amici del
musical
Cameron Mackintosh, Christian Ginepro, Matilda the musical, Salvatore Giuliano, Jesus Christ Superstar, Tommy, Jekyll&Hyde, AvenueQ, The Bodyguard, Musical On Air, Les Miserables, Fantasmi a Roma...
w e b z i n e
03|2012
Amici del Musical www.amicidelmusical.it sito ideato da Franco Travaglio webzine coordinamento Francesco Moretti hanno collaborato Laura Confalonieri, Stefano Curti, Sara Del Sal, Diana Duri, Roberto Mazzone, Enza Adriana Russo, Franco Travaglio n. 03|2012 21 giugno 2012 Gran parte delle immagini sono state reperite sul web. Per ogni informazione e/o chiarimento scrivete a: francesco.moretti@gmail.com
In questo numero
Sarà la crisi e il bisogno effimero di svagarsi un po’, ma la stagione teatrale che si prospetta dopo le vacanze si annuncia molto ricca di produzioni nuove e alcune riprese interessanti. Se la Compagnia della Rancia punta sul Frankestein Jr. di Mel Brooks, la Stage risponde con La febbre del sabato sera, ed entrambi dovranno vedersela con la ripresa del fenomenale Priscilla e con l’orco verde più simpatico al mondo, Shrek. Peep Arrow non sta a guardare, e rilancia con due titoli: Mame, con Loretta Goggi, e The Full Monty, mentre Federico Bellone gioca al rialzo con un’altra doppietta: l’inedito Titanic, nel centenario dell’affondamento, e la ripresa di A qualcuno piace caldo; e poi l’annunciato Zorro, che vedrà il ritorno in Italia di Michel Altieri dopo l’esperienza newyorkese. E perdonateci dimenticanze varie: ma tutto ciò sarà oggetto di un lungo servizio sul prossimo numero. Intanto, in questo primo giorno d’estate (ci siamo dati una scadenza: uscire ogni cambio di stagione astronomica), rieccoci con la nostra webzine, che ancora una volta riesce a proporvi tante recensioni e anteprime per le quali devo solo ringraziare i nostri preziosi collaboratori che con genuino entusiasmo rispondono sempre all’appello. Tra i tanti articoli, da tutta Europa, vi segnalo una chicca in esclusiva per noi: il piacevolissimo racconto di una giornata particolare trascorsa da Stefano Curti, il direttore organizzativo del Rossetti di Trieste, assieme a Mr. Producer: Sir Cameron Mackintosh, che ha scelto il capoluogo giuliano per qualche giorno di vacanza. E quindi, buone vacanze, buone audizioni, buon lavoro a tutti; e arrivederci all’equinozio d’autunno! Francesco Moretti
Facts & Figures
Cameron Mackintosh Christian Ginepro Matilda il Musical Salvatore Giuliano Elisabeth Jekyll & Hyde Jesus Christ Superstar Avenue Q Tommy Sweeney Todd West Side Story Cats The Bodyguard Musical On Air Joseph & the Amazing Technicolor Dreamcoat Dal mondo del musical
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Una giornata con Sir Cameron Sabato davvero speciale per Stefano Curti, direttore organizzativo del Rossetti di Trieste, a spasso con un ospite particolare di Stefano Curti Trieste, 16 giugno 2012 - Metti una giornata con Sir Cameron... Posso sintetizzare così un sabato del tutto insolito, nel corso del quale ho accompagnato Sir Cameron Mackintosh alla scoperta di Trieste e delle sue bellezze. Avevo conosciuto “Mr. Producer” alla prima del tour di Les Misérables a Cardiff, una serata memorabile nella quale, oltre a vedere uno spettacolo eccezionale, avevo avuto l’occasione di conoscere anche Claude Michel Schönberg e tante persone dell’entourage di Sir Cameron. L’impressione era quella di trovarmi in una serata di famiglia (alla prima era presente anche l’anziana madre del produttore, oltre ai fratelli e al suo medico di fiducia), e mi avevano raccontato che Mr. Producer tiene in grande considerazione il rapporto personale con tutti quelli che lavorano con lui e per lui, siano essi attori, tecnici od organizzatori.
E l’impressione di un personaggio alla mano mi è stata confermata in occasione del suo arrivo a Trieste. Quando lo avevo incontrato a Cardiff, Cameron mi aveva espresso l’interesse di visitare il capoluogo giuliano. “Sono spesso in Adriatico mi disse all’epoca - ma non sono mai salito fino a Trieste. Ho sentito che fate delle cose molto belle nel vostro teatro e prima o dopo devo riuscire a combinare una visita”. Ed è stato di parola. Qualche settimana fa il suo ufficio di Londra mi ha contattato per chiedere alcune informazioni sulla città, e io mi sono messo a disposizione per fargliela conoscere. Ecco dunque che sabato 16 giugno ho fatto da “cicerone” a Mr. Producer e ai suoi ospiti. Sir Cameron è rimasto affascinato dalla città, che in verità si presentava alla grande, con una magnifica giornata di sole, due navi da crociera attraccate alla Stazione Marit-
tima, qualche altro yacht - oltre al suo Gardenia - ormeggiato davanti a Piazza Unità, e la prima edizione della Notte bianca, con musei e negozi aperti fino a mezzanotte. Nel corso della giornata ha visitato il Borgo Teresiano, il Castello di San Giusto, Cittavecchia, il Parco e il Castello di Miramare. Abbiamo parlato di tante cose e ovviamente il discorso è spesso caduto sui musical. Cameron è entusiasta del lavoro che sta facendo sull’edizione cinematografica di Les Miz (fa un certo effetto passeggiare per Trieste e sentirsi dire “l’altro
ieri abbiamo registrato la nuova canzone con Hugh (Jackman) ed è davvero eccezionale.Vogliamo che la colonna sonora sia perfetta e solo una volta raggiunto questo obiettivo daremo l’ok alla data di uscita del film”). Quanto alla situazione del musical in Italia Cameron era perfettamente d’accordo sul fatto che è necessario far fare al genere un salto di qualità, coinvolgendo in primis gli enti lirici. Anche in Inghilterra le cose non sono facili, e a suo avviso non sono usciti negli ultimi dieci anni spettacoli in grado di eguagliare il successo uni-
versale degli show da lui prodotti negli anni Ottanta. “Ci sono spettacoli che vanno molto bene in America o in Inghilterra, ma che poi non sono esportabili in altri paesi”. Mr. Producer ha voluto visitare il Rossetti ed è rimasto affascinato dal teatro. Già cominciava a immaginare i suoi spettacoli... Mary Poppins potrebbe uscire da lassù... Per Les Miz possiamo costruire un finto proscenio... Il fantasma qui non riesce a entrare, dobbiamo aspettare una riduzione della scena... Miss Saigon invece ci starebbe benissimo... Chissà se tutto questo un giorno
potrà realizzarsi. Quello che fino ad ora era un sogno lontanissimo magari adesso è un po’ meno lontano. Comunque restiamo nell’ambito dei sogni. Se poi, tra qualche anno, potremo presentare un cartellone del Rossetti con Les Miz o Phantom, vorrà dire che questa giornata di giugno è destinata a passare alla storia. Se non riusciremo a farlo, invece, rimarrà una bella giornata trascorsa in compagnia del produttore teatrale più simpatico che ho mai conosciuto!
