Notiziario n.13

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News

News dagli Amici di Angal

a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 13 – APRILE 2014

In questo numero:

Cronache da Angal

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Facciamo due conti...

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Nuovi obiettivi e realizzazioni

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E lontano da Angal…

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Testimonianze Finalmente Internet ad Angal! (di Piero Marsiaj) Calcioterapia, ovvero... quando il calcio fa bene non solo alle ossa (di Camillo Smacchia) Una mattinata ad Angal: lavoro molto, tempo per “filosofare” poco (di Renzo Rebeschini)

I fili delle donne: Klaùdia racconta «Benvenuta, Klaùdia!»

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Cronache da Angal Una solerte staffetta Anche nella seconda parte del 2013 si è avuta una grande partecipazione di volontari dell’Associazione e non alle missioni per Angal. Va detto subito che Mario e Claudia hanno deciso di rimandare la loro partenza a giugno di quest’anno, non solo per l’acuirsi di alcuni acciacchi dovuti all’età, ma anche perché convinti dell’importanza di cominciare a delegare ad alcuni Soci i compiti che in tanti anni si erano assunti, quando erano i soli ad occuparsi dell’Ospedale.

Ai Busato, ripartiti il 16 novembre, si sono avvicendati Piero Marsiaj e l’amico Francesco Forzani, con l’ambizioso intento di effettuare, in due settimane, la connessione ad Internet (intento riuscito: v. la Testimonianza a p. 4), il Dr. Simone Aita, odontoiatra, rimasto ad Angal per 10 giorni (pochi, ma importanti!) e il chirurgo Dr. Renzo Rebeschini, che si è fermato un mese (v. la Testimonianza a p. 6). Il 24 novembre ci sono stati altri arrivi: Italo Nessi e Camillo Smacchia (v. la sua Testimonianza a p. 5), con il compito di portare la voce dell’Associazione al Board of Governors del 2 dicembre, Bruno Visentini, da tempo amico di Angal e, per la seconda volta nell’arco dell’anno, l’odontoiatra Dr. Fabrizio Montagna. Per il 2013 il nostro intervento diretto si è fermato qui. Ma dalle mail, che Mr. Simon ci manda ogni 2-3 settimane, sappiamo che l’Ospedale è sempre affollato: segno che la gente si rivolge con fiducia a questa struttura, dove sa di poter contare su un’assistenza di qualità, alla quale, grazie al progetto “Samaritan Fund”, anche i più poveri possono accedere.

Il 27 ottobre è ripartito, così, Giovanni Cardellino con il compito di affrontare alcuni problemi amministrativi. Nel suo periodo di permanenza ad Angal, protrattosi fino all’8 dicembre, lo hanno affiancato Soumia, che ha seguito la Nutrition Unit e il progetto di supporto ai più poveri, il fratello Emilio e Paolo Sinisi, un collaboratore della Protezione Civile della Val d’Aosta, intenzionato a procurare attrezzature per la sala operatoria. Dal 28 ottobre erano presenti ad Angal anche Sonia e Giannino Busato, che hanno organizzato il terzo corso di anestesia. 1


Tra le uscite, spicca un 79% di trasferimento fondi a sostegno delle attività dell’Ospedale di Angal, per complessivi 276.534 euro. “Amici di Angal” rimane il primo finanziatore dell’Ospedale, seguito dal governo e dai ticket pagati dai pazienti, mantenuti bassi proprio grazie alla nostra presenza. Questa quota è frutto di un accordo quinquennale con il management dell’Ospedale, con cui si è preventivamente deciso l’ammontare del trasferimento annuale da qui a cinque anni, nello sforzo di responsabilizzare lo stesso ad un uso dei fondi il più possibile attento, e che non confidasse in erogazioni extra-budget per coprire improvvisi scoperti contabili. Questo nuovo stile comporta di necessità missioni sul posto da parte di persone di fiducia, a giustificare spese per trasferte ad Angal comunque contenute in poco più di 6.000 euro. Il Progetto orfani e quello di Supporto ai più poveri è stato finanziato con circa 45.000 euro a beneficio di famiglie colpite da epidemia di HIV-AIDS, oggi meno occulta che in passato, ma con ferite ancora ben aperte nella struttura sociale di questa parte di Africa. Il Progetto “Supporto alla scuola materna” ha convogliato 16.000 euro; ha visto, per il momento, il rifacimento della struttura a beneficio dei bambini del villaggio, compresi i figli dei dipendenti dell’Ospedale. Le spese istituzionali di “Amici di Angal” sono state contenute in 5.255 euro, per cancelleria e spese vive per iniziative di raccolta fondi, cui si aggiungono altri 1.729 euro per oneri bancari e postali, il tutto per poco più del 3% delle uscite.

