News
News dagli Amici di Angal
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
Numero 19 – APRILE 2017
In questo numero:
Il punto su Angal
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Primavera: tempo di bilanci
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Nuovi obiettivi e realizzazioni
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E lontano da Angal…
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Testimonianze L’Omero del West Nile (di Luciano Bolli)
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Un’esperienza complessa ma positiva (di Barbara Galli, Antonella Altieri e Barbara Favini)
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I fili delle donne: Klaùdia racconta Un allegro, variopinto microcosmo
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Amarcord africano (V)
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Lettera ai nostri lettori di Claudia e Mario Marsiaj
Il mio saluto
Cari Amici, il mondo si evolve. E’ un’evoluzione inarrestabile. Compito di tutti è impegnarci perché questa evoluzione porti risultati positivi. Anche noi due, inguaribili romantici (soprattutto Claudia) un po’ all’antica, sappiamo di trovarci di fronte a necessari cambiamenti. Le News dagli Amici di Angal, che da 10 anni legano voi a noi in un rapporto di stretta amicizia, si evolvono. Cambierà la veste grafica. Nuovi collaboratori, più giovani di noi, contribuiranno alla redazione. Nuove rubriche arricchiranno il nostro giornale, senza per questo rinunciare agli argomenti che abbiamo finora trattato e che rappresentano il “filo rosso” che unisce chi scrive e chi legge nell’amore per Angal. Siamo certi che i risultati saranno positivi. Allargheremo la platea dei lettori. Cercheremo di stimolare in loro l’interesse per una Comunità sperduta in mezzo alla savana dell’Uganda. Continuate a leggere le News. Fatele leggere ai vostri amici. Continuate a sostenere la nostra e vostra “missione”. Che il nostro legame diventi sempre più stretto. Un grazie a Giusi Ricciardi, la redattrice che fin dall’inizio ha messo la sua professionalità ed esperienza a servizio del giornale.
A conclusione del mio impegno sulle News, mi sia consentito “rubare” un po’ di spazio per un’ultima n.d.r. Non sono mai stata in Africa. Non ho mai conosciuto da vicino Angal. Le News, da quasi 10 anni, sono state quindi il mio osservatorio privilegiato, la mia personalissima finestra su un mondo altrimenti sconosciuto, che viceversa col passare del tempo mi si è prospettato con chiarezza nelle sue molteplici sfaccettature, ma soprattutto nella sua inesausta e inesauribile carica vitale. Ho conosciuto Angal attraverso gli occhi, le riflessioni, le emozioni di tante persone che vi hanno prestato la loro opera, ma soprattutto ho amato – e amo – Angal attraverso la mente e il cuore senza confini di coloro che ne hanno fatto la scintilla di una vita, sempre accesa e incessantemente alimentata: Mario e Claudia Marsiaj. Grazie a loro, al loro impegno vibrante di umanità senza mai ammantarsi di retorico buonismo, ho compreso che il sapere – sia esso scientifico, tecnico, umanistico – solo quando si nutre dei più nobili valori umani può e sa produrre indelebilmente autentico progresso e riscatto. Giusi
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Nell’ambito di un nuovo programma di collaborazione e scambio professionale organizzato da quel vulcano che è Italo Nessi, dal 20 ottobre al 10 novembre sono stati ad Angal un infermiere dell’IPASVI di Como (Sandro Tangredi) e tre infermiere dell’IPASVI di Varese (Barbara Galli, Antonella Altieri, Barbara Favini). Laura Cunico, che si era adoperata durante tutto lo scorso anno con la sua competenza a rimettere in carreggiata il team amministrativo, è ripartita il 4 marzo c.a. per trattenersi ancora una ventina di giorni a consolidare e concludere il suo intervento, preparando la strada per un nuovo importantissimo arrivo. Infatti, mentre questo Numero va in stampa, è in partenza (29 marzo) il Dr. Stefano Santini, medico di lunga esperienza amministrativa in Africa (Uganda, Angola, Etiopia), che ricoprirà la carica di CEO (Chief-Executive-Officer, simile al Direttore Generale delle nostre Aziende Ospedaliere) per i prossimi tre anni. Lo accompagnerà Italo Nessi ed insieme parteciperanno il 6 aprile al Board of Governors, che sancirà una collaborazione più chiara e produttiva fra la nostra Associazione e la Diocesi. Qui in Italia procede l’organizzazione di un nuovo sistema di fundraising, che necessita ormai di essere seguito in maniera continuativa e funzionale, dato l’aumento costante dei costi di gestione dell’Ospedale (ora anche in Uganda esiste un sistema di previdenza sociale). A tale scopo è entrata a far parte del nostro team una persona di grande valore, Federica Sgaggio, esperta giornalista che sarà affiancata nel suo lavoro da Piero Marsiaj e trascorrerà appena possibile un breve periodo ad Angal per conoscere da vicino la realtà per la quale dovrà impegnarsi. Chissà cosa penserà Federica quando attraverserà i viottoli dell’Ospedale che collegano i vari reparti, tra alberi di acacia e bouganvillee, quando vedrà tanti occhi curiosi studiare le sue mosse, tanti sorrisi aperti aspettare il suo, tante manine sporche tendersi con fiducia verso di lei? Quando verrà a conoscere tante storie semplici di povertà e di tragedie, di cadute e di resurrezioni, quando respirerà quell’aria di rassegnazione e di speranza, quel profumo di vita e di coraggio? Di certo, come tutti noi, resterà conquistata. E la loro passione, la nostra passione, sarà per sempre anche la sua.
