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La mistificazione di massa travolge la verità ed i diritti dei migranti /Speciale migrazioni

LA MISTIFICAZIONE DI MASSA TRAVOLGE LA VERITÀ ED I DIRITTI DEI MIGRANTI

di Fulvio Vassallo Paleologo

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Dopo la violenta macchina del fango schierata contro le ONG, colpevoli di soccorrere troppe persone in mare, a nord delle coste libiche, si è scatenata l’ennesima campagna di disinformazione, confondendo il ruolo delle ONG private con le attività, e spesso con le malefatte, delle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza, con il chiaro intento di nascondere le responsabilità istituzionali e degli enti gestori (1) , e di scaricare sui migranti le conseguenze dei fallimenti a catena derivanti dalla mancata attuazione dell’Agenda Europea sulle migrazioni, che prevedeva la cd. Relocation verso altri paesi europei, dalla pessima attuazione del Regolamento Dublino III, dai ritardi nell’accesso alle procedure di asilo, dalla cronica incapacità delle Prefetture a controllare la gestione dei centri per stranieri ed a garantire, attraverso i Tavoli regionali di coordinamento, una diffusione omogenea dei richiedenti asilo su tutto il territorio.

Piuttosto che indagare sulle gravi omissioni di chi gestisce i centri di accoglienza negando il riconoscimento dei più elementari diritti degli immigrati ammassati ormai anche in tendopoli prive dei servizi essenziali (2), si sta cercando di costruire

la figura del nemico interno, sfruttando isolati casi di cronaca e ipotizzando addirittura la presenza di terroristi tra i migranti che protestano in maniera più determinata per il riconoscimento dei propri diritti e della propria dignità.

Ma l’operazione più grave che sta passando, con effetti devastanti sull’opinione pubblica, è la sovrapposizione della questione della effettività delle misure di allontanamento forzato ( respingimenti ed espulsioni) e degli accordi di riammissione con i paesi terzi, con la diversa questione del fallimento del sistema di accoglienza basato sui CAS ( centri di accoglienza straordinaria) (3), derivante anche dalla chiusura delle frontiere europee, dal protrarsi delle procedure e dal rifiuto di molti comuni che non accolgono alcuna richiesta di apertura di strutture di accoglienza decentrata. Con mille o duemila posti in più nei CIE, come ha anticipato il ministro dell’interno Minniti, non si risolverà certo il problema della presenza prolungata di 170.000 persone nei Centri di prima accoglienza (CPA) e nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) che (anche per legge) non avrebbe dovuto protrarsi oltre qualche giorno. L’aumento dei posti nei CIE non migliorerà certo il tasso di effettività delle misure di rimpatrio ma produrrà soltanto una ulteriore lacerazione del corpo sociale e la riduzione alla clandestinità di molti migranti che saranno sfruttati ancora più duramente proprio per effetto della loro condizione di irregolari.

Deve essere chiaro a tutti che aprire un CIE per regione, aumentando di mille o duemila posti la capacità di queste strutture, o tentare di stipulare nuovi accordi bilaterali con i paesi di origine e transito, non risolverà mai né la questione della presenza in Italia di oltre duecentomila migranti in condizione di irregolarità (4), anche per effetto di leggi e di prassi che spingono verso la condizione di irregolarità, né tantomeno potrà decongestionare il sistema di accoglienza, selezionando ed espellendo coloro che non avrebbero titolo ad essere accolti in Italia, quelli che vengono sbrigativamente definiti come i cd. migranti economici, una categoria frutto di arbitrarie determinazioni delle autorità amministrative, che non trova riscontro né nelle leggi nazionali, né tantomeno nella normativa europea.

Se qualcuno vuole ancora propagandare che con le misure repressive, con le espulsioni sommarie e di massa (5), con la moltiplicazione dei posti nei centri di detenzione amministrativa, con il ricorso alla detenzione informale nei centri di accoglienza, si potrà risolvere il problema della sicurezza ed addirittura garantire un contrasto più efficace di fronte alla minaccia terroristica (6), basteranno i dati oggettivi contenuti in rapporti inattaccabili, da ultimo quello della Commissione Diritti Umani del Senato (7), e le condanne subite dall’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, quando i diversi governi che si sono succeduti nel tempo hanno cercato scorciatoie per praticare l’allontanamento forzato ed i rimpatri senza rispettare i diritti fondamentali della persona. Iniziative che alla lunga si sono rivelate inefficaci oltre che illegali, perché di illegalità si può e si deve parlare, quando una Corte internazionale sanziona il trattenimento arbitrario di una persona all’interno di un centro, sia un CIE o un centro di primo soccorso ed accoglienza, camuffato magari da Hotspot (8).

