ITALIA REALE -Periodico del movimento politico «Italia Reale - Stella e Corona»Casella Postale No. 937 – 16100 Genova Centro – CCP intestato a “Italia Reale” n.1012593792 Codice IBAN: IT63M0760101400001012593792 Codice Bic. BPPIITRRXXX
(Anno XLVIII – N. 02)
Marzo - Aprile 2014
In braccio alla dittatura! Gradino dopo gradino, stiamo arrivando in fondo Tensioni continue tra Politica e Magistratura
Direttore Responsabile Alberto Conterio alberto.conterio@hotmail.com Recapito «Italia Reale» Casella Postale N. 937 16100 - Genova Centro Autorizzazione n.10/2013 Del 20/12/2013 Tribunale di Genova Precedenti autorizzazioni n.1879 del 17/05/1967 n.2292 del 06/12/1972 del Tribunale di Torino Poste Italiane SpA – Sped. in abbon. postale tariffa regime libero -70% NO/Genova n. 1 anno XLVIII Editore:Serel International srl Via Domenico Fiasella n°3/14 16121 Genova tipografia: MECA srl via Ponte Vexina 1 16036 Recco (Ge) La Direzione del Mensile è presso l’Editore
Sommario
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L’opinione del Direttore
Contro l’Euro Politica – pagina 2
Panorama internazionale
di Massimo Mallucci Presidente Nazionale Italia Reale - Stella e Corona Un quotidiano di Milano, filoberlusconiano, ha dato notizia di un fatto che riguarderebbe «I giudici del processo Ruby, Ruby 1 e Ruby 2» che avrebbero «compilato una lista di possibili falsi testimoni» che, secondo l'articolista, «non finisce più». Nel sostenere Berlusconi il quotidiano milanese parla di «ossessione dei P.M.», arriva anche a paventare il divieto di «difendersi», mettendo in allarme i cittadini affermando che le persone non allineate «alle tesi dei P.M.» potrebbero rischiare «l'incriminazione». Ciò che è interessante rilevare è il fatto che, in questa lista chilometrica dei sospettati, entrerebbero «anche gli avvocati storici di Berlusconi Pietro Longo e Niccolò Ghedini». L'articolista afferma che tra i sospettati non vi sono solo i sostenitori della linea della difesa del Grande Capo, «ma la difesa tout court». Noi non abbiamo approfondito più di tanto la questione, anche perché non abbiamo mai avuto riscontro
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di Giancarlo Vittucci Righini Politica interna – pagina 4
Droga libera? No grazie di Massimo Mallucci Dall’Estero – pagina 9
Referendum svizzero sull’immigrazione di Danilo Quinto Casa Savoia - Attualità pagina 11 alle nostre lettere ed alle nostre proposte politiche (cosa più grave) che abbiamo periodicamente indirizzato all'on. Berlusconi ed al suo mutante partito, viste le innumerevoli denominazioni che ha cambiato in questi anni. Evidentemente al gruppo berlusconiano non interessano i monarchici di Stella e Corona, le loro proposte politiche e, i loro voti. Di ciò abbiamo preso atto, sperando in tempi migliori per la nostra Patria. Tanto per la cronaca ci eravamo rivolti al «perseguitato» d'Italia nel 2006, offrendo il nostro appoggio elettorale e proponendo l'elezione di un'assemblea costituente, più ampia possibile, per la rifondazione e ricostruzione dello Stato. La proposta relativa alla Costituente sembra essere attuale più che mai ma disattesa da tutti i politici. Ai sostenitori di Berlusconi vorremmo soltanto ricordare, dalle pagine di questo giornale, come non vi sia nulla di nuovo sotto il cielo che copre gli avvenimenti che si susseguono nella storia del mondo. Ai tempi della Rivoluzione Francese, in piena persecuzione, attuata dalla «giustizia rivoluzionaria repubblicana», il difensore della Regina Maria Antonietta, Avvocato Chaveau Lagarde, venne arrestato, dopo aver compiuto il proprio dovere, una volta concluso il processo, con questo capo d'imputazione: «È tempo che il difensore
della Capeto porti la sua testa alla ghigliottina». Del resto anche il processo al Re Luigi XVI si svolse contro ogni regola di giustizia e nel più completo disprezzo degli stessi «diritti dell'uomo» tanto enfatizzati. Non è possibile preoccuparsi dell'oggi e del domani, se si perdono i legami con la storia e con gli avvenimenti che l'hanno determinata. In altre parole «non vi è avvenire per un popolo, che perde i suoi legami col passato». È questo un ammonimento, più che attuale, dell'eroe di guerra e deputato monarchico Carlo Delcroix.
