ISSN 2612-5595
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Rivista bimestrale di ANCE Brescia
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Il ruolo dell’Associazione ai tempi del Covid-19 Ora più che mai è necessario che il significato della parola Associazione venga espresso e tradotto in azioni concrete. Un insieme di persone e realtà riunite per raggiungere un comune obiettivo: affrontare e uscire dalla pandemia da Covid-19 cercando, per quanto in nostro potere, di congiungere le forze per combattere il virus e limitare le ripercussioni dell’emergenza sanitaria sul tessuto economico e sociale del Paese. L’azione di Ance Brescia è da sempre volta a garantire unità d’intenti per favorire la crescita del settore edile, convogliando in un’unica potente voce le richieste delle imprese del territorio. Anche in queste settimane l’attività dell’Associazione ha portato a livello nazionale le istanze delle aziende del comparto bresciano, rafforzando il proprio impegno per sollecitare misure urgenti a supporto delle attività edili. Il nostro settore è, e continuerà ad essere, un asso vincente per la rinascita e lo sviluppo del Paese, ma è necessario che i decisori politici riconoscano con convinzione e facciano propria questa certezza. Non è il momento di scontrarsi, puntare il dito contro qualcuno, trovare capri espiatori e lamentarsi, crogiolandosi sugli allori. Questo è il momento di avanzare soluzioni pragmatiche per il rilancio dell’economia e allearsi per la ricostruzione del nostro Paese e della nostra provincia. Le imprese edili possono dare un enorme contributo, confrontandosi con l’Associazione per portare alla luce criticità persistenti e punti di forza da cui ripartire. Anche le realtà che ancora non aderiscono al Sistema Ance comprendono e riconoscono, in questa fase di comune emerQUESTO È IL MOMENTO genza, l’importanza e la necessità di poter DI AVANZARE SOLUZIONI disporre e fare affidamento su una solida PRAGMATICHE PER struttura che le affianchi e sostenga in un IL RILANCIO DELL’ECONOMIA E ALLEARSI periodo di grandissima difficoltà. L’AssoPER LA RICOSTRUZIONE ciazione è pronta a condividere i timori, DEL NOSTRO PAESE chiarire i dubbi e fornire un solido e comE DELLA NOSTRA PROVINCIA petente supporto a tutte le imprese del territorio. Stringere sinergie per rafforzare lo scudo contro la malattia e i suoi contraccolpi è di importanza prioritaria. Apprezzabili anche gli sforzi delle amministrazioni locali, a partire dal lodevole contributo della Provincia di Brescia, che ha risposto positivamente, e in tempi incredibilmente brevi rispetto alla consuetudine, alla nostra richiesta di riconoscere alle imprese edili le somme corrispondenti per i lavori pubblici eseguiti per l’Ente, in modo da garantire parte della liquidità necessaria per portare avanti gli interventi sul territorio e consentire il pagamento di fornitori, maestranze e subappaltatori. La Provincia ha dato esempio di buona amministrazione, ma la partita per garantire una spinta alla ripresa delle attività produttive e cantieristiche bresciane è ancora aperta e serve la partecipazione di tutti i giocatori. La profonda crisi che stiamo attraversando ha acceso ha incontrato, in alcuni casi, incomprensioni, freni burocratici e incapacità di alcune realtà di fare squadra. A livello nazionale l’Associazione sta spingendo per far ripartire il Paese con l’apporto concreto di tutte le fazioni coinvolte, avanzando riflessioni e proposte di rilancio economico, edile e infrastrutturale, che si inseriscono, con il dovuto rispetto, nel complesso confronto tra scienza e politica. Stiamo lavorando a un “Progetto di Rinascita” che, partendo dall’analisi della situazione attuale a cura del Cresme, porta all’attenzione dei decisori politici, delle amministrazioni, delle imprese e della popolazione locale e nazionale, istruzioni pratiche e strategie per affrontare non solo le fasi due e tre dell’emergenza, ma gli anni avvenire, con un’idea ben chiara di dove il comparto vuole andare e di quali sono gli strumenti per poter intraprendere un percorso di crescita sostenuta. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
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Editoriale / 2
Un piano d’azione per Brescia La pandemia da coronavirus ha senz’altro sconvolto la nostra quotidianità, i nostri rapporti sociali e il modo in cui lavoriamo, ma ha messo in luce sia le carenze sia i punti di forza della nostra comunità, permettendoci di disporre di utili elementi per studiare un piano d’azione per il futuro della nostra città. Brescia si mostra unita e allineata nella battaglia contro il virus. L’Associazione, impegnata nel supporto e nell’assistenza alle imprese del territorio, è alleata nella lotta al Covid-19, mettendo in campo competenze e strumenti utili a limitare e prevenire il contagio nei cantieri e nei diversi ambienti di lavoro che interessano il comparto delle costruzioni. Il freno sull’economia, tirato con estrema forza da questa emergenza sanitaria, è sicuramente un altro fardello che grava sull’attività delle imprese, ma il periodo di stallo che stiamo vivendo deve essere colto quale occasione per migliorare l’organizzazione e l’efficienza aziendale, con particolare attenzione alla sicurezza, valorizzare il lavoro dell’uomo, ma anche il grande contributo delle nuove tecnologie nello svolgimento dei diversi compiti. In questo particolare periodo, l’informatica ha permesso di continuare a progettare, programmare, comunicare e scambiarsi dati e informativi utili al prosieguo delle attività, anche a distanza. L’ingegno e il saper fare bresciano hanno fatto poi il resto: diverse le idee che si sono trasformate in aiuti concreti e gli esempi di ingegneria con stampa 3D che hanno permesso di realizzare dispositivi di protezione individuale per lavorare in sicurezza, parti di macchinari e di attrezDAL DISASTRO IN CORSO zature che hanno salvato vite umane. ProPOSSIAMO RICAVARE RIFLESSIONI, STUDIARE gettare e costruire scorre nel nostro sanNUOVE OPPORTUNITÀ gue e anche dopo questa emergenza, faDI RINASCITA E, remo di tutto per rimettere in piedi la CONSIDERANDO CHE città e rialzarci a testa alta. Dal disastro GLI INGREDIENTI SONO in corso possiamo ricavare riflessioni, stuQUELLI CHE LO SCENARIO CI PROPONE, PROVARE diare nuove opportunità di rinascita e, A CUCINARE IL MIGLIOR considerando che gli ingredienti sono PIATTO POSSIBILE quelli che lo scenario ci propone, provare a cucinare il miglior piatto possibile. La rapida e letale diffusione epidemiologica nella nostra provincia è stata per lungo tempo, e forse ancor oggi, sottovalutata dal panorama, anche informativo, nazionale. Il Sistema Ance Brescia non ha trovato condizioni favorevoli per fare squadra e la città è stata, in diversi casi, lasciata sola. Brescia ha però reagito alla situazione con determinazione e, se le fosse stato concesso, avrebbe saputo costruire e organizzare in tempi rapidi anche una nuova struttura di affiancamento agli ospedali locali, al pari di quanto verificatosi a Milano e a Bergamo. Ci chiediamo se predisporre una struttura Covid-19 all’interno degli Spedali Civili sia la soluzione migliore, dal momento che tale scelta non incontra nemmeno il favore di chi lavora in prima linea nel nosocomio. Non sarebbe meglio dare la possibilità alle imprese di allestire un’altra struttura, come avvenuto in altre province, per esempio nel milanese, in cui il know-how bresciano ha contribuito alla realizzazione di una terapia intensiva da campo a supporto dell’Ospedale San Raffaele? Quanto fatto sino ad ora ha dimostrato la volontà della nostra città di risollevarsi dalla pandemia. L’Associazione è orgogliosa di rappresentare imprese che, nonostante la situazione, stanno stringendo i denti e hanno in numerosi casi contribuito direttamente alla lotta contro il coronavirus. Per non vanificare gli sforzi e l’impegno del pubblico e, soprattutto, del privato, è necessario programmare subito un piano d’azione per Brescia, altrimenti sarà troppo tardi. E all’ostacolo dell’iper-burocrazia, che ha penalizzato troppo a lungo l’attività delle imprese, dobbiamo rispondere insieme, con fermezza e caparbietà. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
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incontri
Il ruolo dell’Associazione ai tempi del Covid-19 di Massimo Angelo Deldossi
Dal Cresme analisi e terapie per il settore del costruito dopo la crisi provocata dal Coronavirus di Adriano Baffelli
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Un piano d’azione per Brescia di Alessandro Scalvi
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L’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
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lavori in corso Nastri gialli: il punto sui cantieri bresciani
a cura della Redazione
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scenari
in primo piano
La ripresa del settore edilie post Covid-19
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Brescia candidata al progetto Tuwic
Un New Deal per far fronte all’emergenza
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leggi&decreti
Milleproroghe 2020: le novità per il settore
logistica
legalità 40
digitalizzazione DigiPlace, la piattaforma europea delle costruzioni
RIVISTA BIMESTRALE DEL COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA ANNO 2 - NUMERO 2 EDITORE C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO ZANFRAMUNDO COORDINATORE DELLA REDAZIONE ADRIANO BAFFELLI REDAZIONE E DIREZIONE ANCE BRESCIA-COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Gli effetti virali per l’impresa di costruzioni di Angelo Ciribini
42 Ripensare la filiera logistica, gli spazi lavorativi e abitativi
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fondi mit
Ripartire dalle infrastrutture
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cape
I dati Cape sull’occupazione nel settore edile bresciano
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ance informa
COMITATO DI REDAZIONE STEFANO ASSINI, FERRUCCIO BENETELLI GIORGIO CADEO, ROBERTO FACCHETTI EMANUELE PLONA, FABIO RIZZINELLI
Numero singolo anno 2019: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:
PUBBLICITÀ C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia tel. 030 392895 - fax 030 381798 info@cerbrescia.it
z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00.
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Fotografia in copertina di Christian Penocchio (Comune di Brescia) STAMPA GRAFICHE ARTIGIANELLI SRL Via Ferri, 73 - Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54
La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE Brescia-Collegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.
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fotonotizia
Ponte di Legno terme PARTIRÀ QUEST’ANNO, TRA LA PRIMAVERA E L’ESTATE, IL CANTIERE DEL NUOVO CENTRO TERMALE DI PONTE DI LEGNO. CIRCA 5680 MQ E OTTO PIANI BENESSERE, PROGETTATI DALL’ARCHITETTO MARCO CASAMONTI, SORGERANNO IN PIAZZALE EUROPA, IN ARMONIA CON IL RESTO DEL CONTESTO URBANO, INCREMENTANDO TURISMO E OFFERTA WELLNESS NELL’AREA MONTANA PONTE DI LEGNO – TONALE. L’INAUGURAZIONE DELL’INNOVATIVO COMPLESSO È PREVISTA PER DICEMBRE 2022.
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La ripresa del settore Ance Brescia, vicina a imprese e lavoratori, studia un percorso di rilancio delle attività edili e dell’economia locale con il supporto del Cresme
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uella del 2020 non è di certo una primavera serena e spensierata per le imprese italiane. La diffusione del virus Covid-19, malattia respiratoria acuta da Sars-Cov2, metterà a dura prova l’economia nazionale e bresciana per tutto l’anno. Nella speranza di poter riprendere il passo e stabilire un ritmo cadenzato di co-
stante ripresa a partire già dall’estate, l’Associazione costruttori edili bresciana, costantemente informata sugli sviluppi normativi, fiscali ed economici, ha stabilito un dialogo con il Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio) per studiare un percorso di ricostruzione del Paese post-emergen-
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e edile post Covid-19 za. Si prevede, infatti, che gli altri Stati dell’Unione Europea vivranno la tragica situazione sperimentata dall’Italia, seppur in misura diversa da zona a zona, con un divario temporale rispetto al nostro Paese. L’Italia sarà modello di resilienza per gli altri membri dell’Unione, cercando di risollevarsi nei
prossimi mesi dalla terribile crisi economica e sociale ormai alle porte. Per essere guida ed esempio lungimirante, sono necessarie manovre risolutive e fondi consistenti a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie. Con il lockdown si è creata una
gravosa perdita di liquidità per tante attività commerciali e produttive, incluse le aziende della filiera delle costruzioni, tutte realtà che, più che mai ora, si comprende quanto valgano anche per la loro capacità di offrire occasioni di impiego per lavoratori e liberi professionisti. Le realtà più redditizie subiranno le conseguenze di questo periodo di stallo, mentre quelle già in difficoltà rischieranno il fallimento, aprendo uno scenario di possibile default. Il sistema bancario può essere la chiave per sostenere la liquidità di breve periodo delle imprese, che, altrimenti, potrebbero innescare una profonda crisi di solvibilità sulle filiere e sugli stessi istituti di credito. È, quindi, necessario prioritariamente mettere in sicurezza il sistema bancario, tra i principali protagonisti del processo di sostegno e di ripresa dell’economia nazionale.
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Il presidente di Ance Brescia, l’ingegner Massimo Angelo Deldossi, ha più volte suggerito, in questo periodo di difficoltà e fermo dei lavori, di utilizzare il tempo messo a disposizione da questa sosta forzata per pro-
no interventi urgenti e indifferibili nel breve e azioni che guardino a una prospettiva di medio lungo termine. Per il breve, il nostro settore ha attivato interventi di salvaguardia dei lavoratori e delle imprese, attraverso l’attivazione dell’efficiente sistema bilaterale, ad Dobbiamo sederci esempio garantenintorno a un tavolo, do il pagamento andelle ferie consapevoli che il futuro ticipato e fornendo Dpi”. “È sarà diverso, sia per chiaro — continua il aspetti sociali, leader dell’Associapsicologici, economici zione — che serve ben altro per il prossimo futuro: dobbiamo lavorare per elaborare proposte concregrammare il futuro: “Dobbiamo sederci intorno a un tavolo, te sul post Covid19. Innegabilmente serve un supporto isticonsapevoli che il futuro sarà tuzionale di fortissimo impatto, diverso, sia per aspetti sociali, ben superiore a quanto sinora psicologici, economici. I flussi ventilato dal livello centrale. finanziari delle imprese soffriServono iniziative di stimolo ranno pesantemente, serviran-
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economico e provvedimenti capaci di far ripartire la filiera del costruito, universalmente riconosciuta come straordinario motore per la crescita dell’economia e della società”. Muovendosi con questo proposito e in linea con questi obiettivi, l’Associazione di via Foscolo ha coinvolto il Cresme per delineare nuovi orizzonti di crescita e stabilire i punti fondamentali che determineranno lo scenario della ripresa nel presente e nel prossimo futuro. Si
è rinnovata, dunque, la stretta collaborazione che ha visto più volte Ance Brescia e Cresme impegnarsi per dare alle imprese, ai lavoratori, ai cittadini, agli amministratori e ai decisori politici risposte concrete sul mondo economico, demografico ed esperienziale italiano, non ultimo con l’iniziativa Brescia Next. Grazie al supporto di un’indagine specifica, che vede in prima linea il direttore del Centro di ricerche, l’architetto Lorenzo Bellicini, l’Associazione vuole fornire un valido sostegno e proporre soluzioni mirate a privati e amministratori pubblici per indicare una strada di uscita dalla fase uno dell’emergenza che permetta al Paese, e in particolare alla filiera edile, di risollevarsi con prontezza e determinazione, affiancati da strategie di ripresa e crescita ponderate ed efficaci.
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Un New Deal per far fronte all’emergenza Una terapia per circoscrivere i danni del post-emergenza Covid-19 e garantire la ripresa del settore in tempi rapidi
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mprese chiuse, lavoratori a casa, la Provincia parla di opere ferme per circa tre miliardi di euro. Per non cadere in isterismi e tensioni, la paralisi dell’economia e delle attività del comparto edile tra marzo e aprile deve essere vista come occasione per prendere consapevolezza delle potenzialità del nostro Paese, per trovare strategie adatte a promuovere il knowhow italiano e il Made in Italy e per convogliare energie e risorse verso alcuni settori che garantiranno la rapida ripresa nazionale nei prossimi mesi. Nessuna impresa picaresca, è fondamentale pensare subito a misure che richiedono il massimo sforzo di tutti, in primis da parte del Governo, chiamato a dare le garanzie necessarie, e degli istituti di credito che, rappresentati dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, si dicono pronti a erogare le risorse disponibili alle imprese. Il mondo Ance concorda sul fatto che per garantire un’immediata reazione di tutto il sistema Paese, serve un immediato 12
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shock positivo a beneficio di tutto il settore delle costruzioni e tutta la filiera collegata. Il presidente Deldossi annuncia che Brescia è pronta con Ance nazionale ad indicare la strada per la ripartenza con un nuovo Piano Marshall basato sugli investimenti pubblici e sul sostegno di quelli privati. Un programma di rilancio del Paese che non potrà far leva sul mercato estero, impegnato nella lotta contro il virus in ritardo rispetto all’Italia, ma dovrà impegnarsi per gestire con le proprie forze la situazione. In questo scenario, il settore edile è la filiera che, più di ogni altra, potrà assicurare un effetto volano, ma sarà fondamentale definire politiche di sostegno immediate per garantire liquidità alle imprese del settore edile che, da solo, secondo le previsioni Cresme, potrebbe registrare nel 2020 una perdita di investimenti per 34 miliardi di euro. Un pesante segno meno a cui si può rispondere: z iniettando da subito liquidità alle imprese attraverso il sistema bancario (e solo indirettamente avvalendosi di politiche fiscali);
Un programma di rilancio del Paese che non potrà far leva sul mercato estero, ma dovrà impegnarsi per gestire con le proprie forze la situazione. In questo scenario, il settore edile è la filiera che, più di ogni altra, potrà assicurare un effetto volano
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z dando stabilità al sistema del credito, evitando un effetto domino: crisi di liquidità — crisi sulla solvibilità per difficoltà ad accedere al credito — crunch bancario; z definendo un pacchetto di investimenti, anche ricorrendo al debito e alle risorse già rese disponibili con precedenti interventi, improntato, nei diversi settori, a declinare i principi del Green Deal europeo in Italia: sostenibilità, circolarità e qualità urbana. Per portare avanti efficacemente queste azioni sono necessarie strategie e mosse congiunte. Fondamentale snellire l’apparato burocra-
tico, che causa ancora troppi rallentamenti, e rafforzare nella coscienza pubblica l’importanza che l’edilizia gioca a livello nazionale per lo sviluppo del Paese. A supporto degli istituti di credito è necessario definire repentinamente politiche di messa in sicurezza del sistema bancario, compatibili con il sostegno alla liquidità rivolto alle aziende. Per coordinare ogni azione introdotta si dovranno individuare le istituzioni da accorpare in un’Agenzia per la gestione del New Deal italiano. La rinascita italiana sarà possibile anche grazie a un grande piano di investimenti pubblici, immobiliari e infrastrutturali, che darà occasione alle imprese di ricostruire il Paese a livello economico e sociale, garantendo occupazione e lavoro. Il modello da attuare è il “Modello Ponte di Genova”, articolando una cabina di regia nazionale e ripartendo i fondi su base regionale,
prevedendo: a livello centrale, competenze per opere sovraregionali o di interesse nazionale, e, a livello regionale, competenze per opere di portata regionale o sotto regionale. Sempre sul fronte dei lavori pubblici si dovrebbe tener conto anche della possibilità di sviluppare un partenariato pubblico-privato, modificando le criticità contenute nella normativa, predisponendo modelli di accordo tra impresa e banche, modelli semplificati per gestire gare pubbliche e modelli di accordo tra impresa ed ente gestore. Nel bresciano è urgente far ripartire i numerosi cantieri fermi sparsi sul territorio. La Provincia porta avanti
la progettazione di ponti e strade, ma terminata l’emergenza Covid19 vorrebbe poter proseguire con i lavori, soprattutto con quelli già finanziati, in maniera spedita, senza vincoli burocratici. L’Ente freme per concludere alcune importanti opere come l’Alta Velocità BresciaVerona, la Barghe-Idro e l’autostrada della Valtrompia. Un altro ambito di interventi che a livello locale, ma anche nazionale, potrebbe essere strategico per innescare la ripresa post-emergenza è quello dell’edilizia scolastica: in attesa che i ragazzi degli istituti superiori riprendano le classiche lezioni tra i banchi, potrebbero essere portati avanti in estate gli interventi di sistemazione degli edifici per il miglioramento dell’efficienza energetica e della resistenza antisismica.