Facciamo due conti... … si fa ovviamente per dire: i conti di una Associazione di Volontariato ONLUS con le caratteristiche della nostra non sono mai due. Finanziamento di metà del bilancio di un Ospedale geograficamente fuori dell’Unione Europea, controllo per quanto possibile stringente, metodico e continuativo delle attività perché ogni euro vada a buon fine, relazione con altri donatori anche non italiani perché le attività finanziate da questi ultimi siano coordinate con la nostra e coerenti con la vera mission dell’Ospedale: tutte voci che si riflettono nella contabilità pur con l’intento di mantenerla la più snella possibile. A far la parte del leone nelle entrate, ancora una volta sono le erogazioni liberali da persone singole, da gruppi e da ditte o aziende che devolvono somme per le finalità di “Amici di Angal”: nel 2013 l’ammontare è stato di 305.193 euro, in aumento rispetto all’anno precedente, a coprire l’87% delle entrate, nonostante la difficile congiuntura economica. L’incremento di questa voce è dovuto alla generosità (la nostra traduzione è: fiducia) di tutti voi, alla quale si è aggiunto il rientro di un donatore storico coinvolto dall’interesse suscitato dal nuovo progetto di rifacimento dell’asilo di Angal. Questo è stato per noi motivo di riflessione: l’Ospedale è certamente da intendersi come presidio di salute per una comunità, ma anche come volano per migliorare i servizi di quella stessa comunità, tra i quali l’assistenza all’infanzia. Il 5x1000 ha contribuito per circa 36.500 euro, pari al 10% delle entrate. Voce modesta, ma da non trascurare perché costante nel tempo. A ciascuno di noi il compito di rafforzarla soprattutto coinvolgendo enti o persone potenzialmente sensibili ma che non esprimono preferenze in sede di dichiarazione dei redditi. Un rimanente 3% di entrate è composto da quote sociali e da rendite finanziarie, per un totale di 9.474 euro.

Non possiamo a nome del Consiglio di Amministrazione che esprimere sincera gratitudine per tutti quanti voi che avete contribuito anche quest’anno, nei più diversi modi, a rendere possibili le attività di “Amici di Angal”. La fredda logica dei numeri tradisce il calore della riconoscenza degli Alùr, la gente di Angal. Questa piccola fetta di mondo ha avuto anche nel 2013 accesso ad un servizio sanitario decoroso. E’ poco, forse, ma i tempi richiedono scelte, più che parole.

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6. Scuola materna: ottenuto il coinvolgimento di due importanti sponsor, Claudia ha trovato in Fratel Gianni Bonafini la persona adatta per realizzare quanto sperato, cioè il miglioramento della struttura esistente, poco solida, priva di recinzione, di servizi igienici sufficienti, di una cucina. Tutto ciò è stato fatto nel migliore dei modi, come Fratel Gianni sa fare. Il prossimo impegno è quello di fornire alla scuola materiale didattico e quanto serve per organizzare un buon servizio di assistenza con personale preparato.

Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Progetto Horizont 3000: a fine agosto dello scorso anno un’importante ONG austriaca, la BBM, tramite il suo braccio operativo in Africa “Horizont 3000”, aveva preso in considerazione la possibilità di un intervento di rinnovo strutturale in vari settori dell’Ospedale (ristrutturazione della rete fognaria, smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi, produzione di energia elettrica con pannelli solari). In autunno, durante un sopralluogo, era stato eseguito uno studio di fattibilità (vi aveva partecipato anche un nostro tecnico di fiducia, Angelo Chemello), al quale ha fatto seguito, poche settimane fa, un preventivo di spesa. A giugno, secondo le ultime notizie, potranno iniziare i lavori, che dovrebbero essere completati per la fine del 2015. La spesa totale sarà a carico di sponsor internazionali, mentre alla nostra Associazione spetterebbe un contributo inferiore al 10%.