Christian Ginepro Mignolo maiuscolo Una chiacchierata a tutto tondo con uno dei performer di punta della scena teatrale italiana di Franco Travaglio Tu sei quello che si dice un artista a tutto tondo: performer, attore comico, regista, drammaturgo, docente, fondatore di compagnie, ci vuoi raccontare da dove scaturisce la tua passione e come hai fatto a trasformarla in una così versatile professione? Mi sono sempre considerato una spugna: la mia è soprattutto sete di imparare e di condividere. Cerco ogni giorno di declinare i doni che ho ricevuto nei modi che più mi fanno sentire vivo. La creatività non può avere una sola forma... anzi... credo che la mutevolezza di forme e contenuti sia alla base della creatività stessa. Qual è stato il principio ispiratore, lo spirito che ha unito la tua carriera? C.R.I.: Condivisione, Incanto, Responsabilita'! A quali spettacoli ti senti più legato? Difficile dire: Cabaret per il ruolo, Tutti su per terra per i contenuti, Alice perché è tutto mio, Vacanze
Romane perché lavorare per Garinei vuol dire giocare in Serie A, A Chorus Line perché con Baayork Lee abbiamo lavorato come a Broadway. Serial Killer per Signora perché è stato il primo show da protagonista. Il giorno della tartaruga perché la gente rideva tanto.Ma il migliore è il prossimo....qualunque sia!!! Cosa ti diverte più creare, dirigere e interpretare? Io sono un attore! …al quale ogni tanto qualche sconsiderato chiede di fare altre cose. Qual è il progetto che ti è rimasto nel cassetto e vorresti mettere in scena? I miei 4 musical tutti italiani che credo sara' difficile che qualcuno mi produca (senza Titolo famoso e/ o Protagonsta con cognome famoso o uscito da un rotocalco è dura che da noi uno spettacolo veda la luce): Colpo Di Scena, Leo, La Merica e Sindaco Per Ferie... le idee non mancano. Ma in questa ‘Iber...Nazione’
c'è prima da far la rivoluzione... poi le messe in scena nuove. Quale grande ruolo ti piacerebbe interpretare? Nel musical credo il protagonista di All That Jazz. Al cinema e in tv amo raccontare l' "uomo mignolo"... l'eroe che non ti aspetti. In realtà mi piacerebbe recitare nei Musical quei ruoli che altri hanno solo cantato e ballato… e ce ne sono troppi. Quale consiglio daresti a un giovane che si vuole affacciare alla ribalta del teatro - musicale e di prosa? Innanzitutto capire che artista è colui che è quello che fa!!! Tutti ora vogliono fare gli artisti... ma come
dice Verga "chi nasce pesce il mare lo chiama"... La tv ci dice che siamo tutti pesci... Io non ne vedo in giro così tanti… Ma soprattutto direi a tutti di diventare innanzitutto attori-interpreti e non performers... L'interprete è sul palco sempre per raccontarti qualcosa, il performer ti fa il circo e tu stai lì in platea a domandarti se non sarebbe stato meglio andare al cinema. Qual è il più grande problema e la più grande opportunità del teatro italiano attuale? Il grande problema che il nostro musical è un teatro che non smuove, sta lì a leccarti il culo... ti indora la pillola. Ti rassicura e ti ac-
carezza l'ego facendoti uscire come sei entrato... Il teatro a parer mio deve smuovere (come fanno Rent e Spring Awakening); deve farti tremare la terra sotto i piedi e farti uscire pieno di domande e non pieno di scontate risposte... Abbasso il vuoto col fiocco!! L'opportunità è che a forza di fare Alice, Robin, Zorro, Hallo Kitty, Bambi, Biancaneve e Peter Pan prima o poi ci verrà voglia di ascoltare storie italiane. Non titoli famosi ma storie ancora non raccontate, che abbiano sangue che scorre nelle vene e non puzza di formaldeide. Se vincessi all'enalotto il budget per un musical, cosa metteresti in scena, quali
artisti e creativi italiani scrittureresti? Divento socio degli Agnelli nella Juventus!!! Oppure rilevo la mia amata Vis Pesaro!!! Amore calcistico a parte,produrrei me stesso e Chiara Noschese per i prossimi 20 anni. Una coppia che mi è rimasta nel cuore. Partirei da qualche mitico Woody Allen stile Io e Annie o Amore e Guerra per poi chiudermi con Chiara 3 mesi in uno chalet a scrivere roba nuova. Parlaci di Alice, il tuo ultimo progetto andato in scena con grande successo in tutti i teatri italiani, com'è nato, quale metodologia adotti nello scrivere uno spettacolo nuovo? La produzione Ready To Go ha com-
prato il titolo, le scene e i costumi di una versione amatoriale andata in scena in Toscana. Ha chiamato me, Giovanni Lori ed Eduardo Tartaglia e ci ha detto: rifate tutto! Come autore del soggetto mi sono preso carico di fare una proposta rivoluzionaria al team creativo: non rifare il libro ma approfittare del titolo famoso e delle enormi icone dello stesso per raccontare la nostra storia. Senza presunzione ma con la ferma volontà di non farne il solito marchettone copia-incolla. Son partito dal chiedermi come mai nell'immaginifico di una bambina di 9 anni regnasse una regina di cuori, rossa, che comanda un esercito di carte e che vuole tagliare la testa a tutti. E mi sono detto che evidentemente alla nostra Alice, nella vita reale, venisse chiesto di crescere troppo in fretta. Mi sembrava un tema attuale. Da bambino nel mio paese delle meraviglie regnavano elfi, fate, dei dell'olimpo e principibambini, non regine adulte vergate di rosso (colore legato al sesso, alla passione, all'età adulta). A quel punto ho trovato l'avventura della nostra Alice: restituire alla regina bianca (cioè all'infanzia) il trono troppo presto usurpato dall'età adulta. I messaggi per il nostro pubblico sono due: il primo che i nostri bambini sono e restano solo dei bambini, e che con i nostri
"ormai sei grande… non sei più una bambina" non facciamo altro che toglierci una responsabilità di dosso; il secondo è che i confini della nostra infanzia non sono confini valicabili una volta e per sempre... Il nostro paese delle meraviglie è sempre lì che ci aspetta, come avrai intuito. Con le scene e i costumi che avevamo(sicuramente non a livello della Stage Entertainment, per usare un eufemismo) ci siamo affidati alla storia, ai sentimenti e al talento del nostro cast. Inutile confrontarsi con produzioni miliardarie. Noi italiani non abbiamo mai una lira: cerchiamo almeno di usare la creatività: poi se lo spettacolo funziona o meno sta al pubblico dirlo. Noi ci abbiamo messo il meglio di noi... sapendo che il meglio di noi non è certo il massimo. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Passar più' tempo possibile con la mia "morosa" e le riprese di un Film Tv con Renato Pozzetto. In uscita Gente di Mare 3-l'Isola per Raiuno e una piccola partecipazione nel prossimo film di Virzì. Stanno arrivando belle proposta anche dal Musical... chissà... scegliero' Ruoli e non Macchiette. Intanto studio Recitazione tre volte a settimana a Roma. Non si finisce mai di bagnare la spugna...
Matilda, qualcosa di eccezionale Uno dei musical assolutamente da vedere a Londra: sensazionale, sorprendente, con una protagonista da togliere il fiato di Sara Del Sal Quando , lo scorso ottobre, sono partite le previews, difficilmente si sarebbe potuto prevedere un risultato così. Eppure già a febbraio, ai Whatsonstage awards, il trionfo è stato indiscutibile. Il musical Matilda è di fatto lo spettacolo più affollato del West End, quello per il quale trovare un biglietto non è così scontato. Con la consegna degli Olivier Awards ecco l’ennesima soddisfazione, con le quattro “Matilda” che si sono divise il premio per la Migliore Attrice Protagonista. Quattro, perché le teenager che lavorano a teatro non possono sostenere più di un certo numero di repliche. Ma cos’ha quindi questo spettacolo che lo rende così irresistibile? È semplicemente incredibile. Il libro di Roal Dahl, che parla di una ragazzina intelligentissima e dotata di superpoteri con una famiglia imbarazzante e inserita in una
scuola che opprime gli studenti, dopo il successo nel grande schermo con Danny De Vito, diventa uno spettacolo teatrale mozzafiato con le musiche di Tim Minchin. Impossibile immaginare, prima di entrare a teatro, quello che succederà, perché la cosa che più di tutte lascia sbalorditi è proprio la grandiosità delle “Matilda”. Recitazione, canto, ballo. Tutto ad altissimi livelli. Ma non solo loro. Tutti i bambini impegnati nel cast sono incredibili, e molto convincenti. Tante, quasi troppe, le scene in cui sono da soli, e risulta sbalorditiva la loro precisione, e il modo in cui riescono ad eseguire coreografie o scene d’insieme toglie il fiato. Si ride, si può commuoversi e si può provare mille altri stati d’animo con Matilda, senza mai smettere di fare il tifo per la monella che racconta le storie. Regia accurata ed attenta al minimo
dettaglio, luci pensate per stupire non solo chi sta in platea ma anche per incuriosire quelli che stanno nelle gallerie, orchestra dal vivo e scenografie nelle quali i libri la fanno da padroni, con tante parole chiave che si trovano giĂ ai lati del palcoscenico. Tra i “grandiâ€? impe-
gnati nel cast c’è anche Gary Watson, che in Italia è venuto come Sky in Mamma Mia! e che è impegnato in un ruolo divertente anche in questo spettacolo. Insomma, per i più piccoli Matilda è un must, e per i grandi…anche! Un classico mustsee show che accontenta tutti.