Per analizzare insieme quali sono i possibili scenari di ripresa e uscita dal periodo Coronavirus, la sezione “Incontri” della rivista propone un’intervista al direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, che valuta il tremendo impatto della pandemia sul mondo del costruito, spiegando nel dettaglio quali possono essere le prime azioni da intraprendere per dare nuovo impulso ai cantieri e di conseguenza all’intero Paese.
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L’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
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OptimQuadrupei iocarièOctavius, ut Un excursus che ripercorre quanto stato fatto perspicax agricolae satis fortiter agnascor in questi due mesi e quanto resta da fare suis, quod fragilis matrimonii per sosteneretremulus e risollevare imprese, lavoratori e famiglieincredibiliter seriamente colpiti dalle restrizioni celeriter corrumperet syrtes. e dalle misure introdotte Medusa fermentet bellus catelli. Plane per limitare contagi da Covid-19 adfabilis matrimoniii suffragarit adlaudabilis
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
Covid-19
Ance Brescia a sostegno delle imprese del territorio
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e speranze nutrite dall’Associazione costruttori per lo sviluppo e la crescita del comparto edile nel 2020 vengono frenate dal propagarsi di una pandemia globale da Coronavirus che obbliga l’economia italiana a uno stallo di diverse settimane, necessario per mettere in sicurezza i lavoratori e adottare le misure anti-contagio progressivamente introdotte dal Consiglio dei Ministri. Da fine febbraio, a seguito dei Dpcm (decreti del presidente del Consiglio dei Ministri) in materia di contenimento e di gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, le imprese edili italiane hanno dovuto rivedere il proprio modo di lavorare e riprogrammare opere e interventi di manutenzione, incontrando non poche difficoltà operative ed economiche legate al blocco dei cantieri. Preoccupata sin dall’inizio per le ripercussioni, causate dal diffondersi del nuovo virus, sull’edilizia bresciana, Ance Brescia ha inviato prontamente alle aziende del territorio questionari per registrare i problemi incontrati, in modo da inquadrare il fenomeno, registrare i disagi più frequenti e studiare
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Il punto di vista dell’Associazione e le richieste avanzate dai costruttori a Governo e Regione Lombardia
le soluzioni più pertinenti ed efficaci a sostenere le singole attività e il comparto bresciano. Tra fine febbraio e inizio marzo, le imprese di Brescia e provincia segnalavano diverse criticità. Tra queste: timore di contagio, assenza o rallentamento delle forniture, indisponibilità dei lavoratori, soprattutto se provenienti dalle “zone rosse” inizialmente individuate nel lodigiano, e impossibilità di effettuare sopralluoghi riunendo esperti e professionisti. Committenti, responsabili dei lavori e appaltatori hanno responsabilmente adottato misure interne per fronteggiare il virus e frenare i contagi in cantiere, cercando di tutelare i lavoratori. Le misure prese singolarmente dalle imprese hanno permesso di portare avanti, seppur con qualche complicazione, i lavori edili in corso sul territorio. L’Associazione, prestando attenzione all’evoluzione locale, regionale e nazionale dell’epidemia Codiv-19 e alle relative misure contenitive disposte dal Governo, ha sollecitato da subito la necessità di fornire alle aziende indicazioni normative chiare, misure straordinarie e ammortizzatori sociali per tutelare l’attività d’impresa, e con essa lavoratori e fornitori. Con il peggiorare della situazione e lo svilupparsi di nuovi focolai di contagio, l’Associazione costruttori lombarda, sostenuta fattivamente da Ance Brescia, ha consapevolmente promosso un atto di responsabilità verso imprese e lavoratori, promuovendo la sospensione delle attività edili nei cantieri dell’intera regione. Non una decisione semplice, anzi, ma un’azione di contrasto al virus mossa dalla convinzione che, una volta entrati nella fase 2 e successivamente nella fase 3, con il sostegno di Regione e Governo, le aziende del territorio sappiano superare questa emergenza sanitaria, sociale ed economica, per essere nuovamente protagoniste della rinascita e dello
sviluppo del Paese. L’11 marzo si chiedeva, quindi, al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e all’Assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, la chiusura dei cantieri per tutelare i 300mila addetti lombardi, di cui 20mila nella sola provincia bresciana. Concordi su questa posizione anche diversi imprenditori edili, disposti a recuperare il tempo di stallo previsto dal lockdown quest’estate, lavorando in agosto e festeggiando solo il 15, Festa dell’Assunzione. Ance Lombardia e Ance Brescia individuavano al contempo una serie di proposte per attivare strumenti di sostegno a imprese e a lavoratori, come previsti per le ex “zone rosse” tra Lodi e Piacenza, compresi gli ammortizzatori sociali, il differimento dei termini degli adempimenti tributari e contributivi, le scadenze contrattuali, nonché il posticipo per un periodo adeguato di tutte le scadenze di rimborso dei prestiti bancari contratti dalle aziende edili che, a seguito delle misure restrittive, hanno subito considerevoli contrazioni dei flussi di cassa. Nello stesso frangente, a livello nazionale, Ance rafforzava il ventaglio di proposte ai decisori politici suggerendo ulteriori misure ad ampio raggio per la ripartenza del settore edile, traino fondamentale dell’economia nazionale: ampliamento dei limiti e delle possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali ai lavoratori del settore di tutto il territorio nazionale per l’anno in corso; sospensione di adempimenti e versamenti tributari, previdenziali e assistenziali in scadenza; liquidità alle imprese con una moratoria effettiva di tutti i debiti a sostegno della liquidità delle imprese, con attivazione immediata, entro fine marzo, e ampliamento del raggio d’azione della sezione edilizia del Fondo di garanzia Pmi, bloccata da quasi un anno. Ance chiedeva anche, ove possibile, di proseguire con le attività in piena sicurezza, garantire pa-
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L’andamento dell’emergenza epidemiologica nella nostra regione (marzo-aprile 2020)
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n Ricoverati con sintomi n In terapia intensiva n In isolamento domiciliare n Deceduti n Guariti
Decreto “Chiudi Italia”
Riepilogo Lombardia
Ristoranti e negozi chiusi
Decreto "zone rosse"
80.000
Decreto #ioRestoaCasa
focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
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Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2020 - ore 18:00. Fonte: Gedi Visual. Dati del Ministero della Salute.
01 Mar gamenti immediati per gli appalti pubblici in corso di esecuzione, con obbligo di adozione mensile di stato di avanzamento lavori e immediata partenza dei lavori già aggiudicati. Quasi due settimane dopo, il Governo rispondeva alla lungimirante proposta di Ance Lombardia e Ance Brescia sospendendo le attività dei cantieri. Con il Dpcm del 22 marzo, infatti, viene di fatto annunciata la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, comprese quelle edili, a esclusione di quelle ricomprese nei codici Ateco: 38, raccolta trattamento e smaltimento rifiuti; 42, ingegneria civile e tutte le attività sottostanti; 43.2, installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzione e installazione e 94, attività di or18
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ganizzazioni associative. Una misura necessaria, anche se attuata quindici giorni dopo il sollecito delle Associazioni costruttori di Brescia e Lombardia, fondamentale per poter far fronte anche all’oggettiva difficoltà di mantenere distanze e spazi interpersonali minimi tra i lavoratori impegnati nei cantieri. Le restrizioni e la sospensione delle attività edili, ad esclusione di quelle sopra menzionate, sono previste, con Dpcm del 10 aprile, fino al 3 maggio e Ance Brescia confida che si riescano a trovare soluzioni in tempo utile per evitare seri danni alle imprese, che rischiano una forte perdita di liquidità e, nei casi peggiori, la chiusura o il fallimento. L’Associazione di via Foscolo auspica, quindi,
08 Mar che il provvedimento, a maggior ragione ora che vale per tutta la filiera a livello nazionale, non diventi ad esempio un pretesto per i committenti per aprire contenziosi, e nemmeno ci sia spazio per strumentali speculazioni. Sicuramente si necessitava di una risposta immediata da parte del Governo e della Regione: guadagnare tempo licenziando un provvedimento comprensibile e facilmente attuabile poteva sicuramente permettere a imprese e lavoratori di organizzarsi meglio e in anticipo. Numerose sono state, invece, le richieste di chiarimento e assistenza rivolte ad Ance Brescia da parte degli associati, in evidente difficoltà a trovare risposte esaustive e mirate, nella serie confusionaria di Dpcm,
15 Mar aggiornamenti normativi e autocertificazioni. Sul fronte economico, l’Associazione costruttori di Brescia ha rinnovato la richiesta di un provvedimento urgente per finanziamenti con la garanzia dello Stato. Il presidente Massimo Angelo Deldossi ha infatti dichiarato che: “Per evitare che molte imprese non riaprano nei prossimi mesi è fondamentale agire subito e immettere liquidità nel sistema. Bene dunque un decreto-legge che anticipi risorse attraverso le banche con la garanzia dello Stato”. Ance, dal canto suo, si è fatta subito carico di chiedere un rifinanziamento del Fondo di garanzia per tutte le imprese e il pagamento immediato dei lavori in corso, così da dare fiato agli operatori del settore edile. Al Governo si domandano, pe-
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Rapporto nuovi contagi/tamponi
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29 Mar rò, misure efficaci e coraggiose per sostenere il tessuto imprenditoriale nei prossimi mesi, consentendo alle imprese di riaprire dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria.
La fase due La tanto discussa fase due permetterà alle aziende di riaprire i battenti e molte aziende del comparto edile potranno tornare a operare nei cantieri fermi. In Lombardia si è spinto per una rapida ripresa dei lavori, ad esempio alla linea M4 della metropolitana di Milano, cantiere riaperto prima di Pasqua, nel pieno rispetto di tutte le precauzioni e le misure di sicurezza per i lavoratori. Anche a Brescia si sollecita una veloce riapertura dei cantieri, soprattutto di quelli relativi alla manutenzione
05 Apr infrastrutturale. “Mai come ora è essenziale garantire ai cittadini sistemi di collegamento e servizi sicuri ed efficienti”, spiega il leader dei costruttori, a seguito di quanto accaduto ad Albiano, con il crollo del ponte sul Magra, lo scorso 8 aprile. “Dobbiamo aprire al più presto cantieri di manutenzione su tutto il territorio — continua l’ingegner Deldossi —, perché si tratta di opere indispensabili e non più rinviabili”. Per farlo, ricorda Ance Brescia, servono risorse immediatamente spendibili e un taglio netto delle procedure e dei tempi. Ancora una volta l’Associazione volge un appello urgente per la sburocratizzazione del Paese. Ance Brescia suggerisce una forte ripresa dell’economia in cui gli ambiti comunali diventano i driver della
12 Apr ricostruzione — con un mix equilibrato tra grandi opere e interventi diffusi — in cui gli assi portanti dovranno essere i temi della rigenerazione urbana, dell’efficientamento energetico e sismico, della decarbonizzazione, della circolarità e della sostenibilità, agganciando così il Green Deal già lanciato dall’Unione Europea. La digitalizzazione delle procedure amministrative, insieme a un ripensamento del ruolo della Pubblica amministrazione, forzosamente avviati a causa dell’epidemia, sono processi che devono essere portati avanti nel più breve tempo possibile. L’emergenza Covid-19, favorendo modalità di lavoro agile e strumenti di comunicazione online, ha messo in evidenza la necessità di riorganizzare tecnologica-
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mente e virtualmente alcuni servizi, digitalizzare pratiche e rendere fruibili sulla rete o attraverso piattaforme ad hoc informazioni e procedure. Ancora una volta, spingere sul digitale si conferma la scelta migliore per velocizzare la macchina pubblica, ma non deve essere una soluzione adottata solo in casi estremi. L’informatizzazione e lo snellimento delle operazioni è parte di un processo che va alimentato costantemente per sollevare da subito il Paese dalla zavorra della burocrazia.
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focus
L'urlo di dolore della nostra Brescia lasciata sola Una riflessione nata nei giorni più drammatici vissuti da Brescia e dalla sua provincia
Non fare polemiche nel mezzo di un dramma indicibile è giusto, ne sono profondamente convinto. Ma testimoniare l'amarezza e il dolore che si aggiunge al dolore, nel percepire come questa città e questa terra siano lasciate sole, ormai da settimane, a combattere una terribile guerra, si deve! Mancano le più elementari forme di protezione per gli straordinari medici e per i fantastici infermieri. Mancano i medici e gli infermieri stessi, colpiti in gran numero dal nemico invisibile, proprio per la mancanza di adeguati dispositivi. Servono respiratori. Manca ossigeno. Urgono interventi del livello centrale decisi e tempestivi. Si susseguono i no alle varie ipotesi avanzate in loco per fronteggiare l'emergenza. Persino l'informazione nazionale accenna alla nostra Brescia con scarsa attenzione. Come può essere? Che cosa deve accadere perché si soccorra con determinazione la Leonessa ferita? Non dovrebbe funzionare così, non solo per il tanto, anche economico, che questa città dispensa alla nazione. Ci penalizza, forse, la
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proverbiale capacità di risolvere in autonomia qualsiasi problema? Anche in questo pesantissimo frangente i bresciani la loro parte l'hanno fatta e la stanno facendo alla grande. Basti pensare alla generosa donazione (ne parliamo in dettaglio in questa numero) effettuata agli ospedali cittadini: Civile e Poliambulanza, e a quello camuno di Esine, da parte del Sistema – imprese e lavoratori – Ance Brescia, ad #aiutiAMObrescia e alle straordinarie energie messe in campo, insieme all'aver saputo individuare soluzioni ingegnose e insperate. Sono altre risposte a mancare, mentre centinaia di vite si spengono. Forse non andrà tutto bene, come vorrebbe la scaramantica frase di maniera. Di sicuro questa guerra al maledetto coronavirus non è iniziata e non continua nel modo migliore. Adriano Baffelli
P
er sostenere la liquidità delle imprese edili locali, Ance Brescia ha fatto appello anche alle amministrazioni locali. In particolare, con una lettera indirizzata alla Provincia di Brescia, nella persona del Presidente Samuele Alghisi, si è chiesto all’Ente di sbloccare in tempi rapidi i pagamenti dei lavori pubblici eseguiti dalle imprese sul territorio, chiedendo alle diverse Stazioni appaltanti di venire incontro alla filiera del Costruito, penalizzata dal lockdown e dal blocco dei cantieri. Il Presidente Alghisi ha prontamente risposto alla richiesta dell’Associazione firmando un decreto in cui si autorizzavano i dirigenti al pagamento dei lavori realizzati in esecuzione di contratti d’appalto stipulati dalla Provincia di Brescia e sospesi a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Un riscontro positivo e puntuale, un esempio di buona amministrazione, che sostiene gli sforzi
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La richiesta di Ance Brescia alle Stazioni appaltanti della Provincia di Brescia Con una lettera alla Provincia di Brescia, nella persona del Presidente Samuele Alghisi, si è chiesto all’Ente di sbloccare in tempi rapidi i pagamenti dei lavori pubblici eseguiti dalle imprese sul territorio
dell’Associazione e fa sentire il proprio supporto alle imprese, che non devono essere lasciate sole in questa fase critica della storia italiana. L’organizzazione dei costruttori bresciani ringrazia e plaude per la tempestiva azione, il Presidente Alghisi, il Vicepresidente Guido Galperti e il Consigliere delegato Antonio Bazzani, ma sollecita una risposta concreta e decisa anche da parte delle altre Stazioni appaltanti, esortandole ad un’azione concreta a beneficio della ripresa bresciana. Analogo ringraziamento è stato espresso con una missiva del presidente Deldossi, alla Comunità Montana di Valle Sabbia, per aver prontamente aderito alla richiesta di Ance Brescia, aiutando concretamente le imprese del territorio, al presidente Giovan Maria Flocchini e ai funzionari Michele Borra e Cristian Sorsoli. L’Associazione chiede, infatti,
che vengano corrisposte alle imprese le somme degli importi maturati al momento della presentazione della domanda, per procedere alla liquidazione dei lavori eseguiti fino alla data di sospensione, anche in deroga ai termini di pagamento previsti dai contratti. Fondamentale in questo periodo in cui tutte le realtà della filiera soffrono il blocco delle attività, collaborare per garantire il flusso economico e accelerare la ripresa dei lavori, nel rispetto dei nuovi protocolli sanitari e di sicurezza. L’Associazione auspica che, non appena le condizioni lo consentiranno, si possano riaprire i cantieri da ultimare e programmare gli interventi e le opere ancora da cantierizzare nella nostra provincia, rimuovendo gli ostacoli di natura burocratica che potrebbero scoraggiare la volontà di ripartire delle imprese bresciane. marzo/aprile/2020
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
L’analisi del Cresme
Se non si interviene subito, nel 2020 il settore delle costruzioni perderà 34 miliardi di euro di investimenti
A
fine marzo gli analisti del Cresme hanno presentato una stima della possibile perdita di investimenti per il settore delle costruzioni in Italia nel 2020. Il totale si aggira intorno ai 34 miliardi di euro. Quest’anno il comparto, comprensivo di investimenti in nuova edilizia e manutenzione straordinaria, potrebbe subire un -22,6% rispetto al 2019. Tredici punti percentuali in più rispetto alla contrazione degli investimenti nel 2009, che è stata del 9,6%. Si pensava di non poter vivere incubo peggiore di quello sperimentato dopo la crisi finanziaria iniziata, in Italia, nel 2008. Stringendo i denti il settore edile, secondo i dati Cresme, era riuscito a rialzarsi e a segnare un +3% nel 2018 e un +2,4% nel 2019, con uno sviluppo nel campo delle nuove costruzioni, soprattutto infrastrutturali. Trend di crescita che frena e termina la sua corsa a causa della crisi Covid-19. Bisogna rispondere subito e con vigore sia all’emergenza sanitaria, sia a quella economica. Se prima gli investimenti attesi per il 2020, sulla base di quelli registrati lo scorso anno, si attestavano su 141 miliardi di euro circa, ora si potrebbero arrestare sui 107 miliardi. “Tutti i settori, residenziale e pubblico, — dichiara il Cresme — subiranno un calo degli investimenti, con un impatto particolarmente significativo nelle nuove abitazioni, i cui investimenti potrebbero calare del 22,6% rispetto al 2019, e negli interventi di ristrutturazione con un calo previsto della spesa del -23,5%, il che significa una perdita, rispetto alle attese di inizio anno, di 3,9 miliardi di nuova costruzione e addirittura 13,2 miliardi di ristrutturazioni”. Per il settore non residenziale, il Centro di ricerche parla di un’eventuale perdita pari a 3,2 miliardi per il non residenziale nuovo privato, 1,3 miliardi per il pubblico, 6,8 miliardi per la riqualificazione privata e 1,7 miliardi per quella pubblica. Previsto un calo del -12,6% per gli investimenti in opere infrastrutturali, sia in am-
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Investimenti in costruzioni (2016-2020) (Milioni di euro a valori 2019) 145K
Pre crisi 140K
141.381
138.052 134.031
135K
130.623
131.146
130K 125K
Attuale 120K
-34,5 miliardi di euro
115K
(Fonte: Cresme, 26 marzo 2020)
Scenario pandemico
110K 105K
106.857 2016
2017
2018
2019
2020
(Fonte: Stime Cresme, Cresme Lab Remote ThinkTank, 26 marzo 2020)
Investimenti in costruzioni 2020 (Variazione percentuale a valori costanti)
NUOVO
RINNOVO
0 -5 -10
-12,6
-15
-12,6
-20
-20,3 -25
-22,6
-23,5
-22,9
-23,7 -26,8
-30
-26,8
-29,8 Residenziali
Private non residenziali
Pubbliche non residenziali
Genio civile
Totale investimenti
(Fonte: Stime Cresme, Cresme Lab Remote ThinkTank, 26 marzo 2020)
bito di nuova costruzione che di manutenzione straordinaria. Si pensa che siano proprio le opere infrastrutturali le prime a ripartire e Ance Brescia, alla luce anche di quanto accaduto recentemente in provincia di Massa Car-
rara con il crollo di un ponte più volte posto all’attenzione dell’Anas, sottolinea l’urgenza di predisporre un grande piano di messa in sicurezza del Paese con l’apertura di cantieri di manutenzione su tutto il territorio nazionale.
