ISSN 2612-5595
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Rivista bimestrale di ANCE Brescia
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Il Presidente il Comitato di Presidenza e il Consiglio Direttivo del Collegio dei Costruttori - Ance Brescia porgono a tutti gli associati i migliori auguri di Buon Natale e Buon Anno
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2020 Calendario
Gennaio | January L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Febbraio | February 6 7 8 9 10 11 12
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Aprile | April L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Settembre | September 10 11 12 13 14 15 16
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Novembre | November 5 6 7 8 9 10 11
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Giugno | June
Agosto | August
Ottobre | October L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Maggio | May
Luglio | July L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Marzo | March
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Dicembre | December 16 17 18 19 20 21 22
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Editoriale / 1
Avanti contro la malaburocrazia È stato un anno sicuramente impegnativo, ma Ance Brescia si è dimostrata una realtà solida, una squadra coesa, a differenza del generale clima di divisione, con i cambi di governo e le contestazioni tra fazioni politiche in carica. In continuità con i valori e i lungimiranti punti programmatici portati avanti negli scorsi anni, l’Associazione ha seguitato a dar voce alle esigenze delle imprese edili nel panorama amministrativo locale e nazionale. Messe a dura prova da split payment, decreto fiscale, imprecise normative sullo smaltimento dei rifiuti, concorrenza sleale, inefficaci provvedimenti sblocca cantieri, limitazioni ai subappalti e malaburocrazia, Ance Brescia ha lavorato affinché venissero attuate misure più chiare, efficaci e tempestive. Abbiamo chiesto ai Governi che si sono succeduti manovre più coraggiose, che permettessero al comparto di crescere e svilupparsi. Un’evoluzione che deve consentire a imprese e lavoratori di portare avanti le proprie attività senza troppe preoccupazioni, favorendo un’implementazione digitale dell’intera filiera del costruito. Nel 2020 l’Associazione continuerà a supportare le aziende, stimolando l’adozione di strumenti 4.0 e di un approccio digital. Non si può pensare di affrontare le sfide del settore, che non sono più future ma presenti, con strumenti arretrati: alle tecnologie a disposizione vanno affiancate normative aggiornate che spingano le imprese a lavorare sfruttando tutte le possibilità a loro disposizione. L’anno nuovo riconfermerà l’impegno di Ance Brescia nel trovare le risposte e le chiavi di svolta per un cambiamento concreNEL 2020 L’ASSOCIAZIONE to, che porti benefici immediati e a lunCONTINUERÀ go termine agli operatori del settore, A SUPPORTARE LE AZIENDE, STIMOLANDO L’ADOZIONE ancora oppressi da ritardi, scartoffie DI STRUMENTI 4.0 burocratiche e soluzioni inefficaci. A E DI UN APPROCCIO DIGITAL Brescia continuerà il nostro servizio volto a sostenere le imprese oneste e combattere l’illegalità, promuovere la qualità dei prodotti e incoraggiare modelli sostenibili, formare le maestranze specializzate del domani e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Queste sono solo alcune delle azioni cardine del nostro operato sul territorio, supportato dalla fondamentale collaborazione con i nostri due enti bilaterali. Sul fronte nazionale, l’Associazione lavora a un 2020 di celeri chiarimenti su diversi temi, puntando a ottenere regolamenti attuabili, soprattutto nel campo degli appalti pubblici, per evitare un pericoloso vuoto normativo. Sblocca Cantieri e Codice Appalti restano, infatti, due dei macro-temi a cui trovare rapida soluzione. Non solo le carenze di entrambi causano una concatenazione di gravi problemi per il settore e la comunità, ma le limitazioni ai subappalti e la mancata considerazione del modello Bim nella bozza del regolamento attuativo del Codice appalti, dimostrano che il Mit non ha ben chiara la direzione che il settore edile vuole seguire. Restano ancora troppe le opere ferme, circa 750 in tutta Italia. Quasi la metà sono interventi su ponti e viadotti a rischio idrogeologico. La causa risiede sempre in una macchina burocratica lenta e inefficace, che frena i 62 miliardi di euro stanziati per i cantieri ancora bloccati. In un mondo che cambia ogni giorno, queste opere, una volta ultimate, rischiano di rispondere a esigenze ormai obsolete. Un altro punto su cui l’Associazione non arretra è la pressione fiscale che grava sulla liquidità delle imprese edili italiane: assolutamente da rivedere l’articolo 4 del Decreto Fiscale, che comporta un costo per le imprese stimato sui circa 250 milioni di euro all’anno, oltre che un aggravio burocratico per la Pubblica Amministrazione. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
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Editoriale / 2
Il bilancio di un anno di impegno Trascorso un altro anno, possiamo tirare le somme di quanto è stato fatto e prevedere quali saranno le azioni da portare avanti nel corso del 2020. La costante nel tempo? L’impegno di Ance Brescia nel fornire alle imprese associate un valido supporto per affrontare le sfide del mercato e i complessi meccanismi normativi che regolano il settore edile. In oltre 70 anni di attività sul territorio, l’Associazione ha dotato le aziende di strumenti utili a operare al meglio, in trasparenza e nel rispetto delle regole, fornendo assistenza diretta e immediata in diverse materie. A testimonianza della propria vicinanza alle imprese bresciane, ad inizio 2019 l’Associazione ha organizzato diversi incontri sul territorio per discutere con i costruttori e gli imprenditori della città e dell’hinterland gli aspetti di maggiore interesse per ciascuna zona. Un’attenzione all’edilizia e al territorio che si consacra nella volontà quotidiana di dare risposte concrete ai lavoratori del comparto, troppo spesso disorientati dal labirinto tracciato dalla burocrazia odierna. Di rilievo anche il servizio di consulenza prestato alle pubbliche amministrazioni bresciane e ai Rup, sempre più allarmati dai pericolosi risvolti di alcuni bandi di gara. All’assistenza su casi specifici, l’Associazione ha affiancato e promosso momenti di formazione gratuita rivolti a tutte le imprese e ai professionisti del territorio. Quest’anno, partendo proprio dal tema degli appalti pubblici, l’Associazione ha dato il via ai seminari Ance Brescia, finalizzati ad approfondire temi di grande atLA FORMAZIONE RESTA, tualità per il settore edile. La formaOGGI COME IN PASSATO, zione resta, oggi come in passato, la LA LEVA FONDAMENTALE leva fondamentale per un costruito di PER UN COSTRUITO qualità, risultato che può essere ragDI QUALITÀ, RISULTATO CHE PUÒ ESSERE giunto solo con l’aggiornamento coRAGGIUNTO SOLO stante degli addetti ai lavori. In queCON L’AGGIORNAMENTO st’ottica sono continuati durante il COSTANTE DEGLI ADDETTI 2019 gli appuntamenti con i seminari AI LAVORI di Campus Edilizia Brescia, iniziativa che, dopo lo spin-off Brescia Next di marzo, troverà spazio nel corso del prossimo anno, testimoniando il suo attivo impegno per il territorio. Sul fronte della formazione, si arricchisce anche il ventaglio di proposte dell’Ente sistema edilizia Brescia, coinvolto da novembre in un nuovo progetto di ampio respiro: Eseb Academy. In uno scenario lavorativo in cui trovare un’occupazione stabile resta ancora un’ardua impresa, la Scuola Edile si è rimboccata le maniche per offrire ai suoi studenti valide esperienze di alternanza scuola-lavoro e percorsi di apprendistato di alta formazione per far incontrare giovani futuri operatori specializzati e imprese edili. Rilevanti anche i risultati ottenuti dalla Cape, i cui iscritti quest’anno hanno superato quota 19.400, con un apprezzabile aumento rispetto al 2018. L’impegno per garantire i diritti e il benessere del lavoratore è testimoniato dai dati del bilancio preconsuntivo 2018-2019: anche se resta necessaria l’applicazione tempestiva di forme innovative di assistenza e welfare, nell’ultimo esercizio sociale Cassa edile ha erogato otto milioni di euro a favore di operai e famiglie, e 1,2 milioni di euro a supporto di imprese edili. Anche l’applicazione Check, nuovo strumento che la Cape ha messo al servizio del comparto edilizio provinciale, registra numeri positivi, con oltre 2mila utenti iscritti. Restano sicuramente molti i temi da affrontare nel 2020 e i nodi da sbrogliare per garantire un sereno operato delle aziende edili sul territorio, ma è anche attraverso i momenti di confronto e gli spazi di informazione, come quelli proposti da questa rivista, oggi al quarto numero, che Ance Brescia può portare avanti un dibattito propositivo e un reale contributo al settore del costruito bresciano. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
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FOTOLIVE
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2019
forum Fidec 2019
Avanti contro la malaburocrazia di Massimo Angelo Deldossi
Fidec, un punto d’incontro per i professionisti del costruito
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editoriale/2
eseb
Il bilancio di un anno di impegno di Alessandro Scalvi
Sicurezza: i tecnici Eseb al servizio delle imprese bresciane
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incontri
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Tribunale di Brescia meno litigi e fallimenti di Adriano Baffelli
Rapporto imprese e giustizia
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a cura della Redazione
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gruppo giovani Il Gruppo Giovani, a fianco di Eseb durante gli open day della Scuola edile
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Capacità ed esperienza bresciana all’estero
13 La testimonianza di alcune imprese italiane conferma le interessantiopportunità del mercato estero
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futura exa
La città di Brescia modello di sostenibilità
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innovazione
crowdfunding
Digitalizzazione e innovazione per l’ambiente costruito
Il real estate crowdfunding, una nuova finanza democratica di Flavio Monosilio
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appalti pubblici
rigenerazione
Appalti pubblici: analisi del Codice dopo le modifiche dello Sblocca Cantieri
RIVISTA BIMESTRALE DEL COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA ANNO 1 - NUMERO 4 EDITORE C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO ZANFRAMUNDO COORDINATORE DELLA REDAZIONE ADRIANO BAFFELLI REDAZIONE E DIREZIONE ANCE BRESCIA-COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Dalla Regione Lombardia un primo passo verso la rigenerazione urbana
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cape Il settore edile invecchia: alla mano i dati Cape e Unioncamere
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ance informa
COMITATO DI REDAZIONE STEFANO ASSINI, FERRUCCIO BENETELLI GIORGIO CADEO, ROBERTO FACCHETTI EMANUELE PLONA, FABIO RIZZINELLI
Numero singolo anno 2019: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:
PUBBLICITÀ C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia tel. 030 392895 - fax 030 381798 info@cerbrescia.it
z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00.
EMMEDIGI PUBBLICITÀ DI BIANCHI MATTEO Via Toscanini, 41 - Borgosatollo (Bs) tel. 030 6186578 - info@emmedigi.it PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
STAMPA GRAFICHE ARTIGIANELLI SRL Via Ferri, 73 - Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54
La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.
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fotonotizia
Demolizione ex Ideal DA STABILE ABBANDONATO E FATISCENTE A EDIFICIO RESIDENZIALE A RISPARMIO ENERGETICO. L’EX CINEMA IDEAL DI VIA SAVOLDO A BRESCIA LASCIA SPAZIO A UN PALAZZO A SEI PIANI CON APPARTAMENTI IN CLASSE A. UN ESEMPIO DI RIGENERAZIONE URBANA, PARTITO CON LE OPERAZIONI DI BONIFICA DELLA COPERTURA DEL TETTO IN AMIANTO, CHE PORTERÀ A COMPIMENTO, PER L’ESTATE DEL 2021, LA REALIZZAZIONE DI MODERNE UNITÀ ABITATIVE E DI UN AMPLIO ROOF TOP
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Capacità ed esperienza bresciana all’estero
I numeri confermano le opportunità oltre confine. Il Rapporto 2018 sulla presenza delle imprese edili italiane nel mondo
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osa frena le imprese bresciane dal valutare nuovi orizzonti di crescita? Quali aspetti ostacolano l’apertura di una attività oltre confine o la collaborazione in cantieri sul territorio extranazionale? Spesso alcune aziende bresciane si ritrovano, all’interno dei confini nazionali, a gestire cantieri a diverse centinaia di chilometri di distanza dalla propria sede. Le stesse imprese, invece, raramente tengono in considerazione la possibilità di intervenire concretamente al di fuori delle frontiere italiane. Eppure, molti Paesi europei ed extraeuropei forniscono interessanti opportunità. Sicuramente un freno è dato dalle complessità che nascono nel dover operare in un territorio nuovo, differente in termini di idioma, normativa, sistema bancario, modalità di partecipazione ad appalti pubblici, disponibilità e livello tecnologico. Un’approfondita conoscenza del mercato dello Stato preso in esame e delle regole che lo muovono è un prerequisito essen10
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ziale per porre le basi di qualsiasi attività all’estero. I Paesi più appetibili restano quelli ancora in via di sviluppo, ma anche in questi persiste la difficoltà a trovare manodopera: troppo costoso rivolgersi a operai italiani e difficoltoso trovare maestranze locali in territori che hanno una cultura delle costruzioni molto diversa dalla nostra. Dare vita a una start-up o aprire una sede distaccata comporta spese consistenti, che spesso includono anche la trasferta di persone di fiducia a cui affidare la direzione e la gestione delle operazioni. Inoltre, per poter costituire una società, alcuni Paesi prevedono il versamento di un cospicuo capitale sociale, per cui, il più delle volte, può risultare necessario e auspicabile unirsi in più imprese e operare insieme. Sicuramente, tutte le realtà interessate a muoversi su nuovi fronti devono tenere in considerazione diversi aspetti, disporre della manodopera necessaria, e godere in partenza di una struttura solida, in salute e preparata. È comunque un
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Dal Rapporto 2018 sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo
EVOLUZIONE DEL FATTURATO GLOBALE ED ESTERO (periodo 2008-2017)
250 225 200 175 150 125 100 75 50 2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Fatturato nazionale ed estero (2004=100) Fonte: Centro Studi Ance - Indagine 2018
Fatturato nazionale
Fatturato estero
Per quanto riguarda le componenti nazionale ed estero del fatturato delle imprese, negli ultimi dieci anni la crescita continua e sostenuta dell’attività oltreconfine si scontra con una diminuzione continua di quella svolta in Italia.
peccato che spesso, anche le aziende meglio organizzate, si disinteressino completamente delle opportunità esistenti oltre confine. Sono, infatti, solo poco più di una ventina le imprese edili del territorio che si rivolgono ad Ance Brescia per informazioni sulle possibilità che emergono dal mercato estero. Di queste, è stata raccolta la testimonianza di due aziende bresciane, la Facchetti Costruzioni Spa di Pontoglio e la Campana Costruzioni Srl, che hanno trovato terreno favorevole per espandere la propria attività rispettivamente nei mercati ungherese e romeno.
Alcuni dati Ance Dal Rapporto 2018 sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo, a cura della Direzione affari economici e Centro studi e della Direzione affari internazionali e lavori all’estero di Ance nazio12
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nale, emerge che il sistema edile italiano ha vissuto dal 2004, primo anno di analisi, al 2017, tredici anni consecutivi di crescita all’estero. Il documento spiega infatti che “negli ultimi dieci anni, la crescita media annua del fatturato oltreconfine è stata del 9,3%, contro una diminuzione del fatturato nazionale del 3,3% annuo. Nel 2017, il fatturato estero complessivo è stato superiore ai 14 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto al 2016, e pari al 74% della produzione totale, una situazione diametralmente opposta rispetto al primo anno di analisi, il 2004, quando la produzione estera rappresentava poco più del 31%”. Uno scenario interessante che ha visto le imprese italiane operare in 92 Paesi con 811 cantieri, per un valore totale che supera gli 82 miliardi di euro e un portafoglio lavori stabile a più di 51 miliardi. Il Rapporto precisa che alla fine del 2017, la presenza nei Paesi del G-20 costituiva il 50% delle nuove commesse e il 36% del portafoglio complessivo,
nell’Area Ocse, che conta attualmente oltre 30 Paesi, il 55% delle nuove commesse e il 40% del totale dei lavori. Secondo l’indagine 2018 di Ance, infatti: “Le imprese di costruzioni, in mancanza di opportunità nel nostro Paese, hanno contrastato la crisi andando ad investire all’estero, accettando, cioè, la sfida globale e ottenendo risultati rimarchevoli specialmente nei Paesi Ocse, ovvero nelle regioni maggiormente sviluppate e competitive”. I Paesi Ocse in cui sono presenti le imprese di costruzioni italiane sono Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Regno Unito, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria. I principali ambiti di intervento riguardano soprattutto autostrade, acquedotti, impianti per la produzione di energia elettrica, ospedali e metropolitane.