Appare singolare come, mentre ritorna nelle proposte del governo il disegno di aprire nuovi CIE, nessuno osi fare un bilancio sull’esperienza fallimentare dell’Approccio Hotspot, imposto dall’ Agenda Europea sulle migrazioni, ma anche troppo a lungo assecondato dal governo Renzi che ne ha fatto il perno della Roadmap proposta a Bruxelles quando ormai era evidente che la relocation verso altri paesi europei, promessa a Grecia ed Italia nel maggio del 2015, non si sarebbe mai attuata.

Intanto è bene che si rifletta sulle condanne subite dall’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, quando qualcuno al Viminale ha deciso che “il fine giustifica i mezzi”, anche a costo di ricercare accordi con uno “stato fallito” come la Libia (9). È successo nel 2008, con gli accordi tra Berlusconi, Maroni e Gheddafi, e potrebbe succedere ancora oggi, dopo gli accordi tra Minniti e Serraj.

Vanno modificate tutte le politiche europee e gli accordi bilaterali, anche di riammissione, che tendono alla esternalizzazione del diritto di asilo ed alla collaborazione con i paesi terzi, per bloccare le partenze, anche da quegli stati caratterizzati da una dittatura militare o in mano a governi criminali, come nel caso del Sudan. È questa la direzione nella quale L’Unione Europea e l’Italia si muovono con crescente determinazione nell’ambito del cd. Processo di Khartoum, al fine dichiarato di combattere le reti di trafficanti, ma in realtà per impedire che i migranti ed i profughi tutti possano attraversare le frontiere in Africa e nel vicino oriente, e quindi avvicinarsi ai confini europei. Si tratta purtroppo di indirizzi politici e di prassi applicate che si vanno realizzando al di fuori di una qualsiasi legittimazione parlamentare, a livello di accordi di polizia, sotto l’occhio attento degli ispettori di FRONTEX e degli agenti di EASO, l’agenzia europea che dovrebbe supportare i paesi dell’Unione maggiormente in difficoltà per l’elevato numero di arrivi e di richieste di protezione internazionale. Rispetto a questi accordi ed alle prassi che ne derivano, sostenuti da una opinione pubblica sempre più refrattaria ai principi di solidarietà e di accoglienza, occorre rispondere con una forte capacità di comunicazione, con la denuncia dei fatti e dei responsabili di abusi, con una aggregazione di un fronte antirazzista e solidale che, seppure frammentato, riesce ancora a rispondere ed a schierarsi accanto ai migranti.

(1) - http://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/cona-la-manager-dellacooperativa-ai-migranti-siete-dei-macachi/264344/264712

(2) - https://left.it/2017/01/05/ce-voluto-un-morto-affinche-ci-si-accorgesse-dei-viviviaggio-dentro-al-cpa-di-cona/

(3) - http://www.tempostretto.it/news/accoglienza-antonio-mazzeo-megatendopolimigranti-ex-caserma-gasparri.html

(4) - http://www.lasciatecientrare.it/j25/italia/news-italia/248-i-cie-sono-luoghi-dimorte-nessun-cie-in-fvg-ne-altrove

(5) - http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2017/01/03/ASfcK4nF-espulsione_ irregolari_controlli.shtml

(6) - http://www.repubblica.it/cronaca/2017/01/05/news/cona_parla_nordio_non_ possiamo_escludere_infiltrazioni_di_tipo_terroristico_tra_i_migranti_-155426379/

(7) - http://www.camera.it/leg17/1208?shadow_organo_parlamentare=2528

(8) - http://www.lasciatecientrare.it/j25/italia/news-italia/248-i-cie-sono-luoghi-dimorte-nessun-cie-in-fvg-ne-altrove

(9) - http://www.lastampa.it/2017/01/05/italia/cronache/stop-ai-barconi-di-migrantilitalia-cerca-laccordo-in-libia-s9hqW6c2jEd96rpIPGCyAK/pagina.html

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