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
Sintesi delle mosse del Governo italiano per far fronte all’emergenza Aggiornate al 23 aprile
24 febbraio
1 marzo
8 marzo
il ministro dell’Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, firma il Decreto ministeriale che interviene sugli adempimenti a carico dei contribuenti residenti nei Comuni lombardi e veneti interessati dalle misure di contenimento introdotte dal Decreto della Presidenza del Consiglio del 23 febbraio.
il presidente Conte proroga le restrizioni adottate fino all’8 marzo. Vengono fornite ulteriori specifiche alle misure di contenimento che interessano le zone con maggiori contagi (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e le province di Pesaro, Urbino e Savona) e il resto del territorio nazionale.
l’art. 1 del nuovo Dpcm decreta che la Regione Lombardia è ufficialmente “zona rossa”, così come alcune province dell’Emilia-Romagna, del Veneto, del Piemonte e delle Marche. Il Governo sancisce nuove restrizioni, prorogandole fino al 3 aprile, e stabilisce misure preventive e igienico-sanitarie da adottare quotidianamente per evitare di contrarre il virus. Le attività commerciali, site nelle zone indicate, che non possono evitare assembramenti di persone e garantire la distanza interpersonale minima di un metro, devono rimanere chiuse. Per la durata dello stato d’emergenza, in tutta Italia possono essere applicate modalità di lavoro agile e viene favorita la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie.
ziari, di regolazione delle modalità di accesso agli esami di guida, di organizzazione delle attività culturali e per il turismo.
28 febbraio: all’emergenza sanitaria, si affianca quella economica. Il Consiglio dei Ministri delibera misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese, entrate in vigore con il Decreto legge del 2 marzo. 4 marzo: il Governo chiude tutti gli istituti scolastici. Il personale scolastico si organizza per assicurare agli studenti una continuità didattica tramite lezioni da remoto.
9 marzo: tutta l’Italia è “zona rossa”. Le misure di cui al-
31 gennaio: a seguito della dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (Pheic) dell’Organizzazione mondiale della sanità dello scorso 30 gennaio, il Consiglio dei Ministri decreta che, “per sei mesi dalla data del provvedimento, è dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”. 23 febbraio: visto l’evolversi dei contagi, in particolare nella bassa lodigiana e in buona parte della Lombardia e del Veneto, il presidente Conte firma il Dpcm con il quale si autorizzano le autorità competenti ad adottare particolari restrizioni nei Comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio. Entrano in vigore le prime misure contenitive. 25 febbraio: alle disposizioni del Decreto legge del 23 febbraio, si integrano nuove misure in materia di svolgimento delle manifestazioni sportive di ogni ordine e disciplina, di organizzazione delle attività scolastiche e della formazione superiore, di prevenzione sanitaria presso gli istituti peniten24
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l’art. 1 del Dpcm 8 marzo 2020 sono estese a tutto il territorio nazionale. Sono vietati assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico, si consiglia di restare a casa e di uscire solo per motivi indispensabili.
11 marzo: chiusi, fino al 25 marzo, su tutto il territorio nazionale, le attività di ristorazione, i mercati e i negozi, tranne quelli delle categorie espressamente previste. Restano aperte le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Ridotti i servizi di trasporto pubblico locale, anche non di linea. Le merci (non solo quelle di prima necessità) possono essere trasportate sul territorio nazionale. 20 marzo: il Ministro della Salute Speranza firma l’ordinanza che mette in atto nuove restrizioni in tutta Italia.
22 marzo: per ridurre al minimo gli spostamenti si vieta a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Chiuse le attività produttive non essenziali o strategiche fino al 3 aprile (escluse quelle presenti nell’allegato 1).
25 marzo: modificato l’allegato 1 del Dpcm del 22 marzo, che riporta l’elenco delle attività non sospese dal provvedimento. Alle imprese che non erano state sospese dal Dpcm
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16 marzo con il Decreto Cura Italia sono emanate misure economiche a sostegno di imprese, lavoratori, famiglie e sanità, per un totale di 25 miliardi.
1 aprile
6 aprile
prorogata fino al 13 aprile l’efficacia delle disposizioni dei Dpcm dell’8, 9, 11 e 22 marzo 2020, nonché di quelle previste dall’ordinanza del Ministro della salute del 20 marzo 2020 e dall’ordinanza del 28 marzo 2020 adottata dal Ministro della salute, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ancora efficaci alla data del 3 aprile.
il nuovo Dpcm, oltre a indicare provvedimenti che riguardano da vicino la scuola e tutto il sistema di istruzione, va a liberare circa 400 miliardi di euro di liquidità per le imprese italiane (200 miliardi per il mercato interno e 200 miliardi per l’export), che vanno a sommarsi ai 350 milioni di euro già stanziati con il decreto Cura Italia.
22 marzo 2020 e che, per effetto del presente decreto, dovranno sospendere la propria attività, è stata consentita la possibilità di ultimare le attività necessarie alla sospensione, inclusa la spedizione della merce in giacenza, fino alla data del 28 marzo.
28 marzo: nuova ordinanza che disciplina l’entrata in Italia nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
10 aprile: prorogate le restrizioni in
fine aprile dopo settimane di restrizioni, il Governo pensa a una graduale riapertura delle attività dopo il 3 maggio, diversificata regione per regione. Già dal 27 aprile si prevede un parziale avvio dei cantieri edili. Dopo il Cura Italia, le imprese e i lavoratori sono in attesa del cosiddetto decreto Aprile, che si propone di introdurre ulteriori misure per arginare i danni economici provocati dal Covid-19.
vigore fino al 3 maggio. Nel rispetto di tutte le misure preventive e di sicurezza, dal 14 aprile possono riaprire alcune attività, ma non in tutta Italia. In alcune delle zone più colpite, Lombardia compresa, restano chiuse librerie e cartolerie e anche gli uffici professionali, le cui attività “devono essere svolte in modalità di lavoro agile, fatti salvi gli specifici adempimenti relativi ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza”. Il Governo lavora alla fase due dell’emergenza. marzo/aprile/2020
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
Dal Cura Italia al decreto Liquidità
Le misure economiche d’interesse per le imprese edili
I
l sostegno economico e l’allentamento della pressione fiscale sulle imprese è il primo passo per dare respiro alle tante attività preoccupate in queste settimane di non poter ripartire o di ripartire con serie difficoltà. A metà marzo, con il decreto Cura Italia sono stati disposti 25 miliardi a sostegno di aziende, lavoratori, famiglie e sanità, una prima tranche di aiuti che, con l’aggiunta dei 400 miliardi di euro (200 miliardi per il mercato interno e 200 miliardi per l’export) messi a disposizione con il decreto Liquidità (c.d. “salva-imprese”), libera un totale di circa 750 miliardi di liquidità. Un bazooka, secondo il premier Conte, per un’Italia pronta a ripartire. Per le garanzie di circa di 200 miliardi di euro previste dallo Stato per le grandi realtà, sarà Sace Simest, società del gruppo Cassa depositi e prestiti (Cdp), autorizzata dal Ministero dell’Economia e delle finanze, a concedere, fino al 31 dicembre 2020, garanzie dal 70 fino al 90% per il rilascio di finanziamenti alle imprese con sede in Italia colpite economicamente dalla pandemia Covid-19: alle imprese con meno di 5mila dipendenti e con un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro viene coperto il 90% dell’importo del prestito richiesto; la copertura scende all’80% per le realtà con oltre 5mila dipendenti, che registrano un fatturato fra 1,5 e cinque miliardi di euro e al 70% per le aziende con fatturato sopra i cinque miliardi. L’importo della garanzia non supera in ogni caso il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda. Nel caso delle piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi (dei 200 disposti dallo Stato) e l’accesso alla garanzia rilasciata da Sace sarà gratuito, ma subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità 26
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di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia. Il Fondo per le pmi, agevolazione del Ministero dello Sviluppo economico, gestita da Mediocredito Centrale, più mirato a imprese fino a 499 dipendenti, dispone di una dote che salirà a fine anno a sette miliardi. Per il Governo si tratta di “un prezioso strumento a supporto delle piccole e medie imprese, a tutela di imprenditori, artigiani, autonomi e professionisti, nonché a salvaguardia dell’export e di tutti quei settori che costituiscono con le eccellenze del Made in Italy la spina dorsale del nostro sistema produttivo”. Solo le pmi e partite Iva potranno ottenere prestiti garantiti al 100% dallo Stato, senza istruttoria da parte della banca, per una cifra non superiore al 25% dei ricavi e comunque non superiore a 25mila euro, da restituire in sei anni più due di preammortamento. I prestiti tra 25mila e 800mila euro saranno invece assistiti da una garanzia al 90% statale e al 10% dei Confidi, ma è necessario che l’impresa abbia un fatturato inferiore a 3,2 milioni. La garanzia si fermerà invece al 90% per i prestiti fino a cinque milioni concessi a tutte le imprese con meno di 499 dipendenti, senza limiti di ricavi. Sperando che tutto “fili liscio come l’olio” e si riesca a iniettare il prima possibile liquidità alle imprese, a preoccupare l’Associazione costruttori edili di Brescia sono soprattutto le tempistiche, i singhiozzi della burocrazia italiana e la scarsa chiarezza delle modalità di accesso al credito. Le aziende non devono e non possono permettersi di perdere tempo dietro a indecisioni, palleggi di responsabilità e lungaggini, perché al rientro dovranno affrontare non solo le complicazioni dovute al fermo delle attività, ma anche continuare a garantire le misure di prevenzione anti Covid-19 per evitare un contagio di ritorno.
nn Sia le misure introdotte con il Cura Italia, sia quelle messe in atto dal decreto Liquidità, sono state commentate da Ance e da Ance Brescia sui rispettivi siti web per fornire alle imprese edili un quadro completo e dettagliato della situazione economico-fiscale.
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Un aiuto arriva con l’ampliamento del credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (dpi), mascherine, barriere e pannelli protettivi, detergenti mani e disinfettanti. In materia contabile e fiscale, il decreto Liquidità prevede anche la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il Cura Italia, per i soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia. Sono sospesi in ogni caso i detti versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal primo aprile 2019. Il decreto prevede la ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in cinque rate. Lunga è stata la battaglia bresciana per sanare
l’errore all’articolo 62 del decreto originario e rientrare agli occhi dei decisori politici tra le province più colpite, insieme a Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza, e beneficiare della sospensione del versamento Iva, sempre se il calo del fatturato è di almeno il 33%, ma a prescindere dalla soglia di fatturato. Il decreto Liquidità prevede anche nuove regole per il Golden Power, scudo normativo che permette al Governo di stabilire specifiche condizioni per salvaguardare gli assetti delle società nei settori ritenuti strategici per il Paese. In particolare, il contenuto del decreto-legge n. 21 del 15 marzo 2021, che si riferiva ai “poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni”, è stato ampliato a seguito delle ripercussioni che il lockdown ha avuto su alcuni settori industriali. Una integrazione che ora ricomprende anche diversi altri settori, tra i quali quello delle infrastrutture, per proteggere le aziende italiane da ostili scalate da parte di gruppi stranieri. Tra le altre misure, il decreto fa slittare a settembre 2021 l’entrata in vigore del D.Lgs 14/2019, Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e restano congelati fino al 31 dicembre 2020 gli effetti delle perdite delle società e i conseguenti obblighi di ricapitalizzazione e liquidazione. Buone le misure prese, ma per Ance l’urgenza è ripartire al più presto, garantendo il completamento e l’avvio dei cantieri su tutto il territorio nazionale. Serve attuare un grande Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata. Tra le altre priorità indicate nell’appello al Governo non solo condizioni chiare e univoche per gestire in sicurezza i cantieri, ma anche una tempestiva iniezione di liquidità, pagamento dei crediti ed eliminazione dello split payment; il pagamento dei lavori eseguiti con sal emergenziale subito e sal mensile a regime. Questi aspetti si devono integrare a un rigoroso Piano Marshall per le costruzioni, più volte sollecitato dall’Associazione per ribadire l’impellente necessità di risorse da destinare agli enti locali per aprire subito cantieri su tutto il territorio e rafforzare incentivi per le riqualificazioni edilizie. Alla base delle proposte Ance, resta sempre e comunque l’appello a un profondo ripensamento della pubblica amministrazione. Per risollevarsi e uscire dalla crisi Covid-19 non c’è tempo per tentennamenti e contraddizioni. Le imprese hanno aspettato fin troppo.
Costruzioni: servono urgenti misure per far ripartire il Paese Condizioni chiare e univoche per gestire in sicurezza i cantieri
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Tempestiva iniezione di liquidità, pagamento dei crediti ed eliminazione dello split payment
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Pagare i lavori eseguiti con saldo emergenziale subito e saldo mensile a regime
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Piano Marshall per le costruzioni
Forte semplificazione di procedure e balzelli
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
L’iniezione di liquidità di Regione Lombardia Nella proposta di Progetto di Legge “interventi per la ripresa economica”, l’Ente regionale mette a disposizione per i territori tre miliardi di euro, in parte direttamente per Comuni e Province
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Associazione costruttori bresciani ha apprezzato il consistente stanziamento economico approvato dalla giunta regionale della Lombardia. Il Pdl denominato “interventi per la ripresa economica” prevede l’erogazione di tre miliardi di euro destinati alla realizzazione di interventi sul territorio regionale. I fondi saranno così ripartiti: 83 milioni di euro nel 2020, due miliardi e 787 milioni nel 2021 e 130 milioni nel 2022, finanziati a debito. Di questo stanziamento, 400 milioni sono destinati direttamente a Comuni e Province lombarde. Il capoluogo bresciano riceverà 2 milioni di euro, più altri 47,8 milioni, ripartiti agli altri Co-
muni della provincia in base alla popolazione residente. Il comune beneficiario del contributo è tenuto ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 31 ottobre 2020. Per Ance Brescia si tratta di un’azione concreta a vantaggio della ripresa economica regionale e locale. L’Associazione spera che il Consiglio regionale approvi celermente il Progetto di Legge per permettere alle imprese di rimettersi al lavoro nel più breve tempo possibile e per programmare i lavori pubblici del prossimo anno che beneficeranno dello stanziamento di Regione Lombardia.
ABITANTI
Suddivisione delle risorse per classi di popolazione
nn oltre i 250.000 nn 100.001 a 250.00 nn 50.001 a 100.000 nn 20.001 a 50.000 nn 10.001 a 20.000 nn 3.001 a 5.000 nn 3.001 a 5.000 nn 0 a 3.000
€0 28
1.000.000 marzo/aprile/2020
2.000.000
3.000.000
4.000.000
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Grazie al contributo di imprenditori, operai e impiegati, l’importo totale raccolto al 27 aprile ha superato
140mila euro
Ance Brescia, Cassa Edile, Eseb e le organizzazioni sindacali di categoria organizzano una raccolta fondi per affrontare l’emergenza
Il Sistema edile bresciano a sostegno del sistema sanitario locale Il Sistema edile bresciano si è unito alle iniziative di solidarietà che animano il territorio in questo drammatico periodo e ha donato 110mila euro a Spedali Civili, Poliambulanza e Ospedale di Esine, principali poli sanitari locali che stanno fronteggiando l’emergenza Coronavirus. Grazie ai contatti diretti con queste strutture, Ance Brescia, Cassa Edile, Eseb e le organizzazioni sindacali di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil Brescia e Vallecamonica-Sebino, hanno la certezza della destinazione delle somme e del loro utilizzo per salvare
vite. La voglia di contribuire con un supporto economico concreto alle realtà che operano in prima linea si estende ai lavoratori e alle imprese del settore. Con spirito solidaristico, le parti sociali dell’edilizia bresciana hanno voluto coinvolgere i propri associati e iscritti in una raccolta fondi su base volontaria, per assicurare continuità nel supporto alle strutture sanitarie sopra menzionate, anche per far fronte alla situazione post-emergenziale. Nello specifico, fino a fine aprile (salvo proroghe), i lavoratori hanno potuto comunicare ai datori di
lavoro la propria volontà di devolvere una somma pari fino a un massimo di tre ore di retribuzione. Effettuata la trattenuta sul cedolino l’impresa ha raddoppiato l’importo, con un proprio versamento e provveduto a versare la cifra complessiva raccolta in sede aziendale su un conto corrente dedicato, appositamente aperto da Cassa Edile, cui spetta il compito, una volta conclusa la raccolta, di erogare i fondi così ottenuti a favore degli Spedali Civili, di Poliambulanza e del nosocomio di Esine. A ciò si deve aggiungere che i vertici di Ance Brescia invitano le singole imprese associate ad effettuare ulteriori versamenti autonomi per rendere ancor più consistente il contributo del settore a favore della collettività bresciana, in un drammatico frangente di grandissima difficoltà. Per maggiori informazioni sulla campagna di donazioni è possibile contattare l’Associazione costruttori edili di Brescia o Cassa Edile.
451 imprese
15.250 euro
664 operai
13.280 euro
99
impiegati
1.980 euro
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In procinto di avviarci alla fase due dell’emergenza sanitaria, sono diverse le disposizioni e le indicazioni fornite dal Governo per ripartire in sicurezza. Il 14 marzo 2020, con la diffusione del “Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Codiv-19 negli ambienti di lavoro”, tutte le attività che potranno riaprire dopo il lockdown, sono tenute a garantire il rispetto delle istruzioni contenute nel documento per tutelare la salute dei lavoratori e ad organizzarsi per mantenere alti i livelli di igiene e controllo del rispetto delle regole nel proprio contesto lavorativo. Le disposizioni interessano tutte le filiere produttive, ma per i settori delle opere pubbliche e dell’edilizia è stato necessario definire ulteriori misure, con particolare attenzione alle attività di cantiere. In tal senso il Mit (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) ha condiviso con Ance, Anas, Rfi, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil il “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nei cantieri edili”, stipulato in data 24 marzo. Il documento contiene misure precauzionali, prescrizioni del legislatore e indicazioni dell’Autorità sanitaria che devono essere rispettate da tutti gli operatori e le figure impiegate nella realizzazione di un’opera edile, compresi i titolari del cantiere, subappaltatori e subfornitori. In linea generale, tali misure, anche in coerenza con il protocollo sottoscritto il 14 marzo 2020 da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Rete imprese Italia, Confapi e Alleanza Cooperative, raccomandano: z il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività di supporto al cantiere che possono essere svolte dal proprio domicilio o in modalità a distanza;
Cantieri aperti in sicurezza n Rilevazione della tempertura corporea del personale n Rispetto della distanza interpersonale n Utilizzo degli strumenti di protezione individuale n Impegno a informare il datore di lavoro in caso di sintomi influenzali n Mantenimento dell’igiene giornaliera dei cantieri n Sanificazione periodica dei cantieri n Accessi contingentati agli spazi comuni n Esclusione delle penali per le imprese che ritardano i lavori per adottare le misure di contenimento da Covid19
TESTO COMPLETO SU WWW.MIT.GOV
Riaprire i cantieri in sicurezza Le misure di contenimento per contrastare l’epidemia nei cantieri edili
z l’incentivazione di ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva per le attività di supporto al cantiere; z la sospensione di quelle lavorazioni che possono essere svolte attraverso una riorganizzazione delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate; z l’assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile in relazione alle lavorazioni da eseguire rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, siano adottati strumenti di protezione individuale;
z la massima limitazione degli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del cantiere; z e l’intesa tra organizzazioni datoriali e sindacali. Il Protocollo, accompagnato da un secondo documento che illustra le linee guida per il contenimento della diffusione del Covid-19 nei cantieri edili, è disponibile sul sito del Mit (www. mit.gov.it) e chiarisce quali sono gli obblighi dei datori di lavoro, le modalità di accesso ai cantieri dei fornitori esterni, le procedure per la pulizia e la sanificazione
degli ambienti di lavoro e le precauzioni igieniche personali, i dispositivi di protezione individuale da utilizzare, la gestione degli spazi comuni condivisi dagli operatori edili e l’organizzazione delle attività di cantiere. Il Protocollo specifica anche come comportarsi in caso di persona sintomatica in cantiere, ricordando le disposizioni in tema di sorveglianza sanitaria e le situazioni che medici competenti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) o rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst) hanno l’obbligo di segnalare. Secondo il Protocollo, il datore di lavoro è tenuto a “informare tutti i lavoratori e chiunque entri nel cantiere circa le disposizioni delle Autorità, consegnando e/o affiggendo all’ingresso del cantiere e nei luoghi maggiormente frequentati appositi cartelli visibili che segnalino le corrette modalità di comportamento”. A questa disposizione si aggiungono diversi obblighi, tra i quali quello di misurare la temperatura del personale prima dell’accesso al cantiere. Sarà consentito l’ingresso solo agli operatori con temperatura corporea inferiore ai 37,5 gradi. In cantiere tutto il personale dovrà rispettare le disposizioni dell’Autorità e del datore di lavoro: mantenere la distanza interpersonale di un metro, utilizzare gli strumenti di protezione individuale messi a disposizione, tenere comportamenti corretti per quanto riguarda l’igiene personale, informare tempestivamente e responsabilmente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante l’espletamento della prestazione lavorativa o del contatto con soggetti positivi al virus o prevenienti da zone a rischio negli ultimi 14 giorni.