eventi E lontano da Angal...

manifestazioni

13/10/2013 A Villabalzana (VI) Claudia, su invito dell’Azienda agricola Carlan, presenzia alla manifestazione “fattorie aperte”, con materiale informativo sull’Associazione e oggetti dell’artigianato femminile africano. 7/12 A Stresa, in occasione del tradizionale mercatino natalizio in P.zza Cadorna, Giuse Antoniotti e Claudio Baroni hanno ribadito le motivazioni del loro sostegno: «In ricordo della cara amica Cinzia, a nome di tutti coloro che l’hanno conosciuta direttamente o indirettamente, abbiamo destinato la raccolta di aiuti per l’Ospedale di Angal in Uganda, dando continuità all’idea dell’anno scorso: l’istituzione del “Premio Cinzia Miscio”». Vi ricordiamo che questo Progetto, giunto al quarto anno, consiste nel finalizzare la raccolta fondi al finanziamento di due borse di studio per i ragazzi del luogo che intendano intraprendere una carriera infermieristica o socio-sanitaria in generale, che saranno poi assunti, una volta diplomati, presso l’Ospedale di Angal: un aiuto quindi per l’acquisizione di un importante titolo di studio che si trasformerà in lavoro sul territorio, utile di per sé ma anche per tutta la comunità ugandese di Angal.

2. Progetto informatico: come avevamo annunciato nelle precedenti News, la connessione ad Internet è stata realizzata da Piero Marsiaj, che si è avvalso della collaborazione di tecnici ugandesi della TruIT Uganda Ltd. Questo intervento ha reso possibile una veloce trasmissione dei dati via satellite e ha migliorato la ricezione telefonica, che negli ultimi tempi era molto precaria. Rimangono ora da apportare alcuni perfezionamenti all’impianto; di pari passo il personale dell’Ospedale andrà preparato a ottimizzare il sistema informatico volto alla trasmissione dei dati statistici da inviare mensilmente al Ministero della salute. Per questo intervento Piero Marsiaj ritornerà ad Angal ai primi di maggio.

3. Progetto dentistico: procede... a singhiozzo, ma va avanti. Il problema fondamentale è sempre quello di dare continuità al servizio, il che dipende non solo dal dental assistant ugandese Roy, poco affidabile, ma anche dalla presenza dei volontari italiani che la SMOM riesce a reperire. Il Dr. Simone Aita, presente ad Angal a metà novembre, ci ha fatto avere una dettagliata e importante relazione sui vari aspetti del servizio e sui possibili miglioramenti da apportare. Il Dr. Fabrizio Montagna, arrivato subito dopo e alla sua seconda missione del 2013, ha completato il quadro della situazione, concludendo che si rende ormai necessario il rinnovo delle apparecchiature vecchie e mal funzionanti, cosa che stiamo valutando assieme al Presidente della SMOM, Dr. Pino La Corte.

11-13/12 A Verona, presso la Chiesa di S. Maria della Scala, ha luogo il tradizionale mercatino natalizio. “Mani di donna per le donne di Angal” propone prodotti dell’artigianato femminile africano assieme a lavori che un gruppo di Socie di “Amici di Angal” e “Amici di Aber” prepara con impegno durante tutto l’anno. Il ricavato, destinato al sostegno di donne e bambini, va in parte all’Unità Nutrizionale di Angal, in parte ad altri progetti simili sostenuti dall’Associazione “Amici di Aber”. 15/12 A Como, a casa di Betty e Italo Nessi, si tiene una riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione, alla quale partecipano come uditori altri Soci collaboratori fra i più attivi. 20/12 A S. Giovanni, sui Colli Berici, Mario e Claudia vengono invitati dal “Club dei nonni” a parlare ancora una volta dei loro progetti ad Angal, per i quali è già pronta una “busta di solidarietà”.

