ISSN 2612-5595
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Rivista bimestrale di ANCE Brescia
Editoriale / 1
La piattaformizzazione della supply chain Ance è in prima linea per favorire la realizzazione di una piattaforma per l’ambiente costruito che integri le funzionalità e l’operatività delle diverse realtà della filiera edile, della pubblica amministrazione e delle istituzioni pubbliche e private che ruotano attorno al mondo delle costruzioni. Brescia, all’avanguardia nel proporre soluzioni tecnologiche a beneficio dell’innovazione del comparto e, secondo gli ultimi dati Dedagroup, tra le città modello in termini di amministrazioni digitali, può imporsi a livello nazionale come esempio da seguire. Ance Brescia non manca di avanzare strategie operative e collaborative per connettere le realtà della catena di distribuzione dell’ambiente costruito, al fine di performarne la gestione e ottimizzarne i risultati. Nessuno viene lasciato indietro. L’ecosistema digitale delle costruzioni individuato ricomprende tutti i soggetti che partecipano alla realizzazione dei prodotti, i prodotti edilizi in quanto tali e gli ambiti di competenza in cui questi agiscono. Per le nostre imprese, avere a disposizione una piattaforma che si muove sia nel settore delle costruzioni sia in quello dell’immobiliare e della PA, significa mettere più efficacemente in relazione domanda e offerta, pubblica o privata, anche tra micro e piccoli professionisti o artigiani con micro e piccoli committenti, fornendo applicativi funzionali, in grado di offrire soluzioni progettuali, nonché le opportune catene di fornitura. Lo stesso contesto europeo sta spingendo verso una progressiva digitalizzazione dei diversi comparti dell’economia: non mancano common data space di stampo europeo nei PER LO SVILUPPO DI UNA settori automotive, manifattura, finanzia, PIATTAFORMA DIGITALE ITALIANA DELLE aerospazio o agricoltura; mentre il panoCOSTRUZIONI ANCE BRESCIA rama continentale offre alcuni primi esemSI IMPEGNA, IN SINERGIA pi di piattaformizzazione delle costruzioni, CON L’ASSOCIAZIONE lontane però dall’obiettivo 4.0, in GermaNAZIONALE, nia, Francia e Gran Bretagna. PER RACCOGLIERE LE ESPERIENZE LOCALI E Nel contesto europeo l’Italia ha già spiaPORTARLE ALL’ATTENZIONE nato la strada per una platformization DEL GOVERNO dell’ambiente costruito, guidando nello scenario comunitario il progetto DigiPlace. Per lo sviluppo di una piattaforma digitale italiana che rifletta una strategia industriale e promuova una politica nazionale al passo con le opportunità tecnologie di oggi, Ance Brescia si impegna, in sinergia con l’Associazione nazionale, per raccogliere le esperienze locali e portarle all’attenzione del Governo. Inevitabili le ricadute positive che la piattaformizzazione registrerebbe sul nostro territorio e sull’economia nazionale: rivolgendosi e comprendendo la filiera e il mercato allargato, un’eventuale piattaforma digitale incrementerebbe efficienza e legalità a un livello più ampio, stimolerebbe un capace ed energico rendimento tecnico-amministrativo della domanda pubblica e privata, e rafforzerebbe la competitività dei nostri operatori economici sui mercati internazionali. Questi sono solo alcuni esempi del percorso che il nostro Paese deve intraprendere nel breve periodo per garantire una filiera italiana dinamica e produttiva, al passo e in dialogo con il mercato europeo. In termini di trasformazione digitale, per il momento il quadro nazionale resta piuttosto desolante: il rapporto Desi 2020 (Digital economy and society index) riferisce che nel 2019 l’Italia non si è sufficientemente evoluta in termini digitali, arretrando addirittura di una posizione rispetto alla classifica dell’anno precedente. Ora al terzultimo posto, la nostra Penisola vede allargarsi sempre più quella forbice che la distanzia da Paesi quali Francia, Germania e Spagna. Si attende un primo passo con la legge Semplificazioni, provvedimento che potrebbe rivoluzionare la pubblica amministrazione ponendo le basi per una maggiore semplicità, trasparenza e digitalizzazione nell’apparato burocratico statale. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
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Editoriale / 2
Il superbonus: opportunità da non sprecare Il superbonus è l’argomento all’apice dell’interesse del settore edile. Nei mesi scorsi sono state avanzate riflessioni a cui hanno fatto seguito gli immancabili tavoli di confronto. Alla fine, si è giunti ad una prima conclusione: il decreto semplificazioni è diventato legge insieme al superbonus 110%. Ma questo non si può definire un traguardo, anzi è solo il punto di partenza, perché è ancora sul tavolo buona parte della partita riguardante i decreti attuativi. L’abbiamo ripetuto e lo ripeteremo ancora: il provvedimento ha la potenzialità di un “bazooka”, perché mette insieme obiettivi economici, politici e di beneficio per la collettività. Le attese sono tante, proprio per questo occorre non tradire le aspettative e dare un feedback tempestivo, semplice e funzionale. Resta da definire ora la prassi operativa che sarà la parte più complessa da gestire. Sulla carta il provvedimento promette di essere quella spinta necessaria a risollevare le sorti dell’economia, ma la parte attuativa non è ancora definita completamente e restiamo in attesa che l’Agenzia delle entrate emani le proprie disposizioni. Lo snodo fondamentale sarà specificare come verranno applicate le norme ed essere capaci di tracciare un percorso definito, ma è la burocrazia la vera e grande incognita. Il termine ultimo è fissato a fine agosto, ma ci auguriamo che non tardi ulteriormente, perché attendere ancora per avere un quadro chiaro vorrebbe dire inficiare gli sforzi affrontati per raggiungere questo traguardo. Cito alcuni esempi che potrebbero essere emblematici. Nel periodo post-lockdown l’Associazione ha lavorato con tempestività LE ATTESE SONO TANTE, comunicando alle imprese le disposizioni PROPRIO PER QUESTO da seguire per ripartire subito con l’attività OCCORRE NON TRADIRE in piena sicurezza. Dal 26 marzo, il comLE ASPETTATIVE parto del costruito era già all’opera grazie E DARE UN FEEDBACK alle prime disposizioni emanate dal Dpcm, TEMPESTIVO, SEMPLICE E FUNZIONALE le quali consentivano una timida riapertura dei cantieri limitativamente ad alcune categorie. Il via libero definitivo è stato concesso il 4 maggio, con la quasi totale ripresa delle attività e l’obbligo di rispetto delle regole vigenti in materia di sicurezza e lavoro indicate in due protocolli: il primo del 24 marzo e il successivo del 28 aprile. Invece, le disposizioni per la riapertura delle pubbliche amministrazioni sono arrivate solo il 24 luglio, con un ritardo di 4 mesi rispetto al settore privato, tamponate nel frattempo dal lavoro in modalità smart working. Un tempo di attesa lungo e ingiustificato, che ha solo causato il rallentamento di un iter burocratico già complesso. A pagarne il prezzo maggiore è stata ancora una volta la collettività, in quanto impossibilitata a usufruire dei servizi essenziali erogati dalle pubbliche amministrazioni. Il vero problema dimora nelle sedi centrali e la causa è da rintracciare in una mancata visione di obiettivo comune. Da questo scaturiscono leggi emanate senza tener conto delle conseguenze. Ad esempio, l’impossibilità di licenziamento, accompagnato da un meno ampio allungamento della Cassa integrazione garantita alle aziende, carica sulle imprese il costo e la gestione delle settimane mancanti. Si comprende come sia assente una visione di insieme fra riforma del lavoro e burocrazia. Perciò, anche in questo caso, alberga tutta la paura che ancora una volta si sprechi un’opportunità. Noi di Ance Brescia abbiamo già contatto gli istituti di credito e i professionisti per essere pronti a partire non appena questa situazione di incertezza verrà risolta. Ma le speranze ad oggi sono riposte nelle istituzioni, con l’augurio che la strada della semplificazione e della ragione abbia la meglio sulle vecchie e cattive abitudini. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
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editoriale/1
scenari
La piattaformizzazione della supply chain di Massimo Angelo Deldossi
Modelli e dimensioni di impresa
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incontri
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L’energia di A2A Protagonisti del Green Deal europeo e convinti partner del Campus Edilizia Brescia di Adriano Baffelli
editoriale/2
Il superbonus: opportunità da non sprecare di Alessandro Scalvi
14-33 / FOCUS Le imprese bresciane impegnate sul Ponte Genova San Giorgio
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Edilizia, un mondo vero, ricco di opportunità da cogliere Il caldo invito rivolto da Regis ai ragazzi
a cura della Redazione
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Edilizia scolastica: fondi stanziati e interventi
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trasporti
Tav Brescia Est-Verona Presentato il progetto di quadruplicamento
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cultura
Brescia-Bergamo 2023: anche il lavoro è cultura
gruppo giovani 30
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welfare
materiali
Arriva il nuovo servizio di welfare aziendale proposto da Ance Brescia
Rinforzo sismico degli edifici in muratura con intonaci fibrorinforzati
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webinar
leggi&decreti
Gli strumenti finanziari e le opportunità a sostegno delle imprese
RIVISTA BIMESTRALE DEL COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA ANNO 2 - NUMERO 4 EDITORE C.E.R. SRL UNIPERSONALE, Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
@ancebrescia
Ance Brescia
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ance informa
COMITATO DI REDAZIONE STEFANO ASSINI, FERRUCCIO BENETELLI GIORGIO CADEO, ROBERTO FACCHETTI EMANUELE PLONA, FABIO RIZZINELLI
Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:
PUBBLICITÀ C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia tel. 030 392895 - fax 030 381798 info@cerbrescia.it
z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00.
DIRETTORE RESPONSABILE ADRIANO BAFFELLI
@collegiocostruttori.ancebrescia
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Il superbonus 110% è legge Le novità più rilevanti della maxi quota
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
REDAZIONE E DIREZIONE ANCE BRESCIA-COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Edilizia e giovani Un cantiere in evoluzione pieno di opportunità
La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione.
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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54 Numero singolo anno 2019: euro 10,00
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fotonotizia
Mose SI È COMPLETATO POSITIVAMENTE IL PRIMO TEST DI INNALZAMENTO IN CONTEMPORANEA DELLE 78 PARATOIE DEL MOSE (MODULO SPERIMENTALE ELETTROMECCANICO) A VENEZIA. L’OPERA DI INGEGNERIA CIVILE E IDRAULICA, IDEATA PER SEPARARE TEMPORANEAMENTE LA LAGUNA DAL MARE IN CASO DI ACQUA ALTA, COSTERÀ SEI MILIARDI DI EURO, COMPRESE LE OPERE ACCESSORIE E DI MITIGAMENTO AMBIENTALE. I LAVORI, AVVIATI NEL 2003, DOVREBBERO ESSERE COMPLETATI A FINE 2021, MA ALLE PROTESTE DEI NO-MOSE E AGLI SCANDALI DI TANGENTI, SI AGGIUNGONO I RAMMARICHI DI CHI REPUTA LA GRANDE OPERA IN RITARDO DI ALMENO 10 ANNI E GIÀ IN OBSOLESCENZA.
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Edilizia scolastica: fondi stanziati e interventi La Loggia destina oltre un milione per riqualificare le scuole della città. La Provincia investe 4,2 milioni per la messa in sicurezza di alcuni istituti del territorio. A livello nazionale il Governo stila un programma per l’ammodernamento del patrimonio edilizio scolastico, ma dimentica di confrontarsi con i costruttori edili.
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hiuse ormai da alcuni mesi, le scuole bresciane si organizzano per riprendere le attività dal 14 settembre, rispettando le misure anti-Covid necessarie a contrastare possibili nuovi contagi. La pausa estiva servirà anche per cantierizzare una serie di interventi di riqualifica del patrimonio edilizio scolastico sul territorio. La Brescia post-lockdown riparte anche da qui, programmando lavori di sistemazione, efficientamento energetico e consolidamento antisismico delle strutture che, da questo autunno, inaugureranno il nuovo anno scolastico 2020/2021. L’amministrazione di palazzo Loggia ha già definito una serie di interventi del valore di un milione di euro, investimento che permetterà di riqualificare diversi edifici sparsi sul territorio comunale. Sono già stati avviati cantieri alla scuola primaria Battisti di via Trento, per lavori di manutenzione straordinaria della copertura lignea della scuola; alla Tito Speri di via Trieste, per l’adeguamento antincendio dei locali; alla Alessandro Volta di via Panigada, per la sistemazione degli impianti elettrici e alla Crispi, nel quartiere Don Bosco, e alla scuola Mameli di via della Chiesa per l’eliminazione di barriere architettoniche. Altri 8
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interventi sono in corso per sostituire i serramenti del nido Coccinella e della scuola dell’infanzia Lamarmora; per bonificare i tetti delle palestre delle scuole Bertolotti-Nava di Fornaci e Bellini di via Buffalora che attualmente presentano tegoli rivestiti in sfoglio di cemento-amianto e per rifare la linea del teleriscaldamento della scuola primaria Ugolini. Interessate dai lavori finanziati dal Comune anche la scuola secondaria di primo grado Carducci di viale Piave, dove saranno sistemati i servizi igienici, sostituiti i serramenti e abbattute le barriere, e le scuole secondarie Romanino e Tovini, predisposte per accogliere gli alunni della scuola dell’Infanzia di Fiumicello e della primaria Giovanni XXIII, oggetto di interventi di adeguamento antisismico. Nei mesi estivi si procederà anche alla ristrutturazione e alla riqualificazione energetica della Casa del Custode delle scuole in via Sabbioneta 14, da riconvertire in spazio utile per il servizio “Tempo per le famiglie”. Nuovi spazi da destinare agli uffici dei servizi sociali saranno recuperati anche alla scuola materna Lamarmora e si procederà con la costruzione di nuovi uffici per la direzione della scuola Tridentina alla scuola primaria Tiboni.
La Provincia, invece, indirizzerà risorse per 4,2 milioni di euro con l’obiettivo di ampliare e mettere in sicurezza alcuni edifici scolastici del territorio. L’Ente ha impegnato in edilizia scolastica parte dei fondi ricevuti dal Pirellone e previsti nella legge regionale n. 9 del 4 maggio 2020 “Interventi per la ripresa economica”, proponendosi di iniziare i lavori entro fine ottobre. Delle risorse stanziate ben 1,3 milioni di euro saranno impiegati nell’ampliamento dell’istituto superiore Caterina de’ Medici di Desenzano, seguito per importanza di investimento dalla realizzazione della nuova palestra del liceo De André. Opere di messa in sicurezza sono in programma per il Bonsignori di Remedello e alcuni locali del Primo Levi di Sarezzo, mentre i fondi restanti saranno indirizzati per vari interventi in una decina di altri istituti superiori del territorio. Tra questi, il Battisti di Salò, il Cossali di Orzinuovi, il Pascal di Manerbio, il Gigli di Rovato e l’Antonietti di Iseo. Inoltre, con la conversione in legge del decreto numero 22 dell’8 aprile, ora Legge n. 41 del 6 giugno, sindaci e presidenti di province e città metropolitane possono agire con i poteri commissariali per rendere più semplice e veloce la realizzazione degli interventi di edilizia scolastica. Nello specifico, possono assumere ogni determinazione ritenuta necessaria per l’avvio e la prosecuzione di lavori, anche sospesi, e provvedere all’eventuale rielaborazione e approvazione dei progetti non ancora appaltati, operando anche in raccordo con i Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, anche mediante specifici protocolli operativi per l’applicazione delle migliori pratiche. Per venire incontro agli enti locali impegnati in interventi di edilizia scolastica finanziati con i mutui Bei 2015 e 2016, il Miur ha predisposto un decreto ministeriale (n. 34 del 12 giugno 2020), registrato alla Corte dei Conti, per estendere i tempi di aggiudicazione e conclusione dei lavori, penalizzati da un generalizzato ritardo dovuto alla pandemia Covid-19, ed evitare la perdita delle risorse. Le nuove scadenze sono: il 31 ottobre 2020, per la proposta di aggiudicazione lavori finanziati con economie mutui Bei 2015 e 2016; e il 15 ottobre 2021, per il completamento dei lavori e la rendicontazione degli interventi. L’edilizia scolastica è sicuramente un binario fondamentale da percorrere per spronare la ripartenza del settore delle costruzioni in questa particolare estate segnata dalla presenza sottesa e ostile del luglio/agosto/2020
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FINO AL 31 DICEMBRE 2020 POTERI DI SINDACI E PRESIDENTI DI PROVINCE E CITTA METROPOLITANE (art. 7-ter DL n. 22/2020) Promozione di accordi di programma e conferenze di servizi Poteri di impulso e sostitutivi per risolvere eventi ostativi alla realizzazione dei lavori Approvazione di progetti, d’intesa con i Presidenti delle regioni, che sostituisce ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori, ad eccezione di quelli relativi alla tutela ambientale e di beni culturali e paesaggistici
virus. Forte la spinta che viene data in questo senso ai cantieri pubblici avviati dalle amministrazioni locali, anche in tema di manutenzioni e asfaltature su diverse strade del territorio provinciale. Il panorama nazionale, però, preoccupa l’Associazione costruttori edili. Secondo i dati forniti dall’ex ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, infatti, si contano 582 scuole costruite prima del 1800, 944 tra il 1800 e il 1920, oltre 3mila tra il 1921 e il 1945 e 11.969 sono state edificate tra il 1961 e il 1975. La maggior parte delle strutture, oltre 21mila, non hanno il certificato di agibilità che posseggono invece solo 15.689 istituti. Questi numeri, seppur non esaustivi perché diverse scuole non hanno fornito le relative informazioni, disegnano uno scenario preoccupante degli immobili nei quali studiano le giovani generazioni. Secondo il portale dell’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica (Miur) gli edifici attivi sono 40.160, quelli inattivi 3.042, quelli inattivi per calamità naturali 34.
ovvero Approvazione di progetti con l’acquisizione dei pareri, visti e autorizzazioni nel termine di 30 giorni (art. 1, comma 260, della legge n. 160 del 2019)
INOLTRE FINO AL 2023 Affidamento diretto, con valutazione di cinque operatori per gli incarichi di progettazione e per forniture fino alla soglia comunitaria (art. 1, comma 259, legge n. 160 del 2019) Pareri, visti e nulla osta relativi agli interventi devono essere resi entro 30 giorni dalla richiesta, decorsi i quali si intendono acquisiti con esito positivo (art. 1, comma 260, legge n. 160 del 2019)
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È di aprile la proposta dell’Associazione di istituire un fondo “Piano Italia” da 26 miliardi per avviare da subito opere pubbliche comunali, a cominciare dalla messa in sicurezza delle scuole. Come risposta, l’Associazione non è stata interpellata per discutere il nuovo “Pro-
“Da anni siamo in campo per portare sul tavolo nazionale idee propositive e possibili soluzioni per l’adeguamento sismico, l’efficientamento energetico e il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei plessi scolastici”
gramma di interventi di ammodernamento del patrimonio edilizio delle scuole per l’anno scolastico 2020-2021 a seguito dell’emergenza Covid 19” dal quale emergono diversi punti d’interesse per la filiera edile. Nel documento si stipula che: “Il Governo e l’Unione Europea, attraverso specifici trasferimenti anche straordinari, devono destinare una parte significativa delle risorse previste dai diversi interventi comunitari (a partire dal Recovery Fund) ad un piano pluriennale per la manutenzione, l’adeguamento e il rinnovo degli edifici scolastici, con l’obiettivo di rendere moderni, antisismici, sicuri, accessibili e sostenibili il cento per cento degli edifici”. “Assurdo che un protocollo d’intesa che coinvolge direttamente le imprese edili dimentichi di confrontarsi anche con Ance assieme alle associazioni di rappresentanza di Comuni e Province, Anci e Upi” afferma il presidente dell’Associazione Massimo Angelo Deldossi. “Da anni siamo in campo per portare sul tavolo nazionale idee propositive e possibili soluzioni per l’adeguamento sismico, l’efficientamento energetico e il miglioramento delle condizioni di sicurezza dei plessi scolastici”. Nel documento si parla di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, formazione, verifica della regolarità contributiva, previdenziale e assistenziale per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare: tutti obiettivi che muovono l’azione di Ance Brescia sul territorio e per i quali l’Associazione avrebbe potuto dare un importante contributo. I costruttori edili di via Foscolo, comunque, non smetteranno di rapportarsi e instaurare sinergici tavoli di confronto con le istituzioni per dare ai giovani luoghi sicuri, moderni e accessibili nei quali studiare e crescere. L’Associazione, attraverso il prezioso impegno del Gruppo Giovani, ha interpellato direttamente anche ragazzi e ragazze che, con il progetto Macroscuola, reinventano gli spazi di apprendimento,
Costruire Abitare Vivere
con il CONTRIBUTO E patrocinio della Camera di Commercio di Brescia
Partecipano a Campus Edilizia Brescia
Ordine degli Architetti, Pianić˜€catori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia
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Il progetto Gies Il progetto Pon-Gies (Gestione degli interventi sull’edilizia scolastica) è uno strumento per il monitoraggio e la documentazione di tutti gli interventi di edilizia scolastica finanziati dal Miur mediante i fondi strutturali europei a partire dal 2014. Gies, nell’ambito dell’Asse III del “Pon per la scuola: competenze e ambienti per l’apprendimento 2014-2020”, risponde all’obiettivo di aumentare la trasparenza, l’interoperabilità e l’accesso ai dati pubblici. È uno strumento efficace di e-governance che accompagna le
istituzioni nella realizzazione dei progetti di ristrutturazione o di nuova edificazione delle scuole e consente la gestione integrata, documentale e finanziaria, degli interventi. Ambiente online che contiene anche una banca
dati interrogabile dal sito www gies indire.it/bancadati, Gies traduce in informazioni i numeri raccolti rendendoli utili anche per la lettura e l’osservazione dei fenomeni legati all’evoluzione del patrimonio di edilizia scolastica.