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focus l’edilizia affronta l’emergenza coronavirus
Le linee guida per i cantieri edili Le regole per mantenere i cantieri edili aperti in sicurezza e le grafiche esplicative di Formedil, Cncpt e Cnce
Formedil, Ente per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia, la Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro (Cncpt) e la
37,5
I webinar #ripartiamoinsicurezza
Commissione nazionale paritetica per le Casse edili (Cnce) hanno elaborato unitariamente dei materiali grafici, disponibili sui rispettivi siti nei formati A3 e A4, che facilitano la ricezione delle regole e delle indicazioni
REGO OLE PER ER R COVID-19 Le norm me e i contt
Un seminario interattivo online per aiutare le imprese edili ad affrontare la fase due dell’emergenza Per illustrare e chiarire i punti inseriti nel “Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del settore edile”, Ance Brescia ha organizzato nel mese di aprile un ciclo di webinar di sei appuntamenti rivolto alle imprese edili associate e a quelle non ancora iscritte, per un massimo di 90 aziende per corso. Le imprese, i professionisti, gli enti, hanno dimostrato concretamente di ap-
RI A
prezzare l’iniziativa, come confermano i numeri: le iscrizioni alle singole giornate sono state 1.067. Oltre a 700 Imprese (sia associate sia no) da, hanno partecipato: professionisti, Comuni, Provincia, Regione, Itl, Università, Aler ed Associazioni, anche di altre province, di: Ance, Confindustria, Artigiani e Installatori.L’Associazione, infatti, ha continuato a fornire, seppur a distanza, un concreto supporto alle imprese durante la fase uno dell’emergenza epidemio-
logica. In attesa della riapertura dei cantieri, gli esperti di Ance Brescia hanno messo a disposizione le proprie competenze per spiegare le istruzioni contenute nei Protocolli anti-contagio, seguendo le linee guida messe in evidenza dalle parti sociali dell’edilizia. In particolare, i webinar, erogati in modalità di videoconferenza attraverso la piattaforma Zoom, hanno fatto riferimento al Protocollo dello scorso 24 marzo, con il quale il sistema Ance e altre realtà della filiera del Costruito hanno validato misure per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori che saranno in vigore fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Oltre a informare le imprese sulle regole fondamentali di igiene per prevenire le infezioni virali, Ance Brescia ha affrontato i cambiamenti nell’organizzazione aziendale e il tema della sorveglianza sanitaria, fornendo indicazioni utili anche in merito agli aspetti contrattuali e alla inevitabile maggiorazione dei costi da sostenere, a fronte di lavori per committenti pubblici e privati, per mantenere alti livelli di sicurezza e prevenzione.
Verifiche e iinformazioni nelll Divieto di accesso inn cantiere in presenzaa di sintomi influenzali
NO
Prima dell’ingr g esso in cantiere saràà effettuato il controllo della temperatura corporea ad ogni lavoratore
FEVER TEST
37,5 , GO HOME
Le attenzioni condivi Come comp portarrsi con i colll Niente strette di mano
NO
Niente abbracci
NO
Mantenne sempree distanzza almenoo gli uni d
1 1m
Costruiamo insieme i nel cantierr una protezione efficace! Fonte: elaborazione grafica Cncpt, Cnce e Formedil delle
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condivise dalle parti sociali autrici del Protocollo pubblicato il 14 marzo scorso per il contenimento del Covid-19 nei cantieri edili. Le rielaborazioni grafiche sono state pensate sia per i cantieri italiani che
hanno già riaperto, sia per quelli ancora fermi, circa l’85% a metà marzo, che riprenderanno le proprie attività edili con la fase due dell’emergenza.
Termometri laser per la tutela dei lavoratori
ER R IL I C CAN AN NTIERE NTIERE E nttrolli in can ntiere nelll’interesse di tuttti o llo
Informare immediatamente il datore di lavoro o il preposto di sintomi influenzali sopraggiunti p ggg dopo p l’ingresso in i cantiere i
In caso di sintomi influenzali rimanere d anza adeguata a dist daalle altre l persone prresenti in cantiere
T
Dichiaarare al proprrio datore di lavoroo o al preposto l’evenntuale contatto con persone positive al Virus
Grazie alla collaborazione delle aziende referenti di zona, Cassa Edile ha distribuito alle imprese dispositivi per misurare la temperatura degli operai impegnati nei cantieri bresciani
COVID C
37,5
DIST TANCE
ivise in cantieere e in ogni luogo collleghi e con le altre persone antennersi Usare mpree alla correttamente stanzza di le mascherine menoo un metro uni dagli d altri
NO
OK K
Non scambiare o condividere bottiglie g e bicchieri bi hi i
NO
Ossservare le regol ggolee sull igiene re sull’igiene delle ell mani
OK
1 1mt
tierre
Il sistema dell’edilizia bresciana ha fornito gratuitamente alle imprese iscritte alla Cape, grazie all’intervento della stessa Cassa Edile, termometri laser per la misurazione della temperatura corporea degli addetti impegnati nei cantieri del territorio, in modo da tutelare la salute dei lavoratori e prevenire nuovi contagi da Covid-19. Con la fase due, infatti, saranno diverse le aziende che riapriranno e dovranno approcciare una nuova gestione delle attività cantieristiche nel rispetto dei Protocolli di prevenzione e contenimento del virus. L’iniziativa di acquisto e distribuzione dei dispositivi si è resa possibile perché l’Associazione costruttori edili ha deciso di supportare l’intervento attraverso
le risorse previste a favore delle imprese dal Ccnl del 2018. “Cassa edile si è occupata dell’organizzazione delle consegne, ma sono state le imprese edili referenti di zona a favorire una diffusione capillare dei termometri laser sul territorio” spiega il presidente della Cape, Raffaele Collicelli. “In questo modo abbiamo contribuito ad aiutare le realtà del bresciano che stanno lavorando e quelle che sono in procinto di riaprire a rispettare la normativa, acquistando efficaci dispositivi di misurazione”. Rispetto ai termometri tradizionali, quelli laser forniscono un riscontro della temperatura rapido, affidabile e di facile lettura, permettendo di mantenere una dovuta distanza tra chi utilizza il dispositivo e l’operatore che deve accedere all’ambiente di lavoro. In tal modo, l’Associazione ha voluto dare, d’intesa con le Organizzazioni sindacali di categoria, un concreto supporto iniziale alle imprese nella delicata fase di ripresa e concorrere a contribuire attivamente alla limitazione dei contagi, distribuendo sul territorio le strumentazioni necessarie per controllare, a distanza di sicurezza, se il singolo operaio registra una temperatura corporea inferiore ai 37,5 gradi.
l delle misure per il contenimento del contagio da Covid-19 nei cantieri edili
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leggi&decreti
Milleproroghe 2020: le novitĂ del settore
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Da marzo la nuova Legge reca disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni e di innovazione tecnologica. Di interesse per il comparto del costruito, il rinnovato bonus verde e le novità in tema di messa in sicurezza del territorio, efficienza energetica e appalti
A
pprovato prima dalla Camera e poi dal Senato dopo alcune modificazioni, il Decreto legge 162/2019, ora Legge 28 febbraio 2020 n. 8, mette in campo nuove disposizioni, misure fiscali e proroghe di termini legislativi. Dal primo di marzo la Legge Milleproroghe presenta interessanti novità che riguardano direttamente e indirettamente il settore delle costruzioni, con riferimenti specifici a deroghe e provvedimenti in materia di edilizia scolastica e universitaria, edilizia penitenziaria ed edilizia sanitaria. A coinvolgere da vicino il comparto anche l’estensione del Bonus verde a tutto il 2020, nuove tempistiche per l’adeguamento antincendio delle strutture turistico-alberghiere e per le verifiche sismiche degli edifici scolastici delle Zone 1 e 2, classificate rispettivamente ad alta e medio-alta sismicità. La Legge prevede, inoltre, proroghe dello stato di emergenza per le regioni del Centro Italia più gravemente colpite da disastri sismici e meteorologici negli scorsi anni e per la città di Genova, in ripresa dopo il tragico crollo del Ponte Morandi. Estensione ai Comuni colpiti da calamità naturali della cedolare secca del 10% sugli affitti abitativi a canone concordato. In essere fino a fine dicembre le contabilità speciali destinate ai Segretariati regionali per il completamento degli interventi per la sicurezza del patrimonio culturale a seguito degli eventi sismici verificatisi in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. Prorogato a fine anno anche il termine per utilizzare le procedure derogatorie per il deposito temporaneo delle macerie nei territori del “cratere” colpiti dal sisma nel 2016. Stessa data per il termine per la disciplina derogatoria relativa a terre e rocce da scavo rilevate dai cantieri destinati alla realizzazione di strutture provvisorie negli stessi territori. Prolungati, inoltre, fino a metà maggio, i termini per la richiesta di contributi da parte degli Enti locali impegnati in interventi di messa in sicurezza del territorio, con particolare attenzione alle aree a rischio idrogeologico; alla sistemazione di strade, ponti e viadotti; di edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e Discusso per la prima di altre strutture di provolta in Italia quindici prietà dell’Ente. Da aprile i Comuni potrananni fa e disposto no anche destinare le riannualmente dal sorse non utilizzate derivanti dai proventi dei titoli Consiglio dei ministri abilitativi edilizi e delle per far fronte a sanzioni previste dal “Tedisposizioni legislative sto Unico Edilizia” (Dpr n. 380/2001), regolamentate urgenti, il Decreto nella Legge di Bilancio Milleproroghe ha 2017 (art. 1, comma 460, Legge 11 dicembre 2016, vissuto un periodo di n. 232), per la promozione pausa dal 2015 al 2018 di programmi diretti al completamento delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria dei piani di zona esistenti, “fermo restando l’obbligo dei Comuni di porre in essere tutte le iniziative necessarie per ottenere l’adempimento, anche per equivalente, delle obbligazioni assunte nelle apposite convenzioni o atti d’obbligo da parte degli operatori”. Modificate le tempistiche anche all’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici: prorogato al 31 dicembre 2021, per i titolari di concessioni già in essere alla data di entrata in vigore del Codice, i termini per l’affidamento di una
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leggi&decreti
quota di appalti pari all’80%. Confermato, inoltre, l’obbligo, per i titolari delle concessioni autostradali in essere, di affidare mediante gara pubblica il 60% dei lavori, servizi e forniture entro fine anno. Per Ance, la proroga non è pienamente condivisibile, in quanto, “per le concessioni non affidate con procedure ad evidenza pubblica ai sensi delle direttive europee in materia di appalti e concessioni, almeno l’80% di tali lavori deve essere esternalizzato dai predetti concessionari il prima possibile, tanto più che,
FOTOLIVE
Bonus verde
il termine, originariamente previsto, di 24 mesi dall’entrata in vigore del Codice, è già spirato”. In ambito viario, il Milleproroghe presenta deroghe per le misure urgenti che interessano la rete viaria provinciale della Regione Sicilia e della rete viaria della Sardegna. Per quanto riguarda l’efficientamento energetico e lo sviluppo territoriale sostenibile, è stato posticipato al 30 giugno di quest’anno il termine per la conclusione dei lavori da parte dei Comuni beneficiari del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) regolamentato nel Decreto Crescita 34/2019. La proroga è valida, però, solo se il ritardo non è imputabile all’amministrazione comunale. La Legge Milleproroghe 2020 prevede, inoltre, la possibilità di creare comunità per l’autoconsumo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, specificando modalità e ponendo una serie di condizioni per la corretta attuazione delle disposizioni europee illustrate nelle direttive 2018/2001 e 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio. Da semplici consumatori di energia elettrica, i consumer possono associarsi per divenire prosumer, risparmiando in bolletta autoproducendo energia mediante impianti comuni. 36
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Tra i provvedimenti più apprezzati inseriti nella Legge Milleproroghe, la possibilità di usufruire anche per quest’anno del Bonus verde. Per tutto il 2020 è stata, infatti, disposta la detrazione Irpef del 36%, nel limite massimo di 5mila euro annui per unità immobiliare, per le spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze, recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi; e per la realizzazione di giardini pensili e di coperture a verde, purché si collochino nell’ambito di un intervento straordinario di sistemazione a verde dell’unità immobiliare residenziale. La somma massima detraibile, condizionata all’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, è quindi di 1.800 euro, cifra ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Per usufruire dell’agevolazione è necessario che i costi sostenuti siano effettivamente rimasti a carico del contribuente che
possiede o detiene, sulla base di titolo idoneo, l'immobile oggetto dell’intervento. Per le parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, il Bonus spetta al singolo condomino “nel limite della quota a lui imputabile a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi”. Sono detraibili anche le spese di progettazione e manutenzione necessarie per l'esecuzione degli interventi. L’agevolazione non spetta, invece, per spese di manutenzione ordinaria periodica di giardini preesistenti non connessa a un intervento innovativo o modificativo, e per i lavori in economia.
Il Bonus verde è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2018. L’agevolazione è stata poi prorogata nel 2019 (con la Legge n. 145 del 2018) e nel 2020 (con il Decreto Legge n. 162 del 2019, poi Legge Milleproroghe)
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legalità
L’
Associazione costruttori edili ha apprezzato le iniziative messe in campo da Ance Brescia per la lotta all’irregolarità e alle gravi forme di criminalità nel settore edile. Identificata quale modello virtuoso da emulare, la campagna promossa dall’Associazione di via Foscolo è stata individuata a Roma quale fondamentale esempio d’impegno per il rafforzamento della legalità nell’edilizia pubblica e privata, tanto da candidare l’esperienza bresciana al progetto Tuwic, “Tackling undeclared work in the construction industry”, ovvero “Affrontare il lavoro sommerso nel settore delle costruzioni”, promosso dalla Federazione europea delle imprese edili (Fiec), realtà alla quale aderiscono 32 associazioni di categoria di 28 Paesi, e finanziato dalla Commissione europea. Nel corso di un seminario Ance, che ha riunito nella capitale le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali provinciali autrici di diverse iniziative di contrasto all’illegalità nel comparto delle costruzioni, Brescia ha portato la propria testimonianza insieme alle associazioni di settore di Bari, Caserta e Macerata. Ance Brescia, affiancata dal Segretario generale di Filca-Cisl Brescia Sara Piazza e in condivisione con tutti i sindacati provinciali dei lavoratori edili, ha raccontato la propria esperienza presentando le azioni e le proposte messe in campo a livello locale, sottolineando i risultati ottenuti e le difficoltà incontrate nel corso della realizzazione delle diverse iniziative. “La nostra Associazione promuove ormai da alcuni anni la sottoscrizione di Protocolli d’intesa con istituzioni e altre realtà della filiera per favorire trasparenza e correttezza nel settore edile, stanando le imprese che, operando al risparmio, mettono a rischio l’incolumità e la salute del lavoratore” afferma il presidente dell’Associazione di via Foscolo, Massimo Angelo Deldossi. “Sicura-
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Legalità: Brescia candidata al progetto TUWIC
Riconosciuto a livello nazionale l’impegno del sistema Ance Brescia per il contrasto all’illegalità nel settore delle costruzioni. Ance porta l’esempio bresciano all’attenzione della Fiec, organizzatrice del progetto Tuwic per la lotta al lavoro sommerso
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Per Ance nazionale il comprovato impegno del sistema edile bresciano può essere incluso in una serie di “buone prassi” da condividere a livello nazionale ed europeo. mente il percorso verso una consapevolezza più diffusa delle norme di sicurezza in cantiere e la concreta applicazione di queste da parte di tutte le imprese della filiera è appena iniziato, ma Brescia è culla di iniziative formative, culturali e di
sensibilizzazione che vedono istituzioni e autorità collaborare per valutare efficaci misure anticorruzione, contrastare il lavoro irregolare e certificare l’affidabilità delle imprese, il tutto premiando le realtà professionali e corrette del comparto” continua il leader di Ance Brescia. A Roma, sono stati riconosciuti gli sforzi di Ance Brescia, Eseb, Cape e sindacati FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, orientati a stringere e alimentare sinergie a livello locale con Comune di Brescia, Ispettorato Territoriale del Lavoro, Provincia di Brescia, Ordini professionali e, quest’anno, anche con il Comune di Palazzolo sull’Oglio. La firma dei Protocolli d’Intesa per la promozione della legalità con queste realtà garantisce agli enti e alle pubbliche amministrazioni firmatari un valido supporto per valutare la regolarità delle imprese partecipanti alle gare d’appalto e intensificare le misure di controllo. Per Ance nazionale il comprovato impegno del sistema edile bresciano può essere incluso in una serie di “buone prassi” da condividere a livello nazionale ed europeo. Gli sforzi dell’Associazione costruttori di Brescia si sposano, infatti, con gli obiettivi individuati nel progetto Tuwic, che ha avviato una prima fase tesa a sviluppare una campagna europea per far emergere e, comunque prevenire, il lavoro irregolare nel comparto edile. L’iniziativa di Fiec attualmente interessa sette Paesi dell’Unione (Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Italia, Romania e Spagna) e stimola le istituzioni nazionali interessate, le organizzazioni dei datori di lavoro e le organizzazioni dei lavoratori a collaborare per trovare soluzioni efficaci a risolvere il problema del lavoro nero, che danneggia l’immagine del settore e costituisce un serio rischio per la salute e la sicurezza della persona impiegata clandestinamente. Per maggiori informazioni sul Progetto Tuwic si rimanda al sito www.fiec.eu.
I tre obiettivi del progetto Fiec
1 2 3
Elaborare una campagna europea di prevenzione/ sensibilizzazione sul tema del lavoro sommerso nel settore delle costruzioni, fornendo appropriato materiale promozionale a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (nella rispettiva lingua madre).
Promuovere iniziative nazionali attraverso lo sviluppo di kit di strumenti e/o l’organizzazione di incontri sul tema. Attraverso meeting e una selezione di azioni e misure europee già messi in campo, raccolta in un kit di strumenti in linea con le scelte e le priorità dei partner nazionali e con le situazioni/ realtà vissute dai specifici Paesi, sarà alimentato un dibattito atto a favorire l’individuazione di misure concrete per estirpare il problema del lavoro irregolare.
Attraverso l'organizzazione di Congresso europeo, assicurarsi che i risultati ottenuti dalle iniziative nazionali siano correttamente presentati, discussi e comunicati agli altri partner europei.
Ance Brescia e la lotta all’illegalità La campagna di Ance Brescia per la lotta all’illegalità nel settore edile si è tradotta in una serie di risultati concreti:
2016
2018
Firmato il Protocollo d'Intesa per il patto territoriale della legalità per il settore edile tra Ance Brescia, Cape, Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Comune di Brescia.
Sottoscrivono il Protocollo legalità con il sistema edile bresciano anche Provincia di Brescia e Acb (Associazione dei Comuni bresciani).
2017 Tutte le realtà del mondo dell’edilizia bresciana firmano il Protocollo d’Intesa sul progetto di contrasto alla concorrenza sleale nel settore edile: Collegio geometri e geometri laureati, Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Ordine degli ingegneri, Ance Brescia, Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Cape ed Eseb.