Emanuele Filiberto Ambasciatore di Pompei del mondo
della Redazione - ANSA
Delirio di onnipotenza Regione Piemonte, Lega Nord contro il Tar
di Angelo Mossone La sentenza del Tar che ha annullato il voto del 2010 è un «attacco alla democrazia», così sta scritto su uno dei due striscioni che apriva la fiaccolata della Lega Nord l’11 gennaio scorso. Fiaccolata organizzata per protestare contro la decisione dei giudici amministrativi naturalmente. In prima fila il presidente (si fa per dire) della Regione Piemonte, Roberto Cota, e il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini.
Presenti anche alcuni esponenti della Giunta di centrodestra, tra cui il vicepresidente della Regione, Gilberto Pichetto, e l'assessore al Lavoro, Claudia Porchietto. E poi, rincarando la dose… «Stanno cercando di fare un golpe e noi scendiamo in piazza per difendere la democrazia e il voto dei piemontesi». Così il governatore del Piemonte, Roberto Cota. Alla fiaccolata era presente anche il governatore del Veneto, e i principali leader del Carroccio, accanto a moltissime persone
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ITALIA REALE: Marzo - Aprile 2014 Costume politico
L’opinione del Direttore
Alla Camera, la Boldrini è peggio di Fini
Contro l’euro.
Costi in aumento di 2,5 milioni di euro Piace soprattutto il pesce e il buon vino! della Redazione Leggiamo attoniti su «Libero» che la Sig.ra Laura Boldrini, Presidente della Camera, terza carica dello Stato, ha migliorato le performance di Gianfranco Fini. Le spese sono infatti schizzate in alto, soprattutto quelle relative alla ristorazione. Nei primi sei mesi 2012, quando tutti i deputati erano in servizio regolare, l’apposito capitolo di spesa indicava a consuntivo 1,7 milioni di euro, mentre nei primi sei mesi 2013, occupati solo a metà dai deputati, la spesa per ristorazione è salita a 4,2 milioni di euro, per un aumento di ben 2,5 milioni di euro. Però!
L’articolo prosegue elencando la spesa presso il bar gelateria di via Uffici del Vicario. È aumentata da 4.855,95 a 13.640,01 euro. Aumenta anche il consumo di pesce fresco: la ditta «Dal Mare» ha fatturato 12.200 euro contro i 9.198 dell’anno precedente. I nuovi deputati, inoltre, non riescono a stare senza alcolici. Il prosecco Val d’Oca passa da 483,52 euro di spesa dell’era Fini a 2,440,79 euro. Anche birre e vini forniti dalla Doreca srl hanno fatto un balzo in avanti: da 17.389 a 25.287 euro. Insomma, mentre gli italiani devono tirare la cinghia e rinunciare spesso ai beni primari da mettere sulla tavola, alla Camera dei Deputati ci si ingozza sempre di più. Complimenti.
