2020 Costruire il futuro n°5 - settembre/ottobre

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ISSN 2612-5595

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

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Rivista bimestrale di ANCE Brescia


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Editoriale / 1

L’economia circolare nel settore delle costruzioni L’edilizia non può esimersi dal porre attenzione alle tematiche ambientali che oggi determinano una riconversione green dei diversi comparti economici. Operare in maniera ecosostenibile, adottando un approccio ecosistemico, è la chiave di svolta che permetterà alle imprese del costruito, e in generale al settore che rappresentano, di allontanarsi definitivamente da un passato che le ha segnate nell’immaginario collettivo come cementificatrici e consumatrici di suolo. Il nostro comparto sta superando con grande determinazione, seppur con non pochi sforzi, questi pregiudizi, dimostrando di essere tra i principali protagonisti di un processo che mette al centro un approccio circolare volto non solo al recupero dei materiali di scarto, ma a una più consapevole gestione delle risorse e a un impiego sempre maggiore di energie verdi. In questo senso, il cantiere deve diventare il cuore di un’economia circolare in cui si dimentica il metodo produttivo lineare “take, make, dispose”, ovvero “prendi, utilizza e getta”, e si attribuisce una nuova dignità e una nuova funzione ai materiali di scarto. Già durante la fase di progettazione di un prodotto edilizio si devono prevedere caratteristiche modulari e versatili che permettano di valutare in tempo deperimento, sostituzione e riutilizzo delle componenti. Tecniche e competenze per incoraggiare una trasformazione green del settore ci sono, anche se si è ancora in attesa di una forte spinta normativa che stimoli le imprese a investire in ricerca e sviluppo su materiali e aggregati provenienti dal riciclo e indirizzi le realtà neofite a proseguire su questa strada con OPERARE IN MANIERA entusiasmo. Le aziende della filiera edile ECOSOSTENIBILE, che intraprenderanno, anche in sinergia, ADOTTANDO UN APPROCCIO un percorso di sviluppo in sintonia con ECOSISTEMICO, È LA CHIAVE l’ambiente si posizioneranno sempre più DI SVOLTA CHE PERMETTERÀ ALLE IMPRESE DEL COSTRUITO in linea con quanto espresso dal Green DI ALLONTANARSI DA UN Public Procurement portato avanti dalla PASSATO CHE LE HA SEGNATE Pubblica amministrazione, che in Italia è COME CEMENTIFICATRICI normato dal Pan Gpp. Una regolamentaE CONSUMATRICI DI SUOLO zione per favorire gli appalti verdi fornendo modalità di aggiudicazione dei bandi di gara secondo i principi di sostenibilità dettati dai Criteri ambientali minimi. I Cam, che stimolano la domanda di prodotti realizzati con materiali riciclati, si inseriscono oggi anche nel discorso legato al Superbonus 110%, stabilendo i requisiti fondamentali che i materiali isolanti devono possedere affinché l’intervento di efficientamento energetico possa usufruire della detrazione fiscale. Le istituzioni e la Pa introducono nei programmi di rilancio del Paese e in sede di gara pubblica questioni connesse alla “circolarità” dei prodotti, ma anche nel privato si assiste a una maggiore richiesta, e di conseguenza a un maggior impiego, di soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale. Le imprese bresciane devono dunque mostrarsi attente sotto il profilo ecologico per consolidare la propria competitività sul territorio. Lo stesso tema dell’efficienza energetica, legato soprattutto alla riduzione degli sprechi e al tema della qualità dell’aria, rientra nel più ampio spettro di argomenti che riguardano l’economia circolare nel settore delle costruzioni. L’ottimizzazione delle risorse energetiche e l’impiego di fonti rinnovabili sono tra i principali aspetti monitorati per la misurazione della circolarità a livello nazionale e comunitario, e saranno sempre più protagonisti delle manovre del Governo italiano, impegnato a sostenere il Green Deal promosso dall’UE. In linea con le direttive europee, l’esecutivo nazionale ha disposto nuove istruzioni per realizzare edifici energeticamente più efficienti. Dobbiamo agire subito — noi tutti alla guida di aziende — perché l’indirizzo nazionale tenderà le proprie energie verso un Recovery Plan che considera gli ecobonus e la digitalizzazione gli interventi chiave per la rinascita del Paese. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia

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Editoriale / 2

Leggi e burocrazia, una storia senza lieto fine Il periodo appena trascorso è stato turbolento sotto l’aspetto normativo. Il Governo, nei mesi fra luglio e agosto, è sembrato una fucina di decreti che venivano sfornati ogni giorno senza sosta, la maggior parte inerenti proprio al settore dell’edilizia. Dal decreto semplificazioni al superbonus, la situazione è chiara: si è puntato sul comparto del costruito per poter far ripartire l’Italia. Eppure, in ogni bella storia c’è sempre un inconveniente e in quella attuale ha fatto in fretta a giungere. Ci sono tre esempi che ben definiscono e spiegano questa mancanza. Il primo al quale mi voglio appellare è il punto appena introdotto dal decreto semplificazioni in merito alla regolarità fiscale delle aziende per la partecipazione alle gare pubbliche. In particolare, la norma ammette la possibilità per la stazione appaltante di escludere un operatore economico nel caso in cui non abbia ottemperato al pagamento delle imposte o delle tasse per un ammontare superiore ai 5mila euro. La possibilità per la stazione appaltante è duplice: l’esclusione può essere in via obbligatoria se la grave violazione fiscale è definitivamente accertata, mentre in via facoltativa qualora si venga a conoscenza di una possibile trasgressione ma comunque non assodata. Qui si insinua il paradosso in cui un’impresa viene esclusa da una gara perché la stazione appaltante ha avuto il sentore di una grave violazione, mentre in un’altra gara la stessa è, invece, accettata. Confidiamo che l’azione di lobby che Ance sta attuando con vigore possa avere un esito positivo. Dall’esperienza di un’associazione come DAL DECRETO quella di Ance Brescia, da sempre impeSEMPLIFICAZIONI AL SUPERBONUS, LA SITUAZIONE gnata con azioni concrete per osteggiare È CHIARA: SI È PUNTATO SUL la concorrenza sleale e promuovere un COMPARTO DEL COSTRUITO mercato corretto, possiamo affermare con PER POTER FAR RIPARTIRE autorevolezza che non è in questo modo L’ITALIA. EPPURE, IN OGNI che si risolve il pericolo di infiltrazioni, anzi BELLA STORIA C’È SEMPRE UN INCONVENIENTE E IN QUELLA si rischierebbe di penalizzare alcune imATTUALE HA FATTO IN FRETTA prese regolari. Tornando al decreto semA GIUNGERE plificazioni, nel mese scorso, le testate di spicco del nostro territorio hanno dato voce alle parole del Presidente Massimo Angelo Deldossi in merito ad una grave questione che potrebbe rischiare di immobilizzare la rigenerazione urbana dei centri storici. Le proposte emendative all’articolo 10 del decreto hanno incrementato i vincoli per il settore privato, impedendone di fatto ogni tentativo di rinnovo. Quindi, da una parte si proclama l’innovazione e la rigenerazione urbana, mentre dall’altra si immobilizza il cuore pulsante di ogni centro abitato. Ultimo esempio sul quale voglio focalizzarmi è il superbonus. Come è ben noto, già a luglio l’Agenzia delle Entrate si è esposta in merito al provvedimento con indicazioni più restrittive della normativa stessa, che hanno dato luce a iter lunghissimi e una nutrita parte documentale solo per la richiesta di approvazione. In questo modo il provvedimento che dovrebbe risollevare le sorti dell’economia e riqualificare le nostre città, sta diventando un labirinto pieno di ostacoli in cui pochissimi riusciranno a trovare l’uscita. Il sospetto, in questo panorama appena descritto, è che ci sia un atteggiamento ostile allo sviluppo. Queste azioni lasciano solo l’amaro in bocca, perché aggiungono procedure a quelle già presenti senza però risolvere le problematiche legate alla parte attuativa. I veri strumenti che mancano sono quelli che vengono dopo il contratto firmato, quelli che definiscono la fase esecutiva dei lavori, ma invece ci si sofferma come sempre sugli aspetti formali. Quando accade questo si amplificano le storture prodotte dall’apparato e che in sintesi definiamo burocrazia. Ancora una volta siamo lontani da una visione d’insieme e il lieto fine in questa storia resta solo una flebile speranza. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia

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L’economia circolare nel settore delle costruzioni di Massimo Angelo Deldossi

Dal teleriscaldamento al teleraffrescamento: Ance Brescia in visita alla centrale nord

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incontri

Leggi e burocrazia, una storia senza lieto fine di Alessandro Scalvi

Alla guida del Giornale di Brescia Il quotidiano locale più letto d’Italia, stimolo e sintesi del dinamico territorio bresciano di Adriano Baffelli

16-24 / FOCUS La Lean nel settore delle costruzioni a cura della Redazione

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eseb

in primo piano

Il lavoro di restyling del Giornale di Brescia

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welfare ance Tante soluzioni per una sola parola: welfare

materiali

10 Un nuovo tempio per i sacerdoti della notizia

14 Il nuovo volto della redazione raccontato dall’Architetto Michele Piccardi

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leggi&decreti

Un’estate calda di... normative

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ambiente

Ance Brescia sostiene l’Università Statale per l’economia circolare

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Recupero delle cave: da spazi vuoti a beni per la comunità

Tecnici preparati per un’edilizia moderna e sostenibile

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gruppo giovani

digitale

Il Gruppo Giovani in piena attività

RIVISTA BIMESTRALE DEL COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA ANNO 2 - NUMERO 5 EDITORE C.E.R. SRL UNIPERSONALE, Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Digitalizzazione e superbonus

@ancebrescia

Ance Brescia

energia

Il recepimento della direttiva europea 2018/844

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cape

Previsioni positive per il settore edile

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ance informa Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:

PUBBLICITÀ C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia tel. 030 392895 - fax 030 381798 info@cerbrescia.it

z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00.

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE

REDAZIONE E DIREZIONE ANCE BRESCIA-COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

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COMITATO DI REDAZIONE STEFANO ASSINI, FERRUCCIO BENETELLI GIORGIO CADEO, ROBERTO FACCHETTI EMANUELE PLONA, FABIO RIZZINELLI

DIRETTORE RESPONSABILE ADRIANO BAFFELLI

@collegiocostruttori.ancebrescia

Scuola edile bresciana: modello virtuoso di didattica in sicurezza

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione.

STAMPA GRAFICHE ARTIGIANELLI SRL Via Ferri, 73 - Brescia

L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE Brescia-Collegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore.

Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54 Numero singolo anno 2019: euro 10,00

Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

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fotonotizia

Il “parlaggio” del Vittoriale PROGETTATO NEGLI ANNI TRENTA DALL’ARCHITETTO GIAN CARLO MARONI, IL PARLAGGIO, ANFITEATRO DEL VITTORIALE DEGLI ITALIANI A GARDONE RIVIERA, È STATO FINALMENTE INAUGURATO. VOLUTO DA GABRIELE D’ANNUNZIO COME PALCOSCENICO PER RAPPRESENTARE I PROPRI SPETTACOLI, I LAVORI SI ERANO INTERROTTI CON LA MORTE DEL POETA. OGGI, GRAZIE A UNA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO, L’ANFITEATRO È STATO COMPLETATO: GRADINATE E PLATEA SONO STATE RIVESTITE IN MARMO ROSSO DI VERONA, SECONDO IL PROGETTO ORIGINALE.

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Il lavoro di restyling del Giornale di Brescia

Nelle pagine di questo numero, in approfondimento agli interventi del direttore del giornale, Nunzia Vallini, sono ospitate le testimonianze del presidente di Editoriale Bresciana Spa, Pierpaolo Camadini, dell’amministratore delegato Mauro Torri e dell’architetto Michele Piccardi dello Studio Cigognetti Piccardi Vitale, realtà lonatese che ha seguito i lavori apportati alla sede del quotidiano di via Solferino.

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L’intervento di ristrutturazione che ha interessato la redazione del Giornale di Brescia può essere considerato un ottimo e utile esempio di rigenerazione di ambienti interni e, nello specifico, anche un modello per un efficace miglioramento organizzativo ed estetico di un luogo di lavoro (intellettuale nella fattispecie). Illustrando le attività di

restyling che hanno interessato la storica testata bresciana, si vuole sottolineare la necessità di rivedere i contesti lavorativi non solo in un’ottica postCovid, che ad esempio presenta l’esigenza di spazi ampi, igienizzati e ben areati, ma anche in risposta alla crescente disponibilità di soluzioni tecnologiche e digitali che ottimizzano metodi e processi produttivi.

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Un nuovo tempio per i sacerdoti della notizia

Approfondiamo la conoscenza della redazione multimediale integrata del Giornale di Brescia e degli altri mezzi dell’Editoriale Bresciana di Adriano Baffelli

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er gli innamorati della parola, della comunicazione, giornalismo in primis, una redazione esercita sempre un grande fascino. A prescindere dalla sua valenza architettonica ed estetica, forse perché siamo abituati a spazi redazionali piuttosto anonimi, informi, con poche eccezioni, ché, salire ad esempio la scala d’impronta classica che porta alla storica redazione del Corriere della Sera, rappresenta sempre un particolare emozionante piacere. Se il vostro, non troppo ipotetico, innamorato della parola è pure appassionato di architettura, design e ambienti con un tocco particolare, potete comprendere quale interesse susciti la visione di una redazione — qui, intesa nella sua accezione di spazio fisico — rinata, ri-

generata secondo canoni innovativi. L’occasione è offerta dalla visita al cuore operativo dell’Editoriale Bresciana, dove ha preso concretamente forma la sinergica convivenza della multimedialità. Laddove, già da tempo, il lavoro dei redattori del giornale dialogava a distanze più o meno contenute, con colleghi di radio, televisione, quindi del web, nel tempo collocati anche in edifici diversi, ora è viva e pulsante una redazione multimediale integrata, come fa notare con evidente soddisfazione per il risultato ottenuto, Nunzia Vallini, la donna al timone di questa modernissima nave, impegnata a solcare il vasto mare dell’informazione bresciana. Alla nostra ospite chiediamo di sintetizzare gli aspetti principali dell’intervento, sentendoci rispon-


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dere di getto: “Direi che si tratta di una riqualificazione funzionale, non su base gerarchica. L’architetto Piccardi ha studiato per mesi l’esistente, tenendo conto dei flussi di lavoro di tutti i media del gruppo. Per una precisa scelta sono stati eliminati gli uffici in precedenza riservati alle figure di vertice. Siamo approdati a una suddivisione per isole di contenuto, ad esempio di Economia o di Sport”. Particolare attenzione è stata riservata dai progettisti al posizionamento dei settori, prevedendo spazi più vicini alla luce naturale per quanti più impegnati nel lavoro diurno e viceversa. La completa sostituzione degli infissi, da scuri a bianchi, ha regalato ulteriore luminosità all’ambiente. E nel trionfo del digitale, il cartaceo, non solo metaforicamente, riteniamo, conquista un ben definito ed evidente spazio: il riferimento è alla grande libreria che, oltre a proporre un’ampia scelta di titoli di pubblicazioni, non solo locali, aiuta ad abbattere i rumori, risultando funzionale, decorativa e, appunto, efficace nel miglioramento dell’acustica e nell’attenuare i disturbi per rendere il più ovattato possibile il tempio dove officiano i sacerdoti della notizia. La nuova redazione del Giornale di Brescia, cartaceo e digitale, di Radio Bresciasette, Radio Classica Bresciana e di Teletutto, per la Vallini: “Rappresenta una significativa tappa del processo di evoluzione del fare giornalismo oggi e contribuisce a dare forma anche a un’innovazione di processo”. Oltre a questo interessante richiamo in chiave di lean organization, come diremmo in ambito manifatturiero, i nuovi spazi sono da considerare positivamente anche nello scenario Covid e post lockdown: non servono forzature per garantire la distanza fisica (non sociale! come improvvidamente è stata definita da qualche sciagurato esponente dei palazzi politici, contribuendo a generare un diffuso sentimento di smarrimento e insicurezza) tra i redattori. 12

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“La nostra è una delle redazioni più all’avanguardia sia per l’aspetto architettonico sia per l’aspetto organizzativo. È il risultato di un lavoro e di un’attenta riflessione durati alcuni anni”

L’approfondimento sulla felice rigenerazione in esame prosegue con l’avvocato Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana, al quale chiediamo se possiamo considerare la redazione del gruppo del Giornale di Brescia uno spazio innovativo non solo entro i confini provinciali. Sottoponiamo al cortese ospite anche una serie di riflessioni, tra le quali alcune considerazioni circa la migliorata qualità delle condizioni di lavoro, che sicuramente contribuisce anche all’ottenimento di risultati più soddisfacenti. “Le rispondo cogliendo alcuni stimoli delle sue osservazioni — argomenta il presidente Camadini — iniziando con il dire che concettualmente la nostra è una delle redazioni più all’avanguardia sia per l’aspetto architettonico sia per l’aspetto organizzativo. È il risultato di un lavoro e di un’attenta riflessione durati alcuni anni”. L’avvocato sottolinea come l’intervento sulla redazione sia l’ultimo, quello che completa la riqualificazione dell’intera struttura dell’Editoriale Bresciana, in corso da alcuni anni e resa evidente nella precedente inaugurazione del rinnovato ingresso (richiamato anche nell’incipit all’intervista alla direttrice Vallini, che potete leggere nella rubrica Incontri a pagina 48). “Non certo perché meno rilevante — precisa l’interlocutore


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personale, ricordando che nessuno s’è mai lamentato nemmeno nel periodo di oggettivo disagio per i lavori in corso. Personalmente rivendico solo il fatto di aver voluto fosse esposto con rilievo la riproduzione della prima copia del giornale, stampata nei giorni della rinascita, della riacquisita libertà dopo la dittatura e la Seconda guerra mondiale. Una scelta ben precisa, per dare continuità all’ideale di un giornale libero”.