2018 In Prefettura firmato l'accordo legalità tra il sistema Ance Brescia e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
2020 Il Comune di Palazzolo sull’Oglio firma il Protocollo d’Intesa per il rafforzamento della legalità nell’edilizia pubblica e privata con il sistema Ance Brescia.
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digitalizzazione DigiPlace, la piattaforma europea delle costruzioni Ance e Federcostruzioni hanno promosso una sinergia con diversi partner europei per condividere strategie comuni orientate alla digitalizzazione del settore edile, partendo dalla creazione di una piattaforma virtuale per le costruzioni: DigiPlace. Le imprese bresciane possono iscriversi alla community, contribuendo attivamente alla buona riuscita del progetto
Aderisci alla community
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igiPlace, progetto finanziato dalla Commissione Europea che coinvolge 19 partner di 11 Paesi coordinati dal Politecnico di Milano, intende rafforzare il processo di digitalizzazione del settore edile a livello europeo, favorendo l’archiviazione e la condivisione di dati e informazioni relativi al comparto Aeg (Architecture, engineering and construction), attraverso la realizzazione di una piattaforma digitale accessibile e consultabile dai diversi player. Presentato in Italia alla fiera Digital&Bim di Bologna, DigiPlace (Digital Platform for Construction in Europe) sta riunendo comunità di stakeholder per assicurarsi che l’iniziativa sia in linea con le attese di tutta la filiera del costruito. Grazie alla proposta di Ance e Federcostruzioni alla Commissione Europea, il progetto si inserisce all’interno della strategia di digitalizzazione europea che prevede nella programmazione 2020 la formazione di piattaforme digitali europee per i settori industria, agricoltura, sanità, energie e 5G, estendendo questi obiettivi anche al comparto edile. I 19 partner — Ance e Federcostruzioni, i Ministeri delle infrastrutture di Italia, Francia e Germania, associazioni industriali europee, centri tecnologici e università — condividono la necessità di trovare un ambiente virtuale comune di condivisione delle informazioni, utile alle tante piccole e medie imprese che caratterizzano il settore edile nel nostro Paese e nel resto d’Europa. Attraverso la spinta all’innovazione negli ambienti e assetti imprendito40
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Ance Brescia si unisce all’appello di Ance e Federcostruzioni, invitando a popolare la nuova piattaforma attraverso un network di “portatori di interesse” (stakeholder), che accompagnerà il progetto durante tutto il suo percorso, e anche dopo il suo completamento, previsto per marzo 2021. Si chiede, quindi, alle imprese bresciane di entrare a far parte della rete registrandosi alla community, diffondendo l’invito ai propri contatti in modo da contribuire attivamente alla costruzione della Piattaforma digitale europea delle costruzioni. riali del comparto costruzioni, mediante l'utilizzo di metodologia Bim, Big Data, Internet delle Cose e Intelligenza Artificiale, la promozione di buone pratiche e la stesura di roadmap per costruire il futuro di una filiera europea sempre più digitalizzata, il progetto favorisce l’evoluzione 4.0 del comparto in linea con un mercato internazionale sempre più tecnologico e globalizzato. DigiPlace aumenta performance, qualità, sostenibilità e trasparenza dei processi produttivi, dando visibilità ai prodotti del costruito e rendendo competitivo il settore europeo a livello mondiale. Per avere maggiori informazioni, consultare il sito ufficiale del progetto: www.digiplaceproject.eu.
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Lago di Garda. Collezione Primavera-Estate 2020.
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logistica Ripensare la filiera logistica, gli spazi lavorativi e abitativi
I
l lockdown e le restrizioni alla mobilità delle persone hanno influenzato in maniera decisiva il settore logistico e del trasporto pubblico. Mentre il Tpl (trasporto pubblico locale) frena pesantemente e alcune aziende di trasporto registrano ingenti perdite, l’impennata dell’e-commerce e della logistica ad uso CeDi e Pharma, porta a ripensare il sistema di catene distributive, di centri logistici, rafforzando le connessioni e la disponibilità di infrastrutture base. Secondo il World Capital Real Estate Group, nel periodo dell’emergenza epidemiologica, si è verificato un incremento pari al 17% dei volumi di transazioni per l’e-commerce e il numero degli acquisti online potrebbe aumentare per un altro anno. Inoltre, in questi mesi è emersa con maggior vigore l’urgenza di per poter garantire il continuo rifornimento di beni primari sia alle farmacie sia ai supermercati situati nelle zone più colpite dal virus, Brescia compresa. Il settore, quindi, non può fermarsi, tanto più ora che il Covid-19 è ancora in circolazione. Probabilmente per tutto il 2020 e per i prossimi anni attività e persone si affideranno con maggior frequenza alla logistica dei trasporti e delle spedizioni merci e, per questo motivo, l’agenda del Paese deve riservare alla filiera un’attenzione specifica. Sempre più prioritarie anche la messa in sicu42
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rezza e la realizzazione di infrastrutture da dedicare ai processi logistici, per garantire un flusso di merce ininterrotto nel rispetto delle disposizioni governative. Il comparto, essenziale al funzionamento del Paese, ha sicuramente sofferto per il lockdown delle industrie, dal momento che gran parte dell’attività di trasporto riguarda generalmente il rifornimento delle realtà produttive, ma con la “fase due” la filiera dovrà affrontare nuove sfide che la impegneranno, da un lato, sul fronte dell’approvvigionamento e della distribuzione di prodotti industriali e, dall’altro, nel campo
che spingono a un’evoluzione 4.0 e ad un’automazione dei processi logistici e dei magazzini, ma per il momento a Brescia e in Lombardia il calo dei fatturati delle aziende di trasporto e logistica supera il 60% e In questo periodo pandemico, le la crisi di liquidiimprese edili devono essere tà, frenano uno pronte alla riconversione, alla sviluppo in questo senso. Sicusistemazione e manutenzione ramente, studi degli spazi logistici. sulla “logistica 4.0”, come quelli Questo periodo di quarantena portati avanti laha spinto a riconsiderare boratorio Rise il proprio concept di home dell’Università living e a desiderare spazi verdi, degli Studi di Brescia, saranno terrazzi, stanze per lo smart comunque semworking, ambienti più ampi e pre più attuali alconnessi digitalmente. la luce delle esigenze di mercadelle sempre più richieste conto, per soddisfare i reali bisogni segne B2C (business to consudei clienti in un’ottica che mira mer), il tutto rispettando le mial contenimento dei costi intersure anti-contagio per la tutela ni. Magazzini, centri di smistadei propri lavoratori. Come per mento, hub logistici, nodi interl’edilizia, sono diverse le forze modali di scambio dovranno es-
sere progettati secondo questa logica, permettendo alle merci di raggiungere efficacemente e in tempi rapidi tutta la catena del consumo, ottimizzando i processi di distribuzione senza impattare troppo sull’ambiente. In questo periodo pandemico, le imprese edili devono essere pronte alla riconversione, alla sistemazione e manutenzione degli spazi logistici, perché diversi investitori hanno dimostrato un forte interesse per il settore, decidendo di acquistare immobili e hub logistici in diverse province lombarde, inclusa quella bresciana. L’aumento del commercio online e dell’home delivery, infatti, ha richiesto l’incremento di spazi cosiddetti “last mile” o “ultimo miglio”, nelle vicine periferie delle città e “urban warehouse” per la gestione della logistica. La riconfigurazione dell’ultimo miglio, in termini sia di strutture, sia di supporto tecnologico, modificherà non solo le dinamiche di consegna al consumatore finale,
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L’emergenza sanitaria frena il Tpl, ma stimola l’e-commerce e spinge a rivedere connessioni e hub logistici. Si prevedono forti cambiamenti anche nel settore del real estate e dell’home living
ma richiederà immobili logistici pronti a soddisfare nuovi modelli organizzativi high-tech. La maggior parte delle aziende rivoluzionerà i propri magazzini integrando sistemi automatizzati di movimentazione, stoccaggio e allestimento degli ordini, migliorando le vie di accesso dei mezzi pesanti ai capannoni e strutturando depositi più ampi e prestazionali, in grado di tutelare la salute del lavoratore consentendo maggiori spazi interpersonali. La pandemia ha cambiato anche il concetto di abitazione e di spazio lavorativo, portando diverse imprese edili a rivisitare alcuni progetti in corso. L’emergenza epidemiologica ha favorito, infatti, la riconversione degli ambienti sanitari e aziendali, ma si prevede che nella fase post Covid-19 aumenterà la domanda di strutture lavorative, ricettive e abitative in grado di garantire la distanza e la sicurezza sociale. Il lungo periodo di quarantena ha spinto molti italiani a riconsiderare il proprio concept di home living e a desiderare spazi verdi, terrazzi, stanze per lo smart working, ambienti più ampi e connessi digitalmente. Se lo smart working sperimentato in queste settimane si stabilirà quale soluzione definitiva per diversi lavoratori, incrementerà la richiesta di abitazioni dotate di spazi per il lavoro libero, tecnologie smart home
e collegamenti internet e impianti fibra efficienti. Per il settore immobiliare italiano, però, la situazione non è affatto rosea. Secondo i dati del primo rapporto 2020 di Nomisma, società esperta in ricerche di mercato e consulenze, il fatturato del settore residenziale subirà quest’anno una riduzione fra i 9 e i 22 miliardi di euro rispetto allo scorso anno. A seconda dello scenario che si delineerà, sempre secondo Nomisma, nel prossimo triennio il settore residenziale potrebbe perdere fino a 122 miliardi di euro. La brusca discesa del mercato immobiliare per le abitazioni residenziali sarà tanto più ripida e profonda, quanto più aumenteranno disoccupazione e cassa integrazione. L’istituto di studi e ricerca Scenari Immobiliari chiudeva il 2019 sottolineando la dinamicità del mercato immobiliare lombardo, registrando una crescita del +13,3%, contro il 9,8% della media nazionale. Dopo Milano, Brescia si contendeva con Monza il secondo posto regionale per compravendite. Per il 2020 si prospettava un +14,4%, ma la pandemia ha sconvolto qualsiasi previsione. Ad aprile, Scenari Immobiliari ha confermato una flessione del 7% delle compravendite di case in Lombardia nel primo bimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo di un anno fa. marzo/aprile/2020
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CHRISTIAN PENOCCHIO
fondi mit
Dopo la Legge di Bilancio, il Mit ha sbloccato 995 milioni di euro per interventi straordinari di manutenzione delle strade provinciali, ma serve un Piano di manutenzione e messa in sicurezza di tutte le arterie stradali e le infrastrutture del Paese
Ripartire dalle infrastrutture
P
oco prima di essere completamente assorbiti dalla pandemia Covid-19, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha fatto sapere che, dall’approvazione della Legge di Bilancio 2020, sono stati stanziati 995 milioni di euro per interventi straordinari di manutenzione delle strade provinciali italiane. La ripartizione dei fondi ha destinato 60 milioni di euro di risorse per il 2020, 110 milioni per il 2021 e 275 milioni dal 2022 al 2024. Un programma quinquennale che assegna alle principali province lombarde un totale di oltre 105 milioni di euro, di cui più di 15 destinati al territorio bresciano. A livello nazionale, il 39,70% circa delle risorse è destinato al Nord Italia, il 21,60% al Centro e il 38,70% al Sud e alle isole. Buoni gli investimenti pubblici che puntano alla messa in sicurezza dei territori e delle reti di comunicazione, ma serve con urgenza, soprattutto per la ripresa post-coronavirus, un grande disegno di pianificazione e sviluppo per l’adeguamento delle infrastrutture pubbliche, intervento indispensabile non solo per consentire al settore 44
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edile e all’intera filiera del Costruito di risollevarsi dal periodo di lockdown primaverile, ma per favorire una crescita del Paese orientata alla sistemazione e rigenerazione di ponti, gallerie, trafori e di tutte le arterie viarie, ferroviarie, aeroportuali e portuali. A seguito anche di quanto accaduto in provincia di Massa Carrara, con il crollo del ponte che collega Albiano Magra a Caprigliola, nel Comune di Aulla, a pochi chilometri dal confine con la provincia della Spezia, si sente con pressione sempre maggiore la necessità di operare una massiccia attività di manutenzione straordinaria della viabilità interna ed esterna ai centri urbani, oltre che delle ventuno opere prioritarie segnalate a febbraio dallo stesso Mit. Nella prospettiva post-pandemica, il sistema edile chiede una decisa e coraggiosa spinta non solo dell’edilizia privata, ma di tutto il comparto dei lavori pubblici, per i quali, per la maggior parte delle volte, il problema non è la mancanza di risorse e liquidità, ma la complessità e i rallentamenti burocratici e procedurali. Come ricorda l’Associazione costruttori edili, “Le
Le misure di maggior liquidità per le imprese con la garanzia dello Stato non bastano da sole. Senza lavoro e senza l’attivazione immediata del credito dalle banche, le imprese non potranno ripagare i prestiti e saldare i fornitori
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L’esempio virtuoso del “Modello Genova” Seppur con lievi ritardi causati dall’emergenza epidemiologica, il viadotto sul Polcevera a Genova sarà presto ultimato, sostituendo definitivamente il ponte
Morandi, crollato nell’agosto del 2018. La ricostruzione dell’infrastruttura genovese può essere vista non solo come primo grande motore di rinascita e rinnovo per la città ligure, ancora indelebilmente segnata dalla tragedia che ha causato più di 40 vittime, ma come significativo segnale e modello per avviare un
percorso teso a sciogliere i cavilli burocratici a favore della rigenerazione delle opere infrastrutturali italiane. Tre mesi dopo la tragedia del ponte Morandi la conversione in legge del cosiddetto “decreto Genova” e l’avvio dei lavori ha mostrato che eliminare la burocrazia inutile è possibile. Il comparto edile
Riparto dei fondi per la manutenzione delle strade provinciali Provincia
2020
2021
2022
2023
2024
Totale
Bergamo
750.590,25
1.376.082,12
3.440.205,29
3.440.205,29
3.440.205,29
12.447.288,23
Brescia
916.319,75
1.679.919,54
4.199.798,86
4.199.798,86
4.199.798,86
15.195.635,87
Como
489.969,89
898.278,14
2.245.695,34
2.245.695,34
2.245.695,34
8.125.334,06
Cremona
405.912,29
744.172,53
1.860.431,33
1.860.431,33
1.860.431,33
6.731.378,82
Lecco
365.525,68
670.130,41
1.675.326,03
1.675.326,03
1.675.326,03
6.061.634,19
Lodi
226.345,26
414.966,31
1.037.415,77
1.037.415,77
1.037.415,77
3.753.558,87
Mantova
497.343,83
911.797,03
2.279.492,57
2.279.492,57
2.279.492,57
8.247.618,57
1.263.159,49
2.315.792,40
5.789.481,01
5.789.481,01
5.789.481,01
20.947.394,93
Monza e Brianza
583.071,65
1.068.964,70
2.672.411,75
2.672.411,75
2.672.411,75
9.669.271,60
Pavia
623.050,18
1.142.258,66
2.855.646,66
2.855.646,66
2.855.646,66
10.332.248,82
Sondrio
218.006,49
399.678,57
999.196,43
999.196,43
999.196,43
3.615.274,37
Varese
555.908,71
1.019.165,96
2.547.914,90
2.547.914,90
2.547.914,90
9.218.819,37
Milano
TOTALE
114.345.458,73
chiede, a maggior ragione dopo le gravi ripercussioni economiche causate dal Covid-19, di accelerare i tempi per l’esecuzione degli appalti nella fase di ripresa e procedere spediti con misure concrete per capire in che casi e fino a che punto il “Modello Genova” sia replicabile.
misure di maggior liquidità per le imprese con la garanzia dello Stato non bastano da sole. Senza lavoro e senza l’attivazione immediata del credito dalle banche, le imprese non potranno ripagare i prestiti e saldare i fornitori”. Tutto il sistema Ance chiede, quindi, di accelerare la spesa delle risorse per infrastrutture e città, programmare tempestivamente le gare distribuendo le risorse per investimenti pubblici a Comuni e Province. Non si può più aspettare. L’Associazione costruttori edili preme ancora una volta per la sburocratizzazione delle procedure. Lo Stato non può più impiegare 15 anni per un’opera di medie-grandi dimensioni e quasi sei per una di piccole entità. Un esempio che sta dando buoni frutti e che dovrebbe essere preso in seria considerazione per partire da subito con un piano di rigenerazione delle infrastrutture italiane, è il “Modello Genova”, ritenuto un caso virtuoso da replicare per accelerare gli appalti nel nostro Paese. marzo/aprile/2020
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incontri
Lorenzo Bellicini LE ANALISI DEL CENTRO DI RICERCA SPECIALIZZATO PER LO STUDIO DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI SONO UN QUALIFICATO RIFERIMENTO PER IL PRIVATO E PER IL DECISORE PUBBLICO. SCOPRIAMO, NEL DIALOGO CON IL SUO DIRETTORE, I NUMERI DEL COMPARTO DOPO LA PANDEMIA E LE POSSIBILI VIE D’USCITA DALLA DELICATA FASE
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Dal Cresme analisi e terapie per il settore del costruito dopo la crisi provocata dal Coronavirus di Adriano Baffelli
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Il Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio) elabora e fornisce scenari strategici e prevede l’evoluzione dell’industria delle costruzioni. La realtà rende disponibili, al settore privato e alle istituzioni pubbliche, informazioni e know-how per descrivere e prevedere l’andamento del mercato delle costruzioni. Ha sede a Roma, in piazza Mincio, tra la Salaria e la Nomentana. A dirigerlo, con brillanti risultati, è l’architetto di origini bresciane, Lorenzo Bellicini. Cresme è il principale soggetto in Italia che aggrega e mette in relazione gli attori dell’industria delle costruzioni, una rete tecnica d’élite formata da associazioni imprenditoriali, istituti finanziari, professionisti, enti e amministrazioni, singole imprese.
