grande (1509 m) e del Monte Piscacca (1470 m). Oltre alle vette esistono vari pianori dove regna la pace e la tranquillità. Tra questi
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Aspetti territoriali e paesistici La descrizione delle qualità del territorio di riferimento del fiume Calore è stata sviluppata in una più ampia cartografia tematica. Le cartografie sono state elaborate a partire da quelle allegate al Piano Territoriale Regionale della Campania, adottato e vigente con legge regionale n. 13 del 13 ottobre 2008, oltre che di altri piani e programmi. In particolare il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 e l’allegato Rapporto Ambientale, il Piano di Tutela delle Acque adottato dalla Regione Campania con Del.G.R. 1212/2007, il Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale adottato dal Comitato Istituzionale dell’Au-
La cartografia di studio del territorio: i caratteri fisico - naturalistici
torità di Bacino Liri Garigliano e Volturno (Gaz.Uff. 55/2010) ed altri studi e pubblicazioni di settore. Le cartografie sono elaborate in due serie: l’inquadramento del bacino imbrifero nell’intero territorio provinciale e la valutazione dei caratteri paesaggistici, ambientali a livello di bacino.
a cura di Luca Battista
Gli inquadramenti territoriali in particolare evidenziano le seguenti specificità. Il corridoio ecologico “da potenziare” Calore, nell’ambito del 3° Quadro Territoriale del Piano Territoriale Regionale è inserito principalmente nel Sistema Territoriale di Sviluppo A12 Terminio Cervialto a dominante naturalistica; inoltre nella parte settentrionale del bacino imbrifero, alcuni comuni ricadono pure nel STS B4 Valle Ufita a dominante ruraleculturale e nel STS A8 Partenio sempre a dominante naturalistica. Ad ogni STS è associata una matrice di indirizzi strategici da perseguire. Si evidenziano gli indirizzi che costituiscono una scelta strategica prioritaria da consolidare e in particolare: B.1 Difesa della biodiversità, B.2 Valorizzazione Territori marginali, B.5 Recupero aree dismesse, C.2 Rischio sismico, E.2a Attività produttive per lo sviluppo- agricolo –Sviluppo di filiere, E.2b Attività produttive per lo sviluppoagricolo - Diversificazione territoriale. La Comunità Montana Terminio Cervialto interessa alcuni territori comunali ricadenti nel bacino imbrifero
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del corridoio ecologico fluviale.
il più esteso della Campania, interessa 30 comuni di-
Nell’ambito della programmazione europea legata
slocati tra la provincia di Avellino e quella di Salerno,
al Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, i territori
per una superficie complessiva di oltre 63.000 ettari,
comunali interessati dal bacino idrografico ricadono
di cui quasi il 55% ricade in Irpinia. La ricca diversità
nella macroarea C, ovvero aree caratterizzate da spe-
di habitat naturali è testimoniata dalla inclusione nel
cializzazione agricola ed agroalimentare e processi di
perimetro del Parco, per la parte irpina, della estesa
riqualificazione dell’offerta.
ZPS dei Picentini e di 7 Siti di Importanza Comunita-
Il corso fluviale del Calore ricade nell’ambito territo-
ria e cioè Monte Mai Monte Monna, Monte Terminio,
riale dell’Autorità di Bacino Nazionale Liri Garigliano
Monte Tuoro, Piana del Dragone, Monte Cervialto
Volturno. Le cartografie relative alla porzione di ter-
e le parti alte dell’Alta Valle dell’Ofanto e dei Fiumi
ritorio ricadente nel bacino idrografico in particolare
Tanagro e Sele.
evidenziano gli aspetti legati ai sistemi di paesaggio,
Dai Picentini nasce la gran parte dei maggiori fiumi
alla morfologia, al paesaggio naturale, alle coltivazio-
campani, tra i quali il Sele, il Calore, il Sabato, il Tuscia-
ni agricole. La lettura del carattere del paesaggio è
no, l’Irno, il Picentino.
stata restituita principalmente analizzando gli aspetti
La morfologia del territorio è caratterizzata dal feno-
caratteristici e confrontando i tematismi cartografati
meno carsico, per cui troviamo un paesaggio dagli
legati alle risorse naturalistiche e agroforestali, all’uso
improvvisi sbalzi altimetrici, con bellissimi punti pa-
agricolo del suolo, alla dinamica evolutiva temporale
noramici, spesso però difficili da raggiungere a causa
della copertura dei suoli, alle unità strutturali di pae-
della loro stessa natura aspra e accidentata.