Ascoltiamo anche la voce dell’amministratore delegato dell’editoriale Bresciana, Mauro Torri, che ci racconta di come la redazione del Giornale di Brescia fosse già openspace negli anni Ottanta.

 La nuova redazione multimediale integrata è stata inaugurata il 18 dicembre 2019, alla presenza delle autorità civili e religiose che rappresentano la comunità bresciana. Luminosa, funzionale e innovativa, la rinnovata sede di via Solferino punta a stare al passo con i tempi per offrire un'informazione di qualità attraverso i diversi mezzi di comunicazione del gruppo editoriale: giornale, radio, televisione e web.

— ma perché avevamo previsto avrebbe dovuto beneficiare di una serie di iniziative e di profonde trasformazioni nell’ambito di un processo su due livelli, uno legato alla riorganizzazione aziendale in senso lato, sia locativo sia operativo, con l’unificazione delle strutture del gruppo. L’altro connesso alla concreta azione di sinergia multimediale, iniziata con radio e televisione e proseguita con il settore cartaceo. Una multifunzionalità mediatica che ha riverberi anche nel tempo di realizzazione e fruizione, mi riferisco a un servizio informativo che con l’online si sviluppa lungo tutte le 24 ore, senza soluzione di continuità”. Un’attività che ora è dotata anche di un involucro, di un vestito funzionale alla realizzazione del progetto iniziale che per l’avvocato Camadini soddisfa appieno i committenti per quanto concerne l’estetica e l’aspetto architettonico, la funzionalità comunicativa. Non solo: “Il complesso intervento garantisce l’upgrade tecnologico, insieme a un con-

siderevole risparmio energetico che produrrà un beneficio economico per l’azienda. Il tutto — prosegue il presidente dell’Editoriale Bresciana — è stato realizzato con specifici stilemi, nel quadro di un’iniziativa che si preannuncia sin dal nuovo ingresso, che caratterizza un rapporto più aperto con la città, per via dall’eliminazione della scala che separava e che obbliga i visitatori a salire, mentre ora tutto è più immediato e diretto”. Pierpaolo Camadini evidenzia anche il ruolo della Sala Libretti — sperimentata con successo anche da Ance Brescia in occasione della presentazione dell’Analisi economica del settore edile, in collaborazione con la Camera di commercio di Brescia e l’ordine dei Dottori commercialisti della nostra provincia — dotata di un avanzato supporto tecnologico e mediatico, sempre più vissuta come realtà integrata nella collettività locale. “Un ottimo risultato — conclude il leader dell’Editoriale Bresciana — merito di quanti hanno collaborato, di tutto il

“Posso anche dire che la rigenerazione degli spazi redazionali ha comportato, fra il resto — spiega il dottor Torri — una grande opera di bonifica. Sotto il pavimento, per citare una delle componenti, transitava un groviglio di cavi e di tubi. In alcuni di questi venivano un tempo sparati i bussolotti contenenti i fogli con gli articoli dei redattori trasmessi ai compositori e quindi ai tipografi. Oltre a vecchi impianti e a parti strutturali dismesse, sono state rimosse decine di quantali di carta, vecchi documenti ampiamente superati e ormai inutili”. L’amministratore delegato pone l’accento sulla convinta condivisione di tutto il personale, “Grazie alla quale durante l’impegnativo cantiere non c’è mai stata nessuna sospensione dell’attività di redattori, tecnici, impiegati, tipografi, con il flusso di notizie per i nostri lettori e per il pubblico di radio, televisione e web, che non si è mai interrotto”. Qualche sacrifico temporaneo si sopporta se c’è consapevolezza che dallo stesso prende forma un migliore ambiente di lavoro nel quale vivere ed operare negli anni futuri. settembre/ottobre/2020

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in primo piano

L’architetto Piccardi spiega quali modalità sono state seguite per venire incontro ai flussi di persone e di informazioni, alle esigenze redazionali e agli interscambi tra settori dell’editoriale. Aspetti questi ultimi che, esaminati nel dettaglio, hanno dato vita a un

approfondito lavoro progettuale che ha generato una rinnovata “fabbrica della parola”, nata da un confronto costante tra professionalità diverse, ma unite da un unico filo conduttore, il rapporto umano.

Il nuovo volto della redazione raccontato dall’Architetto Michele Piccardi

di Adriano Baffelli Architetto Piccardi, ha avuto modo di visionare altre redazioni di quotidiani italiani, ed eventualmente esteri? L’approccio ormai consolidato del nostro studio è approfondire attentamente le esigenze del committente; non solo quelle dichiarate, ma anche quelle sottese, messe in secondo piano perché date per scontate, eppure preziose per delineare un quadro d’insieme. A questo ovviamente si aggiunge l’analisi della geometria del luogo, del manufatto e naturalmente una conoscenza del messaggio intrinseco all’attività svolta. In questo caso: comunicare. La vera e propria proposta progettuale è emersa solo dopo pro14

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lungati colloqui con chi fruisce lo spazio, analizzando il processo produttivo della “fabbrica della parola”. Con un elemento del tutto inedito rispetto alla quasi totalità delle altre redazioni italiane: questa “fabbrica” è multimediale, racchiude mezzi diversi che hanno tempi di comunicazione diversi. Da qui la necessità di coniugare modalità lavorative differenti, ma interconnesse. Così il progetto ha dovuto coniugare la lunga storia del quotidiano cittadino con i nuovi strumenti digitali. Nell’Europa del Nord le redazioni sono da più tempo multimediali, con una particolare attenzione alle aree “accessorie”, e ad una gestione della propria scrivania più flessibile. Il Porter London e il The Daily Tele-

graph London, da me visitati, hanno innovato la gestione degli spazi, coinvolgendo la luce naturale e il flusso della notizia (web, carta stampata, radio e televisione) nella gestione quotidiana. Tutto si muove con maggiore velocità. Le notizie nell’era digitale viaggiano quasi in tempo reale e le redazioni sono in fermento per circa 17 ore al giorno. I giornalisti si alternano e riuniscono, escono ed entrano dalla struttura, sintetizzano e sviluppano la notizia. Le strutture organizzate per “loculi gerarchici” sono oramai superate. Meglio creare aree di aggregazione per flussi, omogeneità, contesti, funzioni e ordinamenti visivi. Possiamo dire che quello che ha interessato il Giornale di Brescia è un intervento innovativo, che ha consentito di realizzare una tra le più moderne redazioni a livello nazionale? Esageriamo o è così? Visti i riscontri, credo che la nuova redazione sia stata apprezzata da molti, addetti e non ai lavori. Non mi risultano eguali in Italia. La visita a La Stampa, testata giornalistica con una struttura organizzativa simile al Giornale di Brescia, per certi versi mi ha consentito di avvicinarmi al tema senza però impedirmi di caratterizzarlo: la struttura del quotidiano torinese è visivamente centripeta e gerarchizzata, con grande attenzione alla verifica del clima acustico e alla differenziazione delle aree di la-

voro. I mezzi multimediali però sono satelliti, quasi accessori, nell’Editoriale invece hanno caratteristiche specifiche, vivono da sé pur integrandosi tra di loro. La “fabbrica della parola” del GdB - con un dialogo costante con la direttrice Nunzia Vallini


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sione di idee può sicuramente essere utilizzato per rigenerare uffici spesso privi di identità e oggetto di continue modifiche “emergenziali”. Fondamentale credo sia, come sempre, la conoscenza del luogo, della sua storia e degli uomini che lo abiteranno, con una grande attenzione al benessere e alla privacy individuale. Quali aspetti ritiene caratterizzino l’intervento in questione?

e la redazione - privilegia il flusso della notizia, sia temporale che di connessione tra i diversi supporti. Mi piace definire il luogo progettato, dal pavimento nero ardesia e dai piani verticali bianchi, come un mare costellato da “isole nella corrente”, a se stanti ma collegate da ponti, fortemente illuminate da due lati di finestre sulla città. Quanto è possibile applicare dello schema da lei utilizzato per questa rigenerazione in altri spazi lavorativi professionali, uffici, studi? Ogni luogo ed ogni attività ha le proprie caratteristiche, ma un approccio che valorizzi aree dedicate al relax e alla condivi-

Lo studio associato Cigognetti Piccardi Vitale, costituito nel 1993 a Lonato del Garda, riunisce le professionalità dell’architetto Giovanni Cigognetti, dell’architetto Michele Piccardi e dell’ingegnere Clara Vitale. Grazie anche al lavoro di qualificati collaboratori, le attività dello studio si sviluppano nell’ambito della pianificazione territoriale e del paesaggio, dell’architettura e dell’ingegneria, in ambito privato e pubblico. Lo studio, che negli anni ha partecipato a numerosi concorsi di progettazione e a interventi legati a tematiche in ambito residenziale, museale, per infrastrutture produttive e servizi pubblici, può essere definito multidisciplinare e sociale, per il fatto che i suoi professionisti prestano una particolare attenzione agli spazi di interrelazione personale e condivisione. L’Architetto Michele Piccardi, laureato al Politecnico di Milano nel 1988 con una tesi legata a tematiche attinenti alla percezione del colore in ambiti di urban chaos, è appassionato di architettura, paesaggio e arte contemporanea.

Dal punto di vista teorico, gli elementi fondamentali del progetto sono riassumibili in concetti legati alla percezione: contrasto cromatico, contrasto di chiari scuri, massa e singolarità, regolarità e imperfezione, grafismi e texture, ordinamento visivo e luminosità d’accento. Nella pratica: elementi cromatici su base neutra, aree di confort collettivo, aree di confort personale, interscambio delle postazioni di lavoro, delle comunicazioni, elementi di memoria storica, sviluppo di poche aree racchiuse per la condivisione del lavoro speculativo. Sicuramente l’ampio spazio a disposizione (di grande attualità in questi tempi di Covid) ha amplificato la percezione di luminosità, grazie anche all’eliminazione di divisorie interne risalenti agli anni Settanta. Da sottolineare la particolare attenzione alla storia di Editoriale Bresciana e lo sviluppo di un percorso didattico: la prima pagina del Giornale con “Brescia è libera” dal fascismo, datata 27 aprile del 1945, la grande libreria tematica, l’area biblioteca relax, la vetrata “tastiera” e in ultimo, ma prima per importanza, la parete museale attrezzata con la memoria di 75 anni di giornalismo, declinato nelle sue diverse forme: carta, etere (radio e tv) e infine il web. Il tutto in coerenza e collegamento con la grande facciata di vetro all’ingresso dell’edificio, dove una cascata di termini accoglie il lavoratore e il visitatore della “fabbrica della parola”. luglio/agosto/2020

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Due autorevoli riflessioni sull’applicazione della logica Lean al processo produttivo edilizio. I vantaggi dell’adozione di un’organizzazione snella, anche per le piccole e medie imprese.

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Intervista con il dottor Mario Gibertoni presidente di StudioBase

Logica Lean nei cantieri e l’impatto del Covid-19 La Lean 4.0 è uno degli aspetti di Industry 4.0. Con il termine Industry 4.0, declinato per la prima volta in Germania, s’intende l’interconnessione del mondo reale, quello dei cantieri, con il mondo virtuale, informatico e delle nuove tecnologie. La lean 4.0 è una parte importante di Industry 4.0 ed è la logica evoluzione della tradizionale Lean. A cura di Adriano Baffelli

ottor Gibertoni, avrà letto, nel nostro ultimo numero, che in questi giorni si parla della costruzione di una piattaforma italiana per la supply chain delle costruzioni.

Sì, ho letto con interesse l’editoriale del vostro presidente. Mi pare che Ance Brescia, da sempre attenta alle novità, si sia concretamente impegnata per costruire una piattaforma anche con l’obiettivo d’incrementare l’efficienza dell’associazione in una logica di organizzazione snella o Lean, attraverso la digitalizzazione di alcuni processi. Parlando di snellimento, potrebbe spiegarci lei che cosa si intende con logica lean?

Il termine “organizzazione snella” ha molti padri, alcuni ritengono che derivi dalla capacità di smontare e rimontare rapidamente le tende da un luogo 18

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all’altro tipico dei girovaghi in viaggio in Europa agli inizi dell’800; altri vogliono fanno risalire il concetto al secolo precedente e alla Repubblica di Venezia, con i primi esempi di standardizzazione nella costruzione delle Galee. Il termine è stato utilizzato formalmente una prima volta da John Krafcik, uno studente della MIT Sloan School of Management, nella sua tesi di laurea

“Triumph of the Lean Production System” ed è poi stato ampiamente ripreso dagli studiosi James P. Womack, Daniel T. Jones e Daniel Roos nel testo “La macchina che ha cambiato il mondo”, in cui cercano di spiegare le ragioni della superiorità del sistema di produzione Toyota rispetto a tutti i concorrenti. Gradualmente, il termine organizzazione si è sempre più trasformato nel


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gli U-Boot, che, per molto tempo rappresentarono la minaccia più grave per i rifornimenti degli alleati che partivano dagli Stati Uniti per alimentare i fronti in Europa ed in Africa. La pericolosità di questa minaccia è ben espressa con riferimento al tonnellaggio mercantile affondato nei primi tre anni del conflitto (oltre il 94%), tale da superare la capacità degli alleati di ricostruire, con le tradizionali tecniche, nuove navi. Quando, e soprattutto come, si verificò un’inversione di tendenza?

concetto di produzione snella, sovente associato alla metodologia del just in time. Il just in time, un sistema di produzione “comandato dal cliente” nei tempi da esso stabiliti, corretto?

Esattamente, si tratta di un sistema di gestione che contrasta con la produzione tradizionale realizzata attraverso stime del marketing e prodotti inviati al magazzino in attesa di essere

venduti. Un sistema sicuramente tuttora valido per quanto attiene alla produzione industriale. Entrando nel merito delle costruzioni, le difficoltà applicative ci suggeriscono di cercare anche altrove delle metodologie di riferimento, per esempio nel settore della cantieristica navale. Mi permetta una digressione, in quanto in questo caso ritengo interessante fare riferimento alla Seconda Guerra

Mondiale da cui possiamo trarre utili insegnamenti sulla Lean. Mi riferisco, nello specifico, alla cosiddetta “battaglia dell’Atlantico” combattuta per oltre duemila giorni. Fu una lotta molto dura nelle quale entrambi i contendenti profusero elevate risorse industriali e tecnologiche. Basti pensare alle sorprendenti capacità germaniche nel costruire i sommergibili in serie, in grado di operare nell’oceano,

Si dovette arrivare al 1942 per osservare un’inversione di tendenza, quando i cantieri americani furono in grado, non solo di compensare le perdite, ma di mettere a disposizione delle crescenti necessità belliche nuovo tonnellaggio adatto per il trasporto dei rifornimenti su tutti gli oceani; nacquero così le navi “Liberty”. Ogni nave costruita rappresentava un “prodotto di emergenza”, il cui scopo era il solo utilizzo bellico; anche qualora la nave affondasse dopo un solo viaggio di andata, lo scopo sarebbe comunque stato raggiunto. Ogni nave Liberty era composta da oltre 250mila componenti pre-assemblati, nei trentadue Stati dell’Unione, che giungevano nei cantieri come un flusso incessante di pezzi pronti per essere montati. La tecnologia che rese possibile il rapido montaggio fu la saldatura elettrica e la sostituzione di alcune parti della chiglia con il cemento armato gettato sul posto. Per la sola unione delle parti prefabbricate erano necessari più di quarantasei km di saldature, cosa che chiarisce il motivo per cui alcune unità si spezzassero ancora in fase di varo o dopo poche miglia di navigazione. Una successiva inchiesta rivelò, infatti, che alcune navi Liberty si spezzavano per le cattive saldature o a causa di possibili fessurazioni nell’acciaio, povero di manganese. Criticità che, in climi molto freddi come l’Alaska, settembre/ottobre/2020

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si accentuavano e rendevano fragile l’acciaio dolce. Sa spiegare quali soluzioni furono adottate per recuperare le problematiche citate?