Salvatore Giuliano bandito o eroe Di nuovo in tour il musical di Dino Scuderi sul bandito più famoso e discusso della storia siciliana di Roberto Mazzone Si apre il sipario del Teatro Alfieri di Torino e i personaggi occupano la scena – scarna e funzionale - in religioso silenzio. Solo dopo, quando tutti hanno presentato lo sguardo al pubblico, compreso il protagonista, parte l’ouverture. Un musical atipico, forse, ma con tutte le carte in regola, per essere – già in questa prima settimana di repliche – un prodotto di qualità. La vicenda personale di Salvatore Giuliano, scandita in tre momenti fondamentali, è un pezzo di storia italiana che ha determinato alcuni dei fondamentali equilibri della Prima Repubblica. All’inizio si racconta la rapida ed effimera ascesa del movimento separatista siciliano; la seconda parte ha come sfondo il conflitto di classe tra agrari e contadini e la strage di Portella delle Ginestre; infine, Salvatore Giuliano – vittima di un complotto tra mafia, politica e stato – viene prima uc-
ciso dal suo fidato luogotenente Gaspare Pisciotta (qui interpretato da Carmelo Gerbaro); successivamente, ne verrà inscenata la morte a seguito di uno scontro a fuoco con i Carabinieri. E lo spettacolo termina in silenzio, senza musica. La vicenda storica viene portata sul palcoscenico dal compositore Dino Scuderi, dagli autori Pierpaolo Palladino, Franco Ingrillì, Stefano Curina e dal regista Giampiero Cicciò con potenza drammatica ma con qualche scricchiolamento drammaturgico. Si passa con troppa disinvoltura dall’operetta al musical drammatico, dall’opera pop al teatro di ricerca fino addirittura alla canzone leggera. Un grande merito se parliamo della versatilità del compositore, che crea una serie di pagine memorabili di cui si potrebbe vantare il West End londinese (Tornerà è una delle arie più potenti mai scritte in un musical
italiano) e adatta con gusto la propria composizione ai diversi input letterari di un eterogeneo cast di liricisti, padroneggiando le orchestrazioni finalmente con talento teatrale; ma un peccato se si tiene conto della relativa discontinuità del risultato finale, che alle prese con una storia fin troppo ricca di luci e ombre avrebbe avuto forse bisogno di una maggiore chiarezza narrativa e stilistica.
Un cast di eccellenza rende comunque di altissima qualità l’allestimento: spetta ancora una volta a Giampiero Ingrassia il delicato compito di far rivivere sul palcoscenico il personaggio dell’eroe-bandito Giuliano. Un’interpretazione caratterizzata da una profonda intensità, nella dualità tra la recitazione spavalda e l’intimismo minimalista delle ballad, in cui esce la sua anima di antieroe romantico, anche bene evi-
denziata dall’alter-ego Barbara Cola, struggente e tormentata nei panni della fedele sorella Mariannina. A loro si affiancano Luca Notari (nei panni del giovane e illuso idealista Michele) con la partecipazione di Pierluigi Misasi nel ruolo di Don Calogero Vizzini e un nutrito cast di performer con un considerevole bagaglio di esperienza nel musical italiano, tra i quali spiccano, a livello interpretativo Piero Di Bla-
sio (l’infido Nitto Minasola) e Andrea Spina, come onorevole Finocchiaro Aprile. Non manca uno straordinario Trio Radiofonico – interpretato da Stefania Fratepietro, Elisabetta Tulli e Laura Pucini – che riporta indiscutibilmente alla memoria lo stile del Trio Lescano. Un musical per far conoscere anche al nostro pubblico un genere poco frequentato, che merita sicuramente di essere visto e apprezzato.
Sara Del Sal Elisabeth è un musical imponente. Su questo non si discute. Chi lo ha visto al Rossetti non ha potuto che confermare. Un allestimento da tour che perdeva per scene e costumi con quello stabile Viennese, ma era scontato. Il cast, globalmente di livello si avvaleva di un grande Oliver Arno, strepitoso come Ru-
dolf e di Annemieke Van Dam che nel ruolo del titolo ha dimostrato una grande forza. Il Lucheni di Kurosh Abbasi ha risparmiato spesso su qualche acuto, stupiva la totale mancanza di carisma di Mark Seibert, Der Tod. Una mancanza che fa rabbrividire se si pensa che sarà Tod anche a Vienna da settembre.
Matteo Firmi Conobbi Elisabeth per caso, nel 2000 a Innsbruck,e anche se la prima impressione non fu eccellente, le musiche mi affascinarono subito. Lo rividi nel 2004 a Miramare, e fu amore a “seconda” vista. Avevo molti dubbi sulle voci di questa edizione, avendo in testa Maya , Uwe, Pia e Matè, ma mi sono giustamente ricreduto. Annemieke Van Dam ha una voce convincente e una bellissima presenza scenica, che
sicuramente sarà apprezzata anche nella prossima produzione viennese; Mark Seibert è un’affascinante Der Tod. La scelta di una doppia pedana per le scenografie risulta efficente e mai banale. L’orchestra ridotta per le limitate capacità di spazio, rende sempre suprema la partitura anche se le limitate parti ogni tanto lasciano un “vuoto “ che solo per i tecnici della partitura è realmente udibile.
la nostra Elisabeth Tre piccoli punti di vista sul kolossal austriaco che ha stregato Trieste
Francesco Moretti Elisabeth è uno di quei musical che non ti stanchi mai di vedere e riascoltare. Anche se l'allestimento visto al Politeama Rossetti è quello pensato per il tour tedesco del ventennale, senza le vertiginose pedane inclinabili e rotanti del Theater An der Wien (la "casa" originale dello show a Vienna), la magia della sapiente miscela musicale tra pop, classico e rock sgorgata dalla penna di Silvester Levay riesce ogni volta
ad affascinare e stupire. Musical enorme e impegnativo, intriso di decadenza e morte, forse più vicino a un grandioso melodramma romantico, perfetto nei fastosi costumi imperiali e nel tratteggiare un impero morente. Interpreti all’altezza; gli stessi che torneranno in grande stile nella ripresa autunnale a Vienna, dopo sei anni dall’ultima rappresentazione.