4. Progetto per la riabilitazione funzionale: la fisioterapista Maria Luisa Levorato (vedi il precedente numero delle News) ha lasciato Angal con il grande desiderio di riuscire a migliorare l’efficienza della palestra e con l’impegno a ritornare quanto prima per stare a fianco di Jeska, la referente ugandese. Si è già attivata per procurare il materiale necessario per un salto di qualità della fisioterapia. 5. Corso di anestesia: il Dr. Giannino Busato con il suo dinamismo continua a progettare e a realizzare quanto si era ripromesso. L’ultimo suo corso di anestesia per il personale infermieristico si era, infatti, tenuto dal 28 ottobre al 16 novembre 2013 e a febbraio di quest’anno Busato era di nuovo ad Angal per gettare le basi di un nuovo corso, che si terrà la prossima estate.

Il gruppo di lavoro di Claudia, altrimenti detto “la compagnia del lunedì”.

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8/02/2014 A Pianiga (VE), presso la Chiesa di S. Martino, grazie all’interessamento e all’organizzazione di Maria Luisa Levorato e Licia Scantamburlo, insieme all’Associazione A.L.M.eS, l’Ensemble Vocale di Venezia, accompagnato e diretto dall’organista Gianandrea Paletta, si esibisce in una serie di pezzi, dai più noti ai meno noti, tutti di altissimo livello. La serata, il cui ricavato servirà ad acquistare attrezzature utili al miglioramento della fisioterapia ad Angal, è preceduta da una breve presentazione di Camillo Smacchia e Mario Marsiaj delle attività della nostra Associazione. Chi è interessato può ascoltare l’intero Concerto, registrato da Piero Marsiaj, sul nostro sito web.

copre il West Africa; poi la formazione del team di 8 operai diretti da Josef Opoki, che per 2 settimane ha scavato, saldato, martellato fino a costruire l’infrastruttura di antenne radio per la distribuzione sulla Missione, collegata alla rete dei pannelli solari e alla parabola. Alla fine abbiamo premuto il magico pulsante e... col fiato sospeso abbiamo seguito l’indicatore di download che aumentava, aumentava, fino a raggiungere i 10Mbit. Se avessimo avuto lo spumante l’avremmo stappato, ma date le circostanze abbiamo comprato delle “soda” a Terober per festeggiare insieme agli operai con uno stufato di pesce persico del Nilo, preparato da Agnes.

4/03 A Firenze Stefano Di Puccio, da molti anni Socio e organizzatore di eventi, mette a disposizione la sua “Trattoria ai 4 leoni” per una cena di beneficenza a favore di Angal. In tre occasioni Karacel, presieduta da Giovanni Cardellino, è stata invitata a presentare l’attività dell’Associazione (con relativa raccolta fondi per Angal):

Oggi ad Angal Internet raggiunge 6 punti di distribuzione: Ospedale, Missione dei Padri Comboniani, case dei medici e degli ospiti, Scuola Tecnica e Scuola Senior. Da ciascuno di questi punti, tutti collegati via radio all’antennone posto sulla Chiesa dietro la statua di S. Antonio, gli accessi vengono distribuiti in wifi o via cavo. La quota mensile di traffico viene equamente suddivisa pro-edificio fra gli utenti, e da remoto con i nostri strumenti possiamo dare una mano, verificare i link, controllare gli accessi. Sono passati 3 mesi e non c’è mai stato un solo problema, anche perché Herbert, il ragazzo che ci fa assistenza dalla sede della Technical School, è competente e preciso nei suoi report ed è a disposizione per tenere sotto controllo antivirus, aggiornamenti e connessioni.

18/12/2013 a Torino, nella Chiesa dei SS. Angeli Custodi, Concerto di Natale della Corale “Po e Borgo Po”; 4/12 a Pont St. Martin (AO) “Concert du Nouvel An” dell’Orchestre d’Harmonie du Val d’Aoste; 5/01/2014 nella Cattedrale di Aosta “Concerto del Nuovo Anno” delle Corali Valdostane.