Interessanti furono le soluzioni adottate inserendo dei rinforzi, ma soprattutto delle chiodature nella lamiera dello scafo che interrompevano, grazie al foro del chiodo, il propagarsi della iniziale fessura. Pur essendo navi teoricamente stabili, succedeva che in presenza di un ridotto carico potessero rullare fino a 30° per ben sette volte nell’arco di un solo minuto, con evidenti inutili sollecitazioni sull’intera struttura dello scafo. Per porvi rimedio, si ricorse all’utilizzo di casse di zavorra solida sotto forma di ghiaia e sabbia nei doppifondi, rimedio che finì, però, inevitabilmente con il ridurre sensibilmente la velocità di crociera rendendole facilmente vulnerabili all’attacco dei sommergibili tedeschi. La storia della produzione di queste navi è un po’ la storia dei cantieri che le costruirono. Fu certo d’aiuto anche l’assenza di una minaccia nemica di bombardamenti sugli impianti di produzione siti negli Stati Uniti, ma non si può che restare stupiti di fronte alle capacità organizzative poste in essere in tempi brevissimi onde consentire il raggiungimento di una impressionante produttività con il varo di una nave ogni tre giorni, ovvero dodici vari al mese per ognuno degli undici cantieri coinvolti. Vennero progettati dei bacini con elementi rivoluzionari, per quei tempi, nella concezione della cantieristica navale, basati su quattro linee di assemblaggio, ognuna lunga un miglio e in grado di contenere contemporaneamente ben quarantaquattro navi nelle varie fasi di montaggio e allestimento. Vedo che è particolarmente preparato sulla storia navale dello scorso secolo, immagino lo si debba anche al suo trascorso nella Marina.

Sì, devo dire che l’essere stato Ufficiale di Complemento della 20

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Marina Militare italiana mi ha consentito di acquisire una competenza di base in materia di Architettura e Storia Navale. A titolo di cronaca, vorrei ricordare che la grande diffusione dei test psicologici durante la Seconda Guerra Mondiale, soprattutto presso la Stanford University in America, cercò di risolvere un imbarazzante dilemma. Nella prima fase della battaglia dell’Atlantico, il numero di nuovi ufficiali provenienti dalle scuole nautiche americane non era in grado di sopperire all’elevata perdita degli stessi affondati con le loro navi, grazie a questi test, fu possibile addestrare dei nuovi ufficiali tenendo conto di alcune caratteristiche personali quali ad esempio: il senso dell’orientamento, la capacità di leggere fenomeni atmosferici, e altri essenziali aspetti.

Mario Gibertoni Già Ufficiale di Complemento della Marina Militare e dottore in Economia e Commercio, Mario Gibertoni ha maturato le competenze di base in aziende multinazionali (presso Fiat Iveco, Fiat Teksid, Beretta Armi), assumendo crescenti responsabilità dirigenziali in Italia e all’estero. Nel 1983 ha fondato Studio Base, una società di consulenza, formazione e selezione finalizzata ad aumentare la competitività delle Imprese Italiane. Si è quindi specializzato in Toyota Production System e in Manufacturing Production in Giappone e Stati Uniti. Nel 2013 si è formato in Industry 4.0 e tecnologie abilitanti presso il Fraunhofer Institut e l’Università di Stoccarda. Per le sue attività ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali due Paul Harris Rotariane e l’Academic Fellow da parte dell’International Council of Management Consulting Institute.

Infine, tengo a sottolineare che le ricerche post belliche dimostrarono che l’avvento tecnologico del radar e del sonar, unitamente alla cattura dell’U-boat 559 con a bordo la macchina “Enigma” per inviare messaggi cifrati, contribuirono enormemente al successo degli alleati. Le strategie Lean di cui parlava poc’anzi sono ancora oggi applicabili in campo navale?

Certo. Oggi, i cantieri navali coreani sono in grado di produrre qualunque tipo di nave in metà tempo, rispetto ai concorrenti. Il segreto di tale successo consiste appunto nell’acquisita autosufficienza tecnologica e nel continuo aumento della produttività, contestualmente alla riduzione dei costi, grazie alla costante applicazione dei concetti lean nella produzione navale.

Per farsi un’idea dei risultati ottenuti, basti pensare che per ogni dieci nuove navi che solcano i mari, almeno tre o quattro sono state costruite in cantieri coreani. La maggior parte delle navi viene costruita con il metodo dell’assemblaggio a blocchi che, si pensi, fu usato già dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per la costruzione dei sommergibili. I bacini di carenaggio hanno normalmente grandi dimensioni e sono il punto finale della linea di assemblaggio. Il motivo per cui si costruiscono grandi bacini di carenaggio è legato alla possibilità di costruire più navi diversificate contemporaneamente: le piastre di acciaio per la nave vengono prima tagliate e poi riunite, una ad una, per formare una sezione o un blocco; i blocchi vengono poi trasportati nel bacino di carenaggio, dove vengono assemblati per costruire la nave. Ovvio che, più grande è il blocco, più rapido è il processo. Torniamo al nostro tema. Oggi si parla di Lean 4.0, in sostanza che cosa cambia?

La Lean 4.0 è uno degli aspetti di Industry 4.0. Con il termine Industry 4.0, declinato per la prima volta in Germania, s’intende l’interconnessione del mondo reale, quello dei cantieri, con il mondo virtuale, informatico e delle nuove tecnologie. La lean 4.0 è una parte importante di Industry 4.0 ed è la logica evoluzione della tradizionale Lean, dell’operations e della qualità, a fronte della constatazione che il paradigma produttivo, con il supporto delle tecnologie digitali, non è più la Mass Production, ma la Mass Customization. Alla base di ogni considerazione bisogna rendersi conto di com’è cambiato il cliente nel 2020. Grazie alla globalizzazione dei mercati, egli è alla costante ricerca del prodotto che più si avvicina ai suoi desideri, con un livello accettabile di qualità e al costo più basso possibile. A titolo di esempio basti pen-


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sare al successo delle applicazioni attinenti alla compravendita in rete di immobili, sino ai portali di acquisto, vere e proprie filiere verticali attinenti a: prodotti idraulici, elettrici, infissi e via discorrendo, e ai componenti vari di pertinenza. Non trascuriamo infine il BIM (Building Information Modeling) obbligatorio per le opere pubbliche, strumento comunque nato per facilitare la progettazione, ma anche per ridurre gli errori relativi alla esecuzione e gestione dei processi inerenti alle costruzioni. In sintesi, grazie alla rivoluzione digitale, il cliente ora è abituato a informarsi in rete, leggere le recensioni ove disponibili, a ragionare e capire se vale la pena comprare quell’immobile: acquistarlo o valutare se reperirlo altrove secondo altre specifiche di suo interesse. Ciò che comunque colpisce è che, ormai a livello universale, la Strategia Industry 4.0 è individuata dalla maggioranza dei manager quale differenziale competitivo fondamentale per consentire aumenti di produttività e riduzione dei costi nei prossimi anni. Logico allora il chiedersi sino che punto i robot potranno sostituire i progettisti?

In linea di principio i computer, anche in futuro, potranno svolgere ogni sorta di operazione, dall’estimo, alla logica di costruzione di un prefabbricato, agevolando ad esempio il lavoro dei progettisti nei calcoli di una trave o di un pilastro in cemento

armato, pur tuttavia non potranno mai sostituire la creatività “One to One” di un brillante architetto. In verità, per soddisfare al massimo le esigenze del singolo cliente, bisogna prima conoscerle e per questo deve nascere una forte relazione collaborativa tra il produttore e il cliente stesso. Jeff Bezos, presidente di Amazon, dice “non mi preoccupa chi pratica sconti sul mercato, ma chi offre un’esperienza di acquisto migliore”. Secondo questa logica, le imprese dovranno ol-

Grazie alla rivoluzione digitale, il cliente ora è abituato a informarsi in rete, leggere le recensioni ove disponibili, a ragionare e capire se vale la pena comprare quell’immobile: acquistarlo o valutare se reperirlo altrove secondo altre specifiche di suo interesse.

tre che fornire prodotti One to One, aggiungere nuovi fattori di differenziazione che, superando il concetto di attributi del prodotto e di marca, accompagnino il cliente durante l’intero processo di acquisto e di utilizzo dell’immobile. La quarta rivoluzione industriale include un grande potenziale consentendo, grazie alle tecnologie digitali, di trasformare la “Mass Building Construction” in “Mass Building Customization”.La digitalizzazione apre moltissime opportunità di personalizzazione di un immobile, non solo per le attività di gestione in remoto degli impianti di riscaldamento e/o allarme, ma anche per le infinite possibilità della domotica che consentono di realizzare immobili “su misura” alle esigenze del singolo cliente. Grazie a questo, l’approccio “il monologo narcisista”, che per molti anni ha segnato la capacità di relazionarsi dell’impresa di costruzioni sul mercato, si è via via indebolito a favore di un comportamento orientato sempre più al dialogo e all’ascolto delle esigenze del singolo cliente. Cambiamenti interessanti, di cui siamo insieme testimoni ed attori. E ora, dopo il Corona virus, secondo lei, qual è la situazione in Italia, e più particolarmente nel nostro settore?

Sapevo che prima o poi mi avrebbe posto questa domanda. Chiaramente questa epidemia su scala mondiale ha quasi paralizzato il settore, per altro da molti anni in difficoltà. Il governo ha varato dei provvedimenti

che probabilmente ridurranno gli effetti della crisi, ma non credo favoriranno una nuova esplosione del comparto. Del resto, anche le nuove tecnologie hanno dei costi e non sempre le imprese hanno capacità finanziaria e competenze tecniche per acquisirle ed implementarle. Perseguire la logica del prefabbricato secondo gli insegnamenti che possiamo trarre da quanto precedentemente scritto nelle abitazioni residenziali non è facile, sia per la cultura degli italiani, fortemente orientata a prodotti personalizzati, sia per la mancanza di adeguati lotti economici. Interessante, viceversa, un recente studio del Sole24Ore che ha ben definito come il Corona virus, di fatto, abbia modificato le esigenze abitative del cliente italiano. Si è giunti a valutare un incremento del prezzo di vendita sino al 40% per le abitazioni che possiedono un giardino, un terrazzo, la facilità di inserire impianti di connessione dati, un locale in più da utilizzare in ipotesi di nuove quarantene, doppi servizi e il posizionamento su piani alti e luminosi o singoli edifici. Per ora si tratta solo di tendenze fortemente legate alle esperienze negative dei primi mesi dell’anno. Certamente sarà interessante seguire le evoluzioni di tutto settore delle costruzioni nei prossimi anni.

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L’UTILIZZO DI COMPONENTI SEMPRE PIÙ COMPLESSI, LA CRESCENTE ARTICOLAZIONE DELLA PROGETTAZIONE STESSA, LA RIDUZIONE COSTANTE DEI TEMPI DI LAVORAZIONE E DEI BUDGET DISPONIBILI, SON TUTTE OTTIME MOTIVAZIONI PER ORIENTARSI ALL’APPLICAZIONE DEL LEAN IN AMBITO EDILE.

L’applicazione della Lean production al campo dell’edilizia

PHOTO BY RICARDO GOMEZ ANGEL ON UNSPLASH

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Ing. Davide Diotti Coordinatore settore Innovazione e Ricerca Eseb


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PHOTO BY ABDUL BAKAR ON UNSPLASH

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l settore edile, seppur facente parte dell’industria delle costruzioni, non può essere facilmente equiparato all’industria manifatturiera vera e propria. Questo perché risulta molto meno “standardizzabile” nei suoi processi, in quanto il risultato e quindi il prodotto da ottenere, spazia notevolmente in funzione della tipologia di cantiere e delle richieste del committente. Ciò non toglie però, che anche l’edilizia possa essere avvicinata ed introdotta in un contesto Lean, essendo l’adozione di processi snelli ed una gestione della catena di fornitura efficiente, una strada vantaggiosa per il raggiungimento degli obiettivi in termini di tempi e costi, qualità e controllo, maggiori margini di sicurezza per gli operatori e non di meno la produzione inferiore di rifiuti di cantiere. Per intraprendere questo percorso, è necessario però specificare che non solo le grandi aziende con un numero elevato di operatori sono idonee, ma anche le piccole e medie imprese con un numero ridotto di operatori si prestano all’implementazione, nel momento in cui presentino di base una buona organizzazione di impresa. Il concetto di Supply Chain, ovvero la gestione della catena di fornitura, rappresenta il complesso dei flussi di materiali ed informazioni volti a produrre e trasferire un prodotto al mercato. La collaborazione con i fornitori e la possibilità di attingere al loro know-how e al loro capitale intellettuale, rappresenta un’importante opportunità di innovazione sulle performance dei prodotti e dei processi e di riduzione dei costi relativi ad acquisti, trasporto e di produzione. Questo porta di conseguenza al risultato di un aumento generalizzato della competitività dell’impresa. Il concetto Lean e quindi di processo snello in edilizia, fu invece introdotto già nel secolo scorso, quando edifici di un certo rilievo e prestigio, furono realizzati in poco tempo mediante materiali funzionali, leggeri e di basso costo. Inizialmente questa metodologia fu accolta dall’industria delle costruzioni e dallo stesso mercato internazionale come una sfida, ma con il passare degli anni la ricerca e lo sviluppo per l’innovazione di prodotti modulari, hanno portato alla costruzione di strutture sempre più complesse e sofisticate. Ai giorni nostri, è innegabile che la Lean Construction sia una direttrice facilmente percorribile anche dalle piccole e medie imprese, in quanto i benefici attesi sono notevoli e soprattutto vanno a soddisfare quei requisiti richiesti dal mercato. L’utilizzo di componenti sempre più complessi, la crescente articolazione della progettazione stessa, la riduzione costante dei tempi di lavorazione e dei budget disponibili, son tutte ottime motivazioni per orientarsi all’applicazione del Lean in ambito edile. L’edilizia tradizionale, a livello organizzativo si può affermare che prevalentemente è basata su una produzione indirizzata a magazzino e a commessa. Questa tipologia di organizzazione, introduce un numero elevato di variabili, ma allo stesso tempo genera una sensazione di “tranquillità” nell’impresa, che vede il suo processo settembre/ottobre/2020

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sicuro e stabile. Modificare ed implementare logiche di processo differenti da quelle da sempre utilizzate è sempre un passo difficile, di conseguenza si fatica a vedere i benefici che la nuova struttura organizzativa Lean può portare, seppure siano oggi consolidati anche per un generico cantiere edile. La prefabbricazione leggera degli elementi strutturali per esempio, porta infatti una serie di vantaggi indiscutibili a partire dal controllo della qualità delle lavorazioni, in quanto un processo standardizzato, porta inequivocabilmente ad una produzione più rapida e con maggiore qualità del prodotto finale. Allo stesso tempo anche la sicurezza in cantiere si vede notevolmente incrementata, in quanto la possibilità di definire delle procedure operative di mon-

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scelta dei materiali alle modifiche in corso d’opera. Ad esempio si potrebbero citare l’utilizzo di tecnologie quali RFID systems, utili per una tracciabilità del materiale, o i PDAs (Personal Digital Assistants) essenziali sia per la direzione di cantiere che per un controllo dei progressi di costruzione dell’opera. Anche un maggiore ed innovativo utilizzo di modelli dimostrativi e di ricerca, a cui dovrebbero dedicarsi soprattutto i reparti dell’R&D d’impresa, hanno come obiettivo finale quello di migliorare non solo i processi di costruzione ma anche le procedure interne aziendali, aggiornando la direzione su quelle che sono le nuove tecnologie ed i materiali presenti sul mercato. Inoltre, risultano efficienti le misurazioni delle performance di cantiere volte a

logie che favoriscano il collegamento e la raccolta in formato digitale di tutti i dati rilevanti di un’opera costruttiva (BIM), favoriscono l’interoperabilità di tutti gli attori del processo migliorando l’efficienza di cantiere attraverso la creazione di un’interfaccia comune (Information Technologies) in tutti i processi decisionali dello stesso, dalla PHOTO BY MODERN AFFLICTION ON UNSPLASH

taggio in cantiere, limitano notevolmente le interferenze tra gli operatori. Non da meno è la scelta delle materie prime da utilizzare e l’eliminazione degli sprechi, cosa che determina una riduzione sostanziale dei costi di approvvigionamento. Come ultimo punto, ma non per importanza, troviamo la possibilità di lavorare in parallelo, operando produttivamente “off-site” e costruendo “in-site”. Questa cosa incide notevolmente sui tempi, andando ad impiegare squadre di operatori contemporaneamente su più fronti e di conseguenza aumentare la loro produttività. Ciò di cui necessita oggi l’industria delle costruzioni in Italia, è di una maggiore volontà e consapevolezza negli investimenti e nella sperimentazione di nuove tecniche organizzative e digitali. L’utilizzo di tecno-

Ciò di cui necessita oggi l’industria delle costruzioni in Italia, è di una maggiore volontà e consapevolezza negli investimenti e nella sperimentazione di nuove tecniche organizzative e digitali. L’utilizzo di tecnologie che favoriscano il collegamento e la raccolta in formato digitale di tutti i dati rilevanti di un’opera costruttiva.

una sempre maggiore efficienza ma anche a supporto dell’innovazione di settore. Concludendo, si vuole lasciare il lettore all’elaborazione di una sua personale riflessione, osservando che l’implementazione anche di solo una di queste attività sopra elencate, può favorire la crescita, l’acquisizione o il perfezionamento passo passo delle altre. Da molti anni la produzione snella e il miglioramento continuo dei processi sono principi consolidati per le aziende industriali che desiderano lavorare in modo redditizio ed efficiente in termini di costi. I moderni sistemi modulari Lean Production permettono infatti di trasformare le idee del processo di miglioramento continuo in soluzioni concrete in maniera molto più efficiente rispetto al passato anche per quanto riguarda la produttività di cantiere.


