ISSN 2612-5595
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Rivista bimestrale di ANCE Brescia
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DAL “BUON FARE”” ALL “F “FAR SAPERE”
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L d L’edilizia si trasforma o e guardaa al futuro. Al suoo fi fianco è salda ld la volontà on à dell’Associazione el As Costruttori di promuovere un percorso di continua crescita, valorizzando v un ccostruito o ru di Qualità. Con le imprese, p lungo qquesto cammino, in il Presidente, il Comitato mi di Presidenza si e il Consiglio on Direttivoo di Ance n B Brescia ci augurano a tutti gli aassociati un Serenoo N Natale e un Bu Buon Anno Nuovo.
ANCE Brescia Collegio dei Costruttori Edili di Brescia e provinciia
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2022 Calendario
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Febbraio | February 10 11 12 13 14 15 16
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Aprile | April L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Settembre | September 15 16 17 18 19 20 21
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Novembre | November 10 11 12 13 14 15 16
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Giugno | June
Agosto | August
Ottobre | October L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Maggio | May
Luglio | July L /M M/T M/W G/T V/F S/S D/S
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Dicembre | December 21 28 22 29 23 30 24 25 26 27
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Editoriale / 1
Scommettere il tutto per tutto nella transizione ecologica Cambiare visione nell’ottica strategica di orientare il Paese verso la crescita e uno sviluppo sostenibile responsabile. Questa è l’ambiziosa sfida che la nostra Associazione porta avanti per garantire un costruito capace di ridisegnare spazi e strutture, migliorando in modo deciso la qualità della vita per consegnare alle future generazioni città a misura d’uomo. Il punto di svolta che aiuta a delineare questo cammino è sicuramente la transizione ecologica e il Piano redatto dal Governo rappresenta uno strumento fondamentale in vista dell’attuazione del Pnrr, soprattutto perché traduce una volontà precisa in un quadro più completo, che prevede un significativo cambio d’impostazione. Per la prima volta si parla anche di decarbonizzazione e contrasto al consumo di suolo. Tra gli aspetti più interessanti emerge il proposito di stilare un documento “aperto” e flessibile, per accompagnare il processo di transizione per tutta la sua durata, rimanendo uno strumento favorevole a modifiche in corso d’opera. La pandemia ci ha forse ricordato che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e talvolta è necessario rimescolare le carte in tavola per assicurarsi il raggiungimento di un obiettivo. In questo percorso di trasformazione verso la sostenibilità, non più rinviabile, la nostra Associazione scommette il tutto per tutto, ponendo ormai da tempo questo tema al centro delle proprie azioni e iniziative per supportare le imprese nel processo di transizione verso modelli di sviluppo in linea con le nuove esigenze “green”. Il settore delle costruzioni ricopre un ruolo di primaria ANCE BRESCIA RITIENE importanza, non solo perché quasi la metà CONDIVISIBILI GLI OBIETTIVI INDICATI DAL PIANO PER LA degli investimenti contenuti dal Pnrr (il TRANSIZIONE ECOLOGICA, 48%) è dedicata all’edilizia, ma anche perE SOTTOLINEA LA NECESSITÀ ché il patrimonio costruito esistente e l’atDI INTRODURRE UN SISTEMA tività svolta dal comparto sono determiDI STRUMENTI, INCENTIVI E nanti per il raggiungimento dei diversi SEMPLIFICAZIONI IN GRADO DI ATTUARE AZIONI SEMPRE target di sostenibilità nazionali, europei PIÙ ATTENTE E SENSIBILI e internazionali. ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE Ance Brescia ritiene ampiamente condivisibili gli obiettivi indicati dal Piano per la transizione ecologica, ma sottolinea la necessità di introdurre al più presto un sistema di strumenti, incentivi e semplificazioni in grado di attuare azioni sempre più attente e sensibili alla tutela dell’ambiente. In altri termini, devono essere rimossi ostacoli procedurali e autorizzatori, che limitano o rallentano l’attuazione degli obiettivi prefissati e, soprattutto, devono essere adottate quelle riforme da troppo tempo attese: quella fiscale, quella in materia ambientale, nonché la legge sulla rigenerazione urbana e il contenimento del consumo del suolo. Per quanto riguarda l’obiettivo di decarbonizzazione, il settore edile ricopre un ruolo cruciale. Se è vero che il 40% delle emissioni di CO2 proviene dagli immobili, è evidente che occorre estendere il più possibile la durata di quelle misure, come il Superbonus, che hanno avuto indubbi benefici in termini di riduzione dell’inquinamento (28% di riduzione delle emissioni di C02 in più rispetto al vecchio Ecobonus). Ance Brescia vuole favorire il processo di decarbonizzazione, supportando e accompagnando le imprese nell’individuazione di una propria strategia Net zero e premendo sul Governo per l’estensione dei bonus fiscali, essenziali per la riqualificazione e la sostenibilità ambientale del patrimonio immobiliare. Anche la revisione del catasto può avere un ruolo centrale nella transizione ecologica, soprattutto considerando che l’attuale normativa sembra premiare i fabbricati a rischio sismico e ad alto impatto energetico. Senza trovare pretesti per aumentare le tasse sulla casa, occorre adottare politiche che incentivano la produzione, l’acquisto o il possesso di immobili ad alta efficienza energetica, riconoscendo loro un trattamento fiscale di favore. Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
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Editoriale / 2
Il Superbonus che premia i coraggiosi Agli inizi degli anni 30, Franklin Delano Roosevelt, allora Presidente degli Stati Uniti, diede vita al New Deal, una serie di riforme economiche e sociali per risollevare le sorti del Paese colpito dalla grande depressione. La riforma mutò radicalmente i rapporti fra economia e politica: lo Stato aveva acquisito un ruolo di regolazione del sistema economico al fine di scongiurare la nascita di forti tensioni sociali. Una riforma che, per quanto se ne possa dire, in quel momento era ciò che serviva per risollevare le sorti della Nazione. Non stiamo a definire quanto fosse giusta o sbagliata, ma comunque venne portata avanti con convinzione. Mi sono servito di un esempio storico, non tanto per associare il momento attuale vissuto, ma per offrire una chiara dimostrazione dell’importanza di programmare, pianificare e perseguire un obiettivo nelle azioni come nella politica. Il Superbonus funziona, non è una definizione retorica o ottimistica, funziona davvero. E i dati lo dimostrano. Negli ultimi due anni sono nate quasi 30mila imprese totali in tutta Italia, 6mila delle quali nel solo trimestre luglio-settembre 2021. Una soglia superata solo due volte nei trimestri estivi del decennio pre-pandemico. Il settore edile in primis traina la crescita contando 6.200 imprese in più rispetto a fine giugno (+0,95%). Tra settembre 2019 e settembre 2021 il comparto edile è cresciuto complessivamente di 29.136 unità (+3,5%), numeri ai massimi storici. Da questi dati divulgati da Unioncamere, si avverte distintamente quanto, come abbiamo ribadito più volte, il nostro settore sia ad oggi trainante per NON RENDIAMO VANI GLI la tenuta del tessuto imprenditoriale. SFORZI MESSI IN CAMPO SINO AD OGGI. PIUTTOSTO CHE La prima bozza del decreto di Bilancio 2022 ACCONTENTARCI DI ha lanciato un preoccupante allarme nel RACCOGLIERE TUTTO SUBITO, settore. La scelta di eliminare lo sconto in SEMINIAMO PER RITROVARE fattura e la cessione al credito, oppure la QUALCOSA IN PIÙ DOMANI. soglia Isee di 25mila euro annui per i proDOBBIAMO ESSERE CORAGGIOSI E PORTARE AVANTI CON prietari degli edifici unifamiliari che intendo CONVINZIONE accedere alla detrazione, ha gettato nel paLE NOSTRE POSIZIONI nico le imprese e i committenti a causa di una decisione che è apparsa avventata e poco chiara. Ora, in chiusura del numero, apprendiamo che l’allarme è rientrato e che le due modalità sembra possano rimanere invariate. Queste restano ancora supposizioni, in quanto sino all’approvazione del decreto di Bilancio 2022, in genere previsto entro la fine dell’anno, nulla è definitivo. Ma alla luce di tali considerazioni è forse necessario ricordare ancora una volta l’obiettivo di questa operazione Superbonus. Il provvedimento non solo fa bene al settore, ma anche al paese. Abbiamo una missione da portare a termine che è raggiungere entro il 2050 zero emissioni di CO2. Non dimentichiamo che uno dei principali responsabili delle emissioni sono proprio gli immobili vetusti e il nostro parco immobiliare detiene uno dei primati d’Europa. Ma con il Superbonus edifici vecchi che forse non sarebbero mai stati riqualificati, oggi hanno avuto un’opportunità. Per questo occorre non porre limiti, ma allargare il più possibile la platea di fruitori. Inoltre, imponendo limitazioni alle proroghe e alle scadenze non si tiene conto delle difficoltà vissute dalle costruzioni con il rincaro del costo dei materiali ormai ingestibile, la difficoltà a reperire lo stesso materiale e la carenza di manodopera, le quali hanno ritardato le lavorazioni. L’aumento del costo dei materiali come il reperimento sicuramente non si risolverà nel breve periodo e ancor meno la mancanza di manodopera che è presente ormai da tempo indefinito. Non rendiamo vani gli sforzi messi in campo sino ad oggi. Piuttosto che accontentarci di raccogliere tutto subito, seminiamo per ritrovare qualcosa in più domani. Dobbiamo essere coraggiosi e portare avanti con convinzione le posizioni prese, soprattutto se il prezzo in ballo è il nostro futuro. Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
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editoriale/1
case cantoniere
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incontri
Scommettere il tutto per tutto nella transizione ecologica di Massimo Angelo Deldossi
100 case in cerca di gestore
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Il Superbonus che premia i coraggiosi di Alessandro Scalvi
30-37 / FOCUS Mercato immobiliare residenziale e politiche urbane
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in primo piano
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eseb
Sicurezza nei luoghi di lavoro
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a cura della Redazione
Teleriscaldamento e Superbonus 110%
legislazione
Green pass e lavoro
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edilizia scolastica
L’edilizia scolastica efficiente e sicura al 110%
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progetto futura
Futura open talks: il ruolo chiave dell’edilizia per la sostenibilità
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economia
pianura sostenibile
Il Consiglio regionale a Brescia
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cape
caro materiali
capitali della cultura
Caro materiali: quanto ci costi?
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licof
storia per il domani
Quando le fotografie si facevano con matita e pennello
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Superbonus e rischi assicurativi
superbonus
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110 non più 110?
