Mensile di politica, cultura e informazione ANNO XLVI - n. 8 Settembre 2012
A cura dell’Alleanza Monarchica - Casella Postale n. 1 - 10121 Torino Centro - C.C.P. n. 30180103 (Codice IBAN: IT 74 V 07601 01000 000030180103 - Codice BIC: BPPIITRRXXX) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 70% - D.C. - D.C.I. - Torino - N. 8/2012- In caso di mancato recapito rinviare all’Uff. C.M.P. Torino Nord per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.
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UN PROGETTO PER L’ITALIA LA COSTITUENTE MONARCHICA PER UN NUOVO SOGGETTO POLITICO UNITARIO, CON IL SIMBOLO STELLA E CORONA – PARTECIPAZIONE APERTA A TUTTI I MONARCHICI ROMA, Sabato 13 Ottobre 2012 - Sala Olimpo del Grand Hotel de la Minerve (Piazza della Minerva 69 - Pantheon ) I lavori dell’Assemblea Costituente si svolgeranno in base al seguente programma: ore 9,30:Accreditamento dei partecipanti. ore 10,00: Apertura dei lavori e dibattito. Tema: Il ruolo dei Monarchici nella vita politica italiana. ore 13,30: Sospensione dei lavori per “buffet” ore 15,00: Ripresa dei lavori: - Tema: Il Partito dei Monarchici: l’impegno sul territorio. Quale denominazione ? - Elezione del Comitato operativo per la definizione degli aspetti organizzativi sulla base delle
proposte dell’Assemblea. ore 19,30: Chiusura dei lavori. Il Comitato promotore: Roberto Vittucci Righini, Gian Piero Covelli, Andrea di Gropello, Ugo d’Atri, Massimo Mallucci, Alberto Claut, Angelo Novellino, Antonio Buccioni, Franco Ceccarelli, Lorenzo Beato Per informazioni: - costituentemonarchica @yahoo.it (A. Novellino cell. 335/393661 - G.P. Covelli) - allmonarchicaliguria @libero.it (M. Mallucci cell. 339/6897350) - info@alleanza-monarchica.com - franco.ceccarelli@tiscali.it (cell. 338/2161831) - Avv. Massimo Mallucci: Via Ravaschieri 19 - 16043 Chiavari (Ge) ■
TESTIMONIANZA SU UNA TRUFFA
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UTILE AVVISO
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Roberto Vittucci Righini
GERMANIA ED EUROBOND opo aver perso ed essere uscita distrutta dalle due guerre mondiali del ventesimo secolo, la Germania non più con i cannoni e i carri armati, bensì con le meno violente armi dell’economia, sta soggiogando e stringendo un nodo alla gola a gran parte dell’Europa. Grazie ad Angela Merkel, Cancelliera cresciuta alla scuola della Germania dell’est, evidentemente circondata da teste pensanti di ben altra levatura e potenza rispetto a quelle non solo italiane ma di gran parte se non di tutto il resto dell’Europa, i crucchi stanno mettendo in ginocchio le economie di numerose Nazioni del nostro Continente. La Germania, anche se le sue banche sono le mag-
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giori creditrici di quelle spagnole, ha saputo sfruttare al meglio le possibilità offerte dall’euro, al contrario di quanto avvenuto in Italia a causa dell’incapacità prima di Prodi e poi di Berlusconi, con relativi consiglieri e reggicoda. Uscire oggi dalla tragica situazione di crisi che sempre più sta colpendo il nostro Paese (che non può risollevarsi con l’attuale cura Monti), più che difficile sembra impossibile. La Germania si oppone agli eurobond (titoli di stato comuni a più Nazioni che condividerebbero le garanzie di loro rimborso alle scadenze) non intendendo pagare interessi maggiori di quelli in pratica quasi inesistenti sui propri odierni titoli di
finanziamento, ben lieta che a far le spese dell’attuale situazione siano Italia, Spagna, e più o meno numerose altre Nazioni. Se però l’euro dovesse saltare in aria e venissero reintrodotte le singole monete nazionali (lira, franco, marco, corona, ecc.) l’economia tedesca subirebbe un crollo valutato da un documento del ministero delle Finanze tedesco riportato dal settimanale Der Spiegel, in una caduta del 9,2% del Pil e nell’aumento di 5 milioni di disoccupati. Secondo l’Ufficio Studi di Ing, colosso del credito a base olandese, l’uscita dell’euro farebbe scendere il rapporto debito/Pil italiano dal 120 al 112% entro il 2016 e aumen-
tare quello tedesco dall’attuale 82% ad oltre il 100% per poi assestarsi sul 93-95%. È bene, quindi, che la Merkel continui a ricordare, dopo il primo passo che ha forzatamente dovuto fare a seguito delle pressioni italo-spagnole, con quella che è stata definita la “svolta di Bruxelles” (consistita nell’approvazione di uno strumento per frenare la corsa dei tassi sui debiti sovrani, con intervento salvaspread monitorato da Commissione e BCE) che tirare la corda ha un limite nella sua rottura; è altresì indispensabile che l’ansia di molti politici italiani di apparire europeisti a tutti i costi, trovi un limite negli interessi della Nazione e dei suoi abitanti. ■
NORVEGIA, REGNO SENZA DEBITO PUBBLICO
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PRO TERREMOTATI
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ITALIA REALE - 8/2012
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Giancarlo Vittucci Righini
G.V.R.
PANORAMA POLITICO
PANORAMA INTERNAZIONALE
n Italia poche le novità. Si fa un gran parlare di riforme e progetti ma all’atto pratico la cosa che si sarebbe dovuta fare assolutamente e per prima, cioè la riduzione drastica delle enormi ed ingiustificate spese della “casta” che hanno incentivato l’attuale gravissima crisi economico-finanziaria, non è stata affrontata. Si continua a parlare di riduzione del numero dei parlamentari e dei loro emolumenti, di riduzione del numero delle province (e pare che stavolta si faccia), di accorpamento delle regioni e delle amministrazioni dei comuni più piccoli, ma quasi tutto è rimasto come prima. Gli unici tagli di una certa consistenza sono stati fatti erroneamente nel settore dei servizi (sanità, giustizia, ecc.).