Testimonianze Finalmente Internet ad Angal! di Piero Marsiaj L’attuazione della connessione ad Internet rappresenta una tappa fondamentale del lungo e a volte tortuoso percorso di informatizzazione dei servizi ospedalieri. Piero, da sempre assertore della necessità imprescindibile di questa innovazione, nel suo resoconto ce ne disegna anche gli importanti risvolti sul piano sociale e culturale. Da molto tempo ad Angal si parlava della necessità di un collegamento Internet, forse addirittura dal 2006, quando alcuni tecnici di “Informatici Senza Frontiere” installarono la prima versione di OpenHospital, un software per la gestione dell’Ospedale, primo nucleo di sviluppo informatico ad Angal. Internet, oltre ad essere un mezzo per tenere i contatti con chi lavora in posti lontani, è anche un potente facilitatore di sviluppo sociale ed economico. Ad Angal l’unico modo per accedervi era attraverso le reti cellulari, ma la fragilità e le pessime prestazioni del collegamento ne rendevano impossibile qualsiasi uso a fini pratici. Non si poteva più ritardare. Trovato un finanziatore, ho avuto l’ok da parte del Consiglio Direttivo di occuparmi della copertura Internet. Ad ottobre, dopo la messa a punto del progetto tecnico da parte dell’azienda vicentina Webethical, sono partito alla volta di Angal, con le valigie piene di schemi e di cavi, la testa pullulante di idee, ma con la grande incognita se avrei o meno incontrato ostacoli tecnici insormontabili. Ad Angal abbiamo lavorato sodo. Prima l’installazione della parabola satellitare da parte di TruIT/Yahsat, provider che

Piero attorniato dai suoi collaboratori.

Ma quali sono i veri vantaggi di una connessione Internet per Angal? Senza dubbio l’affidabilità delle comunicazioni è il primo grosso passo. Scambiare e-mail con staff, amministrazione, medici, Padri non è più un terno al lotto, ma un’operazione fattibile. Oggi che le decisioni devono essere prese rapidamente, è confortante sapere che si possono spedire allegati avendo presente che non terranno bloccata la posta elettronica per 3 giorni. Si può addirittura telefonare, o anche videochiamare con Skype, pur sapendo che si consuma molta della preziosa banda (e l’uso va quindi centellinato). In realtà i vantaggi veri arriveranno un po’ alla volta, con un cambio di metodo di lavoro, con la possibilità da parte dei medici e dello staff locale di accedere a banche dati e di aggiornarsi, da parte nostra di gestire e aggiornare da remoto i server, acce-

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l’esaltazione e un senso di incapacità, per non dire di idiozia. Dico questo con molta franchezza perché in Africa, quando ci si va spesso, capita proprio così, che nel breve volgere di qualche minuto si passi dalla più intensa emozione, perché si è risolto un grave problema, al più frustrante senso di inutilità, perché non si è riusciti a fare assolutamente nulla in una situazione di per sé semplice. Come tanti che vanno laggiù, sono un medico e anche a me, come a molti, piace il calcio, al punto da pensare spesso che sia più importante e utile questa seconda passione, perché tante volte “el balon” regala un divertimento, una felicità più naturale ed autentica. E’ per questo che, ormai da diversi anni, ogni volta che mi reco ad Angal, la mia valigia è occupata in prevalenza da cianfrusaglie che riguardano il calcio: magliette, palloni, coppe, medaglie ecc. Insomma, ad Angal mi si aspetta perché ogni anno si disputa, nel campo che per l’occasione diventa lo stadio del villaggio (quello esattamente di fronte all’entrata dell’Ospedale), la partita dell’anno, denominata in mio onore “Kamilo Cup”. Si tratta del derby Verona-Chievo tra la squadra del villaggio di Pagot (il paesino sulla collina dove abita il mio

dere ai dati statistici dei ricoveri e delle patologie, raccogliere indicatori di funzionamento dell’Ospedale. Ma il passo più importante è aver dato accesso all’informazione, fattore che da sempre ha facilitato l’evoluzione e lo sviluppo sociale, con esiti spesso imprevedibili.

La squadra al lavoro sul retro della Chiesa.

Oggi naturalmente i maggiori utilizzatori della connessione sono le scuole, dove i ragazzi hanno letteralmente sete di conoscenza. Fino a ieri per loro era impensabile, ma oggi possono scorrere l’indice di Wikipedia e scaricare libri elettronici. E lo fanno. Per me, cresciuto in Uganda, che da quando ero piccolo ho sempre sentito pressante l’imperativo di restituire a questa terra almeno parte di quel che avevo ricevuto, lavorare a questo progetto è stata la realizzazione di un sogno. O per dirla meglio, visto quanto ci resta ancora davanti da fare, un buon inizio.