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Una battaglia di libertà che dobbiamo vincere! Sono convinto che superate le elezioni europee e votata la legge elettorale, l’esecutivo Renzi abbia compiuto il suo obiettivo. Si tornerà a votare presto! Credo che sia giusto prendere una posizione avendo bene in mente il pericolo mortale verso cui stiamo camminando e le possibili soluzioni per uscire dalla crisi. Perché, è ormai evidente a tutti che l’Italia ristagna in profonda crisi. Una crisi economica senza fine, in continuo aggravamento, che sta minando l’ordine sociale nazionale e che ha già minato a più riprese la stessa democrazia che (a parole) tutti hanno a cuore! Quale la causa? Il motivo? Mai che venga chiaramente individuato, complice buona parte della pubblica informazione drogata, anzi, collusa con i poteri che traggono interesse, affinché la causa vera di questa tragedia nazionale venga marginalizzata o meglio ancora occultata alla gente comune. Sia la televisione che la carta stampata però, offrono l’agnello sacrificale di turno dribblando la verità, mosse da una regia internazionale che ha ormai del tutto esautorato la sovranità popolare. Così di volta in volta, la nostra intelligenza viene confusa e ingannata da argomenti quali il numero della auto blu, il peso della giustizia malata, i privilegi della Casta, l’indispensabilità della riforma elettorale, le colpe della Net generation, la corruzione, i costi della politica, la mancata riduzione della spesa pubblica improduttiva, l’acquisto degli F.35, il cuneo fiscale che zavorra la nostra competitività ecc. ecc., in un carosello forzato che non prevede riflessioni e domande, che ha il solo scopo di gettare fumo negli occhi al popolo ingenuo. Fermiamoci un istante: quando nei primi anni ’80 del secolo passato, l’Italia galoppava economicamente in tutti i settori, superando il Pil della Gran Bretagna, ed era prossima ad affiancare l’economia francese con la Germania ormai «nel mirino», la corruzione e i privilegi della Casta non erano presenti nel Paese? Le auto blu erano forse meno? La pubblica amministrazione costava forse meno dell’attuale e la sua efficienza era superiore? Non abbiamo forse acquistato in quel periodo i famosi Lockheed dello scandalo? Non era forse il periodo in cui lo Stato italiano spendeva di più nel settore pubblico? Negli ultimi dieci anni i nostri giovani hanno forse perso completamente la voglia di fare e di lavorare? Credo che la risposta
sia chiara! E allora… questa crisi a cosa è dovuta? Smettiamola di farci ingannare da questi specchi per allodole, lo scopo è evitare di discutere della vera causa strutturale. Il dito va puntato con coraggio sull’euro e l’europeismo malato che ci hanno venduto come panacea a tutti i nostri difetti. Perché dal giorno della sua introduzione, non solo i nostri mali non sono stati risolti, ma dal quel giorno preciso l’andamento della nostra economia ha preso a puntare verso il basso fino al baratro attuale. I nostri difetti italici, sono dunque causa dell’attuale crisi? No, sicuramente non sono il fattore scatenante o la principale causa. Con questo, non desidero giustificare la corruzione, così come non desidero che si pensi che sono favorevole agli sprechi. Credo però che occorra lavorare sulle priorità. Oggi la priorità assoluta riguarda la nostra economia, l’occupazione, la salute e la competitività delle nostre aziende. Tutto il resto passa in secondo piano. Come recuperare ciò? Vi sono due soluzioni sole: una guarda alla distruzione del nostro ordine sociale per mezzo di sempre nuove e più onerose tassazioni accompagnate da una netta riduzione di salari e stipendi (è il metodo Monti e dell’Europa - già visto in opera in Grecia) senza peraltro aver risolto la situazione. La seconda soluzione invece prevede di riacquistare la nostra piena libertà e sovranità, uscendo dalla gabbia dorata (si fa per dire) dell’euro. Non ci sono né se e né ma, l’opzione 3 non è prevista perché non esiste una soluzione che può ribaltare una situazione che si fonda su uno squilibrio di base: «Un cambio fisso, valido per tutti senza tenere conto di economie diverse tra loro, troppo diverse, nelle origini, nello sviluppo e nelle potenzialità». Uscire dall’euro ci permetterebbe di rivedere completamente la nostra economia, tornando ad attuare le politiche più opportune e adatte al nostro tessuto industriale o a ciò che resta, facendo investimenti mirati a rilanciare l’industrializzazione privata e pubblica, le infrastrutture, la ricerca, l’istruzione e i servizi sociali. A mare il crimine del fiscal compact e il principio del pareggio di bilancio!!! Chiaramente, il tiro incrociato di coloro che hanno venduto anche l'anima a Bruxelles (l'ex presiden-