Pubblicità C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia tel. 030 392895 - fax 030 381798 info@cerbrescia.it
Editore C.E.R. SRL UNIPERSONALE Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Direttore responsabile ADRIANO BAFFELLI
Progetto grafico e impaginazione
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs) @ancebrescia
Ance Brescia
Edilizia informatizzata
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Comitato di redazione STEFANO ASSINI, FERRUCCIO BENETELLI GIORGIO CADEO, ROBERTO FACCHETTI EMANUELE PLONA, FABIO RIZZINELLI FRANCESCA SCOLARI
Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di brescia e provincia anno 3 - numero 6
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Il nuovo ponte di Pontoglio è finalmente realtà
Redazione e Direzione ANCE BRESCIA-COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI DI BRESCIA E PROVINCIA Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
@collegiocostruttori.ancebrescia
gruppo giovani
Sostenibilità ambientale nelle comunità locali
Previsioni positive per le imprese bresciane
18 Gli scenari evolutivi della filiera edile
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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54
assicurazione ance informa
Numero singolo anno 2020: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci: z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00. La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE Brescia-Collegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.
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Nuovo polo scolastico a Castegnato IN AUTUNNO SONO INIZIATI I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA SCUOLA ELEMENTARE DI CASTEGNATO, CHE SORGERÀ NELLO SPAZIO USATO COME PARCHEGGIO DURANTE LA RASSEGNA CASEARIA «FRANCIACORTA IN BIANCO». IL PROGETTO È COMPOSTO DA UNA BIBLIOTECA, UNA PALESTRA E UN EDIFICIO SCOLASTICO ARTICOLATO SU TRE LIVELLI E CARATTERIZZATO DA UN AMPIO CORPO SCALA CENTRALE. IL TEMPO STIMATO PER I LAVORI È DI DUE ANNI, CUI SEGUIRANNO IL TRASLOCO E L’ABBATTIMENTO DELLA VECCHIA SCUOLA.
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Teleriscaldamento e Superbonus 110% Appello di Campus Edilizia Brescia al Governo Draghi per evitare il blocco degli interventi agevolati La proroga del Superbonus al 2023 è stata accolta dal nostro territorio con entusiasmo e con un gran sospiro di sollievo, dati dalla volontà di sfruttare appieno le opportunità dell’agevolazione fiscale per la riqualificazione degli immobili esistenti.
Nella città di Brescia ci si trova di fronte a un evidente paradosso, che frena i lavori detraibili al 110% per gli edifici allacciati al teleriscaldamento, strumento virtuoso per la produzione di energia sostenibile, a causa dell’aggiornamento dei fattori di conversione da applicarsi per i calcoli necessari all’emissione dell’Attestato di prestazione energetica (Ape) per queste tipologie di fabbricato.
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ampus Edilizia Brescia, al quale tra gli altri partecipano Ance Brescia, Cassa edile locale, Ente sistema edilizia Brescia, Ordini professionali di Architetti, Geometri e Ingegneri, Comune e Provincia di Brescia, Università degli Studi, Confindustria, con Camera di Commercio di Brescia, è impegnato per la risoluzione dell’intricata questione. Impegno che vede partecipi anche: A2A Calore e Servizi, Acap, Aler, Anaci, Apindustria, Associazione Artigiani, Assopadana, Cna, Confartigianato Imprese, Confedilizia, Uppi, per trovare una soluzione al paradosso. Per sbrogliare i nodi della questione il gruppo di lavoro costituitosi ha sottoposto ai ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, dell’Economia e finanza Daniele Franco, per gli Affari regionali e autonomie Mariastella Gelmini e delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili Enrico Giovannini, una relazione dei punti che caratterizzano nello specifico la situazione della città di Brescia con l’indicazione degli impedimenti che ostacolano interventi premiati dal Superbonus sugli edifici serviti da teleriscaldamento. La stessa documentazione è stata condivisa con i presidenti delle Commissioni industria del Senato e della Camera, Gianni Pietro Girotto e Martina Nardi, e con gli assessori di Regione Lombardia all’Ambiente e clima, Raffaele Cattaneo e alla Casa e housing sociale, Alessandro Mattinzoli. Alle rappresentanze governative, così come alle figure politico-amministrative regionali e locali di riferimento, sono state presentate le difficoltà nel garantire il salto di due classi energetiche, prerogativa essenziale per l’applicazione del Superbonus a edifici collegati al teleriscaldamento. Sin dall’emanazione dell’incentivo, nonostante gli interventi su gran parte della superficie disperdente, spesso queste tipologie di edificio inizialmente in classe A1 faticavano a raggiungere la classe A3. Oggi, dopo il rilascio da parte della società di certificazione Rina dei nuovi fattori di conversione in energia primaria, la quasi totalità degli immobili già allacciati al teleriscaldamento (sia per i servizi di riscaldamento sia per l’acqua calda sanitaria) salgono novembre/dicembre/2021
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in primo piano
I valori Fino allo scorso 29/06/2021 i valori del fattore di conversione in energia primaria dichiarati da A2A e certificati dall’ente terzo Rina in data 03/07/2019 (allegato 1) erano pari a: z fP,nren = 0,24 z fP,ren = 0,08 z fP,tot = 0,32 In data 30/06/2021 è stato rilasciato da Rina un nuovo certificato (allegato 2) che porta i fattori di conversione in energia primaria ai seguenti valori: z fP,nren = 0,12 z fP,ren = 0,11 z fP,tot = 0,23
in classe A4, precludendo loro l’accesso all’agevolazione. “L’aggiornamento di questi valori rischia di frenare gli investimenti nel settore delle costruzioni per svariati milioni di euro sul territorio cittadino, portando al blocco di progetti già da tempo avviati, ma non ancora formalizzati con l’invio della relativa pratica edilizia in Comune”, dichiarano all’unisono le realtà territoriali coinvolte. La soluzione esposta ai ministeri per porre rimedio allo scenario attuale propone di utilizzare sull’intero suolo nazionale un preciso fattore di conversione in energia primaria, che evita la penalizzazione dei territori che adottano il teleriscaldamento rispetto ad altri e garantisce la stabilità necessaria per la cor-
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I nuovi valori applicati nella valutazione della classe energetica di un edificio comportano la collocazione della quasi totalità degli edifici già allacciati al teleriscaldamento cittadino (per entrambi i servizi di riscaldamento e acqua calda sanitaria) in classe A4, precludendo di fatto l’accesso al Superbonus.
La soluzione proposta
110% per gli edifici già allacciati alle reti di teleriscaldamento, si utilizzi sull’intero territorio nazionale il fattore di conversione in energia primaria: z fP,nren = 1,5 z fP,ren = 0 z fP,tot = 1,5 Tale soluzione, peraltro, eviterebbe di penalizzare dei territori rispetto ad altri e garantirebbe la stabilità necessaria per la corretta pianificazione degli investimenti.
In caso di fornitura energetica da teleriscaldamento, per i soli fini della redazione dell’Ape convenzionale (quindi utilizzato solo per il Superbonus) e per tutta la durata periodo di applicazione dell’agevolazione
retta pianificazione degli investimenti. Con analoga nota tecnica, Enea potrebbe modificare l’approccio di calcolo senza dover intervenire sull’impianto legislativo nel suo complesso. In alternativa, si propone di fissare, per tutto il periodo di applicazione del Superbonus e solo ai fini della redazione dell’Ape convenzionale, i valori dei coefficienti di conversione in vigore alla data di pubblicazione del decreto Rilancio n. 34 del 19/05/2020. Questa soluzione non garantisce le medesime opportunità all’interno del territorio nazionale a causa della presenza di fattori di conversione differenti in funzione delle reti di fornitura, ma consente di poter affrontare l’iter procedurale e progettuale senza variazioni
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dei parametri di calcolo. Le due soluzioni andrebbero applicate almeno a tutti gli edifici i cui lavori di efficientamento energetico non siano già partiti in data 29/06/2021. Più in generale, le realtà territoriali in campo per risolvere la questione segnalano che è necessario regolarizzare le tempistiche di aggiornamento dei coefficienti che influenzano il fattore di conversione dell’energia primaria (che oggi avviene a intervalli variabili), almeno all’interno della finestra temporale prevista per le applicazioni dell’agevolazione al 110%. Richiesta che andrebbe applicata automaticamente a tutti i provvedimenti regionali e nazionali in cui viene richiesto il salto delle classi energetiche.
La lettera Campus Edilizia Brescia a supporto di collettività e ambiente. L’appello inviato agli enti preposti per risolvere il paradosso che ostacola l’adozione del Superbonus per gli edifici di Brescia allacciati al teleriscaldamento
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edilizia scolastica
L’edilizia scolastica efficiente e sicura al 110% I dati sulla qualità dell’edilizia scolastica nazionale in tema di efficientamento energetico e adeguamento sismico. Una panoramica dei cantieri aperti nella provincia bresciana
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uona la campanella dell’efficientamento e della riqualificazione per le scuole della provincia bresciana. Il riflettore puntato sul Superbonus 110% ha incentivato gli interventi green non solo in ambito privato, ma anche nel pubblico, ponendo l’attenzione sul tema adeguamento delle strutture didattiche. Eppure la transizione ecologica del mondo della scuola è ancora lontana. Il quadro completo della situazione è ben delineato nel XXI° rapporto Ecosistema Scuola redatto da Legambiente su scala nazionale e regionale, che riporta i dati raccolti su 87 Comuni capoluogo, restituendo uno stato di salute di 6.156 edifici per una popolazione scolastica di quasi 1,2 milioni. La fotografia riportata nel dossier in tema di sicurezza antisismica è allarmante. Sul campione esaminato, gli edifici scolastici posti in zona sismica 1 sono l’8,8% tra questi solo il 20% è
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progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica, mentre quelli della zona 2 sono il 32,6% con il 10,6% di edifici conforme alla normativa. Le amministrazioni che hanno eseguito la verifica di vulnerabilità sismica negli edifici scolastici di propria competenza sono solo il 27,8% nonostante costituisca un obbligo e uno dei principali strumenti per verificare lo stato di salute degli edifici. Il termine ultimo per completare i controlli di tutti gli edifici situati nelle zone a rischio sismico è stato prorogato al 31 dicembre 2021. Le città che hanno speso di più nel 2019 di manutenzione straordinaria e ordinaria sono Parma, Modena, Treviso, Livorno e Bolzano con una media di investimenti per singolo edificio che va dagli 80 ai 50 mila. Le amministrazioni che hanno utilizzato i fondi nazionali per gli interventi di edilizia scolastica sono 42 per 254 strutture, con una
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media di spesa per edificio di 229.315 Euro. Mentre, sono 24 i Comuni che hanno sfruttato i fondi regionali destinati ad interventi più consistenti rivolti a 46 scuole per una media di 697.944 Euro a edificio. Anche l’immagine restituita in merito all’efficientamento energetico degli edifici non è delle più rosee. Gli stanziamenti messi in campo non sempre fanno registrare risultati positivi. Secondo l’analisi svolta sul campione esaminato solo il 28% gli edifici dispone di una certificazione energetica. Tra questi il 6,3% si trova nella classe A, mentre il 72,2 % rientra nelle ultime classi energetiche (E,F,G). Negli ultimi anni le scuole in cui sono stati realizzati interventi di efficientamento energetico sono il 15%, con una punta del 20% al nord e il 2,4% al sud. Fra gli interventi più eseguiti rientrano: l’installazione di caldaie a condensazione, la sostituzione di vetri e serramenti, l’isolamen-
to delle coperture e/o delle pareti esterne e il montaggio di impianti di energia rinnovabile. In un’analisi più approfondita si può individuare come solo il 18,1% degli edifici sfrutta fonti di energia rinnovabile. Di questi: l’80% utilizza il solare fotovoltaico, il 31,9% il solare termico, 1,2% si servono di impianti di geotermia e lo 0,4% di biomassa. La copertura dei consumi da fonti rinnovabili in questi edifici è del 37,6%. Per rimediare ad un quadro infrastrutturale così compromesso non bastano i fondi del Pnrr a sopperire alle necessità delle scuole di tutta Italia né tantomeno per quelle del territorio bresciano. Secondo l’analisi fatta nel 2019 da Fondazione Agnelli, per ristrutturare e rinnovare le scuole di tutta Italia occorrono circa 200 miliardi. Mentre il programma relativo all’istruzione ricompreso nella missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede
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Fonte: Elaborazione Legambiente su dati GiES
STATUS SPESA 3.359.613.910
2.416.369.969
1.415.746.968
1.197.996.020
1.073.872.382
Importo totale stanziato (€)
Importo totale finanziato (€)
Importo finanziato dei progetti avviati (€)
Importo utilizzato dei progetti avviati (€)
Importo rimborrsato agli enti locali (€)
EDIFICI CON CERTIFICAZIONE ENERGETICA 6,3%
1,2%
5,3%
15,0%
16,0%
20,3%
35,9%
Classe A
Classe B
Classe C
Classe D
Classe E
Classe F
Classe G
una linea di finanziamento per un ammontare di risorse di soli 19,44 miliardi di euro. Di questi solo 3,9 miliardi sono destinati alla messa in sicurezza e alla riqualificazione degli edifici, mentre 4,6 miliardi sono per la costruzione di nuovi nidi e scuole d’infanzia, in quanto in Italia c’è una carenza enorme rispetto al resto d’Europa. I fondi affidati al territorio bresciano per la ristrutturazione sono 80 milioni, cifra importante ma insufficiente a coprire il gap infrastrutturale. Intanto, sull’onda della sostenibilità, nel territorio sono già partiti e giunti al termine, progetti di efficientamento energetico e sicurezza antisismica di edifici scolastici, al di fuori delle risorse disposte dal Pnrr, che hanno dato alla luce poli innovativi, green ed energeticamente autonomi. Un esempio da seguire in particolar modo dopo la pandemia in cui la scuola ha un ruolo determinante di coesione e di valore. Partire dalla scuola vuol dire partire dalle fondamenta, per fornire una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale e una consapevolezza valoriale della propria importanza.