Calcioterapia, ovvero… quando il calcio fa bene non solo alle ossa di Camillo Smacchia

Camillo e una delle due squadre al gran completo.

caro amico Opio), ribattezzata per l’occasione ChievoPagot, e il VeronaTerober, rappresentato dalla squadra del villaggio dove è situato il “quartiere di Angal”, gemellata al team del Verona. E sapete perché? Perché ho portato ai ragazzi dei due villaggi una scorta di casacche gialle con i bordi blu la prima volta ed una blu con i risvolti gialli la seconda e così, da quel giorno, la partita è diventata automaticamente il derby, uguale a quello che si gioca nella nostra città. Logicamente ci sono alcune trascurabilissime differenze che potete immaginare: una fra tutte, l’assenza delle scarpe da calcio ai piedi dei giocatori; ma cosa volete che sia, sono solo dettagli... provate voi!!! Non sto qui a descrivere l’entusiasmo dei ragazzi e il mio orgoglio, ma voglio raccontarvi quello che accade nella mia città, tra le persone che conoscono questo mio cosiddetto “secondo lavoro”, ogni volta che organizzo la mia partenza per l’Uganda. Sono persone semplici, che il più delle volte non navigano nell’oro né scoppiano di salute. Sono i miei Amici più veri e i miei pazienti più affezionati. Sono loro a fare a gara per

Non lasciatevi sviare dal tono leggero e scherzoso del titolo: in questa Testimonianza c’è tutto il senso dell’impegno di Camillo Smacchia, un impegno che travalica l’ambito più prettamente sanitario per sconfinare in quello dei valori umani più autentici. Quando viene ad Angal, infatti, Camillo fa il medico a tutto campo, ma parallelamente mette la sua energia e la sua naturale esuberanza al servizio dei giovani di Angal, che non hanno divertimenti né prospettive. Camillo regala loro un momento magico. Li fa sentire tutti dei Maradona. Smesso il camice bianco, dialogando con loro, entusiasmandosi con loro, si cala in modo autentico nella vita del villaggio. E’ il suo modo di stare fra la gente, è il suo personalissimo “dono del tempo”, che gli Alùr comprendono ed apprezzano. E’ questo un modo nuovo di “condividere” ed è importante, perché azzera le distanze dovute al colore della pelle e al camice che si indossa. Vado in Africa dall’inizio degli anni 2000 e ancora oggi il mio stato d’animo oscilla, quando svolgo la mia attività laggiù, fra

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la buona volontà dell’infermiera, spesso non ci capiamo sulle prescrizioni che cerco di impartire. Per un attimo mi chiedo cosa mi abbia spinto a mettermi in gioco venendo qui, in una realtà che non conosco. Non c’è tempo per filosofare; devo prendere decisioni rapide. Cambio farmaco? Aggiungo un antibiotico? Dopo aver visitato molti pazienti con varie problematiche (malaria, cirrosi epatica, ipertensione arteriosa), mi accosto ad un ragazzo, in stato febbrile da più giorni, sofferente. Il quadro mi sembra quello di un “addome acuto”, situazione che richiede un intervento chirurgico urgente. Decido di operarlo. Efficienti e collaborativi l’anestesista e il personale della sala operatoria. C’è tutto l’indispensabile; manca, come nelle altre sale operatorie dove ho avuto modo di lavorare, in Africa, il bisturi elettrico. Intervento semplice: peritonite da perforazione di ileo (malattia tifoidea?). Riparo la breccia ileale, pulisco il cavo peritoneale e lo dreno. Come chirurgo è l’atto che più mi ha gratificato nel corso della mattinata. Riaffiorano quesiti esistenzial-filosofici. Molte domande mi frullano nella mente; molteplici e a volte contraddittorie le risposte. Ma la risposta più convincente è quella che mi hanno dato il ragazzo operato e i malati visitati: non importa perché tu sia qui; per noi oggi tu dovevi essere qui. E’ ora di pranzo. Si mangia nella casa che tutti conoscono come “casa Marsiaj”, dove Mario, con moglie e figli, ha abitato nei molti anni di lavoro in questo Ospedale e dove ancora abita durante le sue frequenti missioni. C’è la pasta al sugo di pesto, portato dall’Italia. Quotidianità confortante che s’insinua. Manca Piero, il figlio di Mario e Claudia, che è qui per installare Internet in Ospedale e nella Missione dei Padri Comboniani. Nell’attesa sfoglio un libro di malattie tropicali: descrizione asettica delle patologie… la realtà dei malati è lì, a due passi da me, troppo vicina per non rivederne i volti. Piero è arrivato. Sono le 13.45. E’ trascorsa un’altra mattinata ad Angal.