Fondi Pon su scala regionale
Numero dei progetti finanziati per provincia
TOTALE Regione
Candidature presentate
Importo
Abruzzo
211
8.682.000,00 €
Basilicata
98
3.593.000,00 €
Calabria
310
12.113.000,00 €
Campania
467
34.681.000,00 €
Emilia-Romagna
311
26.019.000,00 €
Friuli-Venezia Giulia
156
6.187.000,00 €
Lazio
280
22.807.000,00 €
Liguria
149
7.552.000,00 €
1.033
47.836.000,00 €
197
10.348.000,00 €
Lombardia 37 Marche 73 49
24 65 108
40 68 13 44
47 53
Molise
87
2.306.000,00 €
Piemonte
712
23.024.000,00 €
Puglia
247
25.794.000,00 €
Sardegna
207
9.460.000,00 €
Sicilia
361
31.805.000,00 €
Toscana
253
23.686.000,00 €
Umbria
86
5.375.000,00 €
Veneto
489
25.051.000,00 €
5.654
adattandoli alle proprie esigenze. È solo coniugando le esigenze di chi investe, con quelle di chi realizza e vive le strutture scolastiche che si potranno costruire ambienti di studio confacenti alle reali necessità e accoglienti da tutti i punti di vista. Emerge, ad esempio, la sempre più pressante richiesta di palestre e spazi adibiti ad attività motorie interne a ciascun plesso scolastico, di ambienti funzionali alle materie di apprendimento, dotati di supporti tecnologici che ottimizzino la didattica e di manutenzioni programmate a impianti e strutture. Mentre il Fondo unico per l’edilizia scolastica che, con Dl 124/2019 (art. 58 octies) prevedeva risorse pari a 5 milioni per il 2019 e a 10 annui dal 2020 al 2025 per finanziare la messa in sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici pubblici, viene incrementato di 30 milioni di euro per il 2020, il Miur ha recentemente stanziato 330 milioni per l’edilizia scolastica “leggera”, fondi Pon messi a disposizione degli Enti pubblici, che rientrano nell’ambito del Programma operativo nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per
l’apprendimento 2014-2020”. La Lombardia è la regione che ha partecipato con il numero più alto di candidature, per un totale di 47 milioni e 836 mila euro di risorse messe a disposizione. I fondi consentiranno di acquistare strumenti e dispositivi digitali, accessori e periferiche hardware, software e licenze per piattaforme di e-learning, monitor touch screen e per creare spazi digitali nelle scuole, favorendo nuove metodologie di apprendimento. Si calcola che in totale, nel più ampio quadro legato alla ripresa delle attività formative a settembre, i fondi messi a disposizione dal Governo per l’avvio del nuovo anno scolastico, superino i sei miliardi di euro dall’inizio del 2020.
326.319.000,00 €
Sirmione. L’edilizia scolastica del futuro: moderna, funzionale e sostenibile
L
e scuole sono pronte a ripartire, ma l’edilizia scolastica non si è mai fermata. Continuano, infatti, i lavori per la realizzazione degli edifici del futuro in chiave green ed energeticamente autosufficienti, come la scuola primaria Bianchi Porro di Sirmione, che accoglierà presto gli alunni in uno spazio funzionale e a basso impatto ambientale. L’intervallo è finito e per molte scuole in Italia a settembre suonerà la campanella della riapertura ufficiale. I giovani ritornano sui banchi, spettatori involontari di una rivoluzione strutturale e organizzativa. Ricominciare la normale attività didattica sarà complesso e per certi versi alienante, in
Distribuzione delle tipologie d’intervento dei progetti 0
10
20
30
40
50
60
70
80
Finanziamento per tipologia d’intervento dei progetti 90
100
Brescia
0M
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20M
30M
40M
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60M
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80M
90M
Milano
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Como
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Brescia
Bergamo
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Varese
Monza - B.
Sondrio
Lecco
Monza - B.
Cremona
Cremona
Sondrio
Pavia
Varese
Mantova
Mantova
Lecco
Pavia
Lodi
Lodi
Nuove costruzioni Miglioramento sismico Efficientamento energetico Adeguamento normativo Adeguamento sismico Ristrutturazione edilizia
Importo finanziato e rendicontato in piattaforma (Mln €)
Progetti finanziati e rendicontati in piattaforma
Progetti conclusi e rendicontati in piattaforma
Importo rimborsato agli enti locali e rendicontato in piattaforma (Mln €)
308
621
317
135 DATI AGGIORNATI AL 7 AGOSTO 2020
quanto non sono ancora chiare quali saranno le linee guida da seguire per garantire la corretta applicazione delle normative anti-Covid. In questo panorama, che si delinea controverso, occorre ripensare alle strutture scolastiche lasciate in “sala d’attesa”, eppure da riqualificare. Sistemare un immobile porta benefici a lungo termine, che superano il mero cambiamento imposto dalle necessità. La scuola del futuro, infatti, non è solo quella limitata alle novità che
vedremo nel prossimo semestre, ma è una visione totalizzante e più ampia di un edificio sostenibile e innovativo, che fornisce ai giovani uno spazio funzionale in cui crescere in completo accordo con l’ambiente, per tutelare la qualità della vita dei più piccoli e di tutta la collettività. L’esempio più rappresentativo è ora in fase di costruzione proprio nel nostro territorio. È la scuola primaria Benedetta Bianchi Porro di Sirmione che ha iniziato a settembre dello
scorso anno i lavori di riqualifica e ampliamento, con l’ottica di realizzare un’opera moderna, funzionale e a basso impatto ambientale. Il nuovo edificio scolastico sorgerà in un’area adiacente a quello esistente e si svilupperà su una superficie di 2.200 metri quadrati, articolandosi su tre piani, più una parte interrata che ospiterà le aree di disimpiego e i magazzini. Nel suo interno ci saranno 22 aule fra laboratori didattici modulabili, una sala conferenze, sale insegnanti, bidelleria, mensa e una palestra di oltre 500 metri quadrati. La riqualificazione e l’ampliamento dell’edificio sono stati pensati tenendo in considerazione l’efficienza energetica complessiva, secondo le direttive presenti nel Protocollo Casa Clima. Tale protocollo pone attenzione alla sostenibilità dell’intervento, ovvero all’impatto ambientale dell’edificio, sia in fase di costruzione sia in
fase di utilizzo, come il controllo della qualità dell’aria interna, l’illuminazione naturale e artificiale, il comfort acustico e altre proprietà.La scuola presenta caratteristiche innovative nel suo genere. Sono stati applicati accorgimenti sull’impianto di illuminazione modulato in maniera tale da favorire la concentrazione degli alunni. Inoltre, l’intero edificio è energeticamente autosufficiente grazie allo sfruttamento della geotermia e degli impianti fotovoltaici posti sulla copertura. Il progetto, del costo di circa 12 milioni e mezzo, è stato finanziato in parte dallo stesso Comune di Sirmione, che si è aggiudicato un bando ministeriale per l’erogazione di cinque milioni di euro a fondo perduto, mentre la restate quota è stata affidata a privati, che hanno deciso di dare il proprio contributo alla realizzazione dei lavori secondo le dinamiche del partenariato pubblico-privato.
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OptimQuadrupei Octavius, ut La nuova infrastruttura, inaugurata iliocari 3 agosto, si erge nella Val Polcevera e testimonia know-how e qualitĂ perspicax agricolae satis fortiter agnascor del costruito bresciani. infatti, tremulusNumerose suis, quod sono fragilisstate, matrimonii le imprese del territorio chiamate a intervenire nel cantiere incredibiliter celeriter corrumperet syrtes. del nuovo Ponte Genova San Giorgio. Medusa fermentet bellus catelli. Plane adfabilis matrimonii suffragarit adlaudabilis
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focus
La riflessione
Il Ponte, metafora della comunicazione
Per le imprese del settore la comunicazione e l’immagine sono preziose. Non vanno snobbate di Adriano Baffelli
Gentili lettrici e cari lettori, consentitemi una breve riflessione ispirata dalla realizzazione del Ponte Genova San Giorgio. Di tecnica e altro legato alla progettazione e alla costruzione del viadotto parliamo nei vari servizi di questo Focus. L’aspetto che mi preme qui evidenziare riguarda la comunicazione, nello specifico del settore delle costruzioni. Dopo aver saputo della
Nulla è troppo grande, nulla è troppo difficile
Il nuovo ponte di Genova è realtà La testimonianza del Dottor Giovanni Tampalini, Presidente del Collegio Sindacale di PerGenova
di Adriano Baffelli
N
el cuore della City della nostra città, la vivace Bresciadue, si è idealmente disegnata una parte del futuro nazionale, legata alla realizzazione del nuove ponte sul torrente Polcevera, a Genova, prodigio tecnologico sorto in tempo di record, dopo la profonda ferita inferta alla città, alla Liguria e all’Italia tutta, rappresentata dal tragico crollo del Ponte Morandi. Che cosa c’entra Bresciadue? Fida16
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tevi, c’entra e il motivo è presto detto: nei palazzi dove la laboriosa Leonessa assume contorni e skyline da downtown, incontriamo Giovanni Tampalini, affermato Commercialista, figlio d’arte, con avviato studio professionale. L’incontro si deve al fatto che il Dottor Giovanni Tampalini ricopre la carica di Presidente del Collegio Sindacale della società “PerGenova”, compagine che registra la paritetica partecipazione di
due colossi nazionali: Webuild e Fincantieri Infrastructure, privata la prima, pubblica la seconda. Webuild, come si diceva, è un nuovo brand che racconta l’evoluzione di un Gruppo sempre più globale e con forti radici in Italia. Un’operazione di rebranding che nasce da lontano con uno scopo dichiarato: portare con sé il Dna di una realtà nata come impresa di costruzioni italiana e divenuta protagonista del mercato internazionale delle grandi opere e delle infrastrutture complesse, proiettandola in una nuova dimensione che ne rappresenta la forza e le ambizioni di player competitivo sui mercati globali. Rinomata e riconosciuta la capacità di costruire, senza confini, metropolitane, autostrade, dighe. Webuild è la recente denominazione acquisita dall’ex Salini Impregilo, un colosso che fattura 6 miliardi di euro all’anno, mentre la “Infrastructure” è una partecipata di Fincantieri, fiore all’occhiello della manifattura statale che realizza grandi navi per clienti di tutto il mondo e fattura circa 4 miliardi di euro. La partecipata, all’insegna del motto: “nothing too big, nothing too complex, nulla è troppo grande, nulla troppo difficile, è specializzata nella progettazione, realizzazione e montaggio di strutture in acciaio su progetti di grande dimensione quali ponti, strade, porti oltre a progetti di tipo industriale, commerciale e istituzionale. Inoltre, opera come engineering
significativa presenza di realtà bresciane coinvolte nel cantiere, avevamo previsto di pubblicare queste testimonianze sul numero precedente di “Costruire il Futuro”, e per questo dalla prima metà di giugno iniziammo a contattare le imprese. Pur comprendendo la necessità per alcune di confrontarsi con i committenti per verificare se e come potevano trasmettere dati e notizie, debbo dire che indistintamente, grandi e piccole realtà, hanno risposto, se risposto, con tempi lunghi. Tanto che il Focus è slittato a questa edizione. Ciò nonostante, sono servite ulteriori sollecitazioni e alcune imprese non hanno ritenuto di inviare materiali o rendersi disponibili per gli approfondimenti richiesti. Un’occasione persa per far conoscere la rilevanza del proprio lavoro e dell’impegno della propria struttura. Atteggiamento comprensibile, in larga parte dovuto all’abitudine, talvolta alla necessità, di anteporre il lavoro, il fare, la concretezza, alle parole, all’immagine. Considerando, magari, queste ultime come orpelli o elementi non fondamentali dell’attività di un’impresa. Quanto serve, invece, l’immagine al settore. E quanto servono le parole per raccontare il lavoro e l’innovazione che caratterizzano il mondo dell’edilizia e l’intera filiera del Costruito!
procurement and construction contractor con competenze di project management, di ingegneria e di costruzione, maturate in un settore complesso come quello della costruzione navale. Il modello operativo è integrato con l’obiettivo di accompagnare i clienti lungo l’intero ciclo vita del prodotto fornendo servizi di life-cycle management. D’accordo, noi bresciani siamo parecchio bravi, ma come è successo — chiede il cronista — che il Presidente del Collegio Sindacale della società protagonista della ricostruzione di un’infrastruttura simbolo come il Ponte sul Polcevera a Genova, sia stato chiamato dalla nostra città? “La risposta è semplice, risponde con cordialità Giovanni Tampalini, già dal 2017 il sottoscritto e il mio studio collaborano con il Gruppo Salini Impregilo, oggi Webuild. Nel dicembre del 2018, quando fu costituita PerGenova, fui pertanto nominato Presidente del Collegio Sindacale in quota al Gruppo Salini Impregilo”. Con una punta di amarezza il professionista ricorda che la società nacque a seguito di un evento infausto e doloroso, del quale tutti serbiamo con commozione la memoria. Il crollo del Morandi, sino ad allora simbolo dell’italico ingegno e dell’innovazione architettonica tricolore, si registrò il 14 agosto 2018, in una giornata in cui il cielo pareva piovere lacrime trasformate in violenta pioggia già ore prime del disastro, quasi volesse pre-
parare noi fragili umani all’impensabile. Immagini e atmosfera surreali, fissati nella nostra memoria visiva. Un’immane, spaventosa tragedia, con quarantatré morti e 466 sfollati. Per rimediare ai disagi enormi che il tragico crollo provocò, con danni all’economia genovese e nazionale e condizioni proibitive di traffico nell’area interessata e, più in generale, nelle connessioni tra est ed ovest della Liguria, con grandi ripercussioni nazionali, ci si affidò all’estro creativo di Renzo Piano, architetto di fama planetaria, a cui si deve il progetto della nuova infrastruttura. Per la realizzazione si diede vita alla società di scopo “PerGenova”, costituita il 18 dicembre del 2018, a quattro mesi di distanza da quell’evento indescrivibile. Alberto Maestrini è il presidente della società, che vede nel ruolo di amministratore delegato, Nicola Meistro. Fondamentale, per garantire l’avanzata dell’opera in tempi rapidi, è risultata la nomina a Commissario straordinario per la ricostruzione di Marco Bucci, sindaco della “Superba” dal 2017. “Indubbiamente si è trattato di una scelta — commenta il Dottor Giovanni Tampalini — che ha garantito un’eccezionale velocità di esecuzione. Una situazione che solo i poteri conferiti al Commissario straordinario per la ricostruzione Bucci hanno reso possibile”. Un’opera straordinaria, il nuovo viadotto autostradale genovese, realizzato in siculuglio/agosto/2020
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focus Le imprese bresciane impegnate sul ponte di Genova
rezza e rispettando i tempi, nonostante i rallentamenti generali provocati dalla pandemia. Un intervento complesso che ha restituito a Genova un’infrastruttura essenziale. Un’opera che ha visto anche imprese bresciane portare il loro contributo, grazie alla proverbiale capacità di costruire e di assemblare, all’insegna dell’innovazione, che caratterizza il Dna di molte imprese all’ombra del Guglielmo e del Cidneo. Il professionista ci racconta della complessità delle operazioni preventive, ad esempio le attività di demolizione effettuate da altri soggetti, necessarie per consentire l’apertura del cantiere, che è poi proceduto speditamente, a tempo di record. Se l’eco della realizzazione del ponte è forte in tutto il Paese, a Genova lo stato d’avanzamento dell’opera è stato vissuto, da stampa e opinione pubblica, con particolarissima partecipazione, ci dice Giovanni Tampalini. Conversando sui dettagli del gigantesco cantiere, traspare il legittimo orgoglio, “Che provo — ammette il dottor Giovanni Tampalini — anche quale esponente dei professionisti bresciani, Commercialisti in primis. Indubbiamente l’incarico ricevuto è una testimonianza della considerazione nei miei confronti da parte principalmente di Webuild e poi di Fincantieri Infrastructure, realtà di altissimo livello, eccellenze italiane nel mondo”. Un riconoscimento, non certo frutto del caso, si suppone. Di sicuro un’esperienza professionale, quella del Commercialista bresciano, di particolare rilevanza: non capita tutti i giorni di lavorare nel gruppo impegnato a realizzare nella contingenza l’opera di maggiore rilevanza d’Italia. Naturale immaginare l’elevato livello tecnico affrontato e profuso dal professionista, in linea con gli eccellenti standard espressi da tutti i componenti del team. Chiedo se la strada scelta a Genova — un Commissario con pieni poteri — sia un modello replicabile, considerati i tempi esasperatamente lunghi che caratterizzano la realizzazione di troppe opere pubbliche. “Mi auspico di sì” — risponde con convinzione — aggiungendo subito: “Rientrando, però, nell’applicazione del Codice degli appalti”. Inevitabile la riflessione comune su quale possa essere il metodo da introdurre per rispettare Codice degli appalti e legalità, senza per questo dover attendere ogni volta che si realizza, o tenta di realizzare un’infrastruttura, le calende greche. L’interessante testimonianza conferma il metaforico significato di rinascita assunto dalla realizzazione del nuovo Ponte genovese, accompagnato dal profondo senso di responsabilità e tenacia di quanti, a tutti i li18
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velli, vi hanno preso parte. L’ospite sottolinea, fra il resto, come il clima che ha accompagnato le decisioni e i lavori, non sia stato dei più facili. Si pensi alla pressione dell’opinione pubblica, alle difficoltà di una città tagliata in due, ai tempi di percorrenza quintuplicati. “Come se il quadro non fosse già sufficientemente sfidante — aggiunge Giovanni Tampalini — nel novembre dello scorso anno Genova fu colpita da una forte alluvione, con molte difficoltà create anche agli operatori impegnati a far rinascere il ponte sul Polcevera”. Per non dire del Covid-19 che ha reso a tratti più complicata l’esecuzione degli interventi di operai e tecnici. La qualificata partecipazione di imprese bresciane alla realizzazione del viadotto, in tutta franchezza, non sorprende più di tanto. Di sicuro non sorprende chi non ha una visione provinciale ed è consapevole della forza del nostro sistema produttivo, economico, dei servizi e della consulenza. Per questo, il segno bresciano nell’opera da oltre duecento milioni di euro. In tale ottica s’inserisce il monitoraggio continuo della struttura, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, da tempo impiegate nel settore navale. Sarà il primo viadotto in Italia ad essere monitorato con sistemi robotici e sensori. L’Istituto italiano di Tecnologia in collaborazione con Innse-Berardi e Ingersoll, appartenenti alla bresciana Camozzi-Group, si sono occupati della progettazione e realizzazione dei sistemi robotici del ponte abbinando soluzioni innovative e sofisticate tecnologie. Innovazione e tecnologia, anche bresciane, al servizio della rinascita della città di Genova, della Liguria e dell’Italia tutta. Per trasposizione, la metafora del Ponte quale simbolo di rinascita e di ripresa del Paese, può trasferire forza e consapevolezza anche a Brescia e ai bresciani, di sicuro capaci di lasciarsi presto alle spalle la tragica fase della pandemia e dei suoi nefasti effetti.
La qualificata partecipazione di imprese bresciane alla realizzazione del viadotto, in tutta franchezza, non sorprende più di tanto. Di sicuro non sorprende chi non ha una visione provinciale ed è consapevole della forza del nostro sistema produttivo, economico, dei servizi e della consulenza.
Inaugurato il nuovo viadotto sul Polcevera Le imprese del territorio esempio della Qualità bresciana a Genova A due anni dalla tragedia che ha segnato nel profondo la città di Genova, sorge il nuovo viadotto sul Polcevera. La realizzazione della moderna infrastruttura, oggi ribattezzata Genova San Giorgio, rende memoria alle 43 vittime del crollo dell’ex ponte Morandi e orienta verso una nuova frontiera del costruire made in Italy. Nonostante l’articolata gestione degli interventi e le complessità dei lavori proseguiti anche durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19, in tempi record per la storia del Paese è stato portato a termine un cantiere di rilevanza nazionale e internazionale, progetto dell’architetto ligure Renzo Piano. Il nuovo ponte si estende per 1.067 metri di lunghezza, sorretto da 18 pile in cemento armato, e testimonia l’eccellenza del know-how italiano in una delle principali vallate del genovesato. Molte sono le realtà bresciane che hanno contribuito in diverso modo alla buona riuscita dell’imponente struttura, mettendo al servizio della città di Genova competenze di altissimo livello e avanzando nel contesto nazionale un costruito di Qualità. Per raccontarvi l’impegno bresciano sul Polcevera, abbiamo raccolto la testimonianza di cinque qualificate realtà del nostro territorio: Brixia Cantieri di Artogne, che opera nel settore della carpenteria metallica per grandi opere infrastrutturali; CMM Rizzi di Vezza d’Oglio, che realizza opere complesse, diversificate e innovative attraverso la tecnologia 4.0; Germani Spa, leader nel trasporto su gomma di sostanze chimiche e rifiuti industriali; Gruppo Camozzi, che realizza componenti e sistemi per l’automazione industriale e Panizza 1914 di Berlingo, impresa edile impegnata a Genova per articolare un performante sistema di raccolta di acque piovane e liquidi.
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focus Le imprese bresciane impegnate sul ponte di Genova
Germani Spa:
Gruppo Camozzi e IIT
Un’infrastruttura sicura con i robot di ultima generazione
una flotta di camion per il collaudo del Ponte
L’azienda sanzenese Germani Spa è stata protagonista dei lavori per la realizzazione del nuovo viadotto genovese sin dal principio. Lo scorso anno, infatti, l’impresa è stata impegnata in interventi di rimozione e smaltimento delle macerie e dei detriti dell’ex ponte Morandi, operazione che ha consentito di avviare le prime fasi di ricostruzione dell’infrastruttura. Oggi, a circa un anno di distanza, la Germani Spa è stata chiamata a portare a termine un altro fondamentale compito per la consegna alla città di Genova del rinnovato viadotto: collaudare l’opera per restituire definitivamente al Paese il collegamento autostradale sull’A10 che mette in comunicazione Genova Ovest con il ponente ligure. Soddisfatti della serietà e della professionalità dell’azienda, infatti, Rina Consulting, società che si è occupata del project management e PerGenova hanno individuato nell’azienda bresciana un ottimo candidato per testare la tenuta del nuovo ponte. “Per il collaudo dell’infrastruttura — spiega Mauro Ferrari, amministratore delegato della Germani Spa — la nostra azienda ha impegnato, nei giorni 19, 20 e 21 luglio, 56 autisti con i rispettivi veicoli. Ognuno di questi con una massa complessiva pari a 46 tonnellate”. Con le loro 2.500 tonnellate, i mezzi pesanti utilizzati per il collaudo statico si sono mossi in diversi modi sulla nuova struttura per testare l’assestamento e la qualità generale dell’opera prima dell’inaugurazione ufficiale. “I nostri veicoli — precisa Ferrari — hanno effettuato prove di carico, torsione e frenata sulle campate e prove di carico sulle rampe”. Una prova tecnica che ha tenuto tutti gli italiani con il fiato
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sospeso, ma che si è conclusa positivamente grazie al prezioso apporto di figure specializzate: “A supporto della flotta impegnata nelle operazioni di collaudo del Ponte — continua l’amministratore delegato della Germani Spa — sono stati impiegati dieci responsabili logistici che, durante i tre giorni di attività, hanno coordinato uomini e mezzi in stretta collaborazione con gli ingegneri collaudatori”. Grande soddisfazione per l’azienda, orgogliosa di aver collaborato attivamente alla realizzazione dell’opera, prima trasportando notevoli quantità di materiali in tutte le fasi della sua costruzione e in seguito contribuendo in modo determinante al suo definitivo collaudo. “Il nostro ringraziamento — conclude Mauro Ferrari ripensando agli intensi mesi di lavoro alle spalle — è rivolto a tutte le Aziende, non a caso con la a maiuscola, con le quali Germani ha collaborato. In particolare: PerGenova Scpa, Fincantieri Infrastrutture Spa, Rina Consulting Spa, Italferr (Gruppo Ferrovie dello Stato) e Webuild Spa”.