te del Consiglio Enrico Letta ad esempio, ha scritto pure un libro sull’argomento Morire per Maastricht) sarà rabbioso, siatene certi, ma tutti gli indici economici sono contro questa lobby. La mancata e leale informazione li protegge, solo quello! Come faremo con il debito pubblico? Quanto salirà l’inflazione? Saremo costretti a svalutare la nostra moneta e quanto valore perderanno le proprietà? E avanti con tutta una serie di luoghi comuni e palesi falsità, possibili solo grazie alla politica dello struzzo e la connivenza tragica dei media. Lo scopo loro è di incutere la paura necessaria a paralizzare la situazione alle condizioni attuali. Una risposta sola dovrebbe però darci il coraggio di agire e di porre fine ad ogni nostro eventuale dubbio. La libertà non ha prezzo. La libertà di poter decidere in piena autonomia non ha un valore, perché è troppo preziosa. La libertà non è negoziabile. Questa decisione, che può solo essere politica, e che deve essere presa al più presto per salvare ciò che resta di un grande Paese, non ha nessun impedimento giuridico come ha ben evidenziato il Prof. Giuseppe Guarino in diverse conferenze sull’argomento. Il Prof. Alberto Bagnai o il Prof. Claudio Borghi, inoltre, hanno escluso impedimenti tecnici. Occorre sapere inoltre che la gestione corretta dell’uscita dall’euro, pur avendo un costo, non provocherà la povertà e l’aumento indiscriminato dei prezzi, ma ci proteggerà da questi, rilanciando in breve tempo la nostra competitività generale, l’occupazione nazionale, i consumi interni e le nostre esportazioni. Quando si parla di euro, inoltre, non facciamoci confondere con discorsi di appartenenza politica (di destra o di sinistra) concentriamoci piuttosto sull’obiettivo: superare al più presto questa anomalia! Dovrà essere il popolo italiano con la possibilità offerta dalle prossime elezioni a dare forza alla politica perché intraprenda con fermezza questo percorso. Abbiamo una grossa responsabilità nei confronti della memoria dei nostri Nonni così come abbiamo una grossa responsabilità verso il futuro dei nostri Figli. Non è troppo tardi! Il Direttore Alberto Conterio
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ITALIA REALE: Marzo - Aprile 2014 Dall’Estero
Referendum tenuto in Svizzera sull’immigrazione Se l’Italia potesse esprimersi, voterebbe come la Svizzera!
Grecia e peggioramento ambientale Comune denominatore: la crisi economica
di Danilo Quinto (Corrispondenza Romana)
Della Redazione to al cristianesimo, la figura diSaladino, feroce guerriero e capo politico, che a suo maggior titolo di gloria (per i musulmani) annovera la presa della città santa di Gerusalemme nel 1187. Considerazioni della Redazione
Può un paese esercitare la sua sovranità? È questo il primo tema di rilievo che pone l’esito del referendum tenuto in Svizzera sull’immigrazione. L’iniziativa, promossa dal partito Udc/ Svp, chiede la reintroduzione di tetti massimi per l’immigrazione di stranieri, la cui presenza nel paese supera il 23% della popolazione. I sì hanno vinto con 1.463.954 voti favorevoli (il 50,3%), contro 1.444.438 voti contrari. A schierarsi a favore un totale di 17 cantoni – quelli in cui si parla tedesco e italiano e delle zone rurali – con la più alta percentuale di sì (68,17%). Nove i cantoni contrari. In ragione di una campagna che ha sottolineato le conseguenze dell’immigrazione fuori controllo – disoccupazione in aumento, treni sovraffollati, aumento degli affitti – e il saldo migratorio di circa 77mila persone l’anno, il 70% dei quali provenienti dalla Ue, sono stati sconfitti il governo, il parlamento, le organizzazioni economiche e sindacali, la maggior parte dei partiti. In Svizzera, a