è sempre il momento di Jekyll & Hyde In un piccolo teatrino sperimentale londinese, il sorprendente e attuale musical di Wildhorn di Diana Duri Jekyll and Hyde- how far would you go to play god? The Union is fast becoming the new National Theatre for fringe Musicals. Mark Shenton.The Stage Ovvero London oltre il West End. Il famoso The Union theatre, a Southwark, sulla riva sud, a pochi passi dalla Tate Modern, si sta affermando come un nuova fucina per il musical theatre. È un piccolo teatro ricavato in un vecchio locale sotto un ponte. I muri scrostati, mattoni vivi, un sistema di graticci fatto con strutture da cantiere è la graticcia di americane per le luci. Il banco regia è un tavolo minuscolo su per una scaletta a pioli. Ma qui nascono e si presentano al pubblico le nuove compagnie. La Morphcgraffiti iniza la sua avventura nel musical theatre con questo
classico della letteratura di Stevenson, il famoso titolo Jekyll and Hyde, riadattando scene e costumi ai giorni nostri. La lotta tra bene e male, la possibilità della ricerca scientifica, i sentimenti e le trasformazioni umane sono i temi di questo racconto adattato per lo stage ormai più di 15 anni fa. La produzione di Broadway è stata in scena al Plymouth Theatre per più di 1500 performances. I 16 interpreti professionisti sono una compagnia viva piena di energie, ma la vera sorpresa è l’interpretazione calibrata e sapiente del dottor Jeckyll / Mr Hyde - l’eclettico Tim Rogers - e la calda Lucy Harris interpretata da una splendida Madalena Alberto, performer intensa e memorabile di origine portoghese. L’orchestra dal vivo non manca mai, nemmeno in questi piccoli teatri e
l’effetto è assolutamente impagabile. Il musical ha di certo qualche debolezza nel libretto e lo score a tratti rischia di perdersi, ma colpisce ed emoziona l’uso dello spazio, delle strutture, del cambio scena, della rottura della quarta parete. This Is The Moment, Someone Like You, In His Eyes: l’intensità delle famose ballad lascia sempre immersi in una
struggente, intensa malinconia. Ideato per lo stage da Steve Cunden e Frank Wildhorn. Libretto e lyrics by Leslie Bricusse. Music by Frank Wildhorn. Critica a 4 stelle dai più famosi giornali e magazine del settore lasciano sperare che la Morphig graffiti sia solo all’inizio e si prepar a nuove sorprese.
Jesus a Vienna, più rock non si può Un’edizione pasquale del classico di Webber & Rice con un cast in stato di grazia e un sound decisamente rock di Sara Del Sal I Vereinigte Bühnen Wien sanno come fare i musical. Non c'è ombra di dubbio. A Vienna sono oramai un'istituzione e la qualità dei loro spettacoli è sempre altissima. Dai costumi al cast è difficile trovare qualcosa che non funzioni. Oltre alle loro grandi produzioni, che stanno in scena anche per più di una stagione nello stesso teatro, quasi sempre tutto esaurito, hanno ormai consolidato degli appuntamenti extra per le festività. I concerti Musical Christmas from Vienna allietano il periodo che precede il Natale, mentre a Pasqua viene messo in scena, versione concerto, il Jesus Christ Superstar. Solitamente spodestano uno dei loro musical e, con qualche aggiunta al cast, preparano la messinscena. Quest'anno è toccato a Sister Act, e quindi per il secondo anno, nei panni di Jesus, è stato confermato, Drew Sarich. Al suo fianco è tornato Mischa Mang nei panni di
Judas. Nell'anno in cui Webber sta per mettere in scena un Jesus con Mel C delle Spice Girls, e si appresta a fare un casting televisivo per trovare il suo nuovo Jesus da abbinare a Tim Minchin come Judas, questo allestimento viennese poteva sembrare una buona soluzione per vedere un buono spettacolo, canticchiando le sue arie famosissime. Ma ecco che una serata a teatro si trasforma in una serata da ricordare, e a lungo. Innanzitutto il palco, con l'orchestra sopra, rivela una specie di scivolo e delle impalcature sul fondo. Minimal, ok, ma non ci sono più i cantanti seduti sulle sedie come anni fa: ora si muovono, e recitano. Ma ecco Judas, rock, rock, rock... insomma, è palese, dal primo istante, che questo potrebbe rivelarsi il Jesus Christ Superstar più rock che si sia mai visto. Forse quasi hard rock. Ed è entusiasmante. Di canzone in canzone sale l'adrenalina. Più che una forma
concerto sembra di vedere lo spettacolo, almeno per chi in Italia ha più volte visto l'allestimento di Piparo, altrettanto scarno. Sarich sembra in voce, ma tutti, dal primo all'ultimo, hanno dimostrato enorme talento. Ed ecco che, senza pausa si vola dritti allo scoglio dello spettacolo. Gethsemane. In tutti gli allestimenti italiani forse la canzone che passava più inosservata. Spesso una lunga canzone che annoiava, funzionale alla storia ma poco più. Drew Sarich però ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. Ed è partito, con voce musical, spostandosi verso tonalità più basse, virando al dark per
poi andare in salita, prima con voce musical per arrivare a picchi estremi in pieno stile heavy metal. Giù di corsa ed ecco i vibrati, per finire in stile musical, sempre mantenendo più che chiara l'interpretazione, forte. Un viaggio di oltre cinque minuti da vero e proprio brivido, durante il quale era impossibile controllare le emozioni, e che ha portato un silenzio surreale in sala. Una canzone alla fine della quale era impossibile non sentirsi stremati anche se da pubblico, ma pronti a lasciarsi andare a un urlo liberatorio con applausi scroscianti e una standing ovation imprevista
ma obbligatoria. Un capolavoro. Un'emozione unica, purtroppo irripetibile, considerato il tutto esaurito per tutte le pochissime repliche previste. A seguire l'arrivo di Erode o la morte di Judas passano quasi in secondo piano come la stessa Superstar. Un altro momento da brivido arriva con il processo e le frustate: Sarich in questo caso ha in serbo un'espressione diversa per ogni colpo ricevuto. Ed ecco che le impalcature in ferro vengono utilizzate, con dei ferri che vengono impugnati dal coro per fare da transenne e bloccare la folla che chiede la crocifissione, poi di-
ventano aste dei centurioni e infine, con un incrocio quasi magico ecco la croce, che viene richiamata anche sul fondale, con quello che era rimasto del disegno iniziale che prende fuoco, evidenziando due croci in fiamme. Quando lo spettacolo giunge al termine, la maggior parte del pubblico è basita. Risulta quasi impossibile credere a quello che si è visto e sentito e gli applausi sono lunghissimi e caldissimi. Non c'è che dire. Questo è il Jesus Christ Superstar dei sogni. Talmente tanto bello da non sembrare vero.