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IL PORTAFOGLIO COMMESSE DELLE IMPRESE ITALIANE ALL’ESTERO (in % su importo totale)
18 16 Ue 15,9%
14 12
Medio Oriente 14,9%
Sud America 14,2%
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Africa Sub Sahariana 13,6%
Nord America 12,2%
Europa extra Ue 12,2%
8 Nord Africa 7,8%
6 4 2
Oceania 3,6%
Centro America 0,6%
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Asia 5,1%
0 3
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7
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Fonte: Centro Studi Ance - Indagine 2018
Considerando il portafoglio complessivo delle commesse in essere alla fine del 2017, colpisce l’estremo equilibrio tra i diversi mercati. Il Medio Oriente presenta due Paesi nella classifica dei primi 10 mercati, e precisamente Arabia Saudita (4,8 miliardi) e il Qatar (2,6 mld); anche gli Emirati Arabi Uniti (2 mld) e Kuwait (1,8 mld) costituiscono delle opportunità molto interessanti per le imprese italiane. Nell’Africa Sub-Sahariana spiccano l’Etiopia, con commesse per 5,5 miliardi, la Nigeria (1,5 mld) e il Sudafrica (1,1 mld). Nell’Unione Europea, ben cinque Paesi presentano lavori per importi superiori al miliardo di euro: la Francia (2,9 mld), la Romania (2,2 mld), la Danimarca (2,1 mld), la Grecia (1,7 mld) e la Polonia (1,4 mld).
La testimonianza di alcune imprese italiane conferma le interessanti opportunità del mercato estero
Il racconto di due realtà che hanno trovato interessanti possibilità di crescita e opportunità di collaborazione a progetti nell’Europa dell’est, esportando un know-how e una gestione della commessa italiani
Il mercato ungherese dimostra grande interesse per l’operato italiano Lo sostiene Facchetti Costruzioni Spa, che ha collaborato alla realizzazione del progetto Ssbr1 Synthetic Rubber Factory a Tiszaújváros, un voluminoso impianto di polimerizzazione di gomme sintetiche S-sbr da 60mila tonnellate annue, il cui investimento, di circa 300 milioni di euro, porterà alla creazione di oltre cento posti di lavoro. La nuova fabbrica attinge dall’adiacente sito aperto dalla Mol nel 2015 per ottenere il butadiene, principale materia prima per la polimerizzazione di gomme stirene-butadiene in soluzione realizzata dallo stabilimento. La gomma è utilizzata per la produzione di pneumatici “green”, che permettono una tenuta di strada superiore e un migliore controllo dei consumi. Inaugurato dalla joint venture ungaro-nipponica formata da Mol group e Jsr (Japan novembre/dicembre/2019
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synthetic rubber) Corporation, la costruzione dell’impianto di gomma per pneumatici ha coinvolto direttamente l’impresa bresciana, che ha eseguito le attività civili e le opere stradali funzionali allo stabilimento. Presente al taglio del nastro, oltre al primo ministro Viktor Orbán, al numero uno di Mol Zsolt Hernadi e all’executive managing officer di Jsr Koichi Kawasaki, Giovanni Facchetti, direttore operations dell’azienda di Pontoglio, che testimonia: “Grazie all’esperienza maturata nella gestione delle opere complesse e articolate eseguite in collaborazione con operatori di diverse attività impiantistiche e di nazionalità diverse, si è raggiunto un obiettivo di rilevante importanza e complessità. Questa esperienza, che mette in evidenza l’interesse nei confronti dell’operato italiano, ha evidenziato, inoltre, l’apprezzamento internazionale anche delle piccole e medie realtà produttive bresciane”. Il gruppo petrolchimico Mol (che in Italia equivale a Eni ndr) ha ora avviato un piano strategico denominato “2030 — Enter Tomorrow”, destinando 4,5 miliardi di dollari per sviluppare, nell’arco di un decennio, una filiera petrolchimica in grado di fornire prodotti ad alto valore aggiunto alle aziende dei settori costruzioni, automotive, imballaggi ed elettronica. Per maggiori informazioni è possibile visionare il piano completo su molgroup.info/strategy2030.
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La Romania riparte dopo la crisi e rilancia il mercato dell’immobile A raccontare le potenzialità del mercato romeno il direttore di Campana Costruzioni Davide Campana, che ha iniziato a operare in Romania dal 2003: “Ho deciso di trasferirmi in questo paese dell’Europa dell’est, non solo per la sua vicinanza all’Italia, ma soprattutto perché in quegli anni c’era molto fermento in vista dell’entrata nella Comunità Europea”. A seguito dell’apertura di una Srl che raggruppa tre ditte madri, Campana può affermare che l’unione di più imprese è, per la maggior parte delle volte, una soluzione efficace per iniziare positivamente una propria attività all’estero. In Romania, la costituzione di una società è relativamente semplice, senza vincoli di capitale sociale e senza l’obbligo di avere un cittadino romeno come socio. Una difficoltà iniziale, sottolinea Campana, riguarda invece l’accesso alle linee di credito: il sistema bancario, adesso come nei periodi pre-crisi, è molto diffidente e bisogna prima ottenere una fidejussione dall’Italia. “Affrontati i primi ostacoli abbiamo iniziato subito con la consistente ristrutturazione di un palazzo dell’800, di proprietà di un investitore bresciano. A seguire abbiamo operato in numerosi cantieri e ci siamo strutturati con un ufficio tecnico composto da ottimi ingegneri romeni, manodopera locale e capicantiere italiani. I committenti erano per lo più società italiane che avevano deciso di investire mettendo sul mercato un prodotto di qualità superiore rispetto a quello che si trovava fino a pochi anni fa in Romania”. Poche erano, infatti, le aziende locali in grado di garantire un buon risultato rispettando le tempistiche contrattuali. Il direttore di Campana Costruzioni spiega, inoltre, la scelta di non partecipare ad appalti pubblici: “Essendo la Romania un paese ad alto tasso di corruzione, i lavori alla nostra portata venivano quasi sempre aggiudicati a ditte romene. Abbiamo, quindi, preferito optare sull’acquisto di terreni in zone strategiche per la realizzazione di appartamenti di alta qualità. Purtroppo, però, l’attesa per l’ottenimento della concessione edilizia si è protratta ben oltre le tempistiche previste, superando i due anni”. Dal 2010 la crisi colpisce la Romania, più tardi rispetto all’Italia, ma in maniera più pesante: “Nel giro di un anno il mercato immobiliare, che vedeva rivalutarsi in maniera esponenziale i terreni, ha avuto un’inversione di marcia, con una conseguente svalutazione di quello che era stato acquisito pochi anni prima e un blocco totale delle vendite, nonostante la necessità di abitazioni”. Nell’ultimo periodo, però, il Paese ha dimostrato di aver lasciato alle spalle la crisi economica, puntando sulla costruzione di nuovi immobili, in particolare residenziali. Una ripresa positiva, che ha permesso al mercato romeno di ripartire, grazie anche a incentivi e agevolazioni sulla prima casa, che consentono alla maggior parte della popolazione di acquistare un immobile: “Solo nella città di Timisoara — specifica Campana — si stanno costruendo più di 5mila appartamenti. Inoltre, i fondi strutturali che provengono dalla Comunità Europea hanno portato innumerevoli bandi pubblici. A differenza di qualche anno fa, ora anche le imprese straniere hanno buone possibilità di aggiudicarseli. Nel pubblico, infatti, non esistono le Soa (Società organismi di attestazione ndr), ma si richiede di avere realizzato negli ultimi cinque anni costruzioni simili a quelle in oggetto nell’appalto, requisito che spesso le aziende romene non hanno”.
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Rapporto imprese e giustizia
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Una panoramica sul rapporto tra il mondo imprenditoriale, la legalità e la Giustizia. Le riflessioni dell’avvocato Davide Epicoco, consulente legale di Ance Brescia, e del coordinatore del Comitato per la sicurezza e la legalità del Comune di Brescia, Roberto Mazzoncini
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focus rapporto imprese e giustizia
La buona giustizia aiuta la crescita delle imprese La situazione bresciana migliore della media nazionale ma molto resta da fare di Adriano Baffelli
A
nalizzare il rapporto tra Imprese, Legalità e Giustizia, non significa evidenziare i casi di aziende che, per vari motivi, siano incorse nei rigori della seconda per non aver osservato la legge. Le analisi e le riflessioni proposte nelle pagine a seguire e nello spazio degli incontri, dedicato all’intervista al dottor Vittorio Masìa, Presidente del Tribunale di Brescia, intendono offrire una più ampia e approfondita panoramica sul rapporto tra il mondo imprenditoriale, la Legalità e la Giustizia, riguardante soprattutto gli aspetti che colpiscono le imprese sane e rispettose delle regole. Si pensi ai contenziosi per mancati pagamenti, a ritardi e perdite per i più svariati motivi, compresi provvedimenti e decisioni, magari errate o tardive
della pubblica amministrazione. A tal proposito risultano preziosi gli interventi dell’avvocato Davide Epicoco, consulente legale di Ance Brescia, che ben conosce il tema e l’impatto sulla vita delle imprese della sfera Giustizia, e del coordinatore del Comitato per la sicurezza e la legalità del Comune di Brescia, il dottor Roberto Mazzoncini, giù Presidente del Tribunale della nostra città. Mazzoncini conosce particolarmente bene gli aspetti legati al Focus proposto in questo numero, oltre che la lunga e assai qualificata esperienza nella Magistratura, anche per il prezioso contributo che, nella veste di garante del Comitato per la sicurezza e la legalità della Loggia, ho offerto alla definizione e alla stipula del Patto per la Legalità e la Sicurezza, tra il Comune di Brescia e Ance Brescia. Non possiamo dimenticare che la lentezza del-
la giustizia in economia si traduce immediatamente in inefficienza del sistema impresa. Sono quasi nove milioni i procedimenti pendenti e circa sette milioni i nuovi processi aperti ogni anno nel nostro Paese. Secondo Banca d’Italia, il malfunzionamento della giustizia causa una perdita dell’1% del Pil, rallentando di conseguenza la crescita. La durata stimata dei processi ordinari in primo grado, infatti, supera i cinquecento giorni, collocando l’Italia al 157esimo posto su 183 Paesi presi in considerazione, secondo la graduatoria stilata dalla Banca Mondiale. A ogni 10% in meno di durata dei processi corrisponde un 2% in più di dimensione delle imprese; la qual cosa significa, in termini economici, bassi investimenti: se in un anno nel Regno Unito gli investimenti stranieri arrivano a 45 miliardi, in Francia 30 e in Spagna 20, in Italia ci si ferma a 5 miliardi. Dati evidenziati dall’analista giuridico Mari Miceli, ricercatrice in materia di dinamiche processuali penali e autrice di pubblicazioni scientifiche, e ospitati su Econopoly del Sole 24 Ore. La stessa Miceli sottolinea come, operando un confronto dei dati della Commissione europea per l’efficacia della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej), il sistema giudiziario italiano, in rapporto ad altri 45 impianti europei tra i quali Francia, Germania, Spagna e Polonia, risulta uno degli
Inaugurato nel 2010, il nuovo Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara ospita il Tribunale ordinario di Brescia, la Procura della Repubblica, la Corte d'Appello, la Procura Generale e il Tribunale di Sorveglianza.
apparati più dispendiosi e lenti; il costo totale della giustizia italiana è di quasi otto miliardi di euro per il 2016, pari a circa lo 0,4% del PIL (2015), mentre Paesi come la Polonia e la Spagna si attestano a costi che variano dai due ai cinque miliardi. A fronte di tale spesa, l’Italia si
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Risorse umane: organico, effettivi e scoperture
Magistrati togati Magistrati onorari Personale amministrativo
13 Fonte: Centro Studi Ance - Indagine 2018
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posiziona comunque tra i Paesi meno efficienti anche in termini di giusto processo. Il Consiglio d’Europa e la Corte dei Diritti Umani hanno più volte invitato l’Italia ad “assicurare una ragionevole durata dei procedimenti”, laddove gli ultimi dati Cepej indicano come un giudice mediamente impieghi 590 giorni prima di emettere una sentenza in una causa civile di primo grado. L’intervista al Presidente del Tribunale evidenzia come la situazione di Brescia sia decisamente migliore rispetto alla media nazionale. Anche se lo stes-
so dottor Masìa fa presente quel che non funziona completamente bene e le necessità di una migliore dotazione di personale per il nostro Tribunale, da tempo carente di addetti ai vari livelli. La lentezza della Giustizia, che permane una realtà in gran parte del Paese, non paga, gli effetti della cattiva gestione dei processi si traducono in una flessione degli investimenti, una delle cause della riduzione della crescita economica. Gli esperti hanno stimato che tagliando del 10% la durata dei procedimenti giudiziari, la dimensione media delle imprese aumenterebbe di circa lo 0,3%. Per Mari Miceli servirebbe ciò che in dottrina manageriale: “È indicato come ‘business process reengineering’, ovvero una reinvenzione del modo di lavorare dei giudici e una profonda riforma del sistema processuale per promuovere ed ottenere procedure interne che ne riducano i costi liberando i tempi di attesa e di emissione delle sentenze da parte dei magistrati. Un sistema, quindi, che possa limitare l’incidenza negativa dell’eccesso di domanda di giustizia da una parte, mentre dall’altra possa migliorare l’offerta della quantità di risorse a disposizione del sistema giudiziario italiano”.
ESECUZIONI MOBILIARI E IMMOBILIARI Procedure esecutive pendenti per periodo 7000
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Cosa significa, oggi, giustizia per le imprese edili, compresse tra una burocrazia (parola di matrice francofona che significa, letteralmente, potere – dal greco “kràtos” - degli uffici - dal francese “bureau”, meglio definita da Weber come “incapacità addestrata”) non certo semplice o
semplificante come vorrebbero gli intenti di un legislatore spesso poco coerente; un contesto normativo instabile, anche a livello interpretativo ed un sistema sanzionatorio inefficace perché o eccessivamente rigoroso e punitivo o inconsistente?
Impresa Giustizia, Legalità: tre parole tre concetti tre idee Cosa significa, oggi, fare impresa ed essere imprenditore nel mondo delle costruzioni: è ancora attuale il paradigma del profitto e il profitto è solo ed esclusivamente economico? di Davide Epicoco
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ssere imprenditore e fare impresa nel mondo delle costruzioni e nel tempo dell’industria 4.0 significa pensare, programmare e realizzare procedure. Solo per evocare le più immediate: per organizzare e gestire attrezzature, mezzi e maestranze; per coordinare tecnici, consulenti, collaboratori e dipendenti; per acquisire appalti da privati o per partecipare a gare per la progettazione e/o realizzazione di opere pubbliche; per verificare e implementare la progettazione dell’opera; per avviare, controllare e gestire tutte le attività di cantiere dall’inizio, ossia dalla presa in consegna, alla fine, ossia al collaudo; per realizzare l’opera a perfetta regola d’ar20
te (dove la regola d’arte si traduce nel rispetto delle norme tecniche che disciplinano, a volte troppo dettagliatamente, la sua realizzazione); per garantire il rispetto delle norme innanzitutto in materia di sicurezza, in materia ambientale, in materia di rifiuti (per le terre e rocce da scavo ad esempio), in materia di tutela economica, previdenziale ed assistenziale dei lavoratori impiegati e non ultimo in materia di tutela dei subappaltatori e fornitori; per contabilizzare e far liquidare i compensi pattuiti; per rapportarsi con le Autorità e la committenza (si pensi al rigore di certe previsioni normative ed a volte contrattuali sulle forme delle riserve o sull’azione della pubblica amministrazione); per assicurare la copertura economica e finanziaria
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focus rapporto imprese e giustizia
Cosa significa, oggi, legalità per l’impresa edile? E, da ultimo, qual è il filo rosso che unisce impresa, giustizia e legalità? Impossibile rispondere senza aprire il vaso che Zeus donò alla bellissima Pandora, con la raccomandazione di non
dell’attività d’impresa; per garantire l’opera e la sua manutenzione; per assicurare continuità dell’impresa. E chi più ne ha... Le procedure non sono fini a se stesse, o almeno non dovrebbero esserlo: servono, soprattutto nell’era digitale, per rendere ripetibile e tracciabile (l’espressione inglese “track and trace” è efficace) l’attività di impresa e soprattutto servono per rispettare la legalità. Ma rispettare la legalità, ossia agire nel rispetto delle leggi, non è semplice e, a volte, diciamolo, non è nemmeno possibile: il giogo della burocrazia e delle inefficienze e incertezze normative e interpretative non consente ai buoi e all’aratro (fuor di metafora all’impresa) di solcare il terreno della legalità e coltivarla come valore e bene comune. Se per l’impresa e l’imprenditore la sfida è il cambiamento di paradigma nel considerare la legalità non come limite alla propria attività, ma come incentivo alla concorrenza leale e aiuto a costruire un profitto duraturo e sostenibile, per il sistema Paese la sfida è la chiarezza e certezza delle norme e della loro applicazione, l’efficienza della pubblica amministrazione e quindi una giustizia equa, veloce ed efficace. Infatti, il cambiamento non può essere attuato senza giustizia, cioè senza che impresa e imprenditore abbiano piena fiducia che il sistema giudiziario sia e resti a presidio della chiarezza nell’interpretazione delle norme, dell’efficacia della loro applicazione, ma anche dell’equità delle sanzioni, rimessa istituzionalmente all’intervento di un giudice terzo, perché sanzioni non eque preclu-
aprirlo e invece aperto per curiosità, anch’essa donata (da Ermes), così liberando i mali (nel mito erano “solo” la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia ed il vizio) e realizzando la vendetta del re sul titano Prometeo, che aveva donato il fuoco agli uomini, rubandolo a Zeus.