differenza dell’Italia, il referendum è una cosa seria ed il suo risultato è vincolante per il governo – nonostante il pensiero espresso dal nostro ex Ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge, per la quale «sarebbe un gravissimo errore farlo applicare» – che dovrà ora rinegoziare i trattati e gli accordi con l’Europa, compreso quello sulla libera circolazione delle persone del 2002. L’Unione europea ha comunicato il suo «rammarico» per il fatto che «un’iniziativa per l’introduzione di limiti quantitativi all’immigrazione sia stata approvata» ed ha minacciato: «Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l’Ue e la Svizzera. La Commissione Europea esaminerà le implicazioni del referendum sul complesso delle relazio-
ni con la Svizzera». Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha rincarato la dose: «I trattati devono essere rispettati. La Svizzera trae vantaggi dal mercato internazionale, la libertà di movimento è cruciale. Le reazioni nazionali devono essere pacate». L'ex Ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, si è detta preoccupata dell’«impatto» del referendum, «sia per quanto riguarda l’Italia, sia per gli altri accordi con la Ue». Queste dichiarazioni nascondono il vero timore: che i popoli europei, nelle elezioni del prossimo mese di maggio, si esprimano contro le politiche dell’Unione europea, sia quelle che riguardano l’euro sia quelle che derivano dal fenomeno migratorio. Anche i lavoratori cosiddetti “frontalieri” – rispetto ai quali il referendum svizzero interviene e che si dovrà trovare il modo di tutelare – non sono frutto del caso, ma dell’incapacità del nostro Stato, sottomesso alle politiche europee, di assicurare il lavoro e di fare impresa. Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha sottolineato: «ci sono Paesi che rischiano di dover fronteggiare in totale solitudine flussi di persone provenienti dai paesi stranieri, ma anche comunitari, ai quali va data una risposta europea prima che nazionale». Il problema è proprio questo: l’inerzia e l’incapacità di affrontare la vera questione che pone l’immigrazione indiscriminata. Nella sola Svizzera, secondo le stime ufficiali, sarebbero 500mila gli immigrati musulmani, su una popolazione che conta 8 milioni di persone. L’Europa scristianizzata che “accoglie” e “integra” è la stessa Europa che per secoli, al pari dei musulmani sunniti – che ne avevano ben donde – ha mitizzato e venerato, come se fosse un cavaliere magnanimo e forse anche converti
Dall’articolo di Danilo Quinto, si vede una certa insofferenza delle varie istituzioni o personalità europee verso la pratica immonda della Democrazia. Per costoro, il popolo deve potersi esprimere quando è chiaro che è già plagiato dal pensiero unico imposto, altrimenti «…le reazioni nazionali devono essere pacate». Anche con la violenza? Non è una provocazione, ma la consapevolezza che questa gente, nascosta dietro una maschera, non è troppo diversa dai dittatori di qualche decennio fa! Certo che i trattati devono essere rispettati, ma se anche per il sacramento del matrimonio, esiste la possibilità del divorzio, pare eccessivo che un trattato possa essere irrevocabile. In questo mondo dove tutto è messo in discussione, i Trattati sono forse dei Totem irremovibili? Cécile Kyenge, nostro ex Ministro, taglia corto… «sarebbe un gravissimo errore farlo applicare» riferendosi al referendum popolare. E allora si capisce come mai in Italia i referendum contrari alla Casta siano stati ignorati, o come i referendum gestiti dai paesi membri dell’Unione su argomenti importanti, siano stati ignorati, disattesi oppure ripetuti fino al risultato voluto! Staremo a vedere dove questo sistema porterà, ma abbiamo paura che non sarà cosa buona e giusta!
Incredibile!!! Grecia: Avete freddo? Affari vostri! Per bocca del Ministro dell'Economia Sturnaras è stato ribadito che il prezzo del petrolio da riscaldamento non si tocca, va bene così com'è. Costui ha avuto il coraggio di dire che: un abbassamento del prezzo del petrolio da riscaldamento sarebbe sbagliato perché andrebbe a vantaggio di tutti, anche di coloro che non hanno problemi economici e lo userebbero per riscaldare le proprie piscine...