Il punto su Angal (a cura di Rita Polo) Ecco. L’immagine qui di seguito riproduce perfettamente lo stato d’animo di un anno fa dinanzi alla situazione del nostro beneamato St. Luke’s Hospital, colpito dalla burrasca. Ci si poteva immedesimare nel personaggio (The Connoisseur) magistralmente rappresentato da uno dei miei artisti preferiti, Norman Rockwell, che guarda quel guazzabuglio di colori e di segni cercando di capirlo, di trovarne un senso, una chiave di lettura. Ne possiamo parlare oggi con maggiore serenità perché, grazie a Dio e al lavoro di tanti, non è più così. L’Ospedale di Angal è tuttora una costruzione piuttosto spartana ed in certi punti un po’ pericolante, ma ben definita e in continuo miglioramento. Nell’intento di portare avanti un programma chiaro e sostenibile, si sta studiando con la partecipazione dei medici e dell’Amministratore ugandese il prossimo Piano Strategico triennale, che consenta di gestire al meglio le risorse e le grandi potenzialità dell’Ospedale e funga da motore di propulsione per tutto il personale africano, garantendo così migliori risultati, a vantaggio dei pazienti.
Primavera: tempo di bilanci (a cura di Renata Tapparo) Il bilancio consuntivo del 2016 di “Amici di Angal” riflette le difficoltà del delicato periodo di transizione dell’Ospedale, di cui parlammo nei due numeri precedenti. Le uscite aumentano infatti del 13%, passando da € 391.295,81 del 2015 a € 442.086,33 a fronte del crescente impegno finanziario verso il St. Luke Hospital, in parte dovuto al riassetto logistico-amministrativo e al riordino dei contratti del personale, in parte alla necessità di ripianare il debito accumulato verso l’NSSF, la previdenza ugandese, dall’Amministrazione precedente. Quindi,
Per questo Giovanni Cardellino con Soumia (e i rispettivi figli), affiancati da Camillo Smacchia (ad Angal dal 21 novembre al 5 dicembre), si sono impegnati incontrando i medici, i componenti dell’Amministrazione, gli infermieri, il personale tutto. Qualche settimana dopo è stata la volta di Italo Nessi, che dall’11 al 23 dicembre ha continuato il lavoro di Giovanni e nel Board of Governors del 21/12 ha incontrato i maggiorenti della zona e in primis il Vescovo, proprietario legale dell’Ospedale. 2
oltre all’aumento di quasi € 40.000 dei trasferimenti per il Workplan quinquennale, passati da € 305.625,00 a € 345.000,00, le uscite hanno riguardato: - l’esecuzione di lavori straordinari come la costruzione del nuovo Pronto Soccorso (€ 12.700,00); - la fornitura di apparecchiature per quasi € 10.000; - l’acquisto di un’automobile (vista la situazione disastrosa del parco macchine attuale) per € 3.000; - l’aumento della spesa per i viaggi aerei, resisi necessari per seguire da vicino l’evoluzione della difficile situazione amministrativa e finanziaria (da € 6.483,56 a €10.123,38).
Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Progetto Horizont 3000: i lavori della prima fase sono praticamente conclusi: le lagune sono ultimate, l’inceneritore pure, la discarica è finita. Si presenteranno alcune richieste per la seconda fase, come concordato col Coordinatore Mr. Christian Guggenberger, in modo da poter recuperare dei fondi spesi per l’adeguamento e le certificazioni per il collegamento con la linea elettrica dell’Ospedale. Per l’antincendio, oltre al previsto sistema ad acqua si chiederanno anche degli estintori. Urgente è pure la sistemazione delle toilettes vicino alle cucine e dell’area tra la Pediatria e la Nutrition Unit.
Tuttavia la generosità dei nostri donatori e sostenitori ha portato anche un incremento del 21% delle entrate, passate da € 261.668,79 a € 317.238,54. In particolare: - le erogazioni liberali ricevute da imprese passano da € 66.580 a € 88.960; - le donazioni ricevute da associazioni passano da €36.062,00 a € 53.605,00; - le donazioni da privati passano da € 106.295,50 a €122.689,94.
2. Progetto BTC: il progetto finanziato dalla Coop. Belga è stato molto complicato da seguire, visto il continuo cambiamento delle regole in corso d’opera. Comunque, dopo la valutazione compiuta ed una serie di calcoli, sono stati depositati 50.000 € sul c/c di Angal Hospital, somma vincolata dal distretto, che si potrà spendere soltanto per precise necessità (ad es. per l’acquisto di farmaci e non per il pagamento di salari). Inoltre la BTC ha provveduto a consegnare l’attrezzatura: computers, software ecc., per poter procedere nel progetto di raccolta dati statistici.
Anche l’importante finanziamento del 5xmille cresce da € 40.714,47 a € 47.427,28, a conferma che sempre più numerosi sono coloro che nella dichiarazione dei redditi scelgono di sostenerci. L’effetto combinato di aumento delle uscite e delle entrate porta a un disavanzo (perdita) di € 124.847,79, in lieve calo rispetto all’anno scorso, cui faremo fronte con il patrimonio associativo. Una riflessione a parte merita il fundraising. Pur essendo un momento in cui è difficile affrontare nuove spese, il Consiglio Direttivo nel 2016 ha preso la decisione di fare un passo importante e di dotarsi di un ufficio per la raccolta fondi. Questo comporterà un impegno economico non indifferente in spese di personale, comunicazione, materiale informativo, strumenti, viaggi. E’ un passaggio difficile ma necessario, che affrontiamo con coraggio e determinazione per garantire in futuro la sostenibilità economica necessaria alle attività dell’Associazione e dell’Ospedale.
3. Ristrutturazione: una parte della ex casa delle Suore Comboniane, grazie a una donazione di Bruna Rossini, è stata ristrutturata in modo da ricavare due comodi alloggi per le due nuove collaboratrici del Management Team: Mrs Grace Kinyera e Mrs Vicky Opika Opoka. 4. Scuola materna: significativi gli interventi a sostegno della scuola: è stata dotata di materiale scolastico e di nuovi giochi; sono state abbassate le rette; è stato aumentato il personale e aumentato anche il relativo stipendio del 30%. 5. Nuova Maternità: con una serie di iniziative organizzate da Italo Nessi il Gruppo di Appoggio di Como ha raccolto una notevole somma da destinare alla nuova Maternità. 3
Nel mese di febbraio è uscito Solo l’amore può, di Giovanni Cardellino. Il racconto, ispirato al suo amore per l’Africa, si dipana da una località ugandese, a lui ben nota, fino ad intrecciarsi con le nostre cronache di immigrazioni.
6. Donazioni di attrezzature: la Salvagnini ha messo a disposizione presso la sede di Sarego (VI) un container destinato ad Angal. Sono già arrivati un’autoclave procurata dalla nostra socia Christa Schettenbrunner; un lettino operatorio donato dalla Direzione Generale e dall’Ingegneria Clinica dell’Ospedale di Borgo Trento di Verona; diverse carrozzine per bambini e adulti disabili, offerte dalla Ditta Ortopedica Scaligera di Verona; un secondo lettino operatorio procurato da Lorenzo De Martin; una lampada scialitica e vario materiale chirurgico raccolto da Rita Polo.
Per ordinazioni: EDB Edizioni, Via C. Brivio 33 – 20159 Milano; tel. 02- 39523821 opp. www.viveremilano.info. Ed è in ristampa il libretto di Claudia Marsiaj Ritratti della mia Africa, che si può richiedere all’Associazione “Amici di Angal”, Via Vivaldi 3 – 37024 Arbizzano (VR); tel. 0456020726.