In alto a sinistra la statua che raffigura Giuseppe Zanardelli, collocata fuori dal Palagiustizia. Sopra due immagini rappresentative di Giustizia e Impresa.
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riconoscimento e rispetto dei diritti altrui, sia come consapevolezza sia come prassi dell’uomo singolo e delle istituzioni. Nel concreto, potere di realizzare il diritto con provvedimenti aventi forza esecutiva. Legalità / L’essere conforme alla legge e a
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Impresa / Attività economica organizzata dall'imprenditore al fine di produrre o scambiare beni e servizi, ma anche azione di ampia portata, che presenta rischi e richiede impegno. Giustizia / Dal latino "iustitia", derivato di "iustus", ovvero "giusto". In generale,
quanto è da questa prescritto. Rientra nella legalità ciò che si muove nei limiti prescritti o consentiti dall’ ordinamento giuridico. Etica / In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento umano, politico, giuridico o
Davide Epicoco Laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 1992 il Dottore Davide Epicoco è avvocato civilista. Attualmente ricopre anche il ruolo di consulente legale dell’Associazione costruttori edili di Brescia
Il rispetto della legalità, indispensabile ma non sufficiente per attuare il cambiamento, non rende fertile il terreno: occorre una direzione e la direzione è l’etica
morale; in senso stretto, invece, l’etica va distinta sia dalla politica sia dal diritto, in quanto ramo della filosofia che si occupa più specificamente della sfera delle azioni buone o cattive e non già di quelle giuridicamente permesse o proibite o di quelle politicamente più adeguate.
dono ed impediscono l’esercizio dell’impresa. Ma il rispetto della legalità, indispensabile ma non sufficiente per attuare il cambiamento, non rende — da solo — fertile il terreno: occorre una direzione e la direzione è l’etica. Etica che il nostro legislatore ha cercato di tradurre in norme e procedure, troppo spesso in reazione all’illegalità piuttosto che con finalità propositive o programmatiche: il codice etico, il rating di legalità, le white lists, l’inasprimento delle sanzioni, l’individuazione di nuove figure di responsabilità (ad esempio il responsabile dei lavori, il coordinatore per la sicurezza), il monitoraggio e vigilanza sugli appalti pubblici, e financo reverse charge e swift payments sono alcuni degli strumenti utilizzati dal legislatore per indicare la direzione. Nel quadro tratteggiato, l’impresa e l’imprenditore non sono soli: possono contare sulle associazioni di categoria strutturate per fornire assistenza e consulenza alle imprese; su consulenti e professionisti sempre più specializzati; sulla informatizzazione delle procedure, anche di evidenza pubblica; sulle efficienze dell’amministrazione (cito, per averne apprezzato i contenuti, le attività di assistenza alle pubbliche amministrazioni in materia di partenariato pubblico privato del dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica - Dipe); sulla velocità dell’informazione, figlia dell’era digitale; sulla fiducia in una giustizia veloce ed efficace ed infine, ma non ultima, sulla legalità come strumento operativo e non come ostacolo all’attività.
Giustizia, legalità e attività d’impresa
Conclusioni riprendendo il mito di Pandora
Riprendendo il mito di Pandora, vecchiaia intesa come legalità inibente ed ostile alla libera attività d’impresa, come impedimento al cambiamento; gelosia intesa come concorrenza sleale; malattia intesa come “incapacità addestrata” ed amministrazione inefficiente, pazzia intesa come inefficienza ed inefficacia dell’azione amministrativa e vizio, inteso come tale, ossia illegalità, sono mali usciti dal vaso e non più eliminabili. Resta la speranza, grazie alla quale si può, anche oggi nel mondo dell’industria 4.0, coltivare la cultura della legalità ed è proprio questa cultura che può rendere fertile il terreno del mondo delle costruzioni, se tutti gli attori (imprenditore, giudice e funzionario pubblico) perseguono finalità condivise, etiche ed eticamente sostenibili.
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Genesi e risultati del Protocollo Legalità di Roberto Mazzoncini
Roberto Mazzoncini, coordinatore del Comitato per la sicurezza e la legalità del Comune di Brescia, spiega nascita e obiettivi del Protocollo siglato il 6 aprile 2018 dal Comune di Brescia con Ance Brescia, Cassa edile e sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil 22
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l patto tra l’Amministrazione locale e il mondo del lavoro edile, frutto di un progetto risalente al 2014 e maturato in anni di piccoli passi, nasce dalla comune consapevolezza che la legalità funziona: serve agli operai in termini di sicurezza dei cantieri e di giusta retribuzione e contribuzione; serve agli imprenditori per il contrasto alla piaga della concorrenza sleale, spesso mafiosa. In una società capace di difendersi dall’illegalità, il rapporto con l’Istituzione giudiziaria è destinato a diventare marginale. In questi anni di studi, progetti e incontri, abbiamo imparato che per ottenere risultati veramente nuovi occorre tempo, anche molto: quello per far maturare le idee, fino a renderle patrimonio comune; e quello per sperimentarle, per sbagliare e per correggere gli errori. Sapevamo che una seria lotta alle illegalità del settore edile avrebbe richiesto la collaborazione attiva di tutti i soggetti preposti al controllo. Si sarebbe dovuta realizzare, innanzitutto, nell’incrocio dei dati, relativi a imprese, cantieri e lavoratori, posseduti da questi soggetti in archivi, mai messi in comunicazione
tra loro. Più fitta ne fosse risultata la rete di informazioni, più facile sarebbe stato individuare le situazioni illegali o anche soltanto anomale. Una nuova banca-dati sembrò in un primo tempo la soluzione più logica: avrebbe riguardato tutti gli appalti, pubblici e privati, con i relativi cantieri, aperti nel territorio bresciano. Vi sarebbero confluiti i dati in possesso sia della Cassa edile e del Comune, sia degli Uffici provinciali Inps, Inail e Direzione territoriale del lavoro. Ma, ben presto, i problemi sollevati dalla titolarità, dalla collocazione, dalla gestione e dal finanziamento di questa nuova struttura, non meno di quelli legati alla sicurezza dei dati, a questa trasferiti, risultarono tanto insuperabili, quanto divisivi. Ancor meno realizzabile risultò l’idea di coinvolgere nel progetto, fin da subito, anche gli Uffici provinciali degli enti nazionali di previdenza, assistenza, lavoro. La loro, quanto mai auspicabile, partecipazione restava rinviata alla dimostrazione della praticabilità ed efficacia dell’esperimento. La ricerca di un progetto alternativo, finanziata dalla Cassa edile, condusse, nel 2016, alla proposta,
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I risultati Quanto ai risultati, è qui sufficiente evidenziare come, dal raffronto tra i dati raccolti dalla Cape nel 2018 e nel 2019, visitando rispettivamente 549 e 745 cantieri aperti sul territorio, il numero delle imprese edili iscritte alla Cassa sia aumentato del 13%, quello delle imprese iscritte ad altre Casse sia sceso dell’8% e anche quello dei lavoratori autonomi, tali spesso soltanto di nome, sia diminuito del 5%.
Le novità
poi adottata, che gli Enti partecipanti al Protocollo si dotassero di “web services”, con i quali scambiarsi, a richiesta, i dati di rispettiva competenza, preselezionati per tipologia. Questa soluzione, oltre a consentire risposte automatiche e a ridurre i dati da trattare a quelli effettivamente necessari e richiesti, eliminava totalmente il problema dell’aggiornamento e della gestione di una banca-dati. Mentre, poi, alla tutela della privacy provvedeva il divieto dello scambio-dati al di fuori delle finalità istituzionali, consistenti, per l’Amministrazione comunale, nel suo potere-dovere di controllo dell’edilizia pubblica e privata e, per la Cassa edile, nelle esigenze del servizio di rilascio del Durc e di recupero delle contribuzioni omesse. Operativo da quasi due anni, il Protocollo, in linea con le discipline della privacy e degli appalti, si presenta oggi come nuovo e importante strumento per il controllo e monitoraggio del settore, ma anche quale efficace incentivo alla sua regolarizzazione. Decisivo per la riuscita del progetto il contributo, in termini di condivisione, fiducia e impegno, del sindaco Emi-
lio Del Bono e delle figure al tempo a capo del sistema Ance Brescia (presidente e vicepresidente della Cassa edile, Fabio Rizzinelli e Ernesto Bruni Zani, e presidente dell’Ance Brescia, Tiziano Pavoni), anche se sono stati il segretario Generale del Comune di Brescia, Carmelina Barilla, e Alessandro Scalvi, oggi direttore dell’Associazione costruttori di Brescia, a interpretare il ruolo dei protagonisti. In questa sede non si può, poi, dimenticare il centenario dell’istituzione della Cassa edile, costituita per la prima volta a Milano nel corso del tumultuoso anno 1919. Questo raro ente paritetico, nel quale collaborano le rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori, è arrivato fino ai nostri giorni quale prezioso reperto di una stagione animata da grandi speranze umanitarie e sociali, duramente conculcate dalla violenza reazionaria. Conserviamolo con rispettosa cura, perché è stato proprio l’esempio della sua composizione, tanto eterogenea, quanto indifferente ai consueti schieramenti, pregiudizi e muri, ad animare e ad accompagnare la crescita del Protocollo.
Ma la vera novità sta nella recentissima direttiva dell’Area servizi tecnici e sicurezza ambienti di lavoro del Comune di Brescia, con la quale la nuova dirigente, Nora Antonini, ha dato attuazione al Protocollo anche con riguardo agli appalti pubblici. La direttiva dispone, infatti, l’obbligo inderogabile dell’Amministrazione di trasmettere alla Cape i dati dei relativi cantieri (apertura, subappalti, distacchi di manodopera) e quello corrispondente della Cape di segnalare al Comune le irregolarità e anomalie riscontrate. Siamo così giunti a una buona metà dell’opera. Il progetto prevede, infatti, altre due fasi di non minore importanza: la prima mirata alla sottoscrizione del Protocollo, per gradi territoriali, da parte della Provincia di Brescia, come pure di tutti i 205 comuni del suo territorio; la seconda procede dall’idea, tutt’altro che abbandonata, di integrare la rete con l’incrocio anche dei dati, di cui dispongono Inps, Inail e Direzione territoriale del lavoro. Brescia potrebbe essere la capofila di un progetto nazionale, che contrappone la trasparenza della legalità alla concorrenza sleale del lavoro nero.
Roberto Mazzoncini Laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova, supera l’esame di abilitazione alla professione di avvocato nel 1964, vincendo il premio Zanardelli. Lo stesso anno partecipa al concorso ed entra in Magistratura, dove presta servizio fino al 2010. Dopo esser stato uditore al Tribunale di Milano, pretore di Gardone Val Trompia, giudice e poi presidente di sezione del Tribunale di Brescia, membro elettivo del Consiglio giudiziario per un triennio, presidente per due bienni della sezione bresciana della Anm (Associazione nazionale magistrati), dal 1992 alla fine del 2010 presiede tre Tribunali: fino al 1997 quello di Cremona, fino al 2003 quello di Trieste, fino al 2010 quello di Brescia. Ora in pensione, dal dicembre 2013 coordina da volontario il Comitato per la sicurezza e la legalità istituito dal sindaco Del Bono, già composto dall’avvocato amministrativista Giuseppe Porqueddu (poi sostituito dalla dottoressa Beatrice Nardo della Camera di Commercio di Brescia) e dal professor Carlo Alberto Romano, docente di criminologia all’Università di Brescia.
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Con una certa frequenza sentiamo parlare di pronunciamenti del Tar, in gran parte del Tar del Lazio, per provvedimenti su temi di valenza nazionale, numerose altre volte del Tar del nostro territorio, quello di Brescia. Ma che cosa è, esattamente il Tar e quali sono le sue principali funzioni?
Giustizia amministrativa di primo grado:
il ruolo del Tar
I
Tar, Tribunali amministrativi regionali, sono organi statali di giustizia amministrativa di primo grado. Hanno competenza territoriale regionale e sede nei capoluoghi di regione. In regioni quali Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, oltre alla sede principale, il Tar si organizza anche in sezioni distaccate rispetto alla sede sita nel capoluogo. Nella nostra regione, il Tar ha sede a Milano e ha uffici anche in via Carlo Zima a Brescia. Ci rivolgiamo al Tar quando un atto o provvedimento amministrativo emanato dalla pubblica amministrazione (Stato ed enti pubblici: Comuni, Regioni, Pre-
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fetture, e così via) ha leso un nostro diritto. Trattandosi di un Tribunale di primo grado, i giudici del Tar decidono in prima istanza ed emettono sentenze di primo grado, che possono annullare, modificare o revocare l’atto impugnato. Le decisioni vengono prese con l’intervento di tre magistrati, compreso il presidente. In mancanza del presidente, il Collegio è presieduto dal magistrato con maggiore anzianità nel ruolo. Si interpella il Tar per vizi di legittimità del provvedimento amministrativo oggetto del ricorso. Il Tribunale amministrativo regionale decide, infatti, sui ricorsi per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di leg-
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ge contro atti e provvedimenti emessi dagli organi periferici dello Stato e degli enti pubblici a carattere ultraregionale, aventi sede nella circoscrizione del Tar; dagli enti pubblici non territoriali aventi sede nella circoscrizione del Tar e che esercitano la loro attività esclusivamente nei limiti della stessa; dagli enti pubblici territoriali compresi nella circoscrizione del Tar. Nello specifico, la sfera di competenza di ciascun Tribunale amministrativo regionale comprende i ricorsi volti contro atti di enti o di organi che hanno sede nella circoscrizione territoriale del Tar, nonché i ricorsi che attengono ad atti di organi centrali dello Stato e di enti
pubblici ultraregionali, purché gli effetti dell’atto siano territorialmente limitati alla regione in cui ha sede il Tar. Negli altri casi, per gli atti statali, la competenza spetta al Tar del Lazio, sede di Roma e, per gli atti dei soggetti pubblici a carattere ultraregionale, al Tar nella cui circoscrizione ha sede l’ente. Ci possiamo rivolgere al Tar anche quando la pubblica amministrazione non risponde entro i termini stabiliti dalla Legge, per esempio quando si fa richiesta di concessione edilizia e non si riceve risposta. I criteri per l’individuazione delle competenze specifiche dei Tar sono indicati nel dettaglio dagli articoli 2 e 3 della Legge
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Gli uffici della sede bresciana del Tribunale amministrativo regionale si trovano in via Carlo Zima 3, in città.
n. 1034 del 1971. Riguardo alle tempistiche, va presentato ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notifica o dalla pubblicazione dell’atto amministrativo che vogliamo impugnare. Per provvedimenti relativi ad appalti pubblici, i tempi si restringono e si deve presentare ricorso entro 30 giorni. Dopo aver presentato l’impugnazione, entro 30 giorni occorre depositare il ricorso presso la Segreteria del Tar. In questo modo si dà ufficialmente inizio al processo. Se si vuole chiedere solo il risarcimento danni, bisogna presentare richiesta entro 120 giorni dalla data in cui si è venuti a conoscenza dell’atto amministrativo. Bisogna essere consa-
del provvedimento impugnato tramite misura cautelare sospensiva. La rilevanza del Tar anche per le imprese, e nella fattispecie le imprese edili, può essere più facilmente compresa se pensiamo a pronunciamenti di Tribunali amministratiI criteri per l’individuazione vi regionali, che delle competenze specifiche hanno impattato dei Tar sono indicati nel sull’attività delle imprese e, in più di un dettaglio dagli articoli 2 e 3 della Legge n. 1034 del 1971 caso, sulla vita dei cittadini. Un esempio concreto è una sentenza del Tar di Fire il suo diritto a far valere quell’atto nei nostri confronti. renze, la 1625 del 2016, che Solo con apposita richiesta a considerò illegittima una norma del regolamento urbanistico cofronte di gravi motivi è possibile munale che limitava indiscrimiche il Tar sospenda gli effetti pevoli che presentare ricorso non significa che gli effetti dell’atto contestato siano automaticamente sospesi. L’atto continua, infatti, a essere in vigore e l’amministrazione può esercita-
natamente un’attività di tipo manutentivo rientrante nell’ambito della edilizia libera, nel caso di specie un intervento di frazionamento di una unità immobiliare. Il principio dichiarato dal Tar fiorentino è, per stessa ammissione del Collegio, una delle primissime pronunce in materia. Decisione che scaturì da un ricorso proposto al Tar da un privato, che intendendo frazionare liberamente un appartamento di sua proprietà, impugnava l’atto, emesso dal Comune, con il quale era stata dichiarata inefficace la sua richiesta, in base all’assunto che l’intervento sarebbe stato contrastante con il divieto di incremento delle unità immobiliari previsto dalle norme tecniche di attuazione del vigente regolamento urbanistico. Il Comune, costituitosi in giudizio, eccepiva in primo luogo la tardività del ricorso in quanto il provvedimento impugnato avrebbe avuto carattere meramente confermativo di precedenti atti con cui l’ente si era già espresso in ordine alla non conformità dell’intervento allo strumento urbanistico. Il Collegio respinse l’eccezione erariale e, nel merito, accolse il ricorso sollevando diverse questioni normative e affermando che la norma, che secondo il Comune sarebbe ostata alla ammissibilità dell’intervento, andava a precludere l’esercizio di una facoltà che, a mente del combinato disposto degli articoli 3 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), rientra nell’ambito degli interventi manutentivi di edilizia libera.