Il condominio più pazzo del mondo? Anche a Monaco i pupazzi più irriverenti e senza peli sulla lingua del teatro musicale di Laura Confalonieri Fröttmaning, uno dei primi agglomerati urbani documentati (già nel 815) nella zona nord di Monaco, è oggi un insediamento abbandonato, una montagnetta verde di 75 metri (risultato di una bonifica durata praticamente fino al 2009 di dodici milioni di metri cubi di rifiuti là accumulati dai tempi del boom economico) punteggiata di pale eoliche e cinta da due autostrade. L’unica chiesa del quartiere, Santa Croce, sorta su un sito sacrificale celtico, si è salvata solo per miracolo dalle ruspe che volevano far posto al nuovo stadio, quell’Allianz Arena da 69.901 posti che ha portato la metropolitana in questo deserto. A fronte di tutto questo, oltre al fatto che il Deutsches Theater abbia qui letteralmente piantato le tende (quattro, per la precisione) già nel 2008 a causa dei restauri nella sua sede storica del centro città, quale quartiere migliore di
questo per inscenare Avenue Q in quella che i campanilisti definiscono "la metropoli con il cuore" e i disincantati "il villaggio da un milione di abitanti"? Un palcoscenico non convenzionale che ben si adatta alle scelte artistiche degli studenti del ramo musical dell’accademia teatrale "August Everding", che scelgono sempre opere non convenzionali (l’anno scorso la scelta è caduta su Spring Awakening) per i loro spettacoli di fine anno. Gli spettacoli dell’accademia hanno sempre registi famosi: quest’anno è toccato all’autore nonchè sovrintendente teatrale Reinhardt Friese organizzare il trasloco del giovane laureato Princeton (Dustin Smailes, un po’ zoppicante sulle note alte, pur essendo al quarto anno) in quella che in Italia è nota come "Via della Sfiga", fra cartoni cantanti (Manuel Dengler, Christian Fröhlich,
Julia Klemm, Birgit Reutter, Benjamin A. Merkl e Corinne Steudler) e vicini inquietanti. Il più inquietante è sicuramente Trekkie (Christian Fröhlich gli presta una bella voce da basso, mentre Manuel Dengler aiuta a coordi-
narne i movimenti), un mostro peloso, cornuto e zannuto, che elogia internet per il solo dargli libero ed illimitato accesso a tutti i siti porno del mondo. L’altra vicina "mostruosa" è Kate (Birgit Reutter – qui si sente come
suona e risuona una voce al quarto anno d’accademia!), sotto il cui pelo, però, batte il cuore candido di un’educatrice d’infanzia intelligente e volonterosa, angariata dalla dispotica direttrice Lavinia Semmelmöse (Pascal Höwing le dà una voce roca
da fumatrice incallita e Christian Fröhlich muove i fili). È quasi naturale che Princeton se ne innamori, nonostante le interferenze della vamp Lucy (Julia Klemm, curve e voce da Rita Hayworth) e di due orsetti di peluche
(Corinne Steudler e Pascal Höwing) che gli ispirano idee viziose. Quando, fra le grasse risate del pubblico, i due giovani passano una notte infuocata, neanche il portinaio Gary Coleman (Charlotte Irene Thompson, un po’ troppo alta e slanciata per il ruolo) se la sente di disturbarli. A completare il condominio più pazzo del mondo Brian, un comico che non fa ridere (Michael Masberg a.G., ridicolo in tutti i sensi), la sua fidanzata (poi moglie) giapponese Christmas Eve (la viennese Kathrin Hanak, che infila nella sua parlata giapponese tutti i cliché degli occidentali sugli asiatici) e i conviventi Rod (Denis M. Rudisch, che concentra nel suo personaggio tutti gli stereotipi degli eterosessuali sui gay) e Nicky (spassoso: Benjamin A. Merkl). Questa varia umanità parla e canta senza peli sulla lingua di temi attualissimi quali il razzismo, la disoccupazione e relativa mancanza di prospettive per il futuro, la pornografia, l’omosessualità – e il pubblico applaude senza riserve, senza sentire nostalgia di quella "politically correctness" che, nella vita di tutti i giorni, ha trasformato, ad esempio, le baldracche in "escort".
Lucy, baldracca di professione, porta il suo titolo con fierezza e lo fa stampare sulle locandine. Alla fine dello show, Brian e Christmas Eve si trasferiranno in un quartiere più tranquillo ("Nel Bronx"), Kate potrà costruire la scuola per mostri ("Monsterssori") che ha sempre sognato, grazie ai dieci milioni di dollari donati da Trekkie (che, manco a dirlo,
li ha guadagnati con i porno). Philip Tillotson, oltre a suonare il piano, dirige la "Avenue Q band": Thomas Gschrey (fiati), Christoph Schultheiß (chitarra), Uli Fiedler e Martin Schmid (basso), Dim Schlichter (percussioni) e Dean Wilmington (tastiere). Birger Laube ha creato pupazzi uguali in ogni dettaglio agli originali di Broadway, Annette
Mahlendorf ne ha disegnato i costumi, e Cornelia Löhr ha insegnato ai protagonisti a manovrarli in modo magistrale. Ottima la traduzione tedesca dei dialoghi (Dominik Flaschka) e delle canzoni (Roman Riklin) e lodevole la scelta di Malte C. Lachmann di non trasformare il personaggio di Gary Coleman, poco noto a queste latitudini (la serie Arnold, di cui Coleman era protagonista, è stata trasmessa con poco successo nel 1999), in quello più noto ai tedeschi – ma indubbiamente fuori luogo in un musical ambientato in una periferia americana - di Daniel Küblböck (un fortunatamente effimero fenomeno da baraccone creato dall’equivalente tedesco di X Factor), diversamente da quanto avvenuto nelle altre produzioni germanofone. Belli anche i video di Anne Breymann e Dirk Verschure: esilarante l’encefalogramma di Lucy a forma di seno.Valeska Stern, che ha curato la drammaturgia, ha girato ad uso di Youtube clip coi protagonisti in ogni angolo di Monaco, portando così lo show in internet. Chissà quante volte Trekkie andrà a vedersi You Can Be As Loud As the Hell You Want (When You're Makin' Love)...
Quel bambino che gioca a flipper A Francoforte una rilettura minimalista ma di grande efficacia di Tommy, l’opera rock di Pete Townshend di Laura Confalonieri L’English Theatre, con i suoi 300 posti il più grande teatro anglofono del Continente, deve sentirsi un corpo estraneo nel cuore finanziario di Francoforte sul Meno, fagocitato dal palazzo della Dresdner Bank e incastrato fra il gigantesco simbolo dell’euro della dirimpettaia BCE ed i tanti altri grattacieli che giornalmente macinano e bruciano miliardi. Nel 2010 ha festeggiato i 30 anni, ma non ha nemmeno una compagnia stabile: importa produzioni e performers (pochi, ma buoni e molto versatili, si alternano in scena in ruoli diversissimi, con cambi di costume alla velocità della luce) direttamente dal West End e da Broadway. E ogni tanto li esporta. é il caso della nuova produzione di Tommy, opera rock di Pete Townshend e Des McAnuff, arrivata a Monaco in aprile.
Gli allestimenti dell’English Theatre sono "minimalisti", ma sempre curatissimi nei dettagli. Diego Pitarch ha disegnato qualcosa che somiglia all’interno della cella di Hannibal Lecter: Tommy è legato in una gabbia di ferro, è vestito di rosso e porta una maschera integrale. Non gli si vedono né gli occhi né la bocca. Nel buio la voce del dottore che tenta di scuoterlo dal suo stato catatonico, mentre Tommy (Leo Miles, bella voce rock) racconta la sua storia in retrospettiva. Thomas Lorey spreme subito la sua orchestra di sette elementi al massimo dei decibel e il regista Ryan McBryde dimostra altrettanto presto di non mancare d’inventiva: mentre sullo sfondo scorrono proiezioni in bianco e nero dell’Inghilterra sotto le bombe e del volto di Churchill che pronuncia il suo famoso discorso ("Non ho altro da
offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore"), Mrs Walker (solida: Natalie Langston), moglie di un capitano d’aviazione, dà alla luce un bambino e, tempo un abbraccio, deve balzare dal letto per infilarsi, come tutto il resto del personale ospedaliero, la maschera antigas e correre al rifugio antiaereo con il neonato in braccio. Passato il pericolo, il capitano Walker (scialbo: Mark Powell) dà il bacio alla sua sposa ancora scalza e in camicia e parte per il fronte. Un gruppo di dieci piloti con in mano altrettanti modellini d’aeroplano occupa la scena e vola, cabra e cade: Captain Walker didn’t come home.
Mrs Walker si consola presto con un amante (Simon Hardwick). Dopo qualche anno il marito torna, spara all’usurpatore e, invece di chiedere spiegazioni a sua moglie, si preoccupa che il figlio Tommy, che ha visto tutto, non racconti mai niente a nessuno. Glielo urla tante volte (e sua moglie ha tutto l’interesse a dargli man forte) che il povero bambino non dirà mai più una parola, né reagirà più ad alcuno stimolo esterno. Viene il Natale (bella idea quella della tavola inclinata che, apparecchiata a festa, sembra una gigantesca torta di compleanno), e i signori Walker, preoccupati per il benessere spirituale del figlio (chi non
parla non prega, e chi non prega, si sa, sarà dannato per l’eternità), cominciano a cercare un modo per "risvegliarlo" dalla catatonia: lo portano in una chiesa dove c’è un prete (urlante: Joel Elferink) che ha fama di miracolare i malati, lo affidano alle cure sadiche del cugino Kevin (luciferino: Craig Rhys Barlow), lo abbandonano alle attenzioni pedofile dello zio Ernie (untuoso: Jamie Tyler) e tentano perfino con il sesso e le droghe, rivolgendosi ad una prostituta che si fa chiamare Acid Queen (vociante: Kimmy Edwards) – tutto inutile. Angariato dai bulli del quartiere, un giorno Tommy scopre il flipper e diventa un campione. Qui Ben Cracknell si scatena in effetti di luce accecanti. I genitori di Tommy decidono di fare un ultimo tentativo per guarirlo e lo portano da uno psichiatra, che diagnostica i disturbi di Tommy come psicosomatici. Sua madre, in un momento di frustrazione, rompe lo specchio di casa, l’unico altro oggetto che, oltre al flipper, attira l’attenzione del ragazzo.