Continua, lontana dai riflettori, la battaglia per la sopravvivenza del popolo greco. Lontana dai riflettori perché le elezioni europee sono alle porte e non bisogna impressionare negativamente l’opinione pubblica del super stato dei buro crati. La Grecia non è un paese freddo e spesso il freddo invernale tarda ad arrivare. Vi sono tuttavia tre o quattro mesi all’anno dove il freddo si fa sentire, in special modo in quelle zone della Grecia continentali e montuose. E così avviene al nord della Grecia, a Salonicco, Cavalla, Florina e tanti altri paesi sparsi nelle zone montuose dove il termometro va anche sotto zero. In queste condizioni avere una casa calda, è diventato per migliaia di famiglie greche un sogno irrealizzabile La grave crisi economica, ben lontana dall’essere superata, ha così avuto forti ripercussioni anche sull’ambiente. A causa dell’aumento dei costi del combustibile, compreso il gas usato per i riscaldamenti, e per via della povertà dilagante, tanti greci hanno iniziato ad usare combustibili alternativi per tenersi al caldo durante i mesi invernali. Sono infatti più economici, spesso del tutto gratuiti se procurati individualmente. Secondo uno studio di un’università della California (University of Southern California), reso pubblico nei primi giorni di febbraio di quest’anno, l’utilizzo di legna e combustibili scadenti (anche rifiuti) come fonte di calore, ha peggiorato la qualità dell’aria nelle città greche facendo salire l’inquinamento del 30% rispetto agli anni pre-crisi. In particolare ad aumentare è stato il PM10, il particolato sot tile. È passato da una media di 26 ad una di 36 microgrammi. Un aumento che desta preoc cupazione per gli effetti sulla salute delle persone. La combustione della legna, infatti, rilascia nel-l’aria una maggior quantità di particolato, a differenza del gas, molto più pulito. Ancora peggiore il caso della combustione di rifiuti, che rilasciano nell’aria anche sostanze fortemente tossiche, come sanno bene purtroppo in Italia gli abitanti della Campania. Dunque la crisi possiamo misurarla anche attraverso il peggioramento della qualità dell’aria.
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ITALIA REALE: Marzo - Aprile 2014 Casa Savoia - Attualità
Casa Savoia - Storia
Emanuele Filiberto di Savoia
Venerabile Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie
Ambasciatore di Pompei nel mondo Un vero plebiscito popolare in favore della scelta
della Redazione (ANSA) - Pompei (Napoli) 21 Novembre 2013 Emanuele Filiberto di Savoia è stato nominato oggi «Ambasciatore di Pompei nel Mondo». A conferirgli l'incarico nel corso di una cerimonia svoltasi al Comune è stato il sindaco Claudio D'Alessio. «Per me è un grande onore», ha detto l'erede dei Savoia che ha postato su twitter le foto della sua visita agli scavi di Pompei ed in particolare alla Villa dei Misteri, che ha definito «una meraviglia». Emanuele Filiberto dovrà promuovere nel mondo l'immagine di Pompei città nuova.
lo lanciando contemporaneamente il seguente quesito/sondaggio: «Emanuele Filiberto, ambasciatore di Pompei nel mondo. Scelta giusta?»
di Domenico Giglio
Ed è stata subito una valanga di voti. Normalmente i sondaggi del «Corriere del Mezzogiorno» raccolgono un migliaio di opinioni/ voti, mentre in questo caso, a pochi giorni dall’apertura del sondaggio, si potevano contare 26.000 voti con una percentuale di positivi pari al 86% , ma l’interesse della gente verso il sondaggio, verso … l’argomento e quindi il Principe Emanuele Filiberto, si è mantenuto alto, anzi altissimo, raggiungendo sul fini____________________________
La proclamazione è avvenuta con cerimonia solenne nella Basilica di S. Chiara Il 2 maggio 2013, Papa Francesco autorizzò la promulgazione del Decreto super miro compiuto per intercessione della venerabile Maria Cristina di Savoia. La beatificazione è avvenuta il 25 gennaio scorso, anniversario dell’annuncio della convocazione del Concilio Vaticano II da parte del beato Giovanni XXIII.