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Futura Exa
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fine novembre ha preso il via al Brixia Forum “Futura Economia X l’Ambiente”, rassegna dedicata alla sostenibilità che, attraverso incontri, convegni, case history e testimonianze di realtà-modello, distintesi per buone pratiche e progettualità virtuose, incoraggia uno sviluppo “verde” delle imprese del territorio. L’evento ha presentato in anteprima contenuti, protagonisti e obiettivi di un’iniziativa che darà vita a un’articolata manifestazione a favore di un’economia nazionale “green” e che officerà una prima edizione dal 27 al 29 novembre 2020. In sinergia con enti e istituzioni locali e nazionali, Futura Exa (questo l’acronimo scelto, in relazione al vecchio format “Exhibition Arms”) avanza una proposta culturale ed espositiva capace di avvalorare le esperienze imprenditoriali che portano innovazione nel rispetto delle risorse naturali. “In campo le storie di artigiani, imprenditori, enti e aziende, che hanno saputo fare impresa facendo proprio il sistema valoriale della sostenibilità”, spiegano organizzatori e promotori: Pro Brixia, azienda speciale della Camera di Commercio che gestisce il Brixia Forum, e i partner del progetto, Fondazione Una, Aib e Coldiretti. La kermesse mette al centro il dialogo e il confronto tra il mondo ambientalista e quello venatorio, agricolo e industriale con l’obiettivo di promuovere, partendo da Brescia, la conoscenza delle “buone pratiche” di consumo e produzione in un’ottica che guarda a una economia verde, diffondendo consapevolezza e creando momenti di approfondimento. Un’operazione di sensibilizzazione a tutela dell’ambiente che intende informare il visitatore e stimolare comportamenti a favore della sostenibilità, dando visibilità alle imprese che hanno scelto di impegnarsi in attività virtuose, in linea con i princìpi dell’economia circolare. L’evento lancio 26
La città di Brescia modello di sostenibilità
La nostra città sempre più protagonista nel sistema dell’economia circolare. Nella giornata di presentazione dell’evento “Futura Economia X l’Ambiente”, illustrate le tappe e i punti di forza di un percorso che eleggerà Brescia capitale dell’economia sostenibile
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Il ruolo del costruito per un futuro green Le potenzialità insite nell’iniziativa Brescia Next
La giornata di presentazione dell’evento “Futura Economia X l’Ambiente” è stata un’utile occasione di riflessione sui temi dell’economia sostenibile, del futuro prossimo, del ruolo che Brescia intende giocare su tale versante. Le testimonianze dei relatori chiamati dalla presidente di Pro Brixia, Giovanna Prandini, ad approfondire gli aspetti della sostenibilità declinata in chiave di opportunità e di positivo fattore chiave per la crescita economica e sociale, hanno suscitato, tra i vari aspetti, anche una considerazione relativa al ruolo che il costruito può e deve giocare a favore dello sviluppo sostenibile. Ruolo che il Sistema Ance Brescia e Campus Edilizia Brescia sono impegnati a delineare con chiarezza e con consapevolezza, basandosi anche sui corposi dati contenuti
La manifestazione fieristica che prenderà il via nel 2020 punta alla valorizzazione e al consolidamento della leadership territoriale proponendo una vetrina di alta qualità in grado di mostrare pratiche virtuose sui temi dell’economia circolare per informare il visitatore dell’esistenza di imprese del territorio che hanno scelto la strada dell’impegno in attività sostenibili. La manifestazione ha una connotazione prevalente esperienziale, ma lascia comunque spazio all'esposizione del prodotto. Gli espositori sono selezionati dai partner del progetto e approvati dal Comitato tecnico scientifico.
ha proposto interventi di relatori di alto profilo che hanno discusso di agricoltura, bioarchitettura, energie rinnovabili e green economy. A dare corpo a una serie di stimolanti confronti, una tavola rotonda sul tema “Le sfide per il sistema produttivo bresciano tra sostenibilità e visione di lungo termine” con rappresentanti del sistema imprenditoriale del territorio, del Parlamento Europeo e delle Istituzioni a livello regionale e provinciale. Si è deciso, infatti, di partire da Brescia, provincia che in questi anni ha rivestito un ruolo chiave nel sistema dell’economia circo-
nella pubblicazione Brescia Next 2020-2050, che presto saranno resi disponibili agli operatori della filiera della casa e agli stakeholder del territorio provinciale in primis, coinvolgendo anche realtà nazionali del settore. È del tutto evidente che interventi di riqualificazione edilizia ed energetica, contribuiscono in modo concreto e rilevante a migliorare la qualità dell’aria, dell’ambiente, quindi della vita dei cittadini. Architetti, ingegneri, imprese edili, insieme al mondo universitario e della ricerca, impiegando tecnologie e materiali innovativi, concorrono a limitare l’inquinamento atmosferico, a migliorare la qualità dell’aria. Quest’ultimo, del resto, rappresenta oggi uno dei punti critici, se non il principale punto critico di Brescia e provincia. Anche per questo l’innovativa iniziativa Brescia Next, spin-off intellettuale di Campus Edilizia Brescia, insieme allo stesso Campus e al Sistema Ance Brescia, può assumere un ruolo di particolare utilità all’interno del progetto lanciato da Futura Economia X l’Ambiente. Mi riferisco all’ipotesi di affermare la nostra città come un laboratorio e pensatoio di riferimento sui temi di frontiera con ricadute sullo sviluppo economico e sociale di medio-lungo periodo. Una leadership che Brescia può conquistare più agevolmente avvalendosi delle avanzate capacità progettuali e innovative del suo
lare e si è posta come modello di città sostenibile: il nostro territorio ha dimostrato di essere leader in esperienze “cross industry” che coinvolgono diversi set-
Tra tradizione e futuro
A partire dall’acronimo del marchio ExA, che da “Exhibition Arms” muta in “Economia X l’Ambiente”, Futura Economia X l’Ambiente si preannuncia come
settore del costruito, che vede oggi attivi operatori caratterizzati da grande preparazione e profonda lungimiranza. Attori che rappresentano un consolidato benchmark per costruttori e progettisti del resto del Paese, non solo per le indiscusse capacità professionali, bensì anche per la sensibilità rispetto al capitolo della sostenibilità e della collettiva qualità della vita delle comunità locali. Nemmeno possiamo sottovalutare la virtuosa e sinergica collaborazione tra costruttori, professionisti, università e industria, che rappresenta uno dei pilastri del Campus Edilizia Brescia. Una rete di competenze che si caratterizza anche per una particolare visione, orientata alla sperimentazione e al futuro. Una visione che pone al centro di ogni progetto e di ogni cantiere, anzitutto le persone e le loro esistenze. Adriano Baffelli
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tori e ambiti di competenza. L’impegno delle imprese bresciane in attività green è riprovato, anche se la strada da percorrere è ancora lunga, ma questa svolta sarà
un evento espositivo saldamente legato alla vocazione, alle eccellenze e alle tradizioni del territorio, ma con un approccio del tutto rinnovato sulla scorta delle necessità rilevate dall’ascolto della filiera e di uno sguardo rivolto ad alcune tra le tematiche indiscutibilmente sfidanti del futuro a livello mondiale.
in grado di garantire una valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale e lombardo, ormai attrezzato per concorrere quale esempio a livello regionale, nazionale e internazionale. Appuntamento, dunque, il prossimo autunno, con la nuova tappa di un cammino orientato a un futuro green, che metterà in relazione grande pubblico e operatori delle filiere coinvolte. Nel 2020 sono infatti previsti incontri B2b, ma anche momenti riservati alle scuole secondarie e appuntamenti convegnistici, seminariali, laboratoriali aperti a un pubblico B2c.
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innovazione DIGITAL&BIM ITALIA 2019
Digitalizzazione e innovazione per l’ambiente costruito A Bologna l’appuntamento annuale dedicato alle ultime novità tecnologiche per l’edilizia. Ance Brescia presente per portare il proprio contributo nel dibattito sulle recenti trasformazioni del settore delle costruzioni attraverso la digitalizzazione e l’innovazione
Dall'1 gennaio 2019, con il DM 560/17 (conosciuto anche come Decreto Bim) la modellazione digitale è obbligatoria per le opere pubbliche sopra la soglia dei 100 milioni di euro. Il Decreto ministeriale dà il via a un processo di digitalizzazione degli appalti pubblici che, gradualmente, interesserà tutta la filiera delle costruzioni.
nche quest’anno il capoluogo emiliano ha ospitato l’evento di due giornate Digital&Bim Italia 2019, un’iniziativa che si caratterizza per il ricco programma di conferenze, incontri, workshop e momenti di networking destinati a fare il punto sulla digitalizzazione nel settore del costruito italiano e ad approfondire le strumentazioni tecnologiche a disposizione di imprese e operatori edili. Il quartiere fieristico di Bologna ha ospitato circa 4mila professionisti, ai quali sono state proposte più di 50 sessioni di formazione e informazione. Nella prima giornata, dopo una tavola rotonda inaugurale organizzata per fornire un’analisi completa della situazione e degli scenari della digitalizzazione in Italia, al fine di comprendere come sfruttare le tecnologie digitali più all’avanguardia per uno sviluppo delle costruzioni sostenibili e delle città smart, il presidente
di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi ha preso la parola durante la sessione riguardante le esperienze di una Pubblica Amministrazione nella digitalizzazione degli appalti pubblici. Il titolo dell’incontro prende spunto dalla scelta del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche Lombardia ed Emilia-Romagna di avviare un percorso di “trasformazione digitale”, finalizzato all’ottimizzazione dei processi di realizzazione delle opere di propria competenza attraverso metodi e strumenti previsti nel DM 560/17. Il presidente Deldossi ha chiuso un ciclo di interventi
sul tema della digitalizzazione degli appalti pubblici tramite approcci metodologici Bim oriented, portando la propria testimonianza ed esperienza. Il leader di Ance Brescia ha voluto basare il proprio discorso sulla chiara distinzione che distingue 4.0 e digitale, due fronti d’innovazione completamente diversi: “Il primo riguarda le imprese che sono andate avanti, che hanno guardato al futuro e hanno già applicato accorgimenti e tecnologie 4.0 nei cantieri, implementando la produttività dell’azienda” afferma Deldossi portando alcuni esempi. “Oggi le imprese verificano gli
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accessi tramite accertamenti automatici e badge, sanno in anticipo se un operatore ha le qualifiche e i patentini necessari per ricoprire determinati ruoli e per lavorare con specifiche macchine, e gestiscono in modo efficace e controllato i mezzi e le risorse a disposizione”. Il presidente di Ance Brescia ha, quindi, descritto un’evoluzione che interessa già da tempo le aziende del comparto edile, ormai abituate a utilizzare tecnologie dal ritorno immediato, quali, ad esempio,
tale, invece, — continua Deldossi — non riguarda solo la singola azienda, ma tutta la filiera. È una trasformazione che interessa l’intero processo, che parte molto prima che l’impresa edile arrivi e occupi quell’importante tassello che è la fase di costruzione e continua dopo la realizzazione dell’immobile o dell’infrastruttura, con il facility management, la manutenzione”. Per arrivare agli step finali del processo, però, risulta fondamentale gestire a monte il flusso di dati che riguarda un’opera edile, dalla condivisione delle informazioni, alle certificazioni, fino alle Oggi, purtroppo, molte aziende caratteristiche dei materiali di cui si compone, per garantire utilizzano software che, o non sono un’efficiente fase di decostruin grado di dialogare tra loro, zione futura e di smaltimento o trasmettono informazioni o riutilizzo degli inerti in un’otincomplete, senza possibilità tica che rispetta i dettami di verificare l’integrità dei dati inviati dell’economia circolare. “L’aspetto chiave di tutto quee ricevuti. sto discorso — commenta Deldossi — è poter disciplinare la Check, il portale che semplifica, automadigitalizzazione della filiera assicurando tizza e informatizza le attività di gestione l’interoperabilità tra gli operatori della fidei cantieri edili, e i sensori IoT (Internet liera. I flussi di dati non devono limitarsi of Things), che permettono di effettuare ad essere gestiti autonomamente da ogni misurazioni in ogni fase del processo di attore del processo produttivo, secondo il produzione, raccogliendo dati attraverso proprio metodo e con i propri software: dispositivi di controllo strutturale wireless serve puntare su una interazione tra i die piattaforme cloud per l’archiviazione e versi sistemi applicativi, favorendo un inl’elaborazione delle informazioni. “Il digiterscambio di documenti e informazioni.
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Le imprese possono raccogliere i dati secondo la modalità che ritengono più opportuna, ma le informazioni che provengono dal cantiere devono finire automaticamente all’interno di piattaforme Cde (Common data environment), per non interrompere il processo di costruzione del prodotto digitale”. Oggi, purtroppo, molte aziende utilizzano software che, o non sono in grado di dialogare tra loro, o trasmettono informazioni incomplete, senza possibilità di verificare l’integrità dei dati inviati e ricevuti. A questa situazione si aggiunge il fatto che gli obblighi normativi a cui un’impresa è soggetta indicano procedure ormai obsolete, che non invogliano le realtà del comparto ad adottare soluzioni digitali. “Bisogna adottare misure che riducano le tempistiche e migliorino la qualità dei prodotti, ma per fare questo dobbiamo smetterla di utilizzare nuove tecnologie e risorse adattandole a vecchi concetti o direttive. Per il raggiungimento di un risultato soddisfacente — conclude Deldossi — un’opera edile mette insieme tutte le realtà che compongono la filiera: non è, quindi, pensabile che nel processo produttivo non vi sia un dialogo continuo tra i vari attori, un confronto e un passaggio di informazioni, che può essere veicolato e facilitato solo se la digitalizzazione riuscirà ad arrivare dove serve, coinvolgendo tutte le parti”.
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appalti pubblici
Appalti pubblici: analisi del Codice dopo le modifiche dello Sblocca Cantieri In attesa dell’emanazione del nuovo Regolamento unico, gli incontri proposti da Ance Brescia hanno evidenziato novità, profili di responsabilità e prospettive in materia di appalti pubblici
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ncora sotto la lente d’ingrandimento, le novità del Codice appalti introdotte con le modifiche apportate allo “Sblocca cantieri” non possono che essere discusse anche dall’Associazione costruttori edili di Brescia, che ha di recente organizzato seminari sul tema per evidenziare lo scenario generale delineato nel set32
tore degli appalti pubblici in attesa del nuovo Regolamento unico, che sembra subire ritardi a causa dell’impossibilità di arrivare nel breve periodo ad un testo condiviso. Gli incontri organizzati da Ance Brescia negli ultimi mesi sottintendono la volontà dell’Associazione di far emergere i punti dolenti di una normativa ancora manchevole e deludente. Il Presidente Ance
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Brescia Massimo Angelo Deldossi ha sottolineato in più di un’occasione la necessità di avere legislatori coraggiosi, che pongano rimedio all’incertezza interpretativa e applicativa delle norme attuali: “È fondamentale introdurre un sistema di regole, di ispirazione anche europea, grazie al quale correggere le storture vissute finora e vedere le risorse trasformarsi velocemente e in modo efficace in cantieri” afferma il leader dell’Associazione. “Ance Brescia punta a un nuovo regolamento dedicato al settore dei lavori capace di semplificare soprattutto le procedure legate all’ambito degli appalti sotto-soglia, nel quale si concentrano il 90% delle gare in tutta Italia, percentuale che si rispecchia anche
nei dati riferiti alla nostra provincia”. Come emerso dal seminario Ance Brescia “Il Codice dei contratti pubblici dopo lo Sblocca cantieri”, è doveroso introdurre un sistema di qualificazione delle imprese che sappia valorizzare le aziende sulla base di elementi volti a premiare la qualità dei processi organizzativi e produttivi adottati nella gestione dei cantieri, uscendo dalla logica del fatturato, e un vero “rating” delle aziende che dia modo ai professionisti e alle pubbliche amministrazioni di valutare organizzazione e dimensioni aziendali, rispetto del contratto di lavoro, investimenti in macchinari e dotazioni tecnologiche governate nei processi costruttivi. L’introduzione dell’incontro è stata cu-
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Il mercato elettronico nella Pubblica Amministrazione Il Mepa è uno strumento di eProcurement pubblico, avviato nel 2000 e gestito da Consip Spa per conto del Ministero Economia e Finanze, avente il fine di promuovere un nuovo modello per l’ottimizzazione degli approvvigionamenti pubblici. Attraverso il Mepa le imprese interessate possono accedere ai bandi dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che le Pubbliche Amministrazioni pubblicano su questa piattaforma. Per accedere ai bandi è necessaria una specifica abilitazione, che può essere effettuata gratuitamente dalle imprese interessate e per la quale Ance Brescia fornisce supporto mirato.