Dopo l’immane tragedia del 14 agosto 2018 e le accese discussioni intorno all’insufficiente manutenzione dell’ex ponte Morandi, per la costruzione del nuovo viadotto sul Polcevera si è puntato innanzitutto sulla sicurezza. Per non ripetere gli errori del passato sono state ricercate nel panorama nazionale realtà di alto livello che, per knowhow ed esperienza, potessero prevenire efficacemente eventuali problemi alla struttura del neonato Ponte Genova San Giorgio, utilizzando tecnologie innovative. Ritenendole realtà italiane leader nel loro settore, l’Associazione temporanea di imprese, costituita fra Seastema Spa e Cetena Spa (Gruppo Fincantieri) ha quindi commissionato all’Istituto italiano di tecnologia (IIT) e al Gruppo bresciano Camozzi l’ideazione e la realizzazione di un sistema robotico unico al mondo per contribuire alla sicurezza del viadotto. “La scelta di Fincantieri di assegnarci questo progetto — dichiara Lodovico Camozzi, presidente e amministratore delegato di Camozzi Group — è il riconoscimento alle competenze tecnologiche e alla capacità industriale del nostro Gruppo e, allo stesso tempo, la dimostrazione che la combinazione tra centri di ricerca e grandi gruppi industriali permette, anche in Italia, la realizzazione di progetti totalmente innovativi e di contenuto tecnologico di livello mondiale”. I robot ideati grazie alle competenze di IIT nel campo della robotica industriale e realizzati per merito della decennale esperienza della Gruppo Camozzi nella creazione di tecnologie produttive e di macchinari per i settori aeronautico e aerospaziale, verificheranno, con l’ausilio di telecamere e sensori, l’integrità dell’infrastruttura. I dispositivi permetteranno inoltre, tramite la rielaborazione dei dati attraverso algoritmi, di intervenire in via preventiva con opere di manutenzione. Un prodotto robotico complesso costituito da due Robot-Inspection, che si occuperanno dell’ispezione della superficie inferiore dell’impalcato e dell’elaborazione dei dati per la determinazione di eventuali anomalie, e da due Robot-Wash, che puliranno le barriere antivento ed i pannelli solari. I quattro robot, formati da strutture in fibra di carbonio, attuatori e da componenti elettronici, scorreranno sulle rotaie esterne del ponte e porranno le basi per un sistema di controllo automatico mai realizzato prima, che utilizza la “meccatronica cognitiva” e opera in aggiunta alle operazioni di verifica e di manutenzione obbligatorie per legge.
Il risultato ottenuto porta all’attenzione mondiale un modello che combina l’automazione dei moderni meccanismi meccatronici, settore in cui la Camozzi vanta anni d’esperienza, con l’autonomia dei sistemi cognitivi, integrando nel delicato contesto della ricostruzione del nuovo ponte di Genova un sistema di sicurezza di ultima generazione. “Le competenze che abbiamo acquisito nel trattare materiali compositi e di diversa natura, nel gestire soluzioni cyber-fisiche con elettronica, software algoritmi di proprietà, nel produrre soluzioni, macchinari e componentistica di robotica industriale sempre più sofisticati ci permettono di affrontare sfide e problemi complessi” spiega Lodovico Camozzi, precisando che la soluzione applicata nella città ligure può trovare applicazione in altri contesti a livello globale: “Il sistema robotico realizzato per il viadotto sul Polcevera è un modello replicabile in tutto il mondo — afferma —, che potrebbe contribuire ad aumentare la sicurezza di qualsiasi opera infrastrutturale”.
I robot Il sistema di controllo consta di due Robot Inspection e due Robot Wash che si muovono sulle parti esterne ed inferiori del Ponte Robot-Inspection pesa oltre 2200 kg ed è dotato di ben 82 ruote per la movimentazione dei due assi ed è largo oltre 7 metri. È dotato di un braccio retrattile per l’ispezione, costituito da una parte fissa ed una mobile entrambe in fibra di carbonio, che arriva circa a 17 metri di lunghezza totale in modo che possa raggiungere dal bordo del ponte il centro dell’impalcato. Il monitoraggio esterno dell’impalcato viene effettuato proprio tramite questo braccio in fibra di carbonio che è in grado di scorrere per tutta lunghezza del ponte ritraendosi in prossimità dei Piloni; sullo stesso sono installate fotocamere ad alta risoluzione e sensori di misurazione delle condizioni delle superfici: dal deterioramento delle vernici, agli elementi di corrosione e allo stato delle saldature. Le telecamere trasmettono in tempo reale le immagini di tutta l’infrastruttura. Grazie ai modelli computazionali, si effettueranno le verifiche sui dati raccolti segnalando rilievi e anomalie.
Robot-Wash pesa circa 2000 kg ed ha 56 ruote per distribuire il carico sul bordo ponte; è alto oltre 3.5 metri, lungo quasi 8 metri ed è diviso in due parti: uno per la pulizia ed uno per la ricarica. Robot Wash effettua la rimozione della polvere ed altri detriti dall’impianto fotovoltaico e dalle barriere antivento in vetro che delimitano le corsie, mantenendo così l’efficienza e la funzionalità dell’infrastruttura. Una peculiarità del robot è il suo uso sostenibile della risorsa idrica. L’acqua utilizzata per i lavaggi delle strutture proviene dalle piogge e da altra acqua di condensazione raccolta sull’infrastruttura stessa. Il Robot-Wash è dotato di sensori che monitorano sia la trasparenza dei vetri delle barriere antivento sia la quantità di acqua presente sulle superfici. Questi due parametri permettono al robot di determinare quando intervenire per pulire queste superfici. In caso di carenza d’acqua data da periodi secchi e con scarsi livelli di umidità, il Robot-Wash è dotato di un dispositivo soffiante per l’eliminazione del particolato che contribuisce al mantenimento dell’efficienza dell’infrastruttura in attesa della giusta quantità d’acqua meteorica per un lavaggio più completo. I due robot percorrono tramite binari e ruote motrici il bordo del ponte per tutta la lunghezza del viadotto di ca. 1100 metri, con regolarità e in funzione delle condizioni atmosferiche.
Brixia Cantieri
Le nuove campate del Ponte in quota “Appena saputo di aver conquistato il montaggio del nuovo ponte Morandi a Genova, ho pensato, non senza timore, che ce la dovevamo fare, ed ero certo che avremmo portato a compimento l’opera nei tempi e nei modi stabiliti”. È con queste parole che Dario Belingheri, titolare della Brixia Cantieri, ricorda la determinazione che ha motivato se stesso e i suoi uomini a terminare i lavori sul Polcevera rispettando le scadenze previste. “Sapevo che questo lavoro non sarebbe stato come gli altri” afferma con orgoglio. “Saremmo stati sotto i riflettori per tutta la durata del cantiere, ogni minimo sgarro non sarebbe stato tollerato in nessun modo, dovevamo dare prova di essere una ditta all’altezza delle aspettative che un progetto del genere richiedeva”. Grandi il senso di responsabilità e la volontà che hanno spinto l’impresa camuna a non cedere alla stanchezza, alle pressioni, alle ostili avversità atmosferiche dell’autunno scorso o alle complicazioni scaturite dall’emergenza sanitaria da coronavirus: “Non ci siamo mai fermati, nemmeno durante la pandemia, anzi!” racconta ripensando al terribile periodo che ha fermato tutta l’Italia. “Per contro abbiamo dato ancora più di prima, rispettando tutte le dovute precauzioni e i relativi rallentamenti che queste comportavano. Abbiamo lavorato a testa alta quando tutto il Paese era in ginocchio, abbiamo avuto coraggio anche per chi non poteva dimostrarlo”. Specializzata nel settore della carpenteria metallica per grandi opere, con innumerevoli esperienze nella realizzazione di ponti e infrastrutture, Brixia Cantieri ha impegnato diverse figure competenti e preparate per montare, sollevare e tirare in quota le campate del nuovo viadotto. “Abbiamo lavorato giorno e notte — continua Belingheri — ricoprendo turni di ventiquattro ore, sette giorni su sette, con diverse squadre di uomini, per un totale di circa 60 persone gestite da me e da un ufficio tecnico preparato e competente, con la collaborazione di validi capisquadra, da un team di operai sempre disponibili e dal supporto costante del nostro ufficio in sede ad Artogne”. L’azienda ha cominciato nel luglio 2019 a montare e sollevare un totale di nove campate del ponte e quattro campate della rampa d’accesso direzione Milano. Le nove campate del viadotto, per un peso di circa 550 tonnellate le più piccole e di circa 1400 tonnellate le più grandi, sono state sollevate con due diverse metodologie di varo: a mezzo di gru tralicciate, oppure tramite strand-jack posizionati sulle pile. “Una volta varati i conci abbiamo provveduto alla saldatura in opera, ad un’altezza di circa 45 metri” spiega il titolare, che aggiunge: “In corso d’opera ci è stato affidato anche il compito di sollevare le quattro campate della rampa d’accesso, per un totale di circa 850 tonnellate”. Fino all’ultimo la Brixia Cantieri si è trattenuta a Genova per terminare i lavori di finitura, tra i quali il montaggio dei grigliati, ma la maggior parte degli interventi dell’azienda sul Polcevera sono terminati ai primi di maggio con il varo dell’ultima campata P8-P9 del viadotto. Guardando al risultato raggiunto, un riconosciuto vanto per tutto il territorio bresciano, Dario Belingheri dichiara con soddisfazione: “Non posso che essere più che orgoglioso dell’operato svolto da tutta la Brixia Cantieri per aver portato a termine un’impresa a dir poco epica nei tempi richiesti, nonostante tutti gli imprevisti, dimostrando effettivamente che eravamo all’altezza di un progetto che rimarrà nella storia”.
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CMM Fratelli Rizzi
Ponte di Genova San Giorgio. Una sfida vinta con determinazione e orgoglio La CMM Fratelli Rizzi, azienda camuna con sede legale e operativa a Vezza d’Oglio e ufficio commerciale a Brescia 2, si è occupata del montaggio e dei posizionamenti in quota del viadotto Polcevera, lato Levante. La realizzazione dell’intera opera è stata affidata alla Società consortile PerGenova costituita da Webuild e Fincantieri Infrastructure e CMM ha acquisito la commessa in subappalto da Fincantieri Infrastructure. La società occupa mediamente circa settanta persone, con numeri più consistenti in alcune delle fasi legate all’intervento sul nuovo Ponte di Genova. Come scopriremo, l’azienda ha superato difficoltà logistiche, metereologiche e sanitarie, contribuendo a raggiungere un ambizioso obiettivo collettivo, nel ricordo dell’immane tragedia e a dimostrazione di come anche nei momenti di difficoltà il nostro Paese sia capace di superare le avversità perseguendo grandi risultati. Abbiamo incontrato l’ingegner Michela Rizzi, Project manager della commessa, per meglio comprendere difficoltà e significato di un cantiere particolare, non solo per le valenze tecniche e architettoniche, ma anche per il valore metaforico assunto dall’innovativa opera. Ingegner Rizzi, ha riscontrato differenze tra questo cantiere e altri gestiti in precedenza?
Sicuramente c’è stato da subito un impatto di forte emozione, soprattutto all’inizio dei lavori, quando ancora erano visibili le macerie, ricordo tangibile della tragedia. Quando accettammo la commessa eravamo consapevoli dell’impegno tecnico che ci attendeva. Insieme eravamo consci anche della valenza che l’opera avrebbe avuto per l’immagine della nazione, una volta terminata. Per questo siamo stati ancora più determinati del solito per perseguire l’obiettivo, al di là del lavoro ingegneristico, complesso e sfidante, abbiamo dovuto affrontare difficoltà oggettive di varia natura. Ricordo le piogge copiose e le lunghe giornate di vento di novembre e dicembre, elementi di notevole disturbo per un’attività già complicata di suo, con un cantiere a quaranta
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metri di quota. Situazione molto critica, soprattutto per le attività di montaggio e saldatura. La partecipazione alla costruzione del nuovo viadotto sul Polcevera a Genova è stata per CMM una grande opportunità. Abbiamo messo a frutto l’esperienza maturata in tanti anni di lavori nell’ambito di opere infrastrutturali;
dale? Credo possa contribuire efficacemente a rafforzare l’immagine di affidabilità e competenza, poi quello che porterà in concreto oggi è difficile saperlo, ma ora conta l’aver operato a regola d’arte!
E come se non bastasse, superato il periodo climatico più rigido, ha fatto capolino il Covid19…
Sapevamo della forte componente bresciana presente sul Ponte, ma sono state poche le occasioni di incontro ma eravamo consapevoli con orgoglio della tanta capacità messa in pratica con i nostri conterranei. I bresciani c’erano e ci sono! Inoltre, oltre alla presenza di imprese bresciane, abbiamo scoperto anche tante maestranze, tanti tecnici e addetti bresciani impegnati anche con imprese di altri territori. Come sempre, i lavori ben fatti sono realizzati da persone capaci, sono loro a fare la differenza.
Proprio così, un’emergenza del tutto inaspettata, della quale non si sapeva nulla, un’enorme sfida da fronteggiare, in particolare mentre eravamo impegnati a realizzare il tratto sopra la campata ferroviaria. Tornare con la mente a quei momenti, ripensarci ex post mette i brividi. Quindi avete vissuto anzitempo la Fase 2 rispetto alla totalità delle imprese e dei cittadini?
Decisamente, abbiamo intensamente vissuto le Fasi 2 e 3 tre mesi prima degli altri, abbiamo anticipato i tempi con un’attenzione rigorosa alla sicurezza, con l’applicazione di protocolli ferrei, senza per questo venisse mai meno la tensione all’obiettivo, al significato della nostra presenza a Genova. In estrema sintesi, qual è stato il vostro intervento e che cosa avete movimentato?
Abbiamo lavorato alle nove campate del lato Levante, movimentando 8mila tonnellate di acciaio, montando direttamente in cantiere i manufatti prodotti nelle sedi del nostro committente Fincantieri Infrastructure a Valeggio sul Mincio, Castellamare di Stabia, Sestri Levante. Webuild ha realizzato le opere edili, mentre Fincantieri quelle metalliche. Ci venivano forniti i pezzi in dimensioni compatibili con la loro trasportabilità, tenendo conto che la movimentazione avveniva all’interno di una città complessa e con una viabilità ancor più difficile del normale. Questa esperienza, che cosa le lascia a livello personale e aziendale?
È stata un’esperienza forte, vissuta soprattutto all’insegna del lavoro di squadra. Abbiamo percepito, come CMM, un forte valore del nostro operato, così come è stato per le altre aziende che hanno dato tanto per il raggiungimento del risultato. Siamo un popolo grande capace di adattarsi e di raggiungere gli obiettivi che si prefissa. Abbiamo condiviso con tutte le aziende italiane un’ottima esperienza, ci siamo messi in gioco con tutte le competenze di cui siamo capaci. Siamo orgogliosi di aver lavorato bene e riteniamo che i committenti si possano ritenere soddisfatti. Cosa ci può portare a livello azien-
Avevate coscienza della brescianità che era presente insieme a voi a Genova?
Terminato l’impegno sul Ponte Genova San Giorgio, quali cantieri vi attendono?
Saremo prossimamente impegnati nella realizzazione degli impalcati per il primo lotto alta velocità Cepav 2 a Lonato. Quindi ci occuperemo della realizzazione dei cavalcavia autostradali nella zona di Latisana, in Friuli-Venezia Giulia, per l’allargamento a tre corsie della A4 e nell’area di Lainate, in provincia di Milano per l’ampliamento alla quinta corsia dell’Autostrada A8 “Milano Laghi”. Presto saremo impegnati nuovamente a Genova per il rifacimento della viabilità nella zona portuale, con Pizzarotti e Consorzio stabile Grandi lavori.
Panizza 1914
La chiglia del ponte custodisce soluzioni innovative La Panizza 1914 Srl ha sede legale a Trenzano e operativa a Berlingo. È nata nel 1914 e oggi vede attiva la quarta generazione, della quale è espressione il geometra Gianmario Panizza, direttore tecnico della società, al quale abbiamo chiesto una testimonianza sull’intervento realizzato per la canalizzazione dell’acqua sul Ponte Genova San Giorgio. Lo raggiungiamo proprio mentre la squadra da lui coordinata è impegnata nelle prove di collaudo sulla tenuta dell’acqua, effettuato nel modo più scrupoloso che si possa immaginare. Il vostro è un lavoro nascosto, chi transiterà sul ponte non si renderà conto di quanto avete realizzato…
È così, risponde il geometra Panizza. Non si vede quello che abbiamo realizzato ma, mi creda, conta molto. L’interno della struttura progettata dall’architetto Renzo Piano ricorda veramente la struttura di una nave. Abbiamo realizzato canalizzazioni e tubature per recuperare con efficacia l’acqua raccolta su una superficie di 30mila metri quadrati, dato che la lunghezza dell’impalcato è di poco più di un chilometro per circa 28 metri. Abbiamo dovuto progettare il tutto considerando ogni minimo dettaglio e soprattutto il fatto che la zona registra sempre più frequentemente piogge violente e ripetute. Come sintetizzerebbe questa particolare esperienza?
Insieme agli aspetti tecnici, forte è stata la componente emotiva, legata anche all’atteggiamento delle persone di Genova, particolarmente vicine a chi lavorava per il nuovo ponte, con numerosi episodi da parte loro di manifestazioni di apprezzamento e ringraziamento nei nostri confronti. Non nascondo le perplessità iniziali, i timori legati alla consapevolezza che saremmo entrati in un percorso particolarmente stringente, rodato e senza sbavature per quanto concerne la sicurezza, le modalità di esecuzione e i tempi particolarmente compressi. Non potevamo immaginare che si sarebbe aggiunta anche l’emergenza conseguente alla pandemia da Covid-19. Mi ha particolarmente stupito la disponibilità riscontrata in tutte le imprese coinvolte nel cantiere. C’è stata un’ottima organizzazione. Siamo contenti di aver terminato con successo questa entusiasmante esperienza, che ci ha molto coinvolto e ci ha permesso di crescere parecchio.
Quale strada avete percorso per ottenere l’appalto?
Può sembrare strano ma ci siamo arrivati per caso. Siamo impegnati da anni con varie realtà anche multinazionali, e nell’ambito di queste conoscenze professionali è successo che un ingegnere ci abbia chiesto come si sarebbe potuto risolvere alcuni specifici problemi. Ci siamo detti proviamo, dimostrando con i vari test affrontati che i risultati erano positivi. Mi pare abbiate utilizzato un particolare tipo di tubi…
Credo sia stato il primo caso nel quale siano stati utilizzati questi tubi speciali, normalmente destinati ad impianti subacquei speciali. Ci siamo così trovati a movimentare tubi dal peso di 400 kili in spazi ristretti. Gli innesti erano complessi ma abbiamo affrontato al meglio il tutto, anche superando prove specifiche molto selettive. Quali altri cantieri vi vedono attivi in questo periodo e nell’immediato futuro?
Abbiamo alcuni consolidati rapporti di lavoro con alcune realtà, quali Brescia Infrastrutture, Brescia Mobilità, Ikea, P&G (Procter & Gamble). Per quest’ultima realtà lavoriamo da un decennio e ora siamo impegnati nella struttura di Roma dove saranno rivoluzionati i fustini del detersivo Dash. Dopo il cantiere genovese ci attende un intervento a Milano, nella zona di Porta Romana, al confine con gli spazi della Fondazione Prada, dove, nell’ambito di un ampio intervento immobiliare da parte di Convivio, nata dalla fusione tra Beni Stabili e Foncière des Régions, recupereremo una ciminiera di sessanta metri d’altezza e una torre piezometrica, un intervento particolarmente interessante.
La rete di raccolta delle acque piovane creata all’interno dell’impalcato del ponte prevede un sistema costituito da canaline poste ai lati delle carreggiate del ponte che convogliano le acque all’interno di un sistema di tubazioni in acciaio inox Ø160 trasversali la carreggiate che si innestano in due dorsali longitudinali in vetroresina poste rispettivamente a Nord ed a Sud della mezzeria. A loro volta queste dorsali sono suddivise in due tratti di opposta pendenza che convogliano le acque a Levante e a Ponente. Ci troviamo quindi di fronte a quattro linee di distribuzione realizzate con tubazioni in vetroresina Ø800, Ø700. L’utilizzo di un sistema in vetroresina ha richiesto un’intensa attività di studio e sperimentazione, con l’esecuzione di prove sui materiali al fine di garantire le prestazioni attese. Garantire la sicurezza del personale in un ambiente complesso e in rapida evoluzione come quello del ponte ha richiesto grande impegno anche sotto il profilo della progettazione della sicurezza. Sono stati effettuati test di montaggio preliminari per determinare la corretta sequenza di installazione e definire le tempistiche nel rispetto dei ristretti tempi di intervento previsti dal cronoprogramma. Sono state studiate e condivise con la direzione lavori e gli addetti alla sicurezza, apposite procedure per la movimentazione e il posizionamento degli elementi, le modalità di esecuzione delle giunzioni e i sollevamenti di carichi considerevoli negli spazi ristretti all’interno dell’impalcato. Le acque raccolte nei quattro collettori sono convogliate all’interno di due sistemi di stoccaggio e trattamento posti rispettivamente a Levante e Ponente. Si tratta di un sistema integrato di più elementi adatti a gestire diverse situazioni: il punto di ingresso è monitorato da un sensore che identifica eventuali sversamenti accidentali di liquidi inquinanti occorsi in carreggiata e li convoglia ad una vasca apposita che stoccherà il rifiuto in attesa di essere smaltito. Solo dopo aver superato il controllo le acque vengono avviate al trattamento di “prima pioggia”.
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trasporti Tav Brescia Est-Verona Presentato il progetto di quadruplicamento della linea
Previste ricadute positive su mobilità, sostenibilità, valore degli immobili nei quartieri di San Polo Cimabue e San Polo Parco. La tratta completa un corridoio metropolitano Alta velocità ponte per l’Europa.