Architetto Bellicini, quali sono i tratti storici salienti del Cresme? Cresme è una realtà senza scopi di lucro che nasce nel 1962 come associazione di operatori del mondo della trasformazione territoriale, per occuparsi di analisi di mercato e di innovazione del settore delle costruzioni e di dinamiche di sviluppo economico-territoriali. È importante notare la composizione sociale dell’associazione che vede raccolti sia società e associazioni di categoria operanti nella filiera del settore delle costruzioni, tra le quali Ance Brescia, sia soggetti
istituzionali come l’Anci, Lega Ambiente, l’Agenzia del Demanio, l’Inu, la Rete delle Professioni Tecniche, il Consiglio Nazionale degli Architetti. All’inizio degli anni Settanta l’associazione crea Cresme Ricerche che diventa la società operativa nel campo della ricerca, mentre l’associazione mantiene il rapporto con gli associati. Possiamo dire che il Cresme rappresenta in Italia un punto di riferimento per il settore delle costruzioni, soprattutto per la capacità di analizzare e prevedere le dinamiche di mercato e anticipare il futuro. Il Rapporto Congiunturale e Previsionale del Centro, che viene presentato da ventisette anni nel mese di novembre, è un punto di riferimento del settore, così come a livello europeo, lo è il rapporto semestrale sul mercato delle costruzioni, giunto alla ottantanovesima edizione, elaborato dal network Euroconstruct, rete a cui partecipano 19 istituti di ricerca di altrettanti paesi europei. La rete è stata fondata nel 1973 dal Cresme insieme all’Ifo, a le Bipe e all’allora Nedo inglese. Ci può sintetizzare l’attività del Centro di ricerche da lei diretto? Come dicevo, da 58 anni l’attività principale del Cresme è quella di fornire scenari strategici, prevedere l’evoluzione futura della domanda, anticipare le innovazioni che cambieranno il mercato e i modelli di offerta. Cresme fornisce alle istituzioni pubbliche e alla filiera di mer-
cato informazioni e know-how per descrivere e prevedere l’andamento dell’economia e del mercato delle costruzioni al livello territoriale, nazionale e internazionale. Questo avviene attraverso un approccio scientifico multidisciplinare maturato nel tempo. Indipendenza e oggettività dell’analisi sono le chiavi riconosciute che hanno consentito di costruire una importante reputazione, dimostrata dalla rete di clienti, pubblici e privati che hanno commissionato studi e ricerche al Cresme negli anni. Il gruppo Cresme, che comprende anche Cresme Europa Ricerche specializzata nel settore degli appalti pubblici, è un gruppo di 30 ricercatori, che sviluppa un modello di indagine interdisciplinare, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, tra le 50 e le 70 ricerche all’anno. L’attività di ricerca è sostenuta dalla forte specializzazione dei componenti professionali e allo stesso tempo dall’integrazione di queste competenze che si evidenzia con chiarezza nei rapporti di ricerca. Ma se dovessi dire il vero elemento di forza del Centro dovrei citare i sistemi informativi originali di cui dispone, sistemi informativi sul mercato delle costruzioni, sull’economia e sulla demografica, sul mercato immobiliare e sugli appalti pubblici, sui costi di costruzione, sul mercato della ristrutturazione. Cresme, a titolo di esempio, ha un raffinato sistema informativo sui potenziali di mercato dei prodotti delle comarzo/aprile/2020
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incontri
struzioni a livello territoriale provinciale; un sistema informativo sugli investimenti nei comparti di attività delle costruzioni, sempre su base provinciale; un sistema informativo sul mercato mondiale delle costruzioni (Simco), sistema che è in grado di descrivere l’andamento del mercato delle costruzioni trimestralmente per 150 paesi del Mondo; un sistema informativo sul mercato immobiliare; il sistema informativo sul mercato del Partenariato Pubblico e Privato (Infopp); il sistema informativo sul mercato del Facilities Management Pubblico; il sistema informativo sulle demografica con capacità di previsione a venti anni per tutti i comuni italiani, ecc. ecc. Questa base informativa originale, che consente al Cresme, nelle sue varie forme, di essere parte di importanti collaborazioni come ad esempio quella con l’Istituto Nazionale di Statistica (Cresme ad esempio fornisce a Istat i dati sulla produzione abusiva del Paese per il Rapporto Bes), o con l’Enea (Cresme fornisce ad Enea dati sullo stock edilizio del Paese e sui consumi energetici di questo stock), o con istituzioni come la Camera dei deputati (dal 2004 Cresme ha svolto annualmente in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera dei deputati e con l’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici 48
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Lorenzo Bellicini, architetto, è amministratore delegato di Cresme Ricerche e direttore di Cresme Associazione. Ha insegnato Economia Urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre dal 1995 al 2004. È curatore del Rapporto congiunturale e previsionale sul mercato delle costruzioni del Cresme. Nel corso della sua attività ha progettato, coordinato e diretto oltre 700 ricerche sull’evoluzione del mercato delle costruzioni e dei processi di trasformazione di città,
territorio e patrimonio edilizio. Come direttore di ricerca o ricercatore, ed esperto, ha prestato opera di consulenza e studio, a enti, istituzioni e società pubbliche e private, tra i quali: Ufficio Studi e Commissione Ambiente e Territorio Camera dei deputati, ministero dei Trasporti-ministero Lavori Pubblici, ministero Funzione Pubblica, ministero Beni Culturali, Dipartimento Programmazione Economica-Presidenza del Consiglio, Cnr, Istat, Anci, Cnel; Regioni: Lombardia, Autonoma Sardegna, Veneto, Lazio; Comuni: Torino, Catania, Venezia,
e con l’Anac, lo studio per lo stato di realizzazione delle opere strategiche in Italia) o con importanti organi di informazione come il Sole 24ore-Edilizia e Territorio al quale fornisce una costante informazione di dati sul tema degli appalti. In ogni caso, Cresme svolge analisi statistico-economiche, econometriche e demografiche, costruisce database management personalizzati, realizza indagini campionarie per analisi di mercato e elabora dati primari, sviluppa monitoraggio di bandi e opere pubbliche, sviluppa analisi di Big-data; si occupa di assetto e trasformazione del territorio con implicazioni progettuali, economiche, urbanistiche e sociali; realizza analisi di fattibilità e definizione di soluzioni organizzative per la realizzazione di progetti complessi in partecipazione pubblico-privato; si occupa anche della formazione di figure professionali guida nei processi di trasformazione territoriale e gestione dei patrimoni immobiliari e promuove la cultura dell’innovazione nelle costruzioni (Bim, digitalizzazione e gestione informatizzata dei processi); inoltre Cresme sviluppa in house la progettazione di sistemi informativi personalizzati in partnership con i propri clienti. Certo l’attività più nota del Cresme è quella di occuparsi della
Roma, Napoli, Modena, Città Metropolitana di Milano. Ha collaborato, inoltre, con istituti di ricerca internazionali e nazionali: Eurocosntruct, Rice (Tokio), Bipe Conseil (Paris), Itec (Bercellona), Iaqic (Lisbona). Tra le numerose pubblicazioni si segnalano: L. Bellicini, Rigenerazione urbana e industria delle costruzioni, lemmi della XIX Appendice dell’Enciclopedia Treccani; L. Bellicini, Immobiliare, debito, città: considerazioni sul primo decennio del XXI secolo, Marsilio Venezia 2011; L. Bellicini, Famiglia e casa nel ciclo immobiliare 1997-
costruzione di scenari previsionali il mercato delle costruzioni italiano e internazionale, un’attività difficile ma che ci ha dato nel corso degli anni molte soddisfazioni. Il Cresme gode di ottima reputazione e credibilità. Fu tra le pochissime realtà in grado di prevedere il negativo scenario congiunturale che sarebbe scoppiato alla fine del primo decennio del nuovo secolo. Quali sono, dottor Bellicini, gli aspetti principali che vi consentono tali positivi risultati? La risposta è nel gruppo di ricercatori interdisciplinari che costituisce l’istituto, le singole specializzazioni e la capacità di integrare i punti di vista i sistemi informativi, propri e di altri soggetti che il Cresme può utilizzare per i suoi modelli di analisi e previsione. Vi è anche da aggiungere che Cresme realizza da quadi sessant’anni, dalle 50 alle 70 ricerche all’anno avendo così ha possibilità di raccogliere informazioni verticali, come un carotaggio sul mercato che arricchisce di qualità e originalità le informazioni di base, le ricerche puntuali aiutano a cogliere i segni del cambiamento e con i risultati spesso sorprendono e aiutano ad aprire lo spettro della conoscenza di quello che accade. Anche perché queste ricerche sono promosse da tutti gli attori della filiera delle co-
2007, in Personal Manager. L’economia della vita quotidiana. Vol. 1 La Casa, Università Bocconi Editore, La Repubblica, Milano 2007; L. Bellicini, R. Ingersoll Periferie italiane ’90, Meltemi, Roma 2001; L. Bellicini (a cura di), Mediterraneo. Città, territorio, economie alle soglie del XXI secolo, due volumi, CresmeCredito Fondiario Spa, Roma 1994; L. Bellicini (a cura di) La costruzione della città europea negli anni ‘80, tre volumi, Roma, 1991; L. Bellicini, S. Stanghellini, Le imprese di costruzione nel mercato europeo, Il Sole 24Ore Libri, Milano, 1990.
struzioni e quasi sempre sono finalizzate a misurare il cambiamento, l’innovazione: da progettisti, imprese e associazioni di costruttori, istituzioni pubbliche, consorzi e associazioni di artigiani e subappaltatori, industrie produttrici di materiali, sistemi e componenti, developer e promotori immobiliari, rappresentanti del mondo del lavoro, attori del credito, distributori di materiali, sistemi e componenti. Inoltre, le nostre basi informatiche sono sistematiche e tutte strutturate su base territoriale minuta e temporale lunga. L’analisi dei cicli di mercato strutturati e costantemente monitorati è per noi un aspetto molto importante da tener presente. Insomma, metodologia costruita e strutturata nel tempo e profonda conoscenza del mercato ci consentono di vedere e metter insieme le cose. Inoltre, forse il vero segreto della nostra attività, è quello di saper misurare l’angolo di distorsione della lente che ogni volta usiamo per rappresentare la realtà, ne conosciamo i limiti e ne teniamo conto. Poi molto spesso le cose sono lì per essere viste e il nostro compito è quello di non nasconderle, anche se non ci possono piacere. Il richiamo alla crisi finanziaria nata sul disastro dei subprime e del fallimento Lehman Brothers, serve anche ad introdur-
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re il tema Coronavirus che ha sconvolto le nostre vite, quelle delle imprese, proiettando ombre sinistre anche sul futuro del Costruito. Dalla cabina di regia del Cresme qual è, anzitutto, la macro-analisi sul fenomeno e in particolare sulle ricadute nel settore edile? Nel XXVII Rapporto Congiunturale e previsionale che abbiamo presentato a Bologna a novembre dello scorso anno, peraltro nell’ambito del Congresso del 90° anno dell’istituzione della figura del Geometra, avevo scritto nell’introduzione questa frase: “i prossimi tre anni, se non emergono situazioni di crisi esogene alle costruzioni, potranno essere caratterizzati da una ripresa stabile dell’edilizia e delle opere pubbliche”. Ora non prevedevamo certo l’arrivo della pandemia, anche se era uno dei possibili rischi che come una spada di Damocle caratterizzano il trend di mercato, ma pensavamo come descritto nel rapporto che molte condizioni di contesto erano diventate critiche. Fatto, del resto che come molti osservatori in forma varia descrivevano. Così mentre i dati
“È evidente che la ripartenza non può che venire dalle opere pubbliche, che peraltro, va detto, finalmente nel 2018 e soprattutto nel 2019, avevano iniziato una importante fase di ripresa che contribuiva ad alimentare un quadro positivo pluriennale”
e i fondamentali delle costruzioni italiane da un lato stavano tutti volgendo su un piano positivo di crescita, senza la presenza di un mercato immobiliare a rischio bolla, data la drammatica correzione che il settore aveva vissuto, dall’altro lato, quello dell’economia, la guerra commerciale Usa-Cina, la contrazione della crescita a livello mondiale, la fragilità di molte economie emergenti, gli scenari che emergevano di una nuova fase di ri-localizzazione delle attività produttive che tendeva ad accorciare le catene globali del valore, il rischio della crescita dei prezzi degli immobili e l’avvicinarsi di una nuova possibile bolla immobiliare in molti paesi (anche europei), l’indebolimento della crescita occupazionale dei servizi, l’elevato debito nel mercato mondiale e la continua crescita dei derivati (già protagonisti della crisi 2007-2009), i tassi negativi che mettevano il sistema bancario in situazioni a rischio, la bassa inflazione, le borse e i titoli azionari che avevano raggiunto picchi notevoli che ponevano il problema di una correzione, le pesanti tensioni geopolitiche e l’esplodere in molte realtà territoriali di tensioni e conflitti civili, e infine i rischi dovuti a cambiamenti climatici e eventi naturali estremi, rendevano la situazione incerta. E, infatti, l’incertezza esterna
alle costruzioni sarebbe stato per il 2020 il vero problema. Certo quello che è successo in 60 giorni è qualcosa di fuori scala: non a caso Draghi sul Financial Times ha parlato di “tragedy of biblical proportions”. Molti hanno parlato di “Cigno nero” citando lo studio di Taleb del 2007, ma forse è qualcosa che poteva e doveva essere messo nel conto. Del resto lo stesso Tabeb, che nel suo studio metteva le epidemie nel novero dei possibili “cigni neri”, in un’intervista a Repubblica di marzo di quest’anno ricordava che per lui: “Il coronavirus non è un cigno nero”. “Manca una connotazione essenziale - spiega Taleb - l’imprevedibilità. È valido per la malattia in sé perché erano anni che la comunità scientifica avvertiva che prima o poi sarebbe scoppiata un’epidemia globale. Già ai tempi di Ebola si temette: non si diffuse perché si era sviluppato in un posto non troppo collegato col resto del mondo, ora invece l’epicentro è stato nel Paese interconnesso per antonomasia. Ma non lo è, un cigno nero, neanche per il crollo dei mercati: era nell’ordine delle cose una correzione vistosa, perché i prezzi erano troppo gonfiati, sia in Usa che in Europa”. Detto questo le nostre stime, al 26 marzo, per il settore delle costruzioni sono assai negative. In sostanza, con il blocco dei can-
tieri e l’impatto che la crisi avrà sulla domanda le costruzioni italiane rischiano di vedere andare in fumo 34 miliardi di euro di investimenti nel 2020; edilizia e genio civile, includendo investimenti in nuova costruzione e manutenzione straordinaria, potrebbero subire una contrazione (valutata a valori costanti) del 22,6% rispetto al 2019. A titolo di paragone, nel 2009, l’anno più nero per le costruzioni italiane durante la crisi, la flessione degli investimenti era stata del -9,6%. Va inoltre considerato che prima dell’emergenza sanitaria le costruzioni sperimentavano una fase di crescita che andava consolidandosi; le attese a fine 2019 erano infatti confortanti, con una crescita complessiva nel 2020 del +2,4% (che dava seguito al +3% del 2019), trainata dall’attività nuova costruzione (specialmente in ambito infrastrutturale). Tutti i motori delle costruzioni registravano valori positivi. Gli investimenti attesi nel 2020, valutati a valori 2019, erano quindi pari a circa 141 miliardi di euro; le stime preliminari del Cresme indicano, invece, che ci si potrebbe fermare ad appena 107 miliardi di euro, una perdita potenziale, appunto, pari a 34 miliardi di euro. Se invece si guarda al dato del 2019 (138 miliardi), la caduta è quantificabile in 31 miliardi di euro. Al livello settoriale, l’impatto sull’attività edilizia coinvolgerebbe in egual misura sia il comparto residenziale sia quello non residenziale (pubblico e privato). Gli investimenti in nuove abitazioni potrebbero crollare di oltre un quinto rispetto al 2019 (-22,6%), mentre più pesante potrebbe essere il blocco dell’attività di ristrutturazione, quantificabile in un -23,5% della spesa. Il settore residenziale potrebbe quindi perdere, rispetto alle attese di inizio 2020, 3,9 miliardi di nuova costruzione e ben 13,2 miliardi di ristrutturazioni. Numeri parimenti negativi potrebbero riguardare il settore non residenziale (-23% per la nuova costruzione privata, -27% marzo/aprile/2020
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Sul mercato privato bisognerà prorogare gli incentivi fiscali per la riduzione del rischio sismico, il recupero edilizio e la riqualificazione energetica. Serve una nuova stagione di progettazioni che partano dal territorio, per la rigenerazione urbana
per la nuova costruzione pubblica, -30% per la riqualificazione in ambito privato e -27% in ambito pubblico), che equivalgono a 3,2 miliardi per il non residenziale nuovo privato (-1,3 miliardi per il pubblico) e 6,8 miliardi per la riqualificazione privata (-1,7 miliardi per quella pubblica). Seppur di minore entità, potrebbe essere drammatico anche il dato sui minori investimenti in opere infrastrutturali, che crollerebbero del 12,6%, sia in ambito di nuova costruzione (-2,5 miliardi) sia in ambito di manutenzione straordinaria (-1,9 miliardi). Alla base di questo scenario vi sono assunzioni sulla entità e sulla durata del blocco dell’attività imposto al settore nel quadro di contenimento dell’epidemia in atto: quasi totale sospensione dei cantieri per un trimestre per le nuove costruzioni non di pubblica utilità; quasi totale sospensione dei cantieri per un trimestre per gli interventi di riqualificazione edilizia (salvo riparazioni improrogabili, si consideri che nei mesi fra marzo e maggio viene effettuato il 35% degli interventi), parziale sospensione dei cantieri per le opere del genio civile di nuova costruzione e di manutenzione straordinaria (ad esclusione infrastrutture strategiche, edilizia sanitaria, ecc.); ripartenza improntata alla cautela da giugno a ottobre. Si tratta di ipotesi che, come tali, saranno oggetto di revisione nelle prossime settimane, a mano a mano che la situazione andrà delineandosi. Siamo di fron-
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putati, spese per la manutenzione e riparazione della casa); della spesa immobiliare dei settori economici (in sostanza, spesa per l’affitto dei locali produttivi) e spesa per la manutenzione ordinaria delle amministrazioni pubbliche e del settore produttivo privato, il risultato è che questo aggregato nel 2015, anno di analisi, risultava pari a 467,5 miliardi di euro, ovvero quasi il 31,5% del Pil nazionale. Il dato è confermato dal dato della produzione dall’anali puntuale delle tavole input-output. È evidente che la ripresa non può non tenere conto del ruolo che il settore delle costruzioni e dell’ambiente costruito giocano nell’economia dei diversi paesi; peraltro va detto che la debolissima ripresa dell’economia italiana è doLa ripartenza non può che vuta, e si può divenire dalle opere pubbliche, mostrare con i dache peraltro, va detto, ti, proprio al manfinalmente nel 2018 cato contributo e soprattutto nel 2019, del settore delle costruzioni. Ma avevano iniziato una importante fase di ripresa che qui il discorso si fa complesso. contribuiva ad alimentare Quali potrebbero un quadro positivo pluriennale essere le prime azioni e quelle più efficaci da intraprendere per dere di cosa parliamo e di che dare nuovo impulso ai cantieri valore ha il settore dell’ambiene di conseguenza al Paese? te costruito sull’economia di È evidente che la ripartenza non una Paese e in particolare di un può che venire dalle opere pubPaese come l’Italia. Ora, se si bliche, che peraltro, va detto, fitiene conto del valore degli innalmente nel 2018 e soprattutto vestimenti fissi in costruzioni, nel 2019, avevano iniziato una che include nuova costruzione importante fase di ripresa che e ristrutturazioni; della spesa ficontribuiva ad alimentare un nale delle famiglie per l’abitaquadro positivo pluriennale. Bizione (affitti effettivi, fitti im-
te a una fase diversa da quella che ha caratterizzato altre crisi. Architetto Bellicini, detto del tremendo impatto della pandemia anche sul mondo del Costruito, possiamo sostenere che il settore può risultare trainante per la ripresa dell’intera economia nazionale? Il settore delle costruzioni dovrà essere per forza una delle voci della ripresa: nel rapporto congiunturale di novembre il focus più importante che abbiamo sviluppato riguardava il valore economico dell’ambiente costruito. È un tema sul quale il Cresme sta lavorando da molto tempo e che vedeva in quel rapporto l’anticipazione di alcuni primi risultati, che vale qui la pena citare per far compren-
sognerebbe quindi con la riapertura dei cantieri riprendere celermente il programmato, e accelerare con lavori e appalti, ma direi che servono anche azioni nuove, che riguardano gli enti locali, i territori, le opere di piccola e media dimensione. Opere che potrebbero essere utili e che sappiamo si devono fare: pensiamo alla qualità delle strade italiane, alle buche; o pensiamo agli edifici che necessitano di manutenzione straordinaria (forse la chiusura delle scuole poteva essere pensata per interventi minuti di manutenzione e sanificazione contemporanee); o le opere per la sicurezza idrogeologica del territorio. Insomma, potrebbe essere l’occasione per avviare una rapida azione di “cose che sappiamo che si devono fare” e che potrebbero essere finanziate: avremmo così un salto di qualità, oltre a un significativo contributo all’economia. Certo resta il problema dei tempi, ma la macchina delle opere pubbliche era ripartita e bisognerebbe che riprendesse al più presto, integrata da nuovi interventi che pensiamo debbano essere di piccola dimensione e sui territori locali. Sul mercato privato penso che bisognerà innanzitutto prorogare gli incentivi fiscali per la riduzione del rischio sismico, per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica. Inoltre, è importante che ci sia una nuova stagione di progettazioni che partano dal territorio, in termini di rilancio e rigenerazione urbana. Non dobbiamo guardare
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solo al 2020, dobbiamo guardare più avanti, impostare un piano a medio periodo. Potremmo dire che l’azione dovrebbe avere tre fasi: rialzarsi, camminare, correre. Ecco per ognuna delle tre fasi serve un programma. L’impianto delle opere strategiche è disegnato e bisogna accelerare quello che è programmato, ma serve a nostro avviso un programma immediato di opere di piccola dimensione da avviare rapidamente e un piano strategico di opere medie e piccole che sia diffuso nel Paese e che tocchi le molte cose che non vanno. Abbiamo dei noti problemi, disegniamo un quadro di azioni che tendano a risolverli. Del resto basta pensare al ponte di Aulla, per comprendere quanto ci sia da fare. Posso però fare un esempio, nell’ambito della ricerca Brescia Next presentata nel 2019, avevano, tra altre sviluppato una proposta che vedeva la possibilità di intervenire sulle scuole della provincia con programmi di recupero edilizio e riqualificazione energetica che grazie a risorse finanziare disponibile a tasso contenuto, nell’arco di 1520 anni grazie a certificati bianchi, incentivi fiscali e risparmio
energetico certificato e economie di scala si sarebbe potuto ripagare l’investimento, avendo le scuole totalmente rinnovate. La proposta è ancora valida. Direttore, un vostro studio indica come prima dell’emergenza sanitaria le costruzioni indicavano una consolidata fase di crescita. Gli investimenti attesi nel 2020, valutati a valori 2019, erano pari a circa 141 miliardi di euro, destinati a contrarsi come indicano i dati da lei precedentemente esposti. Sarà sufficiente il 2021 per recuperare i valori attesi nei mesi scorsi? Il 29 aprile presenteremo la nuova previsione con i dati del 2021 (l’intervista è stata effettuata prima di tale data Ndr), non ho ancora i risultati del nuovo modello di analisi, ma non credo proprio che nel 2021 saremo in grado di recuperare la caduta. Anche la ripartenza, che dovrebbe vedere le costruzioni tra i settori economici che riapriranno, con il problema del distanziamento e delle nuove regole di sicurezza del cantiere, non sarà immediato anche nei cantieri attivi prima della crisi, bisognerà poi scontare i ritardi dei nuovi bandi e soprattutto di come il clima economico inci-
l’esito è stato una forte contrasto tra la forza economica e produttiva bresciana e le problematiche ambientali che rispetto all’acqua e all’aria la caratterizzano. Non solo dobbiamo renderci conto che la provincia di Brescia nel suo insieme è la quinta area demografica ed economica del Paese, e che la crisi ha fortemente colpito l’economia bresciana, molto schiacciata, e me lo lasci dire da camuno, sulle tre parole chiave “laurà, laurà, laurà”, che testimoniano il nodo del produrre. Ora produrre e basta non è più sufficiente, la partita competitiva si gioca su tre piani: lavoro, e qui ci siamo, qualità ella vita e progetto di futuro. Per quanto riguarda la qualità della vita aria e acqua sono vitali. Per quanto riguarda il progetto di futuro serviva un colpo d’ala. E forse la cosa più importante è quello che è successo dopo la ricerca, nell’ambito di Campus e con una viva partecipazione del Comune. Sta nascendo un importante progetto condiviso di rilancio della città che investe ampie parti del suo territorio. Un progetto strategico di grande rilevo. Ma su questo credo che avremo modo di tornare fra non molto. A suo parere, come può saldarsi il Abbiamo stimato per il 2020 lavoro già svolto 90mila compravendite per la ricerca Brescia Next con la residenziali in meno. nuova fase che ci Insomma, il 2021 tornerà attende dopo su valori positivi ma non l’emergenza sanirecupererà la caduta. taria legata al conPoi certo, dipende cosa trasto del Covidsuccederà in Europa. 19? E Quanto può contribuire il Sistema Brescia allo sviluppo di un modello che veda La ricerca svolta su Brescia è protagonista l’edilizia? stata un’importante esperienza Direi che il lavoro che si sta fache ha messo in chiaro le pocendo e che potrebbe essere tenzialità e le criticità del terripronto per giugno è proprio il torio provinciale e del capoluofrutto di un “idem sentire” che go: sintetizzando quanto emersi è costruito sulla base della riso dalla ricerca — credo la pubcerca e che ha portato il “sisteblicazione sia ancora disponibima Brescia”, rappresentato da le in Ance Brescia e in Eseb — Campus, ad avviare una fase studio approfondito del quale nuova di condivisone e collabomolto se né parlato, direi che derà sugli investimenti. Che cosa succederà con la pesante recessione dei programmi di investimento? E sul mercato immobiliare? Abbiamo stimato per il 2020 90mila compravendite residenziali in meno. Insomma, il 2021 tornerà su valori positivi ma non recupererà la caduta. Poi certo, dipende cosa succederà in Europa, quanto la manovra complessiva di sostegno sarà sostanziale. Creme Lab che si occupa di scenari strategici e di previsioni e che vede raccolti intorno al tavolo alcune delle principali industrie produttrici e distributrici di materiali, sistemi e componenti delle costruzioni del Paese, si tiene da circa sette anni e la riunione è ogni tre mesi, oggi gli incontri sono programmati su base mensile. Tanto per dire come la base delle informazioni che abbiamo è ancora debole. Dottor Bellicini, il Cresme ha già lavorato con Ance Brescia e con la filiera del Costruito della nostra provincia, in particolare realizzando l’approfondita ricerca sul futuro di Brescia tra il 2020 e il 2050, nell’ambito dell’iniziativa Brescia Next. Quali sono gli aspetti più significativi emersi?