donarmi quanto può rendere l’importante match calcistico un evento straordinario per i giovani di Angal (le coppe, i palloni ecc.). Ma, ed è questo l’aspetto che mi commuove ogni volta, mi regalano soprattutto parole di incoraggiamento e di affetto, insieme a pacche sulle spalle che mi accompagnano nel mio viaggio. E’ come se idealmente si trasferissero anche loro nello sgangherato campo da calcio in mezzo alla savana, a gridare e a tifare vicino a me, perché la vita sia semplicemente un po’ più bella e un pelino più giusta. Per la cronaca, a tutt’oggi, il VeronaTerober è in vantaggio per 4 a 3.

L’esibizione esultante del trofeo calcistico.

Una mattinata ad Angal: lavoro molto, tempo per “filosofare” poco di Renzo Rebeschini Il Dr. Renzo Rebeschini, dirigente medico di primo livello, è chirurgo presso l’Ospedale di Pieve di Cadore. E’ alla sua quarta esperienza “africana”, avendo già trascorso le “ferie” in Costa d’Avorio, Etiopia, Togo. La sua Testimonianza è una cronaca asciutta ma emotivamente intensa del lavoro quotidiano di un medico in un contesto ospedaliero difficile, in cui le domande “esistenzial-filosofiche” che si prospettano alla sua mente si scontrano inevitabilmente con l’urgenza e la tempestività della cura. «Give me something». Una frotta di ragazzini mi accompagna nel corto tragitto dalla guest house all’Ospedale, ripetendo la richiesta come una filastrocca. Mi attende un breve incontro con Simon, direttore amministrativo, e con il Dr. Grace, responsabile medico. Intuisco che questa mattina manca un collega medico (ferie? imprevisto? infortunio?). Mi viene chiesto di sostituirlo. Inizio il giro di visite con un’infermiera, che al letto di ogni paziente mi dà la cartella clinica e mi espone le problematiche da affrontare. Molte termografiche segnalano un profilo febbrile compatibile con malaria. Nonostante

Renzo Rebeschini ad Angal.

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Giannina ora sta per compiere 100 anni, più o meno (ad Angal non esisteva l’anagrafe) e nel giugno scorso, per la prima volta, non l’ho vista arrivare. Per la prima volta (e me ne vergogno) l’ho raggiunta io nella sua capanna. Al nostro arrivo ad Angal nel ’67 Giannina era già da molti anni l’aiutante delle Suore. Era la loro governante, la donna di fiducia, una specie di angelo protettore, un cardine importante della vita quotidiana della Missione. Piccola, magra, silenziosa, si occupava di tutto. Nei periodi in cui le giovani catecumene giungevano dai villaggi circostanti per un periodo di preparazione prima di ricevere il battesimo, si prendeva cura anche di loro. Si preoccupava, mi ha raccontato Suor Emma, che fossero nutrite a sufficienza e infatti, grazie al buon cibo che trovavano in missione, spesso arrivavano con ulcere tropicali dovute soprattutto a malnutrizione e ripartivano guarite. Da Giannina ho imparato i primi rudimenti della lingua alùr. Da lei, sotto la veranda della casa delle Suore, sui lunghi tavoli dove ogni lunedì ripiegava con destrezza il bucato, ho imparato a usare il ferro a carbone senza far cadere i tizzoni sulle lenzuola. Giannina era sempre presente, fidatissima, piena di attenzioni… impossibile farla riposare! Questo è il giudizio generale delle Suore alle quali ho chiesto una testimonianza, quando ho deciso di dedicare a lei questa pagina. Difficile raccontare di lei... nulla di veramente straordinario se non nella quotidianità del suo lavoro, umile e silenzioso, iniziato non si sa quando e continuato con la stessa dedizione fino alla partenza delle Comboniane nel ’98. Di se stessa non parlava mai. Riservata e di poche parole, teneva per sé i propri affanni, anche quando il più grande dei suoi figli morì tragicamente, andando a caccia nella riserva del Parco Nazionale con un gruppo di amici. Non si è mai saputo bene che cosa accadde. Forse, ferito dai rangers e abbandonato lì dai compagni di caccia, fu sbranato dagli animali. Tutto quello che rimase a Giannina furono i brandelli di una camicia insanguinata, riportata giorni dopo dagli stessi compagni. Il corpo non fu mai ritrovato e questo fu il dramma più grande nella vita di Giannina, che, come appartenente agli Alùr, che danno molta importanza al culto dei morti e seppelliscono i propri cari vicino alla capanna, si è sentita defraudata di questa consolazione. Accoccolata vicino alla sua stuoia, nell’intimità della capanna, condividendo il ricordo di tanti anni, le nostre vecchie mani, una bianca, una nerissima intrecciate, ho avuto la percezione del profondo legame che mi trattiene qui, al capezzale di questa piccola, grande donna semianalfabeta, e fra la gente di questo posto il cui “intimo” continua ad affascinarmi (e a sfuggirmi).