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ete ferroviaria italiana e Italferr, in un incontro che ha coinvolto il Comune di Brescia, le parti sociali, le categorie economiche e i rappresentanti dei Consigli di quartiere, hanno presentato il progetto di potenziamento, entro il 2029, della tratta dell’Alta velocità da Brescia verso Verona. I lavori, il cui inizio è in calendario per il 2023, prevedono un quadruplicamento della Tav in affiancamento alla linea storica, ovvero la realizzazione di un percorso lungo circa 10 chilometri: sei in città, partendo dalla stazione ferroviaria verso est, e 3,5 da Rezzato fino a Mazzano, per un costo di 555 milioni di euro. Il Ministero dell’Ambiente sta valutando l’impatto ambientale del
progetto e questo autunno si terrà la conferenza dei servizi al Ministero dei Trasporti. Rfi spiega che l’intervento sarà eseguito adottando soluzioni tecnologiche sostenibili, come la mitigazione visiva dell’infrastruttura con l’utilizzo di alberi e verde, e la riduzione degli impatti delle nuove opere sul contesto urbano e naturale, con l’inserimento di barriere acustiche trasparenti. I lavori permetteranno in concomitanza di riqualificare le aree attraversate, definendo nuovi spazi pubblici collegati da ciclopedonali, aree verdi attrezzate, orti urbani e passaggi faunistici. Nelle zone attraversate dalla nuova tratta, infatti, è prevista la realizzazione di 5,7 chilometri di pista ci-
clabile e la sistemazione di altri tre chilometri di percorso ciclopedonale; la creazione di cinque nuovi sottopassi pedonali che connetteranno i diversi quartieri della città, favorendo l’accessibilità al verde pubblico e la riqualifica di sei sottopassi esistenti con l’inserimento di nuove rampe. Il progetto che cambia il volto di Brescia prevede anche interventi di riqualificazione di parchi urbani per 39mila metri quadrati e di orti urbani per seimila metri quadrati; lavori per la sistemazione e l’ampliamento del parco Kolbe (9.928 metri quadrati); per la creazione di nuovo verde at-
trezzato (quattromila metri quadrati) e la realizzazione di due nuove connessioni ecofruitive. Secondo i dati presentati da Rfi, il verde implementato dal progetto permetterà di assorbire 218 tonnellate annue di Co2, oltre quattromila e trecento in 20 anni. Rispetto alla vegetazione esistente nell’area interessata dagli interventi, si re-
BRESCIA Mazzano Calcinato
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gistrerebbe un incremento del 34% della capacità di assorbimento di anidride carbonica. Dalle previsioni, positive sembrano essere anche le ricadute sull’immobiliare: aumenterebbe tra l’11 e il 13% il valore degli immobili residenziali nei quartieri di San Polo Cimabue e San Polo Parco e tra il 22 e il 29% quello degli immobili commerciali e degli uffici. L’attivazione del quadruplicamento nell’ambito del nodo di Brescia porte-
Desenzano
rebbe vantaggi in termini di attrattività anche alle zone che gravitano attorno alla stazione ferroviaria nell’area sud-orientale della città. Alcuni di questi quartieri, inseriti anche nella valutazione del Campus Edilizia Brescia per il progetto Brescia Next 2020, si interfacceranno nel breve periodo con altri importanti interventi di riqualifica. Un lavoro di miglioramento della qualità della vita, dei servizi e dell’organizzazione degli insediamenti urbani che, potenziato dalla linea Tav, trova una strategica apertura verso il resto del nord Italia e dell’Europa. La tratta Brescia Est-Verona andrà a beneficio del sistema ferroviario nazionale aumentando la capacità di traffico e, con il completamento del corridoio metropolitano Alta velocità Milano-Brescia-Venezia, svela nuovi scenari di sbocco verso i Paesi confinanti con la nostra Penisola. Potenziata dalle interconnessioni con le altre infrastrutture per la mobilità sovranazionali, la linea porterebbe vantaggi economici sul tessuto economico locale. Si prevede, infatti, un aumento della produttività, dell’occupazione e degli investimenti indotti, aspetti connessi all’incremento di accessibilità dell’area oggetto dell’intervento. A livello provinciale, inoltre, aumenterebbero le interconnessioni interne e lo scambio intermodale di trasporto, a beneficio delle aree dell’hinterland sempre più vicine alla città e affacciate a nuove opportunità di sviluppo del tessuto sociale ed economico.
Sirmione
Le opportunità Integrazione con l’Italia e con l’Europa
Interconnessione fisica tra modalità di trasporto
Investimenti nell’infrastruttura per fornire maggiori servizi
Accessibilità alle aree dell’hinterland
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Maggiore comfort per i cittadini nello spostamento infra ed extra regionale
Nuove opportunità per i settori economici della provincia di Brescia
nn LINEA ATTUALE nn LINEA ALTA VELOCITÀ
VERONA Lonato
cultura
Capitali italiane della cultura 2023 Dopo l’approvazione alla Camera è ormai ufficiale: il titolo di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2023 è assegnato congiuntamente alle città di Brescia e Bergamo. La conferma è arrivata dal deputato bergamasco pentastellato Devis Dori, direttamente da Roma. Come sancito dal decreto Rilancio, alla Leonessa d’Italia e alla Città dei Mille è conferito l’onere di “promuovere il rilancio socio-economico e culturale dell’area sovraprovinciale più colpita dall’emergenza sanitaria da Covid-19”, senza dover partecipare al bando, che avrebbe dovuto essere istruito il prossimo anno. Le due città hanno tempo fino a fine gennaio 2022 per presentare al ministero dei Beni culturali un progetto unitario finalizzato a incrementare la fruizione del patrimonio culturale.
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Brescia-Bergamo 2023: anche il lavoro è cultura Un invito a valorizzare know-how e abilità manuali delle due province lombarde.
S
tringendo le forze per valorizzare le proprie bellezze storico-artistiche e potenziare l’offerta turistica dei due territori, Brescia e Bergamo reagiscono alla drammatica parentesi segnata dall’emergenza epidemiologica per rinascere nel solco di un rilancio culturale e, insieme, sociale ed economico. A caratterizzare la Leonessa e la sua sorella orobica, la grande tenacia, la determinazione e la pragmaticità che da secoli caratterizzano le persone e le attività che popolano le due province. Ripartire da quanto è stato, da quanto è stato creato e resta oggi tangibile, dal lavoro e dall’ingegno che
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generazione dopo generazione hanno portato alla realizzazione di opere artistiche e architettoniche di riconosciuto pregio e magnificenza, è l’ingrediente segreto per progettare la Brescia e la Bergamo di domani. Rimboccandoci le maniche per regalare nuova attrattività a entrambi i territori, possiamo impegnarci, soprattutto in occasione del riconoscimento qui ricordato, a ritrovare, accanto alle bellezze naturali e paesaggistiche, la creatività dell’intelletto e il savoirfaire che ci contraddistinguono, ammirando quanto realizzato dalla vena artistica, progettuale, esecutiva e lungimirante degli uomini bre-
sciani e bergamaschi. Si vuol, dunque, ricordare un aspetto non secondario nella candidatura delle due città per l’anno 2023: la dedizione al lavoro che si può respirare in ogni centimetro quadrato di queste due terre, dalla quale nasce una forte inclinazione alla conoscenza, sia immateriale sia concreta delle cose, alla condivisione di idee, al rispetto delle tradizioni e del passato per connotare le azioni future. Tutti elementi che caratterizzano nel profondo la cultura del lavoro bresciana e bergamasca, permettendoci oggi di sondare la mente e ammirare i risultati di chi ha fatto della cultura un mestiere e di chi ha fatto
con il proprio mestiere cultura. Così, a fianco delle figure e delle realtà più vicine e legate alle dinamiche del turismo, anche il mondo delle costruzioni e i professionisti che lo animano sono protagonisti delle città di ieri, di oggi e di domani. L’edilizia ha contribuito nei secoli a realizzare opere splendide e maestose, a preservare immobili, ornamenti e oggetti dal tempo attraverso il restauro, a creare ambienti atti a custodire l’arte e la storia, riorganizzando decennio dopo decennio gli spazi urbani di condivisione, di fruizione culturale e di intrattenimento. Siamo di fronte a un’opportunità meritata, da sfruttare appieno per far riscoprire anche a chi visita i nostri territori il sapore della brescianità, la cultura intesa non solo come insieme di attività artistiche, filosofiche, scientifiche e spirituali, che certo non mancano alle due città lombarde, ma anche come motore e risultato delle energie e del lavoro manuale impiegati nella realizzazione di un’opera da parte di una comunità in un dato momento storico. A “Brescia la forte, Brescia la ferrea” (da “Alla vittoria” di Giosuè Carducci, ndr) e alla fraterna città al di là dell’Oglio, i complimenti del Sistema edile bresciano per il prestigioso riconoscimento conseguito e l’augurio che, entro il 2022, si riescano a intavolare discorsi che includano nel programma culturale unitario da presentare al Mibact una forte valorizzazione della cultura del lavoro bresciana e bergamasca. Laura Mesa
imprese
Apertura e chiusura delle imprese in agosto
Cantieri attivi prima della chiusura
21%
43% 57%
53%
n Imprese chiuse per ferie estive
Cantieri estivi
Più del 40% delle imprese lavorerà in agosto. Chi chiude per la pausa estiva lo farà solo per una settimana. 28
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26%
n da 1 a 3 n da 3 a 5 n più di 5
n Imprese aperte durante il mese di agosto
O
Previsione apertura cantieri nei prossimi mesi
ltre 340 aziende hanno risposto al questionario proposto da Ance Brescia per indagare la situazione dei cantieri aperti nel mese di agosto. Nonostante l’attività di molte imprese edili sia in pausa con l’arrivo dell’estate, fatto salvo per interventi urgenti e lavori di sistemazione di strade ed edifici scolastici, quest’anno, segnato dalla profonda ferita causata dal virus Covid-19, sono diverse le realtà che hanno deciso di non chiudere per le festività ferragostane. Il 43% delle aziende, infatti, porterà avanti le attività di cantiere. Un dato che esprime l'urgenza di terminare i lavori rallentati dall’emergenza epidemiologica e di continuare a fornire un servizio regolare anche durante l’estate. Per delineare uno scenario pre e post lockdown, l’Associazione ha raccolto anche i dati relativi ai
27% 73%
n Imprese che non apriranno nuovi cantieri nei prossimi mesi n Imprese che apriranno nuovi cantieri nei prossimi mesi
cantieri attivi prima della chiusura di marzo e a quelli il cui inizio è previsto tra l’estate e l’autunno. Il 26% aveva oltre cinque interventi in corso prima del fermo anti-Covid, il 21% tra i tre e i cinque e il 53% sotto i tre. Nei prossimi mesi oltre il 70% delle realtà interpellate dall’indagine ha in programma l’apertura di nuovi cantieri. Una sessantina di aziende ha indicato lavori in corso oltre il 2020. Dati incoraggianti visto il panorama economico singhiozzante, ma l’Associazione costruttori si augura l’avvio, nel breve periodo, di nuovi lavori anche per le imprese ricomprese nella percentuale restante (27%). Il settore edile può, infatti, partecipare fattivamente alla ripresa post-lockdown, che sarà tanto più condivisa quanto più saprà raggiungere e coinvolgere tutte le realtà del comparto.
347 Risposte totali
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welfare
C
on la volontà di ampliare la gamma di prestazioni a supporto dei propri associati, Ance Brescia attiva un nuovo servizio dedicato al welfare aziendale, che consiste nell’insieme di iniziative di varia natura concesse da parte del datore di lavoro, volte a incrementare il benessere dei propri dipendenti. Fra la rosa di possibili candidati all’erogazione dei servizi, Ance Brescia ha scelto di affidarsi a Edenred, società leader mondiale nella gestione dei fondi finalizzati dalle imprese e ideatrice dei famosi buoni pasto “Ticket Restaurant”. La decisione presa dall’associazione dei costruttori proviene da una sensibilità espressa dal Consiglio Direttivo, favorevole a promuovere l’iniziativa all’interno delle imprese edili bresciane. Tale attività nasce con l’obiettivo di modernizzare la dinamica retributiva, innalzando il grado di legalità nel settore, e di incentivare i lavoratori dipendenti, attraverso la possibilità per l’imprenditore di avviare politiche retributive non gravate da oneri del costo del lavoro. Il welfare aziendale, noto già da tempo al sistema edile, viene elargito da sempre ai lavoratori iscritti a Cape, in una formula che include le attività più essenziali, dall’assicurazione sanitaria alle iniziative dedicate ai giovani. Con l’ingresso di Edenred arriva una nuova risorsa dedicata direttamente alle imprese, che permette all’associato di poter scegliere tra un’ampia gamma di benefit che vanno dai più comuni, come i buoni acquisto, sino a quelli più specifici, come i benefit legati alle attività culturali o i servizi di soccorso riservati ai familiari dei dipendenti. Il vantaggio è dato dall’appoggio degli stessi funzionari del collegio i quali, conoscendo a fondo le proprie realtà associate, garantiscono un supporto di consulenza diretta, al fine di individuare il percorso più adatto nella costruzione del proprio piano assistenziale, cu30
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Arriva il nuovo servizio di welfare aziendale proposto da ANCE Brescia L’associazione dei costruttori edili attiva un nuovo servizio di welfare aziendale, avvalendosi dell’esperienza di Edenred, società multinazionale operante da anni nel settore di erogazione dei servizi per le imprese. Il mix fra le due realtà offrirà agli associati la possibilità di creare un piano assistenziale per i propri dipendenti cucito su misura in base alle necessità aziendali, sfruttando i numerosi vantaggi che nascono dal suo utilizzo.
Da oltre 40 anni Edenred, inventore del Ticket Restaurant e leader nel settore degli employee benefit, semplifica e innova il mondo del lavoro migliorando il benessere delle persone e la produttività delle aziende, generando valore per il sistema economico locale e nazionale. Il Gruppo rappresenta una rete unica nel suo genere, con i suoi 50 milioni di beneficiari, 850.000 aziende ed enti pubblici clienti e 2 milioni di esercizi commerciali affiliati. Quotata alla Borsa di Parigi, Edenred è presente in 46 paesi con circa 10.000 dipendenti. L’offerta si compone di servizi innovativi che possono essere erogati ai beneficiari tramite voucher cartacei, carte elettroniche e piattaforme on-line, nello specifico: Employee Benefits (Ticket Restaurant, Easy Welfare Edenred, Ticket Welfare, FlexBen); Fleet and Mobility Solutions (ExpendiaSmart, Carta UTA Edenred) e soluzioni complementari che includono corporate payments, incentive and rewards (Ticket Compliments) e programmi sociali pubblici.
Con l’ingresso di Edenred arriva una nuova risorsa dedicata alle imprese, che permette all’associato di scegliere tra un’ampia gamma di benefit.
cito su misura a seconda delle diverse necessità aziendali interne. Inoltre, il servizio proposto da Ance Brescia si avvale dell’esperienza acquisita da anni di attività nel settore di Edenred, che promette di offrire un piano strutturato e flessibile capace di rispondere a tutti i bisogni dei clienti. L’attenzione al benessere, alla salute e alla qualità della vita dei propri dipendenti è un argomento che è passato in primo piano nell’ultimo periodo. Molte imprese hanno assunto una gestione delle risorse umane sempre più flessibile, ne è un esempio la diffusione delle pratiche di smart working continuate anche dopo il lockdown. Sono tanti gli imprenditori che hanno potuto osservare i vantaggi ottenuti da questa pratica, la quale ad oggi si è evoluta e modernizzata con la recente in-
troduzione di una serie di provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità 2016-2017, finalizzati a incentivare l’utilizzo del welfare aziendale attraverso due strumenti principali: il premio di produttività come fonte di risorsa per garantire benefit assistenziali ai lavoratori e l’ampiamento del paniere dei servizi tramite l’aggiornamento dell’art. 51 del Tuir. In questo modo il welfare aziendale aiuta il datore di lavoro a incentivare i propri dipendenti, gratificandoli attraverso strumenti che garantiscono la totale trasparenza, anche in termini di legalità, aumentandone il proprio potere d’acquisto e assicurandosi numerosi vantaggi. Il primo è l’impatto positivo in termini di produttività, perché migliora il clima aziendale, aumenta la motivazione del lavoratore e lo aiuta a sentirsi parte inte-
grante dell’azienda e di conseguenza a fidelizzarsi. Un altro beneficio è la capacità di essere attrattivo nei confronti dei talenti, riducendo significativamente il turn over. La diretta conseguenza di questo giovamento è la diminuzione dei costi per la formazione dei dipendenti e degli oneri da sostenere per l’inserimento dei neoassunti. Per presentare tutte le potenzialità di questa nuova prestazione e approfondire l’argomento, Ance Brescia ha organizzato un evento dedicato alle aziende che si svolgerà il 16 settembre alle 15, nella sede di via Ugo Foscolo. Ogni associato, supportato dai funzionari del collegio, potrà avvalersi della conoscenza degli stessi e usufruire dei numerosi vantaggi che nascono dall’utilizzo del nuovo servizio. luglio/agosto/2020
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webinar
Gli strumenti finanziari e le opportunità a sostegno delle imprese Un ciclo di webinar organizzato da Ance Brescia in collaborazione con Ance Pavia, Ance Cremona e Ance Mantova ha illustrato agli associati le opportunità messe a disposizione dallo Stato a supporto delle imprese post Covid.
L’
emergenza sanitaria pesa ancora sulle aziende. Gran parte della liquidità delle casse è servita per far fronte alle incombenze del primo periodo. Ma le necessità ora si accumulano e la richiesta di aiuto si fa sempre più impellente. Il mercato del credito, per venire incontro alle imprese, si è arricchito di numerose opportunità che è giusto dover cogliere. Per aiutare i propri associati a riconoscere tali possibilità e riuscire a sfruttarle, Ance Brescia è tornata in sinergia con Ance Pavia, Ance Cremona e Ance Mantova, organizzando due webinar sul mercato del credito a favore delle imprese edili dal titolo “Strumenti finanziari a supporto della liquidità e dello sviluppo” e “Credito d’imposta 4.0”. I due appuntamenti, che si sono svolti il 17 e 24 luglio, sono stati un’occasione per approfondire e discutere le attuali misure messe a disposizione per sostenere la liquidità aziendale, con lo scopo di offrire agli imprenditori e professionisti un supporto concreto. Il primo incontro si è focalizzato sui pacchetti di misure straordinarie emanate da Stato, Regione e Comunità Europea. Insieme al supporto dei relatori esperti nel mercato del credito, Claudia Pellegrino e Stefano Galuppini della Pellegrino Consulting e Alessandra Flaviani e Luca Rebora di Confidi Systema, sono stati approfonditi i vari strumenti finanziari. 32
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“In seguito all’emergenza pandemica, sia a livello centrale con i pacchetti Cura Italia e Liquidità, che a livello regionale, si sono sviluppati o modificati strumenti già esistenti a supporto del reperimento della liquidità, aspetto che è stato considerato fin da subito potenzialmente più critico per le imprese” ha spiegato il dott. Galuppini in apertura del webinar. Fra le misure più interessanti messe a disposizione dalla Regione Lombardia sono presenti: il Credito adesso evolution e Credito adesso. Il primo è un provvedimento emanato il 15 aprile di quest’anno rivolto esclusivamente alle imprese lombarde ed è stato pensato proprio per far fronte alle emergenze nate in seguito all’epidemia. La platea di soggetti ammissibili è piuttosto ampia e comprende sia le piccole e medie imprese, che quelle fino a tremila dipendenti con una media di ricavi degli ultimi due bilanci chiusi pari ad almeno 300 mila euro e un’operatività minima di 24 mesi. Possono rientrare anche gli studi professionali e associati, ma con una media di ricavi fino a 120 mila euro. L’agevolazione è mista e consiste in un finanziamento a medio termine fino a 72 mesi, con un preammortamento di massimo 24 mesi, erogato una parte da Finlombarda e l’altra da una banca convenzionata. Il singolo finanziamento non può superare il 25% dei ricavi degli ultimi due esercizi chiusi alla data di presentazione della domanda.
Inoltre, le imprese possono presentare più domande fino ad arrivare ad un massimale di 75 mila euro per pmi e un milione e mezzo di euro per le società in quotazione con una media capitalizzazione. Nato in seguito alla crisi del 2009-2012, Credito adesso, fratello maggiore di Credito adesso evolution, è finalizzato a supportare il fabbisogno capitale circolante connesso all’espansione commerciale delle imprese. Il finanziamento di 24 o 36 mesi da rimborsare con rate semestrali posticipate senza periodo di preammortamento, deve essere collegato alle spese comprensive di iva legate a determinati acquisti (materie prime, materie sussidiarie, materiale di consumo e di merci, servizi, costi del personale, oneri diversi di gestione) e consiste in un’imposta in conto abbattimento tasso, erogato da Finlombarda, in riferimento a un mutuo messo a disposizione da un istituto bancario convenzionato. L’ammontare massimo dei finanziamenti è di 80 mila euro per le piccole e medie imprese e fino a un milione e mezzo di euro per le società in quotazione con una media capitalizzazione. In merito all’agevolazione, Finlombarda concede un contributo in conto interessi pari al 2% in termini di minore onerosità del finanziamento e comunque sino all’abbattimento totale del tasso. I soggetti ammessi all’utilizzo di tale strumento sono gli stessi determinati per Credito adesso evolution. Sempre nell’ambito del pacchetto liquidità di aprile 2020 è stato presentato anche il fondo abbattimento tassi Fai Credito di Regione Lombardia e del Sistema Camerale Lombardo. L’agevolazione è complementare al Credito adesso evolution, nel senso che ha un’operatività fino ai 100 mila euro ed è riservato alle piccole e medie imprese lombarde. Anche in questo caso l’abbattimento del tasso di interesse è nella misura massima del 3% a fronte di un contratto di finanziamento bancario per operazioni di liquidità, con una durata che va dai 12 fino ai 36 mesi. Ma il tasso di interesse applicato non deve essere superiore al 5%. Come anticipato, l’emergenza Covid ha influenzano l’equilibrio economico e ha costretto lo Stato a rivedere alcuni strumenti esistenti. Infatti, il decreto liquidità di aprile ha stravolto anche la disciplina inerente al Fondo centrale di garanzia, il provvedimento predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico a favore delle piccole e medie imprese per facilitare l’accesso delle stesse al credito bancario. Tali soggetti facendovi ricorso, possono contare sullo Stato come garante per ottenere la concessione di finanziamenti da parte delle banche.