rata dal geometra Primo Ider, vicepresidente di Ance Brescia e coordinatore Rop (referente opere pubbliche) di Ance Brescia, che ha ribadito l’urgenza di chiarire responsabilità e compiti, abbandonando la soft law voluta da Anac e dimostratasi nel concreto fallimentare. A entrare nel merito della questione l’avvocato Bruno Urbani della Direzione legislazione opere pubbliche di Ance nazionale, che si è soffermato su alcuni aspetti di rilievo riguardanti gli atti di semplificazione, le procedure di gara semplificate sotto-soglia comunitaria e il nuovo meccanismo di inversione procedimentale; ha approfondito i meccanismi di conteggio della soglia di anomalia, i requisiti generali chiesti alle im-
so le forme alternative e innovative di partecipazione e di esecuzione delle opere pubbliche, illustrando anche il servizio di consulenza del Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) sul partenariato Gli incontri organizzati pubblico/privato. da Ance Brescia sottintendono Sempre in tema la volontà dell’Associazione di appalti, la dotdi far emergere i punti dolenti toressa Sara Meschini di Ance di una normativa ancora Brescia, ha illumanchevole e deludente strato il funzionamento del servizio “Sportello Mepa”, messo a sulente legale di Ance Brescia, ha analizzato le figure coinvolte disposizione dell’Associazione negli appalti pubblici e i profili bresciana all’interno del Progetto “Sportelli in Rete” di Consip. di responsabilità, con particoGli sportelli vengono in aiuto lare attenzione alla figura del agli operatori economici che direttore dei lavori, e ha discusprese per partecipare alle gare e ha fatto chiarezza sul tema del subappalto in riferimento alla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea. A seguire, l’avvocato Davide Epicoco, civilista del Foro di Brescia e con-
hanno bisogno di informazioni precise sulle modalità di utilizzo del Mepa, il mercato virtuale della pubblica amministrazione, al fine di poter presentare la domanda di abilitazione ed essere assistiti, anche in seguito, nelle operazioni all’interno della piattaforma. A testimoniare l’interesse per gli argomenti trattati, la seconda giornata di approfondimento sul tema organizzata in questi mesi da Ance Brescia. L’incontro “Appalto, subappalto, subaffidamento, avvalimento, distacco in edilizia: parliamone!”, infatti, ha richiamato negli spazi dell’Auditorium di via Foscolo numerosi imprenditori, professionisti e operatori della filiera, che si sono confrontati tra loro e con l’Associazione sui temi titolo dell’iniziativa. Presenti anche funzionari di alcune Amministrazioni pubbliche, attori importanti della situazione, costretti essi stessi ad affrontare le incertezze interpretative di una produzione legislativa ipertrofica e smisurata. Gradita presenza anche quella di alcune imprese non bresciane e di alcune territoriali Ance lombarde. Nel corso del pomeriggio, Ance ha ripercorso gli elementi tipici delle figure legali più utilizzate nella fase di affidamento a terzi dei lavori, e ha suggerito consigli operativi per una migliore gestione quotidiana degli stessi. In particolare, l’Associazione ha auspicato un maggior dialogo tra gli attori contrattuali, affinché gli stessi si parlino e si confrontino in modo da tradurre in impegni reciproci le misure per evitare controversie interpretative durante la delicata fase di effettuazione delle lavorazioni. La posizione di Ance poggia sulla consapevolezza che il ritardo nella realizzazione dell’opera danneggia, per quanto sotto profili diversi, gli interessi del committente, specie se pubblico, della collettività, delle imprese e dei lavoratori che sono addetti al cantiere interessato.
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crowdfunding
Il real estate crowdfunding, una nuova finanza democratica La crisi economicofinanziaria dell’ultimo decennio ha visto crescere la difficoltà per le imprese ad accedere al finanziamento bancario, una delle principali cause del sostanziale blocco dell’attività di investimento
di Flavio Monosilio Direttore della Direzione Affari Economici e Centro Studi Ance
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ra il 2007 e il 2017, il settore delle costruzioni ha perso il 70% di finanziamenti per investimenti, passando da oltre 52 miliardi di euro ad appena 16 miliardi, e per il futuro, anche a causa delle normative prudenziali europee, la situazione non sembra destinata a migliorare significativamente. Gli ultimi dati di Banca d’Italia relativi al primo semestre del 2019 evidenziano una nuova battuta d’arresto per i finanziamenti alle imprese di costruzioni (-18,8% rispetto allo stesso periodo del 2018). Per questo è strategico, per le imprese, avere accesso a nuove modalità di approvvigionamento finanziario, linfa vitale per l’avvio di nuovi investimenti. Il mercato della finanza alternativa sta crescendo rapidamente, sono sempre più le piccole e medie imprese che guardano con interesse ai minibond, al crowdfunding, e gli spazi di crescita nei prossimi anni appaiono significativi, non solo dal punto di
vista quantitativo ma anche delle tipologie di progetti finanziabili. Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento della folla”, è un finanziamento collettivo attuato normalmente online, grazie al quale un gruppo di individui, contribuendo secondo le proprie possibilità, rende possibile il finanziamento di progetti e/o iniziative di persone o di organizzazioni. Una alternativa rapida, flessibile e innovativa che può sostituire o integrare il canale bancario. Uno strumento democratico che consente di ampliare i confini della platea di investitori, rendendo accessibili e trasparenti dei servizi che prima solamente i grandi investitori potevano permettersi. Questa tipologia di strumento nasce negli Stati Uniti per rispondere alle esigenze di liquidità degli imprenditori che, a causa della crisi finanziaria, non riuscivano più ad ottenere risorse per avviare progetti di investimento, ma anche per consentire agli novembre/dicembre/2019
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crowdfunding
investitori di poter entrare direttamente nei progetti di investimento. In totale, negli Usa tramite il crowdfunding sono stati raccolti 7,5 miliardi di dollari, nei paesi dell’Unione Europea 2 miliardi di dollari, in Cina 1,7 miliardi di dollari. Il crowdfunding immobiliare, che fino a qualche tempo fa sembrava impossibile potesse approdare anche nel nostro Paese, sta diventando una strada percorribile anche da imprese di dimensioni contenute, a patto che la trasparenza delle informazioni, economiche e finanziarie, sia al centro della gestione aziendale. Esistono diverse modalità di crowdfunding, ma quelle che più si adattano al finanziamento di operazioni immobiliari sono l’equity crowdfunding, che consente la raccolta di risorse attraverso una sottoscrizione di quote di capitale di rischio della società, e il lending crowdfunding, un vero e proprio prestito, remunerato da un tasso d’interesse e rimborsato a scadenza. Secondo il Politecnico di Milano, in Italia operano sei piattaforme per il real estate crowdfunding, che hanno raccolto, nell’ultimo anno, 15,6 milioni di euro, di cui 8,8 milioni di euro, destinati a otto progetti con equity crowdfunding e 6,8 milioni per 30 progetti in ambito lending. Questo strumento innovativo ha già dimostrato di essere in grado di fornire un efficace sostegno finanziario dell’economia reale, le campagne di real estate crowdfunding avviate nel nostro Paese hanno avuto un tasso di successo del 100%. Sempre secondo il Politecnico di Milano, l’immobiliare sarà il settore di maggiore crescita del crowdinvesting nel prossimo anno, con un target che potrebbe arrivare a raddoppiare gli importi raccolti. È bene sottolineare, però, che i vantaggi derivanti dal ricorso a tale tipologia di raccolta non sono soltanto di tipo finanziario, ma si estendono anche alla sfera comunicativa dell’azienda, il crowdfunding può
Le modalità di crowdfunding che più si adattano al finanziamento di operazioni immobiliari sono l’equity crowdfunding e il lending crowdfunding.
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rappresentare uno strumento di marketing innovativo di straordinaria efficacia. Per poter “caricare” un progetto di investimento su una di queste piattaforme online, infatti, la parola d’ordine è “trasparenza”. Gli investitori devono poter conoscere nei minimi dettagli il livello di rischio delle operazioni che andranno a finanziare e l’impresa che le promuove. Per questo è indispensabile che le imprese, anche se di piccole dimensioni, inizino a valorizzare la propria immagine, attraverso un nuovo approccio comunicativo, che premi la trasparenza delle informazioni, anche dal punto di vista finanziario. Diventa strategico cambiare le modalità con cui si comunicano i dati economico-finanziari, che dovranno essere corredati dallo storytelling, un racconto del progetto di investimento e di se stessi, in grado di creare una comunità che, unendo le forze, riesca a realizzare qualcosa di concreto.
Finanziati dalla “folla” (crowd) attraverso l’utilizzo di Internet La crisi economica globale del 2008 ha condotto a una paralisi dell’economia che ha comportato la riduzione della fiducia nel sistema bancario e nei servizi finanziari in generale. Nell’ultimo decennio una delle tecniche di finanziamento più rivoluzionaria è stata il crowdfunding, cioè la possibilità di essere finanziati dalla “folla” (crowd) attraverso l’utilizzo di Internet. Il crowdfunding nel settore immobiliare ha origine negli Stati Uniti nel 2012 con il Jumpstart Our Business Start-up Act (JOBS Act), dove da allora si sta sviluppando a ritmi elevati. In Italia, il crowdfunding per progetti nel settore immobiliare non si è ancora sviluppato in quanto la legge in concreto non ne consente l’utilizzo; tuttavia esistono alcune piattaforme che stanno utilizzando il concetto in modi differenti, raccogliendo un certo interesse. Il Real Estate Crowdfunding può rappresentare un’interessante opportunità per i privati che vogliono investire nel settore immobiliare, ma non hanno abbastanza capitale per partecipare a grandi transazioni o esperienza nella gestione.
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rigenerazione
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Dalla Regione Lombardia un primo passo verso la rigenerazione urbana
Approvata a Palazzo Pirelli la Legge sulla rigenerazione urbana, che apporta diverse modifiche alla Legge per il governo del territorio 12/2005 e ad altre norme regionali, completando una strategia finalizzata alla riduzione del consumo di suolo
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novembre, in seduta di consiglio regionale, sono stati presentati i Pdl abbinati n. 83/62, “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio) e ad altre leggi regionali”. Un primo passo apprezzabile che riconosce gli interventi di rigenerazione urbana e territoriale quali misure prioritarie per dare efficacia alla Legge regionale 31/201, legge che da alcuni anni fornisce disposizioni mirate a limitare il consumo di suolo e a favorire la riqualificazione del suolo degradato. Sicuramente molti aspetti dei Pdl presentati restano migliorabili, ma l’amministrazione regionale ha posto le basi per una concreta linea d’azione su un tema che da sempre sta a cuore al settore del costruito bresciano e viene portato avanti con convinzione dall’Associazione costruttori edili. La rigenerazione urbana è, infatti, un tassello fondamentale per una metamorfosi delle città e delle periferie che risponda realmente alle esigenze contemporanee dell’abitare e porti a un significativo miglioramento della qualità degli spazi pubblici.
Soluzioni innovative, efficienza energetica, sicurezza antisismica, verticalizzazione degli edifici a salvaguardia delle aree verdi sono solo alcune delle ricadute positive di un ammodernamento dell’esistente sul territorio italiano. Tra le finalità principali della nuova legge, approvata in consiglio regionale con i voti favorevoli della maggioranza, l’opposizione dichiarata dei consiglieri del Pd e l’astensione dei Lombardi civici europeisti e di Italia viva, il miglioramento della qualità funzionale, ambientale e paesaggistica dei territori e degli insediamenti interessa una buona parte dei punti normativi in essa contenuti. La legge punta, infatti, a contrastare il grave problema del degrado urbano e degli edifici agricoli e rurali abbandonati, risanando singole aree e immobili al fine di intervenire positivamente su abitabilità, attrattività e sicurezza dei centri abitati, favorendo la trasformazione di spazi verdi, servizi e infrastrutture, partendo da un primo stanziamento iniziale di due milioni di euro, che servirà per promuovere in primis i censimenti comunali. I Comuni, infatti, dovranno redigere una carta di consumo del suolo, da aggiornare annualmente, che registra gli immobili abbandonati o dismessi. novembre/dicembre/2019
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rigenerazione
Rigenerazione urbana e territoriale La nuova legge regionale apporta modifiche e integrazioni alla Legge regionale 31/2014, ridefinendo i concetti di rigenerazione urbana e rigenerazione territoriale come segue (art. 2): rigenerazione urbana: l’insieme coordinato di interventi urbanistico-edilizi e di iniziative sociali che possono includere la sostituzione, il riuso, la riqualificazione dell’ambiente costruito e la riorganizzazione dell’assetto urbano attraverso il recupero delle aree degradate, sottoutilizzate o anche dismesse, nonché attraverso la realizzazione e gestione di attrezzature, infrastrutture, spazi verdi e servizi e il recupero o il potenziamento di quelli esistenti, in un’ottica di sostenibilità e di resilienza ambientale e sociale, di innovazione tecnologica e di incremento della biodiversità dell’ambiente urbano; rigenerazione territoriale: l’insieme coordinato di azioni, generalmente con ricadute sovralocali, finalizzate alla risoluzione di situazioni di degrado urbanistico, infrastrutturale, ambientale, paesaggistico o sociale che mira in particolare a salvaguardare e ripristinare il suolo e le sue funzioni ecosistemiche e a migliorare la qualità paesaggistica ed ecologica del territorio, nonché dei manufatti agrari rurali tradizionali, per prevenire conseguenze negative per la salute umana, gli ecosistemi e le risorse naturali.
Con la Regione Lombardia nel ruolo chiave di coordinatrice, i privati proprietari e i Comuni potranno portare avanti le diverse operazioni: i primi potranno segnalare situazioni di particolare criticità attraverso perizia giurata (edifici fatiscenti e non abitati da almeno cinque anni), mentre i secondi potranno vagliare le istanze e inserire il progetto di recupero negli appositi piani annuali. Recuperare l’esistente sarà più conveniente rispetto al costruire ex novo, grazie a una serie di incentivi e di misure ad hoc. Tra queste, la legge indica uno sconto del 60% sugli oneri di urbanizzazione; la possibilità di assegnare bonus volumetrici fino al 20%, a fronte di una serie di prescrizioni volte al miglioramento delle condizio40
ni degli edifici, soprattutto dal punto di vista energetico e della sicurezza; e l’introduzione di alcune semplificazioni procedurali per rendere più veloci i processi di rigenerazione e di recupero degli immobili dismessi,
dotti dalla legge regionale le destinazioni esplicitamente estromesse dal Pgt, i recuperi finalizzati alle grandi strutture di vendita, le attività di logistica e autotrasporto incidenti su una superficie territoriale superiore ai 5mila metri quadrati e le atRecuperare l’esistente sarà tività insalubri. più conveniente rispetto Tra le altre precisazioni introal costruire ex novo, grazie dotte, la nuova a una serie di incentivi legge prevede e di misure ad hoc anche una maggiorazione percentuale del contributo relativo in modo da garantire agli inveal costo di costruzione entro un stitori tempi certi per la realizminimo del 30 e un massimo del zazione degli interventi una vol40%, determinata dai Comuni, ta dichiarato, attraverso perizia giurata e asseverata, lo stato di per gli interventi che consumadegrado di un immobile. Sono no suolo agricolo nello stato di fatto non ricompresi nel tessuto esclusi da bonus e novità intro-
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urbano consolidato, pari al 20%, per gli interventi che consumano suolo agricolo nello stato di fatto all’interno del tessuto urbano consolidato, pari al 40% per gli interventi di logistica o autotrasporto non incidenti sulle aree di rigenerazione. In generale, l’intervento di recupero promosso dalla legge regionale non deve interferire, o in qualche modo andare a discapito, dell’attività agricola esistente. Gli edifici rurali dismessi o abbandonati dall’uso agricolo, individuati nei Pgt mediante perizia che constati lo stato di dismissione o abbandono da almeno tre anni, possono essere oggetto di recupero e di uso anche diverso da quello agricolo, nel rispetto però dei caratteri dell’architettura e del paesaggio rurale. novembre/dicembre/2019
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forum Fidec 2019
Fidec,
un punto d’incontro per i professionisti del costruito
Oltre 1700 i partecipanti al Forum italiano delle costruzioni, iniziativa promossa da Ance nazionale con l’obiettivo di riunire, in due intense giornate di incontri e speakers’corner, costruttori, professionisti, ricercatori e rappresentanti della filiera edile
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novembre il Palazzo del Ghiaccio di Milano ha ospitato l’appuntamento annuale con Fidec, Forum italiano delle costruzioni che nasce per creare una rete di connessioni e rapporti tra professionisti della filiera. Due giornate di approfondimento durante le quali sono emerse le significative testimonianze di imprenditori e addetti ai lavori, pronti a confrontarsi con i partecipanti sui temi caldi che interessano il settore edile. Il Forum offre, infatti, diverse occasioni di dialogo e networking, organizzando speakers’ corner finalizzati allo scambio conoscenze e contatti. In questo modo l’iniziativa sostituisce alle forme di comunicazione unidirezionali, platee che interagiscono attivamente tra loro per raggiungere una sintesi condivisa da cui partire in direzione dello sviluppo e della crescita del Paese. Climate change, edilizia sostenibile ed economia circolare, Bim e digitalizzazione delle costruzioni, rigenerazione urba42
na, alcuni degli argomenti trattati durante la prima parte, “Aspettando Fidec”, lungo pomeriggio di contaminazione che ha visto diverse figure esperte e autorevoli stimolare riflessioni interessanti sul cambiamento che sta interessando il settore del costruito, grazie a strumentazioni tecnologie e innovative chiavi di lettura. Uno spazio importante è stato riservato al tema dei giovani, figure cardine di questa trasformazione in grado di ridisegnare il mestiere del futuro e il modo di operare all’interno della filiera. L’Associazione Costruttori, fortemente impegnata a favorire l’entrata nel settore di giovani maestranze, promuove Fidec non solo quale punto di incontro e di richiamo per i professionisti senior del comparto, ma anche per le maestranze con meno anni di esperienza curiose di conoscere le storie di successo di imprenditori, professionisti, ricercatori del mondo dell’edilizia. Il Forum ha dato voce nel corso delle due giornate a testimoni d’eccellen-
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za che hanno raccontato l’importanza di avere una visione imprenditoriale nuova, in contrasto con le tendenze ristagnanti. Un modo moderno di guardare al settore, al suo mercato e alle sue possibilità, che deve stimolare i giovani del comparto a svecchiare il modus operandi di alcune imprese e di alcune realtà legate alla filiera del costruito. L’edilizia può contaminarsi di idee innovative
Il Presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi e il direttore di Eseb Antonio Crescini presenti al Forum delle costruzioni per rafforzare una rete di relazioni a favore della filiera edile bresciana.