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leggi&decreti

Un’estate calda di... normative

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Dal decreto agosto, sino alle modifiche sul superbonus e il tanto discusso decreto semplificazioni, le vacanze degli italiani sono state un tumulto di normative. Ecco una sintesi delle novitĂ piĂš significative.


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estate 2020 è stata calda, anzi rovente. E non si fa riferimento solo alle temperature, ma soprattutto al tumulto normativo che ha sconvolto gli italiani anche sotto l’ombrellone. Il Governo ha lavorato ininterrottamente sfornando decreti, festivi compresi, tenendo i cittadini con il fiato sospeso anche in vacanza. Decreto agosto Alla vigilia di Ferragosto, qualche giorno dopo la riunione del Consiglio dei Ministri che ha approvato il testo, è stato pubblicato il Decreto Agosto. Il provvedimento, che ha seguito i decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio e Semplificazioni, ha stanziato 25 miliardi di euro con l’obiettivo di favorire la ripresa del sistema produttivo del Paese. Un testo composto da oltre un centinaio di articoli, che scorrono lungo 54 pagine, con decine di rimandi ad altre norme. Un vero e proprio calderone che include gli argomenti e gli ambiti più disparati: dagli stabilimenti balneari, sino al bonus baby-sitter, dalle aggiunte fatte al superbonus, sino a misure riguardanti il fisco e il lavoro. Ce n’è davvero per tutti. Tra i numerosi interventi sono state incluse delle proroghe di alcuni sostegni economici già previsti dai decreti emanati in precede. Prefigurano, infatti, la proroga della cassa integrazione estesa sino a 18 settimane totali (9+9) per i periodi compresi fra il 13 luglio e il 31 dicembre 2020, alla quale viene affiancato anche il blocco dei licenziamenti. In merito alla politica del lavoro, sono state numerose le modifiche nelle quali è intervenuto il decreto, come l’aumento delle pensioni di invalidità civile al 100% e le proroghe di NASpI e Dis-Coll. Inoltre, è stata prevista una decontribuzione del 100% per 4 mesi, per le aziende che richiamano i lavoratori in cassa integrazione e di 6 mesi per tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato, anche per i lavoratori stagionali, ma solo per 3 mesi. A queste misure fiscali, si aggiungono anche altre agevolazioni rivolte sempre alle partite IVA come il rinvio del saldo IRPEF e IRAP e l’esenzione dalla TOSAP, la tassa di occupazione del suolo pubblico. Con l’obiettivo di far ripartire il turismo e

incentivare il circolo dell’economia, sono stati predisposti anche dei contributi a fondo perduto per attività commerciali inserite nei centri storici delle città turistiche. Mentre sono stati stanziati oltre 500 milioni di euro per il sostegno alla filiera dell’automotive destinati al bonus rottamazione e all’inserimento delle colonnine di ricarica elettrica. Non sono mancate anche le modifiche al Superbonus che hanno interessato i condomini e gli immobili censiti nella categoria A9, cioè le dimore storiche e i castelli. Per il primo caso, c’è stato un lavoro di semplificazione dei condomini. Infatti, per autorizzare qualsiasi intervento incluso nel superbonus 110% sarà sufficiente per questa tipologia di immobili ottenere la maggioranza degli intervenuti all’assemblea, basta che questi rappresentino almeno un terzo del valore dell’edificio. In questo modo l’incentivo sarà più immediato. L’agevolazione si estende anche alle dimore storiche, inizialmente escluse dalla prima stesura del provvedimento, purché siano aperte al pubblico.

Le normative dell’agenzia delle entrate per il superbonus Mentre su un fronte il Governo operava incessantemente per portare a compimento il decreto di agosto, dall’altra parte anche l’Agenzia delle Entrate ha lavorato senza sosta per portare a termine le linee guida sul Superbonus. L’8 agosto, con la pubblicazione del provvedimento attuativo, si è completato il quadro di regole che hanno consentito la piena applicazione della detrazione per l’edilizia. Le novità principali hanno riguardato lo sconto in fattura e la cessione del credito oltre che l’allargamento delle platee. L’accesso al superbonus, infatti, è stato allargato anche ai familiari e ai conviventi di fatto del possessore detentore dell’immobile, sempre che siano loro a sostenere le spese per i lavori. L’incentivo vale anche per gli interventi su un immobile diverso da quello destinato ad abitazione principale, nel quale può svolgersi la convivenza, ma non spetta al familiare su immobili locati o concessi in comodato d’uso. Ha inoltre diritto alla detrazione anche il promissario acquirente dell’immobile, a condizione che sia in possesso del contratto preliminare di vendita regolarmente stipulato. settembre/ottobre/2020

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Dl Semplificazioni

leggi&decreti

Il Decreto Semplificazioni è stato uno dei temi caldi dell’estate e fra tutti anche quello più discusso. Una lunga rassegna di normative pensate per snellire gli iter burocratici e per accelerare l’assegnazione delle commesse pubbliche, soprattutto nel periodo di pandemia in cui è stato necessario far fronte alle numerose emergenze che il nostro territorio si trova tutt’ora ad affrontare. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta il 16 luglio, è stato poi convertito in legge l’11 settembre incassando la fiducia da parte della Camera e del Senato, con sostanziali modifiche rispetto al testo principale già pubblicato inizialmente. Le novità introdotte sono molteplici e vanno dal campo degli appalti pubblici, all’edilizia privata e ambiente, sino alla digitalizzazione delle procedure amministrative. Fra i temi centrali del provvedimento è presente la deroga alla disciplina degli appalti pubblici in termini di procedure fino al 31 dicembre 2021. È stato previsto nella fattispecie l’affidamento diretto dell’appalto di lavori per importi inferiori a 150 mila euro, procedura che potrà avvenire anche con determina a contrarre o atto equivalente. Mentre per gli appalti di valore uguale o superiore a cinque milioni e trecentomila euro l’affidamento avverrà mediante procedura negoziata senza bando, con invito ad un numero definito di ope-

L’8 agosto, con la pubblicazione del provvedimento attuativo, si è completato il quadro di regole che hanno consentito la piena applicazione della detrazione per l’edilizia.

C’è stata un ulteriore apertura verso le persone che svolgono attività di impresa o arti professionali, ma solo se le spese si riferiscono a lavori effettuati su immobili appartenenti all’ambito “privatistico”. Sempre le partite iva potranno inoltre usufruire del bonus per gli interventi realizzati sulle parti comuni degli edifici condominiali, quando gli stessi soggetti partecipano alla ripartizione delle 28

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spese in qualità di condòmini. Inoltre, sono state incluse nelle spese detraibili, anche gli importi accessori agli interventi, come i costi dei materiali, la progettazione e le altre spese professionali dalle perizie e sopralluoghi fino alle spese preliminari di progettazione, ispezione e prospezione. L’agenzia delle Entrate si è inoltre espressa in merito alle modalità di utilizzo della cessione

ratori in base agli importi. Inoltre, saranno possibili procedure senza bandi di gara in caso di urgenze legate all’emergenza coronavirus. Ulteriore novità anche per il capitolo legalità e i controlli antimafia in fase di aggiudicazione. Infatti, fino al 31 luglio 2021 per le verifiche antimafia riguardanti l’affidamento e l’esecuzione di contratti pubblici, si potrà procedere mediante il rilascio della informativa liberatoria provvisoria. Si segnala anche l'obbligo per tutte le stazioni appaltanti di dotarsi, per gli appalti sopra-soglia comunitaria, di un "arbitro" composto da tre o cinque membri, il cosiddetto collegio consultivo tecnico, per decidere in tempo reale le controversie in cantiere. Il nuovo provvedimento, inoltre, contiene non poche novità per quanto riguarda l’edilizia privata, l’urbanistica e l’ambiente con modifiche: al Dpr 380/2001 soprattutto per quanto riguarda la proroga straordinaria titoli edilizi e convenzioni, alla Legge 241/90 sulla conferenza di servizi in tema di procedimento amministrativo e, ancora, al Dlgs 152/2006 in materia di VIA e bonifiche ambientali. Altro aspetto importante tenuto in conto è stato snellire gli iter burocratici soprattutto per le pubbliche amministrazioni, attuando modifiche sulle modalità di lavoro e su alcuni limiti che hanno condizionato negli anni la libertà di operazione.

del credito, possibile già a partire dal 15 ottobre scorso, e dello sconto in fattura. In base all’opzione di pagamento scelta, l’utilizzatore dovrà annunciarlo all’Agenzia delle Entrate utilizzando il modello denominato “Comunicazione dell’opzione relativa agli interventi del recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti voltaici e colonnine di ricarica”, che è possibile scaricare anche online dal sito dell’ente. La comunicazione per essere valida deve essere inviata esclusivamente per via telematica dal 15 ottobre 2020 sino al 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese che danno diritto alla detrazione.

Le variazioni da segnalare sono quelle applicate alla responsabilità erariale e all’abuso d’ufficio. Per evitare il cosiddetto “sciopero della firma” da parte del funzionario pubblico, la colpa grave di un funzionario sarà perseguita solo nei casi di omissione di un’azione, mentre non lo sarà per i casi di azione, dove resta perseguibile solo il dolo. Invece per il reato di abuso saranno circoscritti i casi perseguibili. Il provvedimento, da ultimo, ha potenziato lo smart working, necessario a garantire ai propri dipendenti l’esercizio del proprio lavoro anche da casa in totale sicurezza e ha sostenuto un processo di digitalizzazione per eliminare l’eccessivo carico burocratico in capo alle diramazioni pubbliche. Per venire incontro a tale problematica sono state previste nuove regole per favorire l’identità e il domicilio digitale, oltre all’accesso ai servizi informatici da parte dei cittadini e la conservazione di informazioni e documenti in formato digitale. Molte di queste novità, nate per sbloccare città e opere pubbliche, che servono a far fronte non solo alla pandemia ma che puntano a velocizzare i lavori imponendo scadenze e tempistiche più restrittive rispetto a quelle precedenti, hanno però una durata limitata e saranno utili a sanare il problema solo temporaneamente. Si presenta ancora una volta la necessità di una soluzione definitiva.

I cessionari e i fornitori utilizzeranno i crediti d’imposta esclusivamente in compensazione, sulla base delle rate residue di detrazione non fruite dal beneficiario originario. Il credito d’imposta sarà fruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione, a decorrere dal giorno 10 del mese successivo alla corretta ricezione della comunicazione. In alternativa all’utilizzo diretto, a decorrere dal giorno 10 del mese successivo alla corretta ricezione della comunicazione, i cessionari e i fornitori potranno cedere i crediti d’imposta ad altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione.


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welfare ance Dai flexible benefit allo smart working, ogni piano di welfare aziendale ha una propria caratteristica che si adatta alle esigenze del lavoratore e dell’azienda, ma per sfruttarli al meglio occorre conoscerli.

Benessere in azienda, benessere dell’azienda

Tante soluzioni per una sola parola: welfare

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ongedi straordinari, voucher per la baby-sitter e, il protagonista indiscusso di questo periodo, lo smart working: per conciliare le esigenze della vita personale e professionale, il mondo del lavoro pone le aziende di fronte a nuove sfide e ostacoli da superare per massimizzare il benessere delle persone e la produttività. La soluzione? Adottare un piano di welfare aziendale che migliora e semplifica la vita quotidiana dei dipendenti e dell’impresa stessa.

Il welfare tradizionale proposto da CAPE e i nuovi servizi proposti da Ance Brescia In un momento in cui parlare di welfare va di moda, occorre ricordare che il sistema edile ne è stato il precursore da oltre cinquant’anni. In effetti, dal 1946 Cassa Edile Brescia eroga ai propri iscritti, sia imprese che lavoratori, prestazioni come sussidi sanitari e scolastici, assicurazioni agli infor30

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tuni, vestiario e calzature, fondi pensionistici e tanti altri servizi. Un modello di assistenza tuttora sicuro, solido e completo. Oggi, a quel modello, si affianca anche il nuovo servizio di prestazione dedicata all’attenzione del lavoratore proposto da Ance Brescia ai propri associati. La convenzione firmata con Edenred permetterà alle imprese e ai suoi collaboratori di godere dei vantaggi e degli gli strumenti erogati dall’azienda a supporto di un piano assistenziale cucito su misura. Inoltre, grazie al portale Easy Welfare offerto da Edenred, il dipendente può usufruire senza difficoltà dei benefits, con tutta la comodità che la digitalizzazione dei servizi può offrire. Più varia la proposta di iniziative messe a disposizione, più aumenta la possibilità che ogni collaboratore riesca a trovare le misure adatte alle sue esigenze. Occorre tenere sempre conto, però, delle agevolazioni previste dalla legge, che cambiano a seconda delle iniziative di welfare scelte. In-

fatti, ci sono diverse tipologie fra le quali un’impresa può optare, in modo da adottare un piano più vicino possibile alle proprie necessità e ognuna di queste soluzioni rientrano nella nuova prestazione.

Flexible benefit, una risposta diversificata alle esigenze dei collaboratori Con il termine flexible benefit si definisce un paniere di benefit offerto dall’azienda al proprio dipendente, il quale è libero di scegliere il servizio che più gli interessa, re-


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Il nuovo servizio welfare di Ance Brescia è attivo e a disposizione delle imprese. Per informazioni e approfondimenti è possibile inviare un'e-mail a francesco.zanelli@ancebrescia.it

stando dentro un budget di spesa complessiva prefissato. La varietà è molto ampia e possono rientrare sia misure del welfare aziendale per il quale è prevista la totale decontribuzione e detassazione (ad esempio servizi sanitari e di assistenza, di istruzione e formazione o di previdenza e tempo libero), sia misure per le quali le agevolazioni fiscali sono limitate oppure assenti.

Fringe benefit, un incentivo in più per il benessere del lavoratore

Ognuna di queste soluzioni rientrano nel nuovo servizio offerto da Ance Brescia alle proprie associate. La convenzione firmata con Edenred permetterà alle imprese e ai suoi collaboratori di godere dei vantaggi e degli gli strumenti erogati dall’azienda a supporto di un piano assistenziale cucito su misura.

I fringe benefits, sono «benefici accessori» alla retribuzione, ossia elementi aggiuntivi alla busta paga che, vengono riconosciuti ai lavoratori al fine di integrare il loro normale compenso o incentivarli a una maggiore produttività. Rientrano in questa tipologia i buoni d’acquisto di vario tipo oppure l’automobile, lo smartphone o il pc aziendali. Tali benefit godono di una normativa e tassazione diversa. Secondo la legge se la somma dei buoni acquisto supera il tetto annuo di 258,23 euro questo tipo di spesa entra a far parte del reddito del dipendente, che è quindi chiamato a pagarne le tasse e i contributi. Novità di quest’anno, la quota è stata innalzata portando il limite per la detassazione di beni e servizi a 516,64 euro.

Le opportunità dell’employee saving I pacchetti di welfare aziendale più innovativi prevedono anche l’accesso a portali di scontistica e promozioni riservate. Quella dei sistemi di employee saving è una soluzione che non va a incidere sulla tassazione dei redditi dei dipendenti — che fanno shopping direttamente con i loro soldi, senza intermediazione dell’azienda — ma ne aumenta il potere di acquisto. Grazie alle convenzioni con esercenti di vario tipo, i portali di scontistica offrono prodotti diversi: quasi sempre elettronica e abbigliamento ma anche vino e alimentari, cene, notti in hotel, biglietti per cinema, teatri, musei.