Le agevolazioni a favore dell'innovazione Mentre il primo webinar si è focalizzato sugli strumenti finanziari a disposizione e a supporto della liquidità, il secondo, che si è svolto il venerdì seguente, ha approfondito le agevolazioni a sostegno degli investimenti in beni strumentali o tecnologici. Si è fatto luce su diverse possibilità concentrandosi su tre fondi in particolare: il bando regionale Al Via e il suo derivante dal nome Al Via Fast, la nuova Sabatini e per ultimo il Credito d’imposta 4.0. Il primo strumento presentato è stato proprio il bando Regione Lombardia Al Via. Si tratta di un’agevolazione finalizzata a promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, mediante l’erogazione di contributi a fondo perduto e la concessione di finanziamenti. Gli aiuti sono riconosciuti sotto forma di finanziamenti a medio lungo termine, assistiti da una garanzia a valere sul Fondo di garanzia e da contributi in conto capitale. Tale concessione è composta due linee: una di sviluppo aziendale e l’altra di rilancio delle aree produttive. La prima linea copre gli investimenti compresi dai 53 mila
euro fino a un massimo di tre milioni per l’acquisto di macchinari, impianti specifici e attrezzature, software, hardware, marchi, brevetti, comprese opere murarie, opere di bonifica e di impiantistica. La seconda, invece, è dedicata agli interventi finalizzati alla riqualificazione e/o riconversione di aree produttive, compreso l’acquisto di immobili con un finanziamento massimo fino a di sei milioni. A seguito dell’emergenza, l’agevolazione è stata modificata e integrata con una nuova linea di dal nome Al Via Fast. Anche questa prevede un sostegno per l’acquisto di macchinari, impianti specifici e attrezzature, software, hardware, marchi, brevetti, opere murarie e opere di bonifica impiantistica, ai quali si aggiungono anche quelli per la riduzione del rischio di contagio da Covid19. L’investimento deve essere compreso fra 100 mila e 800 mila euro. Inoltre, è possibile presentare domanda anche per chi ha già usufruito dell’agevolazione Al Via. Altro strumento utile e già noto alle imprese è la nuova Sabatini, la misura rivolta alle pmi che ha l’obiettivo di sostenere gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, be-
ni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. L’agevolazione consiste in un contributo in conto impianti, determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati su un finanziamento di cinque anni ad un tasso che varia dal 2,75% per i beni ordinari al 3,575% per gli investimenti industria 4.0. L’ammontare della somma deve essere compreso tra i 20 mila e quattro milioni di euro. Di tutt’altra natura è invece l’ultima agevolazione presentata: il Credito d’Imposta 4.0. Tale sostegno è in realtà una modifica applicata dalla legge di Bilancio 2020 al meccanismo dell’iper-ammortamento che ha introdotto, a partire dagli investimenti 4.0 effettuati dallo scorso 1° gennaio, un’agevolazione ora riconosciuta sotto forma di credito d’imposta, con l’intento di farne un incentivo più equo e favorirne l’accesso ad una platea più ampia di soggetti in precedenza esclusi. Per questo possono partecipare al nuovo incentivo tutte le imprese indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico e dal regime contabile adottato. Il credito d’imposta è da fruire in compensazione, in cinque soluzioni annue di pari importo a partire dall’anno successivo a quello dell’interconnessione. Il tetto massimo dell’investimento è fino a 20 milioni di euro per l’acquisto di beni materiali (elencati nell’allegato a della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016) che comprendono: sistemi computerizzati o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti, sistemi per l‘assicurazione della qualità e della sostenibilità, dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0». L’acquisto dei beni strumentali deve essere effettuato dal 1° gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2020, o entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Fra le principali novità introdotte sono da segnalare: la gratuità della garanzia, l’innalzamento elevato a cinquemila euro dell’importo massimo garantito per singola impresa, l’ammissione alla garanzia delle imprese fino a 499 dipendenti e la concessione indipendente dal merito creditizio del beneficiario. “Mentre gli altri strumenti intervengo sull’onerosità del reperimento delle risorse finanziarie, il Fondo centrale di garanzia interviene per creare migliori condizioni di accesso alla liquidità. — ha specificato Stefano Galuppini —. È chiaro che, con una garanzia dello Stato, l’istituto di credito dovrebbe essere più disponibile ad erogare i finanziamenti, ma bisogna sempre fare i conti con il sistema bancario”. Insieme alle modifiche applicate al Fondo Garanzia è stato introdotto un nuovo strumento dal nome Garanzia Italia di Sace Simest. Il fondo offre benefici maggiori ed è pensato per grandi imprese o per quelle realtà, che pur avendo diritto al Fondo centrale di garanzia, hanno esaurito il plafond massimo di cinque milioni. Tale strumento è rilasciato per nuovi finanziamenti concessi dopo il 9 aprile 2020 ed erogati entro il 31 dicembre 2020, di durata non superiore a sei anni e con la possibilità per le imprese di avvalersi di un preammortamento fino a 36 mesi. L’ammontare della somma non può essere superiore al maggiore tra i seguenti importi: il 25% del fatturato 2019, come risultante dal bilancio approvato ovvero dalla dichiarazione fiscale, e il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019, come risultanti dal bilancio ovvero dai dati certificati se l’impresa non ha ancora approvato il bilancio. I limiti massimi dei finanziamenti sono alti e vanno dal 90% dell’importo del finanziamento per le imprese con non più di cinquemila dipendenti in Italia e un valore del fatturato fino a un milione e mezzo di euro, all’ 80% dell’importo del finanziamento per imprese con un valore del fatturato fino a cinque milioni di euro e con oltre cinquemila dipendenti, fino al 70% per le imprese con valore del fatturato superiore a cinque milioni di euro. Il finanziamento coperto dalla garanzia deve sostenere costi del personale, canoni di locazione o di affitto di ramo di azienda, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia, come documentato e attestato dal rappresentante legale dell’impresa beneficiaria. luglio/agosto/2020
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Rinforzo sismico degli edifici in muratura con intonaci fibrorinforzati Sara S. Lucchini / Assegnista di Ricerca - Università degli Studi di Brescia Luca Facconi / Ricercatore - Università degli Studi di Brescia Fausto Minelli / Professore Associato - Università degli Studi di Brescia Giovanni A. Plizzari / Professore Ordinario - Università degli Studi di Brescia
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Gruppo 1
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Lo studio sperimentale si è svolto in due fasi principali: il pre-danneggiamento dell’edificio non rinforzato e la successiva prova sull’edificio rinforzato all’esterno. Il confronto tra le due curve di capacità (carico laterale V - spostamento al secondo impalcato δ) mostra un chiaro miglioramento sia in termini di resistenza che di capacità di spostamento laterale: la resistenza dell’edificio è infatti circa tre volte superiore grazie all’applicazione dell’intonaco fibrorinforzato. L’incremento di rigidezza iniziale e lo sviluppo di una multifessurazione (grazie alle proprietà meccaniche dell’intonaco) porta ad un miglior controllo della fessurazione. La tecnica ed il materiale innovativo proposti hanno ottenuto la certificazione ministeriale per l’impego strutturale, come previsto dalle norme tecniche per le costruzioni vigenti, offrendo ottime possibilità di prevenzione del rischio simico, per garantire costruzioni più sicure anche in presenza di eventi catastrofici.
Efficacia della tecnica: il test su un edificio in scala reale 2
Dopo una lunga serie di prove sperimentali sulle singole murature, che hanno riguardato anche murature tipiche delle “Case Marcolini”, un edificio in muratura forata di due piani fuori terra, con impalcati e copertura in legno, è stato realizzato e testato nel laboratorio prove strutturali dell’università, con l’obiettivo di valutare l’efficacia del rinforzo sismico offerto dall’applicazione di 30 mm di intonaco fibrorinforzato sulla sola superficie esterna della struttura. Sono stati utilizzati mattoni con fori verticali e un’elevata percentuale di foratura (circa il 60%) per rappresentare una muratura tipica utilizzata per gli edifici costruiti negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. 3 Gruppo 3
Descrizione della tecnica di rinforzo Il sistema di rinforzo studiato prevede l’applicazione di un sottile (20-50 mm in funzione della pricolosità sismica) strato di intonaco fibrorinforzato sulla superficie esterna della struttura. L’assenza di reti metalliche consente di ridurre i tempi di applicazione e di contenere gli spessori del rinforzo al normale spessore di un intonaco.
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o sviluppo dell’edilizia passa sicuramente dal rinforzo di strutture esistenti, sia per garantirne la sicurezza nei confronti di carichi che, come neve e vento, sono diventati sempre più critici sia per consentire all’edificio di resistere ad un eventuale terremoto vista la pericolosità sismica di tutto il territorio nazionale. La parola d’ordine è prevenire un evento imprevedibile ma possibile, come dimostrato dagli eventi sismici che, ogni 3-4 anni, provocano danni alle abitazioni e spesso comportano numerose vittime.
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Gruppo 1: Principali dettagli del sistema di rinforzo: barre di ancoraggio in fondazione (1); connettori metallici (2); barre inclinate agli spigoli delle aperture (3). Gruppo 2: Edificio in muratura realizzato e testato presso l’Università degli Studi di Brescia (4). Curve di capacità sperimentali: il confronto pre- e post-intervento (5). Gruppo 3: Quadro fessurativo rilevato al piano terra del prospetto Est al termine della prova sull’edificio non rinforzato (6) e rinforzato con 30 mm di intonaco fibrorinforzato sulla superficie esterna (7).
La ricerca mondiale ha dedicato molte attenzioni alle nuove tecnologie e ai nuovi materiali da utilizzare per il rinforzo delle strutture e delle infrastrutture esistenti. In questo contesto, l’Università di Brescia ha contribuito allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali, tra i quali particolare attenzione è stata dedicata ai calcestruzzi fibrorinforzati. Queste ricerche sono state svolte in collaborazione con aziende, a dimostrazione della forte volontà dell’università a collaborare con il territorio per contribuire alla sua crescita.
Tra i materiali innovativi proposti, si focalizza l’attenzione sugli intonaci fibrorinforzati per gli edifici in muratura esistenti, aventi caratteristiche meccaniche tali da aumentare notevolmente la resistenza sismica dell’edificio, anche quando applicato solo sulle pareti perimetrali esterne dell’edificio. Oltre a ridurre i tempi e i costi di costruzione, questa tecnica consente agli abitanti dell’edificio di rimanere al suo interno durante i lavori di rinforzo, evitando così molti disagi (e costi) a chi occupa l’edificio. La tecnica di rinforzo presentata è stata pensata per edifici
in muratura portante con uno o due piani fuori terra. Analisi più specifiche potrebbero essere condotte per valutare l’efficacia del rinforzo sismico anche nel caso di edifici con più piani fuori terra.
nnn Nel seguito verranno forniti i principali dettagli del sistema di rinforzo e verrà presentato un approccio pratico per l’applicazione a casi reali.
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materiali
Sunspace: l’innovativo materiale realizzato da UniBs e Italcementi, premiato Energy Globe Fra le collaborazioni più significative che la nostra università ha instaurato con delle aziende in ambito di sostenibilità, applicando questo approccio, si ricorda Italcementi, che ha supportato la ricerca svolta nell’ambito di eco-materiali (derivati dal recupero) e, in particolare, la messa a punto di un nuovo materiale denominato Sunspace (realizzato seguendo i principi dell’economia circolare) ibrido poroso-mesoporoso sostenibile, che ha l’obiettivo di sequestrare il particolato atmosferico, un inquinante presente nelle nostre città. Le materie prime e il processo di sintesi sono stati selezionati per ottenere un materiale ad alte prestazioni, caratterizzato da pori di varie dimensioni e con una morfologia a "collo di bottiglia", ideale per catturare particelle ultrasottili, le più pericolose per la salute umana. Nell’ambito del Premio Marzotto,
conseguito nel 2018, Italcementi ha iniziato una collaborazione con il Laboratorio di Chimica per le tecnologie dell’Università degli Studi di Brescia per l’ottimizzazione del materiale. Sunspace ha ottenuto numerosi riconoscimenti, fra cui, recentemente, l’Energy Globe Award per l’Italia. Questo importante riconoscimento, che da 20 anni è attribuito ai migliori progetti in ambito di sostenibilità a livello globale, è una dimostrazione di come la collaborazione tra attività di ricerca universitaria e aziende possa portare a risultati di grande impatto. Questa attività è stata un esempio virtuoso di approccio transdisciplinare, che è l’unico che può garantire un equilibrio tra i diversi pilastri su cui poggia la sostenibilità, cioè quello ambientale, quello economico e quello sociale, con il coinvolgimento anche di realtà aziendali pronte ad affrontare le nuove sfide globali. In una nuova visione trans-disciplinare è possibile immaginare la nascita di nuovi centri di ricerca all’interno delle nostre università (non dedicati solamente ad alcuni studi settoriali), anche in collaborazione con le aziende, cercando di superare quella rigida separazione disciplinare che troppo spesso penalizza curiosità e creatività.
COLLABORAZIONE TRA AZIENDE E UNIVERSITÀ
Approcci trans-disciplinari: un’opportunità per affrontare le sfide globali di Elza Bontempi Università degli Studi di Brescia, Professore ordinario di Fondamenti Chimici delle Tecnologie
È
ormai riconosciuto che la collaborazione tra università e aziende, che esprime l’opportunità di realizzare una ricerca applicata, trasferita poi al mondo industriale, rappresenta il motore dell’innovazione di un Paese. L’Università degli Studi di Brescia è molto attiva in questo ambito, come dimostra anche la presenza di un centro di trasferimento tecnologico (Csmt) nel suo campus, dove ha sede la macro-area di ingegneria. Negli anni abbiamo visto come il dialogo tra ricercatori e imprenditori e l’attuazione di progetti comuni si sono dimostrati fondamentali per riuscire a realizzare attività in grado di mettere a frutto l’alta qualificazione universitaria in ambiti applicativi, con il risultato di un incremento della competitività delle aziende locali e dell’occupabilità dei laureati bresciani, a vantaggio della crescita economica del territorio intero. Nella nostra esperienza, una tale collaborazione, che ha reso la nostra università anche sempre più attrattiva nei confronti 36
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dei giovani, si è realizzata molto spesso attraverso il “partenariato didattico” ovvero il dottorato di ricerca, che rappresenta un investimento piccolo, ma strategico per le imprese, e una grande opportunità per i nostri giovani laureati, perché attiva la circolarità di saperi, incentiva la valorizzazione della proprietà intellettuale e promuove una maggiore imprenditorialità giovanile, a vantaggio di tutti gli attori in gioco. In questo contesto, che ovviamente raccoglie molti temi di ricerca che non possono essere tutti affrontati in questo articolo, vorrei sottolineare che l’Università degli Studi di Brescia ha negli ultimi anni puntato molto sulla sostenibilità, come paradigma essenziale anche di sviluppo. In particolare, come sottolineato dal progetto della nostra università UniBs Sostenibile, a seguito dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 assumono oggi un significato ancora più profondo, offrendo un percorso virtuoso da intrapren-
dere tutti insieme per uscire dall’emergenza. Questa strada può infatti coniugare le istanze economiche del post-emergenza con il progetto del Green Deal Europeo riuscendo in questo modo a supportare e accelerare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo, che includa per esempio l’economia circolare, come opportunità di investimento in nuovi mercati green, a beneficio della conservazione delle risorse naturali. Le conoscenze settoriali, però, da sole non bastano per decifrare e comprendere la complessità attuale e quindi non possono consentire di intraprendere il percorso migliore per risolvere le sfide che ci aspettano. Infatti, se da un lato nelle università crescono e si sviluppano velocemente nuove conoscenze, essendo esse sedi principali e insostituibili di ricerca e formazione, dall’altro lato si sta sempre più affermando una frammentazione delle conoscenze, con discipline sempre più specialistiche e sofisticate. In seguito alla crisi globale prodotta dal Covid-19, si sta ora facendo strada un approccio, proposto da molti ricercatori, anche se sviluppato già da diversi anni (ma applicato per ora solo in pochi ambiti, come per esempio in alcuni settori ingegneristici, come la meccatronica), denominato approccio trans-disciplinare, dove vengono superate le frontiere (spesso artificiali), che separano e distinguono le varie discipline. Questo approccio si basa sull’integrazione di diversi campi oltre il livello già noto di interdisciplinarità, facendo emergere nuove opportunità, che possono anche essere lette come nuove discipline, per risolvere e affrontare nuove sfide complesse, con la possibilità di partire dall’intuizione che un singolo può avere, ma sfruttando le competenze e capacità di tanti insieme.
leggi&decreti Il 17 luglio, 48 ore prima della sua scadenza, il decreto Rilancio ha finalmente tagliato il traguardo e ha ottenuto il voto positivo da parte del Senato. Una vittoria confermata da 159 pareri a favore, 121 contrari e nessun astenuto, per una maximanovra da 55 miliardi di euro. Da questo momento parte
per il Governo la sfida più difficile: la messa in pratica delle norme. Infatti, a passare al varo dei poteri decisionali saranno ben 155 decreti attuativi tra disposizioni ministeriali e atti di agenzie e istituzioni coinvolte.
Il superbonus 110% è legge Le novità più rilevanti della maxi quota Dall’estensione alle seconde case, sino alle modifiche dei massimali, sono solo alcune novità presenti nel testo del superbonus 110% approvato dal Senato, che ha subito molte variazioni nel suo iter di conversione. La partita, però, resta ancora aperta e si attendono i decreti attuativi che verranno emanati dall’Agenzia delle Entrate
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a detrazione spetta alle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa o professionale e ai condomìni, anche se al loro interno sono incluse le unità immobiliari destinate ad uffici e negozi. Restano esclusi gli edifici di lusso appartenenti alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio). Si allarga per il terzo settore la possibilità di usufruire del bonus. Infatti, nella rosa di beneficiari, oltre agli Icap, o enti con le stesse finalità, e cooperative a proprietà indivisa già presenti nella prima redazione del testo, sono state aggiunte anche le onlus, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le società sportive 38
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dilettantistiche, ma solo per gli interventi che riguardano le strutture adibite a spogliatoi. Fra le modifiche più significative applicate alla normativa iniziale c’è la definizione degli immobili inclusi nel bonus. Restano di fatto ammessi gli interventi eseguiti sulle parti comuni di un edificio senza segnalazioni particolari, mentre arriva un’apertura per quanto concerne la detrazione applicata sulle villette a schiera, ossia unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari, a patto che siano funzionalmente indipendenti e abbiano uno o più accessi autonomi dall’esterno. Argomento che ha fatto discutere è l’inclusione nella detrazione delle seconde case. Sebbene decada il vincolo su questa tipologia, se ne aggiunge un altro. Infatti, possono
In questa lunga lista di provvedimenti è presente anche il più discusso e atteso: il superbonus 110%. La maxi aliquota si propone come una spinta per il settore dell’edilizia e un incentivo per riqualificare le abitazioni, promettendo di risollevare le sorti dell’economia italiana con un giro d’affari da
essere incluse abitazioni secondarie, ville, uffici, negozi o capannoni, ma devono sempre essere possedute da “persone fisiche” e non da imprenditori o professionisti. Mentre, solo per l’ecobonus comprensivo degli interventi trainanti e per le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, l’aliquota del 110% potrà spettare agli interventi eseguiti su un numero massimo di due unità immobiliari. Ulteriore apertura da segnalare a tale norma è quella nei confronti delle imprese. Come è stato già detto, possono beneficiare del superbonus 110% gli uffici o i negozi, fatta salva l’ipotesi che siano all’interno di edifici condominiali e relativamente ai lavori eseguiti sulle parti comuni degli edifici. A questa delibera, si aggiunge anche la precisazione fornita recentemente dall’Agenzia delle Entrate, che ha incluso nella detrazione anche le spese di risparmio energetico o di messa in sicurezza sismica effettuate su immobili di “merce”, ossia magazzini, delle imprese di costruzione e ristrutturazione immobiliare e gli immobili locati a terzi da parte di società immobiliari. Nel testo definitivo del superbonus approvato al Senato appare una voce inedita dedicata agli immobili riconosciuti come beni culturali. Se l’edificio è sottoposto ad almeno uno dei vincoli previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, il 110% premia gli interventi agevolati dell’ecobonus ordinario anche se non sono uniti ai cosiddetti lavori “trainanti”. Quindi, sarà possibile cambiare gli infissi di
questi edifici e godere comunque dell’agevolazione. Ma l’ambito che ha subito modifiche decisamente più ampie è quello dei massimali. I tetti di spesa, soprattutto quelli riguardanti gli interventi di efficientamento energetico, sono stati rivisti al ribasso e variati in base alle operazioni svolte. Nella norma generale del superbonus sono inclusi, tutti gli interventi “trainanti” in materia di efficientamento energetico che sono: lavori di isolamento termico delle superfici opache (cappotto) che interessano l’involucro dell’edificio con incidenza superiore al 25%, la sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovol-
circa sei miliardi di euro. Ma rispetto alla prima bozza del testo presentato, la legge ha subito molte variazioni nell’iter di conversione alla Camera, per poi raggiungere il Senato con novità significative. Le modifiche affidate sembrano aver particolareggiato la norma, tenendo conto
delle diverse situazioni e frammentandone le possibilità. Come risaputo il superbonus ha potenziato del 110% alcune detrazioni fiscali già esistenti che sono: l’ecobonus per la riqualificazione degli immobili, che tiene conto degli interventi “trainanti” in materia di
efficientamento energetico, il sismabonus, per la messa in sicurezza degli edifici presenti nelle zone ad alto rischio sismico e il bonus edilizia, per l’installazione degli impianti fotovoltaici. Rientrano nell’agevolazione gli interventi in cui le
spese sono state sostenute nell’arco temporale che va dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, mentre il periodo si allunga sino al 30 giugno 2022 solo per gli interventi, limitatamente all’ecobonus, svolti dagli Iacp (Istituti autonomi case popolari).
DECRETO SEMPLIFICAZIONI
Ance presente in Senato per discutere il disegno di legge Si attende settembre per la conversione in legge del decreto-legge n. 76 del 16 luglio 2020, "Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale", cosiddetto Decreto Semplificazioni, pubblicato a luglio sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo un’estenuante attesa, protrattasi per diversi mesi, le Commissioni riunite Affari costituzionali e lavori pubblici del Senato hanno deliberato un ciclo di audizioni informali di soggetti istituzionali e parti sociali, tra cui l’Ance, per approfondire i contenuti del decreto, attualmente composto da 65 articoli. Il provvedimento interviene su quattro ambiti principali:
taici e relativi sistemi di accumulo, ovvero con impianti di microgenerazione. Per quest’ultimi interventi, cioè quelli di sostituzione degli impianti di climatizzazione realizzati su parti comuni degli edifici, la spesa massima è di 20 mila euro, moltiplicata per il numero di unità immobiliari negli edifici fino a otto unità e di 15 mila euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari negli edifici composti da più di otto unità. Mentre per le villette a schiera il massimale è di 30 mila. Anche gli interventi di coibentazione, ossia i cappotti termici, hanno subito una variazione dei massimali in base alla tipologia di edificio e sono agevolati su una spesa: fino ai 50 mila euro per gli edifici unifamiliari, o per le unità immobiliari indipendenti in edifici plurifamiliari e con uno o più accessi autonomi dall’esterno; fino a 40 mila euro moltiplicati per il numero delle
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semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia semplificazioni procedimentali e responsabilità misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy
unità immobiliari negli edifici composti da due a otto unità; e fino a 30 mila euro moltiplicati sempre per il numero delle unità immobiliari negli edifici composti da più di otto unità. Ogni lavoro “trainante” può essere associato a interventi di risparmio energetico, i quali godranno anch’essi della famosa aliquota al 110%, come ad esempio gli impianti solari fotovoltaici e gli accumulatori integrati connessi alla rete elettrica. Per questa tipologia di interventi la spesa massimale coperta è fino ai 48 mila euro, nel limite di duemila e quattrocento euro per kilowatt termico di po-
tenza nominale dell’impianto. Per poter accedere all’ecobonus è indispensabile che gli interventi garantiscano un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o, nel caso non si possa raggiungere tale obiettivo, il conseguimento della classe energetica più alta. Il miglioramento deve essere dimostrato da un attestato di prestazione energetica (Ape), rilasciato dal professionista nella forma della dichiarazione asseverata. Se rispettano tali condizioni, possono essere agevolati con la detrazione al 110% anche gli interventi di demolizione e ricostruzione.