Tommy si "risveglia" e il miracolo casalingo di cui è stato protagonista fa di lui un guru, tanto seguito che perfino la figlia di un reverendo, Sally Simpson (bionda: Tanya Stephens), scappa di casa per poterlo incontrare. Tommy apre la sua casa a tutti i "discepoli", e li incoraggia a portare gli amici. Quando i seguaci diventano troppi, zio Ernie e il cugino Kevin (complimenti a Eva Weinmann per i costumi) fondano per loro un campeggio dove poterli spennare a dovere, fra vendite di reliquie e souvenirs. I discepoli, comunque, si stancano presto dell’astrusa dottrina di Tommy (per raggiungere l’illuminazione bisogna farsi ciechi, muti e sordi), e al sedicente Messia non rimane che tornare a casa, a riabbracciare papà e mammà, che non hanno mai smesso di amarlo. Per chi avesse voglia di fare una partitina dopo lo spettacolo, nella tenda adiacente al teatro c’è una luccicante collezione di flipper d’epoca, tutti funzionanti e gratuiti.
Sweeney Todd, West Side Story, Cats Tanta qualità, ma non sempre, nei musical che si vedono all’estero: per esempio, questo Cats sotto il tendone a Vienna... di Sara Del Sal Ancora una volta un musical nato per il Chichester Festival approda in West End ed è un successo. Sweeney Todd era attesissimo già al Festival e quindi il passaggio all’Adelphi Theatre era quasi necessario, per accontentare tutti coloro che volevano vedere questo musical dopo avere visto la pellicola di Tim Burton, anche perché, dal vivo, questo spettacolo ha dei cori strepitosi, che erano andati tagliati nel film. Un cast strepitoso, nel quale brilla la stella di Imelda Staunton nel ruolo di Mrs. Lovett, decisamente la migliore sul palco, affiancata da un Michael Ball che nel ruolo del titolo non sfigura, ma dove c’è un James McConville che regala a Tobias una fisicità che sembra uscita da un romanzo di Dickens. Per chi avesse in programma una gitarella Londinese questo spettacolo rientra tra quelli da vedere, perché riesce a soddisfare,
nonostante la sua semplicità, anche i più difficili. Scenografie essenziali ma funzionali, costumi e luci perfetti, rendono questo complicato capolavoro ancora più vivo, in una Londra moderna che non fa fatica a ritrovare i luoghi narrati nella vicenda. Ma i grandi classici durante l’estate saranno in scena anche in Austria. A Klagenfurt ecco West Side Story, messo in scena dallo Stadttheater, che prevede le ultime repliche tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. In questo caso la regia di Josef E. Kopplinger è molto attenta alla vicenda e racconta una New York di molti anni fa proprio come ce la siamo sempre immaginata, con quei palazzi di mattoni a vista e inferriate molto alte per bloccare i malintenzionati. La storia di Tony e Maria viene portata in scena con passione e con belle idee, come nella scena della loro prima notte, con una ca-
mera da letto che si apre, lasciando intravedere quello che succede al di fuori. Nome di spicco del cast è Anna Montanaro, che interpreta Anita, anche se è molto più grande del resto del cast e quindi in alcune scene può risultare poco credibile. Tony, Daniel Prohaska era emozionatissimo mentre intonava Maria la sera della prima, ma passato quello scoglio ha dato ampia dimostrazione di saper cantare, Maria, Katja Reichert, è stata invece impeccabile, fresca, gioiosa e innamorata quanto necessario. Nadine Zeintl, Anybody’s ha invece avuto l’onore
di cantare Somewhere, in un’atmosfera evanescente e in centro al palco, evitando quella sensazione strana che si prova di solito quando viene cantata da Maria dietro le quinte. Uno spettacolo che può dare grandi soddisfazioni, cantato in inglese e recitato in tedesco. Ma siccome non sempre tutte le produzioni sono allo stesso livello, è giusto nominare anche il Cats che fino al 1° luglio sarà in scena nel teatro tenda appositamente costruito a Vienna. Un’atmosfera felina accoglie lo spettatore, che entra in questi tendoni neri con le orecchie
e con quegli occhi gialli che da soli sono l’emblema dello spettacolo, quando si entra ecco il palco, con il pubblico tutt’intorno, pensato per la produzione originale. Insomma, le premesse sono davvero ottime, se si accetta il fatto che lo spettacolo sia cantato in tedesco senza troppe polemiche. Il problema nasce però quando lo spettacolo inizia, perché qualcosa non funziona. I movimenti ci sono, ma i gatti…non proprio. Il cast vede privilegiati i ballerini,componendosi quindi di cantanti mediocri, e in molti casi privi di carisma. Rum Tum Tugger è l’emblema di
questo fallimento, totalmente privo di sensualità e per giunta anche rigido nei movimenti, oltre che sprovvisto di una voce graffiante. Inutile parlare di Grizabella, che non riesce ad emozionare nemmeno quando canta Memory. Insomma, uno spettacolo che nonostante sia in scena lì ormai da febbraio lascia abbastanza scontenti, soprattutto coloro che hanno visto l’edizione inglese che è venuta in Italia qualche anno fa, che aveva invece tenuto in considerazione ogni particolare.
Ancora una volta ti amerò per sempre A Londra la presentazione di uno degli eventi dell’autunno: The Bodyguard, il musical dal film che consacrò Whitney Houston di Sara Del Sal C’è la possibilità di scegliere. Per i veri appassionati del genere si può iniziare dal 6 novembre andando a Londra, all’Adelphi Theatre ed assistere alle preview, altrimenti si può programmare una gita dopo il 5 dicembre, a debutto avvenuto. Per cosa? Per The Bodyguard, il nuovo musical che debutterà nell’autunno 2012 in West End. Lavori in corso da anni hanno portato all’annuncio di questo nuovo debutto a pochi mesi dalla scomparsa di Whitney Houston, che era stata la protagonista del film e portando qualcuno a pensare a uno spettacolo messo in piedi in poche ore. Quelli che invece sanno quanto tempo possa servire per avere tutte le autorizzazioni, i diritti e fare un casting imponente possono intuire che le cose sono andate in modo diverso. A raccontare come sono andate le cose è uno dei due produttori, David Ian, un nome che in Italia è legato al
Cats che nel 2008 ha incantato i pubblici di Trieste, Milano, Firenze, Ravenna e Caserta e poi, solo a Trieste ha regalato altre grandi emozioni con Chicago e Grease. “Il produttore Michael Harrison ci pensava da molto e mi ha chiesto se volevo lavorare al progetto con lui e ho subito accettato”, racconta David Ian. “Il film era troppo famoso e così pieno di musica che mi sono quasi stupito che qualcuno non ci abbia pensato prima. Per quanto riguarda il cast siamo molto felici perché abbiamo con noi una star di Broadway come Heather Headley che interpreterà il ruolo di Rachel Marron che al cinema fu della Houston e che farà il suo debutto in West End. Heather è stata la prima Nala nel Lion King a Broadway ed è stata Aida nell’omonimo musical. Sono curioso di vedere come verrà accolta qui a Londra. Con lei ci sarà Lloyd Owen che interpreterà invece
Frank Farmer, che al cinema aveva il volto di Kevin Costner. Owen è un attore di prosa quindi c’è molta aspettativa per vedere come se la caverà con un musical. Abbiamo affidato la regia a Thea Sharrock, che per la prima volta si cimenta con un musical ma che si è definita la più grande fan di Whitney al mondo. La Sharrok è sicuramente una delle più interessanti registe del momento, ultimamente ha firmato degli spettacoli come Equus con Daniel Radcliffe o The Sunshine Boys con Danny DeVito. Abbiamo avuto un
grande supporto da tutti coloro che hanno lavorato al film, e lo stesso autore si è dimostrato entusiasta delle nostre idee, tant’è che siamo riusciti a inserirvi anche altre canzoni della Houston come Savin' All My Love o I wanna dance with somebody.” Un musical nuovo, quindi per l’autunno-inverno londinese, che arriva dopo un altro debutto, a fine estate, di un ulteriore titolo che era già stato apprezzato sul grande schermo come Neverland.