saggio. Si delinea così, la sintesi del sistema territoria-
Questi monti sono ricchi d’acqua che scorre forman-
le rurale ed aperto o carta dei paesaggi.
do piccoli ruscelli che man mano confluiscono in tor-
Gli aspetti ecologici sono stati analizzati attraverso
renti sempre più grandi. Corsi d’acqua che in alcuni
le relazioni intercorrenti con la Rete Natura 2000 (SIC
punti attraversano gole profonde, in altri scorrono
+ ZPS) e le aree a Parco Naturalistico Regionale e a
tranquilli, in altri ancora compiono salti fino a 20 me-
Parco Urbano di Interesse Regionale. I SIC Terminio,
tri formando così cascate e vasche naturali di roccia,
Monte Tuoro e Piana del Dragone (anche se quest’ul-
altri ancora scompaiono nella terra per percorrere
timo non interessa direttamente i confini del bacino
tragitti sotterranei e riaffiorare più a valle.
idrografico) in sinistra idrografica e Monte Cervialto/
Il fenomeno carsico ha determinato la formazione
Montagnone di Nusco in destra idrografica, in uno
di laghi e fiumi sotterranei, inghiottitoi, doline e
con la ZPS Picentini, rappresentano le aree ad alto
grotte, di cui alcune sono praticabili dall’uomo. Ma
valore naturalistico e con elevata complessità eco-
anche in superficie è molto facile, specie nella zona
sistemica che caratterizzano la parte alta del bacino
di Verteglia, trovare fenomeni di doline e inghiottitoi,
imbrifero del Fiume Calore. Nella parte settentriona-
molto bello è quello dei Cantraloni, a 1160 m s.l.m.,
le, a confine con la provincia di Benevento si segnala
esplorato per un tratto da esperti speleologi.
il SIC Bosco di Montefusco. Inoltre, tasselli significati-
Tra i monti più alti è presente anche un piccolo
vi, aree nodali della costruzione della Rete Ecologica
ghiacciaio naturale, donominato “vallone della neve”,
Campana, si segnalano i Parchi Urbani di Interesse
meta di molti escursionisti nel periodo estivo. Sui
Regionale istituiti ai sensi della L.R.17/2003 dell’Alta
pianori di Verteglia è facile arrivare a piedi in luoghi
Valle del Calore (Montella, Nusco, Cassano, Montema-
panoramici o sistemarsi in aree pic - nic o di ristoro e
rano) e quello della Media Valle del Calore (Luogosa-
di divertimento.
no, Lapio, Taurasi, S.Angelo all’Esca). Il parco natura-
Estesi e diffusi boschi di faggio e lecci con sporadi-
listico dei Monti Picentini, istituito ai sensi della L.R.
che presenze di abete bianco, le ampie, alte praterie
33/1993, Del. G.R. 1539/2003 (BURC spec.27.5.2004) è
e i pascoli di altitudine abitati da uccelli come la
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Coturnice e sorvolati da Aquile reali, arricchiscono,
1200m slm (min. 800 m s.l.m./ max. 1432 m s.l.m.).
dunque, l’interesse naturalistico e paesaggistico.
Il sito è un massiccio calcareo appenninico, a tratti
Le praterie interrotte da rupi e vette fiorite di rare
coperto da materiale vulcanico, con estesi fenomeni
sassifraghe, ospitano una ricca flora tra cui vanno
carsici e glaciali. La Vulnerabilità è legata ai rischi
ricordate alcune interessanti specie avvistabili solo in
potenziali dovuti ad un eccessivo sfruttamento
queste aree, come il cavolo di Gravina ed il lino delle
del territorio per l’allevamento e per l’agricoltura.
fate dei Picentini, l’oxtropide di Caputo sul Monte
Pressione del turismo che sta favorendo un aumento
Terminio e sul Monte Polveracchio, e l’aquilegia del
della rete stradale.
Beato Marcellino Champagnat, un antico endemi-
Il Monte Cervialto e Montagnone di Nusco (SIC
smo puntiforme esclusivo del Monte Accellica. La
IT8040010) ha una estensione complessiva di 11.884
flora del Massiccio si presenta molto ricca e di note-
ha. tot. di cui 10.090 ha. in Irpinia (85%), con altitu-
vole interesse geobotanico, costituita com’è da oltre
dine media di 1.500 m s.l.m. (min. 800 m s.l.m. / max.