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razione tra istituzioni e operatori della filiera in grado di portare alla costruzione di un nuovo progetto per la città. Credo che si tratti di un percorso molto importante che può portare ad una nuova fase di rilancio. La pandemia ha colpito pesantemente il territorio e posto nuovi interrogativi su cosa fare e come farlo. La pandemia avrà conseguenze pesanti nei prossimi mesi, ma effetti ci saranno anche nel medio periodo per quanto riguarda sia i comportamenti della domanda che quelli della produzione, basterà pensare ai trasporti, al turismo, alla salute oppure ai centri commerciali e di distribuzione, o ancora a come la pandemia ha accelerato il passaggio all’uso delle Ict nel lavoro e nella vita delle relazioni e in sostanza nelle persone e nel territorio interconnessi. È probabile che anche relazioni tra area metropolitana e territorio subiranno modifiche rispetto ai trend che avevano caratterizzato i prossimi anni, l’accorciamento delle catene globali del valore in termini produttivi si accelererà. Credo che sia fondamentale il lavoro che Campus potrebbe fare nel disegnare idee e proposte innovative, un luogo di proposta di nuove politiche. Architetto Bellicini, quali strumenti nuovi potranno essere introdotti, o sarebbe bene fossero introdotti, per dare più possibilità al settore di fornire risposte positive e adeguate in termini di crescita e di creazione di valore aggiunto? La cosa più importante oggi è una riflessione seria e concreta che dovrebbe sintetizzarsi a livello nazionale in un piano di interventi articolato, in tre fasi temporali (il rialzarsi, il camminare e il correre), che metta insieme effetti della crisi, cose da fare, risorse e tempi; la stessa cosa dovrebbe avvenire sul piano locale. Da un certo punto di vista la drammaticità della situazione e le sue caratteristiche possono essere un momento di accelerazione verso una fase di cambiamento nella quale met52
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Il settore delle costruzioni dovrà essere per forza una delle voci della ripresa: nel rapporto congiunturale di novembre il focus che abbiamo sviluppato riguardava il valore economico dell’ambiente costruito tere a posto le cose che non vanno. In sostanza non è facile ma servono idee chiare e scelte innovative. Possiamo dire che la pesante crisi legata alla diffusione del Covid-19 accelera la riflessione e mi auguro l’azione, per porre al centro del dibattito pubblico, politico, sociale ed economico, il ruolo e il contributo del settore? È certo come abbiamo detto prima che il settore delle costruzioni è parte importante di questo ripensamento olistico del nostro vivere, noi passiamo il 90% del nostro tempo all’interno di prodotti delle costruzioni, case, uffici, fabbriche, infrastrutture sono tutti prodotti delle costruzioni all’interno dei quali viviamo. Pensiamo a come la quarantena e lo smart working ridisegnano la domanda di spazio e la funzione della casa nelle aree urbane, pensiamo a come la stessa mobilità dovrà essere ripensata. Allo stesso tempo sono le costruzioni che devono cogliere la drammatica sfida per avviare una fase di profonda innovazione. Giovanni Arrighi sosteneva che dal 300 ad oggi ci fossero stati 4 cicli sistemi di accumulazione e che stavamo per entrare nel quinto. Questi cicli di accumulazione erano modelli socio-economici con aree leader, ed erano caratterizzati da passaggi di fase, grandi cambiamenti che mettevano in gioco leadership politica
e militare, sistemi tecnologici, distribuzione della ricchezza, modelli di produttività, a da un modello ad un altro: per intenderci Arrighi sosteneva che dal 1350 al 1500 il modello vincente era stato quello delle città stato italiane, che dopo circa due secoli sarebbe entrato in crisi a vantaggio del secolo d’oro dell’Olanda, che poi avrebbe lasciato il passo al secolo inglese, poi sostituito da quello americano. Ogni volta, ogni passaggio, cambiava il mondo e spesso il cambiamento era segnato da una grandissima crisi finanziaria, oltre che da guerre determinate dallo scontro tra vecchi e nuovi modelli e poteri. Quarta rivoluzione industriale, digitalizzazione e computabilità, globalizzazione, polarizzazione e giustizia sociale, crisi ambientale e naturale, sono tutte questioni da tempo sul tappeto che con questa crisi potrebbe vedere l’emergere di nuove risposte. Non è facile certo, la crisi pandemica sta dimostrando grandi difficoltà nella definizione della risposta. Del resto, è probabile, se non ceto, che il prossimo ciclo sistemico sarà multipolare e quindi più complesso. Dottor Bellicini, come mai le imprese di costruzioni italiane fanno così fatica a imporsi sui mercati mondiali? È solo o soprattutto una questione di dimensioni? Operare sui mercati internazionali è frutto di due modalità
operative: la prima è certamente legata alle dimensioni, il decimo general contractor delle costruzioni a livello mondiale è la Francese Bouygues che fatturava nel 2018, 32 miliardi di dollari; la prima era la cinese China State Construction Engineering Corporation che ha fatturato 170 miliardi di dollari. Nel 2018 la principale impresa italiana fatturava 6,8 miliardi di dollari, le altre imprese italiane, se si esclude il settore petrolifero (oggi però in forte crisi), hanno fatturati molto più bassi. Ciononostante, l’Italia nel 2018 vantava 12 imprese presenti tra le prime 250 del mondo. La Francia ne aveva tre, la Spagna nove, la Germania quattro, Inghilterra e Olanda tre. L’indagine dell’Ance individuava tra e 40 e le 50 imprese italiane che operavano all’estero. La seconda strada è quindi quella della specializzazione che consente di andare all’estero pur con fatturati diversi, bisogna però avere le relazioni, le capacità. Di certo possiamo dire che il sistema delle costruzioni italiano ha perso terreno nel contesto internazionale rispetto a quanto è accaduto nel passato e basterà pensare agli anni ‘70 quando le imprese italiane erano leader in molti settori del mercato mondiale. Quante dighe nel mondo sono state fatte da imprese italiane in quegli anni? È anche vero che il mercato estero è rischioso, mette in gioco opere di dimensioni rilevanti, spesso in Boot, e che la presenza nei mercati esteri dovrebbe essere bilanciata da mercati nazionali più stabili. Certo oggi possiamo dire che la presenza italiana all’estero è debole, e che la dimensione resta un problema. Ma, forse, la strada da cui ripartire dovrebbe essere quella della capacità innovare i processi costruttivi detenendone il know-how. Sono convinto che chi delle costruzioni sarà in grado di porsi alla testa dell’innovazione, dati i grandi cambiamenti che stanno avvenendo potrà giocare una partita vincente.
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IIll corso corso trien triennale rien nnale nasce asce con l’’obie con obiettiv ttt vo di dare una rrispos isp posta co concre nc eta ai a ragaz ag gazzi cche de desider esider de ano in inserirs nserir eri si n l me nel mercat erca cato del d l lavor oro ro con u a pr una professionalit ofessionali nalità elevata. Gli studenti G stu tudenti impar impa parano attrrav att a aver erso so a attivit ttivit v à prrati atiche che he iin n labo a orator orio io e periodi periodi di formazione form rmazione nelle nel elle imprese imprese e edili del edili del ter errit ritorio o.
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FOTOLIVE
lavori in corso
Nastri gialli: il punto A sui cantieri bresciani Ance Brescia passa in rassegna le diverse segnalazioni a livello locale, riportate nel secondo numero 2019 di “Costruire il futuro”, valutando il raggiungimento o meno dei risultati attesi
Call to action
1. Individua la zona da segnalare
maggio dello scorso anno è partita la campagna di segnalazione “nastri gialli”, che denuncia casi di incuria e abbandono nei centri urbani di tutta Italia, con particolare attenzione a immobili e infrastrutture cantierizzati, ma fermi da diversi anni. Ance Brescia, che sin dagli inizi ha aderito alla movimentazione nazionale messa in campo da Ance, ha voluto rafforzare la protesta #bloccadegrado indicando a suo tempo quali opere, nel territorio bresciano, sono oggetto di gravosi ritardi che ledono alla ripresa economica e all’occupazione locale, alla rigenerazione urbana, alla mobilità e alla realizzazione di contesti urbani orien-
2. Poni l’apposito nastro giallo vicino all’area
3. Scatta la foto in modo tale che sia ben visibile la situazione di degrado e il nastro o cartello
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Lotto funzionale Alta velocità tratto Brescia Est - Verona 1° lotto costruttivo
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2° lotto costruttivo Totale investimento
Importi in Milioni di Euro
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237,5 *
4. Invia la foto a bloccadegrado.it, compilando il modello di segnalazione
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Totale 1.892
Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 10 marzo 2020 - Allegato 3
* Inclusa anticipazione al General Contractor
tati a un maggior benessere dei cittadini. I casi segnalati da Ance Brescia l’estate scorsa bloccavano lavori per circa 3 miliardi e oltre 653 milioni di euro totali: la linea Alta velocità Brescia-Verona; la Corda Molle Ospitaletto-Montichiari; l’Autostrada Valtrompia; il progetto Barghe-Idro, in attesa di sviluppi dal 2008; la Tangenziale Orzivecchi, variante alla SP 235 di Orzivecchi; il raccordo A 35 Orzinuovi - SPex SS 668; la Piccola Velocità, scalo merci di via Dalmazia; l’impianto di depurazione del Garda; il depuratore della Val Trompia; l’ampliamento del carcere di Verziano; la Tangenziale di Isorella e il nuovo Polo Logistico Esselunga di Ospitaletto. A quasi un anno di distanza, nonostante le evidenti complessità scaturite dall’emergenza sanitaria Covid-19, Ance Brescia può tirare alcune somme, soddisfatta dell’avanzamento di alcuni lavori, ma ancora perplessa per gli innumerevoli intoppi e le lunghe tempistiche che continuano a interessare diversi cantieri in provincia di Brescia. Anticipato a fine 2025 il termine dei lavori per il tratto Brescia Est-Verona della Tav sul Garda. Dopo svariati rallentamenti, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è ufficialmente partita la realizzazione del secondo lotto costruttivo dell’Alta Velocità Brescia-Verona. L’opera prevede il comple-
2025
A quasi un anno di distanza, nonostante le complessità scaturite dall’emergenza Covid-19, Ance Brescia può essere soddisfatta dell’avanzamento di alcuni lavori, ma ancora perplessa per gli innumerevoli intoppi e le lunghe tempistiche che continuano a interessare diversi cantieri in provincia di Brescia tamento di opere civili (5,2 chilometri di interconnessione di Brescia Est), interventi di mitigazione acustica e la realizzazione della sovrastruttura ferroviaria e degli impianti tecnologici necessari all’attivazione del lotto funzionale Brescia Est-Verona. Lavori che incidono per 607 milioni di euro e che, sommati agli interventi del primo lotto, relativi a opere civili negli oltre 40 chilometri della linea e a opere di interconnessione di Verona Merci, raggiungono un valore di spesa già finanziato di oltre 2,5 miliardi di euro. Per l’emergenza Covid-19 i cantieri ferroviari rallentano per evitare la diffusione del virus nel rispetto delle ordinanze anti-contagio. Sebbene sia ancora presto per valutare la puntualità o l’eventuale estensione delle scadenze programmate, si spera comunque che, dopo 27 anni di attesa (la progettazione della
5. Condividi lo scatto sui social utilizzando l’hashtag #bloccadegrado e aggiungi una breve didascalia che indichi il luogo dello scatto
Tav Brescia-Verona risale al 1993), i lavori possano finalmente vedere la parola fine. Bisognerà, invece, attendere ancora per la trasformazione della zona della Piccola Velocità, scalo merci per i treni di via Dalmazia, in un moderno terminal intermodale in linea con gli standard europei. Il progetto di Mercitalia e della svizzera Hupac impegna un investimento stimato sui 60 milioni di euro che deve, però, affrontare un iter lungo e complesso, condizionato anche dagli interventi di bonifica dell’area Caffaro. Un punto di domanda anche sull’autostrada della Val Trompia, atteso raccordo tra Concesio a Sarezzo e Lumezzane. Dopo il tanto agognato via ai lavori, un altro freno ostacola la sua realizzazione: la recente rela-
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lavori in corso
Cronoprogramma delle attività
* Data di ultimazione da riprogrammare a seguito confronti con GC. ** Tempistiche riprogrammate con l’obiettivo di garantire l’attivazione della tratta AV/AC entro dicembre 2025.
zione presentata dall’Arpa dichiara che le terre di scavo movimentate nel cantiere di Codolazza, tra Concesio e Villa Carcina, per la costruzione del tratto di bretella corrispondente, contengono metalli pesanti e composti idrocarburici contaminanti. Ora il piano di utilizzo delle terre sarà vagliato dal Ministero dell’Ambiente, mentre gli enti locali collaborano con Arpa per assicurare il rispetto delle norme ambientali e per portare a termine le operazioni di cantiere. Il suolo inquinato allunga anche i tempi di realizzazione del maxi Polo Logistico Esselunga di Ospitaletto. Prima di procedere alla sua realizzazione, infatti, Esselunga dovrà completare una complessa bonifica del sito dell’ex-fonderia Stefana, iter burocratico ora al vaglio di Regione Lombardia. Dopo quasi un decennio di letargo ripartono i lavori alla Corda Molle. L’opera di collegamento autostradale Montichiari-Ospitaletto è ferma dal 2012, anno in cui è stato ultimato il primo tratto da Montichiari ad Azzano Mella. L’inaugurazione del secondo tratto, 11,5 chilometri che partono dalla Bassa bresciana e arrivano fino a Ospitaletto, per i quali sono previsti investimenti per 85 milioni di euro, è in programma per il 2022. Se i tempi saranno rispettati, tra due anni giungerà a compimento il progetto di interconnessione tra le tre autostrade che attraversano il territorio bresciano: A4, A35-BreBeMi e A21. Si spera, invece, già quest’anno, di fare il punto sui lavori di realizzazione della tangenziale di Isorella, inserita nel programma triennale 2018-2020 delle opere pubbliche della Provincia di Brescia, mentre si dovrà attendere il 2023, scadenza indicata dal Ministero della Giustizia, per veder concretizzati gli interventi di adeguamento e di ampliamento del carcere di Verziano. 56
marzo/aprile/2020
Dovrebbe partire a breve anche la prima tranche di lavori per la Barghe-Idro, un progetto da 160 milioni di euro. Lo scorso anno il consigliere delegato alle infrastrutture della Provincia di Brescia Antonio Bazzani aveva, infatti, diffuso la notizia che sarebbe iniziata questa primavera la realizzazione del tratto Vestone-Idro, per un costo di circa 55 milioni di euro. Pare siano previsti sempre nel 2020 gli interventi di bonifica e i lavori di completamento della tangenziale tra Orzinuovi e Orzivecchi, primo tratto della nuova Sp 235, per i quali la Provincia ha disposto i fondi a metà dello scorso anno. La strada, chiusa al traffico da circa un decennio a causa degli scarti di fonderia utilizzati come sottofondo, dovrà essere tenuta costantemente sotto controllo per evitare eventuali contaminazioni delle falde acquifere. Nessun novità, invece, per il restante tratto della nuova strada provinciale Orceana: dopo il completamento del raccordo tra Lograto e Torbole Casaglia da parte del Comune di competenza, restano fermi i lavori per l’opera che avrebbe dovuto sostituire l’ex statale 235 per liberare dal traffico intenso i centri dei Comuni disposti lungo l’asse viario tra Brescia e Orzinuovi. Per gli interventi di eliminazione delle intersezioni a raso e di messa in sicurezza dell'arteria A35 Orzinuovi — SPex SS 668 nella tratta Orzinuovi-Lonato — variante est di Montichiari, invece, il sito della Provincia di Brescia riporta che, verso la seconda metà di febbraio, è stato l’appalto di gara è stato affidato per un importo di circa 27mila euro. Non si arresta, in questo periodo, neanche la discussione intorno alla realizzazione dell’impianto di depurazione del Garda. Nonostante le amministrazioni locali interes-
Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 10 marzo 2020 - Allegato 2
sate siano impegnate sul fronte dell’emergenza sanitaria, il Ministero dell’Ambiente ha annunciato la riconvocazione del tavolo tecnico per esaminare il progetto del doppio depuratore a Montichiari e a Gavardo. In Val Trompia, l’iter per la realizzazione del depuratore, opera da 27 milioni di euro per il trattamento dei reflui civili di 11 Comuni che scaricano direttamente nel fiume Mella, sembra procedere indisturbato. L’opera dovrebbe essere ultimata nel corso del prossimo anno. Non è possibile valutare tuttavia eventuali slittamenti temporali dovuti al blocco delle attività per Covid-19, ma sul sito dell’Azienda servizi Valtrompia (www.asvt-spa.it) si può monitorare l’avanzamento dei lavori, ora in fase di inizio cantierizzazione.
