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News dagli Amici di Angal
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
Numero 17 – APRILE 2016
In questo numero:
Cronache da Angal
1
In ricordo di Don Luigi Mazzuccato
2
Tempo di bilanci, quest’anno anche tempo di svolte 2
Nuovi obiettivi e realizzazioni
3
E lontano da Angal…
4
Testimonianze
Le “Murchison Falls”
Una mamma in miniatura (di Rita Polo)
4
Crocevia di sguardi su Angal (di Elena Nonini – Laura Cunico)
5
Amarcord africano (IV)
7
Cronache da Angal Segnali di “quiete dopo la tempesta” (a cura di Rita Polo) zione che temeva la chiusura dell’unico ospedale funzionante in un raggio di quasi 100 km, il solo in grado di fare un cesareo, di prendersi cura dei malati più gravi, di assistere i più bisognosi in modo qualificato, accessibile ed equo. Si è creato un clima di sospetto e di insicurezza, che accendeva gli animi e pregiudicava il lavoro. Percependo lo stato di emergenza e la criticità del momento, molti di noi si sono alternati ad Angal, per sostenere la gente, per indagare a fondo, per cercare soluzioni, mediazioni, accordi tra i vari attori (Simon, Ospedale, Diocesi, UCMB**, Distretto, Comunità, Amici di Angal). E per pianifi-
Un periodo buio, sicuramente, c’è poco da scherzare. I primi segnali li avevamo avuti l’estate scorsa, quando si è scoperta la mancanza dei farmaci a causa del debito al JMS*. La burrasca però è scoppiata in ottobre. Un folto gruppo di persone (in parte dipendenti dell’Ospedale, in parte membri della Comunità) ha accusato l’Amministratore dell’Ospedale, Mr. Simon Wikole, 18 anni di carriera ad Angal, di appropriazione indebita e malgoverno, chiedendone le dimissioni. Un quadretto molto attuale anche alle nostre latitudini, in verità... Simon ovviamente ha negato ogni addebito ma non si è “dichiarato sereno”, come invece avviene da noi, anche perché perseguitato a sassate sul tetto in lamiera (mabati) della sua casa. Alla fine è stato costretto a prendere il largo, con armi, bagagli e famiglia, mentre la Diocesi (a cui l’Ospedale appartiene) costituiva una Commissione d’inchiesta per verificare il suo operato. E così noi, Amici di Angal, ci siamo trovati senza il nostro principale interlocutore e prudenzialmente abbiamo dichiarato di voler vederci chiaro prima di continuare a fornire il nostro supporto all’Ospedale. Ovviamente ciò ha spaventato molta gente: dipendenti che vedevano messo a rischio lo stipendio, popola1