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L’intervento dei cosiddetti tecnici ha ulteriormente peggiorato la situazione. L’aumento indiscriminato ed eccessivo delle tasse, l’introduzione dell’IMU anche sulla prima casa, l’incremento delle accise sui carburanti e via dicendo, hanno portato l’Italia in una fase di recessione. Aziende che si trasferiscono all’estero o che chiudono, disoccupati che aumentano, datori di lavoro e dipendenti disperati che si suicidano, questi sono i brillanti risultati della “cura” del Prof. Monti e company. Ed ora veniamo ai partiti. Nella Lega il Sen. Bossi è stato esautorato e costretto a cedere il comando al nuovo segretario Maroni, ex ministro degli Interni, del quale non si conoscono ancora i futuri programmi. Il P.D.L. versa tuttora in gravissime difficoltà dopo la batosta subita nelle recenti elezioni amministrative, nè si conoscono le reali intenzioni dell’On. Berlusconi, se si comporterà come “padre nobile” limitandosi per il futuro a dare consigli favorendo la candidatura a premier di Angelino Alfano, se aspira ancora alla Presidenza del Consiglio o se pensa a qualche altro candidato tratto dalla cosiddetta società civile.
Da rilevare comunque che il famoso processo per aver avuto rapporti a pagamento con ragazze minorenni (tra cui la giovane marocchina “Ruby rubacuori”, qualificata come prostituta dalla pubblica accusa) si sta risolvendo in una bolla di sapone. Infatti le accusatrici del Cavaliere smentite da fatti precisi sono state costrette ad ammettere di fronte al P.M. Dott.ssa Boccassini di avere mentito. La teste a carico brasiliana ha ammesso di essersi inventato tutto; a sua volta la teste italiana ha dichiarato di essersi limitata a sottoscrivere una denuncia predisposta da un fantomatico avvocato pugliese, della quale non conosceva neppure l’esatto contenuto. Vista la situazione la pubblica accusa ha rinunciato all’audizione di ben 40 testi nel processo a carico di Berlusconi. È quindi prevedibile che il Cavaliere sarà assolto con formula piena. Tuttavia va rilevata l’efficacia della “macchina del fango” scatenata dai giornali di sinistra, compresi quelli sedicenti indipendenti che pur avendo fallito il tentativo di ottenere la condanna di Berlusconi per reati infamanti, hanno ottenuto egualmente il risultato di denigrarlo come persona amorale e corrotta, inducendo molti benpensanti ad astenersi dal voto od a votare per candidati diversi da quelli del P.D.L. Anche le indagini in ordine ai rapporti intercorsi a suo tempo tra Stato e mafia che avevano preso di mira il Cavaliere, hanno accertato la sua totale estraneità e che le trattative di svolsero all’epoca dei governi di centrosinistra. Ma anche il P.D. ha grossi problemi. Il segretario Bersani si prepara ad affrontare le primarie dalle quali dovrebbe uscire vincitore grazie all’apparato del vecchio P.C.I. Il suo principale antagonista, il sindaco di Firenze Renzi si sta organizzando per contrastarlo con l’appoggio di numerosi altri sindaci che vor-
rebbero un partito non legato alla tradizione comunista. Vi è poi l’ineludibile problema delle alleanze. Al centro con U.D.C di Casini od a sinistra con Sinistra e Libertà di Vendola e Italia dei Valori di Di Pietro? Va anche tenuto presente il Movimento 5 Stelle di Grillo che sta raccogliendo molti consensi tra quelli che sono stufi di tanti politicanti incapaci e corrotti, ma riteniamo che a lungo andare sarà dilaniato da lotte intestine che porteranno alla sua progressiva scomparsa. ■
CORSI E RICORSI opo l’epoca dei banchieri iniziata con Guido Carli e proseguita con Lamberto Dini e Carlo Azeglio Ciampi si affermarono politicamente i sindacalisti con tra gli altri Franco Marini, Fausto Bertinotti e Ottaviano Del Turco. Ora è nuovamente venuta l’ora dei banchieri (oltre ai docenti) . Quando l’Italia riuscirà finalmente ad essere governata da persone sicuramente totalmente estranee ad influenze, amicizie, rapporti personali o interessi di parte? ■
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PROCESSO GUARESCHI Il Prof. Ubaldo GiulianiBalestrino, autore del volume “Il carteggio Churchill-Mussolini alla luce del processo Guareschi”, recensito sul numero di luglio 2011 del nostro Mensile, che convalida le tesi del Prof. Dr. Giovanni Durando, Magistrato di Cassazione, esposte negli articoli “Il processo Guareschi del 1954; una condanna senza prove” e “In margine alla condanna”, da noi pubblicati nel 1990 e riproposti per la loro importanza sul numero di giugno 2012, è stato classificato secondo nel Concorso nazionale del Centro Pannunzio. ■ “Lo schiavo ha un solo padrone: l’ambizioso ne ha tanti quante sono le persone che possono giovare alla sua fortuna”. ■
ome avevamo previsto la cosiddetta primavera araba continua a peggiorare la situazione in Africa Settentrionale ed in Medio Oriente. In Egitto il candidato “moderato” dei Fratelli Musulmani Mohammed Morsi è stato eletto capo dello Stato con una maggioranza di appena il 51%. Evidentemente ha dato delle garanzie al Consiglio Supremo delle Forze Armate, effettivo detentore del potere. Certo la situazione è grave perché gli estremisti islamici detti salafiti, che sono sette milioni e costituiscono il secondo partito egiziano, premono perché la legge islamica
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DEMOCRAZIA Democrazia, parola nata dall’unione delle parole greche “demos” e “kratia”, vale a dire “popolo” e “potere” = potere al popolo. Storpiata nel significato dai comunisti che sono da sempre stati soliti utilizzarla (dalla Repubblica democratica tedesca, quella lugubre dell’est e del muro di Berlino, ai vari partiti comunisti di varie Nazioni, dipendenti dal potere dittatoriale sovietico che li finanziava) sta diventando sempre più un termine assurdo e fuori luogo, tenuto presente che il popolo è sovrano solo sulla carta ed è illuso e sbeffeggiato da coloro che, alla sua faccia, il potere detengono in effetti. Dalla Grecia ci giunge comunque un venticello di speranza dato che vi è stato arrestato e langue in carcere Akis Tsochatzopoulos, già ministro della Difesa dal 1996 al 2000, socialista del Pasok, accusato di riciclaggio e associazione a delinquere.
