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Campi di volontariato e formazione /Editoriale

CAMPI DI VOLONTARIATO E FORMAZIONE

di Liliana Maniscalco

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Sembrano di gran moda, eppure rappresentano una maniera per fare una vacanza davvero intelligente e trasformare uno spazio di puro divertimento in un vero e proprio investimento per sé e per gli altri.

Parliamo della partecipazione ai Campi di volontariato che negli anni delle prime realizzazioni, furono più di natura pratica, per poi diventare invece di alto valore formativo.

In Italia Amnesty ormai li realizza davvero da tanto tempo.

Si tratta in questo caso di campi di attivismo, perché non implicano azioni pratiche e dirette volte al sostegno di una o più categorie di titolari di diritti non rientrando queste nelle modalità di lavoro dell’organizzazione.

Nel corso dell’estate del 2015 se ne sono svolti tre. A Lampedusa, Monte Sole e Passignano sul Trasimeno: qui si sono svolti da giugno ad agosto i campi per i diritti umani dell’organizzazione dedicati a diversi temi, tra cui la discriminazione, la tortura, i diritti di migranti e rifugiati.

Attraverso laboratori, workshop, incontri con esperti, testimonial, approfondimenti e confronti, i partecipanti hanno ragionato sugli strumenti per poter incidere in prima persona sulla realtà che li circonda, per migliorarla, per rendere il mondo in cui viviamo sempre più libero e giusto, in base al concetto chiave per cui da un campo si torna a casa sapendo che il cambiamento dipende soprattutto da ciascuno di noi.

In Sicilia Amnesty è stata invitata a partecipare, in qualità di relatrice, anche a una iniziativa realizzata a Palermo, presso la Fiera del Mediterraneo. Si è trattato del campo internazionale Emmaus, cui hanno collaborato diverse associazioni, tra cui AddioPizzo, Agesci, Altrodiritto, Arci Palermo, Centro Danilo Dolci, Laboratorio Zen, Famiglia Comboniana, il Centro Santa Chiara.

Esso si è sostanziato in una serie di attività che basandosi sui metodi di Emmaus, ha provveduto al sostegno ai migranti, attraverso la realizzazione di un mercatino molto partecipato dalla cittadinanza, di attività sportive e di attivazione per giovani.

Amnesty International ha invece impegnato uno spazio formativo, con tre formatori.

In questa occasione ha presentato i reali numeri della migrazione, sfatando una serie di preconcetti a riguardo del fenomeno e ha animato il modulo presentato con il gioco della valigia avente l’obiettivo di fare calare i partecipanti nella logica di perdita delle proprie radici da parte di chi, per ragioni di sicurezza, per la guerra, per la discriminazione o anche per la fame è costretto a lasciare il proprio paese.

Poiché per Amnesty è fondamentale mostrare come mediante piccoli gesti è semplice innescare il cambiamento, i ragazzi del campo Emmaus sono stati infine invitati ad attivarsi per una piccola foto action da diffondere via social network per animare le proprie bacheche con messaggi di accoglienza e di giustizia.

Perché se è vero che i diritti sono frutto di una teoria elaborata dalla mente, l’indignazione per le violazioni deve passare dalla pancia, e finire giù verso ai piedi per alzarsi e rivendicarli per sé e per gli altri.

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