7. Ufficio per il fundraising: ha iniziato la sua attività a febbraio sotto la direzione della giornalista Federica Sgaggio. Si occuperà di comunicazione, dei rapporti con i media, di organizzazione di eventi, partnership e relazioni pubbliche, e di tutte quelle attività funzionali ad aumentare la rete di donatori e sostenitori degli Amici di Angal. L’indirizzo di posta elettronica è fundraising@amicidiangal.org.
E lontano da Angal... Il 3 e 4 dicembre 2016 presso la sala dell’Ospedale don Calabria di Negrar e dall’11 al 13 presso Santa Maria della Scala a Verona, Claudia con “Amici di Aber” organizza il consueto mercatino di Natale, da moltissimi anni evento-incontro con le clienti-sostenitrici veronesi.
Testimonianze L’Omero del West Nile di Luciano Bolli
8/12/2016 Il ricordo di Cinzia è sempre vivo nel cuore dei suoi amici. Anche quest’anno Giuse, Claudio, Patrizia e Luisella organizzano a Stresa un mercatino con lo scopo di continuare a sostenere con borse di studio a lei intitolate alcuni studenti di Angal particolarmente meritevoli.
Serenella e Luciano Bolli hanno condiviso con noi un anno della loro vita ad Angal. Erano già lì al nostro arrivo, il 3 gennaio del 1967. Erano rimasti soli per diversi mesi dopo la partenza dei Busato. Tornati in Italia, anche se ci siamo visti pochissime volte, siamo sempre rimasti in contatto. Ora vivono a Iesi. Leggono sempre le nostre News. Ultimamente hanno ricevuto anche il mio libretto (Ritratti della mia Africa, n.d.r.) e Luciano mi ha scritto una lettera che mi sembra valga la pena di farvi conoscere. Eccone una parte.
12/12 A Padova Piero e Mario incontrano uno dei responsabili del fundraising del Cuamm, il Dr. Oscar Merante Boschini, per avere informazioni e consigli su come iniziare in modo organizzato questa attività, finora affidata esclusivamente all’iniziativa di volontari. 19/12 Si svolge a Sarego un incontro preliminare con i responsabili di “Confini-on-line” presentati da Piero, che durante l’anno aveva frequentato dei corsi da loro organizzati.
Grazie, Claudia, per i racconti ricchi di fotografie di persone che incontrai ad Angal molti anni or sono. Una in particolare mi ha colpito ed emozionato e spiego il perché. Devo tornare indietro alla lunga estate ugandese del 1966; al sempre più vicino “rumore” della battaglia sostenuta dai mercenari chiamati da Mobutu nel vicinissimo Congo, per soffocare la rivolta dei “Simba”, P. Calvi ci riunì, una sera, per informarci sui fatti che accadevano a così breve distanza da Angal. Seduti in cerchio nello spazio erboso tra la casa dei Padri e la Chiesa, mi ero sistemato in modo da avere all’altezza dei miei occhi l’Orsa Maggiore, mentre la Croce del Sud sembrava emergere dalla linea dell’orizzonte. All’improvviso mi colpì la voce concitata di una persona che chiedeva particolari sulla battaglia in corso. Mi dissero che a parlare era stato Lazaro, il cieco cantastorie. Cercai invano di vederne il volto, perché l’oscurità era totale. L’ho visto oggi, per la prima volta, grazie alla foto che hai pubblicato accanto al tuo racconto. Grazie, grazie mille volte per avermi fatto conoscere l’”Omero” del West Nile.
7/01/2017 Ad Arbizzano (VR) si tiene la prima riunione dell’anno del Comitato Direttivo di “Amici di Angal”. I problemi sul tappeto sono vari e tutti di grande importanza. Si va dalla presentazione del bilancio consuntivo e preventivo dell’Ospedale al problema alquanto spinoso del pagamento da parte dello stesso al fondo previdenziale (NSSF), ignorato per molti anni dall’amministratore Simon, dalle modifiche da apportare al Nuovo Statuto dell’Ospedale alla valutazione della necessità di provvedere a un’assicurazione sia per l’Ospedale che per gli staff. 27/01 A Verona, presso la sede del Banco Popolare, Mario e Camillo incontrano, assieme al Dr. Andrea Donisi, i dirigenti del Fondo Assistenza per il Personale del Banco Popolare, per illustrare i miglioramenti attuati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Angal, grazie alla strumentazione acquistata con la loro donazione del luglio scorso.