detta “sharia” sia posta integralmente alla base della futura costituzione. Dato che i Fratelli Musulmani sono giunti al potere in gran parte dei Paesi arabi (Egitto, Tunisia, Marocco, ecc.) vi è la possibilità che venga instaurato un califfato islamico supernazionale nemico dell’Occidente e fautore della distruzione di Israele. In Nigeria imperversano gli attentati e le aggressioni contro i cristiani delle varie confessioni. L’intento dei terroristi della setta islamica Boko Haram è quello di imporre a tutti la legge del Corano. Continuano le tensioni tra il Sudan (musulmano) e il Sud Sudan (cristiano e animista) da poco resosi indipendente, per la spartizione dei giacimenti petroliferi. Si accentuano gli scontri in Siria tra i lealisti del Presidente Assad ed i ribelli finanziati dall’estero, in particolare Arabia Saudita e Bharein. Unione Europea e Stati Uniti sarebbero favorevoli ad un intervento militare per “motivi umanitari” ma la caduta dell’attuale regime porterebbe alla conquista del potere da parte degli estremisti islamici con conseguente peggioramento delle condizioni di vita delle minoranze religiose (alawiti e cristiani), com’è già avvenuto in Iraq. L’Iran prosegue imperterrito nello sviluppo dei suoi programmi nucleari e rafforza la propria influenza politica in Siria, Afghanistan e sud dell’Iraq.
Nel Caucaso (DaghestanCecenia- Inguscezia) la guerriglia ed il terrorismo islamico imperversano con l’appoggio di parte della popolazione. Israele continua ad essere sottoposta a bombardamenti di missili provenienti dalla striscia di Gaza che si trova sotto il controllo degli estremisti di Hamas. Dal canto suo il governo israeliano ha disposto il rimpatrio di circa 1500 sudsudanesi che a suo tempo erano stati accolti perché in fuga dalla guerra. Il Tribunale di Gerusalemme il 7 giugno u.s. ha dichiarato che sono cessate le condizioni di pericolo in Sudan a seguito della fine della guerra civile ed alla nascita del nuovo Stato del Sud Sudan. È anche entrata in vigore la nuova legge che autorizza le autorità israeliane a incarcerare per tre anni senza processo i clandestini. Infine si approssimano le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il Presidente Obama anche a causa delle cattive condizioni economiche del Paese teme per la propria rielezione ed è tallonato da presso dal candidato repubblicano Romney che sta raccogliendo finanziamenti molto ingenti. Obama verrà ricordato come il presidente che per insipienza ed incapacità ha favorito il rovesciamento dei governi arabi moderati ai quali sono subentrati regimi estremisti. Sarà così ancora peggio di Carter “grazie” al quale lo Scià fu sostituito da Komeini. ■
RINVIO Akis Tsochatzopoulos Anche i politici, dunque, possono finire e rimare in galera? In altre Nazioni sì, e in Italia? ■
La Conferenza che avrebbe dovuto tenersi venerdì 28 Settembre 2012 presso il Museo Storico dell’Arma di Cavalleria in Pinerolo, della quale abbiamo dato notizia sul numero di luglio, è rinviata a data da destinarsi, a causa di intervenuti improrogabili impegni dell’Oratore. ■
ITALIA REALE - 8/2012
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Sergio Bosca
BRASILE E ITALIA SITUAZIONI A CONFRONTO l Brasile, dove vivo da quasi 20 anni, sta attraversando un periodo di sviluppo e di stabilità economica senza precedenti e ciascuno tenta di attribuirsene i meriti.
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tutto l’economia va a gonfie vele. Abbiamo anche esoteristi e spiritualisti che sostengono che il Brasile è predestinato ad un
quelli zootecnico e agricolo, continuano a tirare nonostante alterni periodi di siccità e di allagamenti; tutto questo fa si che prospettive per il futuro appaiano rosee. Pare accertato che nonostante l’attività mineraria ed estrattiva esercitata nel Brasile dall’epoca della conquista fino ad oggi, il 70% delle ricchezze del sottosuolo brasiliano sia tutt’ora intatto. Venendo alle cose di casa nostra, per quello che leggo sui giornali compreso il nostro, la situazione appare gravissima sotto tutti i punti di vista. Cosa confermata anche da economisti brasiliani; quello che diverge è il giudizio sui modi idonei ad uscire dalla crisi.