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a disponibilità di materie prime è un fattore determinante per il settore edile. L’estrazione dei materiali utili alla costruzione è imprescindibile per la realizzazione delle nostre case, delle scuole, degli uffici, delle strade e delle città. Ma il fatto che sia imprescindibile non vuol dire che sia esonerata da ogni criterio di progettualità e di controllo. I luoghi di giacimento devono essere studiati sotto tutti i loro aspetti e l’escavazione deve essere svolta con rispetto nei confronti della collettività e dell’ambiente. L’attività estrattiva causa inevitabilmente un cambiamento dello stato dei luoghi e impatta nell’habitat circostante, negli ecosistemi locali e nel paesaggio. Far convivere il lavoro che viene svolto nelle cave con la sostenibilità ambientale non è impossibile, ma richiede tempo, forza di volontà da parte delle aziende e rispetto delle regole. La pianificazione delle attività estrattive in Lombardia è disciplinata dalla legge regionale 14 del 1998. Ogni provincia lombarda ha elaborato il proprio piano approvato dal Consiglio Regionale, con la valenza massima di dieci anni per i settori sabbia, ghiaia e argille e di venti per quello lapideo. La normativa definisce la localizzazione, i tipi e le quantità di sostanze di cava estraibili, le modalità di escavazione, le norme tecniche da osservare nell'esercizio dell'attività e le norme relative al recupero ambientale. Nello specifico, il piano definisce che una volta concluso l’utilizzo del giacimento è in capo al proprietario di tale sito il suo ripristino, cioè l’avvio di un progetto di rinnovo ambientale. Questa pratica ha portato alla nascita di oasi naturali e progetti innovativi spesso donati alla comunità, che hanno sfatato il mito dello sfruttamento spietato, lasciando spazio al concetto di opportunità. Un esempio è il lavoro realizzato dal Gruppo Gatti. L’azienda con 32

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Recupero delle cave: da spazi vuoti a beni per la comunità

La riqualificazione ambientale di un'area estrattiva, se inserita in un progetto di valorizzazione che va oltre il semplice ripristino, può diventare un vantaggio per il territorio e per tutta la collettività. A supporto della tesi? Due virtuosi esempi di recupero realizzati dall'azienda Gruppo Gatti.


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Il laghetto dei Cigni

sede a Berlingo, fondata nei primi anni sessanta da Andrea Gatti, ha iniziato la sua attività focalizzandosi sull’estrazione e commercializzazione di materiale inerte, sabbia e ghiaia, per poi allargare le proprie competenze e dedicarsi anche al preconfezionamento di calcestruzzo. L’impresa, oggi guidata da Corrado figlio del fondatore, possiede più di ottanta macchinari e conta un centinaio di dipendenti, mantenendo sempre una conduzione di carattere più famigliare. I giacimenti tenuti da Gruppo Gatti si estendono in tutto il territorio bresciano. Negli anni, alcuni di questi siti sono stati oggetto di un ripristino ambientale degno di nota, inserito in ampi progetti dalla visione sostenibile sia per l’ecosistema che per la comunità.

Il primo sito ripristinato in modo virtuoso è il Laghetto dei Cigni, che si trova nella cittadina di Berlingo, sede dell’azienda. Un’area rigogliosa che si estende su settantamila metri quadri, intorno ad uno specchio d’acqua, casa di diverse specie d’animali fra i quali una meravigliosa coppia di cigni. I cittadini di Berlingo amano passeggiare sulle sponde del parco e quasi hanno dimenticato che in principio, quello stesso posto in cui trascorrono le proprie domeniche soleggiate, fosse in realtà una cava. Infatti, il territorio in passato era una zona molto fertile di depositi litologici e così negli anni sessanta il Gruppo Gatti ha dato vita a un bacino estrattivo di materiale di ghiaia e sabbia destinata al mondo edilizio. Gli scavi si conclusero a metà degli anni ottanta e nel 2000 venne predisposto un piano per il recupero ambientale del sito. Nello studio del progetto, però, c’era la volontà di donare alla cittadina di Berlingo, quella stessa città che ha visto nascere il Gruppo Gatti, un luogo dedicato alle famiglie e al piacere di stare insieme circondati dalla bellezza della natura.

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Nasce da questo desiderio l’idea del Lago dei Cigni: un’oasi naturalistica dominata dal verde, restituita al territorio e alla comunità. Nell’aprile del 2002, l’azienda ha concesso l’area in comodato d’uso gratuito al Comune di Berlingo che ne ha affidato la gestione all’Associazione Anziani e Pensionati “Facciamo Centro”. Il parco è caratterizzato da un laghetto centrale che si estende per cinquantotto mila metri quadri, con una profondità di quasi venti metri. Attorno allo specchio d’acqua sono state recuperate le essenze più caratterizzanti della zona, come le piante da frutto selvatiche e i cespugli a bacche, oltre ad essere stati introdotti nuovi tipi di vegetazione. Si è così creato il luogo ideale per l’insediamento di specie animali, quali pesci, oche anatre e anche una coppia di splendidi cigni, i quali hanno ispirato la comunità nella scelta del nome da attribuire al parco. Il lago è circondato da un lungo sentiero percorribile con la bicicletta, oppure a piedi approfittando delle giornate di sole per una corsetta rigeneratrice. Mentre l’associazione, che gestisce il parco da quasi vent’anni, allieta i frequentatori con attività di informazione e aggregazione, oltre a impegnarsi quotidianamente per la manutenzione dell’area.

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Il lago degli Urcei Una storia più recente lega la ex-cava di Orzivecchi, sempre di proprietà del Gruppo Gatti, a un moderno progetto di rigenerazione ambientale. L’attività di estrazione nella cava, anche questa di sabbia e ghiaia, è iniziata negli anni settan-

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ta ed è andata avanti fino al 1999. Dopo che il piano provinciale cave ha ampliato il bacino estrattivo sul territorio di Orzinuovi, è rimasto in località Fienil Nuovo uno specchio d’acqua di circa centodiecimila metri quadri circondato da altrettanti quarantamila mila metri quadri di sponda, che è stato poi riconvertito in parco pubblico dal Gruppo Gatti e in seguito attrezzato.

A partire dal 2007, l’impresa originaria di Berlingo ha destinato la zona ad uso naturalistico e ricreativo, garantendone l’utilizzo in convenzione con il Comune. Da tale accordo è nato il Parco degli Urcei, un complesso costituito da un laghetto dalle acque profonde e limpidissime e da sponde verdeggianti arricchite da piante e alberi del territorio. Il parco è diventato un luogo di ritrovo per gli abitanti del posto, i quali possono godere della tranquillità di un’oasi costituita da prati ricchi di fauna e dolci conigli che fanno capolino dalle recinzioni di confine. L’area dispone di un punto di ristoro e di una zona attrezzata per la pesca sportiva. L’acqua azzurra di falda fa del laghetto un paradiso dei pescatori della bassa, che lo frequentano spesso con famiglia al seguito, dato che è consentito cucinare all’aperto. Mentre, grazie al percorso vita gli avventori possono approfittare degli attrezzi per fare del sano movimento e rigenerarsi a contatto con la natura.Nel 2018 l’area è stata presa in gestione dalla società cooperativa IPNES che si occupa della cura delle aree a fini spor-

tivi, ricreativi e di ristorazione, oltre che alla rivalutazione e bonifica dei bacini d’acqua. L’impresa collettiva ha svolto diversi cambiamenti con lo scopo di far vivere con maggiore frequenza l’area ai cittadini, introducendo attività sportive d’acqua come il noleggio dei pedalò, delle canoe, dei sup — una variante del surf in cui si sta sulla tavola in piedi — e la possibilità di fare wakeboard. La scelta per chi ha il piacere di svolgere esercizi all’aperto non si conclude solo con gli esempi sopra citati. Presso il Parco degli Urcei è possibile dilettarsi con la pesca sportiva e in futuro anche di divertirsi, non solo godendo dell’area relax accanto al chiosco attrezzato, ma praticando corsi di yoga, fitness oppure di ginnastica.


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gruppo giovani Dopo un lungo periodo, i giovani soci tornano a ritrovarsi proponendo iniziative che hanno come argomenti di riferimento la digitalizzazione e la formazione professionale

a riprendere. Dai progetti di digitalizzazione fino agli incontri specializzanti, ogni appuntamento è un’occasione per acquisire nuove conoscenze utili per il proprio lavoro, lasciando anche lo spazio ad una chiacchiera e al piacere di stare insieme.

Superbonus 110%, come muoversi fra opportunità e criticità

Il Gruppo Giovani in piena attività

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ono riprese le attività del Gruppo Giovani di Ance Brescia. Dopo il periodo di arresto, dovuto a circostanze imprescindibili, i ragazzi hanno ricominciato con più carica di prima, spinti dal desiderio di riconquistare le proprie abitudini per risollevarsi e ripartire. Rivedersi, confrontarsi sulle questioni quotidiane che li accomunano lavorativamente, trovare degli spunti utili per la risoluzione dei problemi e ancora rivivere l’Associazione e i suoi ambienti, come il punto di riferimento in cui l’edilizia non è solo un set-

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tore, ma un sintomo di appartenenza che stimola a migliorarsi e migliorare, per sé stessi e per gli altri colleghi. Sono stati questi gli aspetti che sono mancati ai ragazzi e che grazie alle prime attività sono riusciti

La prima occasione d’incontro è stato l’appuntamento dedicato al Superbonus 110%, che si è svolto sia in presenza, presso la sede in via Ugo Foscolo, che in modalità di videoconferenza. Un tema caldo e voluto all’unanime dal Consiglio direttivo del Gruppo Giovani, spronati dalle numerose richieste ricevute. Il seminario, tenuto dal funzionario dell’area fiscalità di Ance Brescia Enrico Massardi, ha illustrato la normativa scendendo nel particolare tecnico, per offrire ai presenti consigli utili su come predisporre il lavoro e le tempistiche da rispettare. La criticità più importante riscontrata nella richiesta dell’agevolazione è la parte documentale che risulta lunga, complessa e colma di passaggi. Basti pensare che occorrono fino a quaranta documenti diversi e nel caso in cui si presentasse qualche errore nella compilazione o nella tempistica si correrebbe incontro al rischio dell’annullamento della pratica. Per questo è necessario che l’azienda sia informata, precisa e organizzata. Un lavoro preventivo e propedeutico nella ricerca delle giuste risorse da destinare è essen-


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ziale. La chiave è muoversi per tempo, costruire al proprio interno un gruppo di lavoro dedicato e affidarsi a collaboratori di fiducia e preparati, restando sempre vigili in ogni passaggio. Occorre, inoltre, valutare bene quale modalità di pagamento scegliere, se lo sconto in fattura o la cessione, perché in base a quello scelto cambiano sia le procedure che le tempistiche. Nel caso della cessione del credito, l’azienda deve accertarsi già in fase di trattativa che l’agevolazione copra ogni lavoro svolto. I dettagli da valutare sono tanti, per questo, solo dopo aver studiato bene il progetto e aver conosciuto tutte le dinamiche, l’impresa può definire se accettare il lavoro oppure se le conviene non prenderlo in carico.

Un’iniziativa per guidare le imprese verso la digital transformation Il digitale è sicuramente uno dei temi più cari ai giovani di Ance Brescia, i quali rispecchiano anche l’attenzione condivisa della stessa Associazione verso tale argomento. Ne è un esempio la volontà, espressa già in occasione della prima riunione che ha aperto l’anno del Gruppo Giovani, di partecipare al progetto SELFI 4.0 (self digital assessment) avviato dal PDI (punto impresa digitale) della Camera di Commercio,

per diffondere i vantaggi della digitalizzazione presso le pmi supportandole nell’adozione delle tecnologie abilitanti. Il progetto si svolge in due step: nel primo viene eseguita una mappatura della maturità digitale dell’impresa attraverso un test di autovalutazione, nel secondo invece l’azienda può usufruire dei consigli e della consulenza diretta di uno specialista per capire come incrementare la propria produttività attraverso la tecnologia. Per quanto possa sembrare un argomento banale, ad oggi la digitalizzazione è ancora un tallone d’Achille per le aziende italiane legate a metodiche obsolete dalle quali si separano con difficoltà. Secondo i dati rilevati proprio da Uninocamere il 64% degli imprenditori italiani non ha ancora valutato la possibilità di avviare attività formative per favorire la digital transformation. Aderendo a SELFI4.0 le aziende hanno a disposizione uno strumento utile e di facile applicazione per valutare la maturità digitale e per fornire servizi di orientamento personalizzati verso strutture tecnologiche più specializzate, quali i Digital Innovation Hub e i Centri di competenza ad alta specializzazione. I ragazzi del Gruppo Giovani sono gli apripista di questa utile convenzione, che è stata estesa anche a tutte le imprese associate. La possibilità di svolgere il test è ancora attiva. Per tutti gli interessati, basta inviare una mail a paola.arici@anebrescia.it.

Il Gruppo Giovani approda su Instagram Non si può parlare di digitalizzazione senza parlare di social. Da semplici mezzi di piacere e divertimento, sono diventati ormai strumenti professionali necessari, inseriti nelle strategie di marketing di ogni azienda, a partire dalla multinazionale sino alle PMI. La sensibilità al tema tecnologia passa anche dal modo di gestire il rapporto con gli altri e con il mondo esterno, sfruttando strumenti di comunicazione di riferimento per la propria generazione. Nasce con questo obiettivo la nuova pagina Instagram del Gruppo Giovani. Un punto di riferimento in cui vengono pubblicate le iniziative del collettivo, ma anche le ispirazioni alle tematiche più interessanti da condividere con i propri colleghi e i momenti di svago per rientrare nella sfera più colloquiale e leggera dei social. Un mix perfetto di informazione e connessione che sarà di sicura ispirazione per tutti i giovani imprenditori del settore. “Ho aperto questa pagina durante il lockdown – ha raccontato Alberto Bergomi, Presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia –. L’idea è nata da una necessità: essere connessi e darsi forza durante un momento difficile. Passata l’emergenza, ad oggi rappresenta un utile mezzo di comunicazione per dare maggiore visibilità al nostro impegno”. L’account è registrato con il nome @ance_giovani_brescia ed è già pieno di contenuti comprese le immagini realizzate durante l’evento sul Superbonus 110%.

SEGUI @ance_giovani_brescia

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Ance Brescia sostiene l’Università Statale per l’economia circolare

L’associazione di via Foscolo finanzia il dottorato di ricerca sugli aggregati riciclati avviato dal dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Brescia 38

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a ricerca è la chiave del progresso e il settore edile ne è ben consapevole, perché grazie alle nuove scoperte tecniche e scientifiche è stato in grado di migliorare il lavoro di tutti rendendolo più efficiente. Ma da una decina di anni a questa parte il progresso è associato al concetto di sostenibilità e ha assunto una forma più attuale conosciuta con il termine di economia circolare. L’argomento è oggetto di numerose ricerche avviate dal dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica dell’Università di Brescia, diretto con lungimiranza dal professor Giovanni Plizzari. Ne è un esempio il lavoro di analisi iniziato dal gruppo guidato dalla professoressa Sabrina Sorlini sui materiali di scarto provenienti dal settore delle costruzioni. Il dottorato, sostenuto finanziariamente anche da Ance Brescia, prende in esame tre aziende responsabili di tre diversi impianti di trattamento nell’arco temporale di un triennio, con il fine di studiare il riciclo degli aggregati dei rifiuti di costruzione e demolizione, per poterli poi impiegare in altre lavorazioni quali calcestruzzo,


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fabbricazioni stradali e opere geotecniche. “Nonostante ora si parli molto di sostenibilità, in realtà la nostra ricerca è iniziata in tempi non sospetti, ancor prima che l’argomento diventasse di moda.” Racconta il professore Plizzari dichiarando che lo spunto dello studio è nato nel 1998 a

recupero di tale materia. Inoltre, c’era un’altra motivazione che ci ha spinto a sposare questa tesi, cioè il dispiacere enorme che provavamo nel vedere tutti quei materiali gettati in discarica, mentre potevano essere riutilizzati e vivere una seconda vita. Per tale motivazione lo studio si è concentrato sui rifiuti di maggior interesse per il territorio bresciano in termini quantitatiQuali sono i problemi vi, come ad esempio principali per le imprese le scorie di acciaieria, che devono smaltire e i fanghi di depuraziorecuperare i rifiuti da ne, scorie di trattacostruzione e demolizione? mento per il recupero di piombo e zinco dalle emissioni delle polseguito dalla tesi di laurea della veri delle acciaierie”. professoressa Sorlini, incentraGrazie a questo bagaglio di ta sulla valorizzazione dei rifiuti esperienze acquisito negli anni, come impiego e riutilizzo nel il gruppo di studio ha valutato settore delle costruzioni. “L’idea le differenti tipologie di applicavalcava l’onda del decreto cazione, principalmente nel setRonchi, entrato in vigore nello tore delle costruzioni, per l’imstesso anno. Il provvedimento piego dei materiali sottoforma regolamentava la gestione dei di aggregati da adoperare per rifiuti e aveva introdotto delle la produzione di calcestruzzi rilevanti novità sul tema — arcon diverse caratteristiche pregomenta il professor Plizzari — stazionali. In concomitanza in tra cui quella di incentivare il altri dipartimenti veniva appro-

fondito l’utilizzo sempre degli aggregati, ma nel settore geotermico stradale. Si è pensato di mettere in sinergia le diverse competenze per riuscire ad attuare un approccio integrato. La scelta è risultata vincente perché ha permesso di valutare, da un lato gli sviluppi che possono avere questi materiali sulla salute delle persone e sull’ambiente, mentre dall’altro è stato possibile capire la componente delle caratteristiche tecniche che sono requisiti fondamentali per garantire il loro utilizzo.