On Air il musical in diretta Stefania Seculin e Gianluca Sticotti in scena, con una conduttrice radiofonica d’eccezione di Francesco Moretti Quest’anno i Pomeriggi Musicali del Rossetti hanno spaziato tra i generi, e solo uno dei tre appuntamenti era legato al musical: On Air- il musical in diretta. Stefania Seculin ha ideato uno spettacolo elegante,affiancata da Gianluca Sticotti, accompagnati al pianoforte da Cristina Santin. Poco più di un’ora per offrire al pubblico l’occasione di assistere a un programma radiofonico affidata a una speaker radiofonica di Trieste e appassionata di musical, Sara Del Sal, direttamente a teatro. Sala Bartoli esaurita (necessaria una seconda replica), On Air ha soddisfatto il pubblico, eterogeneo, presente, e ha incuriosito i molti che non hanno trovato posto in sala. Prima parte con canzoni da Kiss me Kate, My Fair Lady e West Side Story. Scelte classiche, raffinate, che hanno permesso alla Seculin e a Sticotti di dimostrare la loro versatilità e le loro grandi voci. Ed ecco ecco Nine,
pensato come un’intervista con Guido Contini intervallata dall’arrivo delle sue donne, tante, e diversissime. Dopo il notiziario irrinunciabile in radio - ecco un principe azzurro vagare per la sala. Sticotti sorprende con una rielaborazione di I know it’s today, la canzone di Fiona di Shrek il musical, tradotta ed adattata ad hoc, ed ecco che arrivano Biancaneve, Belle, la sirenetta Ariel, Mary Poppins e Cenerentola per accaparrarsi il principe che puntualmente non trova in loro la sua tanto attesa principessa. Lo spettacolo diventa quindi comico, e la grande comunicativa dei due protagonisti strappa risate ed applausi da un pubblico che si fa sempre più partecipativo. Finale con un medley da Elisabeth, con Sticotti nei panni di Der Tod e la Seculin in quelli di Sissi, prima di salutare, con la Seculin intensissima al pianoforte, sulle note di There’s a fine line da Avenue Q.
Una tunica per non smettere di sognare Chiusura di stagione in technicolor per il Rossetti di Trieste, con un classico per bambini di ogni età di Sara Del Sal È sempre strabiliante la tunica in technicolor di Joseph. Primo lavoro firmato dalla coppia d’oro del musical Webber e Rice, nella produzione di Bill Kenwright, ha fatto tappa al Rossetti di Trieste a maggio, in esclusiva nazionale. Uno spettacolo che ha girato l’Inghilterra e che, come molti altri, ha chiuso l’UK tour nella sede distaccata di Trieste. Tante belle canzoni e quell’atmosfera da fiaba che connotano da sempre questo spettacolo e che hanno vinto, accontentando tutti e facendo uscire il pubblico da teatro canticchiando. Secondo classificato nel programma televisivo della BBC, perché inizialmente era lì che si facevano i talent per trovare i protagonisti dei musical prima che entrasse in gioco la ITV, ecco quindi sul palco del Rossetti Keith Jack, giovanissimo e, soprattutto nell’ultima replica molto intenso. Una bellissima, oltre che bravissima Jennifer
Potts ha preso per mano tutti, da vero narratore, trasportandoli con grazia e dolcezza nella storia di Joseph e dei suoi fratelli. Come da tradizione, inglese, sul palco con i performer anche un coro di voci bianche, che ha visto alternarsi sul palco del Rossetti settanta bambini, che sono stati sempre in scena. Ma perché Joseph vince sempre? Perché ha delle canzoni che sono tutte diverse e ognuna di un genere diverso, perché è spensierato e colorato, perché non ha grandi pretese, e non si prende troppo sul serio, ma è pieno di buoni sentimenti, e riesce ad entrare immediatamente in sintonia con il pubblico. Trieste non ha fatto eccezione, e si è goduta questo finale di stagione ricco di positività. Due le ciliegine sulla torta… la presenza dello stesso David Steadman, direttore d’orchestra che a Londra ha diretto Love Never Dies all’Adel-
phi Theatre, e una canzone in più, “King of my heart”, cantata dal Faraone, che è stata aggiunta da Webber nel 2007, ricca di pathos e in grado di riabilitare un po’ la figura del Faraone, che rischiava di diven-
tare una macchietta. Bis generosi e una pioggia di applausi sono stati una costante per un musical che insegna tante cose,ma soprattutto è ancora in grado, con Any dream Will Do, di spingere tutti a sognare.
dal
mondo del musical a cura di Francesco Moretti invia le tue segnalazioni - notizie, stage, workshop, audizioni... a francesco.moretti@gmail.com
notizie, stage, audizioni... Les Miserables a Bologna Debutto assoluto in Italia per il celebre musical Les Miserables, scritto nel 1980 da Claude-Michel Schonberg (musiche) e Alain Boublil (testi) e tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Da mercoledì 18 a sabato 21 luglio, alle ore 20.00, nella Sala Bibiena del Teatro Comunale di Bologna. LES MISERABLES (School Edition) musical di Claude-Michel Schonberg e Alain Boublil dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Regia Gianni Marras Direzione Stefano Squarzina Direzione musicale Shawna Farrell Scene Paolo Giacchero Costumi Massimo Carlotto Luci Daniele Naldi Coreografie Marcello Fanni Coproduzione Teatro Comunale di Bologna e BSMT Cast. I protagonisti si alterneranno nel corso delle repliche e alcuni sono in via di definizione. Interamente è un cast imponente come presenze perché tra chorus e principali saranno in scena numerosi ex alunni e attuali alunni di oltre 10 anni di attività BSMT. Trai principali spiccano i nomi di Riccardo Berdini e Marco Romano (Veljan), Alessandro Arcodia e Michael Anzalone (Javert), Martina Pezzoli e Simona Di Stefano (Fantine), Marco Trespioli (Marius), Giulia Fabbri (Cosette),Veronica Apeddu e Beatrice Berdini (Eponine), Federica Ugolini (Madame Thenardier), Alessio Schiavo e Antonio Cadoni (Thenardier), Nicola Anfuso (Enjorlas). biglietti in vendita a breve su www.tcbo.it info e promozioni http://www.facebook.com/TeatroComunaleBologna
dal mondo del musical Fantasmi a Roma In arrivo una nuova commedia musicale firmata da Gianfranco Vergoni da un’idea di Simona Patitucci, liberamente ispirata all’omonimo film del 1961 diretto da Antonio Pietrangeli e sceneggiato da Ennio Flaiano, Ettore Scola, Ruggero Maccari e Sergio Amidei: è la favola musicale Fantasmi a Roma, che sarà presentata in anteprima assoluta il 30 giugno 2012 alle ore 21.15 in Piazza San Silvestro a Roma, con ingresso libero. La serata gode del Patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico Roma Capitale. Le musiche originali sono di Massimo Sigillò Massara, arrangiate da Roberto Agrestini ed eseguite dal Palermo Art Ensemble. La regia e coreografie sono di Fabrizio Angelini.