Fernando Henrique Cardoso L’ex Presidente Fernando Henrique Cardoso, che ha introdotto l’attuale moneta, il Real, riuscendo mediante una criticatissima politica di privatizzazioni, a porre sotto controllo un’inflazione che aveva toccato numeri a 4 cifre, l’ex Presidente Luis Inacio da Silva (Lula), decisamente populista che ha avuto il coraggio di rifiutare le pretese del FMI, ma i motivi veri della crescita attuale non li conosce nessuno ed esperti e profani danno le spiegazioni più disparate. Corruzione, sperperi e malgoverno continuano a tutti i livelli, ma nonostante
Luis Inacio da Silva (Lula)
grande avvenire; diventerà un esempio per il resto del mondo e sarà il centro propulsore di una rinnovazione planetaria. Probabilmente il fattore risolutivo è da ricercare nei grandi investimenti fatti negli ultimi anni coi proventi delle privatizzazioni, nei settori minerario e petrolifero che hanno portato alla scoperta di enormi giacimenti di petrolio e di minerali di una certa rarità e di grande interesse industriale. Le esportazioni di queste materie prime hanno generato un forte attivo della bilancia commerciale con fiumi di denaro entrato nel Paese, fenomeno questo, ancora più favorito da un prime rate tra i più alti del mondo e da dazi doganali che superano il 60%. È chiaro che quando ci sono molti soldi in circolazione anche se ne viene fatta sparire una parte ne restano sempre abbastanza per le necessità del Paese. Inoltre i tradizionali settori di attività economica come
Qui viene ritenuto impossibile uscire dalla crisi con una politica esclusivamente basata sull’aumento di imposte che finiscono per erodere ulteriormente i salari al punto che il cittadino non può fare altro che comprimere ancora di più i consumi. È lo Stato che deve diminuire le spese e non i cittadini. Si porta anche ad esempio il caso dell’Argentina che dieci anni addietro attanagliata da una grave crisi economica ha semplicemente dichiarato che non avrebbe onorato gli impegni presi con i creditori. Si temeva il caos ma cosa è successo? Nulla, adesso l’Argentina si trova in una fase di sviluppo anche se moderato, ma occorre osservare che non ha le risorse del Brasile. Bisogna quindi finirla col pensiero unico che un’eventuale uscita all’Euro o addirittura dall’U.E. sarebbe un disastro; è un’idea che ci hanno piantato in testa quelli che hanno interesse a che le cose rimangano come stanno perché consone ai loro interessi. Stupisce molto il fatto che nessuna voce autorevole si levi contro l’Euro quando è evidente che tutti i nostri problemi anche se esistevano allo stato latente sin da prima, sono
esplosi proprio con il nostro ingresso nella moneta unica e nell’Unione Europea. È evidente che una nostra eventuale marcia indietro andrebbe contro interessi economici potentissimi. Il dover soggiacere a regole imposte da altri non ci permette più di governare col pressappochismo abituale in questa repubblica. Questa potrebbe essere un’occasione per riassettare la casa, ma non si possono pagare in 5 anni debiti accumulati in 40 e questo i tedeschi dovrebbero capirlo. Quando però ci chiedono di essere leali verso l’Europa e solidali nel sostegno alle misure prese dal governo su loro istigazione, è evidente che si tratta di un colpo basso: qualcuno ci ha chiesto se eravamo favorevoli all’U.E.? O all’introduzione dell’Euro? O alla globalizzazione? Certamente no, per questo non abbiamo nessun dovere di solidarizzare con l’attuale governo o con i nostri partners europei. Se nessun politico autorevole sostiene queste posizioni, non è affatto improbabile che si siano venduti alle oligarchie europeiste oppure che, in un momento delicato come questo, non abbiano il coraggio di dissentire dall’opinione che va per la maggiore per paura di sbagliare e bruciarsi politicamente. Quanto ai sindacati la loro opposizione all’attuale governo appare più un dovere d’ufficio che un’opposizione vera e propria. Se così non fosse dovrebbero o rivendicare l’uscita dall’economia globalizzata col ritorno ai dazi doganali, o un trattamento dei nostri lavoratori analogo a quello dei lavoratori cinesi per poter sostenere la loro concorrenza, cosa che si guardano bene dal fare, ma l’assurdo è che ci hanno fatto accettare la globalizzazione facendoci balenare la possibilità di entrare nell’enorme mercato cinese e il risultato è stato che non siamo riu-
sciti a conservare e difendere dall’invadenza cinese neppure i mercati tradizionalmente nostri. Mi ricorda sia pure al rovescio la novella del gobbo di Peretola che andò a farsi tagliare via una gobba e tornò con due. Dal canto loro i partiti tradizionali hanno ampiamente dimostrato di non essere in grado di risolvere una crisi come quella attuale, tanto che si è reso necessario un governo tecnico; però se non ci sono controindicazioni ad un governo che includa tecnici, un governo composto di soli tecnici appare qualcosa di innaturale ed effimero e se non è ancora caduto è solo perché è mancato ai partiti il coraggio di abbatterlo non sapendo cosa fare se lo dovessero sostituire.
Mario Monti Quanto alla figura del Prof. Monti, non ci sono dubbi che sia una persona, nel suo campo, preparatissima, ma l’economia continua ad essere una scienza empirica, anche se si appoggia a supporti matematici come formule, grafici, intersezioni di curve, ecc., ma quando ci si deve confrontare con il sociale: scioperi, disoccupazione, pensionati alla fame, disordini di ogni genere, ci sono forti dubbi che esista la formula per risolvere tali problemi. Sarebbe opportuno che almeno noi monarchici invece di unirci al coro, ci chiarissimo le idee sulla posizione da assumere, magari studiando la possibilità, nel caso che alle prossime elezioni non riuscissimo a presentarci col nostro simbolo, da soli o in coalizione con altri, di non votare più partiti tradizionali solo perché meno incompatibili con le nostre posizioni, che sono ormai carte perdenti, bensì votare partiti di rottura che vogliano veramente cambiare le cose in un modo o nell’altro. È inutile essere conservatori quando non c’è più nulla che valga la pena di conservare. ■
R.V.R.