1.260 entità con un’alta percentuale di endemismo
1.809 m s.l.m.). Il sito è un massiccio carbonatico tra
(8%). Altrettanto numerosa la fauna che annovera la
i più elevati della Campania, presenta tratti ricoperti
presenza del Lupo, del Gatto selvatico, della Volpe;
da banchi di materiale vulcanico oltre che di valle
presenti anche piccoli roditori come il Topo quercino,
glaciale con stagno in via di interramento. Fenomeni
il moscardino ed il ghiro.
carsici. La Vulnerabilità è legata ai rischi potenziali
Le foreste miste sono dominate da aceri, ornello,
dovuti ad un eccessivo sfruttamento del territorio
roverella, carpini, carpinella, falso pistacchio, ontano
per l’allevamento e per l’agricoltura, e da una ecces-
napoletano. Vivono qui anche la Poiana, il Gheppio,
siva antropizzazione per turismo.
l’Upupa, l’Allocco, il Gufo reale, il Gracchio corallino
La Piana del Dragone (SIC IT8040014) ha una esten-
e il raro Picchio nero. Numerose nei Picentini le forre
sione complessiva di 686 ha, con altitudine media
umide ricche di flora microterma come l’erba stella
di 670 m s.l.m. (min. 667 m s.l.m. / max. 680 m s.l.m.).
amalfitana, pianta carnivora endemica meridionale:
Il sito è un’ampia depressione glaciale dei Monti
Anfibi: Ululone dal ventre giallo, Tritone italico, Sala-
Picentini, interessata da estesi fenomeni carsici. Ab-
mandra pezzata, e, nei limpidi corsi d’acqua, le ricche
bondanti precipitazioni nel corso dell’anno generano
comunità di Trote.
particolarissime zone umide. La Piana è caratteriz-
Il Monte Terminio (SIC IT8040011), come sito appar-
zata da una grande caverna naturale apertasi con il
tenente alla Rete Natura 2000, ha una estensione
terremoto del 1456, le acque che dai ghiacciai mon-
complessiva di 9359 ha, con il 97% che ricade in irpi-
tani scendono a valle confluiscono in un torrente
nia, con altitudine media di 1400 m s.l.m. (min. 500 m
sotterraneo di notevole vastità che alimenta i pozzi
s.l.m. / max. 1806 m s.l.m.). Il sito è un massiccio car-
di Cassano.
bonatico tipico dell’Appennino campano. Presenta
Queste aree, si sovrappongono in particolare con
valli fluviali incise sul versante occidentale e tratti di
la Zona Protezione Speciale per gli Uccelli Picentini
fiumi montani oltre che rilevanti fenomeni carsici. La
(ZPS IT8040021) estesa 63.727 ha. di cui 33410 ha in
Vulnerabilità è legata ai rischi potenziali dovuti a un
Irpinia (52%)
eccessivo sfruttamento del territorio per l’allevamen-
Tutte le cartografie comprese quelle non pubblica-
to e per l’agricoltura. Eccessiva captazione d’acqua
te in questo capitolo sono pubblicate sul sito web
che non garantisce il deflusso minimo vitale dei fiumi
calore.corridoioecologico.it e su www.corridoioeco-
Immissione di pesci aliena agli habitat di riferimento.