I dati rilevati dalla ricerca La decisione di concentrarsi sui rifiuti generati dai lavori di costruzione e demolizione è stata dettata da una valutazione di presenza quantitativa di tali materiali. Infatti, a livello nazionale ne vengono prodotti circa sessanta milioni di tonnellate, che rappresentano il 40% di tutti i rifiuti speciali generati in Italia, quindi circa la metà. Mentre, solo in Lombardia ne vengono prodotti dodici milioni di tonnellate.

Secondo la ricerca svolta sulle tre aziende responsabili dei tre impianti di trattamento, i flussi maggiormente gestiti sono i rifiuti misti, che non derivano da demolizioni totali di strutture o prefabbricati, ma più da attività di micro-demolizioni, quindi lavori come il rifacimento di bagni o cucine spesso realizzati da soggetti privati. Questo indice conferma la forte eterogeneità di tali materiali, che possono essere di diversa provenienza e struttura. Anche la situazione regionale riflette quella nazionale con circa il 90% del materiale ricavato da interventi di micro-demolizioni, mentre solo il 10% derivato da lavori di grandi demolizioni come singoli capannoni o interi stabilimenti.

I problemi di smaltimento e recupero per le aziende Quali sono i problemi principali per le imprese che devono smaltire e recuperare i rifiuti da costruzione e demolizione? La difficoltà più grande riscontrata settembre/ottobre/2020

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dalle aziende prese in analisi è quella di riuscire a trovare una locazione sul mercato. Infatti, sono presenti delle resistenze da parte degli utilizzatori, dovute al timore di non essere garantiti in merito alle caratteristiche tecniche e funzionali possedute dai prodotti in esame, con le conseguenti preoccupazioni per per il risultato finale. Un atteggiamento legato anche all’estrema variabilità di questi materiali che, come già accennato, risultano eterogenei. Quindi, nonostante vengano trattati per poi ottenere l’aggregato riciclato, il derivato può comunque mantenere delle variabilità a livello di caratteristiche fisiche e chimiche, le quali possono apportare modifiche in termini di qualità. L’altra difficoltà è legata agli aspetti ambientali. Infatti, l’utilizzo di questi materiali per alcune applicazioni di tipo diretto nell’ambiente, come un sottofondo stradale o un sottofondo di pavimentazione, necessita dell’esecuzione del test di cessione previsto dal decreto del ‘98. Tale aspetto pone un problema a livello normativo, perché alcuni materiali non rispettano i limiti previsti da questo esame di validazione. Per riuscire a risolvere tale difficoltà oggi è in discussione al tavolo ministeriale la proposta di End of waste, il decreto per la cessazione e la qualificazione di rifiuto che propone di introdurre una certa flessibilità nella richiesta dei requisiti soprattutto di tipo ambientale. “Ci sono ancora aspetti di tipo tecnico e scientifico relativamente a questi materiali, che devono essere risolti prima di aprire la pista al recupero degli aggregati”, spiega la professoressa Sorlini, per poi concludere: “C’è ancora tanta strada da fare soprattutto a livello normativo, per permettere di avere maggiore chiarezza e riuscire a sbloccare alcuni paradossi creatisi nel tempo. Solo così sarà possibile incentivare le buone pratiche di un’economia circolare”. 40

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Tecnici preparati per un’edilizia moderna e sostenibile Prof. Giovanni Plizzari Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di matematica Università degli Studi di Brescia Si ringrazia il “Giornale di Brescia” per la gentile concessione.

Dopo il primo anno di attività è tempo di bilanci per il corso di laurea professionalizzante in Tecniche dell’Edilizia dell’Università degli Studi di Brescia. Come è successo in tutte le università del mondo a causa della pandemia Covid-19, il secondo semestre si è svolto quasi completamente in teledidattica senza interruzioni o rallentamenti nei programmi e nella qualità dell’insegnamento. Anche se il rapporto umano tra docente e allievi è un aspetto fondamentale nella didattica, le lezioni on line hanno avuto esiti più che soddisfacenti; a partire dal prossimo semestre, torniamo parzialmente in presenza, nel pieno rispetto delle regole sanitarie. L’Università degli Studi di Brescia sta dedicando molte energie alla riorganizzazione dei corsi per garantire il regolare svolgimento dei programmi e ridurre al minimo i disagi per gli studenti. Dopo un anno di corsi, non dobbiamo dimenticare le motivazioni che hanno portato all’avvio del nuovo iter formativo, ovvero la necessità, evidenziata ripetutamente dal mondo del lavoro (Collegio dei Geometri e Geometri Laureati, Collegio Costruttori e Cassa Edile, che hanno anche contribuito finanziariamente all’iniziativa), di avere tecnici prearati per l’edilizia moderna e sostenibile. La progettazione degli edifici, disponendo ora di nuovi strumenti, come la geomatica (che fa anche utilizzo di droni per il rilievo) o il Building Information Modelling (BIM), si integra sempre di più con la

fase realizzativa nell’ottica di rendere i nostri cantieri sempre più efficienti e in sintonia con le scelte progettuali. In aggiunta, i problemi ambientali e i costi energetici chiedono edifici sempre meno dispendiosi e in grado di sfruttare al meglio l’energia a disposizione, magari autoprodotta con fonti di energia naturali come quella solare o geotermica. È sempre più diffusa l’idea di avere edifici autosufficienti dal punto di vista energetico, che evitino (o riducano al minimo) l’utilizzo di energie non rinnovabili, nell’ottica di una vera e opportuna sostenibilità. Una naturale esigenza di chi vive in una costruzione è poi la sicurezza perché tutti vogliamo sentirci al sicuro anche quando si verificano terremoti o eventi metereologici molto severi come le trombe d’aria che, negli ultimi anni, hanno colpito particolarmente il nostro territorio.

Purtroppo, molti edifici presenti nel nostro Paese, costruiti quando ancora non c’era la piena consapevolezza di tante problematiche che ora sono ben note (e le normative del tempo non le consideravano), evidenziano notevoli vulnerabilità che però possono essere superate con le nuove conoscenze nel settore. Questa particolare situazione porta ad un grande bisogno di riqualificare il costruito esistente. Lo Stato ha capito questo bisogno riconoscendo forti incentivi per riqualificare il patrimonio edilizio esistente attraverso un’edilizia attenta alla riduzione dei consumi energetici e alla sicurezza. Anche per questo, dopo tanti anni di crisi, l’edilizia sta ora vivendo un momento storico molto favorevole. Questo richiede un numero crescente di tecnici preparati, sia negli studi professionali sia nelle imprese di costruzione, per portare al loro interno le tante novità disponibili tra le tecnologie e i materiali avanzati, per fare ripartire l’edilizia con un nuovo passo; ciò è dimostrato dalla forte richiesta dalle aziende del settore che resta ancora inevasa. Trattandosi di un corso di laurea professionalizzante, Tecniche dell’Edilizia è strutturato per favorire l’inserimento immediato nel mondo del lavoro, tanto che il terzo anno è interamente dedicato agli stage da svolgersi presso imprese o studi professionali. Per informazioni sul corso di laurea: orientamento@unibs.it.


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Digitalizzazione e superbonus

di Angelo Luigi Camillo Ciribini Professore eLux Lab, Università degli Studi di Brescia

In questo presumibilmente lungo periodo di transizione dal documento al dato, ovverosia da antichi a nuovi, talvolta inediti, business model, la identità e il ruolo dell’impresa di costruzioni (e del costruttore) assume un rilievo decisivo, perché, in definitiva, in palio è la natura «industriale» dell’attività imprenditoriale per il settore.

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a digitalizzazione, quale fenomeno ineludibile, non evitabile nel medio periodo, sembra essere ormai, almeno a livello di retoriche, accettata unanimemente nel settore delle costruzioni. In realtà, di là da forti resistenze più tacite che non esplicite, la centralità del ruolo del dato, invece che del documento, promette di rimettere in discussione il posizionamento dei diversi attori del processo edilizio nelle catene del valore e della fornitura. In questo presumibilmente lungo periodo di transizione dal documento al dato, ovverosia da antichi a nuovi, talvolta inediti, business model, la identità e il ruolo dell’impresa di costruzioni (e del costruttore) assume un rilievo decisivo, perché, in definitiva, in palio è la natura «industriale» dell’attività imprenditoriale per il settore. Le potenzialità che il sistema dei sisma e degli eco bonus e super bonus, la cui attuazione avverrà giusto nell’arco temporale coincidente con la trasformazione digitale, saranno, ovviamente, esplicitate in termini prevalentemente analogici, ma già il loro ambito di applicazione sta a indicare come l’industrializzazione del comparto non passi necessariamente per la nuova costruzione e per la prefabbricazione.

Del resto, benché sia difficilmente ipotizzabile che gli interventi trainanti, edilizi ed impiantistici, siano nella loro maggioranza supportati da metodi e da strumenti digitali, a partire dal Building Information Modeling (Bim), è, al contrario, assai probabile che l’operato dei professionisti (tecnici e non) e degli imprenditori coinvolti nelle diverse procedure tecnico-amministrative avvenga entro piattaforme digitali sia nei confronti dei soggetti finanziari sia di quelli istituzionali (Agenzia delle Entrate ed Enea), oltre che di committenti e di Enti locali. Si tratterà, certo, di una dematerializzazione dei processi tecnico-amministrativi poco attinenti alla digitalizzazione vera e propria che si preannuncia per il settore nel prossimo futuro, ma essa corrisponderà, pur sempre, a una dimensione ibrida, quale preludio al cambiamento strutturale. Al contempo, però, il rimanere quasi esclusivamente nella sfera documentale, del documento dematerializzato, circostanza di fatto obbligata, mette in risalto quella discontinuità nei flussi informativi e nella generazione di valore che ha sinora reso il comparto antagonista, frammentato e conflittuale. Il punto tuttavia è che, nella fattispecie, questa discontinuità,

questa soluzione di continuità, corrisponde con una ulteriore cesura nei sistemi di responsabilità tra operatori tecnici e attori finanziari, anzitutto, in materia di gestione del rischio. A ciò si aggiunga, sullo sfondo, la comparsa sul mercato dei bonus e super bonus, e su quello connesso dei relativi crediti, delle Public Utility e delle Esco (Energy service company). È chiaro, dunque, che per l’impresa di costruzioni e per il costruttore, il grande volume di finanziamenti diretti e di crediti di imposta che il dispositivo innesca potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, poiché, certamente, essa sarà, assieme alla società di installazione (oltreché ai professionisti), l’esecutore principale degli interventi, ma potrebbe perdere il governo del processo e del mercato. Occorre, quindi, che il costruttore si ponga al centro, e non ai margini, delle piattaforme digitali e che dialoghi direttamente, disintermediando, col mondo finanziario, principale beneficiario dei provvedimenti incentivanti, oltre che integrando il mondo professionale.

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a2a Dal teleriscaldamento al teleraffrescamento: Ance Brescia in visita alla centrale nord I rappresentanti della Giunta e del Consiglio direttivo dietro le quinte del processo produttivo, alla scoperta degli impianti di A2A Calore e servizi che generano e incamerano l’energia termica per la città. Un’opportunità di dialogo per accrescere la conoscenza e l’utilizzo delle nuove fonti di energia pulite e alternative.

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a salvaguardia dell’ambiente passa dal cambiamento di abitudini che diventano nocive per noi e per il nostro pianeta. Uno dei comfort più inquinanti a livello globale sono i vecchi sistemi di riscaldamento e condizionamento. Quest’ultimi rappresentano oltre il 40% di emissioni totali di CO2, in quanto spesso vengono alimentati con legno, carbone, gas naturale e petrolio.Ma l’innovazione è giunta a supporto di tale problema con soluzioni alternative ed efficienti che possono permettere di migliorare la qualità dell’aria e minimizzare le emissioni. Ne è un esempio il teleriscaldamento, un sistema energetico integrato che viene prodotto da impianti che utilizzano fonti rinnovabili, impianti di cogenerazione o che recuperano il calore da cicli produttivi industriali o di tratta-

mento dei rifiuti. L’energia prodotta riscalda poi l’acqua che viene distribuita nelle case attraverso una rete di tubazione. Testimoni oculari di questa innovazione sono stati alcuni dei rappresentanti di Giunta e Consiglio direttivo di Ance Brescia, i quali hanno avuto l’occasione di visitare la centrale nord di teleraffrescamento e teleriscaldamento gestita da A2A Calore e servizi. La finalità della visita è stata quella di attivare un dialogo fra l’azienda e i costruttori del territorio in modo da integrare già in fase di progettazione determinati sistemi, per proporre al cliente soluzioni studiate in base alle necessità e il più integrate possibile con l’intero edificio. La centrale nord di Brescia soddisfa le esigenze dell’area circostante e serve in particolare due importantissimi poli e cuori

 La centrale nord di A2A può distribuire sia calore che refrigerazione. L'energia raggiunge gli edifici senza disperdersi grazie ad una lunga rete di tubazioni.

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pulsanti per la città: gli Spedali Civili e l’Università di Medicina e Ingegneria. “Questo impianto lavora sia d’estate che d’inverno. Durante l’estate attiva la produzione di freddo fluido a sei gradi per il raffrescamento, mentre d’inverno fornisce calore attraverso l’energia termica”. Ha spiegato il Ceo di A2A Calore e servizi Lorenzo Spadoni al nutrito gruppo di partecipanti, accogliendoli con una breve introduzione sulla struttura che è composta da: caldaie a gas metano di integrazione per la produ-

zione di calore per il teleriscaldamento, tre caldaie a metano per la produzione di vapore per il complesso ospedaliero, un padiglione del teleraffrescamento con gruppi di frigo sia interni che esterni e infine due accumuli di calore in fase di costruzione. I partecipanti suddivisi in gruppi, sono stati accompagnati dalle guide tecniche, nonché funzionari esperti della stessa struttura, alla scoperta dell’area. Si è partiti dal padiglione del teleraffrescamento costituito da sette gruppi frigo, collegati sia alla rete

dell’università che all’ospedale, i quali utilizzano l’acqua calda del teleriscaldamento per rinfrescare gli stabili. Un esempio virtuoso di efficienza energetica che permette di sfruttare un’unica fonte a basso impatto ambientale, il teleriscaldamento di recupero, per fornire sia energia termica che frigorifera a servizio dei sistemi di climatizzazione. Grazie a questo servizio combinato di teleriscaldamento e teleraffreddamento si evita l’immissione in atmosfera di inquinanti e si riduce del 100% i gas fuor-

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Il teleriscaldamento è un’opportunità non solo per gli edifici pubblici e grandi strutture, molti dei quali già serviti da A2A Calore e servizi, ma può rappresentare un vantaggio anche per gli immobili privati soprattutto in vista del Superbonus 110%, come ha commentato Lorenzo Spadoni “È un provvedimento che dà un segnale forte verso una direzione: ridurre il consumo degli edifici. Ma ha dei punti da migliorare. Il primo sarebbe quello di riuscire a dare una prospettiva più lunga a questo strumento, perché consentirebbe una miglior programmazione dei lavori e una migliore efficacia. Come secondo punto dovrebbero essere, invece, ritarate le attività ammesse. Ad esempio, fra gli interventi trainanti il teleriscaldamento è compreso solo per gli edifici di montagna, mentre potrebbe dare maggiore beneficio nelle grandi città, perché interesserebbe una densità abitativa molto più ampia. Dall’altra parte, invece, vengono incentivate tecnologie che utilizzano esclusivamente combustibili fossili e questo sembra contraddittorio”.

l’utilizzo di quest’ultimi e la quota è scesa al 35%”. Nel 2019, grazie ad un massiccio piano di decarbonizzazione, l’azienda ha eliminato il carbone dalla centrale di via Lamarmora, con l’obiettivo di utilizzare altre fonti di calore di scarto, come l’allacciamento di nuove acciaierie. In tal modo, sfruttando gli accumuli interni, la quota fossile decrescerà sino a diventare residuale. “Questo consentirà di ridurre le emissioni di CO2 con un effetto di contrasto ai cambiamenti cli-

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Le considerazioni dell'ingegnere Lorenzo Spadoni sul Superbonus 110%

vianti e nocivi, rispetto ai tradizionali impianti. “Cerchiamo di riutilizzare il più possibile il calore già disponibile sul territorio che proviene da attività industriali e processi di conversione di energia. A questo aggiungiamo, per quanto sia possibile, fonti rinnovabili, limitando l’utilizzo di energia fossile solamente ai momenti di maggior carico, cioè nei periodi più freddi, e in prospettiva cercando di eliminarli il più possibile.” Ha commentato l’ingegner Lorenzo Spadoni durante la visita “Brescia è coperta per circa il 70% dalla rete di teleriscaldamento, ma c’è ancora tanto da fare e in particolare occorre intervenire nel modo in cui si produce il calore. Il servizio di teleriscaldamento è iniziato nel 1972 e per molti anni il calore è stato prodotto solo con combustibili fossili. Oggi invece il 65% del calore che produciamo è fatto senza

matici. Se riusciamo a recuperare il calore già presente evitiamo di produrlo in altro modo e quindi di mettere in circolazione ulteriori emissioni per la sua generazione.” Ha aggiunto il Ceo di A2A Calore e servizi, sottolineando l’importanza dei due nuovi accumulatori di calore in costruzione presso la centrale. Per tale motivazione l’interesse dei visitatori si è focalizzato sull’innovativo sistema di stoccaggio che consente di gestire al meglio anche durante le ore di picco, la disponibilità di calore. L’impianto è un grosso serbatoio riempito con acqua calda, prodotta da fonti sostenibili, la quale permette di incamerare energia termica sino a 190 MWH da utilizzare poi nei momenti di maggiore richiesta. In questo modo la fonte energetica non viene sprecata, ma anzi permette di garantire una continuità nella distribuzione del servizio. Si tratta del secondo impianto nato a Brescia, che insieme a quello da poco costruito nella centrale di via Lamarmora risparmieranno complessivamente 1.000 tep/annui.