Gli interventi sulle scuole bresciane Il polo scolastico San Virgilio a Concesio ha inaugurato un nuovo anno aprendo le porte del complesso ristrutturato in chiave di sicurezza antisismica ed energetica. La struttura ospita 417 ragazzi e 45 docenti, oltre al personale, in spazi rinnovati, sicuri e confortevoli, accorpando a sé le scuole primarie di via Santa Giulia a Costorio e la Primo Levi di San Virgilio. L’edificio si staglia su due piani con 20 aule, tre laboratori, due stanze per i docenti e i locali amministrativi.La scuola è stata completamente ristrutturata, partendo dai soli pilastri portanti e le solette della vecchia struttura. L’impianto elettrico, termico e idraulico è stato ricostruito, mentre sul tetto è stato ampliato l’impianto fotovoltaico, per garantire acqua calda e riscaldamento. L’intervento è costato nel totale 3 milioni e centomila euro di cui 2,5 milioni finanziati dal Miur, per la parte riguardante gli interventi antisismici, mentre 600 mila dal Comune di Concesio recuperati tramite il Gse (Gestore dei Servizi Energetici), che prevede finanziamenti per chi intraprende interventi di efficientamento energetico. Sempre in Valtrompia, nello specifico in Gardone Valtrompia, sono iniziati i lavori di efficientamento energetico e miglioramento antisismico sugli edifici delle scuole primarie Anna Frank di Inzino e Don Milani di Magno, compresi gli spazi sportivi degli istituti Canossi, Rodari e Andersen di Gardone. Gli interventi costeranno circa 115 mila euro,
ripartiti in 15 mila di risorse proprie delle amministrazioni e 100mila provenienti dai fondi comunali. L’obiettivo è realizzare un impianto fotovoltaico, con una potenza annua di 1200 kwh per garantire l’autonomia energetica dei complessi, prevedendo l’installazione della centrale sulla palestra della scuola Anna Frank di Inzino. Grazie a questa azione non solo si otterrà un risparmio in bolletta, secondo le stime annunciate dall’amministrazione locale, di quasi 3mila euro all’anno, ma si ridurranno le emissioni di anidride carbonica rendendo il complesso sostenibile e a basso impatto ambientale. La conclusione degli interventi e il collaudo è previsto per gennaio 2022. Anche Brescia non è da meno e rilancia aprendo i “cantieri” in molte scuole per l’efficientamento energetico delle strutture.Nel mese di giugno del 2021 è stata avviata un’iniziativa di finanzia di progetto da parte di a2a Calore & Servizi, che interesserà quindici scuole della città, per la riqualificazione energetica degli impianti di illuminazione con la sostituzione di lampade a led e la sostituzione degli infissi con nuovi serramenti in pvc. Questo intervento garantirà una minore dispersione termica e quindi un risparmio in termini di emissioni e costi. Tra i grandi lavori in carico previsti dal Comune sono iniziati i lavori di riqualificazione energetica e adeguamento sismico della ex casa del custode in via Sabbioneta a San Polo, vicino alle scuole elementari Giovanni XXIII. L’intervento che costerà 126 mila euro darà alla luce uno spazio dedicato alla famiglia, in cui bambini genitori ed educatori potranno trascorrere il tempo.
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progetto futura Futura open talks: il ruolo chiave dell’edilizia per la sostenibilità
Lavorare per una riqualificazione delle città
Una tre giorni di confronto su temi strategici per il futuro. Numerosi ospiti fra i quali il Presidente di Ance Gabriele Buia che ha parlato della grande sfida dell’edilizia per la transizione ecologica
L’
economia sostenibile che rispetta l’ambiente, la rigenerazione degli spazi urbani, lo sviluppo dei mercati in ottica green sono i temi cardine dei Futura open talks. L’evento bresciano svolto a novembre al Brixia forum è stato un’occasione per confrontarsi sui temi strategici che possono determinare il cambiamento. Una tre giorni di dibattiti e incontri stimolanti che hanno visto la partecipazione di oltre cento personaggi illustri sotto l’insegna della transizione ecologica, toccando diverse aree tematiche: dalla mobilità sino alla rigenerazione urbana, dall’industria all’edilizia, fino al turismo, finanza e tecnologia. Gli appuntamenti di novembre sono stati uno spin off dell’evento principale, l’EXPO in Brixia Forum, che si terrà a maggio 2022. Il progetto FUTURA. Eco-
nomia x l’Ambiente, nato a partire dal 2019 con la regia di Camera di Commercio di Brescia e Pro Brixia (azienda speciale di Cciaa), è uno spazio dedicato alla visione del futuro in armonia con l’ecosistema. Sono tre gli obiettivi di questo ambizioso progetto made in Brescia: stimolare e supportare la cultura della sostenibilità per generare consapevolezza, promuovere percorsi di formazione per attivare nuove competenze e supportare le aziende nel reperimento di risorse economiche e servizi per attuare processi di evoluzione e cambiamento. L’edilizia è stato l’argomento più discusso nella kermesse degli incontri di novembre e ha aperto le danze della prima giornata
con il dibattito “Green buildings: l’edilizia del futuro dovrà essere necessariamente un’edilizia sostenibile”. Un tema attuale che detta l’urgenza dell’intervento da parte di ogni soggetto coinvolto nel processo di transizione. Un pensiero, quest’ultimo, condiviso dai relatori presenti come il sindaco Emilio Del Bono che ha commentato “Brescia sta percorrendo questa strada prendendo sulle spalle la sua storia di città fabbrica con i problemi connessi”. Il primo cittadino ha ricordato i progetti di rigenerazione urbana iniziati nella città, mentre l’assessore regionale alla Casa Mattinzoli ha confermato le osservazioni aggiungendo “Abbiamo capito che la rigenerazione urbana non è ristrutturare un immobile, ma mettere in comunicazione centro e periferia, creare spazi sociali e un abitare di qualità”.
L’edilizia nel progetto di rigenerazione e sostenibilità ha un ruolo chiave, come ha affermato il Presidente di Ance, Gabriele Buia, anche lui invitato fra i relatori all’incontro. “Il mondo delle costruzioni, come tutta la filiera ha un ruolo strategico su questa tematica. — ha dichiarato il leader dei costruttori- Il 40% delle emissioni in atmosfera oggi arrivano dal sistema immobiliare. Abbiamo degli obiettivi europei importantissimi da raggiungere e ridurre del 50% le emissioni in atmosfera non sarà una cosa facile”. Ma un grande aiuto per portare a termine questa missione arriva dalla grande liquidità in arrivo dai fondi del Pnrr, eppure, anche questi non basteranno a risanare l’urgenza commenta Buia. “Occorre un coinvolgimento in questo processo non solo della finanza pubblica, ma anche di quella privata. Dobbiamo aprire le porte a tutti i capitali privati disponibili nel mondo e lavorare in parallelo”. Anche il riciclo ha un ruolo da centravanti nella partita della sostenibilità e consiste nel coinvolgimento completo della filiera del settore, che non è solo riconversione e ricostruzione. Un’attenzione portata avanti da Ance in diversi progetti con lo scopo di cambiare anche la stessa cultura delle imprese attraverso attività di sensibilizzazione all’argomento. “Come mondo associativo stiamo strutturando una strategia per accrescere la cultura nelle imprese del mondo delle costruzioni. Stiamo realizzando dei modelli che accompagnino l’impresa nella sostenibilità, per far capire all’imprenditore i vantaggi e i ritorni economici, sociali e ambientali di tali attenzioni e pratiche” conclude il leader dei costruttori edili.
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Licof Ance Brescia, nella figura del presidente Massimo Angelo Deldossi, non è mancata al primo appuntamento del percorso Laboratorio dell’immaginazione delle costruzioni future (Licof) per indagare gli sviluppi possibili e poter costruire le città del domani. Il laboratorio si concretizza in un progetto che mette in rete ricerca, innovazione e mondo produttivo, per delineare il futuro della filiera edile. È realizzato nell’ambito di Cantiere 4.0 di Ip4fvg, il digital innovation hub del Friuli-Venezia Giulia, ed è promosso da Ance Friuli-Venezia Giulia e Area science park, ente nazionale di ricerca e innovazione. Attraverso esercizi di studio, imprenditori, architetti ed esperti del settore edile immaginano, insieme con scienziati, creativi e artisti provenienti da tutta Italia, il domani del comparto delle costruzioni, mettendo a confronto esperienze e conoscenze di diverso tipo per delineare orizzonti futuri, anticipare possibili cambiamenti del settore ed elaborare un documento finale da condividere e presentare alla filiera allargata delle costruzioni. Il percorso Licof è un primo esperimento partecipativo in cui la contaminazione tra il mondo della scienza, dell’innovazione e dell’impresa vuole portare un reale contributo alla costruzione dei futuri possibili. Come diceva il premio Nobel per la Fisica 1922 Niels Bohr, � e “difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro”, ma, come ha precisato l’economista Enrico Giovannini, ministro del18
Licof: un laboratorio che immagina gli scenari evolutivi della filiera edile
Scoprire e progettare i futuri possibili per far fronte alle sfide del 2040.
