Italia Reale Febbraio 2013

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Mensile di politica, cultura e informazione ANNO XLVII - n. 2 Febbraio 2013

A cura dell’Alleanza Monarchica - Casella Postale n. 1 - 10121 Torino Centro - C.C.P. n. 30180103 (Codice IBAN: IT 74 V 07601 01000 000030180103 - Codice BIC: BPPIITRRXXX) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 70% - D.C. - D.C.I. - Torino - N. 2/2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Uff. C.M.P. Torino Nord per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

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Giancarlo Vittucci Righini

PANORAMA POLITICO e elezioni per il rinnovo del Parlamento sono ormai prossime. A detta di tutti gli esperti e della stragrande maggioranza dei mass media dovrebbe vincere la Sinistra rappresentata dalla sinistra alleanza tra il PD del comunista Pier Luigi Bersani e la Sel dell’ultracomunista Niki Vendola che, nella migliore delle ipotesi per loro (e peggiore per noi), potrebbe ottenere complessivamente circa 400 seggi su 945, ma insufficienti per aver la maggioranza assoluta. Il PD è stato anche favorito dalle cosiddette primarie, che hanno avuto un grosso battage pubblicitario ma che si sono rivelate sostanzialmente un flop. I tre milioni circa di votanti e simpatizzanti di PD e Sel sono stati comunque inferiori agli oltre 4.000.000 di simpatizzanti dell’Unione che a suo tempo diedero la vittoria a Prodi. Peggiore ancora il risultato del ballottaggio (poco più di un milione di voti) che ha visto Bersani battere con il 60% dei voti l’antagonista Renzi fermo al 40%. Vittoria striminzita quella del segretario del PD se si pensa che ai suoi fautori si sono uniti quelli di Vendola, nonché numerosi stranieri che in Italia non hanno diritto di voto.

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Ma il vero volto di Bersani si è rivelato soltanto dopo. In base al risultato delle primarie i candidati del PD avrebbero dovuto essere così ripartiti: 60% ai seguaci di Bersani e 40% a quelli di Renzi. Invece Bersani prima ha imposto ben 120 candidati di sicura sua osservanza collocati in testa di lista nelle varie circoscrizioni, che saranno sicuramente eletti, seguiti da quelli indicati dalle primarie.

Anche qui i candidati sono stati indicati nelle seguenti proporzioni: seguaci di Bersani 80%; seguaci di Renzi 10%; seguaci di Veltroni, Morando e cattocomunisti (seguaci di Bindi, Franceschini, Enrico Letta e Fioroni) il residuo 10%.

Noi abbiamo sempre sostenuto che i magistrati, così come i militari, non dovrebbero far politica per essere veramente indipendenti ed al di sopra delle parti. Quante volte invece la notorietà acquisita per via giudiziaria è servita da trampolino di lancio!

Comunque sempre nell’ambito dei candidati del PD si sono verificati significativi trasferimenti. Così la Presidente Bindi dalla natia Toscana (dove i seguaci di Renzi erano numerosi) è stata spostata a Reggio Calabria e la capogruppo al Senato Finocchiaro dalla natia Sicilia è stata trasferita a Taranto. Inoltre vari parlamentari del PD hanno lasciato il partito e si sono schierati con il centro di Monti (Ichino, Adragna, D’Ubaldo, Pertoldi, Fogliardi, ecc.). Oltre a quella del PD, vi è la lista Sel di Vendola, il governatore della Puglia, ultracomunista con l’orecchino, dalle tendenze trasgressive, il quale auspica l’aumento ulteriore delle tasse e sostiene che i “super ricchi possono andare al diavolo”, senza rendersi conto del fatto che costoro, proprio in quanto super ricchi hanno la possibilità di spostare i loro enormi capitali all’estero e che gli stranieri si guardano bene dal far investimenti in Italia peggiorando ulteriormente la nostra situazione già precaria. Vi è poi sempre a sinistra la lista denominata Rivoluzione Civica che indica come Premier il noto P.M. Ingroia, sostenuto anche dal movimento Italia dei Valori dell’ex P.M. Antonio Di Pietro e dal movimento arancione dell’ex magistrato De Magistris, attuale Sindaco di Napoli.

Novità anche per quanto riguarda il cosiddetto Centro. Il Presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti ha deciso di porre la propria candidatura a Premier. Essendo senatore a vita non capeggerà personalmente alcuna lista, ma ha presentato un programma denonimato Agenda che prevede come al solito nuove tasse. Tale programma sarà sostenuto da una lista denominata Scelta civica per Monti per l’Italia, costituita esclusivamente da esponenti della società civile (Italia Futura di Montezemolo, ecc.), con l’esclusione di politici. A tale lista si affiancheranno altre 2 liste. Quella dell’UDC che indicherà come leader il solito Casini e quella di FLI che indicherà come leader il solito Fini. La speranza di Monti è quella che comunque la Sinistra non riesca ad ottenere la maggioranza al Senato dove il risultato in base alla legge elettorale viene calcolato regione per regione anziché su base nazionale come avviene per la Camera dei Deputati. Per il Senato invece il Centro si presenterà con un’unica lista. Non possiamo comunque non rilevare come il Prof. Monti, che aveva dato l’impressione di essere un tecnico sobrio e misurato, si sia invece trasformato in un politico fazioso e spocchioso tanto da affermare che lui è “salito”, e

non “sceso in politica” equiparandosi ai Sovrani i quali salgono sul trono, e dall’aver fatto della pesante ironia sull’On. Berlusconi e sulla statura fisica dell’ex ministro Brunetta. Del resto i positivi risultati dei quali si vanta Monti sono inesistenti. La spesa dello Stato è aumentata portando il debito pubblico ad un record mai raggiunto in precedenza, è aumentata la disoccupazione, così come la svalutazione, il mercato del mattone si è bloccato. Siamo entrati in una fase di piena recessione. Inoltre il calo dello spread del quale si vanta Monti è dovuto invece alle iniziative di Mario Draghi, Presidente della BCE il quale ha assunto “l’impegno di fare qualunque cosa per salvare l’euro” ed ha realizzato il piano antispread. Comunque il cosiddetto Centro (fautore di Monti) non dovrebbe ottenere più del 10-12% dei voti, insufficienti per condizionare la Sinistra. In particolare Monti ha dichiarato di non riuscire a comprendere il pensiero di Berlusconi perché si contraddice. Ma in fatto di contraddizioni il Professore non è secondo a nessuno: infatti dopo che il Cavaliere aveva affermato che in caso di vittoria del centrodestra per prima cosa avrebbe soppresso l’IMU, il 30 dicembre 2012 il Presidente del Consiglio ha dichiarato: “Togliere l’IMU è una proposta bellissima e piena di attrattiva popolare. Ma se si farà senza altre grandissime operazioni di politica economica, chi verrà al governo un anno dopo, e non dico dopo cinque anni, dovrà mettere l’IMU doppia”. Dopo pochissimi giorni, il (segue a pag. 2)

LA PARTITA A CARTE

a pag. 4

IL CAPPIO SI STRINGE

a pag. 5

MESTIERE DI RE

a pag. 8

MUSEO ALLE VITTIME DEL COMUNISMO

a pag. 9


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