logico.it
Pressione del turismo. Il Monte Tuoro (SIC IT8040012), ha una estensione complessiva di 2188 ha, con altitudine media di
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INQUADRAMENTI GENERALI
CARTOGRAFIA DI SINTESI:
Il Rapporto con il territorio provinciale e le aree della Rete Natura 2000 •
•
•
Qualità dei corsi fluviali. Stato ecologico, tratti a
Sistema aree naturalistiche Rete Natura 2000
rischio, aree di criticità e vulnerabilità ambientali
Sic-Zps, parchi naturalistici
e fonti puntuali di inquinamento
Sistemi Territoriali di Sviluppo PTR Regione Cam•
pania Comunità Montana, Distretti Industriali e
Strutture Storico archeologiche del paesaggio e stato ambientale dei corsi d’acqua (SACA) (fonte:
Macroaree PSR 2007-2013
Piano Gestione Acque, Distretto Idrografico Appennino Meridionale2010 + PTR Regione
LE MAPPE TEMATICHE
Campania)
La conoscenza del bacino imbrifero. •
Bacino idrografico, comuni interessati, popolazione e superficie agricola
•
Morfologia, reticolo idrografico ed aree ad eleva-
Elaborazioni cartografiche
ta complessità ecosistemica
a cura di Eleonora Giaquinto
•
Uso agricolo (fonte: PTR Campania,2008)
•
Risorse naturalistiche ad agroforestali (fonte: PTR Campania,2008)
•
Dinamiche della copertura delle terre 1960 -2002 (fonte: PTR Campania,2008)
•
Unità strutturali di paesaggio (fonte: PTR Campania,2008)
•
Sistema territoriale rurale ed aperto (fonte: PTR Campania,2008)
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Gli indicatori di monitoraggio La Regione Campania, anche attraverso l’ Agenzie Regionali per l’Ambiente (ARPAC), ha avviato e ha in corso programmi di monitoraggio estesi ai corpi idrici significativi, in ottemperanza alle disposizioni normative nazionali (tra cui il D.Lgs 152/1999). Programmi che sono in corso di aggiornamento per essere adeguati a quanto previsto dalla Direttiva 2000/60/CE e quindi dal D.Lgs152/2006. I dati delle campagne di monitoraggio ad oggi effettuate dall’Arpac in particolare nel periodo 2002-2006, alla base del Piano Tutela delle Acque della Regione Campania e poi confluite nel Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, consentono di ottenere la classificazione
Stato ambientale del Calore: la qualità delle acque fluviali
di buona parte dei corpi idrici monitorati in base agli indicatori previsti nel D.Lgs 152/99. Gli indici utilizzati per la classificazione dello stato di qualità dei corsi d’acqua sono: • Indice Biotico Esteso (I.B.E.): un indice delle altera-
a cura di Luca Battista
zioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati del corso d’acqua; • Livello Inquinamento da Macrodescrittori (L.I.M.): un indice che stima il grado di inquinamento causato da fattori chimici e microbiologici; • Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (S.E.C.A.): un indice che confronta il risultato del Lim con quello dell’IBE e il valore peggiore determina la classe di appartenenza alle quali per convenzione sono associati 5 diversi codici colore: 1 - Elevato = azzurro ; 2 - Buono = verde; 3 - Sufficiente = giallo; 4 - Scadente = arancione; 5 - Pessimo = rosso; • Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (S.A.C.A.): un indice che sintetizza i dati relativi all’inquinamento chimico-fisico e alle alterazioni dell’ecosistema dei corsi d’acqua. Viene determinato incrociando il SECA, con il loro Stato Chimico (S.C.C.A.), il quale esprime invece l’eventuale presenza nelle acque di sostanze chimiche pericolose, persistenti e/o bioaccumulabili (accumulo di sostanze tossiche all’interno nel corso fluviale, in concentrazioni superiori a quelle riscontra-
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te nell’ambiente circostante). Lo S.C.C.A. si esprime
attesa dato che quel tratto di fiume riceve, oltre agli
rispetto al valore soglia di riferimento.
scarichi cittadini, gli apporti del fiume Sabato, del torrente Serretelle e del torrente San Nicola, in con-
Dal Varco Colle della Finestra, nascono circa 70 sor-
dizioni ambientali pessime come confermato dalla
genti (0,5-1,5 l/s), dalla cui confluenza nasce il Calore.
stazione di monitoraggio ubicata sul suo corso, che
Da esso, infatti, traggono alimento gruppi sorgentizi
funge da collettore di numerosi scarichi fognari.
con portata complessiva superiore ai 10 mc. di acqua
Nel complesso la qualità delle acque del Calore Irpino
al secondo.
presenta un andamento inverso rispetto agli schemi
Il fiume Calore secondo quanto previsto dall’Allegato
convenzionali. Si rileva cioè, una situazione fortemen-
I alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 e dalle successive
te compromessa nel tratto superiore dove, a valle
modifiche introdotte dal D.M. 131/08 è classificato
delle sorgenti, normalmente si incontra uno buono
secondo i criteri di significatività come corso d’acqua
stato di qualità biologica.
naturale di secondo ordine o superiore con bacino
Infatti, i dati di monitoraggio indicano come già in
imbrifero > 400 kmq.
corrispondenza del comune di Montella, lo Stato
Il fiume con regime ha carattere torrentizio tipico di
Ambientale risulti “scadente”; va precisato che tale
tutti i fiumi dell’appennino meridionale, presenta un
situazione deriva dal mancato effetto di diluzione
picco della portata nei mesi di marzo/aprile ed un
degli inquinanti per la ridotta portata in alveo. La
periodo di magra nei mesi di agosto - settembre
situazione di criticità che interessa parte del tratto
con una portata media di circa 31,80 mc/sec.