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le Infrastrutture e della mobilità sostenibile, nel corso dell’evento di lancio di Licof, “possiamo scegliere il nostro futuro e non solo subirlo”. “Immaginare il futuro fa parte della nostra natura, del nostro Dna. È così che proviamo a esorcizzare speranze, sogni e paure. Imparare a lavorare con i futuri, invece, è una sfida da cogliere per anticipare i possibili cambiamenti e modificare il presente. È su questa idea che nasce Licof. Il laboratorio parte da esigenze concrete e dubbi reali per individuare gli indizi che ci aiutino a scoprire e progettare i futuri possibili” spiega Fabio Millevoi, direttore
DANIEL STONE / UNSPLASH
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Primi in Italia
Licof, prima esperienza del suo genere in Italia, promuove in questo senso un percorso di alfabetizzazione dei futuri per usare gli scenari possibili a favore del presente e del domani delle città, in sintonia con le attività promosse a livello europeo e relative alle transizioni verso un’Europa verde, equa e digitale. Il Laboratorio
di Ance FVG e responsabile Licof. Riprendendo un principio di Riel Miller, head of Futures Literacy dell’Unesco, il Laboratorio invita a prendere le distanze dal pensiero dominante di “colonizzare” il domani con l’idea che oggi abbiamo del domani. L’Unesco, che considera l’alfabetizzazione sui futuri la soft skills più importante del XXI secolo, contribuisce con questa linea a valorizzare il percorso intrapreso da Licof, impegnato a trasformare, riprendendo sempre un consiglio di Miller, l’incertezza del domani in una responsabilità. Il Laboratorio disegna un percorso per capire
quali potrebbero essere i dati che influenzeranno i futuri modelli di business delle costruzioni e, di conseguenza, quali potrebbero essere le possibili competenze che un imprenditore edile dovrà avere nel 2030 per far fronte alle sfide del 2040. Un progetto che recepisce, fra il resto, le indicazioni di Maroš Šefcovic, vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche della Commissione europea per le Previsioni strategiche che nella prima relazione di previsione strategica della Commissione UE ha richiamato l’attenzione sulla necessità di integrare con l’antici-
pazione-previsione l’elaborazione delle politiche europee al fine di rafforzare la resilienza dell’UE e dei suoi stati membri. Il vicepresidente Šefcovic ha ricevuto, infatti, dalla presidente von der Leyen l’incarico di guidare gli sforzi della Commissione UE per integrare la previsione strategica nelle proprie attività, garantendo che le conoscenze, le informazioni e la ricerca siano utilizzate appieno per adeguare le nostre politiche alle esigenze future e rafforzare la nostra cultura della preparazione e l’elaborazione di politiche lungimiranti basate su elementi concreti.
Il commento del Presidente Deldossi “Il futuro della filiera edile e delle nostre città non può prescindere dalla capacità di attori pubblici e privati di formulare proposte innovative e lungimiranti per una crescita economica e
dell’immaginazione delle costruzioni future nasce con l’obiettivo di realizzare un percorso di esercizi di futuri. Prevedere il futuro è impossibile, ma studiare i futuri è una necessità. Le informazioni che ci arrivano dal passato non sono più sufficienti per prendere decisioni in questa quotidianità, sempre più caratterizzata da cambiamenti rapidi. Le imprese hanno bisogno di indicazioni preventive, di individuare dei “segnaposto” (dei segnali), delle rotte verso cui indirizzare il cambiamento.
sostenibile” dichiara il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, che esprime il proprio apprezzamento per iniziative come Licof, che fanno sistema e mettono in rete conoscenze e competenze per un’edilizia in grado di prevedere le dinamiche del domani, portando sul tavolo quesiti, criticità e opportunità che vanno affrontate con capacità progettuale e di visione.
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economia Previsioni positive per le imprese bresciane. Il 35% ha stimato un miglioramento nell’ultimo trimestre 2021 Prosegue la fase di rilancio per le imprese manifatturiere del Bresciano, nonostante il permanere di incertezze legate non solo alla pandemia da Covid-19. Un andamento che rallenta un po’ il passo, ma trova conforto in altri segnali incoraggianti che emergono dal territorio
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el terzo trimestre di quest’anno, la variazione della produzione industriale targata «Bs» rispetto allo stesso periodo del 2020 mostra un incremento del 13,7%. Pur in una fase di attenuazione della crescita, si tratta del secondo valore positivo più elevato (dopo quello dei tre mesi precedenti) di tutta la serie storica considerata, cioè dal periodo gennaio-marzo 1997. Il quadro emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia, che pone l’accento sull’aumento significativo dovuto anche al confronto con i livelli relativamente bassi di dodici mesi prima. Nel raffronto con l’analogo periodo del 2019, prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, l’attività è ancora in calo del 2,2%: ciò, comunque, denota che l’industria bresciana ha quasi del tutto recuperato quanto
perso lo scorso anno. Riguardo al fatturato, gli operatori hanno dichiarato, per i nove mesi del 2021, una crescita in media del 29% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 13% nel confronto con il periodo gennaio-settembre 2019, ribadendo il pieno recupero dell’attività produttiva.Nel dettaglio, la produzione rileva una flessione del 2,6% su giugno, dovuta soprattutto alla chiusura delle aziende nel periodo estivo. In termini destagionalizzati, si riscontra un +0,4%. Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice dell’attività non subisse variazioni fino alla fine dell’esercizio è pari a +13,6%. E dopo aver toccato i minimi storici nel secondo trimestre 2020, i livelli produttivi realizzano un deciso recupero (+25,8%). Le previsioni a breve termine sono moderatamente positive: le aziende che stimano
Complessivamente, al 30 settembre scorso, nell’apposito Registro tenuto dalla Camera di commercio risultato iscritte 18.340 ditte del settore delle costruzioni, di cui 12.943 artigiane.
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un miglioramento della situazione nei tre mesi successivi a settembre sono il 35%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali valgono il 52% del campione, mentre il 13% stima un calo. In prospettiva, comunque, come viene evidenziato dall’indagine, emergono preoccupazioni legate all’aumento dei prezzi di materie prime e semilavorati e alle difficoltà di approvvigionamento di alcuni di essi, fermo restando che le aspettative di produzione sembrano proseguire su un percorso espansivo. L’evoluzione del contesto economico nell’ultima parte dell’anno, e in tutto il periodo inver-
nale, appare inoltre ancora fortemente influenzata dalla dinamica della situazione sanitaria. Ma anche da come l’insieme degli effetti indotti dalla pandemia continueranno ad incidere sulla mobilità e sulla vita dei cittadini. In questo quadro generale il comparto dell’edilizia si inserisce mostrando luci, ma non solo. Le indicazioni positive emergono dai dati, elaborati dal Servizio Studi della Camera di commercio territoriale, con riferimento alla nati-mortalità delle imprese. La crescita del numero di aziende in provincia su base annua è trainata proprio dal settore delle costruzioni: per il terzo trimestre consecutivo riporta una dinamica brillante (+373 unità) cui ha contribuito la ritornata vitalità degli artigiani edili (+141 aziende nel confronto con l’analogo periodo dell’anno prima). Complessivamente, al 30 settembre scorso, nell’apposito Registro tenuto dalla Camera di commercio risultato iscritte 18.340 ditte del settore delle costruzioni, di cui 12.943 artigiane. Ma il comparto edile fa emergere anche altri segnali, testimoniati dai dati Istat aggiornati al secondo trimestre dell’anno: nel residenziale è stata stimata una diminuzione congiunturale dei permessi di costruire del 2,9% per il numero di abitazioni e del 2,6% per la superficie utile abitabile. Anche la superficie dei fabbricati non residenziali è diminuita sul trimestre precedente e in misura marcata (-14,6%). Nel periodo considerato il numero dei nuovi fabbricati residenziali, al netto della stagionalità, è pari a circa 14,5 mila unità; la superficie utile abitabile è di circa 1,28 milioni di metri quadrati, mentre quella non residenziale è di poco oltre i 2,3 milioni di metri quadrati. In termini tendenziali, nel secondo trime-
stre del 2021 si osserva un forte incremento per il settore residenziale: +46,7% per il numero di abitazioni e +44,7% per la superficie utile abitabile. L’edilizia non residenziale nel secondo trimestre dell’anno aumenta del 16,6% su base annua. Il comparto residenziale, dopo tre trimestri di crescita congiunturale, commenta l’Istat, mostra comunque una lieve flessione. Altre indicazioni incoraggianti sembrano trovare sostegno nell’andamento della Cassa integrazione, messo in risalto dai dati Inps aggiornati allo scorso settembre. Le ore approvate quel mese dall’Istituto di previdenza sociale per le aziende della provincia di Brescia sono pari a 1,62 milioni: un dato non lontano da quello di agosto (1,34 milioni di ore) e luglio (1,72 milioni di ore), su cui però pesa ancora l’impatto del Covid. Resta consistente, comunque, il calo rispetto allo stesso mese del 2020, quando le ore autorizzate nel Bresciano erano state 5,5 milioni: -70,5%. Da gennaio di quest’anno le ore concesse dall’ente previdenziale a livello territoriale ammontano a 36,19 milioni, contro i 77,6 milioni del periodo gennaio-settembre 2020: sono 41,41 milioni di ore in meno, pari a -53,3%. A livello nazionale, le ore di Cassa autorizzate a settembre sono state 74 milioni, a cui si aggiungono i fondi di solidarietà, con 47,8 milioni di ore: in totale 121,8 milioni di ore, di cui il 95% con la causale «emergenza sanitaria Covid 19». Il numero di ore di Cassa integrazione concesse nel periodo compreso tra aprile 2020 e il 30 settembre scorso, per emergenza sanitaria, è pari a 6.380,7 milioni di cui: 2,687 miliardi di ore per la Cassa Ordinaria, 2,276 miliardi di ore per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 1,416 miliardi di ore per la Cassa in deroga.
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Partecipano a Campus Edilizia Brescia con ilpatrocinio della Camera di Commercio di Brescia
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caro materiali
Occorre una rapida soluzione o a pagarne le spese saranno non solo gli interventi in corsa del Superbonus, ma anche quelli inclusi nel Pnrr
Caro materiali: quanto ci costi?
I prezzi dei materiali continuano a salire in un’onda variabile di instabilità. In arrivo anche l’aumento del metano.