Restano invariati i tetti massimi di spesa definiti per il sisma bonus, che coprono una quota di interventi sino a 96 mila euro. Unica modifica da segnalare è l’inclusione nella detrazione dei sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici, se associati ad uno degli interventi ammessi nel sismabonus. Snodo fondamentale della normativa è la parte fiscale. Come anticipato nella prima formulazione del testo, la detrazione può essere trasformata in un contributo sottoforma di sconto in fattura fino all’importo massimo del corrispettivo dovuto anticipato dal fornitore e quest’ultimo può poi cederlo a sua volta ad altri, incluse banche e operatori finanziari. I destinatari di tale credito lo dovranno utilizzare entro cinque anni o dieci come previsto da legge ordinaria. Oppure è possibile trasformare la detrazione anche in credito d’imposta sempre con la facoltà di cederlo ad altri. Tale possibilità vale non solo per il sismabonus o ecobonus 110%, ma anche per alcune specifiche detrazioni fiscali Irpef e/o Ires, sostenute negli anni 2020 e 2021. I lavori nel cantiere del superbonus non sono ancora conclusi. Infatti, l’Agenzia delle entrate dovrà ancora esprimersi in merito ai decreti attuativi entro 30 giorni dalla data di conferma del decreto. Intanto l’Istituzione ha già pubblicato il primo vademecum sulla materia, definendo le linee di massima della detrazione. Si attende una risposta anche da parte del Mise che dovrà definire come i tecnici comunicheranno all’Enea le proprie asseverazioni. luglio/agosto/2020
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Covid-19
La cooperazione di Ance Brescia
Un sostegno per la collettività che alimenta la rinascita dell’economia
A seguito del lockdown, Ance Brescia ha offerto il suo supporto alla Prefettura della città, donando due termoscanner, per permettere all’Ente di tornare a erogare i propri servizi alla collettività in totale sicurezza. Un modello di cooperazione che tiene conto dell’importante contributo fornito dalla struttura ai cittadini, per poter far ripartire il motore dell’economia territoriale
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a fase più drammatica dell’emergenza sanitaria sembra essere trascorsa. Le attività pubbliche e private hanno riaperto i battenti mantenendo le giuste precauzioni e si preparano ad affrontare le complessità di un nuovo stadio: quello della ricostruzione di una fragile economia. Il merito di questa pronta ripartenza va ad un istinto di solidarietà e di supporto reciproco, da sempre vivo nella cultura bresciana, che si è rafforzato soprattutto negli istanti più bui dell’epidemia. È proprio in quest’ottica di cooperazione attiva che Ance Brescia ha offerto il suo supporto alla Prefettura, donando due termoscanner per permettere all’Ente di fornire i propri servizi alla collettività in totale sicurezza. “Ogni istituzione rappresenta un tassello fondamentale per la ripartenza dell’economia e se solo uno di questi ingranaggi non funziona, l’intero sistema ne risente” spiega il Presidente di Ance Brescia Angelo Massimo Deldossi. “Offrendo il nostro supporto alla Prefettura, abbiamo dato un aiuto concreto alla collettività e in particolare alle nostre imprese, che hanno potuto ricominciare ad usufruire dei servizi istituzionali, essenziali per continuare con le proprie attività, in piena sicurezza secondo le nuove normative previste in termine di Covid”. In seguito alla fase di lockdown, ogni realtà ha dovuto seguire le disposizioni e le indicazioni fornite dal Governo per poter ripartire a pieno regime. Il 14 marzo 2020 40
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con la diffusione del “Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” tutte le attività sono state tenute a garantire il rispetto delle istruzioni contenute nel documento per tutelare la salute dei lavoratori e organizzarsi per mantenere il controllo del rispetto
delle regole nel proprio contesto lavorativo. Prima fra tutte le misure cautelari suggerite dal protocollo è stato l’obbligo per le attività, pubbliche o private, di misurare la temperatura di ogni soggetto che avrebbe effettuato l’accesso nelle sedi lavorative interessate. La Prefettura ha, quindi, manifestato all’associazione dei costruttori, la difficoltà nel poter eseguire manualmente questo rilevamento a ciascun ingresso e l’impossibilità di aprire le due sedi di propria competenza. Ance Brescia, sollecitata anche dalle numerose richieste delle imprese associate, ha risposto alla necessità espressa dall’Istituzione donando dei termoscanner di ultima generazione. Gli strumenti sono stati installati in due diversi distaccamenti che fanno capo alla Prefettura di Brescia: uno all’ingresso principale degli uffici di via Carlo Zima e l’altro all’entrata dei dipartimenti di via Lupi di Toscana, ex caserma Randaccio. I termoscanner sono di due tipologie differenti. Il primo, da interno, è dotato di un supporto da pavimento con uno schermo di controllo per la rilevazione integrata della temperatura corporea. Grazie alla tecnologia biometrica facciale il dispositivo permette il riconoscimento degli accessi, che avviene tramite identificazione fisionomica senza alcuna registrazione dei dati, abbinandosi al controllo simultaneo della temperatura per offrire un feedback in tempo reale. Il secondo termoscanner, da esterno con fissaggio a parete, è composto da un terminale di riconoscimento facciale che offre il riscontro del corretto utilizzo della maschera sanitaria e la misurazione digitale della temperatura corporea attraverso polso. Si tratta di uno strumento di controllo accessi simultaneo, quindi elabora l’immagine al momento dell’ingresso senza tenere memoria dei dati e garantisce un fattore di riconoscimento preciso, che permette di gestire un rapido transito all’interno delle strutture o negli ambienti pubblici. Il sostegno di Ance Brescia nella riapertura è stato tempestivo e fondamentale per far ripartire una piccola parte del motore spento dal lockdown. Come ricorda il Presidente dell’associazione Massimo Angelo Deldossi “Sono questi modelli di cooperazione che permettono di iniettare benzina nella macchina motrice della nostra provincia e si spera che possano essere un esempio da adottare in modo costante, non solo nella necessità di un singolo evento, ma nella quotidianità di ogni giorno”.
scenari
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Modelli e dimensioni di impresa di Angelo Luigi Camillo Ciribini Professore del Dicatam, Università degli Studi di Brescia
L
e due principali direttrici su cui il Governo sta agendo per supportare il settore delle costruzioni e dell’immobiliare riguardano gli investimenti in lavori pubblici connessi a Recovery & Resilience Facility, vale a dire a prestiti e a sussidi di natura comunitaria, e l’edilizia privata, attraverso gli incentivi inerenti ai bonus e ai superbonus per il recupero edilizio, per la riqualificazione energetica e per il miglioramento sismico. Ciò che dobbiamo chiederci, andando oltre gli elenchi di opere da finanziare o da supportare, è in che misura essi davvero possano influenzare i modelli organizzativi e imprenditoriali, dato che, ad esempio, esponenti governativi si auspicano di agire sulla dimensione delle organizzazioni attraverso i disposti legislativi sulla semplificazione, sui quali in questa sede non si disserta. Si tratta di un lodevole intento, proposto da chi ritiene di poter operare direttamente, rivolgendosi, ovviamente, alla concretezza dei singoli operatori economici e delle singole commesse. Occorre chiedersi, tuttavia, quale sia, da un lato, la consapevolezza della domanda, pubblica e privata, nei confronti di queste intenzioni, aspettative e ambizioni, ma, soprattutto, quale sia il riscontro, in termini di comprensione della sfida lanciata, presso un’offerta molto frammentata, assai disomogenea (divisa tra cultura professionale e cultura imprenditoriale), reduce dalla più grave crisi strutturale della sua storia. Limitandosi alla sola edilizia privata, senza per ora addentrarsi negli investimenti pubblici in capitale fisso, auspicati o promessi, con le relative procedure semplificate, è chiaro, infatti, che sarebbe opportuno proporre agli attori del comparto una politica industriale, vale a dire una narrazione che spieghi chiaramente quali siano gli obiettivi e gli orizzonti temporali. A livello internazionale, infatti, è in corso un grande gioco di riposizionamento che riguarda le catene di fornitura e la catena del valore, basato sulla digitalizzazione dei processi e sulla creazione di digital marketplace.
Ciò di per sé è in grado di causare un notevole rivolgimento di organizational & business model, ma non può essere semplicemente innescato senza poi essere governato. È evidente, infatti, che, pur nella atomizzazione degli interventi che è tipica del patrimonio immobiliare costruito, l’obiettivo è quello di privilegiare le commesse che abbiano una certa consistenza e una certa efficacia, tanto più coinvolgendo direttamente le istituzioni finanziarie. Tutto ciò dovrebbe indurre, prima di tutto, a comprendere quali siano i fattori abilitanti la integrazione, o addirittura l’aggregazione, tra soggetti professionali e imprenditoriali di carattere tecnologico, organizzativo e contrattuale. Secondariamente, è necessario definire, attraverso una narrazione chiara, quali siano le convenienze reciproche dei soggetti coinvolti nella filiera a posizionarsi e a interrelarsi secondo specifiche modalità. Ciò che importa, infatti, è che i disposti legislativi non offrano solo occasioni di lavoro per le realtà professionali e imprenditoriali, ma che, così facendo, riescano pure ad avviare quelle riforme strutturali del mercato auspicate esternamente dall’Unione Europea, ma intrinsecamente necessarie a una modernizzazione del settore in senso “industriale”. Gli interrogativi che occorre porsi, sia in relazione ai lavori pubblici sia all’edilizia privata, riguardano le soluzioni più idonee ad agevolare la possibilità che, a partire dagli interventi più significativi (“trainanti”, nel caso dei bonus), le imprese di costruzioni più strutturate, quelle che anche in termini dimensionali posseggono maggiori prospettive di crescita, possano trovarsi nella cabina di regia, assieme alle organizzazioni professionali. In caso contrario, potremmo facilmente avere le prime dimostrazioni di come soggetti “esterni”, legati, ad esempio, alle multiutility, in sintonia con le istituzioni finanziarie, possano creare “piattaforme” in grado di coordinare sistemicamente una miriade di interventi. luglio/agosto/2020
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immobili
I
l nuovo Listino semestrale dei valori immobiliari di Brescia e provincia, editato dall’Azienda speciale della Camera di commercio di Brescia ProBrixia sulla base delle rilevazioni della Borsa Immobiliare di Brescia, offre un’analisi esaustiva del panorama immobiliare bresciano pre e post lockdown, fornendo ai professionisti del settore dati reali e utili considerazioni sulla recente rideterminazione delle esigenze abitative nel nostro territorio, mutate a seguito dell’emergenza pandemica. A due mesi dalla riapertura delle attività, infatti, è cambiato il rapporto delle persone con il proprio spazio domestico e si conferma costante la richiesta di fabbricati mediograndi, dotati di spazi aperti esclusivi, quali giardini e logge privati. Rispecchiando una tendenza già evidenziata nel 2019, in città sono stabili le richieste di immobili di fascia medio-alta situati nel centro storico, con forte predilezione per attici e appartamenti con ampi terrazzi, preferibilmente ai piani alti. Nel
La ristrutturazione integrale riporta il valore dell’immobile vicino a quello di una nuova edificazione Le nuove indicazioni del Listino prevedono che a seguito di interventi di riqualificazioni, i valori degli immobili, con vetustà maggiore o uguale a 15 anni, possono conseguire un incremento. Più precisamente, gli interventi di riqualificazione potrebbero consentire un incremento di valore, rispettivamente del 30% o del 20%, per gli interventi di riqualificazione energetica sull’involucro o sugli impianti, del 35% per gli interventi di miglioramento sismico e del 15% per altre tipologie di riqualificazione.
Listino dei valori immobiliari
Presentata al Brixia forum la nuova pubblicazione semestrale
Anche quest’anno Ance Brescia ha partecipato alla redazione del listino edito da ProBrixia, contribuendo a determinare i metodi di calcolo del valore degli immobili riqualificati resto della provincia, così come nel comune capoluogo, ad oggi i valori immobiliari sono pressoché inalterati rispetto all’anno scorso, con alcune variazioni positive sul Lago di Garda.
Ntn e Imi nel 2019 I dati 2019 dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate segnalano che il Numero di transizioni normalizzate (Ntn) nell’intera provincia bresciana è stato pari a 14.676 con una variazione percentuale, rispetto al 2017, di +6,8%. Per quanto riguarda l’intensità del mercato immobiliare (Imi), che per l’intera provincia è del 2,04%, si è verificato un leggerissimo incremento rispetto al 2018 che ha interessato tutte le otto macroaree individuate,
Macroaree
riscontrando un indice più alto sul Garda, nella zona Valtenesi e in Brescia capoluogo. La macroarea con il maggior numeri di transazioni (Ntn) è la Pianura bresciana, seguita dalle zone del Lago di Garda e Valtenesi. L’incremento percentuale maggiore è registrato, però, in Valle Sabbia, con un +13,6%, nonostante il minor numero di transazioni effettuate, che rappresentano solo il 3,9%, valore più basso nell’intero territorio provinciale. I numeri 2019 evidenziano che, in città, l’incremento del Numero di transizioni normalizzate ha influenzato positivamente le zone di via Veneto, Crocifissa di Rosa, Ospedale e Mompiano con 355 transazioni per un incremento del 4,5% rispetto al 2018.
NTN 2019
NTN Variazione % 2018/19
Trend favorevole, del 3,1%, anche per le aree San Polo, Volta, Foro Boario, Duca degli Abruzzi, Buffalora. Gli incrementi percentuali più significativi si sono registrati nella zona del Centro Storico, con un +71,2% e nelle zone San Bartolomeo, Casazza e Villaggio Prealpino, con un aumento che sfiora il 50%. I numeri 2019 segnalano incrementi significativi anche nelle zone di via Milano, Industriale e Fiumicello, nonché Fornaci, Folzano e San Zeno. Il rapporto esposto da ProBrixia sottolinea che nel contesto postpandemico sta crescendo il valore di immobili, residenziali e produttivi, oggetto di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico e sismico. Ad alimentare questa dinamica sono i contributi e le agevolazioni previsti con il programma di Rilancio promosso dal Governo in questi mesi. In quest’ambito l’Associazione costruttori edili di Brescia ha partecipato attivamente all’analisi sul panorama immobiliare bresciano, contribuendo a determinare i metodi di calcolo del valore di edifici e fabbricati riqualificati. A risentire delle negative ricadute economiche determinate dal lockdown è il mercato immobiliare relativo alle aree agricole e ai settori direzionale, commerciale e produttivo. Per questi comparti si ipotizza un ribasso delle transazioni, determinato dalla difficoltà delle imprese di riprendere il ritmo di lavoro precedente alla fase di stallo.
Quota NTN per provincia
IMI 2019
Differenza IMI 2018/19
Franciacorta e Lago d’Iseo
1.779
5,4%
12,1%
2,07%
0,10
Hinterland
1.818
8,3%
12,4%
2,24%
0,17
Lago di Garda e Valtenesi
2.677
2,3%
18,2%
2,55%
0,05
Pianura Bresciana
3.430
6,4%
23,4%
2,09%
0,12
Valle Camonica
1.089
4,7%
7,4%
1,21%
0,05
Valle Sabbia
579
13,6%
3,9%
1,38%
0,16
Valle Trompia
581
0,4%
4,0%
1,27%
0,00
Brescia capoluogo
2.724
13,3%
18,6%
2,59%
0,30
Provincia di Brescia
14.676
6,8%
100,0%
2,04%
0,13
Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare - Agenzia delle Entrate
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finanza Successo dell’Opas Intesa Sanpaolo su Ubi Banca
Rischio od opportunità per le imprese bresciane? nnn Mentre stiamo chiudendo in redazione questo numero della rivista si concretizza, nei fatti, il successo dell’offerta di Banca Intesa agli azionisti di Ubi Banca. Scriviamo, quindi, mentre assume certezza l’operazione che vedrà l’incorporazione di Ubi nel Gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Le adesioni all’Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) lanciata dall’istituto di credito torinese all’Unione di Banche italiane hanno ormai superato di gran lunga la quota del 66%, che garantisce il controllo dell'assemblea straordinaria. Un’epocale acquisizione nel sistema bancario italiano che vede ingigantire l’influenza del colosso nato dalla fusione tra Sanpaolo Imi e Banca Intesa nello scenario del credito nazionale. L’incorporazione di Ubi, che al suo interno comprende, oltre alle Banche Popolari Unite, una forte compagine bancaria bresciana data dagli istituti convogliati nella Banca Lombarda, riguarda il nostro territorio da vicino.
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a scalata di Intesa Sanpaolo su Ubi è stata accolta positivamente da una buona fetta del sistema finanziario, politico e imprenditoriale, fiduciosi che l’operazione potrà consolidare il settore creditizio italiano, anche nel mondo. Il Gruppo, infatti, ha costruito nel tempo una rete internazionale che copre complessivamente circa quaranta Paesi. Secondo quanto diffuso dalla stessa Intesa Sanpaolo, il Gruppo “realizza all'estero circa un quinto dei proventi operativi netti e, quanto a capitalizzazione, oltre ad essere al primo posto in Italia, è al terzo nell'area euro e al settimo nella più vasta area europea”. Posizioni continentali destinati a migliorarsi dopo la crescita per linee esterne con l’acquisizione di Ubi. In risposta a questa espansione ol-
tre confine, che attesta sicuramente un vanto italiano, è normale e legittimo che le piccole e medie imprese del territorio si chiedano quali saranno per loro le ricadute dirette e indirette. Già danneggiate da tempo da un quadro politico e istituzionale incerto e difficile, certo non aiutate dalla diffusa iperburocrazia, le aziende interessate dall’operazione dovranno ora districarsi in un periodo di transizione che in pochi mesi porterà alla cessione a Bper Banca di 532 sportelli Ubi. Dunque, all’auspicato rafforzamento di un fondamentale pilastro del sistema Paese, si frappongono le perplessità delle realtà che si troveranno clienti della nuova super-banca. Oppure che saranno d’ufficio indirizzati a un altro istituto di credito. Per i correntisti Ubi, infatti, potrebbe profilarsi l’inizio di una fase di profonde trasformazioni: con molta probabilità dovranno essere cambiati l’Iban del conto corrente, le carte di pagamento e i libretti degli assegni. La struttura interna alle filiali, i servizi erogati e le persone di riferimento potrebbero subire consistenti modifiche. Ingenti conseguenze anche in capo a professionisti e imprese che nel contesto locale sono soprattutto Pmi. Incerta la stabilità delle condizioni in essere per i finanziamenti a breve termine, la gestione delle garanzie e le condizioni di fido, strumenti ban-
cari soggetti a discrezionalità. Non ancora prevedibili sono le conseguenze di questa eventualità sulle realtà già provate dal lockdown dei mesi primaverili. L’acquisizione di Ubi da parte del maxi-istituto coinvolge molto da vicino anche i soggetti interessati dalle nuove opportunità di detrazione al 110%, argomento caldo di questi e dei prossimi mesi. È questione di tempo per capire quali strumenti giocherà il Gruppo Intesa Sanpaolo, che si è detto pronto ad acquisire i crediti d’imposta cedibili e a mettere a disposizione di privati, condomini e aziende soluzioni finanziarie modulari e flessibili, che permetteranno di beneficiare del superbonus 110% per le spese relative ad interventi di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico. A determinare il funzionamento delle nuove misure introdotte dal decreto Rilancio, infatti, sarà soprattutto il ruolo ricoperto dalle banche. Alcuni dei maggiori gruppi bancari si stanno attivando. A loro, grandi o piccoli che siano, Ance Brescia si rivolge, a prescindere anche dalla loro connotazione più o meno territoriale, chiedendo con convinzione di sostenere le piccole e medie imprese in questa decisiva opportunità di rilancio, che s’intreccia con la delicata fase di ripresa del settore economico locale e nazionale. (l.m.)
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incontri
Renato Mazzoncini
UN CONFRONTO CON L’AD E DIRETTORE GENERALE DI A2A SULLE OPPORTUNITÀ CHE BRESCIA PUÒ COGLIERE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E UN'EVOLUZIONE IN CHIAVE GREEN DEL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE. IL PUNTO DI VISTA DELLA MULTIUTILITY SULL’ADESIONE AL PROGETTO CAMPUS EDILIZIA BRESCIA
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L’energia di A2A Protagonisti del Green Deal europeo e convinti partner del Campus Edilizia Brescia di Adriano Baffelli
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Raggiungo la sede milanese di A2A in un’afosa giornata di luglio di questa estate, a tratti sospesa, che fatica a scrollarsi i tremendi mesi di un inverno e una primavera all’insegna della pandemia da Covid-19. Il palazzo dall’assetto regolare — già sede dal 1910 dell’AEM, l’Azienda elettrica municipale che sposando la bresciana ASM diede vita alla multiutility oggi leader nazionale — è collocato dove Corso di Porta Vittoria si fonde e confonde con Largo Augusto, in questa fase irriconoscibile per la presenza di un vasto cantiere che ne ridisegna la fisionomia. Lo sguardo è attratto dalla prospettiva del Duomo, che attraverso lo spazio di Piazza Fontana, indelebilmente legata ai ricordi dell’efferata strage del 1969, pare ricordare l’operosità e la bellezza della terra lombarda e di questa splendida città, l’unica a misura europea e internazionale. Ingegner Mazzoncini, ci sono dei possibili parallelismi tra la guida delle Ferrovie dello Stato e quella di una multiutility di rilevanti dimensioni, qual è A2A? Sia FS che A2A sono due grandi aziende con una tradizione centenaria che sono, in modo diverso, protagoniste dello sviluppo del nostro Paese. FS ha da sempre per sua natura una vocazione nazionale, A2A invece è molto legata ai territori lombardi che l’hanno vista nascere e che rimangono stakeholders privilegiati, ma oggi si candida anche lei per un ruolo nazionale.
Entrambe sono organizzate con un’holding che controlla una molteplicità di società e di business tra di loro diversi ma sinergici. Pertanto, l’esperienza maturata nella gestione di FS sarà certamente utile anche in questa nuova sfida. La vostra realtà eroga energia elettrica, calore, servizi ambientali. Pare aumentare, però, lo spazio dedicato a nuove tecnologie, reti digitali, green economy. È così? Siamo certamente tra le aziende leader nei settori diciamo tradizionali che lei indica; siamo attivi proprio a Brescia anche nell’idrico, settore chiave in Italia che avrà bisogno di ingenti investimenti e molta tecnologia per la riduzione delle perdite nella distribuzione e per gli impianti di depurazione, e quindi di grandi realtà industriali come la nostra. Per quanto riguarda le nuove tecnologie invece puntiamo a essere protagonisti del Green Deal Europeo, che nel concreto significherà più produzione di energia tramite fonti rinnovabili, impianti per il trattamento dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare, sviluppo della mobilità elettrica, miglioramento servizi digitali di smart city. Dal timone della direzione generale e dalla postazione dell’amministratore delegato, come ritiene sia conciliabile il mantenimento del rapporto con il territorio d’elezione — nel nostro caso, pensando alla storica Asm, il versante bresciano — con la dichiarata volontà, fors’anche
necessità, di crescita del Gruppo A2A? Nonostante le ambizioni e la necessità di crescita, come dicevo prima, il rapporto con il territorio di Brescia resterà privilegiato e potrà essere, come lo è stato in passato con ASM, legato alla progettazione di interventi innovativi. Brescia ha una taglia particolarmente adatta ad implementare innovazioni che possano poi trovare mercato in tante altre realtà italiane. Insomma, negli ultimi 100 anni Asm è stato un pezzo della storia di Brescia. L’ambizione di A2A, sin dalla sua fondazione, è quella di esserne parte almeno per i prossimi 100. A proposito di territori, gloriosa storia passata, presente e futuro della multiutility, ha ragione chi rimpiange la vecchia municipalizzata a sola trazione bresciana, oppure la scelta di allearsi con Milano garantisce e garantirà migliori risultati anche per Brescia e i bresciani? Le economie di scala sono indispensabili per il settore, dove è ormai evidente da 10 anni che solo le realtà che si sono aggregate sono costantemente cresciute anche sotto il profilo della redditività e della capacità di riconoscere dividendi agli azionisti e, in periodi di crisi come questo, si sono dimostrate oltremodo resilienti. Se Asm non si fosse alleata, peraltro in modo paritetico, con Milano, la storia ci dice che sarebbe diventata terra di conquista e non conquistatore. E per come è organizzata oggi, A2A è luglio/agosto/2020
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incontri
miste, di servizi pubblici locali fino ad approdare nel 2012 al Gruppo Ferrovie dello Stato come AD della controllata Busitalia. Arriva al vertice del Gruppo FS, come Amministratore delegato e Direttore generale nel 2015 fino al 2018. In quel periodo, tra l’altro, Anas viene integrata nel Gruppo FS. Appassionato ed esperto di tematiche ambientali, green economy e climate change, ha partecipato alla stesura, assieme ad altri esperti
mondiali, della “RoadMap to 2050. A Manual for Nations to Decarbonize by Mid Century” presentato a COP 25. Ha inoltre contribuito alla redazione del libro “Green Planning for cities and Communities” sui temi dello sviluppo e della progettazione Smart e Green per le città.