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incontri

Nunzia Vallini IN DIALOGO CON IL DIRETTORE DEL GIORNALE DI BRESCIA PER RACCONTARE I CAMBIAMENTI DEL MONDO DELL’INFORMAZIONE, ANALIZZARE LA SITUAZIONE LOCALE E NAZIONALE POST-PANDEMICA E CAPIRE QUAL È LA PERCEZIONE MEDIA DELL’EDILIZIA DA PARTE DELL’OPINIONE PUBBLICA

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Alla guida del Giornale di Brescia Il quotidiano locale più letto d’Italia, stimolo e sintesi del dinamico territorio bresciano di Adriano Baffelli

Varchiamo la soglia della sede del Giornale di Brescia, attraversando una metaforica parete di parole per raggiungere il direttore, Nunzia Vallini, protagonista degli Incontri di questo numero di Costruire il futuro. Il muro di parole, in realtà, non separa ma unisce la città, la provincia bresciana e i lettori del quotidiano locale più letto d’Italia, non solo al GdB ma all’Editoriale Bresciana, nella quale insieme al giornale convivono in sinergia sempre più profonda, la tv, la radio, il web e il digital. Se ne parla poco, ma il 4.0 giustamente presente in modalità crescente nel mondo manifatturiero, ha da parecchi anni modificato modalità e ritmi del mondo giornalistico ed editoriale. Affidandoci a chi della parola e dell’immagine ne ha fatto una ragione di vita, cerchiamo di capire qualcosa di più di questa rinnovata e moderna casa della comunicazione. Direttore Vallini, è più difficile seguire la cronaca e scrivere dei pezzi capaci di attrarre il lettore, oppure guidare la redazione, definire la rotta del quotidiano, pur scrivendo saltuariamente? Fatico a misurare il lavoro in termini di facile/difficile. L’unità

di misura che prediligo e che forse descrive meglio il mio approccio al lavoro è “mi piacenon mi piace”. E se mi piace, per me diventa facile, trovo le energie e i tempi giusti. Se non mi piace la cosa è diversa, tutto è più faticoso. Se allora mi chiedi: ti piace più scrivere o guidare la redazione? Io rispondo: entrambe, nella misura in cui riesco a dare un senso a tutte e due le funzioni certo non opposte tra loro. Da direttore scrivi meno, ma pur sempre scrivi.

Qual è la differenza fondamentale tra i giornali pubblicati oggi rispetto a quelli di venti, trent’anni fa? Sono cambiati i tempi e gli strumenti. Vale per chi scrive ma anche per chi fruisce l’informazione. Pensa solo ai telefonini: ricordo le giornate del sequestro di Roberta Ghidini, il presidio fuori casa sua a Centenaro di Lonato. Mi ero attrezzata con un telefono cellulare e per pagare la prima bolletta ho speso due stipendi. Ma che emozione riferire in diretta gli aggiornamenti senza dover correre in Nel web trovi di tutto. Ma se paese e far la coda non sai cosa cercare, se non al telefono pubblico. Con la tecnolosai come navigare in quel gia è cambiato non mare agitato, rischi di solo il modo di lavoannegarci dentro. I giornali rare ma anche di hanno il compito di lanciarti comunicare e attinil salvagente, fornire una gere informazioni: oggi la carta deve bussola.

approfondire, aggregare notizie, selezionare, aiutare il lettore a codificare. Il web ingoia e sputa tutto. Nel web trovi di tutto. Ma se non sai cosa cercare, se non sai come navigare in quel mare agitato, rischi di annegarci dentro. I giornali hanno il compito di lanciarti il salvagente, fornire una bussola. Il digitale ha cambiato, e in tal caso come, la vita nelle redazioni? Certo che sì. Le regole del mestiere sono sempre quelle, ma la modalità è cambiata. Oggi un collega pensa alla notizia in sé ma anche alle tante forme per meglio comunicarla: c’è la parola, lo scritto, ma anche il documento, la fotografia, il filmato, la voce che racconta. Pure il suono ha la sua importanza. Ricordiamo tutti le immagini dell’11 settembre: gli aerei, le torri gemelle. Poi il fumo e le urla. Le parole erano superflue, superate. I social, insieme al digitale, Nunzia Vallini, sono alleati o nemici del buon giornalismo? Anche un brutto giornale di carta può essere nemico del giornalismo. Non è il mezzo che conta. È come lo si usa. Non appartengo al club degli anti-social. Anzi: ritengo che i social (e il digitale in generale) siano strumenti preziosi per uno sviluppo equo e consapevole che potenzialmente non ha barriere, non ha steccati. Una libertà che però richiede anche una grande responsabilità. Serve infatti vigilare, perché la potenza di questi strumenti apre anche settembre/ottobre/2020

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Ance è una realtà significativa e autorevole che per comunicare si appoggia a una realtà altrettanto significativa e autorevole. Cerchiamo insieme di offrire tasselli (parlando di costruzioni e Ance vien da dire, mattoni) di conoscenza a chi ci segue e legge.

le porte a facili strumentalizzazioni, più o meno consapevoli, e potenzialmente ancora più pericolose. La vera domanda è: quali tutele per il “consumatore” finale? Su questo il mondo digitale offre garanzie ancora troppo deboli. In realtà, l’aspirante biologa Nunzia Vallini era destinata a una cattedra d’insegnante. Come è successo che oggi sia alla guida del quotidiano locale più letto d’Italia? È successo che nella vita ti trovi a un bivio e devi scegliere cosa farai da grande: insegnante o giornalista? Io facevo entrambe: supplenze da un lato, e corrispondenze saltuarie dall’altro. Non mi sono fatta sfuggire l’offerta di un praticantato giornalistico, ed eccomi qua, giornalista professionista da oltre 30 anni, con il sempre crescente “pallino” della formazione. A pensarci bene, noi che di mestiere informiamo, volenti o nolenti, nel bene e nel male, di fatto finiamo per formare…dentro. In-formare, appunto. Nunzia, nella nostra città e nella nostra vasta provincia, così come in terra orobica, la pandemia da Covid-19 ha colpito duro. Cosa hanno lasciato, quei mesi di intenso dolore, a te personalmente e al Giornale di Brescia? Con i colleghi abbiamo condiviso lo sgomento ma anche la consapevolezza che quel dolore stava dando un senso rinnovato al nostro mestiere: il servizio ai lettori, ai telespettatori. Il do50

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vere di essere in trincea, così come i pronto soccorso dei nostri ospedali, per fare quello che era necessario. Assolvere al nostro ruolo ma anche di più. Ringrazio il momento in cui abbiamo dato vita — con Fondazione comunità bresciana e tanti amici — a quella straordinaria iniziativa che prende il nome di aiutiAMObrescia. Ringrazio quel momento non solo per quello che ha potuto /saputo generare aiutiAMObrescia e le 60mila donazioni in ter-

mini concreti di supporto alle strutture sociosanitarie di città e provincia e ai cittadini in genere, ma anche perché ci ha consentito di accendere luci di speranza sulla narrazione di quei giorni, dove echeggiava di ora in ora il bollettino di guerra di morti e contagiati. Raccontare di gesti solidali, storie di cuore, sfide affrontate e vinte, credo abbia dato coraggio a tutti, soprattutto agli operatori sanitari che in quelle settimane si sentivano impotenti e spesso

Temo che l’emergenza economica non abbia ancora visto il suo picco ed è destinata a far emergere anche quella sociale. Per contro, vedo ancora tanto disorientamento e troppo negazionismo.

anche senza strumenti necessari. AiutiAMObrescia mi ha anche aiutato personalmente: fare qualcosa di utile e concreto è stato un balsamo sulla ferita che si era aperta dentro di me dopo che il Covid si era portato via anche la mia mamma. Grazie alla visione a 360 gradi offerta dalla plancia di comando del Giornale di Brescia, che idea ti sei fatta dell’immediato futuro, soprattutto all’insegna del post Covid, che attende la nostra realtà territoriale? Non sono tranquilla. Non tanto sul fronte sanitario (l’esperienza ci ha segnato ma anche insegnato) quanto su tutto ciò che ruota attorno. Temo che l’emergenza economica non abbia ancora visto il suo picco ed è destinata a far emergere anche quella sociale. Per contro, vedo ancora tanto disorientamento e troppo negazionismo. Mentre a livello nazionale cosa possiamo attenderci? Idem come sopra. Non mi aspetto nulla di buono da una politica ostaggio del consenso immediato perché in perenne campagna elettorale. Si rivela inevitabilmente affetta da strabismo: da una parte fatica a trovare soluzioni che richiedono coraggio e competenze e visioni di lungo periodo; dall’altra è stritolata da veti incrociati, regole di alleanze e ragioni di opportunità per legittimare posizioni da difendere o conquistare nell’immediato. Troveremo sicuramente il modo per uscirne, ma andrà ricalcolato il prezzo. E non vorrei che


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Credo non ci sia rigenerazione urbana (e sociale) possibile senza visione sostenibile che mette insieme, appunto, gli strumenti della legalità e della sicurezza con visione green e digitalizzazione. Fuori da questa cornice sono solo chiacchiere.

a pagarlo fossero sempre i soliti, cioè i più deboli. Nei mesi scorsi è stato firmato un protocollo d’intesa per raccontare l’edilizia del futuro tra Ance Brescia ed Editoriale Bresciana. Quale significato assume l’iniziativa per il direttore della principale testata dell’Editoriale? È un accordo tra istituzioni che hanno lo stesso territorio di riferimento e gli stessi obiettivi: la crescita armonica e responsabile di una comunità. Ance è una realtà significativa e autorevole che per comunicare si appoggia a una realtà altrettanto significativa e autorevole. Cerchiamo insieme di offrire tasselli (parlando di costruzioni e Ance vien da dire, mattoni) di conoscenza a chi ci segue e legge.

Ance ha tanto da raccontare e noi tanti spazi da mettere a disposizione. La parola chiave che ci avvicina è: sostenibilità, che da ambientale ed economica diventa anche sociale. Possiamo affermare che la percezione media dell’edilizia, radicata nell’opinione pubblica, non sia adeguata alla rilevanza del settore? Assolutamente sì. Un po’ per colpa nostra, forse per disattenzione o pigrizia, e un po’ per colpa vostra, così fagocitati dal “fare” piuttosto che dal raccontare. Ecco, io ritengo che nel tempo delle parole dette e scritte a vanvera diventi imperativo la narrazione responsabile e veritiera. Dobbiamo comprendere (e non è facile per il bresciano tipo, schivo alle parole) che raccontare se stessi

non è esercizio di vanità, semmai di condivisione. E se il racconto è bello e utile, cosa c’è di più bello e utile della condivisione? Anche la vena solidale ha vinto la ritrosia al racconto seminando così raccolti ancora più fruttuosi. Legalità, sicurezza, edilizia green, digitalizzazione, impresa 4.0, rigenerazione urbana, non dovrebbero essere presentati e visti con ben altra attenzione? Credo non ci sia rigenerazione urbana (e sociale) possibile senza visione sostenibile che mette insieme, appunto, gli strumenti della legalità e della sicurezza con visione green e digitalizzazione. Fuori da questa cornice sono solo chiacchiere. Perdona la domanda diretta: qual è la tua percezione e visione della filiera del costruito? settembre/ottobre/2020

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Credo e sostengo le pari opportunità e l’edilizia, che non è solo prova muscolare, non ne è estranea. L’edilizia poi è anche e soprattutto creatività e il femminile ha certo molto da dire e da dare. Senza preclusioni né integralismi. Quello che conta è il risultato che non è donna o uomo. È efficienza.

Confesso la mia incompetenza: noi ci limitiamo al costruito, lo vediamo bello o brutto, funzionale o meno. Fatichiamo a comprendere la complessità di tutto ciò che c’è alle spalle, di come ci si è arrivati, con quali idee, pianificazioni, materiali. Su questo dovete intervenire voi. L’edilizia e il più ampio settore delle costruzioni, possono contare su una continuativa e approfondita attenzione del Giornale di Brescia? Il protocollo sottoscritto di recente è una dichiarazione di vicinanza reciproca: il costruito e il costruendo sono i contenitori nei quali una comunità vive e si 52

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muove. E il Giornale vuole parlare a chi vive e si muove nei nostri territori. Nunzia, come possiamo far capire ai ragazzi, alle loro famiglie, quante serie opportunità lavorative e professionali offra il mondo edile? Fatta salva l’osservanza dei requisiti di sicurezza, sarebbe utile aprire i cantieri: il mix di creatività e tecnologia che viene messo in campo può frantumare gli stereotipi della polvere di cemento e della cazzuola impressi nell’immaginario collettivo. E poi c’è una scuola edile d’eccellenza che va promossa.

Donna ed edilizia: un’equazione possibile oppure un ossimoro? Credo e sostengo le pari opportunità e l’edilizia, che non è solo prova muscolare, non ne è estranea. L’edilizia poi è anche e soprattutto creatività e il femminile ha certo molto da dire e da dare. Senza preclusioni né integralismi. Quello che conta è il risultato che non è donna o uomo. È efficienza. Ricordi un articolo che preferiresti non avere mai scritto e un altro al quale, invece, sei particolarmente legata e perché? La morte in culla di un bimbo con i genitori indagati come “atto dovuto”. L’indagine ha appurato le cause naturali ma quella mamma e quel papà per anni sono stati additati come sospet-

ti: l’ignoranza e il pregiudizio a volte finiscono con il mandare in frantumi il dovere di cronaca. E lo scopri solo dopo. E sono particolarmente legata a tutti quegli articoli che diventano impegno sociale e corale: ultimo il “lancio” di aiutiAMObrescia. Dare voce a un moto solidale di dimensioni gigantesche come quello è stato senza dubbio un privilegio. Nunzia Vallini, coltivi la passione per la storia? Dalla stessa deriva la tua esperienza di editorialista del programma di Rai Cultura “Il giorno e la Storia”? Mi appassiona tutto ciò che è narrazione e sintesi. Del resto, credo che non si possa guardare avanti senza fare memoria di ciò che è stato. Noi siamo figli di ieri e padri del domani. Ecco perché ho aderito con entusiasmo alla proposta di diventare editorialista di Rai Cultura. Reputo la sua programmazione straordinaria anche dal punto di vista didattico. È come se si chiudesse un cerchio: nasco come insegnante e divento cronista per poi tornare — aiutata anche dalla pregressa esperienza televisiva — a partecipare ad un progetto educational in tv.