I fili delle donne

Klaùdia racconta «Benvenuta, Klaùdia!» Per molti anni, ogniqualvolta tornavo ad Angal, le prime persone che venivano a darmi il benvenuto erano Lazaro, il cieco cantastorie, Odongo, il matto del villaggio, e Giannina, la nyampara* delle Suore Comboniane. Per molti anni Lazaro, col suo adungu**, aveva girato di villaggio in villaggio raccontando vecchie storie e leggende, celebrando eroi e mantenendo in vita la tradizione orale, sulla quale era basata la memoria degli Alùr. Pur essendo cieco dalla nascita, il suo passo era rapido e sicuro. Ogni volta, con stupore, lo avevo visto varcare senza esitazione lo stretto cancellino di accesso al giardino della “nostra casa”. Ora, e da diversi anni, il suo adungu è muto e il suo passo incerto sembra non riconoscere più le asperità del viottolo che conduce alla panca posta sotto la grande palma nel giardino, dove tante persone che per anni hanno fatto parte della nostra vita hanno sostato in attesa di una tazza di thè caldo e della mia attenzione.

Lazaro e Andrea.

Odongo non arriva più trafelato con i suoi doni – uno spiedino di cavallette, un pentolino di termiti fritte, dei manghi – invitandomi a dividere con lui queste prelibatezze... dopo averle benedette: «one for me, one for you». Ha studiato in seminario, ha una buona cultura e ogni tanto si cala nelle vesti di predicatore davanti ai pazienti dell’Ospedale, che mai, mai l’hanno deriso, anche quando, tra le citazioni bibliche, la sua mente si perdeva! Ma il suo passo ora è leggermente claudicante, viene di rado a portarmi i suoi doni e ha smesso di pormi quesiti imbarazzanti. «Cosa pensi della teoria evoluzionistica di Darwin?» mi aveva chiesto un giorno, tanto tempo fa…

* nyampara: persona fidata. **adungu: strumento a corde.

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I Progetti

Che cosa puoi fare tu • Svolgere un’opera di sensibilizzazione.

Assistenza degli orfani da AIDS contributo annuo necessario: € 200

• Partecipare agli eventi di raccolta fondi.

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgono e si prendono cura di questi orfani (282 al 30 novembre 2013). Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione

• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.

Come contribuire I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

Ricovero gratuito per i bambini spesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

Assistenza degli ammalati di AIDS spesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.

Operazione Proteine spesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Samaritan Fund

spesa annua: € 7.500

Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org mario@marsiaj.it

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”

Supporto ai più poveri spesa annua: € 6.000

Consente la distribuzione di generi alimentari ad una quarantina di persone, due volte al mese.

Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it tel. (+39) 333 7122535

Supporto alla scuola materna

spesa per i primi 12 mesi: j 16.000

Giuseppina Ricciardi giuseppinaricciardi@hotmail.it

Coerentemente con la finalità del progetto – colmare le numerose lacune strutturali e la carenza di materiale didattico – la spesa sostenuta nel primo anno è stata destinata alla ristrutturazione e alla gestione organizzativa della struttura.

tel. (+39) 338 7728989

Realizzazione grafica: DildaDesign - Vicenza Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero, Vicenza

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