La fotografia attuale descrive un mercato altamente instabile, con variazioni difficilmente giustificabili e l’impossibilità di definire una prospettiva stabile per il futuro
Continua l’oscillazione instabile dei prezzi dei prodotti ferrosi. Dopo il lieve arresto degli incrementi registrato a partire dalla seconda metà di giugno, la Commissione del Prezziario delle opere edili di Brescia (la pubblicazione che riporta i costi di manodopera, materiali, opere compiute e assistenze delle diverse fasi lavorative edili) durante la consultazione mensile di novembre per la compilazione del bollettino dei prodotti ferrosi, rileva un aumento dei materiali in accordo con la problematica diffusa riscontrata dal mercato attuale. Dalla consultazione delle quotazioni si rileva un incremento medio di 20 euro, rispetto ai prezzi ricavati dall’ultimo incontro della commissione, su quei materiali essenziali per le lavorazioni base dell’edilizia quali il tondo per il cemento armato e la rete elettrosaldata. Tale condizione critica è accentuata dall’alta incidenza percentuale di ferro all’interno dei lavori civili, così come prescritto dalle sempre più stingenti normative tecniche. Come si evince dal bollettino sale significativamente anche il costo del trefolo che dal prezzo base di 1020 euro a tonnellata
registrato ad ottobre, raggiunge quota 1200 euro a tonnellata nel mese di novembre, presumibilmente a causa di una mancanza di reperibilità del prodotto sul mercato. Restano invariati invece i prezzi delle travi. La fotografia attuale descrive un mercato altamente instabile, con variazioni difficilmente giustificabili e l’impossibilità di definire una prospettiva stabile per il futuro. Nella situazione odierna le imprese di costruzioni vivono la giornata, nell’incertezza generale di un prossimo rimbalzo al rialzo. “I prezzi dei materiali continuano ad essere ai massimi storici e per le im-
prese e clienti i costi sono insostenibili. Occorre una rapida soluzione o a pagarne le spese saranno non solo gli interventi in corsa del Superbonus, ma anche quelli inclusi nel Pnrr.” dichiara il Presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi. Le prospettive all’orizzonte per il futuro potrebbero ancora peggiorare, in quanto è previsto un imminente aumento dei prezzi, causato dall’aumento del costo del metano che attualmente registra già un rincaro di oltre il 104%, secondo i dati Codacons. L’incremento è provocato dal combinarsi di diversi fattori quali il progressivo esaurimento degli stoccaggi europei, i tagli nelle forniture di gas che arrivano dalla Russia e la sempre più scarsa produzione di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, rimpiazzata da quella asiatica. La situazione è talmente grave che già in alcuni listini internazionali appare, per alcuni prodotti, un prezzo maggiorato con l’indicazione della quota “extra energia”.
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storia per il domani
Quando le fotografie si facevano con matita e pennello
di Franco Robecchi, ingegnere e autore
Veduta monocroma della chiesa di S. Francesco in Assisi, in un disegno di Labrouste.
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estiamo nel mondo delle costruzioni per considerare un tema particolare, che va a braccetto con l’arte. Esiste un elenco infinito di elementi architettonici e di costruttori di particolari artistici insiti nel mondo edilizio. Anche se non tutti sono d’accordo, anche la stessa architettura è ritenuta un’arte, ma, in forma più sicura, pensiamo a quale immenso patrimonio artistico è fissato nei muri degli edifici. Andiamo dai mosaici agli affreschi, dalle sculture agli ornamenti decorativi, dalle splendide pavimentazioni ai fini lavori di ebanisteria. E poi esiste “l’arte di costruire”, che non è nei musei, ma costituisce i musei. Chi riflette sul mondo sa di che tipo di arti parliamo: sono le arti di chi opera con raffinata professionalità, con intelligenza tecnica e organizzativa, con senso di responsabilità e tanta esperienza. Una gran parte di arte in senso stretto è comunque nella sfera della progettazione di edifici, non necessariamente nella fase inventiva o nella resa grafica degli elaborati. Ci riferiamo a un momento speciale del lavoro che sta dietro le quinte di un progetto, che at-
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tiene alla fase di istruzione o di espansione della cultura professionale. La preparazione di un ingegnere, di un architetto o di un geometra è fatta di tante componenti. Come per moltissime altre professioni, un’educazione basilare sta nella conoscenza di ciò che è stato fatto prima di noi, nel conoscere i maestri e i modelli e, quindi, nello studiare e nel documen-
tarsi sulla storia. Negli ultimi trent’anni la documentazione ha avuto uno straordinario balzo di accessibilità grazie a Internet. E il termine straordinario è riduttivo. Verrebbe quasi voglia di chiamarlo balzo miracoloso. Vi sono progressi tecnologici che ribaltano la vita e la storia: Internet è uno di questi. Prima bisognava muoversi fisicamente molto di più. Bisogna-
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va andare a Venezia per vedere la basilica di S. Marco o almeno bisognava faticare alquanto per accedere a libri e fotografie per conoscere quanto non avevamo visto di persona. Appunto la fotografia fu un’altra delle maggiori conquiste degli ultimi due secoli. Lo studente poteva vedere le forme delle architetture stando in poltrona, ma prima della macchina fotografica cosa
accadeva? Prima bisognava viaggiare, guardare e, se si era bravi, ritrarre il mondo. Non si parla dei pittori paesaggisti, che avevano un intento simile, ma non eguale. Essi dipingevano vedute che li suggestionavano, fatte di luci e sfumature solari, di prospettive realistiche e di onde che si frangevano sugli scogli. Gli studiosi, gli architetti, gli intellettuali, invece, viaggia-
vano per imparare e potevano documentarsi, accumulando immagini, solo ritraendo quanto interessava loro, con il più perfetto realismo. Erano disegni che interessavano per la loro professione, per la formazione di un repertorio di esempi illustri da studiare e consultare, di particolari costruttivi e decorativi, di piante e sezioni di edifici più o meno famosi. Ciò voleva
dire essere dotati di un album, di una matita e non raramente di un pennello e acquerelli. La preparazione degli architetti avveniva spesso nell’ambiente delle accademie d’arte e la loro abilità nel disegno e nella pittura era quindi assodata. Ma la riproduzione grafica di edifici in veduta richiedeva un’abilità speciale e non tutti erano in grado di eseguire le splendide tavole che qui in parte si riportano. A questa attività si affiancava la pratica di intellettuali che amavano portare a casa le immagini di ciò che avevano visto, anche in quel caso con grande realismo tecnico, durante quei viaggi della formazione culturale che presero il nome, con riferimento ai luoghi italiani, di Grand Tour. Gli stranieri venivano in Italia per conoscerne da vicino i luoghi e le opere d’arte che avevano fatto la storia dell’Europa. Quando potevano godere di abilità grafica riempivano i loro taccuini di schizzi e commenti. Proprio il nome taccuino divenne emblematico di questo atteggiamento del viaggiatore che intendeva catturare immagini e pensieri. La storia della cultura è fitta di taccuini importanti e anche poco conosciuti. Nel campo dell’architettura un caposaldo dell’esordio antico è il taccuino del francese Villard de Honnecourt, vissuto nel XIII secolo. Non è un trattato, come quello dell’ancor più antico Vitruvio, ma proprio un quaderno di appunti tratti dall’esperienza diretta. Non è chiaro se Villard fosse anch’egli un architetto o fosse solo un curioso del mondo edilizio e artistico. Di fatto abbiamo 33 foglietti di pergamena, scritti su entrambe le facce, dove sono disegnati prospetti di torri, palazzi e chiese, piante dei medesimi, particolari architettonici e decorativi, macchine da cantiere e anche animali, proporzioni grafiche sul corpo umano e altro. I taccuini servivano ad annotare l’attimo, anche nei pensieri, oltre che nelle forme. Nonostante l’origine del
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La chiesa di S. Miniato in Firenze. Parete affrescata di una domus di Pompei. Una tomba etrusca in Tarquinia. Pianta della chiesa dell’Annunziata in Firenze. Il diverso spirito di un dipinto architettonico di John Ruskin, l’intellettuale inglese dell’Ottocento.
Nella pagina precedente: Il disegno di un urban sketcher, sintetico, preciso ed elegante.
nome arabo si riferisse solo alle annotazioni ordinate, il taccuino ha riguardato anche tipologie meno ambulanti e improvvisate, come i famosi Tacuinum sanitatis (secoli XIV-XV), splendidi volumi manoscritti, basati su miniature, nei quali si scorrono principi e consigli medici. Va citato lo splendido taccuino del pittore milanese, del Trecento, Giovannino de’ Grassi, conservato presso la Biblioteca Mai di Bergamo. Si tratta di pagine luminose, con disegni di piante e animali degni della più alta fama di miniatore. Ma i taccuini più celebri dell’antichità restano ovviamente quelli di Leonardo da Vinci, preziosissimi gioielli dell’intelligenza umana sui quali si sono esercitati stuoli di studiosi. I taccuini di lavoro sono stati utilizzati anche da pittori, da Van Gogh a Gauguin, da Canaletto
a Turner al brillante Delacroix, durante il suo viaggio in Marocco. Ma qui vorremmo limitarci ai taccuini da viaggio di tipo prettamente architettonico e quindi andiamo a bussare alla porta dell’architetto francese dell’Ottocento Henri Labrouste. Labrouste è noto soprattutto, a chi si interessa di storia dell’architettura, per la bella progettazione della Bibliothèque Nationale di Parigi, fatta di eleganza e uso pionieristico del ferro. Anch’egli si sentì in dovere di effettuare il suo bravo viaggio in Italia, stavolta aiutato dall’ottenimento, nel 1824, del Prix de Rome, una borsa di studio dell’Accademia di Francia per un soggiorno di cinque anni nella capitale italiana. I suoi appunti grafici hanno una perfezione che un professionista dell’epoca avrebbe potuto forse eguagliare solo lavorando ore al tec-
nigrafo. Anche pittoricamente, con ombreggiature e prospettive, Labrouste poteva sfidare qualunque artista del pennello. Uno degli aspetti più sorprendenti è la capacità di stendere planimetrie di edifici complessi, per la cui esecuzione normalmente servono ore di rilievo e altrettante ore di stesura in studio. Labrouste era interessato all’architettura antica e anche all’archeologia. Vi sono tavole di prospetto, pianta e sezioni di tombe etrusche di Tarquinia e di monumenti dell’antica Roma o Pompei. Tuttavia, esistono rilievi di architetture anche in altre città del Centro Italia fra cui Perugia, Firenze, Assisi e anche qualche foglio riferito al Lago Maggiore. I disegni sono prevalentemente monocromi, o con policromie molto leggere, certamente eseguite con acnovembre/dicembre/2021
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querelli. Il rilievo “fotografico” dei monumenti era nello spirito del Prix de Rome e abbiamo splendide tavole anche di altri vincitori di quel concorso. Tuttavia, in Labrouste si vede un collegamento diretto con la sua futura attività di architetto e il ritratto di un timpano, di un capitello o di un’abside si pone fra l’esercizio e la progettazione. Un confronto rivelatore è possibile con gli appunti pittorici, anch’essi bellissimi, dell’inglese John Ruskin, che era interessato anche ai paesaggi. Le sue tavole di architettura sono di altissima qualità, ma si vede lo spirito più pittorico che tecnico, che invece caratterizza Labrouste. È un atteggiamento tipico degli architetti e vengono alla mente i taccuini di Le Corbusier, che però, anche per il diverso clima culturale e grafico, sono tecnicamente e artisticamente assai più poveri.
nnn Vedute dei ruderi del tempio di Giove. Particolare architettonico dell’Arco di Traiano in Roma. Un disegnatore di strada, un urban sketcher, mostra il suo disegno con, sullo sfondo, la vera architettura ritratta.