montano si consolida nel tratto pedemontano e valli-
Il Calore Irpino, è caratterizzato dalla presenza di ben
vo, caratterizzato da uno stato mediamente “scaden-
otto stazioni di monitoraggio attive, ubicate lungo
te” salvo che in alcuni tratti caratterizzati da uno stato
l’intera asta che si sviluppa dalle Croci di Acerno fino
“sufficiente”. I fattori di pressione che determinano
alla confluenza con il Volturno, incamerando lungo
la situazione di criticità appena descritta sono la
il percorso le acque di numerosi affluenti, tra i quali
ridotta portata in alveo e un sistema depurativo non
l’Ufita, il Fredane, il Tammaro in destra idrografica ed
efficiente.
Il Torrente San Nicola in sinistra. Lo Stato Ambientale
Il tratto medio del Calore risente in misura molto
(S.A.C.A) complessivo risulta sufficiente, per il tratto
forte delle alterazioni che insistono sui tratti superiori
compreso tra Montella (loc. S. Francesco Folloni) e
in quanto risultano compromessi gli equilibri che re-
Venticano dove rideventa scarso. Nel primo tratto
golano flussi energetici, spiralizzazione dei nutrienti e
montano la qualità è elevata, per diventare pessima
metabolismo della sostanza organica.
nell’immediato successivo altro tratto montano. Quindi, l’esame dell’andamento ecologico rilevato
Ai fini ambientali è importante il problema del man-
per il fiume Calore illustra una situazione della qualità
tenimento dei volumi idrici per il minimo vitale del
delle acque che, già a pochi chilometri dalle sor-
fiume che, nel tempo, si sta sempre di più accentuan-
genti, subisce una profonda modificazione in senso
do per i continui e incontrollati prelievi, sia in alveo
peggiorativo. I miglioramenti rilevati nel tratto privo
(Centrale Enel), sia dalle sorgenti che lo alimentano;
di montagne in pianure alluvionali – già nel Sannio
non secondario è il riassorbimento delle acque
beneventano - sono frutto, con ogni probabilità, della
correnti causato dal cambio di litologia lungo il corso
diluizione apportata dalle risorgenze provenienti da
del fiume, in quanto si passa velocemente da litotipi
Camposauro e dalle sorgenti del Grassano in agro
di natura carbonatica a depositi di copertura di
telesino. Nel tratto appena a valle della città di Bene-
fondovalle, relativamente poco permeabili. Tali feno-
vento si registra, infine, un marcato peggioramento
meni causano nel tratto montano e mediano del
della qualità. Si tratta in sostanza di una variazione
fiume vari punti di secca: prima del comune di
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Montella, localizzato alla cascata del “fascio” dove si
Superficiale e Sotterranea pubblicato sulla Gazzetta
passa da circa 150 l/sec in alveo durante il mese di
Ufficiale 253/2005, la portata relativa al Deflusso
giugno a circa 0,5- 0 l/sec in settembre ottobre e in
Minimo Vitale da garantire è pari a 0,49 m3/sec a
assenza di piogge; l’altro individuabile qualche centi-
Montella, 1,55 m3/sec a San Mango sul calore e 2,19
naia di metri oltre “il ponte della Lavandaia” che causa
m3/sec ad Apice (a monte della confluenza con il
molto spesso una secca già nel mese di luglio e nella
fiume Ufita.