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FideConnessioni, il network di Fidec Creare connessioni è uno degli obiettivi principali del Forum italiano delle costruzioni. Il mondo del web ha potenziato l’intensità di questa parola aggirando i limiti spaziotemporali, ma al di fuori dell’arena tecnologica, la valenza di questo termine trova concreto sviluppo
nei rapporti umani. Fidec vuole alimentare le relazioni tra persone e stimolare un dialogo basato sulla condivisione di idee ed esperienze. Il Forum crea una community, una rete di addetti ai lavori e di alleanze in grado di proporre una visione del futuro chiara e concretizzabile. FideConnessioni è, quindi, un neologismo che racchiude al suo interno la volontà di coinvolgere a tutto tondo le realtà della filiera: Ance; mondo edile, tecnici e professionisti; ordini professionali; associazioni di settore; università e
formazione; sviluppatori immobiliari; progettisti e società di ingegneria; agenzie immobiliari e venditori; installatori e impiantisti; imprese manifatturiere fornitrici di prodotti e servizi per le costruzioni; banche e finanza; pubbliche amministrazioni, stazioni appaltanti ed enti pubblici committenti; fornitori di servizi quali certificazioni, sicurezza, assicurazioni e servizi commerciali; imprese dei settori collegati all’edilizia; comunicatori e giornalisti; amministratori di condominio e proprietari edilizi.
ANCE
Tutto il mondo edile, imprenditori e tecnici
Ordini professionali
Progettisti e società di ingegneria Università e formazione Agenzie immobiliari e venditori
Installatori e impiantisti
Sviluppatori immobiliari
Imprese manifatturiere fornitrici di prodotti e sistemi per le costruzioni
Fornitori di servizi (certificazioni, sicurezza, assicurazioni, servizi commerciali
Pubbliche amministrazioni, stazioni appaltanti, enti pubblici committenti
Banche e finanza
Imprese dei settori collegati all’edilizia, come quello del verde e delle aziende specializzate
Comunicatori e giornalisti
Amministratori di condominio e proprietari edilizi
e vincenti, grazie a un dialogo continuo tra tutte le figure del comparto, incoraggiate con Fidec a far proprie le strategie e le vision più efficaci. La seconda giornata, cuore della manifestazione, ha infatti visto protagonisti, utilizzando le parole dei suoi organizzatori, “i player più talentuosi e le idee più innovative capaci di ridare linfa al panorama delle costruzioni”.
Per Ance Brescia, presente anche all’edizione 2019 del Forum, il settore edile italiano ha bisogno di iniziative come Fidec per sostituire alla classica fiera espositiva un nuovo format capace di creare una rete permanente di relazioni che alimenti i rapporti b2b. Per l’Associazione, il 2020 sarà un anno impegnativo, indirizzato verso una progressiva digitalizzazione della filiera che mi-
gliori le performance lavorative quotidiane di imprese e professionisti protagonisti del cambiamento. Legislatura e politica devono comprendere le reali opportunità offerte dal settore, motore importante dell’economia nazionale e comparto in grado di dare nuovo slancio allo sviluppo del nostro Paese grazie alle lungimiranti idee e agli innovativi percorsi di crescita intrapresi.
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nte sistema edilizia Brescia si impegna attivamente per sensibilizzare le imprese e gli operatori del comparto del costruito al rispetto delle normative riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro. Attraverso momenti di formazione e di approfondimento dedicati, Eseb si assicura di fornire, ad apprendisti, operai, impiegati amministrativi, tecnici, quadri e ad ogni altra figura inserita nella filiera del settore, gli strumenti e le conoscenze necessarie a operare a tutela del lavoratore. Oltre a corsi di aggiornamento e seminari tecnici, la Scuola edile definisce nel suo insieme le procedure da seguire e coordina le attività riguardanti salute e sicurezza, con un’attenzione specifica alla persona e al contesto in cui opera. Per garantire l’incolumità del lavoratore, l’ente promuove idonee iniziative di prevenzione, lo studio di problemi generali e specifici per evitare infortuni, l’asseverazione di un’efficace attuazione di Sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro, il sostegno alle imprese e ai lavoratori in materia di sorveglianza sanitaria e offre consulenza tecnica e assistenza, dentro e fuori dal cantiere, per favorire la corretta attuazione delle norme sicurezza. Eseb affianca le imprese edili fornendo un supporto specifico in ogni momento, dispensando consigli preziosi anche agli operatori chiamati a intervenire in cantieri particolarmente rischiosi, pericolanti a seguito del verificarsi di eventi atmosferici eccezionali. In questi anni, infatti, a fronte dei gravi cambiamenti climatici che stanno causando diversi disagi e seri danni a infrastrutture e abitazioni, le aziende edili del territorio bresciano si trovano a dover operare rapidamente, e sempre più di frequente, per sistemare tetti e altre parti strutturali di capannoni, edifici e abitazioni. In questi casi, gli operai devono adottare una serie di misure preventive ad hoc, che li tutelino da rischi e infortuni nei cantieri temporanei e mobili. In questo contesto si sottolinea il valido servizio offerto dall’ente, che mette a disposizione i propri “Tecnici per la
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Sicurezza I tecnici Eseb al servizio delle imprese bresciane Per garantire il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei cantieri, Eseb mette gratuitamente a disposizione delle imprese iscritte alla Cassa edile il supporto dei “Tecnici per la sicurezza” dell’ente. Formazione e sensibilizzazione sul tema della prevenzione degli infortuni i due punti su cui insistere per tutelare incolumità e salute del lavoratore
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Servizi in cantiere Informazioni in cantiere: incontri specifici, svolti direttamente in cantiere, su argomenti individuati dal datore di lavoro, Rls (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) e lavoratori in base alle proprie realtà aziendali; Ricerca tecnica: attività di ricerca e approfondimento per approntare soluzioni tecniche utilizzabili in concreto dall'impresa e dai lavoratori nei cantieri di tutti i giorni; Consulenza documentale in cantiere: per sapere quali documenti debbano essere presenti nello specifico cantiere; Assistenza tecnica in cantiere: Eseb, con propri tecnici competenti, effettua visite di consulenza gratuita in relazione alla sicurezza nei cantieri di Brescia e provincia; Formazione on the job: formazione svolta direttamente sui cantieri dove imprese e lavoratori si confrontano quotidianamente con le problematiche della sicurezza.
Servizi in sede Consulenza continua: gli uffici di Eseb sono a disposizione per soddisfare le diverse necessità di chiarimento su apprestamenti tecnici di sicurezza e sulle diverse tematiche della normativa vigente; Assistenza e condivisione dei progetti Inail: assistenza durante la compilazione del modulo Ot24, condivisione dei progetti per ottenere i finanziamenti Inail.
sicurezza” per visite di consulenza gratuite rivolte alle imprese regolarmente iscritte alla Cassa Edile. Nel caso specifico di coperture, riparazioni o sostituzioni di tetti ammalorati dalle intemperie, Eseb garantisce un supporto concreto, professionale e tempestivo, per identificare e attuare tutte le misure di prevenzione necessarie a garantire la sicurezza delle maestranze impegnate nelle lavorazioni, tutelandole da infortuni gravi per caduta dall’alto, spesso dovuti a un’inadeguata progettazione e gestione delle
operazioni di cantiere. In un momento storico in cui le avversità atmosferiche e la potenza dei venti sembra aumentare progressivamente d’intensità, questo genere di interventi potrebbe essere sempre più richiesto e per questo è importante ricordare alle imprese edili del territorio le norme da rispettare e gli accorgimenti da adottare per la tutela dell’incolumità del lavoratore anche e soprattutto in questi casi specifici. A favore della sensibilizzazione al rispetto delle misure di sicurezza l’ente ha pubblicato e promosso una serie di pubblicazioni sull’argomento. Manuali, libretti, guide pratiche e documentazioni di cantiere possono, infatti, rivelarsi preziosi alleati nella diffusione di un’approfondita cultura della sicurezza, che consenta agli operatori di lavorare limitando, e auspicabilmente annullando, i rischi delle attività di cantiere.
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I corsi per la sicurezza
L’Ente eroga corsi formativi in materia di sicurezza, indirizzati a diverse figure professionali del settore edile
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. L’obiettivo è fornire ai partecipanti gli strumenti professionali necessari per lo svolgimento dei compiti che sono stati loro affidati nel loro ruolo di preposto nei cantieri edili in relazione all’attività di supervisione, coordinamento e organizzazione, per conto del datore di lavoro, delle attività di cantiere.
Dirigente di cantiere Addetto al primo soccorso Intervenire velocemente quando si verifica un infortunio è determinante. Conoscere le corrette tecniche di primo soccorso, sapere cosa fare o cosa non fare nei riguardi di un infortunato è di fondamentale importanza in qualsiasi luogo di lavoro. Il corso si configura come uno strumento di formazione sia teorica sia pratica ed è indispensabile in ogni azienda per la formazione degli addetti alla squadra di primo soccorso. I contenuti, definiti dalla normativa, riguardano nello specifico la capacità di: allertare il sistema di soccorso; riconoscere un’emergenza sanitaria; attuare gli interventi di primo soccorso; conoscere i rischi specifici dell’attività svolta; acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro; acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro; acquisire capacità di intervento pratico.
Addetto antincendio (rischio basso e medio) L’obiettivo del corso è quello di sviluppare le capacità gestionali e relazionali e di far loro acquisire elementi di conoscenza su: conoscenze e competenze tecnico-pratiche e organizzativoprocedurali per la prevenzione incendi, la lotta antincendio e la gestione delle emergenze; capacità di assumere decisioni rapide e razionali in situazioni d’emergenza e di gestire l'emergenza nel suo complesso e nella sua specificità.
Impiegati a rischio basso Il corso fornisce ai partecipanti gli strumenti professionali necessari per lo svolgimento dei compiti che sono stati loro affidati nel loro ruolo di Personale d’ufficio delle imprese edili in relazione all’attività di supervisione, coordinamento e organizzazione, per conto del datore di lavoro, delle attività di cantiere.
Preposto di cantiere Per maggiori informazioni visitare il sito www.eseb.it nella sezione “Formazione alla sicurezza”.
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Il corso è rivolto ai preposti nei cantieri edili, ovvero a quei lavoratori che sovrintendono l’attività lavorativa e garantiscono l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
Il corso ha l’obiettivo di formare la figura del dirigente che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa. I contenuti del corso sono suddivisi in quattro moduli distinti: giuridico-normativo; gestione e organizzazione della sicurezza; individuazione e valutazione dei rischi; comunicazione, formazione e consultazione dei lavoratori.
16 ore / Formazione generale e specifica La formazione d’ingresso (16 ore in due giornate a tempo pieno) è collocata prima dell’inizio del rapporto di lavoro. Prevede una formazione che è prima di tutto “formazione professionale”, finalizzata a permettere al nuovo lavoratore di svolgere in modo professionalmente produttivo e corretto (e di conseguenza sicuro) le mansioni che normalmente vengono assegnate a un nuovo entrato e che costituiscono l’abc del mestiere.
Rspp datori di lavoro Il corso si rivolge ai datori di lavoro che esercitano il ruolo di Rspp (Responsabile del servizio prevenzione e protezione) per la propria impresa.
Lavori in ambienti confinati Il corso è rivolto ai dipendenti e datori di lavoro di impresa edile che “eseguono lavori in ambienti confinati o sospetti di inquinamento” così come definito dal Dpr 177/2011. La formazione è finalizzata a garantire la riconoscibilità di un ambiente confinato o sospetto di inquinamento e ad illustrare ai partecipanti le principali “buone prassi” da eseguire per l’eliminazione e la riduzione dei rischi. Il corso è strutturato in una parte teorica e in una parte pratica.
Segnaletica stradale (lavoratore e preposto) Il corso è destinato a lavoratori e preposti addetti all’installazione e rimozione della segnaletica di cartelli stradali in presenza di traffico.
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OPPORTUNITÀ DI CRESCITA PER GLI OPERATORI DEL SETTORE
LA FORMAZIONE ESEB È UN DIRITTO PER IMPRESE E OPERAI ISCRITTI ALLA CASSA
ANNI DI WELFARE
Brescia | via Oberdan 122 | 030/289061 | www.cassaedilebrescia.it
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incontri
Vittorio Masìa SISTEMA GIUDIZIARIO, RISPETTO DELLE REGOLE, PROMOZIONE DELLA LEGALITÀ, LEGGE FALLIMENTARE, CODICE PER LA TUTELA DEL LAVORO E PER LA RISOLUZIONE DELLE CRISI AZIENDALI E ALTRI TEMI GIURIDICO-AMMINISTRATIVI DI INTERESSE PER IL MONDO DEL COSTRUITO BRESCIANO: LA PAROLA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA.
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Tribunale di Brescia
Meno litigi e fallimenti. Servono, comunque, più risorse per la Giustizia di Adriano Baffelli
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Il Palazzo di Giustizia, intitolato al bresciano Giuseppe Zanardelli, ministro della Giustizia e Presidente del Consiglio, pullula, come ogni mattina, di decine di persone: imputati, avvocati, periti, testimoni, giudici, donne e uomini delle Forze dell’ordine, danno vita a un microcosmo di tensioni ed emozioni. Una cittadella dove i dibattiti sulla Giustizia escono dai metaforici significati e assumono il peso dei pronunciamenti: amarezza, dolore, oppure soddisfazione. Salgo al quarto piano del palazzo conficcato tra il limitare sud del centro urbano e la modernità di Brescia Due, per incontrare il Presidente Vittorio Masìa, che mi riceve cortesemente nel suo studio.