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Il tema fa sorgere due curiose osservazioni conclusive. Un taccuino di viaggio speciale era quello che, nel XIX secolo, con il diffondersi della stampa periodica illustrata, portavano in tasca dei superlativi professionisti della fotografia con matita. Le riviste, soprattutto francesi, pubblicavano immagini di cronaca. Erano incisioni su lastra eseguite con maestria da artisti che oggi nessuno saprebbe eguagliare. Nella rivista vi erano le immagini del terremoto in Spagna, del naufragio della tal nave e dell’incidente ferroviario del tal treno. Vi erano raffigurati incontri di scherma e ricevimenti a palazzo, nozze e funerali, battaglie e mercati. Gli incisori lavoravano presso l’editore, nei loro studi, ma chi riprendeva dal vero le scene? Erano i fotografi con la matita, che si recavano sui luoghi e ritraevano, con schizzi rapidissimi, ma precisissimi, ogni cosa. Quello schizzo, inviato per posta a Parigi, Londra o Milano, era poi riprodotto dagli incisori. Una filiera incredibile di altissime professionalità, oggi introvabili. Il piacere e l’abilità del tenere un importante taccuino di viaggio ha avuto negli ultimi due decenni un ritorno imprevedibile. Si è diffusa, soprattutto presso i giovani, la pratica di viaggiare prendendo appunti, un po’ di tutto. Vi è chi ritrae anche il cibo che sta mangiando, le auto parcheggiate, le persone che gli stanno sedute di fronte sul bus, i tramonti e anche le strade, le case, le architetture. È l’Urban sketching, schizzare la città, ma vale per ogni oggetto. Alcuni di questi ragazzi, ma vi sono anche adulti, sono bravissimi, capaci, con poche linee e qualche rapido colore, di dare un’immagine convincente e gradevole di ogni cosa. Come i fotografi con la matita di una volta.
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Mercato immobiliare residenziale e politiche urbane
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OLEG LAPTEV / UNSPLASH
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La crisi economica e la pandemia causata dal diffondersi del virus Covid-19 hanno dato un forte contraccolpo alle compravendite residenziali, ma la volontà di lasciare alle spalle questa buia parentesi è evidente e i dati dimostrano, anche se nascono nuove esigenze legate all’abitare e al vivere gli spazi urbani, la Casa resta un bene di prima necessità e si pronostica un risollevamento post-epidemia del mercato
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focus mercato immobiliare residenziale
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VADIM MOROZOV / UNSPLASH
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Mercato immobiliare abitativo L’anno della pandemia nell’analisi del Centro Studi Ance
econdo i dati raccolti dal Centro Studi Ance e riportati nell’Osservatorio Congiunturale 2021, il 2019 si è concluso con un numero di compravendite residenziali che ha superato le 600mila unità, in crescita del 4,3% su base annua. Si è trattato del sesto anno consecutivo di crescita per il mercato immobiliare abitativo, sebbene d’intensità più contenuta rispetto agli anni precedenti (+6,5% nel 2018, +5% nel 2017 e +18,6% nel 2016). Tale dinamica subisce una forte battuta d’arresto ad inizio 2020 a causa dall’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del Covid-19, che ha provocato un contraccolpo economico senza precedenti nella storia italiana dal dopoguerra ad oggi.Per il mercato immobiliare residenziale il mancato incontro tra domanda e offerta ha avuto come primo immediato effetto la diminuzione delle transazioni residenziali che nel primo semestre 2020 subiscono una significativa flessione del -21,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al brusco calo dell’attività transattiva nella prima parte dell’anno, segue un terzo trimestre che mostra un cambio di segno. Il numero di abitazioni compravendute registra un aumento del +3,1% rispetto al terzo trimestre 2019. Il modesto recupero delle compravendite residenziali registrato nel terzo trimestre (+3,1%), tuttavia, non è sufficiente ad invertire la tendenza negativa. Nei primi nove mesi del 2020, il numero di abitazioni compravendute in Italia registra una diminuzione del -13,9% nel confronto con lo stesso periodo del 2019. L’emergenza virale ha condizionato fortemente il modo di vivere delle famiglie e le aspettative sul futuro. Ad inizio 2020, la quota di famiglie che dichiarava di essere interessata all’acquisto di un’abitazione nei successivi dodici mesi era pari al 2,5%, in aunovembre/dicembre/2021
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focus mercato immobiliare residenziale
L’abitare, le città, le persone Una riflessione del Centro Studi Ance
La crisi che ha innescato la pandemia ha indotto numerosi cambiamenti, determinando anche l’affermarsi di nuove esigenze legate all’abitare e al vivere gli spazi urbani.In particolare, l’esperienza della quarantena ha generato nelle persone una nuova consapevolezza su ciò che manca nelle proprie abitazioni e cosa migliorare, stimolando un forte desiderio di cambiamento, oltre a far riscoprire la prossimità,
l’importanza di trovare i servizi necessari vicino alla propria abitazione. La domanda immobiliare, con molta probabilità, si orienterà sempre più verso abitazioni con un utilizzo efficiente degli spazi, luminose e con aree esterne vivibili, abitazioni energeticamente efficienti ed in grado di assicurare salubrità agli ambienti, oltre ad essere connesse. Casa.it ha presentato i risultati della ricerca “La
mento rispetto all’ultimo trimestre del 2019 (+2,2%); nel quarto trimestre 2020 tale quota scende al 2,3%. La crisi economica ha, infatti, indebolito una quota significativa di questa domanda e le prospettive future continuano ad essere caratterizzate da una notevole incertezza. L’incertezza, soprattutto se relativa al posto di lavoro, è una delle variabili che più induce alla prudenza nei comportamenti e tende a far procrastinare decisioni di investimento, come può essere l’acquisto della casa. secondo le stime di Banca d’Italia nel 2020 la caduta del reddito disponibile delle famiglie sarebbe pari a circa tre punti percentuali, contro il 9,2 del Pil. 34
nostra economia, e il futuro è tutt’altro che confortante. È evidente il ruolo delle città come strumento di politica economica per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e anche il ruolo determinante delle politiche abitative in risposta a nuovi bisogni e al crescente disagio abitativo, delle infrastrutture sociali, perché è nelle città che si recuperano le disuguaglianze. Le città, come collettore di azioni che possano restituire al paese equità, ricchezza, benessere, sono il fulcro di qualsiasi strategia di sviluppo per il futuro. Molti progetti finanziati con le risorse europee (Next Generation UE) riguarderanno le città. Il dibattitto in corso vede emergere tante idee di città, quella della prossimità, e quindi si tratta di rivitalizzare i quartieri, in alcuni casi
casa che vorrei” realizzata a settembre 2020 su un campione rappresentativo di circa 22.000 persone, che ha evidenziato come la pandemia abbia accentuato alcune tendenze (per esempio il green e la sostenibilità) che stavano già emergendo. La casa verrà comunque considerata un bene di prima necessità, su cui investire nel tempo ma, si legge nella ricerca “muterà in misura determinante il rapporto che la gente avrà con essa, in un processo di rivalutazione dello spazio fisico, con una maggiore sensibilità verso le dimensioni e una ricerca di ambienti più grandi, ben connessi e serviti”. La pandemia, oltre ad accelerare cambiamenti già in atto, ha anche “svelato” i punti deboli, accentuandoli, della nostra società e della
I dati dell’Osservatorio del Mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate Nel secondo trimestre del 2021, grazie anche all’allentamento delle misure restrittive per le attività sociali ed economiche,
ripensarli interamente nelle attività, nella configurazione e nella fruibilità degli spazi, nelle aree verdi, nell’agricoltura urbana, mettendo in connessione i distretti attraverso una mobilità sostenibile. Si è affermata l’idea di città resiliente, e dunque capace di rispondere prima e nel migliore dei modi ad eventi e situazioni difficili, di città che non consuma energia, semmai la produce, di città che tutela la salute sul territorio, di città che protegge le categorie più a rischio nelle proprie abitazioni. Ma si è parlato anche di una riscoperta dei piccoli centri che, grazie alla digitalizzazione e all’esplosione forzata dello smart working che ha modificato il rapporto tra “residenzialità e luogo di lavoro”, sono diventati molto più
Sul fronte del mercato del lavoro, a luglio 2021 sono 12,3 milioni i disoccupati nell’area euro, circa 1,3 milioni in meno dello stesso mese del 2020, con il tasso di disoccupazione a 6,9%, in diminuzione rispetto al mese precedente (7,1% a giugno
favorite dall’attenuazione della pandemia da Covid-19 in virtù dei progressi delle campagne di vaccinazione, si è assistito a una generale ripartenza dell’economia europea e nazionale, con buoni risultati anche per il mercato immobiliare.
Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia. Impatto del Covid-19 sul mercato nazionale delle locazioni (percentuali di agenzie trimestre in corso: luglio-settembre 2021) Impatto dell'epidemia sul mercato nazionale delle locazioni
Offerta di abitazioni
negativo
assente
positivo
%
%
%
33,4
38,9
27,7
Potenziali locatari
31,4
31,7
36,9
Canoni di locazione
30,2
52,7
17,1
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EMIL WIDLUND / UNSPLASH
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attrattivi. Non manca, infine, una riflessione sulle città medie, una realtà frammentata che è, allo stesso tempo, la nostra originalità e un fattore di criticità, soprattutto per l’inadeguatezza della governance. Diversamente, uno sviluppo basato su un virtuoso dialogo tra città, uno sviluppo dunque policentrico, può contribuire a ridurre le disparità regionali a tutti i livelli, evitando una eccessiva concentrazione economica e demografica e rivitalizzando i territori meno densamente insediati ed economicamente più deboli. Le città possono divenire il cuore di una ripartenza, innescando processi di rigenerazione virtuosa, certamente non solo
2021) e allo stesso mese del 2020 (7,6% a luglio 2020). Per l’Italia il clima del mercato immobiliare residenziale del II trimestre 2021 rilevato presso gli agenti immobiliari mediante il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia, è sintetizzabile nei punti che seguono: z il 67,5% degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita nel secondo trimestre del 2021, una quota superiore alla precedente rilevazione; la percentuale di operatori che ravvisa un calo delle quotazioni è nettamente diminuita (da 27,1 nell’indagine
precedente a 17,9). È salita la 14,6% (da 11,4) la quota di agenti che giudica i prezzi delle case in aumento. z La quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione nel trimestre aprile-giugno continua a salire (all’85,8% da 83,6 nel I trimestre del 2021) e si colloca per la prima volta al disopra dei livelli precedenti l’emergenza sanitaria (era 84,4 nel IV trimestre del 2019). z Lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è ulteriormente sceso rispetto al trimestre precedente, al 9,3% (dal 10,1), e risalgono lievemente i tempi medi di vendita, 7,3 mesi da 7,0 mesi nel I trimestre 2021.
fisica ma, piuttosto, un complesso intervento sociale che non perda mai di vista le persone, facendo planare in progetti concreti le tre direttrici dello sviluppo futuro tracciato dall’UE: la digitalizzazione, la transizione ecologica e la riduzione delle disuguaglianze. Se la politica non sarà all’altezza, condividendo una visione di lungo periodo chiara e definita, avremo davanti a noi un paese in grandi difficoltà, lacerato da una crescente disuguaglianza, iniquità e dalla incapacità di offrire a tutti pari opportunità di cura e salute, di lavoro, di istruzione, di casa, e di riconoscere il diritto di tutti a sentirsi parte della città. Le risorse pubbliche dovranno rappresentare, anche per le proposte private, il catalizzatore della rigenerazione urbana.