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Renato Mazzoncini è Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A da maggio 2020. Ingegnere Elettrotecnico e Professore del Politecnico di Milano, dove è docente del corso "MobilityInfrastructures and Services" e Membro dell’Advisory Board. Ha un percorso professionale ai vertici di aziende leader in settori strategici per il Paese. Ha iniziato a lavorare in Ansaldo, poi ha guidato aziende private, pubbliche e
Brescia ha molte risorse, più di tanti altri territori italiani. E non è abituata a piangersi addosso ma a rimboccarsi le maniche. Vedo, frequentando AIB, un buon livello di ottimismo rispetto al rimbalzo già negli ultimi mesi dell’anno.
in grado di garantire una grande attenzione e dialogo con tutti i suoi territori. Ingegner Mazzoncini, mi pare che il suo esordio da amministratore delegato sia stato caratterizzato dalla dichiarazione di una profonda svolta green di A2A: davvero non ci sarà più spazio per il carbone e per tutte le fonti energetiche fossili e da quando, con precisione? L’obiettivo Europeo di 0 emissioni al 2050 è possibile solo se da subito gli investimenti saranno orientati a questo obiettivo. Noi già oggi abbiamo deciso di smettere di utilizzare il carbone nel nostro impianto di Lamarmora, e entro il 2030 abbiamo in piano grandi investimenti nelle FER (Fonti di Energia Rinnovabile) per iniziare ad agganciare gli obiettivi del White Paper della UE per il 2030. Il post Covid, immane tragedia in particolare per la Lombardia, 50
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con epicentro del dolore a Brescia e a Bergamo, può rappresentare un’opportunità in tema di riconversione green e di sviluppo sostenibile? Non dimentichiamo che il Covid, che così duramente ha colpito i nostri territori, è la più grave crisi globale dalla Seconda guerra mondiale ad oggi, e quindi i suoi impatti su consumi e stili di vita avranno impatti su tutto il mondo. In Italia è interessante osservare che durante il Covid la produzione dell’energia da fonti rinnovabili ha superato quella da fonti termiche, poiché in periodi di calo della domanda si dimostrano più competitive delle fonti fossili. Di fronte a forte e repentino calo della domanda di energia le rinnovabili hanno dimostrato di essere la prima e la miglior fonte per produrre energia, poiché non hanno costi di approvvigionamento della
materia prima e hanno quindi messo fuori mercato vecchie fonti termiche come il carbone. Anche le risorse europee del Recovery Fund arriveranno se saremo in grado di presentare grandi investimenti in infrastrutture sostenibili. Al di là del ruolo di A2A, come vede Brescia e la sua provincia nell’immediato futuro e nei prossimi anni, presumibilmente segnati dalla nuova crisi economica, questa volta derivata da una crisi sanitaria, a poco più di un decennio da un’altra profonda crisi economica internazionale, che in Italia fu pesantissima, allora figlia di uno tsunami finanziario? Brescia ha molte risorse, più di tanti altri territori italiani. E non è abituata a piangersi addosso ma a rimboccarsi le maniche. Vedo, frequentando AIB, un buon livello di ottimismo rispetto al rimbalzo già negli ultimi mesi dell’anno. È anche un territorio con una grande tradizione di solidarietà che in questi momenti di crisi è necessaria per non lasciare solo nessuno. Si è visto nell’incredibile risultato dell’iniziativa aiutiAMObrescia e di altre. Deve però essere un’occasione per ripensare il sistema produttivo nell’ambito di un piano strategico del territorio che veda Brescia agganciare il treno della Green Economy. A2A farà
la sua parte insieme a tutte le aziende del territorio che collaborano in una logica di filiera sempre più importante. Può, Brescia, in tempi brevi diventare una smart city dal profilo innovativo ed europeo? Brescia è sempre stata pioniera dell’innovazione, dal teleriscaldamento alla metropolitana automatica. Convergendo gli sforzi di Amministrazione pubblica, A2A, e di tutti gli stakeholder del territorio, comprese soprattutto tutte le aziende già attive nella trasformazione digitale, Brescia potrà sicuramente continuare nella sua tradizione innovatrice. A2A, in concreto, come contribuirà alla crescita del profilo smart del capoluogo bresciano? A2A è al fianco dell’amministrazione per sviluppare diversi servizi di smart city per i cittadini bresciani. I temi su cui già da oggi A2A è impegnata sono la mobilità elettrica, l’illuminazione intelligente, l’efficienza energetica negli edifici pubblici (es. stop a luci accese di notte o finestre aperte in inverno), la protezione rischio idrogeologico, la tutela del patrimonio artistico (sicurezza opere d’arte già attivata) in vista di Brescia capitale della cultura 2023, e la piattaforma dati della città. Il settore delle multiutility continua a registrare fusioni e ag-
nnn A2A sta investendo oltre 100 milioni di euro per la decarbonizzazione dei propri impianti. Un progetto di estrema rilevanza, stimolo per una città sempre più sostenibile e innovativa.
z legame territoriale z innovazione z importanza di una strategia di medio lungo periodo
Brescia è sempre stata pioniera dell’innovazione, dal teleriscaldamento alla metropolitana automatica. Convergendo gli sforzi di Amministrazione pubblica, A2A, e di tutti gli stakeholder del territorio, comprese soprattutto tutte le aziende già attive nella trasformazione digitale, Brescia potrà sicuramente continuare nella sua tradizione innovatrice.
gregazioni, andate a buon fine o tentate. Anche A2A è un’attiva protagonista in tale scenario. Come per le banche, dobbiamo attenderci ulteriori operazioni? Come dicevo prima, la crescita dimensionale è indispensabile sia per le economie di scala, sia per avere la massa critica sufficiente per piani d’investimento importanti. Il settore è molto attivo, ma non bisogna fare l'er-
rore di pensare che sia l'unico modo per crescere: il nostro piano industriale, che arriverà a fine autunno, identificherà tutti i driver di sviluppo dell'azienda. Ipotizzando servano dimensioni sempre più rilevanti, anche per sostenere ingenti investimenti strategici, è corretto immaginare un’ulteriore crescita di A2A che la proietti in un tempo
relativamente breve ad assumere un ruolo nazionale preminente? Siamo un’azienda che già oggi contribuisce con la Centrale di San Filippo del Mela a tenere in piedi il sistema elettrico della Sicilia, che ad Acerra trasforma in energia il 60% dei rifiuti della Regione Campania, che ha impianti idroelettrici in Friuli e in Calabria. Insomma siamo già un player nazionale con dipendenti e impianti in tutto il Paese; possiamo e vogliamo dare il nostro contributo per le aree rimaste più indietro. Ingegner Mazzoncini, che significato assume l’adesione della multiutility da lei guidata al Campus Edilizia Brescia? Quando ci hanno chiesto di partecipare all’iniziativa, abbiamo subito colto gli aspetti innovativi del progetto, il suo forte legame con il territorio, la strategicità del programma. Tre punti focali totalmente coerenti con il nostro modello:
Per sviluppare un nuovo concetto di edilizia e di sviluppo urbanistico è necessario mettere al tavolo tutti gli operatori. Come ritenete di rafforzare la filiera del Costruito, che insieme al Comune, all’Università statale, agli industriali, a Brescia ha dato vita a un progetto innovativo, forse unico in Italia? La nostra forza è la gestione integrata dei servizi che rappresentano un caposaldo di qualsiasi progetto edilizio. Oggi non si può pensare di costruire o ristrutturare immobili senza tener conto dell’esigenza di connettere gli edifici, di contenere i consumi, di consentire l’alimentazione dei veicoli elettrici, di strutturare una raccolta dei rifiuti efficace e di gestire un cantiere con un approccio sostenibile. La seconda fase di Brescia Next, spin-off intellettuale del Campus, è focalizzata sul ridisegno e la rigenerazione urbana del quadrante Sud Ovest della città. Un’area di vaste proporzioni che presenta molteplici volti e che pure ospita la vostra sede, laddove sorgeva l’Asm. Quale contributo specifico intendete offrire all’articolata proposta progettuale, di grande riluglio/agosto/2020
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incontri
levanza strategica per il futuro di città e provincia? Stiamo realizzando un investimento che supera i 100 milioni di euro per la decarbonizzazione dei nostri impianti. Un progetto di estrema rilevanza per la città non solo per la sua sostenibilità ma anche per l’innovazione che rappresenta e per lo stimolo che darà all’economia cittadina. Inoltre, stiamo realizzando un edificio polifunzionale all’interno della nostra sede con caratteristiche smart che pensiamo possa essere un benchmark per il territorio, e a breve ristruttureremo un edificio abbandonato in via Ziziola per la sede dell’associazione volontari protezione civile di A2A. Infine, non dimentichiamo gli interventi “core” sulle reti. Il grande progetto di ristrutturazione delle reti di via Milano consentirà di mantenere uno standard elevato di qualità ai cittadini per tutte le forniture compresa la connettività in banda larga. Ma indipendentemente dai nostri progetti, il nostro obiettivo per il quadrante sud ovest è di portare un contributo di innovazione ma concretizzata all’efficienza e all’efficacia per aumentare l’appeal dell’area. Penso al teleraffrescamento che è un’innovazione ancora 52
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troppo poco nota e ci auguriamo che, anche grazie alla nostra partecipazione al Campus, possa diventare una soluzione sostenibile per gli edifici della città. Penso alla nostra rete wireless che copre l’intero quadrante sud ovest e che sarà fondamentale per una reale smart city al servizio non solo dei cittadini ma anche alle aziende. Potrei continuare parlando di mobilità elettrica o di efficienza energetica ma penso di aver dato l’idea dell’importanza di Campus per A2A. Qual è la sua personale visione e considerazione del mondo dell’edilizia e in particolare di quello bresciano? Credo che il mondo dell’edilizia soffra da un lato di una mancanza di
Credo che il mondo dell’edilizia soffra da un lato di una mancanza di “industrializzazione di processi” che ne rallenta le tempistiche e aumenta i costi, e dall’altro, soprattutto, di una mancanza di capacità di valorizzare i propri brand.
“industrializzazione di processi” che ne rallenta le tempistiche e aumenta i costi, e dall’altro, soprattutto, di una mancanza di capacità di valorizzare i propri brand. Nel caso di un acquisto o di un investimento, basti pensare a un condizionatore o a un’automobile, il brand è un fattore di scelta chiave, che spesso invece non lo è nello scegliere a chi affidare un progetto edile. Penso quindi che l’edilizia bresciana abbia avuto una grande visione a lanciare un progetto come il Campus a cui auguro di poter risolvere almeno alcuni di questi macro-temi. Con il teleriscaldamento e successivamente il termoutilizzatore, la città della Mille Miglia ha concretamente contribuito alla sostenibilità ambientale, precorrendo di decenni i tempi. Oggi, al di là del già richiamato stop all’impiego dei combustibili fossili, quale potrebbe essere a breve la soluzione innovativa capace
di coniugare innovazione e sostenibilità? Brescia deve fare un grande sforzo di visione e immaginarsi nel 2050, riuscendo a valorizzare e in alcuni casi se necessario riconvertire la sua grande capacità manifatturiera. Se dovessi scegliere due soluzioni direi: primo il teleriscaldamento 4.0, cioè il recupero di calore a CO2 zero da chi già lo produce, acciaierie in primis; secondo direi la mobilità elettrica. A2A può e deve dare il suo contributo ad uno sviluppo più rapido dell’infrastruttura di ricarica. Abbandoniamo, apparentemente, la sfera pubblica. Come riesce l’uomo Renato a ricaricare le energie per affrontare le sfide e le responsabilità riservate al manager Mazzoncini? Qual è, o quali sono i suoi hobby? Le energie si ricaricano soprattutto con la mia fantastica famiglia, mia moglie Cristina e i tre figli Roberto, Giovanni e Jacopo, ma anche i nonni, gli zii e i nipoti sono un ottimo terreno di ricarica e di confronto. Altro terreno di importante confronto è l’Università dove da anni insegno con grande passione. I miei hobby sono la fotografia e quasi tutti gli sport. Ante Covid riuscivo a giocare a basket con gli amici una volta alla settimana, ma anche arrampicarmi per ferrate, sciare, andare in vacanza in bicicletta o remare in canoa intorno a Montisola che è la mia seconda casa, altro posto perfetto per ricaricare le batterie in un ambiente semplice e a contatto con la natura.
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La brescianità è un concetto da esportare! Lavoriamo intensamente, con capacità, allo stesso tempo siamo i più sudamericani del Nord, sappiamo divertirci, stare insieme
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ra le strade scelte dall’Eseb, l’Ente sistema edilizia Brescia, per far conoscere ai ragazzi e alle loro famiglie i corsi e soprattutto le opportunità offerte dalla Scuola edile ai giovanissimi, c’è anche quella, particolarmente simpatica e piacevole, che affida il racconto a Vincenzo Regis, figura che ha saputo catalizzare in pochi anni molta attenzione intorno alle sue performance artistiche. Soprattutto affidando ai social media divertenti e ironici interventi, capaci di bucare lo schermo e di contenere messaggi veritieri e positivi. Spinti dalla voglia di farvi meglio conoscere il protagonista di tante videoclip di successo, lo abbiamo incontrato negli ampi e questi spazi
dell’Eseb, nel verde di Mompiano. Anzitutto ti chiedo, chi è Vincenzo Regis? Un signore di 45 anni che si veste come un ragazzino. Come ti definisci professionalmente? Intrattenitore. Ho iniziato vent’anni fa a lavorare per Radio Sayonara, emittente di Castel Goffredo, nel mantovano, poi per Radio Delta 2000, quindi vissi l’esperienza di deejay in discoteca e poi di presentatore. Quando ebbi modo di conoscere il web, ne percepii l’enorme potenzialità e trasferii sulla rete la mia esperienza, continuando a sentirmi un intrattenitore. Ho cambiato solo orario: prima andavo a dormire alle quattro, ora a mezzanotte. Oggi le
aziende mi chiamano influencer, perché così vuole la moda e tutti sono allettati dai follower che seguono con grande dedizione figure nelle quali si riconoscono. La lingua inglese è semplice ma sa trasmettere con efficacia sensazioni e sentimenti. Conoscevi già il mondo dell’edilizia? Se sei bresciano non puoi non conoscerlo, ma ho sempre avuto l’abilità di non entrare in un cantiere. Ricordo nitidamente il periodo nel quale avevo 17 anni, all’inizio degli anni Novanta (sono un ragazzo del ’75) ed eravamo ancora in una fase di crescita economica. A quell’età lavoravo in un autolavaggio e non era certo meglio che lavorare in edilizia. Consideriamo che allora l’edili-
Vincenzo Regis nasce dal mondo delle radio private e della discoteca, ma con l’avvento delle piattaforme social inizia la sua carriera di attore comico dopo che alcuni suoi video divertenti sulle espressioni del dialetto bresciano spopolano sul web, ottenendo centinaia di migliaia di visualizzazioni. Diventa ben presto un volto noto, si propone come monologhista nelle piazze e poi approda nei teatri e in tv nei programmi “Eccezionale Veramente” su La 7 e “B come Sabato” su Rai 2. Nel 2015 vince il premio “Teatro della Città” e nel 2018 vince il premio web al Festival intercomunale del cinema amatoriale. Nel corso della sua carriera, ad oggi vanta quasi 400 spettacoli dal vivo nelle province di Brescia, Mantova, Cremona, Bergamo e Milano, dove calca il prestigioso palco di Zelig.
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eseb
Aperte le iscrizioni alla Scuola edile per l’anno scolastico 2020/2021
“La Scuola edile – continua il presidente Bettoni – è pronta ad accogliere studenti e personale scolastico dal prossimo 14 settembre, tuttavia restano accese le perplessità e le preoccupazioni circa la gestione del servizio del trasporto pubblico locale in autunno”. L’Ente sistema edilizia Brescia si augura, infatti, che le
Conclusi positivamente tra giugno e luglio i colloqui d’esame dei diplomandi della Scuola edile bresciana, Eseb sta riorganizzando i propri spazi e le proprie attività didattiche per un rientro a scuola in sicurezza, sulla base delle linee guida diffuse a fine giugno dal ministero dell’Istruzione. “Eseb sta raccogliendo le prime iscrizioni per l’anno scolastico 2020/2021 e, per il momento, abbiamo nove ragazzi immatricolati alla classe prima e 36 alunni” dichiara il presidente dell’Ente, il geometra Paolo Bettoni.
zia era certamente più pesante di quanto non lo sia oggi. Credo di poter sostenere che in ogni bresciano c’è un muratore, siamo profondamente legati al lavoro manuale. Cosa ne pensavi? All’epoca, all’inizio degli anni ’90, sentivo racconti di ragazzi magri come me ma che spostavano sacchi di cemento pesanti cinquanta chili. Le difficoltà c’erano. Oggi le cose sono molto differenti. Lo si capisce anche osservando le case di oggi che molte cose sono differenti e che il settore è profondamente cambiato. E come lo descrivi ora, dopo che hai avuto modo di conoscere da vicino Eseb e il Sistema Ance Brescia? Sono rimasto molto colpito dai tanti aspetti positivi. Aggiungo che, come sempre le persone fanno la differenza: la conoscenza del geometra Paolo Bettoni, (presidente di Eseb, ndr.), il rapporto nato con molte figure che vi operano con passione, le tante informazioni ricevute su un mondo fantastico, mi hanno molto motivato, facendo nascere in me la voglia di trasferire ai ragazzi i contenuti appresi conoscendo sempre più da vicino il mondo delle costruzioni. Non capisco cosa espetti il giovane bresciano a comprendere che questo è un mondo vero, che offre stipendi solidi! Anche per la mia passione verso la 56
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comunicazione, sono contento di unire il mondo dell’edilizia con quello dei giovani, attraverso il web. I ragazzi che con passione sono alla ricerca di una strada che dia soddisfazione, in questo settore possono costruirsi un futuro interessante, imparando a guidare e gestire mezzi e macchinari all’avanguardia. Possono usufruire di una gigantesca opportunità, anche perché, ragazzi, attenti... prima o poi finiranno i soldi dei genitori o dei nonni. A prescindere dai panni del comunicatore e del motivatore, consiglieresti a un giovane di studiare per operare nell’edilizia? Subito, domattina. Ho una cugina che vive in California che già
amministrazioni locali organizzino con coscienza i flussi passeggeri sulle linee di trasporto pubblico che congiungono le altre aree urbane con Mompiano. “Per un ritorno sui banchi in sicurezza – afferma Sara Piazza, vicepresidente di Eseb – la tutela di studenti, professori e personale Ata deve essere pensata a 360 gradi, sia all’interno sia all’esterno degli edifici scolastici, tenendo conto delle modalità di trasporto utilizzate per raggiungere la Scuola, nonché della gestione degli spazi per la formazione pratica esterna (stage, apprendistato) e dei luoghi destinati alle attività extrascolastiche”. Per quanto riguarda la formazione interna, la Scuola edile sta integrando tecnologie e nuove modalità d’insegnamento digitali per agevolare il rispetto delle misure introdotte dai protocolli anti-Covid e per strutturare, in sicurezza, una serie di attività complementari per studenti e per lavoratori edili.
trent’anni fa, mi diceva che le persone, i giovani soprattutto, si fermano, studiano, cambiano attività. Se a 15 anni una persona non avesse altre passioni, potrebbe provare con entusiasmo a cogliere le possibilità offerte da un percorso di studio e di formazione come quello offerto dalla Scuola edile. E se mi chiedete, perché? Rispondo con convinzione: per la concretezza. Troppe mamme difendono i ragazzi a prescindere, li sconsigliano di occuparsi di edilizia e di altri lavori manuali, sostenendo che non fa per loro, che sono ragazzi destinati ad avere altri ruoli. Poi non è infrequente assistere a tanti insuccessi, magari anche a disavventure giudiziarie di ragazzi annoiati. Spiace dover dire che troppe volte non si riconosce il talento vero e lo si rincorre seguendo falsi esempi, dimenticando il valore della solidità, della correttezza. Perché consiglio l’edilizia? Lo faccio perché è la
Guarda il video di Vincenzo Regis
cosa più bresciana che si possa fare. Lavoro concreto, che frequentemente sfocia anche nell’imprenditorialità. Uomini del fare, facciamo gli intelligenti: cogliamola, questa opportunità! Ricordiamoci che la felicità non è la contentezza. I ragazzi sono migliori di noi, hanno, però, bisogno di essere guidati. Che rapporto hai con i ragazzi e come li descriveresti? Ho girato molte scuole (esperienza che traduce in una sorta di suo polso sociologico, ndr), la mia visione è in totale controtendenza rispetto alla media delle percezioni. I ragazzi di oggi sono più avanti mentalmente, sono mediamente persone anche più gentili di come eravamo noi. Che cosa gli manca? Forse il non avere alle spalle genitori capaci di ascoltarli davvero e di indirizzarli, capaci, nel bene e nel male, di motivarli, come in gran parte lo erano per noi. Dove e come nascono i tuoi personaggi? Per osservare una realtà e descriverla bene ti devi dissociare da quella realtà. Estraniandosi si vede meglio da fuori. Per me la capacità di osservare nasce dalla timidezza e dal sentirsi fuori dalla norma. All’attività di osservazione faccio seguire lunghissime ore di montaggio e di lavoro professionale intenso. Non basta osservare se non ci si applica con impegno, se non si studia, se non si approfondisce. Che cosa è la brescianità? È un concetto da esportare! Mi chiedo perché non sia stata registrata e protetta. Lavoriamo intensamente, con capacità, allo stesso tempo siamo i più sudamericani del Nord, sappiamo divertirci, stare insieme. Viviamo in una mega provincia dove la solidarietà è un modello, senza pubblicizzarla troppo. Ci vantiamo poco, siamo concreti. Il periodo appena trascorso ha dimostrato ancora una volta qual è una delle nostre pecche: non comunichiamo e anche quando ci sono disgrazie e calamità, il bresciano sgobbone e taciturno, viene lasciato solo.