parte mediana a valle dello sbarramento dell’Enel. Infatti tra il Convento di San Francesco a Folloni e il viadotto dell’Ofantina il fiume Calore risulta completamente sbarrato da una traversa in cemento realizzata dall’Enel che, soprattutto nei periodi di magra, convoglia tutte le acque del fiume all’interno di un canale di derivazione a servizio di una centrale idroelettrica ubicata nel comune di San Mango sul Calore (posta, in linea d’aria, a circa 14 Km di distanza) e consentendo il rilascio in alveo di una minima quantità d’acqua qualche decina di metri più a valle della traversa stessa. La conseguenza immediata di tale sbarramento è il regime di secca che caratterizza il fiume Calore almeno fino alla confluenza con il vallone Gargone, con una portata che rasenta lo zero soprattutto nei mesi estivi. Oltre tale sbarramento il fiume Calore interferisce con il bacino dei gruppi sorgentizi della Pollentina e di Bagno della Regina, completamente captati dall’Acquedotto Pugliese e dall’Alto Calore per gli approvvigionamenti potabili della Puglia e di parte dell’Irpinia. Tali prese contribuiscono a privare il Calore di una quantità di acqua indispensabile alla vita stessa del fiume. Alla permeabilità per fessurazione dell’alveo, e alle captazioni e deviazioni del corso fluviale, si è aggiunto, negli ultimi anni, un notevole accumulo di materiale alluvionale che ostacola ulteriormente il notevole afflusso delle acque fluviali in alveo. Garantire il deflusso minimo vitale risulta fondamentali per l’intero ecosistema fluviale, considerato che in ingresso sono stimati centinaia di litri di acqua di bacino, a fronte del continuo depauperamento, oltre che per i prelievi effettuati alle sorgenti di Cassano Irpino anche per ulteriori prelievi non controllati. Secondo i dati pubblicati dall’Autorità di Bacino del Liri Garigliano Volturno nello Studio preliminare di Piano Stralcio per il Governo della Risorsa Idrica
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Workshop: Land art/Arte Ambientale Castelvetere sul Calore “Sala Fiorentino Sullo” Borgo Castello,1 e 2 settembre 2011 Relatori intervenuti: arch. Mario Festa e arch. Marta Bertani (architetto del paesaggio). I temi trattati sono: Tematiche e tecniche della land art; Pattern di land art; Segno sul territorio; L’intervento di antropizzazione come atto creativo con specifica funzione Acqua in cammino. La percezione del paesaggio tra le aree della Rete Natura 2000 ed i corridoi fluviali. Escursioni naturalistiche Montella, Da Santa Maria del Monte all’Acqua della Madonna (sen. n° 142 cai + S.I.) . Domenica 4 settembre 2011
La fruizione del territorio: le azioni di animazione territoriale
Acqua Sonante. Concerti tra i fiumi irpini. Incontri musicali. Montella Località Acqua della Madonna: “Non al denaro, non all’amore, né al cielo. Tributo a De Andrè” concerto-evento. Domenica 4 settembre2011 Una mappa affettiva La percezione del paesaggio
a cura di Luca Battista
tra suoni, colori ed odori Il coinvolgimento delle scuole. Lapio Fiume Calore – Località Ponte Principe Avellino_Rocchetta Scuola primari. Direzione didattica, Montoro Inferiore Escursione naturalistica. Attività didattica Laboratorio di pittura e schedatura affettiva. Inoltre sono stati elaborati altri materiali multimediali . Documentario: Irpinia terra di acque, il fiume Calore. Regia e sceneggiatura Sergio Bilotta, montaggio Gianluca Santi, testi a cura di Luca Battista, realizzazione DreamLight srl, produzione Amici della Terra Irpinia. 2011 Dvd/Rom contenente i materiali tecnico scientifici prodotti durante i workshop, le gallerie fotografiche e i video reportage di tutte le attività di animazione,
Per il Corridoio fluviale del Calore l’ integrato pro-
oltre alla cartografia tematica elaborata.
gramma di azioni di sensibilizzazione, promozione
Tutto il materiale in qualsiasi forma prodotto è stato
e workshop scientifici che riguarda l’intera Rete dei
raccolto e reso fruibile sul sito calore.corridoioeco-
Corridoi ecologici fluviali irpini, ha realizzato – in
logico.it che è relazionato al portale dedicato www.
luoghi diversi, identitari, riconoscibili e diffusi sul ter-
corridoioecologico.it.
ritorio di riferimento del corridoio fluviale del Calore - le seguenti azioni.
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Progetto:
IL CORRIDOIO ECOLOGICO FLUVIALE DEL FIUME CALORE
“Tra i Sic i corridoi ecologici” Le connessioni del paesaggio nelle discontinuità antropiche un’azione coordinata ed integrata di proposta scientifica, culturale e di educazione ambientale per la valorizzazione dell’aree protette della Rete Natura 2000 in Irpinia
Un contributo per la costruzione della rete ecologica campana tra SIC, ZPS, Parchi naturalistici.
Realizzato nell’ambito del:
PSR 2007-2013 mis.323 tip.a) Regione Campania “Sviluppo e , tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” Iniziative di sensibilizzazione ambientale miranti alla diffusione ed alla condivisione delle esigenze di tutela delle aree Natura 2000 e dei siti di grande interesse paesaggistico