Per oltre la metà degli agenti le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere restano le proposte di acquisto ritenute troppo basse dai venditori (in diminuzione al 53,2%, da 59,8) e i prezzi giudicati troppo elevati dai compratori (50,9% da 47,9). La difficoltà nel reperimento del mutuo è, invece, la causa principale dell’estinzione dell’incarico per il 23,2% degli operatori (da 24,6 nella scorsa indagine, segnando così la terza riduzione consecutiva). z È in calo la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario (69,6% dal 72,9) e il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è pressoché stabile, al 77,6%.
Fino ad oggi, purtroppo, l’assenza di visione e di una regia nazionale hanno spesso prodotto solo un elenco di interventi puntuali, sconnessi fra loro, impedendo di dare vita ad un nuovo, ormai necessario, paradigma di sviluppo.
Scarica il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia realizzato grazie alla collaborazione tra Agenzia delle Entrate, Banca d’Italia e Tecnoborsa:
z Le attese delle agenzie riguardo al proprio mercato di riferimento sono rimaste invariate: il 13,1% degli operatori ha aspettative sfavorevoli per il secondo trimestre, il 10,9 prefigura invece un miglioramento (da 14,5 e 12,4 rispettivamente). z Le aspettative sull’andamento del mercato immobiliare nazionale sono notevolmente migliorate: con riferimento all’evoluzione nel trimestre in corso il saldo diviene positivo per la prima volta negli ultimi due anni (0,3 punti percentuali da -6,0). Le prospettive a due anni continuano a migliorare, con un saldo fra attese di miglioramento e peggioramento pari a 33,5 punti percentuali (da 23,6).
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focus mercato immobiliare residenziale
Il mercato immobiliare a Brescia
di Alberto Silvioli consigliere Ance Brescia e componente del Comitato di listino della Borsa dei valori immobiliari della Borsa immobiliare di Brescia
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opo troppi anni di vera e pesante crisi immobiliare, che ha penalizzato la gran parte delle nostre imprese che operano nell’edilizia in proprio, la tendenza del mercato immobiliare evidenzia la crescita del valore e del numero di compravendite degli immobili residenziali compresi i fabbricati esistenti che sono stati oggetto di riqualificazione energetica e sismica. Crediamo che questa inversione di tendenza sia duratura e permetta finalmente di poter programmare positivamente il futuro per le nostre imprese e maestranze. L’emergenza sanitaria ha creato una riformulazione della domanda alla luce dei nuovi bisogni abitativi mutando le tipologie abitative più richieste (spazi verdi, terrazzi, spazi per il lavoro a casa). Per facilitare la trasparenza del mercato si studia un rating immobiliare che renderà più sem-
plice la valutazione e la sostenibilità dell’intervento immobiliare. Nella decisione di acquistare casa risulta evidente la necessità di accedere al credito. Il rapporto tra il settore immobiliare ed il sistema creditizio, in continuo cambiamento, necessita per tanto di una disamina più completa per una concreta sostenibilità economico-finanziaria dell’investimento, a tale scopo sarà un valido aiuto il rating immobiliare. Brescia e i comuni della provincia necessitano di un censimento del patrimonio edilizio invenduto che dev’essere strumento a supporto della pianificazione, definendo una banca dati informativa necessaria per la corretta definizione di un piano urbanistico. La crisi del mercato immobiliare ha evidenziato le numerose criticità presenti nel sistema locale della pianificazione urbanistica inadeguata ad affrontare
JAKOB BRAUN / UNSPLASH
HAYFFIELD / UNSPLASH
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Per una sostenibilità del sistema Se vogliamo che la rigenerazione urbana diventi norma e si contribuisca significativamente al non consumo del suolo necessita che diventino strutturali, stabili ed efficienti per i prossimi cinque anni i seguenti presupposti: z incentivi fiscali (bonus edilizia
Brescia e i comuni della provincia necessitano di un censimento del patrimonio edilizio invenduto che dev’essere strumento a supporto della pianificazione, definendo una banca dati informativa necessaria per la corretta definizione di un piano urbanistico.
in maniera opportuna i problemi indotti dallo sviluppo economico, dai cambiamenti climatici, dall’evoluzione demografica e sociale.Oggi si deve sempre più riferirsi alla rigenerazione urbana, strategia generale che dev’essere adattata alle specifiche caratteristiche di città che necessitano di recuperare le proprie funzionalità.Su questi temi finalmente anche a livello politico si è intervenuto sia a livello nazionale che a livello locale con agevolazioni fiscali che hanno rilanciato il nostro settore, anche se complesse nella loro realizzazione e distorsive del mercato (vedi mancanza e rincaro dei materiali). Qualcosa si è mosso, a seguito delle nostre proposte di incentivazioni fiscali anche presso le amministrazioni locali che possono e debbono accordare agli addetti ai lavori semplificazioni e agevolazioni onde accelerare i processi di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente.
per gli interventi di recupero edilizio o per l’acquisto di immobili residenziali ristrutturati; ecobonus per gli interventi di riqualificazione energetica per singole unità abitative e per edifici condominiali; sismabonus per la messa in sicurezza sismica e per l’acquisto di immobili antisismici); z detassazione di tutte le operazioni di rigenerazione urbana; è necessario estendere il regime fiscale agevolato a tutti gli immobili destinati alla demolizione e ricostruzione; z riduzione degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione per interventi di rigenerazione urbana; z alleggerimento della tassazione locale: è necessario avviare un processo di revisione dei tributi locali Imu e Tasi; z favorire il mercato delle locazioni; per le locazioni delle abitazioni ristrutturate applicando la cedolare secca. Nell’ambito dell’attività di Ance, dei propri funzionari, degli imprenditori in collaborazione con la Borsa Immobiliare e le associazioni di categoria professionali, si sono costituiti appositi tavoli per aree di lavoro per trattare i temi sopra elencati che si possono riassumere in: z riduzione della fiscalità
immobiliare e di incentivazione del recupero dell’esistente; z pianificazione del territorio con un ambizioso progetto del censimento dell’invenduto; z finanzia immobiliare per l’invenduto con la partecipazione del sistema finanziario; z promozione delle semplificazioni burocratiche.
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pianura sostenibile SUOLO BENE COMUNE
Sostenibilità ambientale nelle comunità locali Ance Brescia all’incontro di Fondazione Cogeme sottolinea il ruolo dei costruttori, che non contrasta con una visione di sviluppo verde e con le azioni finalizzate alla diminuzione del consumo suolo
Il “consumo di suolo” secondo Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) va inteso come un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o semi-naturale. Si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. È dunque la “variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato)” (Ispra, 2013).
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edilizia non è un ostacolo allo sviluppo sostenibile delle città né si pone in contrasto con politiche di salvaguardia del territorio. Ad affermarlo con decisione è il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, durante l’incontro “Suolo bene comune”, organizzato da Fondazione Cogeme nel solco del più ampio progetto “Pianura Sostenibile”, finalizzato a declinare la sostenibilità ambientale nelle comunità locali e ad attuare una visione sempre più globale del territorio della Pianura Bresciana. Una visione che, secondo Ance, si deve accompagnare a un’analisi degli aspetti che riguardano la diminuzione del consumo di suolo e la rigenerazione dell’esistente, per essere trasversale, strategica e pluriennale, coinvolgendo in modo orizzontale le associazioni. In questo solco, il progetto ha avviato attività di studio e monitoraggio che permettono di sensibilizzare le amministrazioni e le comunità sulle tematiche ambientali, fornendo spunti a servizio delle politiche di salvaguardia del territorio e degli obiettivi da attuare nei Piani di governo del territorio comunali. Lo studio parte dai contenuti della settima edizione del Rapporto Ispra sul consumo di suolo e delinea un quadro aggiornato per la valutazione delle
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caratteristiche e delle tendenze dei processi di trasformazione del territorio dei comuni del progetto Pianura Sostenibile: Barbariga, Berlingo, Borgo San Giacomo, Brandico, Castel Mella, Castrezzato, Chiari, Comezzano-Cizzago, Corzano, Lograto, Longhena, Maclodio, Orzinuovi, Quinzano d’Oglio, Pontoglio, Roccafranca, Roncadelle, Rudiano, San Paolo, Torbole Casaglia, Urago d’Oglio, Villachiara. Secondo i report di Ispra, la velocità del consumo di suolo, dopo aver toccato anche gli 8 metri quadrati al secondo degli anni 2000 ha iniziato un rallentamento nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo), che si è consolidato negli ultimi anni raggiungendo i 2 metri quadrati al secondo tra
il 2018 ed il 2019. Il consumo di suolo netto nel periodo 20182019 risulta essere di 51,9 Kmq: il consumo di suolo è infatti di 57,5 Kmq, ma sono stati ripristinati 5,6 Km2 di suolo che è passato da consumato a non consumato. A livello nazionale nel 2019 il 7,1% del territorio risulta coperto da superfici artificiali. La relazione tra il consumo di suolo e le dinamiche della popolazione conferma che il legame tra la demografia e i processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione non è diretto e si assiste a una crescita delle superfici artificiali anche in presenza di stabilizzazione, in alcuni casi di decrescita, dei residenti. Nel 2019 il suolo consumato pro-capite è pari a 354,51 m2 /abitante.