E dalla cruda notizia di agenzia passiamo a qualche considerazione di questa Redazione: il «Corriere del Mezzogiorno» che da anni organizza sondaggi online, con lo scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione su temi di attualità, ha proposto subito dopo questa investitura del Principe, un artico-
re di gennaio 2014 la quota di oltre 90000 voti con una plebiscitaria preferenza a favore della scelta attuata del 96% circa. Chi semina raccoglie, insomma, perché, è giusto ricordare, Pompei divenne comune 85 anni fa, grazie a Casa Savoia. Fu proprio Re Vittorio Emanuele III (bisnonno di Emanuele Filiberto) a volere questa istituzione, per valorizzare quello che sarebbe poi diventato uno dei siti archeologici più vasti ed interessanti del mondo. ________________________________
Nel sondaggio Emanuele Filiberto ha avuto la fiducia dell'amministrazione comunale e di un pubblico vastissimo di lettori http://www.reumberto.it Il più documentato sito internet su Re Umberto II di Savoia
Chiarissimo il messaggio quindi: il Principe ha avuto, non solo la fiducia dell'amministrazione comunale e anche di un vastissimo pubblico di lettori di un giornale serio, molto diffuso, che non ha mai certamente manifestato inclinazioni monarchiche!
Una precisazione non polemica
La santità di Maria Cristina di Savoia tra altre cose si caratterizza per la tenerezza vissuta soprattutto in famiglia, ossia uno dei temi caratterizzanti il magistero di Papa Francesco. La proclamazione è avvenuta con una cerimonia solenne nella Basilica di Santa Chiara, a Napoli, concelebrata dai Cardinali Crescenzio Sepe, Angelo Amato, prefetto per la Congregazione dei Santi, e Renato Martino, Gran Priore dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio, davanti a circa duemila persone. Delegazioni sono giunte dalla Sardegna, con il Vescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, dal Piemonte e dalla Liguria. Presenti i discendenti dei Borbone Due Sicilie, i Principi Carlo e Camilla, ed i rappresentanti del ramo spagnolo della famiglia, Don Pedro e Don Jaime. Per Casa Savoia, il Principe Amedeo di Savoia Duca d'Aosta e le Principesse Maria Gabriella e Clotilde Courau. Una larga rappresentanza di famiglie reali e nobiltà europea ha dato largo lustro all’evento. Tra essi il capo della casa reale del Portogallo, Dom Duarte Pio di Braganca, e Principi della famiglia Asburgo.
Il 25 gennaio, a Napoli, nella antica bellissima Chiesa di Santa Chiara, di origine angioina, con il suo coro delle Monache ed il meraviglioso chiostro maiolicato delle Clarisse, si è tenuta la cerimonia della beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia, officiata dal Cardinale Arcivescovo di Napoli Sepe e dal Cardinale Amato, Prefetto per la Congregazione dei Santi, presenti, oltre ad un pubblico numerosissimo, stimato in duemila persone, i rappresentanti della Real Casa di Savoia e di Borbone. ________________________________
La presenza della famiglia dei Borbone di Napoli è apprezzabile come atto di devozione Logicamente i neoborbonici ne hanno tratto spunto per una delle loro consuete manifestazioni legittimiste, ma il punto sul quale vogliamo soffermarci non è questo. Il punto è che la Beata Maria Cristina era una Principessa di Casa Savoia, ultima figlia di Vittorio Emanuele I, e le sue virtù cristiane erano frutto della educazione impartitaLe in famiglia e della istruzione religiosa avvenuta prima della sposalizio. Il fatto che fosse divenuta sposa di Ferdinando II e quindi Regina delle Due Sicilie è secondario rispetto alle opere di carità compiute se non per la circostanza che il suo ruolo regale consentì a Maria Cristina di esercitare maggiormente la carità e l’assistenza ai più bisognosi, per cui fu amata dal popolo napoletano che la considerava già in vita come una “santa”. Perciò la presenza della famiglia dei Borbone di Napoli è apprezzabile come atto di devozione e cortesia nei confronti di questa parente acquisita, ma che va ad aggiungersi ai Venerabili, ai Beati ed ai Santi di Casa Savoia, da Maria Clotilde, “la Santa di Moncalieri”, a Ludovica e ad Amedeo.