aveva una vocazione prevalentemente agricola, di tipo evoluto, poi nel Novecento si afferma anche in altri segmenti del mondo produttivo. Negli anni ‘60/’70 esplodono l’industria e l’artigianato. Gli uffici giudiziari devono, quindi, confrontarsi con una domanda estremamente articolata che viene da una eterogenea realtà produttiva, in alcuni complessa, a cui noi cerchiamo di dare delle risposte auspicabilmente coerenti. Come possiamo considerare la situazione del mondo produttivo bresciano sotto il profilo del rispetto delle regole e dei comportamenti nei confronti di altri imprenditori, della collettività e delle istituzioni? I dati sono quelli che derivano da contenzioso, dai procedimenti cautelari, da settori “straPresidente Masìa, dal suo ostegici”, settori che sono presiservatorio privilegiato, qual è il diati da sezioni come, ad esemquadro sociale ed economico pio, la quinta sezione civile speche può tratteggiare di Brescia cializzata in impresa, la quarta e provincia? sezione civile fallimentare (terÈ una domanda che richiede mine che a breve non potremo una risposta necessariamente più utilizzare), procedure conarticolata, così com’è articolato corsuali e sezioni che si occupano di esecuzioni. A lato poi, naturalPossiamo ritenerci fuori mente, c’è il civile dal decennio nero, perché, cosiddetto ordinario anche su altri settori della che tratta di volumi decisamente consigiurisdizione a livello stenti. Questi dati nazionale, la conflittualità forniscono un inditout court è in netto calo. ce di conflittualità numericamente il tessuto sociale, culturale, contenuto, mi riferisco ad umano e imprenditoriale di esempio ai dati dei fallimenti e questa provincia. Nella seconda delle procedure concorsuali. metà dell’Ottocento, il territorio Questo vuol dire che, se non
siamo in presenza di veri e propri segni di ripresa, sicuramente i numeri si sono stabilizzati: quest’anno siamo scesi sotto i 1.700 fallimenti. Possiamo ritenerci fuori dal decennio nero, perché, anche su altri settori della giurisdizione a livello nazionale, la conflittualità tout court è in netto calo. Anche nel mio ufficio il dato trova conferma. Questo significa non solo che le persone litigano meno e stanno più attente al portafoglio, ma che probabilmente c’è una maggiore selezione delle cause da coltivare. Il cittadino è più avvertito, più attento nello scegliere i terreni sui quali impegnarsi, non tanto nello scontro sociale ma in quello che è contenzioso corrente. Anche le imprese devono fare selezione e quindi, ricorrere per esempio all’arbitrato. Io stesso sono chiamato ad arbitrare quando richiesto dalle parti. La sezione impresa, per quanto riguarda la competenza distrettuale, è molto impegnata sul versante del cautelare, che spesso evita l’istaurazione della causa ordinaria tout court. Se i giudici spiegano che la domanda presentata non troverà raccoglimento, raramente assistiamo a una causa ordinaria a fronte di un cautelare sfavorevole. Questo dimostra che c’è anche un buon governo degli strumenti di tutela giudiziari: non solo si fornisce una buona risposta giudiziaria data da giudici qualificati e professionalmente apprezzati, ma posso dire che assistiamo ad una maturazione
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opinioni
che attraversa in maniera trasversale sia il semplice cittadino, sia la grande impresa. E per quanto concerne lo specifico del settore costruzioni, a suo avviso qual è la situazione? È un settore che è stato, e forse è ancora, in grande sofferenza, a causa di cicli economici sfavorevoli. La giurisdizione interviene per far fronte a questa sofferenza, a volte curando, ridando vita e speranza ai lavoratori, agli stakeholder in generale, altre volte prendendo atto che un ciclo economico è finito. Mi auguro non sembri troppo fredda la mia analisi, ma il nostro è un intervento postumo, quasi mai in itinere. Ci si rivolge alla giustizia quando ormai gli altri interlocutori sono già stati interpellati, o verificati. Dottor Masìa, risponde al vero la visione che i bresciani prevalentemente hanno di rappresentare una realtà tutta regole e ordine, nella quale se qualcosa non funziona le colpe sono da ricercare al di fuori del sistema? Credo di poter affermare da lombardo che il pragmatismo governa il modo di pensare e di agire di queste comunità. È un efficientismo positivo perché ruota attorno a obiettivi concreti. Questa è una società che è cresciuta molto e che dà molto anche agli altri. Il problema se mai è legato all’aspetto distributivo, ma questo è un altro tema. Presidente, hanno ragione gli imprenditori a lamentarsi dell’eccesso di burocrazia, dei ritardi della macchina pubblica, 50
Vittorio Masìa si laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano nel 1978. Fino al 1981, anno in cui vince il concorso pubblico ed entra nella Magistratura ordinaria, continua a frequentare l’ambiente universitario e forense. Nel 2001 una delibera del Consiglio Superiore della Magistratura lo dichiara
Dobbiamo produrre norme chiare, semplici e nella giusta misura, il che vuol dire che è auspicabile una misura contenuta, soprattutto in relazione all’importanza della materia
della complessità e della farraginosità delle regole? Per certi aspetti sì. Oggi noi parliamo di semplificazione. Per quanto riguarda il Codice Appalti, questo non è sotto processo, ma sotto la lente d’ingrandimento, perché investire è un’operazione per definizione “di rischio”, ma non deve diventare elemento di rischio anche rispetto alle regole. Le regole devono essere chiare, devono essere essenziali. Il contatto con la burocrazia deve essere ridotto all’indispensabile. In questo modo si conterrebbero gli aspetti degenerativi e, tanto per essere più chiaro, quelli corruttivi. Dobbiamo produrre norme chiare, semplici e nella giusta misura, il che vuol dire che è auspicabile una misura contenuta, soprattutto in relazione all’importanza della materia. Questo vale non solo per la le-
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idoneo alla nomina a Magistrato di Cassazione, con decorrenza 13 maggio 2001. Sino a fine febbraio 2009 ricopre per il Tribunale di Bergamo le funzioni di Presidente del Collegio penale (sezione dibattimento) e di Presidente supplente della Corte d’Assise. Dal 2 marzo 2009 al 15
gislazione nazionale, ma anche per quella comunitaria. Come si potrebbe rendere più efficiente l’applicazione della giustizia, ad iniziare dai tempi dei conteziosi a carattere economico? Come dicevo prima, fortunatamente oggi si registra un deciso calo nel numero di piccole questioni bagatellari che danno origine a cause ordinarie. Il sistema regge solo se c’è una domanda selettiva. Nessuna organizzazione statuale è in grado di schierare migliaia e migliaia di giudici, neanche le più ricche. Questo vale sia per la giustizia penale, sia per quella civile. La selezione delle domande si attua, come argomentato precedentemente, attraverso un processo culturale e poi attraverso delle regole che sono rinvenibili nei Codici di procedura. Naturalmente, questa selezione non deve realizzarsi a danno di settori o di categorie, perché questo creerebbe delle asimmetrie insopportabili per una comunità come la nostra, nella quale ci sono dei principi costituzionali che tutelano, ad esempio, le ragioni del singolo davanti a un giudice terzo e imparziale. La selezione, però, è possibile e doverosa. In questi anni ricorrere agli organismi di mediazione è stata una scelta assolutamente pregevole, che costituisce probabilmente la via da seguire, perché non tutto, e non certamente subito, può essere portato davanti al giudice. Devono funzionare dei meccanismi intermedi.
ottobre 2011, riveste il ruolo di Giudice per le indagini preliminari e di Giudice dell’udienza preliminare nella stessa sede giudiziaria e, medio tempore, anche di Presidente della sezione Gip-Gup del Tribunale di Bergamo. Negli stessi anni è referente per la formazione decentrata per il distretto della
L’attenzione nei confronti della legalità da parte di Ance Brescia, impegnata in prima persona a proporre e ad applicare a privati e sfera pubblica un apposito Protocollo sul tema, non le pare rappresentare un’iniziativa da incoraggiare e diffondere? Tutte le iniziative che vanno in questo senso sono da approvare, se non altro perché favoriscono quella crescita culturale di cui parlavo prima, di cui si nutre la legalità. La legalità non è un concetto astratto, è fatto anche di azioni coerenti. Quindi, far crescere questa cultura è il primo dato, perché il processo o anche solo l’indagine rappresentano un momento già degenerativo. Evidentemente, in questi casi le regole non erano ben chiare se qualcuno è intervenuto nel sistema con modalità non appropriate. Dottor Masìa, quale rimedio si può trovare all’estenuante iter che un creditore deve subire per tentare, raramente con successo, di ottenere quanto gli spetterebbe? È importante valorizzare quell’anello che fino ad oggi era, e forse è ancora, debole, dell’esecuzione mobiliare e immobiliare. A Brescia adesso partiremo, con l’anno nuovo, con le cosiddette aste telematiche sull’immobiliare. Un traguardo che è stato raggiunto con la collaborazione degli ordini professionali dei notai, degli avvocati e dei commercialisti, per dare trasparenza ed efficienza a un settore che consente all’imprenditore di venire
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Corte d’Appello di Brescia nel settore penale, incarico che ricopre sino all’aprile 2012. Per il quadriennio 2012/2016 è eletto con funzioni giudicanti nel Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Brescia. Dal 17 ottobre 2011 ad oggi è Presidente della prima sezione penale del Tribunale di Brescia,
a capo del proprio credito, accertato con una sentenza, con un decreto ingiuntivo ed esecutivo, e soprattutto è auspicabilmente giusto al di fuori dei condizionamenti che conosciamo e che abbiamo visto. Questo vuol dire dare efficienza al sistema, vuole dire percorrere delle strade che contemplano elementi di rischio, ma consentono di dare effettività. Bisogna tenere presente che i numeri di Brescia sono dei numeri considerevoli: al 30 giugno del 2019 le esecuzioni immobiliari erano 5.247, contro le 6.170 al 30 giugno del 2016. Le procedure pendenti sono, dunque, in decisa decrescita. Per quanto riguarda le esecuzioni mobiliari, al 30 giugno 2019 se ne sono registrare 6.226 e, anche se hanno riguardato creditori con delle ragioni quantitativamente meno importanti, sono anch’essi da tutelare. A Brescia abbiamo fatto una serie di incontri e di protocolli con gli ordini, e quella delle aste telematiche può essere la strada per velocizzare, ma soprattutto per rendere trasparente un settore che è spesso opaco.
Le frustrazioni vissute da molti imprenditori, ad esempio in tema di mancati pagamenti, come sono percepite da chi amministra la Giustizia? Innanzitutto, da parte nostra c’è una grande attenzione per il mondo del lavoro in generale e per le figure coinvolte: imprese, lavoratori, fornitori, clienti e altri interlocutori. Lo sforzo della Giustizia è quello di trovare, in questi casi, soluzioni in continuità, un termine che si riferisce alle recenti norme quali la legge 155/2017. Quello dell’impresa è, senza ombra di dubbio, un mondo complesso che richiede da parte nostra competenza, professionalità e sensibilità. Quando ci propongono un piano di “salvataggio”, per utilizzare un termine atecnico, cerchiamo di non deludere le aspettative dei soggetti “deboli” che a volte subiscono indirettamente le conseguenze. Sulla base dei dati in suo possesso, la situazione della Giustizia Civile a Brescia come possiamo considerarla rispetto alla media nazionale? Rispetto alla media nazionale è buona. Secondo un recente ser-
dove ricopre anche la carica di Presidente della prima Corte di Assise. Relatore in numerosi convegni, organizzati da enti ed associazioni, ha ricoperto negli anni anche molteplici incarichi di insegnamento extragiudiziari, autorizzato dal Consiglio Superiore della Magistratura.
vizio del Sole 24 Ore, l’Italia si divide in due parti: la Giustizia “lenta” al sud e la Giustizia “che cammina” al nord. A Brescia trascorrono circa 300 giorni, quindi meno di un anno solare, per una sentenza di primo grado. Il problema, piuttosto, è chiedersi come mai un cittadino non riesca ad avere un decreto ingiuntivo in tempi ragionevoli in altri tribunali. Quando un imprenditore di un territorio dove la Giustizia “cammina” investe in altre regioni d’Italia, dovrebbe poter fare affidamento sugli stessi tempi, a maggior ragione per il contenzioso. Questo è un problema che va ben oltre le sole dinamiche della giurisdizione. Diventa inevitabilmente una questione più generale, che da una parte si fonda su investimenti, risorse umane e finanziarie, ma si basa anche su un aspetto culturale: se non capiamo che la Giustizia è uno degli indicatori tenuti in considerazione dagli investitori, anche internazionali, abbiamo già la strada segnata. Bisogna presidiare e investire in questo senso, perché ci guardano, ci pesano e ci giudicano. Non sono soldi persi! Destinare qualcosa di più dell’attuale 1% circa del bilancio nazionale è necessario per non penalizzarci. Stiamo attenti che non si verifichi una forbice tra nord e sud, come si riscontra nella Sanità. Togliere Sanità e Giustizia alle persone significa togliere loro la dignità e questo è inconcepibile. Presidente Masìa, le recenti riforme alla legge fallimentare
hanno dimostrato di funzionare oppure non hanno raggiunto lo scopo? Io aspetterei per lo meno i primi mesi del 2020, perché adesso stiamo parlando di una creatura che nascerà. A parte i pochi punti entrati in vigore il 15 marzo 2019, il grosso avrà validità dall’agosto del prossimo anno. Tutti si stanno attrezzando. L’investimento maggiore riguarda le procedure d’allerta, alternative al ricorso al giudice. È proprio su questo che si vedrà se funzionano questi meccanismi, in primis la Camera di commercio e gli organi collegiali prescelti dall’ente camerale e, naturalmente, la valutazione che verrà fatta di queste proposte in termini di risanamento. Il Tribunale deve, in questa prospettiva, rimanere una risorsa, ma residuale. Anche nella nostra provincia assistiamo al fenomeno degli appalti fantasma: imprese che vincono bandi di gara pubblici presentando offerte all’estremo ribasso, incassano l’acconto e spariscono, lasciando il cantiere al 10/20 per cento del totale. Cosa si può fare in concreto per porre fine al fenomeno? L’intervento successivo serve a poco o a nulla e di solito è affidato all’indagine penale. È forse fin troppo scontato dire che il controllo andrebbe eseguito prima, in modo serio. Bisognerebbe effettuare un monitoraggio che non si basi solo sul dato economico dell’offerta, ma che osservi tutta una serie di parametri. Per esempio, sapere che
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una società ha un ciclo di vita di pochi mesi, è già un indicatore importante da tenere in considerazione. Alcuni parametri, forse più tradizionali, permettono di valutare l’immanenza dell’azienda nel tessuto economico e la sua propensione a completare l’opera. Credo esistano esperti capace di esaminare queste indicazioni e prenderne atto, per evitare bancarottieri seriali che lasciano una scia di devastazione finanziaria e di mercato. Presidente Masìa, tra le persone e in particolare tra gli imprenditori, è sempre più radicata la sensazione che sia oggi di molto cambiata la giusta differenza tra chi si comporta bene e chi, invece, non rispetta le regole. Cosa ne pensa? Se si guarda alla sensibilità fiscale, sicuramente in questi anni si ha avuto l’impressione di riservare un generale atteggiamento di tolleranza, se non di comprensione, verso i grandi evasori, invece di rigidità a volte ingiustificata nei confronti di piccoli contribuenti perseguitati da piccole cartelle. Il tema della fiscalità, però, è un mondo che segue regole proprie. Nell’universo dell’impresa, il buon imprenditore è tale perché si porta dietro un sistema valoriale che lui stesso ha difeso e difende di fronte ad altri che vorrebbero giocare in modo scorretto. Trasparenza, regolarità, lealtà, perseguimento di un giusto guadagno sono sicuramente aspetti apprezzati dalle varie comunità, valori che devono contraddistinguere le realtà oneste da chi opera alimentando il coefficiente di criminalità. Se non si applica questa distinzione rischiamo di favorire quei delinquenti che sminuiscono la credibilità delle imprese corrette e virtuose, che puntano su un sistema di valori apprezzabili. L’importante, quindi, è non generalizzare. L’attenzione dello Stato si manifesta anche nel dotare delle corrette ed equilibrate risorse, in termini di mezzi e di personale, 52
le amministrazioni periferiche. Qual è lo stato di attenzione verso la Giustizia Bresciana? Tale attenzione si misura, come sempre, con atti di governo e con atti di gestione. Teniamo presente che, quando parliamo delle risorse in Magistratura, gli interlocutori sono almeno due: il Consiglio Superiore della Magistratura, perché assegna i magistrati alle varie sedi, e il Ministero della Giustizia, perché, per dettato costituzionale, deve occuparsi delle misure a supporto della giurisdizione. Questi due enti devono dialogare e la loro azione deve essere concertata in maniera tale che le azioni siano a loro volta coerenti. Non solo Brescia, ma anche altre zone estese contano un deficit di risorse che, però, è strutturale. Negli ultimi anni, si è intervenuto sulla Giustizia bresciana, parlo ad esempio dell’aumento della pianta organica del Tribunale di Brescia, fermo da Zanardelli, che ha visto un incremento di dieci giudici, e dell’incremento della pianta organica del personale amministrativo, però è difficile recuperare tanto in così poco tempo. Insieme con il Presidente della Corte d’Appello, Claudio Castelli, ho iniziato un’interlocuzione istituzionale con i parlamentari bresciani e con tutti quei soggetti che hanno competenze diffuse o specifiche. Ruoli e posizioni diverse, infatti, devono concorrere al miglioramento di questa comunità. È evidente che quello che è stato fatto, tanto o poco che sia, può non sembrare sufficiente per un territorio come Brescia, che dicono essere la quarta o la quinta realtà italiana, non solo in termini di popolazione. È necessario un equilibrio interno delle poche risorse disponibili, che non vada a discapito di nessuno. È difficile dire che una comunità come quella bresciana, avanzata di ruolo nello scenario nazionale, goda delle risorse necessarie per far fronte, in diversi campi, dalle Forze dell’Ordine al personale della motorizzazione ci-
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opinioni
vile, alle attese e, soprattutto, alle esigenze del nostro territorio. Le stesse risorse previste in arrivo non sembrano sufficienti a soddisfare le necessità della nostra comunità. A proposito di quanto sopra, che cosa ne pensa della convenzione tra il Tribunale di Brescia e le associazioni datoriali? Negli ultimi anni gli uffici giudiziari si sono convenzionati con diverse realtà per avere risorse. È una strada che trova una sua benedizione anche a livello centrale, perché ci si rende conto che le risorse ordinarie non ci sono o tarderebbero ad arrivare. Percorso che deve essere, come sempre, molto trasparente, anche per evitare ci possano essere indebite attese di un ritorno. Quindi, le convenzioni con onlus e altre organizzazioni pubbliche e private devono essere oggetto di attenta analisi e devono essere revisionate, nel nostro caso, sia a livello ministeriale, sia a livello di Csm. Per questo motivo, siamo favorevoli alle convenzioni, ma guardando bene a contenuti, risultati attesi e soggetti coinvolti. Detto questo, noi ci relazio-
niamo con tanti enti, anche del terzo settore, l’importante è chiarire i ruoli che ognuno ricopre. Come valuta, Dottor Masìa, il recente Codice per la tutela del lavoro e per la risoluzione delle crisi aziendali, che suscita preoccupazione nel mondo delle imprese? Ciò che va a favore della semplificazione dei rapporti non può che essere positivo e utile. Il ruolo del Tribunale, del giudice, è un ruolo di composizione: noi interveniamo quando le parti o non riescono più a parlarsi o perché qualcuno ha interesse a “rovesciare il tavolo”. Tutti questi strumenti sono tendenzialmente utili per un giudice, proprio perché favoriscono la dialettica e, al contempo, eliminano le zone di possibile contrasto e conflittualità. Quindi, anche in questo campo, le competenze che la legge ci ha affidato, penso ad esempio a quelle che riguardano Fornero e sezione lavoro, sono sicuramente interventi appropriati nella misura in cui eliminano o contendono il ricorso alla Giustizia.