Giovani, edilizia, lavoro di Adriano Baffelli
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i continua a leggere e ad ascoltare che manca il lavoro, che i giovani non trovano impiego, che le imprese cercano giovani, in molti casi pretendendo esperienza e competenze impossibili per chi ha forse avuto modo di stare in un’azienda qualche mese. Sappiamo che si tratta di realtà, che il lavoro in molti settori scarseggia e troppe volte le offerte tradiscono la volontà di disporre di manodopera a basso o bassissimo costo. Ci sono, però, dei paradossi, delle situazioni apparentemente incomprensibili. È il caso dell’edilizia, settore chiave, portante e trascinante per l’intera economia. Mai come oggi necessita di addetti, di figure preparate. Sta invecchiando, l’edilizia, progressivamente e inesorabilmente. L’età media nei cantieri continua a salire. Nei prossimi anni si assisterà a migliaia di meritati pensionamenti. Il tessuto occupazionale si impoverirà ancora di più. Mancano forze giovani. Nel silenzio globale si è chiuso un ciclo. La dura fase che nel periodo tra il 2008 e il successivo decennio ha spazzato via migliaia di imprese e altrettante migliaia di posti di lavoro, probabilmente ha conferito una tristissima accelerata all’idea che il settore fosse qualcosa di superato, da abbandonare, senza futuro. Gli stessi operatori edili, in tantissimi casi — naturalmente non in tutti, anzi, fortunatamente permane in molti l’orgoglio di quanto si realizza e l’auspicio che le figlie e i figli possano guidare in futuro l’impresa di famiglia verso nuove crescite — sono i primi a scoraggiare i figli dal seguire le loro orme. Ovviamente perché hanno dovuto combattere senza molte armi in anni tremendi, oppure perché han dovuto soccombere o contenere con enormi sacrifici le perdite, pagando il prezzo di subire, senza alcuna colpa propria, mancati pagamenti o fallimenti di grandi committenti. Comprensibile. Ma chi conosce il settore e la realtà bresciana dello stesso sa quante siano le imprese valide e quali siano le potenzialità del comparto. Per non dire di come l’edilizia odierna nulla abbia a che vedere con quella dei decenni passati. Le
Come mai i ragazzi non si affacciano a uno dei settori più dinamici e interessanti, ricco di prospettive e in grado di offrire ottimi stipendi?
modalità di lavoro, la tecnologia, i metodi utilizzati in cantiere hanno ridisegnato il settore. Non servono sostanzialmente più i manovali senza arte né parte. Le imprese necessitano di giovani preparati, desiderosi di conoscere macchinari e materiali innovativi. Giovani che sappiano confrontarsi con le nuove tecniche di progettazione digitale. Sottolineiamo, fra il resto, che Brescia dispone di una Scuola edile, attiva in seno all’Eseb, Ente sistema Brescia, tra le migliori in assoluto d’Italia, che ha sede in via della Garzetta a Mompiano. Le famiglie dovrebbero visitarla, accompagnare i ragazzi per scoprire insieme l’essenza della moderna edilizia e per comprendere le molte concrete opportunità offerte alle giovani generazioni. Opportunità lavorative alle quali corrispondono stipendi e salari di particolare interesse, oltre che un solido e ricco sistema di Welfare. E della bellezza di partecipare in prima persona alla realizzazione di strutture, magari ricavate dalla rigenerazione di vecchi palazzi, destinate ad accogliere e proteggere la vita delle famiglie, volgiamo pararne? Così come della soddisfazione di dare forma e corpo a progetti, disegni e sogni che mattoni e malta, opportunamente gestiti, sanno concretizzare, regalando certezze e futuro ai singoli e alla collettività. L’edilizia offre lavoro e prospettive. L’edilizia ha bisogno della creatività e del talento dei giovani. Non dimenticatelo. luglio/agosto/2020
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gruppo giovani Il settore dell’edilizia è un cantiere in continua evoluzione. La tecnologia ha dato vita a nuovi impulsi e opportunità, ma servono giovani preparati per crescere e affrontare il ricambio generazionale. Le imprese sono sempre alla ricerca di nuove figure da formare che abbiano competenze trasversali e che siano pronte a
confrontarsi con le nuove tecnologie. Secondo i dati sull’impiego, si tratta del settore con il minor tasso di disoccupazione, che garantisce ai giovani uno sbocco lavorativo già da subito, andando in controtendenza rispetto a molte altre realtà. Eppure, il comparto continua a soffrire della mancanza di ragazzi disposti a scegliere di
Edilizia e giovani Un cantiere in evoluzione pieno di opportunità
I ragazzi del Gruppo Giovani raccontano il settore dell’edilizia attraverso le proprie esperienze, fatte di impegno, passione e soddisfazione nei confronti del proprio lavoro
Alberto Bergomi Presidente Gruppo Giovani Bergomi costruzioni
Ho iniziato a lavorare nel settore edile da quando avevo 18 anni. Dopo aver concluso gli studi da geometra, sono entrato subito nell’azienda di famiglia, partendo dal cantiere come primo banco di prova. Piano piano sono cresciuto acquisendo nuove competenze e portandole in atto. Con il tempo l’impresa si è sviluppata e ingrandita, sfociando in altri settori attraverso una strategia di cross selling significativa. Un risultato che mi rende soddisfatto del lavoro che ho fatto e di quello che siamo riusciti a raggiungere anche grazie al mio contributo. Il merito appartiene anche ad una trasformazione alla quale ho assistito nel tempo. Infatti, quando ho iniziato si faceva un altro tipo di edilizia. Era un settore che non mutava da decenni, ma dopo il 2007 c’è stata una vera rivoluzione. Sono cambiate le case e il modo di costruirle, lo stesso ambiente ne ha risentito iniziando a sperimentare un modo di fare business diverso e ampliandosi al massimo delle sue possibilità. È per questo che non cambierei il mio lavoro con nessun altro, perché è pieno di 58
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sbocchi e possibilità. Ad esempio, attraverso l’azienda ho potuto impegnarmi in altri ambiti come il settore della ristorazione. Ho costruito e aperto il mio primo ristorante e dopo ne sono susseguiti altri fra locali e bar, che sono tuttora attivi e lavorano molto bene. Grazie al mondo dell’edilizia sono cresciuto e diventando l’imprenditore che sono oggi. Il settore però soffre ancora per la mancanza di nuovi giovani disposti ad iniziare questo percorso professionale. E questo è un argomento che sento e sostegno tanto come presidente del Gruppo Giovani. Lo reputo un vero peccato, perché non credo ci sia la consapevolezza delle opportunità che potrebbero aprirsi lavorando in questo settore: dall’appagamento professionale e retributivo, alla scalata rapida della gerarchia, sino alla libertà di poter avere sbocchi nei settori più vari. Noi del Gruppo Giovani siamo cresciuti in questo ambiente e siamo la prova effettiva delle soddisfazioni che ne possono derivare. Se sei un ragazzo in gamba fai subito carriera e puoi raggiungere alti livelli professionali già in pochi anni di esperienza. Ad esempio, oggi sono padrone del mio lavoro che gestisco in modo autonomo: dalla mattina quando mi alzo alla visita nei vari cantieri, sino agli incontri con i clienti e le questioni più manageriali. Probabil-
mente, avessi fatto il cuoco, lo prendo come esempio perché è un settore che conosco molto bene, prima di riuscire a diventare chef sarebbero passati anni e il lavoro è decisamente più duro, senza orari e turni infiniti. I media invece lo hanno descritto come un mondo scintillante, che lo è, ma solo alti livelli e la strada è dura, la competizione spietata e quelli che ci arrivano si contano solo sulle dita di una mano.
Michelle Amadei Consigliere Gruppo Giovani Amadei Costruzioni
Sin da piccola ho sempre vissuto in questo mondo. Le mie estati le passavo spesso in ufficio e sui cantieri insieme a mio padre, così la mia passione è cresciuta sempre di più. Quando è arrivato per me il momento di scegliere, dopo la mia maturità come geometra, ho deciso liberamente e con trasporto di continuare nell’azienda di famiglia. I primi passi li ho mossi in cantiere, come dovrebbero fare tutti perché è la base. Io sono stata fortunata, ma devo ammettere che conosco geometri i quali non ne hanno mai visto uno. Questo è molto limitante, perché non ti permette di capire
affrontare questo percorso professionale. In un panorama così dinamico e stimolante le opportunità di carriera sono numerose, come dimostrano le esperienze fra loro diverse di alcuni componenti del Consiglio del Gruppo Giovani, i quali attraverso i propri racconti hanno descritto la bellezza e la passione che c’è dietro questo lavoro.
e comprendere alcune dinamiche essenziali di questo mestiere. Devo ammetterlo, non è stato facile agli inizi farmi rispettare. Ero molto giovane e soprattutto sono una donna, soggetto che non si vede molto spesso in un cantiere, quindi ho dovuto lavorare il doppio per far emergere le mie competenze. È passato del tempo, ma alla fine sono riuscita a farmi valere attraverso i risultati ottenuti e pian piano ho conquistato la fiducia di tutti i collaboratori e clienti. Ora sono in amministrazione e lavoro a stretto contatto con mio fratello che si occupa dei cantieri. Questo lavoro mi ha dato soprattutto soddisfazioni. La più grande è stata quella di gestire per la pima volta un cantiere da sola, senza l’aiuto di nessuno, ma contando solo su me stessa e le mie capacità. Oppure, un’altra sfida difficile, ma essenziale per la mia crescita professionale, è stata la scelta di aprire un’azienda da sola. Infatti, l’impresa di mio padre ha attraversato un brutto periodo a causa del quale ha dovuto chiudere, ma insieme a mio fratello abbiamo scelto di riaprire una nuova ditta e con le nostre forze continuiamo a portarla avanti. Guardandomi indietro e vedendo tutto quello che ho realizzato, sceglierei questo lavoro altre mille volte. Forse l’unico rimorso è stato non aver continuato gli studi
frequentando architettura, ma è solo un mio vezzo. Consiglierei a tutti i giovani che desiderano approcciarsi a questo mestiere di iniziare dal cantiere, perché è davvero la prima tappa imprescindibile. Una volta apprese le dinamiche e le nozioni fondamentali si cresce rapidamente e si ottengono incredibili soddisfazioni.
Luca Pavoni Consigliere Gruppo Giovani Pavoni spa
Anche io come molti miei compagni del Gruppo Giovani sono cresciuto in questo ambiente. Quando ho potuto scegliere della mia vita è stata la decisione più naturale che potessi fare. Questo lavoro rappresenta la mia passione, tanto che il anche il mio percorso di studi è stato la conseguenza di questo mio amore per il settore. Ho studiato ingegneria edile all’Università degli Studi a Brescia e ho avuto la fortuna di lavorare in cantiere anche durante il mio percorso accademico. Mi è servito tanto perché, una volta concluso il percorso avevo già alle spalle un bagaglio di esperienza, cosa che non accade così spesso. È il problema dei giovani che affrontano
gli studi universitari senza sapere nemmeno come sia fatto un cantiere. Credo che sia sbagliato, perché questo lavoro è soprattutto pratica, mentre il percorso di studi tende ad essere molto teorico e accademico con poche opportunità di mettersi fisicamente all’opera. Per questo credo che dovrebbe essere ripensato e calibrato, cercando di bilanciare la teoria e la pratica. Nell’azienda della nostra famiglia sono un semplice impiegato del settore tecnico, in un team di 13 o 14 colleghi. La maggior parte del mio tempo lo trascorro sul cantiere, passando poche ore in ufficio. Adoro il lavoro che faccio, perché mi permette di imparare sempre qualcosa di nuovo, soprattutto perché ho modo di conoscere e confrontarmi con tante figure, dall’operaio esperto che è da anni nel settore, al tecnico progettista di una grande azienda. E questo è davvero edificante. Ciò che complica questo lavoro, però, è la burocrazia. Una volta il settore dell’edilizia era diverso e più semplice, gli iter erano snelli e i tempi di risposta rapidi e ristretti. Mentre adesso la gestione dei rapporti con gli enti sono difficoltose e rallentano molto i lavori di consegna. Nel cantiere la costruzione è solo una minima parte rispetto all’incredibile lavoro che c’è dietro. Si trascorrono mesi ad esaminare le norme, raccogliere permessi e tutte le documentazioni necessarie. È un impegno pesante, che richiede un dispendio di energie, risorse e soprattutto tempo. Ma a parte tutto è un lavoro che consiglierei a molti giovani, perché ti permette di crescere professionalmente e umanamente. Infatti, alcuni miei amici dell’Università oggi sono miei colleghi e in questi anni hanno fatto carriera. Inoltre, grazie al Gruppo Giovani hai un sostegno continuo lungo il percorso e ti offre l’opportunità di confrontarti con ragazzi che svolgono le tue stesse mansioni, aiutandoti a superare qualsiasi problema. Valentina Epifani luglio/agosto/2020
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FOTOLIVE
cape
Anticipo P anzianità professionale e gratifica I dati di Cassa edile relativi al periodo ottobre 2019 - giugno 2020 rivelano alcuni numeri impressionanti: se da dicembre a febbraio le ore di lavoro delle imprese iscritte alla Cape superava il milione, con il lockdown scendono rispettivamente a poco più di 681mila ore a marzo e a 203mila ore ad aprile 60
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er venire incontro ai lavoratori penalizzati economicamente dal periodo di fermo dei cantieri e delle attività edili dovuto all’emergenza coronavirus, la Cape di Brescia ha deciso di anticipare l’erogazione dell’Ape (Anzianità professionale) relativa all’esercizio 2019, assegnandola nel mese di aprile anziché in maggio, per un totale di oltre sei milioni e mezzo di euro. Ad aprile la Cassa edile ha somministrato alle maestranze anche il 50% dell’importo della Gnf (Gratifica natalizia e ferie) semestrale previsto per fine luglio, anticipando quasi cinque milioni di euro, relativi ai mesi da ottobre a dicembre 2019. “Un’azione attraverso la quale Cassa edile si augura di contribuire a risollevare i lavoratori del settore e le loro fami-
Check: utenti attivi tra febbraio e giugno 2020 UTENTI
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
1.003
1.024
1.033
1.052
1.071
ARCHITETTI
235
237
238
242
244
GEOMETRI
526
531
533
535
536
INGEGNERI
294
299
299
305
310
AUTONOMI E COMMITTENTI
383
391
394
411
422
2.441
2.482
2.497
2.545
2.583
IMPRESE
TOTALE UTENTI ATTIVI
+ 41
+ 104 + 142
+ 56
NUMERO OPERAI IMPORTO EROGATO
glie da questo periodo di incertezza e vulnerabilità” dichiara il presidente di Cape Raffaele Collicelli. “Il mondo del costruito — continua — riserva concrete opportunità di ripresa che, se sostenute da una politica di rilancio efficace, daranno una spinta all’economia locale e creeranno nuovi posti di lavoro”. La Cassa paritetica edile è garante della regolarità contributiva delle imprese e, assicurando continuo supporto in materia fiscale alle aziende bresciane, ha con tra-
GNF
APE
Anticipo trimestrale ottobre/dicembre 2019
Esercizio 2019
11.627
10.284
€ 4.928.752,80
€ 6.599.318,99
Durante il lockdown erogati oltre 11 milioni di euro a sostegno dei lavoratori
TOTALE EROGATO
€ 11.528.071,79
sparenza versato a operai e impiegati delle stesse quanto previsto dal Ccnl. Con i dati raccolti da Cape, inoltre, si può delineare uno scenario di quelli che sono stati il lockdown e i mesi immediatamente successivi per imprese e lavoratori. I dati di Cassa edile relativi al periodo ottobre 2019 — giugno 2020 rivelano alcuni numeri impressionanti: se da dicembre a febbraio le ore di lavoro superavano il milione, con il lockdown scendono rispetti-
Nel settore edile, a differenza degli altri settori, l’impresa non corrisponde direttamente all’operaio in busta paga la tredicesima e le ferie. Versa, invece, alla Cassa edile delle quote mensili a copertura di gratifica natalizia e ferie (Gnf). Queste quote di salario differito vengono accantonate in un fondo gestito dalla Cassa edile, che provvede a erogarle all’operaio a scadenze prefissate. Il meccanismo di calcolo delle quote Gnf è stabilito a livello nazionale dal Ccnl e relativi allegati. Le modalità di erogazione, invece, sono concordate a livello locale (Ccpl e accordi territoriali). L’anzianità professionale edile (Ape) è un istituto contrattuale regolamentato del Ccnl con il quale si riconosce all’operaio l’anzianità di servizio maturata nell’ambito del settore edile attraverso l’iscrizione alle Casse edili. Il 1° maggio di ogni anno, la Cassa edile eroga l’Anzianità professionale edile (Ape ordinaria) direttamente all’operaio.
vamente a poco più di 681mila ore a marzo e a 203mila ore ad aprile. Registrate oltre 800mila ore di cassa integrazione nel mese di marzo, che hanno superato il milione e 300mila ad aprile. Uno scenario che sta decisamente migliorando negli ultimi mesi e che ha visto affiancarsi contemporaneamente uno sviluppo costante nell’utilizzo delle tecnologie a supporto di imprese e operatori, sia per modalità di lavoro agile sia per controlli smart in cantiere. In tale contesto, Cassa Edile registra un aumento nel numero di aziende e di professionisti che trovano nei servizi offerti dalla piattaforma Check, recentemente implementata con un’apposita sezione Covid, utili strumenti di lavoro. luglio/agosto/2020
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ANCE Brescia Edilizia motore della Rinascita
Via Ugo Foscolo, 6 - 25128 Brescia tel. 030399133 - fax 030381798 - info@ancebrescia.it - www.ancebrescia.it
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Dai notiziari mensili di luglio e agosto 2020, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tecnica, lavoro, lavori pubblici, tributi e rifiuti. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
DL SEMPLIFICAZIONI TECNICA
2020
SUPPLEMENTO N. AL N. /2019 DI “COSTRUIRE IL FUTURO” RIVISTA BIMESTRALE DI ANCE BRESCIA
ISSN 2465-3101
Via U. Foscolo, 6 - 25128 Brescia Registrazione del Tribunale di Brescia del 5 settembre 1951 n. 54 Direttore responsabile: Francesco Zanframundo Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L. 27/02/2004 n. 46)
luglio / Prestazione energetica in edilizia: recepita la Direttiva europea 2018/844 È stata recepita la direttiva europea 2018/844 sulla prestazione energetica nell’edilizia e sull’efficienza energetica che va nella direzione dell’armonizzazione e del miglioramento normativo, al fine di agevolare il conseguimento dell’obiettivo di efficienza energetica, di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e di incrementare l’uso delle fonti rinnovabili. La direttiva modifica le direttive 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la 2012/27/UE sull’efficienza energetica, temi di assoluta rilevanza
Contatta l’Associazione per informazioni sulle prime novità in tema di edilizia introdotte dal decreto Semplificazioni e per conoscere le nuove deroghe al codice dei contratti pubblici.
all’interno del Clean Energy Package europeo e del New Green Deal. Maggiori informazioni sul sito dell’Associazione.
LAVORO
luglio / Inail. Ot23: riduzione del tasso medio per prevenzione anno 2021 e guida al modello aggiornato L’Inail, con istruzione operativa del 9 luglio 2020, ha trasmesso la
rapporti in numero eccedente il limite previsto dal Ccnl
Guida alla compilazione della domanda di riduzione del tasso medio per prevenzione per l’anno 2021 Ot23 e ha comunicato l’avvenuta pubblicazione della versione aggiornata del modulo Ot23 2021, entrambi disponibili sul sito istituzionale dell’Istituto e quello dell’Associazione.
luglio / Part-time in edilizia. Costituzione di
Con la sentenza n. 8794 del 12 maggio 2020 la Corte di Cassazione si esprime sul tema della reale portata della contribuzione virtuale nel caso di contratti part-time instaurati in un numero eccedente il limite fissato dalla contrattazione collettiva. Per la Cassazione i contributi non vanno calcolati secondo quanto previsto dall’art. 29 del Dl n. 244/1995., bensì in ragione delle ore di lavoro effettivamente prestate. In caso di costituzione di un numero di contratti part-time eccedenti il limite previsto dal Ccnl, si produce l’effetto di elevare la retribuzione dovuta (se inferiore) ad una certa soglia che costituisca base di calcolo per i contributi
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ance brescia
luglio / Acquisto fabbricati da riqualificare: le imposte di registro, ipotecaria e catastale si applicano in misura fissa
previdenziali e i premi assicurativi. La sentenza nel dettaglio su www.ancebrescia.it.
LAVORI PUBBLICI
luglio / Codice appalti tra calcolo della soglia di anomalia e verifiche di congruità: il vademecum Ance Ance ha predisposto un Vademecum con l’obiettivo di “fare il punto” sull’anomalia dell’offerta, non solo con riferimento alle metodologie di calcolo della soglia, ma anche sulla verifica di congruità dell’offerta. Infatti, ad un anno dalle tante novità introdotte al Codice dei contratti dal decreto Sblocca Cantieri, sono arrivavate diverse soluzioni interpretative 64
in merito alle criticità emerse, in sede applicativa, sulle nuove modalità di calcolo delle soglie di anomalia nel caso di aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso. Preso atto di tali novità, Ance ha raccolto gli orientamenti della giurisprudenza e dell’Anac, elaborando il Vademecum disponibile sul sito www ancebrescia it.
TRIBUTI
luglio / Sismabonus acquisti: utilizzabile anche in caso di presentazione tardiva della asseverazione L’Agenzia delle Entrate conferma che il sismabonus sugli acquisti per le zone 2 e 3 è ammesso anche se l’impresa di costruzione
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non ha presentato l’asseverazione sulla classe di rischio sismico, contestualmente alla richiesta del titolo abilitativo. Con la risposta 214 del 14 luglio 2020 l’Agenzia chiarisce che il sismabonus acquisti spetta agli acquirenti di unità immobiliari site nelle zone sismiche 2 e 3, oggetto di interventi le cui procedure autorizzatorie sono iniziate dopo il 1° gennaio 2017, ma prima del 1° maggio 2019, data di entrata in vigore delle nuove disposizioni, anche se l’asseverazione non è stata presentata contestualmente alla richiesta del titolo abilitativo. È confermato che l’asseverazione deve essere presentata dall’impresa entro la data di stipula del rogito.
Ammesse le imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa anche per l’acquisto di una consistente volumetria dell’intero fabbricato, a condizione che la successiva vendita riguardi almeno il 75% del volume complessivo dello stesso (e non solo della volumetria acquistata). Confermata, inoltre, l’esclusione dal regime agevolato per i fondi comuni di investimento immobiliare in quanto non assimilabili alle imprese di costruzione a cui è riconosciuta l’agevolazione. È quanto reso noto dall’Agenzia delle Entrate il 7 luglio 2020 in tema di “incentivi alla valorizzazione edilizia”, introdotti dall’art. 7 del decreto Crescita.
RIFIUTI
luglio / Deposito temporaneo di rifiuti: modifica limiti quantitativi e temporali Con la conversione in legge del Dl 34/2020 sono stati ripristinati i limiti quantitativi e temporali del deposito temporaneo di rifiuti vigenti prima dell’emergenza sanitaria e previsti dall’art. 183 del D. Lgs. 152/2006. I rifiuti devono essere raccolti
ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del produttore dei rifiuti, rispettivamente: ogni 3 mesi, indipendentemente dalle quantità in deposito, oppure quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso, il deposito temporaneo non può avere durata superiore a un anno. Sul sito dell’Associazione anche l’ordinanza 520/20 di Regione Lombardia.
luglio / Trasporto rifiuti categoria 2-bis: servizio gratuito per il rinnovo delle iscrizioni all’Albo nazionale gestori ambientali L’iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali, obbligatoria per il trasporto dei propri rifiuti speciali non pericolosi (categoria 2-bis) ha validità decennale e, pertanto, allo scadere del termine, deve essere rinnovata. Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per inviare gratuitamente l’istanza di rinnovo così come previsto dal regolamento dell’Albo (D.M. 120/2014). Per informazioni: 030399133 info@ancebrescia.it.
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