REGIONE SICILIA a Regione Sicilia ha 17.500 dipendenti fissi (quattro volte quelli della Lombardia) dei quali 2.000 dirigenti, oltre ad altri 25.000 con contratti a termine. Nessuno di tale esercito di dipendenti deve però essere competente di impianti fotovoltaici (che caricano energia con il sole), tant’è che dopo aver delegato ai Comuni le pratiche per le installazioni sino ad un megawatt, la Regione ha pubblicato un bando per l’assunzione di tredici tecnici esperti in materia, da retribuire ognuno con 30.000 euro l’anno. Ma se nessuno delle decine di migliaia di dipendenti fra fissi ed a termine è competente di impianti fotovoltaici, chi può individuare i tredici tecnici da nominare consulenti? La risposta è semplice: occorre nominare una Commissione di grandi tecnici (professori di università e simili) che in quindici giorni, per soli 3.790 euro caduno, individuino e scelgano i tredici tecnici. Nell’augurarci che per la scelta dei componenti della Commissione di grandi tecnici di cui sopra la Regione non nomini una super super super Commissione di super super super tecnici, ricordiamo quanto abbiamo taluni numeri addietro narrato su queste pagine sempre in relazione alla Sicilia ed in particolare a Palermo dove vennero assunti dipendenti per contare giornalmente i tombini della Città, nonché altri dipendenti con l’incarico di controllare gli assunti controllori di tombini. ■
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MERAVIGLIA Lo stupore che avevamo provato nel vedere la fotografia che aveva ripreso il leghista Roberto Cota, attuale presidente della Regione Piemonte, mentre umilmente reggeva il portacenere nel quale Umberto Bossi scuoteva il proprio sigaro, ci è tornato in mente alla notizia che il neo Presidente francese Françoise Hollande lo stesso giorno in cui al mattino si è recato all’Eliseo per insediarvisi, al pomeriggio si è recato in Germania a parlare con la Cancelliera Angela Merkel, con una velocità che sa di “omaggio, riverenza e dipendenza”. ■
ITALIA REALE - 8/2012
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TESTIMONIANZA SU UNA TRUFFA DA UNO SCRITTO DI PIERO OPERTI SUL REFERENDUM ISTITUZIONALE DEL 1946 o ero a Torino, presidente di una sezione elettorale e dopo esaurita la votazione nel giorno 2 e il 3 fino a mezzogiorno, feci lo spoglio delle schede e il relativo conteggio. Fatto il computo, compilati i verbali, chiusi e sigillati i pacchi delle schede, mi venne, chissà perché una specie di premonizione, e in un foglio trascrissi tutti i dati sia del referendum che della Costituente, applicai sul foglio il timbro della sezione lo firmai e lo feci firmare dal segretario della sezione, e mi misi il foglio in tasca. Poi, accompagnato dal segretario, andai al Tribunale a consegnare i verbali e i pacchi delle schede e ne ritirai le relative ricevute. Questo la sera del giorno 3. La mattina del 4 ricevo dal Tribunale, ove si svolgeva lo spoglio, una telefonata che mi dice: “Ma i suoi verbali dove sono?”. Rispondo: “Li ho consegnati ieri sera al Tribunale e ho le ricevute”. Corro al Tribunale e mostro le ricevute. “I suoi verbali non si trovano”. Cavo di tasca il mio foglio e dico: “Se credete alla mia parola e alla parola del segretario i risultati della mia sezione sono questi, perché ieri li ho trascritti qui”. ”Vada alla Pretura dove abbiamo mandato i pacchi delle schede e veda se riesce a cavare qualcosa”.
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Vado alla Pretura che è attigua al Tribunale e mi guidano in uno stanzone tutto scaffalato alle pareti e con gli scaffali pieni di pacchi di schede squarciati, dai quali erano cadute miriadi di schede gialle del referendum e azzurre della Costituente e il pavimento era letteralmente coperto da uno strato di migliaia e migliaia di schede; e non si trattava di pacchi di schede che fossero state già compulsate e quindi avessero perduto importanza, ma erano, almeno in parte, pacchi di schede di sezioni delle quali erano scomparsi i verbali. Infatti in quello stanzone si trovavano dieci o più persone che rovistavano rari nantes in gurgite vasto, in quel mare di schede. Erano presidenti di sezione come me, che dal Tribunale, essendo
scomparsi i loro verbali, erano stati mandati alla Pretura perché tentassero di raccapezzarsi. Voi immaginate cosa significhi in mezzo a decine di migliaia di schede appartenenti a centinaia di sezioni, ricostruire la situazione. Io cercai qua e là e trovai qualche scheda della mia sezione, tornai al Tribunale e dissi: “Se mi date una settimana, lavorando giorno e notte, riuscirò a rimettere insieme le 850 schede della mia sezione, posto che non ne siano state sottratte. Una settimana è il minimo di tempo necessario ad un lavoro simile”. “Non importa, noi teniamo fede al foglio che lei ci ha presentato”. Ma riguardo a quegli altri presidenti di sezione che non avevano avuto la mia premonizione, quali dati vennero fuori? Io sapevo che nella mia sezione su 850 voti circa 500 erano stati monarchici e 350 erano stati repubblicani, ma sui risultati complessivi di Torino che secondo la pubblicazione ufficiale diede circa 300.000 voti alla repubblica e 200.000 alla monarchia quale garanzia esisteva? Il giorno stesso feci alla Corte Suprema di Cassazione un ricorso nel quale esposi la situazione. E il mio fu uno dei 30.000 ricorsi a cui la Suprema Corte non diede nemmeno uno sguardo. Ma i casi di brogli, i casi di irregolarità, furono soltanto 30.000? Badate che in quei giorni vi furono arresti tra i presentatori di ricorsi: quindi il fatto che in Italia vi siano state, in quel “clima”, 30.000 persone capaci di affrontare quel rischio costituisce un miracolo. E la prova la ebbi io stesso, perché tra i presidenti di sezione che si trovavano in quella stanza della Pretura ve n’era uno che conoscevo di vista e sapevo chi era, e prima di spedire il mio ricorso gli telefonai e gli dissi: “Lei è nelle stesse condizioni mie, vuole associarsi a me nel ricorso che mando a Roma?”. “Ma sa, veramente non saprei, è una decisione grave …”. “Non importa, era solo una proposta, lei ha pieno diritto di agire come crede meglio”.