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Un’esperienza complessama positiva di Barbara Galli, Antonella Altieri e Barbara Favini
Arrivata in Pediatria, Antonella è subito colpita dall’enorme quantità di bambini che stazionano all’esterno del reparto. (Si renderà presto conto che soltanto i più gravi o quelli attaccati a una flebo sono a letto.) Il lavoro nel Children Word pone anche lei in drammatico contatto con la rassegnazione dei genitori nei confronti della malattia e della morte: ne ricava un’impressione di pressoché «totale immobilità, come se il tempo rallentasse, fino quasi a fermarsi».
Come ha riportato Rita a p. 2, un gruppetto di infermiere sostenute dal Collegio IPASVI di Varese e Sandro Tangredi dell’IPASVI di Como, alla fine di un percorso guidato da Italo Nessi, si sono recati ad Angal per uno scambio di nozioni professionali e relazioni umane con il corpo infermieristico dell’Ospedale St. Luke. Le testimonianze di Barbara F., Antonella e Barbara G., qui riassunte per ragioni di spazio, rendono in modo tangibile la difficoltà di calarsi in una realtà tanto diversa da quella sperimentata quotidianamente nelle corsie di un ospedale italiano, ben organizzato, dotato di presidi sanitari moderni, dove il rapporto numerico medico-pazienti è enormemente superiore (basti pensare che la Pediatria di Angal, che dispone di 60 posti letto a fronte di un numero di ricoverati quasi sempre superiore a 100, è affidata ad un solo medico!). Ma seguiamole nella ricostruzione della loro esperienza, dove a far da comune denominatore è proprio il confronto tra le due realtà, italiana (di oggi ma anche di ieri) e africana. Organizzata la giornata, indossata la divisa, eccole pronte a prendere servizio. «Nel breve tragitto da casa all’Ospedale - annotano - non manca occasione di stringere mani, ricevere sorrisi e saluti... Il “buongiorno” delle persone che incontriamo (“iai mabèr?”, lett. “ti sei alzato bene?”) ci fa sentire subito accettate e ben accolte dalla comunità locale». E’ questo il grande dono di Angal! L’accoglienza, la cordialità! Poi ognuna di loro si dirige verso il reparto che le è stato assegnato. Barbara F. è destinata all’OPD, l’ambulatorio esterni dove, allo scoglio della lingua, si aggiunge la difficoltà di accettare il rapporto degli Alùr con la malattia e la morte, anche quando si tratta di bambini. E’ ben diverso da quello di noi europei. E’ fatto di una rassegnazione che noi stentiamo a comprendere («inaccettabile ai miei occhi», sottolinea con forza Barbara).
Davanti alla Pediatria.
Da un tempo immobile a un tempo che inverte la sua rotta, fino a «tornare indietro di almeno 20 anni»: questa l’impressione di Barbara G., impegnata nel reparto femminile, alle prese soprattutto con i molti casi di medicazioni infette, che la riportano al tempo del suo tirocinio, quando le allora chiamate “piaghe da decubito” erano all’ordine del giorno, con complicazioni oggi inimmaginabili. Queste le riflessioni comuni, condivise da Sandro, a conclusione della loro esperienza: s i.ONOSTANTE LE PERSONALI DIFFICOLTÍ LO SCAMBIO PROFESSIONALE Þ stato proficuo. Fin dall’inizio siamo stati ben accettati nelle diverse équipes e il confronto tra realtà diverse non è mancato a favore di una reciproca conoscenza. s Abbiamo conosciuto infermieri che abbiamo imparato ad apprezzare, non solo come colleghi ma anche come persone. s &ORTUNATAMENTE LA PRESENZA DI UNA NOTA hSPINA NEL FIANCOv alias Italo) ci ha accompagnato fin dal primo giorno sostenendoci, consigliandoci, facendoci conoscere la realtà anche attraverso aneddoti raccontati con grande ironia, utile a stemperare almeno in parte la drammaticità di alcune esperienze. A Italo va un sentito grazie da parte di tutti noi, come pure al Collegio IPASVI di Varese e di Como e a Claudia, per aver sostenuto questo progetto dandoci la possibilità di vivere questa esperienza. Nonostante il nostro sforzo di rendere una testimonianza efficace, le parole possono riprodurre solo in parte ciò che gli occhi hanno visto ed il cuore sentito.»