notizie, stage, audizioni... La suite, presentata dalla Medina Produzioni, avrà una durata di circa 60 minuti, una sorta di happening che coinvolgerà attivamente gli spettatori nella messinscena. Gli interpreti saranno, in ordine di apparizione, Fabrizio Angelini, Gianluca Bessi, Marco Rea,Valentina Gullace, Giancarlo Teodori, Cristian Ruiz, Lello Abate, Renata Fusco, Enrico D’Amore, Ketty Roselli, Marco Gandolfi Vannini, Carlotta Maria Rondana, Simona Patitucci, con la partecipazione straordinaria di Carlo Reali nel ruolo del Principe Annibale. Nomi illustri del Musical italiano, noti per le loro significative esperienze teatrali sui più importanti palcoscenici romani e nazionali. La commedia celebra la “spettacolarità” di Roma in quanto città-palcoscenico unica al mondo, in grado di raccordare il visibile e l’invisibile, la memoria e la fantasia, il passato e il futuro, e troverà la sede ideale per la sua presentazione in una suggestiva location, Piazza San Silvestro, recentemente ristrutturata e restituita ai romani. Per quella sera la piazza verrà avvolta dalla musica e dal gioco teatrale, grazie alla presenza esoterica dei “fantasmi” che torneranno magicamente a respirare il Ponentino romano.
dal mondo del musical Musical Europa Festival A metà luglio San Benedetto del Tronto si prepara a diventare per qualche giorno la capitale italiana del musical, con Musical Europa Festival, un’iniziativa ideata da Gianni Togni (non nuovo nel campo, avendo creato in passato il musical Hollywood - Ritratto di un divo con Massimo Ranieri) per far incontrare i tanti talenti italiani tra workshop, dibattiti, libere esibizioni, proiezioni di film musicali e galà fionale. Non è stato ancora reso noto il cast (anche se in rete girano già i primi nomi, da Franco Miseria a Gino Landi, Saverio Marconi e Massimo Romeo Piparo, Chiara Noschese e Manuel Frattini, Giampiero Ingrassia, e poi Loretta Goggi e Massimo Ranieri). Il programma si snoderà tra il Teatro Comunale Concordia, che dalle 16 alle 2 di notte ospiterà appunto gli stage, le performance e l’appuntamento di mezzanotte con i film musicali; gli chalet all’aperto e sul mare dove si terranno gli aperitivi con gli artisti (e all’aperto il 20 luglio ci sarà anche la discoteca con “Ballando con il musical”); il Palariviera, dove il 21 e 22 luglio Rita Dalla Chiesa condurrà il galà finale. info: www.musicaleuropafestival.it
notizie, stage, audizioni... Dopo il fortunatissimo MEGLIO STASERA della scorsa estate, la pregiata ditta Simona Patitucci Riccardo Biseo torna sulle rive del Tevere con il nuovo recital Ah! L’Amore... Che Cos’è!, sempre sostenuta dagli arguti testi di Gianfranco Vergoni. Tra il serio e il faceto, ma abbondando nel faceto, la comunicativa e versatile attrice/cantante (performer, per dirlo all’americana) proporrà al pubblico una lettura accattivante delle canzoni d’amore italiane più in voga dagli anni Cinquanta finoai giorni nostri, alla scoperta dei messaggi subliminali nascosti tra le parole, e rintracciando il filo esile, ma tenace, che collegando ideologicamente una canzone all’altra compone una vera e propria educazione alla vita sentimentale, impartita agli ascoltatori (ma soprattutto alle ascoltatrici) fin dalla più tenera età. Ebbene sì: attraverso la proposizione in musica di esempi concreti, siamo stati tutti abituati alla devozione, alla sofferenza, all’umiliazione, al tradimento, allo strazio. Perché solo gli infelici scrivono canzoni d’amore… quelli felici escono e fanno baldoria alla faccia nostra! Dal 21 giugno al 23 agosto, ogni giovedì sera alle 21.15, al Teatro A Ripa presso il Lungotevere A Ripa, all’altezza dellIstituto San Michele, a due passi da piazzale di Porta Portese. Naturallmente... a Roma!
dal mondo del musical Nightmare before Christmas il Musical, messo in scena da Soledarte e Allegro Vivo Bis sarà a Verona, all’ex Arsenale, dal 2 all’8 luglio. Il racconto della tradizione popolare nordamericana, già tradotto sullo schermo da Tim Burton più di dieci anni fa, mescola fantasie gioiose al piacere macabro del “mostro” che spaventa, e che i bambini vogliono vedere. info: http://www.soledarte.com
La Sdt Music cerca 2 versatili ballerini/attori uomini con buone doti canore e 1 ottimo cantante/attore con attitudine al movimento coreografico (età scenica 18-25 anni) per le produzioni estive e della prossima stagione de La Sirenetta e Il libro della giungla. Pre-selezione tramite curriculum e 2 foto (intera e primopiano) da inviare entro il 23 giugno 2012 a audizioni@email.it scarica il bando completo
notizie, stage, audizioni... Da un post di Fabrizio Angelini su facebook, al quale abbiamo rubato la foto, in tanti abbiamo saputo con piacere che la “coppia” del musical italiano Davide Calabrese e Alberta Izzo, già protagonisti in Tutti Insieme Appassionatamente, si sono sposati il 3 giugno scorso a San Sebastiano al Vesuvio. Ai neo sposi i nostri più sinceri auguri di tanta felicità e una lunga vita insieme!
Lo spettacolo musicale Once, che racconta la storia d'amore di un musicista in Irlanda, è stato il grande vincitore dei Tony Award, gli Oscar del teatro, attribuiti a New York. Once, che aveva 11 nomination, ha raccolto 8 Tony, fra i quali i più importanti: miglior commedia musicale, miglior regista di spettacolo musicale (John Tiffany), miglior attore (Steve Kazee). Gli altri premi sono per scenografia, suono, arrangiamento, luci e arredamento.
notizie, stage, audizioni... Ancora 6 borse di studio da assegnare per il prossimo anno accademico alla Scuola di Formazione dell’Attore di Torino Seconda data di selezione fissata per il 14 Luglio 2012. Prendendo come riferimento i metodi adottati nel mondo anglosassone la SFA ha sviluppato una proposta di formazione globale, che mira a preparare il cosiddetto Triple Threat Perfomer (TTP). Attraverso lo studio delle tre principali discipline (la danza, il canto e la recitazione) gli studenti acquisiscono una competenza multidisciplinare. A fondamento del progetto vi è una sincera preoccupazione di formare artisti per un reale inserimento professionale, evitando di alimentare false illusioni nei giovani, ma offrendo a chi ha le qualità tutti gli strumenti ecessari affinché un sogno non resti soltanto un sogno. Attraverso lo studio delle tre discipline canto danza e recitazione gli studenti acquisiscono una formazione globale. Il programma di studi suddiviso in 3 anni per un totale di oltre 3000 ore garantite porta alla formazione dell'artista completo. La SFA ha un'offerta didattica ispirata al modello universitario estremamente seria e trasparente: docenti titolati, lezioni garantite, ambienti a norma, codice etico, direttore artistico sempre in sede. Requisiti base per accedere alle selezioni sono: - possesso diploma di maturità - 18 anni compiuti entro l’anno - sana e robusta costituzione Per accadere alla selezione occorre compilare il modulo on-line reperibile al sito www.scuoladimusical.org. Per maggiori informazioni si può consultare il sito http://www.scuoladimusical.org/sfa-triennio-professionale.html oppure contattare la segreteria telefonando allo 011.4347273 (LU-VE 9.00-19.30) o inviando una email a segreteria@scuoladimusical.org
THE JOHN WILSON ORCHESTRA
A Celebration of the MGM Film Musical
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se ti sei perso i numeri precedenti... sono sempre online! issu
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