Sono diversi gli interventi edili nel bresciano che necessitano di una forte spinta. Molti progetti fermi da anni, e in alcuni casi decenni, forse andrebbero addirittura rivisti alla luce delle nuove esigenze urbanistiche e del vivere quotidiano. Il movimento dei Nastri gialli non ferma l’attività di controllo e di segnalazione #bloccadegrado e Ance continuerà a indicare misure urgenti e possibili percorsi per sburocratizzare il Paese, accelerare i lavori facendo operare imprese serie e regolari, sostenendo al contempo imprenditori e lavoratori, anche, e soprattutto, nella fase di rilancio del settore dopo il blocco di diverse settimane, tra marzo e aprile, delle attività edili, a seguito del Dpcm del 22 marzo 2020.
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OPPORTUNITÀ DI CRESCITA PER GLI OPERATORI DEL SETTORE
LA FORMAZIONE ESEB È UN DIRITTO PER IMPRESE E OPERAI ISCRITTI ALLA CASSA
ANNI DI WELFARE
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scenari
Gli effetti virali per l’impresa di costruzioni
di Angelo Luigi Camillo Ciribini Professore del Dicatam, Università degli Studi di Brescia
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marzo/aprile/2020
L’
emergenza pandemica ha, come noto, decretato il blocco, quasi totale, dei cantieri edili e infrastrutturali che sono chiamati alla riapertura assieme alle catene di fornitura correlate. Molto si è discusso di piani di sicurezza e di coordinamento, di piani operativi di sicurezza, di documenti di valutazione del rischio e degli addendum a essi inerenti, specie in merito al rischio specifico di carattere biologico. Numerosi, a livello nazionale e internazionale, sono stati i protocolli: oltre che in Italia, in Francia in Germania, nel Regno Unito, in Spagna, predisposti a livello bilaterale paritetico o da singole organizzazioni. Per quanto attiene agli aspetti puntuali, di là di elementi specifici, come, ad esempio, l’entità del distanziamento minimo, variabile tra uno e due metri, oppure della necessità di indossare mascherine FFFP senza valvola al di sotto di esso, la principale disputa ha riguardato
l’identità del soggetto che, committente o datore di lavoro, dovesse sostenerne gli oneri (dai dispositivi di protezione individuale alla sanificazione), di per se stessi palesemente artificiosamente accresciuti per la circostanza. Tra moduli da compilare e verifiche da effettuare non vi è stato, dunque, che l’imbarazzo della scelta, auspicando che non si aprano di continuo vertenze tra le parti contrattuali e tra le parti sociali. Poiché, però, ci si augura che l’emergenza possa avere una durata circoscritta, sia per via del possibile indebolimento del virus sia in virtù delle terapie e dei vaccini ipotizzabili, il rischio che si corre, parlando del prima e del dopo, è quello di assumere posizioni fuorvianti, ritenendole svolte epocali. D’altro parte, la opportunità di utilizzare mezzi di trasporto individuali, attualmente quasi obbligata, pare, ad esempio, contraria a ciò che sinora si è professato come avanzato.
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Il cantiere aggredito dalla pandemìa può rivelarsi, in definitiva, come i l luogo in cui si avvii una nuova narrazione, una nuova identità, che nulla abbia da invidiare ai cugini manifatturieri Al contempo, tuttavia, partendo proprio dalle misure attinenti alla convivenza col fenomeno virale, anche trascendendo gli obblighi legislativi pertinenti ai modelli organizzativi, è forse possibile immaginare soluzioni gestionali che trascendano la contingenza e che non siano limitate a eventuali, prossime, pandemìe.
Ciò accade perché, guardando anche ad alcuni casi proposti in ambito manifatturiero, sembra palese un approccio ulteriore, supplementare a quanto sin qui menzionato, che si rivolge all’ecosistema più vasto dei nuclei familiari dei lavoratori, a cui sembra che possano proporsi polizze assicurative e screening sanitari. Lo scenario, che si unisce a un presidio medico continuativo presso il luogo produttivo, in grado di intervenire immediatamente per isolare e per confinare il soggetto contagiato, e a precauzioni legate alla logistica del trasferimento e della mobilità dei lavoratori, allude a forme di preservazione della salute degli addetti, vere e proprie risorse (umane) delle aziende e delle imprese, nonché, naturalmente, alla preoccupazione di non decretare un ulteriore fermo della produzione. Se anche non si andasse sino a quel livello (del resto, la fabbrica non è un cantiere, bensì un luogo meno complesso, per cer-
ti versi), è chiaro che il lascito di medio e di lungo periodo legato a questa circostanza riguarda il carattere organizzativo, industriale, a prescindere da ogni eventuale automazione, che le imprese e i cantieri sono chiamati ad assumere. Anche in questo caso, non si tratta certo di una novità, laddove l’allegato al testo legislativo riguardante i contenuti del piano della sicurezza e di coordinamento citava espressamente la configurazione spaziale del cantiere e i legami di propedeuticità temporale tra le attività. È probabile, invero, che, oltre alla disputa relativa agli oneri da sostenere, se ne avvii una addizionale inerente a eventuali penalità contrattuali che un committente intenda applicare a controparti costrette a rallentare la produzione a causa del focolaio di contagio insorgente. È a questo proposito, infatti, che oggi Domanda e Offerta sono chiamate a immaginare che possa avvenire, in termini collaborativi, una svolta evolutiva
che le investa direttamente e che si ripercuota su di esse. Allorché, infatti, parliamo con enfasi del 4.0, ovvero di una quarta rivoluzione industriale, cerchiamo sempre di mettere in campo soluzioni tecnologiche avanzate per il cantiere digitale: Ance Brescia, Eseb e Università degli Studi di Brescia lo stavano già facendo in merito alla sensoristica di allerta di prossimità che concerne la relazione che intercorre tra operatori e macchinari, attualmente trasferita, per il distanziamento fisico, al rapporto tra addetti. In realtà, accanto a un cantiere che si vorrebbe sempre più circolare, digitale, sostenibile, persino inclusivo, si pone la autentica, scomoda, annosissima posta in gioco, vale a dire la nozione di industrializzazione che, più che ad automi e a prefabbricati (denominati Robotics e Off Site) rimanda al fare impresa, nel senso della cultura manageriale (ben oltre il corrispondente carattere familiare o meno), alla capitalizzazione delle società, alle loro dimensioni, e così via. Probabilmente, la specificità della pandemìa consiste proprio nell’avere messo a nudo e accelerato dinamiche trasformative embrionali e latenti, non risolvibili semplicemente ricorrendo a un arsenale di guanti, di mascherine, di disinfettanti e di quant’altro. Le distanze che dovranno sussistere tra gli attori in cantiere dovrebbero, al contrario, decretare l’avvicinamento degli imprenditori, così già duramente provati dalla drammatica crisi strutturale avviatasi tra il 2007 e il 2008, a un racconto che non si limiti alle sacrosante istanze attinenti alla semplificazione amministrativa, alla liquidità, alla fiscalità e ad altro. Il cantiere aggredito dalla pandemìa può rivelarsi, in definitiva, come il luogo in cui si avvii una nuova narrazione, una nuova identità, che nulla abbia da invidiare ai cugini manifatturieri. marzo/aprile/2020
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FOTOLIVE
cape
I dati Cape sull’occupazione nel settore edile bresciano L’aggiornamento di inizio anno mostra le ripercussioni del Covid-19 e del lockdown sul numero di occupati nel comparto delle costruzioni 60
marzo/aprile/2020
I
dati Cape del quadriennio 2016-2019 evidenziavano un trend positivo per il settore edile, con un aumento del numero degli occupati. Il 2019 si era chiuso, infatti, positivamente, registrando un incremento del 24% rispetto al 2016. Anche il numero delle imprese era in aumento, con 2.905 realtà presenti sul territorio. Non si possono ancora quantificare con esattezza le ripercussioni che l’emergenza epidemiologica da coronavirus ha avuto sul settore edile bresciano, ma Cassa edile persevera nel compito di monitorare la situazione e le sue ricadute sul comparto del Costruito. Gli ultimi dati disponibili, aggiornati a fine febbraio, preannunciano le difficoltà economiche che, con l’inizio della primavera, si sono acutizzate interessando tutti i settori, oltre che l’intera filiera edile. I dati Cape
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Imprese attive Periodo
2016
2017
2018
2019
2020
ottobre 2015 settembre 2016
ottobre 2016 settembre 2017
ottobre 2017 settembre 2018
ottobre 2018 settembre 2019
ottobre 2019 settembre 2020
Diff. in %
Diff. in %
sull’esercizio 2019
sull’esercizio 2016
Ottobre
2.228
2.195
2.172
2.248
2.304
2,49%
3,41%
Novembre
2.226
2.188
2.182
2.251
2.296
2,00%
3,14%
Dicembre
2.213
2.148
2.154
2.228
2.272
1,97%
2,67%
Gennaio
2.160
2.117
2.096
2.164
2.229
3,00%
3,19%
Febbraio
2.163
2.118
2.118
2.195
2.173
-1,00%
0,46%
Media mensile imprese attive ottobre-febbraio
2.198
2.153
2.144
2.217
2.255
1,70%
2,58%
2.695
2.774
2.905
Numero imprese presenti nell’esercizio
2.714
Operai occupati Periodo
2016
2017
2018
2019
2020
ottobre 2015 settembre 2016
ottobre 2016 settembre 2017
ottobre 2017 settembre 2018
ottobre 2018 settembre 2019
ottobre 2019 settembre 2020
Diff. in %
Diff. in %
sull’esercizio 2019
sull’esercizio 2016
Ottobre
10.154
10.332
11.054
11.565
12.028
4,00%
18,46%
Novembre
10.064
10.465
11.053
11.648
12.012
3,13%
19,36%
Dicembre
9.873
10.282
10.654
11.432
11.644
1,85%
17,94%
Gennaio
9.737
9.740
10.280
11.132
11.219
0,78%
15,22%
Febbraio
9.733
9.718
10.362
11.368
10.541
-7,27%
8,30%
Media mensile operai occupati ottobre-febbraio
9.912
10.107
10.681
11.429
11.489
0,52%
15,91%
16.988
18.063
Numero operai occupati nell’esercizio
15.774
19.579
Dati aggiornati al 9 aprile 2020
sulle imprese attive sul territorio registra un trend ancora positivo, ma ha subito un calo dell’1% nel mese di febbraio rispetto allo stesso mese del 2019. Sempre considerando la variazione percentuale tra febbraio 2020 e febbraio 2019, il numero degli occupati nel settore cerca di mantenere il segno più, ma deve fare i conti con un pesante -7,27%. Il panorama nazionale non è sicuramente incoraggiante: un’analisi realizzata a marzo da Unioncamere sui fabbisogni occupazionali delle im-
prese private dell’industria e dei servizi, calcola che anche nei comparti delle costruzioni si registrerà un calo di 31mila unità nello stock di occupati. A causa delle prime restrizioni e, in seguito, del lockdown e dello stop delle attività cantieristiche, i dati di Cassa edile riportano una significativa diminuzione delle ore di lavoro: rispetto agli stessi mesi del 2019 sono -1,50% le ore lavorate in meno a gennaio e -3,01% quelle in febbraio. Cape continuerà a supportare lavoratori e imprenditori ero-
gando cospicue somme per la gestione dei rimborsi spese alle imprese e per la gestione assistenze a operai e impiegati (pari a oltre tre milioni di euro nel 2019) e fornendo servizi di welfare e assistenza specifica. Il 2020 sarà sicuramente un anno difficile per il settore, per molti più pesante e problematico del post-2008. Sarà tanto più duro quanto più lenta sarà la ripresa. La graduale decrescita del livello di disoccupazione locale che si stava verificando a fine 2019 potrebbe brusca-
mente invertirsi, ma se si riusciranno a far ripartire presto e bene le attività edili, con l’avvio programmato di nuovi cantieri e procedure di gara e con un corposo sostegno economico, le imprese continueranno a garantire posti di lavoro per rafforzare il proprio organico. In ogni caso, i dati che Cassa edile registrerà e analizzerà nei prossimi mesi daranno un chiaro riscontro di che direzione verrà presa e di cosa resta da fare per la rinascita e la crescita del settore edile locale. marzo/aprile/2020
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Rappresenta e tutela gli interessi dell’impresa. Assiste e supporta la gestione dell’impresa con servizi e consulenza mirati. Favorisce sinergie con altri Associati.
ANCE è tutto questo!
COLLEGIO DEI COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA
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ance brescia
Dai notiziari mensili di marzo e aprile 2020, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavoro, tributi, rifiuti, trasporti. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
COVID-19 LAVORO
SUPPLEMENTO N. AL N. /2019 DI “COSTRUIRE IL FUTURO” RIVISTA BIMESTRALE DI ANCE BRESCIA
ISSN 2465-3101
Via U. Foscolo, 6 - 25128 Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia del 5 settembre 1951 n. 54 Direttore responsabile: Francesco Zanframundo Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L. 27/02/2004 n. 46)
marzo / Inps: Cigo per Covid-19. Modalità di presentazione della domanda Con la circolare n. 1321 del 23 marzo 2020, l’Inps ha diramato le prime indicazioni concernenti le modalità di presentazione delle domande di Cassa integrazione guadagni ordinaria prevista dal decreto legge n. 18/2020, per le quali è stata rilasciata una nuova e specifica causale, denominata “COVID-19 nazionale”. Il citato decreto legge, introducendo una deroga alle scadenze consuete, prevede che le domande di accesso al trattamento di Cigo, per la causale sopra indicata, debbano essere inviate telematicamente entro la fine del quarto mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione
Ance Brescia aggiorna costantemente le imprese e i lavoratori sulle disposizioni in vigore per il contrasto del virus Covid-19. Visita il sito per consultare le indicazioni utili ad affrontare l’emergenza e la ripresa delle attività.
o di riduzione dell’attività lavorativa.
marzo / Inps: Cigo per Covid-19. Ulteriori istruzioni Con la circolare n. 47 del 28 marzo 2020, l’Istituto ha inteso illustrare le misure a sostegno del reddito previste dal decreto legge n. 18/2020, relativamente alle ipotesi di sospensione o
possono richiedere, ai sensi del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 148, la Cassa integrazione guadagni ordinaria e, quindi, anche il nuovo ammortizzatore sociale. Maggiori dettagli sul sito di Ance Brescia.
riduzione dell’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19, nonché alla gestione dell’iter concessorio relativo alla nuova fattispecie di Cassa integrazione guadagni ordinaria introdotta dall’art. 19 del medesimo decreto. L’Istituto opportunamente ricorda, in via preliminare, quali datori
aprile / Agenzia delle entrate. Bonus da riconoscere ai lavoratori dipendenti per il mese di marzo 2020 L’articolo 63, comma 1, del Decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, prevede che ai titolari di redditi di lavoro dipendente, che possiedano un reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente di importo non superiore a 40.000 euro, spetta un bonus, per il mese di marzo 2020, pari a 100 euro da rapportare al numero di
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ance brescia
giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese. Per espressa previsione normativa, tale bonus non concorre alla formazione del reddito ed è riconosciuto dal datore-sostituto d’imposta, in via automatica, a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno. L’Agenzia delle entrate ha fornito, in una serie di provvedimenti, i chiarimenti utili per l’applicazione della norma sopra riportata. Disponibili sul sito di Ance Brescia la circolare n. 8 dell’Agenzia delle entrate del 3 aprile 2020 e le risoluzioni del 31 marzo 2020, n. 17 e del 9 aprile 2020, n. 18. 64
TRIBUTI
aprile / Decreto liquidità. Sospensione dei versamenti tributari e contributivi per aprile e maggio 2020 Il decreto Liquidità, approvato dal Consiglio dei Ministro del 6 aprile, ha previsto la sospensione, rispettivamente, per i mesi di aprile e maggio 2020, dei versamenti di ritenute su redditi lavoro dipendente, addizionali Irpef, Iva e contributi previdenziali e Inail. La sospensione viene riconosciuta a tutti i contribuenti: 1) con ricavi o compensi inferiori a 50 milioni di euro, a condizione di aver subito una diminuzione dei ricavi o dei compensi di almeno il 33%; 2) con ricavi o compensi superiori a 50
marzo/aprile/2020
milioni di euro a condizione di aver subito una diminuzione dei ricavi o dei compensi di almeno del 50%. La diminuzione dei ricavi o dei compensi nei mesi di marzo e aprile 2020 deve essere calcolata rispetto agli stessi mesi del 2019. Per le zone più colpite, fra le quali figura Brescia, si prescinde dalla soglia di fatturato, essendo sufficiente il calo di fatturato del 33%.
RIFIUTI
marzo / Rinvio scadenze adempimenti ambientali L’Associazione informa che è prorogato al 30 giugno 2020 il termine per la presentazione della dichiarazione annuale ambientale Mud di cui alla legge
70/1994, con riferimento ai rifiuti del 2019. Sono esonerati i produttori di rifiuti non pericolosi derivanti dalle attività di demolizione e costruzione, nonché le imprese che trasportano i propri rifiuti non pericolosi di cui all’art. 212, comma 8, del D.lgs. 152/2006. Si sposta al 30 giugno anche il termine per il versamento del contributo annuale che devono corrispondere le imprese iscritte all’Albo Gestori ambientali. Inoltre, fino al 15 giugno 2020 conservano la loro validità le autorizzazioni/iscrizioni all’Albo Gestori ambientali in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e il 15 aprile 2020. Sul sito l’Associazione fornisce anche chiare delucidazioni in merito al tema dello smaltimento di terre e rocce da scavo e riporta le indicazioni di Regione Lombardia per la gestione dei rifiuti nell’ambito dell’emergenza Covid19.
TRASPORTI
marzo / Rinvio scadenze per il settore dell’autotrasporto Il decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, c.d. “Cura Italia”, ha introdotto delle modifiche per quanto concerne il settore dell’autotrasporto. Il sito di Ance Brescia riporta le proroghe che interessano: la circolazione dei veicoli da sottoporre alle attività di revisione e
alle attività di visita e prova; il rinnovo della patente di guida e la validità delle carte di qualificazione del conducente (Cqc) e dei certificati di formazione professionale (Cfp) per il trasporto di merci pericolose. L’Associazione ricorda anche che, con Dgr n. 2965 del 23 marzo 2020, Regione Lombardia ha sospeso il pagamento del Bollo auto, dell’Ecotassa e della Tassa sulle concessioni. La sospensione interessa tutti i soggetti che hanno domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nel territorio lombardo. Resta comunque aperta la possibilità di pagamento per tutti quei contribuenti che volessero assolvere all’obbligo tributario alle scadenze previste, lo stesso vale per i pagamenti in domiciliazione bancaria.
aprile / Pubblicate sul sito del Mit tutte le misure di contrasto al Covid-19 Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid19, ha adottato una serie di misure per la riduzione della mobilità delle persone, i controlli sui mezzi di trasporto, la tutela della libera circolazione delle merci e della sicurezza nei cantieri. Sul sito di Ance Brescia sono disponibili le deliberazioni prese nei vari settori.
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