Il gruppetto degli infermieri al completo.
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A Pajani si trovano le coloratissime stoffe provenienti dal Congo e, se si va presto al mattino, qualche grosso pesce quasi fresco.
I fili delle donne
Klaùdia racconta Un allegro, variopinto microcosmoa
Il mercato, ogni mercato, è un punto di attrazione “fatale” per la maggior parte delle donne, per me in particolare. Quando sono ad Angal, trascorrendo una mattinata a Terobèr o a Nyaravur o, meglio, a Pajani, oltre all’emozione di trovare qualcosa di nuovo, di particolare, di unico (una volta ho visto una serie di strani amuleti usati per le divinazioni, che il venditore si è affrettato a nascondere), mi affascina la possibilità di cogliere una quantità di informazioni sulla cultura, la lingua, le tradizioni, il legame fra i vari clan, i diversi ruoli della donna, lo stato sociale, il rapporto con l’estraneo, il mzungu, il “bianco”. Quello che colpisce subito è l’atmosfera allegra e distesa, il brusio, non il frastuono di certi mercati delle nostre periferie, dove le grida degli imbonitori sono quasi assordanti. Stupisce la correttezza delle venditrici che non cercano di accaparrarsi il potenziale cliente. Colpisce la cura con cui sono esposti i prodotti, quasi fossero reliquie da maneggiare con rispetto (in qualche modo lo sono, dal momento che quasi sempre costituiscono la sola fonte di sostentamento della famiglia). Il passare da una fila all’altra, scavalcando la piramide di pomodori o qualsiasi altra merce esposta, costituirebbe un atto gravissimo, un segno imperdonabile di disprezzo. Incanta la dignità, la compostezza con cui le donne stanno accoccolate tra le radici di un albero o sedute su uno sgabello di fronte alla loro mercanzia. Fra tutti mi piace andare, se devo fare grosse spese, al mercato di Pajani. E’ un po’ lontano, verso il lago Alberto, ma lì trovo l’ambiente più autentico, dove raramente viene visto un mzungu. Inoltre posso acquistarvi al miglior prezzo e in abbondanza i pesciolini seccati (i musìri), così importanti per l’alto contenuto di proteine nella dieta dei bambini ricoverati nell’Unità Nutrizionale di Angal.
Vendiitori di frutta.
Naturalmente il mercato è all’aperto, così l’odore sgradevole dei musiri si stempera nell’aria confondendosi con quello acre dei frutti di gawafa e col profumo del tè speziato che, in un piccolo spiazzo, le donne preparano per chi, dopo una lunga camminata per raggiungere questo villaggio o dopo una prolungata permanenza al sole con la propria merce, ha bisogno di ristorarsi. Mi diverto quando, sentendomi dire qualche parola in alùr, le donne che non mi conoscono parlottano fra loro stupite. Ancor più stupite sono quando, dimostrando di conoscere le loro regole, alla fine della spesa chiedo il “lesso”, cioè la piccola quantità in più che mi spetta. «Sai proprio comportarti come una vecchia Alùr!», mi dicono. A parte il “vecchia”, questo apprezzamento mi fa molto piacere, mi fa sentire parte di loro. Tutte le trattative prima dell’acquisto di una grossa quantità di qualsiasi prodotto esigono calma e tempo. Un giorno, vedendo dei fagioli di ottima qualità venduti da una donna, chiesi di acquistare l’intero sacco lasciandola libera di stabilire il prezzo. «Non posso, - disse - prima devo contarli», il che non voleva dire contarli ad uno ad uno ma... quasi! L’unità di misura, infatti, era rappresentata da un vecchio barattolino. L’operazione durò a lungo, ma fu precisa. Ogni dieci barattolini, con rapida mossa, la donna si lanciava un fagiolo in bocca, Quando la sua bocca arrivò a non contenerne più, li sputò con grazia nella mano di un’aiutante. Alla fine contò il numero dei fagioli che la mano conteneva, li moltiplicò per 10, lo stesso fece con il prezzo di ogni barattolino e infine... l’affare fu concluso e lei se ne tornò a casa felice.
Donne al mercato.
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Amarcord africano (V) a cura di Claudia Marsiaj
CUAMM, Un’istantanea di 50 anni fa: Luciano, Serenella e il piccolo Paolo Bolli sul sagrato della Chiesa di Angal, con Claudia e Pierino.