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Scuola edile bresciana: modello virtuoso di didattica in sicurezza

Eseb ha accolto studenti, insegnanti e corsisti in spazi riorganizzati e igienizzati, per un anno 2020/2021 all’insegna della normalità

ronta per una ripresa delle attività scolastiche in sicurezza, la Scuola edile bresciana ha integrato alla rigorosa normativa interna per la tutela della salute e dell’incolumità dei suoi studenti e del personale docente, nuovi accorgimenti per rispettare le indicazioni antiCovid contenute nel decreto 87 del 6 agosto scorso. Grazie alle precauzioni adottate, fin dai primi giorni del nuovo anno scolastico, è stato possibile svolgere, il più normalmente possibile, tutte le attività didattiche in presenza. Gli studenti possono quindi alternare formazione in classe ed esercitazioni pratiche sui macchinari e sulle attrezzature messe a disposizione dal plesso scolastico in piena tranquillità, consapevoli che tutte le misure necessarie a prevenire i contagi sono state impiegate. Le strumentazioni e gli ampi spazi dell’Ente sistema edilizia Brescia sono stati accuratamente igienizzati e riorganizzati per accogliere i ragazzi e i loro insegnanti nel rispetto del divieto di assembramenti. Ogni aula è stata esaminata al fine di attribuire a ciascuna una capienza massima, consentendo di distanziare i banchi di quasi due metri l’uno dall’altro. Numerosi studenti saranno impegnati in attività all’aperto, in cantiere o in capannoni areati dalle voluminose metrature. Le classi seconde e terze, per esempio, saranno fuori sede per lo svolgimento dello stage aziendale previsto dal piano di studi, affiancate dai tu54

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tor scolastici, che seguiranno il percorso formativo degli studenti nelle imprese e forniranno preziose indicazioni sul rispetto dei protocolli nazionali anticontagio sui luoghi di lavoro. Da vent’anni nell’organico di Eseb è presente un medico del lavoro, figura di riferimento per la salvaguardia della salute di docenti e discenti. Ora, come richiesto dalla normativa, l’Ente ha individuato anche un referente Covid-19 che gestirà gli eventuali casi di positività, mettendo in relazione la scuola e le famiglie. Lunedì 14 settembre, nonostante i trambusti a livello nazionale, Eseb ha dato il via all’anno scolastico 2020/2021, illustrando ai ragazzi e ai genitori delle classi prime le nuove regole per la ripartenza. Tra mascherine, gel igienizzanti e mantenimento delle distanze, la Scuola edile ha ripreso a pieno regime le proprie attività con le lezioni del corso professionale triennale in Edilizia innovativa, efficienza energetica e macchine operatrici e del percorso di studi biennale in apprendistato di alta formazione e ricerca per Tecnico superiore per l’innovazione e la qualità delle abitazioni. L’Ente sistema edilizia Brescia prosegue, online e in presenza, anche sul fronte della formazione continua per adulti, al fine

di soddisfare le numerose richieste ricevute durante i mesi di lockdown. Operativo da maggio con attività di supporto alle imprese edili, Eseb ha duplicato date e attività per consentire a tutti la partecipazione agli incontri attualmente in programma. Per non creare assembramenti l’Ente ha deciso di differenziare gli accessi, riservando un’entrata agli studenti della scuola e un secondo ingresso ad adulti e corsisti.

Per conoscere l’offerta formativa completa della Scuola edile bresciana: info@eseb.it 0302007193 settembre/ottobre/2020

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energia Efficienza energetica

In linea con quanto espresso dal Consiglio, le principali novità del decreto, che vanno a modificare il d.lgs. 192/05, sono:

Il recepimento della direttiva europea 2018/844 incentiva la riqualificazione del patrimonio edilizio

C

on la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legislativo n. 48/2020 viene ufficialmente recepita la direttiva europea 2018/844 sulla prestazione energetica in edilizia e sull'efficienza energetica, che punta ad attuare l’impegno europeo per lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato, con definiti obiettivi energetici e climatici, promuovendo il miglioramento della prestazione energetica degli edifici. Azione, quest’ultima, che deve tener conto non solo delle condizioni climatiche locali e dell’efficacia, sotto il profilo dei costi, delle azioni

previste, ma ottimizzare anche il rapporto tra oneri e benefici per la collettività. La misura di legge corregge le direttive 2010/31/UE sulla prestazione energetica in edilizia e 2012/27/UE sull'efficienza energetica, due tematiche di assoluta rilevanza all’interno del discorso europeo sul Clean Energy Package e il New Green Deal. Secondo quanto diffuso dal Consiglio dei ministri, con le modifiche introdotte dal decreto si intende: 1. accelerare la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente;

Gli edifici assorbono

40%

il dell’energia consumata

2. integrare le strategie di ristrutturazione a lungo termine nel settore dell’edilizia per agevolare la mobilitazione di risorse economiche e la realizzazione di edifici a emissioni zero (Nzeb) entro il 2050; 3. promuovere l’utilizzo di tecnologie informatiche e intelligenti (Ict) per consentire agli edifici di consumare in maniera quanto più efficiente possibile; 4. dare un impulso alla mobilità elettrica con l’integrazione delle infrastrutture di ricarica negli edifici; 5. razionalizzare le disposizioni delle precedenti versioni della direttiva.

z la definizione di una strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare nazionale, sia pubblico che privato; z l’integrazione negli edifici di impianti tecnici e di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici; z ulteriori criteri da considerare nella metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche negli edifici: parametri del benessere termo-igrometrico degli ambienti interni, della sicurezza in caso di incendi e dei rischi connessi all’attività sismica. Inoltre, si prevede di considerare, prima dell’inizio dei lavori di nuove costruzioni e di ristrutturazioni importanti, la fattibilità tecnica/ambientale/economica dell’eventuale utilizzo di sistemi alternativi ad alta efficienza; z la previsione di commisurare gli incentivi (statali, regionali, locali) per promuovere l’efficienza energetica degli edifici ai risparmi raggiunti; z la qualificazione obbligatoria degli operatori che eseguono interventi di isolamento termico e installazione impianti, nel caso di accesso ad incentivi pubblici; z la gestione da parte dell’Enea delle informazioni sulla prestazione energetica degli edifici (tra cui anche gli Attestati di prestazione energetica), sulle migliori pratiche per le riqualificazioni energetiche efficaci in termini di costi, sugli strumenti di promozione esistenti per migliorare la prestazione degli edifici da mettere a disposizione dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione.

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energia

Gli elementi chiave del Green Deal europeo Nell'ambito del Green Deal la Commissione europea intende riorientare il processo di coordinamento macroeconomico del semestre europeo per integrarvi gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, al fine di porre la sostenibilità e il benessere dei cittadini al centro della politica economica e rendere gli obiettivi di sviluppo sostenibile il fulcro della definizione delle politiche e degli interventi dell'Unione europea.

Le azioni per un efficace miglioramento della prestazione energetica degli edifici secondo la Commissione europea

' NPCXXG PCXXG BCJJC T?PGC DM DMLRG BG CL CLCPEG? LCPEG? BMTPC@@CPM GLACLRGT?PC GLACLRGT?PC BAFȎ@F BȐ@FBKQF PLQQL FI MOLȎIL BKBODBQF@L *? NPMECRR?XGMLC BCE EJG CBGȏAG BMTPC@@C CQQCPC AMLDM DMPKC are all’economia circola Potenziare la AFD DFQ>IFWW>WFLKB SKCLR?PC I> OB BPFIFBKW> >F @>J?F>JBKQF @IFJ>QF@F BCEJG CBGȏAG NNJGA?PC PGEMPMQ?KCLRC JC LMPKC GL K?RCPG? di MOBPQ>WFLKB B BKBODBQF@> ABDIF BAFȎ@F

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cape

Previsioni positive per il settore edile

Grazie al Superbonus, si guarda con fiducia al 2021 60

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I

l comparto edile si risolleverà dalla pandemia. È quanto sostenuto con convinzione dalla Cassa edile bresciana che, a fronte di un notevole decremento della produzione del settore, segnato dal fermo quasi totale dei cantieri nei mesi di marzo e aprile, esprime una motivata fiducia in merito alla ripresa delle attività edili nei prossimi mesi. “In un contesto economico già fragile, la crisi sanitaria ha colpito duramente, ma se le previsioni di maggio indicavano una riduzione di circa il 20% su base annua della produzione edile, la ripresa a pieno regime da giugno dimostra la determinazione di un comparto pronto a rimettersi in gioco”, dichiara il presidente di Cape, Raffaele Collicelli.


FOTOLIVE

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Durante questo periodo di ripresa, Cape continua a erogare prestazioni e servizi ordinari a supporto di imprese e lavoratori, per un importo complessivo che ammonta a

Euro 2.356.902,71 dati a luglio 2020

1.178.262,05 Totale rimborsi imprese

1.087.386,16 Totale assistenze operai

91.254,50 Totale assistenze impiegati

Dati Cape aggiornati a luglio 2020

Incoraggianti i dati raccolti da Cassa edile durante il periodo estivo. In agosto, infatti, l’ente ha registrato una crescita nella produzione tale da permettere di ipotizzare una chiusura d’anno meno gravosa del previsto, con una diminuzione che si fermerebbe al meno 11%. Per il comparto, migliora così il quadro generale di un 2020 sicuramente da dimenticare. Le previsioni per il 2021 fanno ben sperare. Per la Cassa edile

11% la riduzione prevista su base annua della produzione edile

le maxi-agevolazioni avviate con il decreto Rilancio possono spronare la ripartenza del comparto dopo la fase acuta della pandemia. Le risposte politiche a favore dell’economia, in particolar modo per quanto riguarda proprio il Superbonus 110%, lasciano presagire una consistente ripresa della quale ne dovrebbe beneficiare il settore edile, per gran parte della sua articolazione. La Cape è fiduciosa che i vantaggi derivanti

dalla detrazione fiscale al 110 per cento possano incrementare il lavoro delle imprese e dei professionisti bresciani. Impegnata da sempre a favore di legalità e trasparenza, la Cassa edile può garantire sulla qualificata preparazione e attendibilità delle aziende iscritte all’ente paritetico, alle quali lavoratori e cittadini possono rivolgersi e affidarsi per portare a termine con serenità i lavori agevolati, senza temere eventuali truffe. settembre/ottobre/2020

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ance brescia

Dai notiziari mensili di settembre e ottobre 2020, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, lavoro e lavori pubblici. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

DL SEMPLIFICAZIONI TRIBUTI

2020

SU P P L E M E N T O N. A L N. / 2 0 2 0 D I “COS T RUIRE IL F U T URO” RIVISTTA A BIMESTRALE DI ANCE BRESCIA

ISSN 2612-5595

V ia U. F oscolo, 6 - 25128 Brescia Registr azione del Tr ibunale di Brescia del 5 set tembre 1951 n. 5 4 Diret tore responsabile: Adr iano B a f felli P o s t e I t a l i a n e S . p. A . - S p e d . i n a b b. p o s t . D.L . 35 3/ 20 0 3 ar t. 1, comma 1, DCB Brescia (Conv. L . 27/ 02 / 20 0 4 n. 4 6)

settembre / Isolamento termico condominiale, al beneficiario la scelta del bonus In caso di interventi condominiali influenti dal punto di vista termico che accedono sia al bonus facciate sia all’ecobonus, il singolo condomino può scegliere liberamente se fruire dell’una o dell’altra detrazione, indipendentemente dalla scelta degli altri. Questo è quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 49/E del 1° settembre 2020 in risposta all’amministratore di un condominio (sito in zona omogenea B) sulle cui facciate deve essere realizzato un cappotto termico esterno. Per sapere di più sul quesito oggetto della Risoluzione 49/E visitare il sito www.ancebrescia.it.

Contatta l’Associazione per informazioni sulle prime novità in tema di edilizia introdotte dal decreto Semplificazioni e per conoscere le nuove deroghe al codice dei contratti pubblici.

settembre / Sismabonus acquisti in zona 1: sì all’ampliamento, no alla asseverazione tardiva Non fruiscono del Sismabonus acquisti gli acquirenti di unità immobiliari demolite e ricostruite in chiave antisismica site in zona

1, se la società che ha effettuato i lavori non ha presentato l’asseverazione contestualmente alla richiesta del titolo abilitativo. Sì alla detrazione in caso di ricostruzione con ampliamento volumetrico ove permesso dalle norme urbanistiche. È quanto affermato dall’Agenzia delle Entrate con la

Risposta n. 244 del 5 agosto 2020, resa all’impresa che, dovendo realizzare un intervento di demolizione di tre fabbricati collabenti e ricostruzione di tre edifici a destinazione residenziale con aumento di cubatura consentito dal comune, poneva due quesiti. Il primo relativo alla effettiva possibilità di ricostruire i fabbricati con aumento di cubatura per poi rivendere mediante Sismabonus acquisti, il secondo in merito alla regolarità delle autorizzazioni e documentazioni presentate (presenza di due titoli autorizzativi sullo stesso lotto: la Scia per la demolizione totale dei fabbricati e manufatti e il permesso a costruire per la realizzazione di fabbricati residenziali). Maggiori informazioni sul sito dell’Associazione.


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ance brescia

schema di riferimento, da calibrare sulle singole fattispecie concrete.

settembre / Anticipazione del prezzo di contratto e decreto Rilancio. I chiarimenti del Mit

LAVORO

settembre / Inl. Benefici normativi e contributivi e rispetto della contrattazione collettiva Con la circolare n. 2 del 28 luglio 2020, l’Ispettorato nazionale del lavoro torna sulla questione già affrontata con circolare n. 7 del 7 giugno 2019 e con circolare n. 9 del 10 settembre 2019 per fornire ulteriori chiarimenti in merito al rispetto della contrattazione collettiva al fine della fruizione dei benefici normativi e contributivi. L’Ispettorato ha infatti ritenuto opportuno fornire alcuni chiarimenti in ordine agli indici di valutazione di “equivalenza” della disciplina normativa dei contratti collettivi. Maggiori informazioni su www.ancebrescia.it. 64

settembre / Rinnovo del Ccnl per i dipendenti delle imprese edili ed affini: le tabelle retributive a valere dal 1° settembre 2020 Il 18 luglio 2018 Ance Brescia ha sottoscritto il verbale di accordo concernente il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini. Poiché la terza e ultima tranche dell’aum ento contrattuale previsto decorre dal 1° settembre 2020, Ance Brescia ha reso disponibili sul proprio sito le tabelle retributive aggiornate, riportanti i minimi contrattuali in essere dalla data da ultimo citata. Con diversa comunicazione, sono pubblicate sul sito internet di Ance Brescia

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(www.ancebrescia.it) analoghe tabelle riferite ai trattamenti economici da riconoscere agli apprendisti cui si applica il Ccnl di cui all’oggetto. Il Servizio sindacale del Collegio costruttori edili resta a disposizione delle imprese per qualsiasi ulteriore chiarimento si rendesse opportuno.

LAVORI PUBBLICI

settembre / DL Semplificazione. Istanza di richiesta di emissione del Sal emergenziale Il decreto-legge Semplificazione (16 luglio 2020, n. 76) prevede, per i lavori in corso alla data di entrata in vigore del decreto stesso (17 luglio u.s.), l’emissione di un Sal d’emergenza, in deroga alle previsioni

contrattuali. Si tratta di una misura fortemente auspicata da Ance, che può venire incontro alla crisi di liquidità che sta colpendo il settore, aggravata dall’attuale situazione di emergenza sanitaria. Qualora le stazioni appaltanti non avessero già adempiuto a tale obbligo entro la data prevista in decreto (vale a dire entro — tuttalpiù — il 3 agosto u.s.), e qualora d’interesse per le imprese, Ance Brescia mette a disposizione sul proprio sito un modello di istanza da presentare alle stazioni appaltanti per l’attivazione della procedura. Contestualmente al Sal, o al massimo, entro i successivi 5 giorni, dovrà essere adottato il certificato di pagamento, cui dovrà seguire, entro i successivi 15 giorni, l’effettiva liquidazione delle somme. Si tratta, evidentemente, di uno

In risposta a una serie di quesiti interpretativi sollevati anche da Ance, il Ministero delle Infrastrutture ha emanato la circolare n. 112 dell’11 agosto scorso, con la quale ha chiarito la portata applicativa dell’articolo 207 del decreto-legge Rilancio (convertito in Legge 17 luglio 2020, n. 77) e recante “misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”. La norma in esame ha riconosciuto la possibilità di incrementare l’anticipazione del corrispettivo di appalto, di cui all’art. 35, comma 18, del Codice dei contratti (d.lgs. 50/2016), fino a un importo massimo non superiore al 30% del prezzo, nei limiti delle risorse annuali stanziate per il singolo intervento a disposizione della stazione appaltante. Per saperne di più, www.ancebrescia.it.


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