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IIll corso corso trien triennale rien nnale nasce asce con l’’obie con obiettiv ttt vo di dare una rrispos isp posta co concre nc eta ai a ragaz ag gazzi cche de desider esider de ano in inserirs nserir eri si n l me nel mercat erca cato del d l lavor oro ro con u a pr una professionalit ofessionali nalità elevata. Gli studenti G stu tudenti impar impa parano attrrav att a aver erso so a attivit ttivit v à prrati atiche che he iin n labo a orator orio io e periodi periodi di formazione form rmazione nelle nel elle imprese imprese e edili del edili del ter errit ritorio o.
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ESEB
gruppo giovani
Il Gruppo Giovani di Ance Brescia presente alla giornata di orientamento rivolta ai possibili futuri studenti della Scuola edile bresciana
Il Gruppo Giovani, a fianco di Eseb durante gli open day della Scuola edile
P
reoccupa anche il Gruppo Giovani di Ance Brescia il progressivo invecchiamento degli operatori del settore del costruito. Il numero dei ragazzi che attualmente frequenta i corsi della Scuola edile non soddisferà l’esigente domanda di manodopera giovane e specializzata, richiesta dalle imprese del territorio. Far conoscere alle nuove generazioni le opportunità offerte dal settore è tra le priorità più urgenti che chi opera a favore dello sviluppo, della crescita e dell’innovazione della filiera deve fronteggiare. Per questo motivo, il Gruppo Giovani ha deciso di impegnarsi anche sul piano dell’orientamento dei possibili futuri iscritti alla Scuola edile bresciana. L’obiettivo è proprio quello di far avvicinare i ragazzi e le ragazze del territorio ai percorsi formativi proposti da Eseb e, più in generale, a un settore che si dimostra in forte crescita grazie all’adozione di nuove performanti tecnologie. Il Gruppo Giovani, quindi, ha preso parte all’open day organizzato in no54
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vembre, finalizzato a illustrare ai ragazzi e alle loro famiglie l’offerta formativa 20192020 e, in particolare, a presentare il percorso professionale in Edilizia innovativa, efficienza energetica e macchine operatrici. I presenti hanno potuto confrontarsi su un piano didattico estremamente valido, in grado di stimolare diverse possibilità di specializzazione. Con la qualifica professionale rilasciata dalla Scuola edile, i futuri operatori otterranno anche abilitazioni specifiche che permetteranno loro di condurre apparecchi di sollevamento e macchine operatrici. Per dimostrare che il programma formativo offerto propone non solo una parte teorica di alto livello, ma anche una parte pratica che riserva oltre 400 ore di stage in impresa nel corso del secondo e terzo anno, i ragazzi hanno potuto toccare con mano e testare alcuni macchinari utilizzati abitualmente in cantiere, nello specifico piattaforma elevatrice, finitrice e rullo, affiancati da esperti del settore e dal Gruppo Giovani di Brescia.
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Con il progetto Macroscuola e l'impegno ad affiancare gli studenti nel loro percorso di formazione e orientamento, il Gruppo Giovani contribuisce ad avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’edilizia.
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La qualifica in Operatore edile a indirizzo Edilizia innovativa, efficienza energetica e macchine operatrici Con la qualifica professionale rilasciata dalla Scuola edile, i futuri operatori otterranno anche abilitazioni specifiche che permetteranno loro di condurre apparecchi di sollevamento e macchine operatrici
Tra le migliori realtà italiane a fornire una didattica innovativa e all’avanguardia per gli addetti e i futuri professionisti del settore del costruito, Scuola Edile ha aperto le porte della propria struttura per raccontarsi e spiegare ai giovani e alle loro famiglie la qualità del piano studi, l’approccio pratico e l’elevata efficacia dei propri corsi. Affiancando le lezioni teoriche, svolte in aule attrezzate con lavagne interattive multimediali, alle attività pratiche in laboratorio, vengono formati operatori di settore con
un’elevata professionalità. Le oltre 400 ore di stage nelle imprese edili del territorio, previste nel corso del secondo e terzo anno, permetteranno agli studenti di sperimentare sul campo e di inserirsi a livello lavorativo in un settore che richiede figure sempre più preparate e specializzate. Il percorso formativo si articola in tre anni di studi, con possibilità di aggiungere un quarto anno per il conseguimento del diploma in Tecnico edile. Oltre alla qualifica professionale, al termine del triennio sono rilasciati gli attestati che abilitano al primo ingresso in cantiere, al montaggio e smontaggio di ponteggi, alla conduzione di apparecchi di sollevamento e alla conduzione di macchine operatrici. Corso, visite mediche, attrezzature e altri materiali didattici sono completamente gratuiti.
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CampusEdiliziaBrescia
Un volume nato dalla volontà di Ance Brescia e delle altre realtà aderenti al progetto Campus Edilizia Brescia di fornire chiavi di lettura indispensabili per la comprensione degli scenari sociali, economici e demografici attuali e attivare un dialogo sui temi fondamentali della società moderna. Una pubblicazione di circa 200 pagine, con copertina cartonata che presenta in modo approfondito i dati raccolti dal Cresme, Centro di ricerche di mercato e servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni, sul territorio bresciano, offrendo un chiaro riferimento dal quale cominciare per una spinta all’innovazione, al benessere e a una migliore qualità della vita a partire dalla filiera del costruito. Il libro ospita anche gli interventi e le proposte emerse in occasione dell’apposita giornata di confronto e riflessioni sullo sviluppo e sul futuro di Brescia e provincia tra il 2020 e il 2030. Con Brescia Next, spin-off di Campus Edilizia Brescia, Ance Brescia, gli enti bilaterali Eseb e Cape, Ordini Ingegneri e Architetti, Collegio Geometri, Comune di Brescia, Università degli Studi di Brescia, Associazione Industriale Bresciana e Camera di Commercio, patrocinante e sostenitrice dell’iniziativa, si è consacrato l’impegno di lavorare affinché aumentino le potenzialità del settore del costruito bresciano, rendendolo sempre più appetibile agli occhi di investitori nazionali e internazionali.
con il CONTRIBUTO E patrocinio della Camera di Commercio di Brescia
Partecipano a Campus Edilizia Brescia
COLLEGIO DEI COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA
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Il settore edile invecchia: un’analisi dei dati Cape e Unioncamere Cassa Edile allarmata dal graduale invecchiamento anagrafico delle maestranze del settore edile avverte: solo il 14,75% dei lavoratori bresciani ha meno di 31 anni, aumentano quelli over 50. Le opportunità di impiego stabile nel comparto ci sono, ma i giovani scelgono altre occupazioni 58
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OPERAI NEL 2019
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l progressivo invecchiamento anagrafico degli operai del settore edile comporta non pochi problemi al sistema del costruito italiano e bresciano, alla ricerca di figure giovani, capaci di gestire con dimestichezza le nuove tecnologie introdotte nel comparto ormai da diversi anni. In Italia la maggior parte dei lavoratori del settore ha tra i 35 e i 55 anni, e la nostra provincia non si discosta dai dati nazionali: a Brescia l’età media degli operai si attesta sopra i 40 anni. Eppure, il comparto del costruito continua a offrire interessanti opportunità di crescita, attraverso un inserimento lavorativo stabile e ben retribuito. Il recente rapporto Excelsior sulla pro-
vincia di Brescia evidenzia che negli ultimi mesi, nel nostro territorio, su un totale di 28.160 assunzioni, oltre l’8,5% è nel comparto del costruito. Sempre ad attestare le opportunità di impiego nel settore bresciano, i dati della Camera di Commercio di Brescia riportano che nei mesi da settembre a novembre 2019, su un totale di oltre 12.600 nuovi assunti, circa un quinto ha trovato lavoro nel settore delle costruzioni. A livello regionale i dati Unioncamere raccolti dal sistema informativo per l’occupazione e la formazione Excelsior, realizzato in collaborazione con Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), testimoniano che in Lombardia è alta la richiesta di ope-
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Operai fino a 30 anni
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rai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, ma l’offerta di posti di lavoro non alletta le nuove generazioni, impegnate a sgomitare per i pochi posti disponibili in altri settori professionali. “Mancano le professionalità moderne richieste dal comparto, che preme per un sempre più urgente rinnovamento in chiave digital” precisa il presidente di Cassa Edile Raffaele Collicelli. “Le aziende continuano a domandare maestranze specializzate e aggiornate, che abbiano familiarità con il Bim e sappiano applicare le potenzialità informatiche ai processi di pianificazione, progettazione e gestione dei cantieri”. Ardua l’impresa di reperire giovani maestranze, sia per mancanza di candidati, sia per un’insufficiente formazione degli stessi. Lievi i cenni di ripresa in territorio bresciano: secondo i dati Cape, dall’ottobre 2018 al settembre di quest’anno, di tutti gli operai impiegati in imprese 60
edili, oltre 2.500 sono quelli fino ai 30 anni, numero che sta superando i 2.800 in questi ultimi mesi del 2019. Ibrahima Niane, vicepresidente di Cassa Edile, illustra la situazione in territorio bresciano, specificando che “I dati fanno sperare in un possibile futuro svecchiamento del settore, anche se, sul totale degli occupati bresciani, quest’anno si registra un lieve calo dei lavoratori under 31, passati dal 14,91% nel 2018 al 14,75% nel 2019”. Raffrontando i dati Cape di questi ultimi due anni, infatti, nonostante sia contenuto il decremento del numero degli operai bresciani tra i 31 e i 50 anni rispetto al 2018, aumentano in modo considerevole quelli over 50, passati da 4.799 a 5.425. Eppure, le previsioni Excelsior sulle possibilità di inserimento lavorativo nel comparto del costruito dovrebbero invogliare i giovani a intraprendere percorsi formativi a indirizzo edile: in Lombardia tra novembre 2019
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I dati fanno sperare in un possibile futuro svecchiamento del settore, anche se, sul totale degli occupati bresciani, quest’anno si registra un lieve calo dei lavoratori under 31, passati dal 14,91% nel 2018 al 14,75% nel 2019
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e gennaio 2020 il settore impiegherà circa 19.260 lavoratori in tutta la regione. Delle entrate di novembre Excelsior stima che più del 96% ha ottenuto un contratto come dipendente, con assunzioni a tempo indeterminato, determinato o apprendistato. Perché, allora, le nuove generazioni non si interessano più al settore edile? Sono a conoscenza del fatto che il comparto è tra i principali protagonisti di un’evoluzione tecnologica che crea percorsi professionali nuovi e stimolanti? Sono consapevoli di rifiutare uno dei pochi campi che offre posti di lavoro sicuri e ben remunerati? Uno dei principali compiti del sistema Ance Brescia è quello di rispondere a queste domande indagando nel profondo questo fenomeno e puntando sulla diffusione di informazioni veritiere, sostenute da dati e da testimonianze di giovani che hanno visto nell’edilizia una concreta possibilità di carriera.
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COLLEGIO DEI COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA
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ance brescia
Dai notiziari mensili di novembre e dicembre 2019, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavori pubblici, urbanistica, tributi e lavoro. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
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SUPPLEMENTO N. AL N. /2019 DI “COSTRUIRE IL FUTURO” RIVISTA BIMESTRALE DI ANCE BRESCIA
ISSN 2465-3101
Via U. Foscolo, 6 - 25128 Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia del 5 settembre 1951 n. 54 Direttore responsabile: Francesco Zanframundo Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L. 27/02/2004 n. 46)
LAVORI PUBBLICI
URBANISTICA
novembre / Subappalto. Ulteriore sentenza della Corte di Giustizia Europea a conferma delle tesi di Ance
novembre / Le opere abusive in aree sottoposte a specifici vincoli, sono sanabili soltanto se ricorrono, congiuntamente, quattro condizioni
Con la sentenza del 27 novembre 2019 (causa C-402/18), la Corte di Giustizia Europea è tornata a pronunciarsi in tema di subappalto, riconoscendo l’incompatibilità della disciplina interna italiana rispetto ai principi europei e alla normativa contenuta nelle direttive appalti, relativamente a due punti: il limite del 30%, quale quota massima subappaltabile dall’affidatario a terzi e il limite del 20%, quale ribasso massimo praticabile al subappaltatore sui medesimi prezzi risultanti dall’aggiudicazione.
Il testo completo della sentenza è disponibile su ancebrescia.it
novembre / Appalti pubblici. Il Mit si esprime con una circolare sul metodo di calcolo della soglia di anomalia Il Mit ha emanato una circolare, contenente alcune indicazioni per
le stazioni appaltanti sulle modalità operative di calcolo per l’individuazione della soglia di anomalia nei casi di aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso (D.G. per la regolazione e i contratti pubblici, circolare n. 8 del 24 ottobre 2019). Nella circolare sono sviluppati esempi di calcolo a seconda del numero delle offerte ammesse.
Con sentenza n. 7103, del 21 ottobre 2019, il Consiglio di Stato afferma che le opere abusivamente realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli, fra cui quello ambientale e paesistico, sono sanabili soltanto se ricorrono, congiuntamente, le seguenti condizioni: 1) si tratta di opere realizzate prima della imposizione del vincolo; 2) seppure realizzate in assenza o in difformità del titolo edilizio, sono conformi alle prescrizioni urbanistiche; 3) sono opere minori senza aumento di superficie (restauro, risanamento
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sui redditi, Iva e sostituti d’imposta; nonché l’esclusione della citazione diretta a giudizio da parte del p.m., per i medesimi delitti. Seguirà un aggiornamento della Guida in relazione ai cambiamenti connessi all’iter parlamentare di conversione del decreto.
LAVORO
novembre / Contributo Cape. Quota imponibile ai fini Irpef per il periodo d’imposta 2019. Determinazione in via preventiva della relativa misura conservativo, manutenzione straordinaria); 4) vi è il previo parere dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo.
novembre / Il proprietario incolpevole può sottrarsi all’acquisizione gratuita dell’area su cui insiste l’opera abusiva ma non alla demolizione Con sentenza n. 7535 del 5 novembre 2019, il Consiglio di Stato sottolinea che il proprietario, ove provi di essere incolpevole, può sottrarsi all’acquisizione gratuita dell’area su cui insiste l’opera abusiva ma non alla demolizione. Allo stesso modo egli non può sottrarsi al pagamento della 64
sanzione alternativa alla demolizione, ferma restando in ogni caso la possibilità di rivalersi in regresso nelle sedi competenti, laddove siano accertati i presupposti di responsabilità nei confronti del proprio dante causa.
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novembre / Ecobonus condomini. Prima cessione del credito limitata a un unico soggetto In caso di interventi agevolati con l’Ecobonus ed effettuati su parti comuni di edifici, il beneficiario della detrazione può effettuare la prima cessione del credito, ad essa corrispondente, a un unico soggetto. Questa la discutibile
novembre/dicembre/2019
interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate con la Risposta ad interpello n. 481 del 13 novembre 2019 e resa al titolare in comproprietà di un’unità abitativa facente parte di un condominio oggetto di lavori di riqualificazione energetica. L’istante intendeva, in particolare, acquistare il credito corrispondente alla detrazione di un condomino, insieme agli altri comproprietari. L’Agenzia delle Entrate, invece, nega che, in sede di prima cessione, il credito derivante da “Ecobonus Condomini” possa essere ceduto a una pluralità di soggetti. Tale interpretazione si fonda sulla lettura del provvedimento n. 165110 del 28 agosto 2017.
novembre / Nuova guida dell’Ance sui reati tributari L’Ance ha messo a punto una Guida riepilogativa delle modifiche apportate dal decreto fiscale, illustrando, altresì, gli effetti prodotti dalla sua approvazione. Particolare attenzione è dedicata al tema delle intercettazioni, in quanto, a seguito del “rafforzamento” dei reati tributari, viene ampliato lo spazio di controllo dei p.m. sugli indagati. Ulteriori aspetti trattati riguardano la possibilità di applicare la custodia cautelare in carcere per i reati di infedele dichiarazione delle imposte sui redditi e Iva, e di omessa presentazione della dichiarazione imposte
Il Collegio costruttori e le Organizzazioni sindacali provinciali di categoria hanno definito che l’aliquota imponibile della contribuzione Cape è fissata, in via preventiva, per l’anno 2020 nello 0,63% per i dipendenti operai e nello 0,40% per gli impiegati (ossia l’intera contribuzione a carico impresa per tale ultima categoria di lavoratori). Sarà cura di Ance comunicare in tempo utile per gli adempimenti aziendali la conferma o la variazione di tali aliquote in corso d’anno, anche alla luce delle risultanze dell’esercizio Cape 2019/2020. Il Servizio sindacale dell’Associazione è fin d’ora a disposizione per ogni ulteriore chiarimento si rendesse necessario.
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