Nel 2004, per ricordare i fatti salienti che hanno segnato
mezzo alla savana del Nord Uganda, dove tante storie individuali si sono intrecciate alla storia di un Paese tanto bello e tormentato, tante amicizie sono nate e si sono cementate nel tempo, dove abbiamo trascorso, io e Claudia, gli anni più importanti del nostro matrimonio e i momenti più belli con i nostri figli, dove abbiamo forse vissuto le emozioni più intense, dove ci siamo sentiti allo stesso tempo tanto impotenti e tanto importanti. Dove, nel periodo più asciutto dell’anno, quando la savana è bruciata e il suolo è più arido, esplode la magia dei fiori del flamboyant che, quando il sole tramonta, fa risplendere anche la più povera capanna come una reggia.
l’evoluzione dell’Ospedale di Angal, a 50 anni dalla sua fondazione ad opera dei Missionari Comboniani, abbiamo scritto un libro: L’Ospedale di Angal. Cinquant’anni di vita. Dal n.14 delle News abbiamo riportato alcuni brani del testo, ripercorrendo così una serie di tappe significative di questo lungo cammino. Quest’anno, come tutti ormai sanno, anche noi Marsiaj abbiamo raggiunto l’ambita meta del mezzo secolo al servizio di Angal. Abbiamo pensato, per questo motivo, di concludere questa rubrica con le ultime righe di quel libro.
Si conclude qui la cronaca dei primi cinquant’anni di vita di una struttura sanitaria ad Angal, piccolo villaggio in
Il flamboyant.
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L’Associazione
Che cosa puoi fare tu
“Amici di Angal” sostiene l’attività dell’Ospe-
s Svolgere un’opera di sensibilizzazione. s Partecipare agli eventi di raccolta fondi. s Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti. Ad esempio: con 200 euro all’anno
dale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari Progetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti.
I Progetti del 2016-2017
sostieni a distanza le elementari necessità di un bambino orfano (cibo, vestiti, cure mediche, istruzione).
Da sempre “Amici di Angal” sostiene alcuni Progetti “strutturali”
Come contribuire
come la Nutrition Unit (8.000/anno) ed il Ricovero gratuito dei bambini
I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019
(80.000 /anno). A questi si sono aggiunti numerosi Progetti “sociali”:
1. Assistenza degli orfani da AIDS, spesa: € 41.000 Il progetto offre un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgono e si prendono cura di questi orfani. Nel 2016 vengono assistiti in questo modo 257 bambini.
Banco Popolare SOOC. COOP. – Via Mazzini 13 Negrar (Vr) c/c n. 000756 ABI: 05034 CAB: 59600 CIN: F IBAN: IT 84 F 05034 59600 000000000756
2. Supporto alla scuola per i ciechi, spesa: € 1.500 Si finanziano interventi per il miglioramento delle condizioni di vita dei ciechi di Angal nella scuola a loro dedicata.
(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).
3. Supporto alla scuola materna, spesa: € 7.700 Il Progetto si propone di garantire il diritto all’accesso alla scuola materna di Angal a tutti i bambini e di mantenere elevato lo stan-
L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.
dard qualitativo degli insegnanti.
4. Samaritan Fund, spesa: € 5.500 Questo fondo permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire
Il 5x1000 del 2014 ha fruttato la somma di 47.427 euro, in aumento rispetto al risultato precedente (40.714). Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti Sociali sostenuti da “Amici di Angal”.
gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.
5. Cibo per i malati di AIDS, spesa: € 12.000 Ai malati di AIDS viene distribuita una scorta di cibo durante le visite in Ospedale per accedere alla terapia. Il numero di assistiti supera i 1.000.
Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37024 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org mario@marsiaj.it
6. Cibo per le famiglie povere, spesa: € 4.500 Ogni due settimane viene distribuita una scorta di cibo a singoli e famiglie povere della missione. Attualmente se ne assistono 50.
7. Associazione ATLA, spesa: € 1.000 Dà un seguito al programma “Orfani da AIDS”, organizzando attività
Redazione: Giuseppina Ricciardi giuseppinaricciardi@hotmail.it
manifatturiere ed agricole per i ragazzi sopra i 16 anni.
tel. (+39) 338 7728989
Realizzazione grafica: DildaDesign - Vicenza Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero, Vicenza
8. Associazione AYPA, spesa: € 700 Sostiene lo sviluppo culturale e formativo dei ragazzi in età postscolare che non hanno trovato un impiego.
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