La scheda del referendum istituzionale del 1946, con voto espresso per la Monarchia Dall’episodio possiamo arguire che i 30.000 furono una minoranza tra coloro che assistettero a irregolarità e peggio. Ora, se questo accadde a Torino, che ha fama di essere una città amante dell’ordine e rispettosa delle leggi, si può immaginare che cosa accadde in questi centri meno ordinati e meno legalitari. A completare il quadro venne dal ministro Romita l’ordine di distruggere immediatamente le schede. Dell’avventura capitata alla mia sezione elettorale informai subito il segretario del mio partito, avv. Villabruna e gli dissi di andare alla Pretura a vedere quello che succedeva. Mi rispose che ne prendeva nota e nella qualità di segretario del partito liberale avrebbe fatto presente la cosa a Roma.
On. Bruno Villabruna Dell’avv. Villabruna sapevo che era monarchico, e infatti rimase monarchico fino al 10 giugno quando la Suprema Corte dichiarò vincente la repubblica. Da quel momento egli divenne repubblicano, e fu uno dei numerosi casi di monarchici della vigilia i quali si mostrarono ligi a una scelta popolare espressa nelle ineccepibili forme che abbiamo veduto.
Io non fui tra coloro che ebbero da Romita l’onore dell’arresto e il fatto si spiega. In tutta l’Italia settentrionale, e quindi anche a Torino, esisteva allora il governo dell’AMGO, che era una emanazione del CLN sotto la tutela del comando militare alleato. Il quel governo avevo una carica d’una certa importanza che mi era stata assegnata dal CLN regionale in ragione del mio passato di antifascista antemarcia il quale aveva pagato lo scotto del suo antifascismo. Il mio arresto avrebbe fatto scalpore: era meglio lasciare che il mio agitarmi di quei giorni si spegnesse, a cose fatte, nel silenzio. Perciò non fui toccato, mentre venivano toccati altri che non erano immunizzati da un uguale passato politico. Unica conseguenza di quel mio agitarmi fu la mia cancellazione dalla lista dei designabili a presiedere un seggio elettorale. A Torino alla testa del governo dell’AMGO si trovava l’italo-americano colonnello Poletti, e qualche giorno prima del referendum in un colloquio che ebbi con lui a causa del mio ufficio gli dissi che la vittoria della repubblica con ogni probabilità avrebbe significato, prima o poi, un orientamento dell’Italia verso la costellazione moscovita, e il colonnello mi rispose che questa era un’ipotesi riguardante un futuro lontano, mentre in un futuro prossimo si trovava il trattato di pace, le cui clausole territoriali avrebbero comportato riduzioni alle frontiere dell’Italia, ed essi sapevano che la Monarchia avrebbe recalcitrato a quelle riduzioni, e sapevano per certo che con la repubblica tutto
sarebbe andato liscio e nel migliore dei modi. Anche questo è un chiarimento sulla condotta del comando alleato in occasione del referendum, e d’altronde la stessa gioia con cui l’esito fu accolto dai nemici e dai falsi amici esterni ed interni dell’Italia denuncia in esso un fatto nocivo al Paese. All’esterno gli stranieri sapevano che per non incontrare mai più sul loro campo l’Italia, non come ambiziosa antagonista qual’era stata nel tempo fascista, ma anche solo come modesta concorrente, bisognava privarla del suo centro di coesione molecolare; all’interno si realizzavano i voti delle sinistre con l’abbattimento del più forte ostacolo alla sovversione. Sulle conseguenze della soppressione della Mo-
Col. Charles Poletti narchia riporto il brano d’una mia Storia d’Italia pubblicato presso l’editore Casini di Roma: “Alle rovine morali portate dalla sconfitta altre rovine si aggiunsero con la caduta della Monarchia, il cui primo effetto fu la distruzione di quel residuato di spirito nazionale che era sopravvissuto alla sconfitta e ciò probabilmente era nei calcoli di chi aveva voluto il referendum dandone in anticipo per scontato l’esito”. ■
UTILE AVVISO DEL QUESTORE DI CUNEO VALIDO PER TUTTA L’ITALIA QUESTURA DI CUNEO Squadra Mobile Oggetto: Campagna di prevenzione e sensibilizzazione verso le “fasce deboli” AI SIGNORI SINDACI DELLA PROVINCIA DI CUNEO Si sono verificati, in questi ultimi tempi, episodi che hanno permesso a gente senza scrupolo di fare ingresso nelle abitazioni di ignari cittadini, prevalentemente anziani e fingendosi appartenenti alle Forze dell’Ordine, Assistenti sociali, impiegati dell’Enel, Italgas, Banche, Poste, ecc. hanno posto in essere azioni illegali (furti di oggetti preziosi, denaro, suppellettili di valore, ecc.). Dopo l’azione delittuosa, i malfattori hanno fatto
perdere le loro tracce, dileguandosi. Lo scrivente, nella qualità di Questore della Provincia, ritenendo che tra i suoi compiti principali rientri l’attività diretta a prevenire azioni illegali di varia natura, ha previsto un “AVVISO” per i soggetti appartenenti alle c.d. “fasce deboli” al fine di evitare il più possibile la commissione di episodi incresciosi. Trasmetto, pertanto, alla SS.LL. copia dell’AVVISO, con preghiera di farlo affiggere in luoghi solitamente frequentati dai cittadini in questione (negozi di alimentari, supermercati, ecc.). Ringrazio per la gentile collaborazione e mi dichiaro disponibile per qualsiasi chiarimento. Il Questore: F.to Palombi ■
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Maurizio Caterino
NORVEGIA, UN REGNO SENZA DEBITO PUBBLICO l Regno di Norvegia è uno Stato dell’Europa settentrionale, la capitale è Oslo. Ha una superficie di 385.199 km² e una popolazione di 4.695.134 abitanti (fonte Wikipedia). Situato nella parte occidentale della penisola Scandinava, confina a est con la Svezia, a nord-est con la Finlandia e con la Russia. La Norvegia era quasi spopolata fino all’arrivo dei Vichinghi, che, intorno al 700 d.C., fondarono una serie di piccoli regni che successivamente si unirono nell’anno 872 sotto Re Harald I Harfagre. Il dominio vikingo si protrasse fino al 1319. In quello stesso anno Re Haakon V morì senza eredi e la figlia sposò Magnus Eriksson di Svezia. Il loro erede si trovò così a cingere la Corona di entrambi i Regni,che vennero aggregati alla Danimarca nell’Unione di Kalmar. La fusione durò dal 1379 al 1523, fino al distacco della Svezia, mentre la Norvegia rimase sottoposta alla Danimarca fino al 1814, quando, dopo una guerra contro gli Svedesi, fu ceduta al Regno di Svezia.
I
Il 4 novembre 1814 il Parlamento norvegese (Stortinget) designò il Sovrano svedese come Re di Norvegia. La Monarchia svedese veniva rappresentata da un governatore, detto Statolder, non sempre di origini aristocratiche. Pur tuttavia, in più occasioni la carica di Statolder fu ricoperta dallo stesso Principe ereditario. L’Unione dei due Regni si disciolse pacificamente nel 1905, allorquando, dopo diversi anni di accese controversie, la Svezia riconobbe finalmente l’indipendenza della Norvegia. In quella circostanza il Parlamento norvegese offrì la Corona al Principe Carlo di Danimarca, che accettò, dopo che un referendum aveva stabilito che la forma di governo sarebbe stata quella monarchica. Il 18 novembre 1905 il Monarca designato salì al Trono con il nome di Haakon VII. Per evitare inutili contese tra le due Nazioni, le Case regnanti di Svezia e di Norvegia stipularono un accordo che prevede la rinuncia alla Corona da parte di uno dei due sposi in caso di matrimonio tra Principi ereditari delle rispettive Dinastie.
Re Harald V di Norvegia
Il Sovrano, sul Trono dal 1991, è Harald V, figlio di Olav V (1903-1991) e della principessa Marta di Svezia (1901-1954). La Dinastia Regnante norvegese, Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, è un ramo dell’antico Casato degli Oldenburg, da cui ha avuto origine anche la Famiglia Reale di Grecia. Il Regno di Norvegia ha l’indice di sviluppo umano più alto del mondo, è il primo Paese nelle classifiche internazionali in cui si vive meglio e, soprattutto, non ha debito pubblico! La Norvegia é infatti uno dei pochi Stati europei in attivo (+10%). Per di più lo Stato garantisce a tutti i cittadini una ricca tipologia di tutele sociali di primissimo livello in ambito previdenziale, sanitario, sociale, ambientale e di sicurezza sul lavoro. Addirittura lo Stato fornisce la sua assistenza anche alle comunità ed alle minoranze etniche che vivono isolate nelle lande più sperdute delle gelide zone circumpolari. Le retribuzioni dei lavoratori norvegesi sono molto soddisfacenti, la produttività è alta e la disoccupazione è appena al 3%, molto al di sotto della media europea! D’altronde questo è uno dei principi centrali della moderna economia del
lavoro, incardinata nella cosiddetta teoria efficienza-salario, perché il modo in cui le aziende e lo stato trattano i loro lavoratori ivi comprese le remunerazioni - influenza molto la produttività. Si tratta di una teoria elaborata quasi un secolo fa dal geniale economista inglese Alfred Marshall (1842-1924), che acutamente osservò che “il lavoro pagato bene è generalmente efficiente, e dunque non è lavoro costoso”. Idea che fu condivisa ed attuata anche dal famoso industriale americano Henry Ford (1863-1947) che sapeva benissimo che la cosa migliore che potesse fare per sé e per la sua impresa era pagare ai dipendenti un salario adeguato, perché voleva che lavorassero tenacemente e di buona lena, affinché fossero così in grado di acquistare le sue auto. Il Regno di Norvegia rappresenta pertanto un esempio eclatante di perfetta validità di queste dottrine ergonomiche ed economiche, mentre in Italia, in ossequio al dogma della riduzione del costo del lavoro, si continua a perseguire assurdamente una politica di deflazione salariale con pessimi effetti socio-economici. Invece nel Paese scandinavo l’economia è fortemente competitiva ed orientata massimamente alle esportazioni.
La Norvegia esporta petrolio, alluminio, gas naturale, prodotti ittici e forestali e molto altro ancora. Eccellente anche l’offerta turistica per i meravigliosi paesaggi naturali come i Fiordi e Capo Nord con lo straordinario fenomeno del Sole di Mezzanotte. Lo Stato conserva ancora un ruolo molto importante nell’ambito economico nazionale. La Banca Centrale Norvegese è ancora statale, il settore dell’energia è controllato dallo Stato, come pure quello delle telecomunicazioni. Il petrolio norvegese non è quindi in possesso delle multinazionali straniere o di imprenditori privati e, nonostante la produzione sia più che modesta rispetto a quella dell’Arabia Saudita, rappresenta uno dei punti di forza dell’economia del Paese. Come si spiegherebbe altrimenti che molti altri Stati pur possedendo enormi risorse naturali sono poverissimi? In Norvegia la globalizzazione non è stata accolta e non vi sono state privatizzazioni o liberalizzazioni selvagge come in Italia e nel resto dell’Europa e del mondo. Del resto ormai è chiaro a tutti che la globalizzazione, attuata senza criterio e senza nessun controllo, non ha portato nessuno dei benefici promessi o millantati, ma è
finita con l’essere il fattore determinante di tutte le crisi, che si sono rivelate più catastrofiche delle guerre. Tutti i settori industriali strategici norvegesi sono dunque strettamente in mano pubblica, proprio come in Italia fino agli anni Ottanta. Grazie a questo sistema di governo molto saggio e virtuoso il Regno di Norvegia ha il reddito pro-capite più alto del Mondo con quasi 85.000 dollari all’anno, garantendo inequivocabilmente massima equità ed una rigorosa uguaglianza sociale, ma soprattutto grande efficienza ed onestà nell’amministrazione pubblica. Del resto è ormai incontrovertibilmente dimostrato che società ampiamente disuguali non possono funzionare in modo ottimale e le loro economie non sono né stabili, né sostenibili. Le prove fornite dalla storia e da tutto il mondo moderno sono univoche: si arriva a un punto in cui la disuguaglianza entra in una spirale di malfunzionamento economico, sociale ed amministrativo con gravi scompensi per l’intera società. Infatti nell’Italia repubblicana e fintamente democratica il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza totale del Paese con effetti negativi sul
potuto così gestire egregiamente la crisi economica mondiale senza ripercussioni. La Norvegia infatti difende imperterrita la propria sovranità monetaria e pertanto non ha bisogno di indebitarsi con la BCE (o con i mercati finanziari) ogni volta che ha bisogno di liquidità. Né dipende da banche private per la produzione di moneta o per il controllo dell’inflazione. Il caso della Norvegia dimostra proprio che la sovranità monetaria, intesa come il potere dello Stato di emettere moneta, può essere in grado di gestire al meglio la spesa pubblica (quindi migliori e più adeguati beni e servizi offerti alla collettività) e di ridurre al minimo (se non annullarla del tutto) la tassazione su privati ed imprese, generando occupazione e benessere sociale. Soprattutto la Norvegia non ha dismesso il capitale pubblico, cosa che le ha permesso di realizzare un efficientissimo social welfare per la ridistribuzione degli utili delle ricchezze prodotte dalle aziende statali ai propri cittadini, come era in Italia ai bei tempi dell’IRI. Infine la Magistratura norvegese ha finora bloccato ogni tentativo
Principe ereditario di Norvegia Haakon Magnus e Consorte Principessa Mette Marit sistema, perché quando troppo denaro è concentrato al vertice della piramide sociale, i consumi del cittadino medio sono necessariamente ridotti, o quanto meno lo sono in assenza di un qualche stimolo artificiale (come il fallace credito al consumo). Il trasferimento del denaro dal basso verso l’alto riduce i consumi, perché i percettori dei redditi più elevati spendono, in percentuale del proprio reddito, molto meno dei cittadini a basso reddito. Per concludere il Governo norvegese non ha aderito all’Euro e come molti altri Paesi europei con moneta propria ha
di attacco speculativo ai propri titoli di stato da parte della cleptocrazia finanziaria internazionale. La spesa delle imprese e delle famiglie è stata alta, si legge in una nota diffusa recentemente, e soddisfa la previsione del 2,75% della crescita economica. Per l’anno prossimo la crescita dovrebbe raggiungere il 3%. Sicuramente il modello norvegese rappresenta un validissimo esempio da seguire. In Italia si è purtroppo dimenticato che le finalità di uno Stato non sono le stesse di un’impresa commerciale. ■
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del gran simpatico, rispose: “Desiderate notizie di mio padre, professore ?”. * In un salotto romano, 75 anni fa, si discuteva sulla campagna demografica governativa. Uno dei presenti, convinto sostenitore, disse che non bastava invogliare al matrimonio ma bisognava anche appioppare forti pene ai celibi. Lo scrittore Alfredo Panzini, presente nel salotto, commentò: “Io condannerei i celibi al matrimonio”. ■
PILLOLE DI STORIA * Dopo la spedizione dei Mille, Vittorio Emanuele II offrì a Garibaldi il Collare dell’Annunziata (massima onorificenza del Regno), un titolo nobiliare, la promozione a Generale d’Armata, un castello, una nave, una tenuta per il figlio Menotti, la dote per la figlia Teresita, la nomina del figlio Ricciotti ad aiutante di campo del Re. Garibaldi respinse garbatamente l’offerta, su per giù in questi termini: “Grazie Maestà. Non si disturbi. Ho fatto solo il mio dovere di italiano”.
numero delle finestre, ed il breve tempo impiegato per costruirlo, concluse: “Ed è inattaccabile dal fuoco”. Le Courbusier, scuotendo il capo, mormorò: “Peccato!”. * Alessandro Dumas figlio, durante un esame di biologia, al professore che gli aveva chiesto di parlargli
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Giuseppe Garibaldi Evidentemente, pur avendo moglie e figli, “non teneva famiglia”, al contrario di molti politici di oggi. Comunque, alcuni, prima di pronunciare il nome di Garibaldi, farebbero bene a farsi un esame di coscienza, compresi quelli che vanno alle adunate indossando camicie verdi ed elmi cornuti in testa. * Un giorno l’architetto Le Courbusier stava visitando, a New York, il grattacielo Empire State Building che non apprezzava. La guida, dopo avergli illustrato le caratteristiche tecniche dell’edificio, l’altezza, il
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SOLUZIONE de “Il Giuoco di Leti” pubblicato sul numero di Luglio 2012 1
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Editore e Stampatore EDIGRAPH s.n.c. di Basso & Tasini Via Chieri, 64 10020 Andezeno (TO) La direzione del Mensile è presso l’Editore.
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Autor. Tribunale di Torino n. 2292 del 6-12-1972 ITALIA REALE (già Alleanza Monarchica)
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Cell. 333/916.95.85 E-mail: italia-reale@libero.it Recapito lettere, esclusivamente: Alleanza Monarchica Casella Postale n. 1 10121 Torino Centro Recapito plichi o pacchi: Alleanza Monarchica Casella Postale n. 681 10121 Torino Centro
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Pensiero di Maksim Gorkij risultante: “Chi sa capire tutto è molto infelice”. (Con “licenza poetica” “scartoffia” è stata ridotta a “cartoffia”).