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Restauri oltre la conservazione
Pompiano (Bs) tel. 030.9465203 www.deldossi-group.it
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capitali della cultura #BSBG23 percorso dalle strutture alle culture
Seconda tappa:
Il nuovo ponte di Pontoglio è finalmente realtà
Un’opera strategica per migliorare il collegamento tra i territori bresciano e bergamasco
di Adriano Baffelli
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econdo appuntamento con lo spazio riservato alle strutture principali di collegamento tra i territori bresciano e bergamasco, percorso che ci accompagna verso il 2023, anno nel quale la città della Mille Miglia e quella dei Mille condivideranno il ruolo di Capitale italiana della Cultura. Un percorso che “Costruire il futuro” ha deciso di seguire dando conto delle infrastrutture che collegano i due laboriosi territori. Una scelta che intende, fra il resto, evidenziare come #BsBg23 sia l’occasione, anche, per evidenziare i vari aspetti racchiusi nella filiera del Costruito, capace di esprime notevoli aspetti tecnici e intrinsecamente culturali. La tappa di questo numero prende in
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considerazione il nuovo ponte — a lungo atteso — che unisce Pontoglio a Palosco. Il vicepresidente della Provincia di Brescia, Guido Galperti, la giudica: “Un’opera strategica per migliorare i collegamenti interprovinciali e alleggerire il centro abitato di Pontoglio dal traffico intenso. Un intervento che certamente migliora la viabilità provinciale e la qualità della vita degli abitanti della zona. La Provincia — aggiunge l’esperto politico e amministratore — continua dunque a investire risorse economiche e professionali sui circa duemila chilometri di strade, sui 450 tra ponti e viadotti che gestisce. Questi lavori sono inoltre la conferma della collaborazione attiva e proficua tra le varie istituzioni coinvolte”. Si riferisce ai lavori che hanno consentito la realizzazione della Variante di Pontoglio, infrastruttura che ha richiesto un investimento di 10,9 milioni di euro, cofinanziato da Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Provincia di Bergamo e Comune di Pontoglio. Atteso da ormai cinquant’anni, avete letto bene, proprio cinquant’anni, il nuovo ponte di Pontoglio è finalmente divenuto realtà. Il ponte consente di evitare il passaggio del traffico nel centro del paese bresciano, collegando la provinciale di Palosco alla località Torre delle Passere, e contestualmente alla rotatoria che immette sul ponte e al viadotto romano di Pontoglio bassa. Una struttura necessaria, utile a rendere più agevole il transito tra i due dinamici territori provinciali in uno dei punti di maggiore rilevanza e particolarmente delicato. e Ringrazio tutti gli Enti che stanno contribuendo a cambiare il volto della viabilità in questo snodo cruciale tra Brescia e Bergamo”. Alla quanto mai attesa inaugurazione sono intervenuti gli assessori regionali Alessandro Mattinzoli e Claudia Maria Terzi, il sindaco di Pontoglio, Alessandro Giuseppe Seghezzi,
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Il progetto Il progetto ha consentito la realizzazione di: 1.825 metri di nuova strada extraurbana; quattro rotatorie per il collegamento alla viabilità esistente; 700 metri di strada per il collegamento della viabilità esistente alle rotatorie (innesti); 1.450 metri di contro strade agricole; 205 metri di strade sterrate; quattro manufatti scatolari per lo scavalco delle Rogge Castrina, Trenzana, Boiona e Rudiana; il ponte sul Fiume Oglio.
Il ponte consente di evitare il passaggio del traffico nel centro del paese bresciano, collegando la provinciale di Palosco alla località Torre delle Passere
con la Giunta comunale, il presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi e il consigliere delegato Marco Redolfi per la Provincia di Bergamo. Presenti anche il presidente di Acb, l’Associazione dei Comuni bresciani e sindaco di Palazzolo sull’Oglio, Gabriele Zanni, insieme ai colleghi primi cittadini dei comuni del territorio: Mario Mazza di Palosco, Marco Franzelli di Roccafranca, Gianluigi Brugali di Urago e l’assessore ai Lavori pubblici di Cividate al
Piano, Edoardo Raimondi. La benedizione alla nuova infrastruttura è stata impartita dal parroco, don Giovanni Cominardi. “Per una viabilità perfettamente scorrevole — hanno commentato nell’occasione alcuni degli amministratori locali — è necessario intervenire quanto prima sul versante bergamasco, ad esempio approntando un nuovo viadotto sulla Roggia Sale, considerata la difficoltà di transito attuale nel punto dove una strozzatura complica la marcia dei veicoli”. Atteso da decenni, quando finalmente iniziò il suo percorso, nel 2009, il ponte subì lo stop provocato dalla vertenza nei confronti della Provincia di Brescia, avviata dall’impresa costruttrice, durata alcuni anni. Come ricordato dai vertici del Broletto, il ponte di passaggio tra l’Ovest Bresciano e il Bergamasco, fu inserito tra le priorità all’inizio del mandato dell’attuale amministrazione provinciale — il cui percorso amministrativo e operativo è stato reso assai complicato dall’incomprensibile riforma Delrio — e, sia pure con un percorso ad ostacoli, si è raggiunto il traguardo finale. Per l’assessore regionale Claudia Maria Terzi: “La Variante è di grande importanza perché sgrava dal traffico anche pesante il centro abitato di Pontoglio ed efficienta sensibilmente i collegamenti tra le Province di Brescia e Bergamo. Aumenta la sicurezza stradale e la qualità della vita dei cittadini, determinando benefici concreti per il territorio. Regione Lombardia ha stanziato 3.385.000 euro per cofinanziare questo intervento particolarmente significativo e complesso, che comprende tra le altre cose quattro nuove rotatorie per il collegamento alla viabilità esistente e il nuovo ponte sul fiume Oglio. Inoltre, sul lato bergamasco, come Regione abbiamo finanziato con il Piano Lombardia ulteriori interventi per il miglioramento della viabilità”.
Eliminare i disagi e migliorare i collegamenti
Le considerazioni tecniche della Provincia di Brescia
Finalità dell’opera Le strade provinciali 100 e 101 fanno confluire nel centro abitato di Pontoglio il traffico proveniente da Martinengo e Cividate al Piano e viceversa. L’opera è costituita da un nuovo tronco stradale esterno del centro abitato di Pontoglio che, intercettando la SP 100, SP 101, la SP 61 e soprattutto la Ex SS 469 al di fuori del nucleo storico, evita che l’intero volume di traffico specialmente quello pesante attraversi il paese in corrispondenza del “ponte vecchio”, conseguendo il triplice obiettivo di realizzare un nuovo ponte sull’Oglio più sicuro e adatto alla tipologia di mezzi in transito, eliminare i disagi per i residenti e migliorare i collegamenti interprovinciali.
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110 non più 110? Il sistema degli incentivi e delle agevolazioni fiscali, finalizzato alla riqualificazione energetica e al miglioramento sismico degli edifici, originariamente avviato nel 1998, è oggi al centro del rilancio del settore della costruzione (e dell’immobiliare) grazie, non solo, ma in particolare, al cosiddetto Superbonus 110%.
di Angelo Luigi Camillo Ciribini, eLux Lab, Università degli Studi di Brescia
a notevole crescita di adozione e di popolarità che sta vivendo tale misura, supportata, nello specifico, dalla semplificazione amministrativa costituita dalla Cilas, rispetto ai contenuti procedimentali in precedenza previsti (a iniziare dall’accertamento della doppia legittimità), coinvolge sempre maggiormente gli edifici condominiali o composti da più unità immobiliari, non esclusivamente quelli unifamiliari e bifamiliari. Il provvedimento è, tuttavia, al centro di diverse controversie, poiché vi è una forte preoccupazione sulla sua sostenibilità in materia di spesa pubblica, specie qualora fosse reso strutturale, di accettazione della cedibilità del credito fiscale in sede comunitaria in materia di contabilità pubblica (come monetizzazione degli importi degli interventi), di rialzo dei prezzi dei materiali, di scarsità di manodopera qualificata e di opere provvisionali da noleggiare, di conservazione della micro e della piccola struttura imprenditoriale, della ipotizzata scarsa efficacia nel raggiungimento degli obiettivi strategici legati, in rapporto alle misure 42
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CHUTTERSNAP / UNSPLASH
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pregresse, anzitutto, alla neutralità climatica e al risparmio energetico, alla potenziale iniquità del beneficio fiscale. Quale che siano le ragioni e le motivazioni di tali obiezioni, a fronte di indubbi successi riguardo alla ripresa parziale del settore dopo lustri di crisi strutturale, dopo una prima fase di incertezza dovuta alla originaria complessità amministrativa, il tema solleva alcuni interrogativi prospettici che paiono ineludibili, al di là della richiesta di proroga della validità temporale della misura e dell’eventuale ridefinizione delle aliquote. Il primo punto concerne la natura della catena di fornitura, la sua capacità di instaurare meccanismi collaborativi e distributivi tra (committenti), professionisti tecnici, produttori, distributori, costruttori e impiantisti e di accelerare forme di riconfigurazione della catena stessa sulla base della creazione di valore. È una questione probabilmente non rimandabile, inerente anche alla digitalizzazione del comparto, ma che si lega, ad esempio, al tema del nanismo dimensionale e dei processi aggregativi. Certo è che occorre riflettere sulla distribuzione, nella catena di fornitura, degli utili e delle marginalità che sono conseguite al rialzo dei prezzi dei materiali e dei noli, imputabile per la prevalenza a cause riscontrabili sui mercati internazionali, per comprendere in che misura la filiera sia stata in grado di stabilire processi cooperativi. Il secondo punto concerne l’integrazione tra professionalismo e imprenditorialità, ma anche tra professioni eterogenee implicate nel procedimento (dai geometri ai commercialisti), che, particolarmente, il Superbonus 110% ha stimolato. Di fatto, in questa occasione, è stato coinvolto uno spettro amplissimo di professionalità e di profili professionali, la cui messa a sistema potrebbe essere di grande utilità in previsione della crescita delle operazioni di rigenerazione urbana che, a parte la natura intrinseca delle forme partenariali, potrebbero giovarsi di una maggiore integrazione, culturale, metodologica e operativa tra le discipline e le identità, professionali e imprenditoriali. Il terzo punto ha a che fare con il profilo del cosiddetto General Contractor e della possibilità che soggetti, anche estranei al settore, dalle Utility ad altri attori, possano dare vita a filiere innovative di carattere ibrido, i cui esiti appaiono, invero, assai incerti. Si tratta, però, di un passaggio rilevante, perché potenzialmente non è circoscritto agli interventi puntuali, bensì apre
a prospettive focalizzate sul ciclo di vita degli immobili e dei loro utenti.Associato al tema vi è l’opportunità di introdurre criteri di qualificazione delle imprese di costruzioni, in un contesto di mercato, quello dell’edilizia privata, in cui essi sono tuttora assenti. Il quarto punto concerne l’alleanza, abilitata da piattaforme digitali, tra le consultancy e gli istituti finanziari (tra cui, istituti di credito e compagnie assicurative), da comprendere anche in altri contesti, riguardante la verifica della concessione dei finanziamenti, l’erogazione dei servizi correlati e l’acquisizione dei crediti fiscali da parte del cessionario. Analogamente al punto precedente, occorre comprendere in che modo queste sinergie occasionali possano contribuire, sul medio periodo, a dare vita a infrastrutture finalizzate a supportare processi individuali di più vasta portata legati agli interventi sul costruito a scala urbana e territoriale. Il quinto punto attiene al livello di digitalizzazione che gli attori del comparto hanno dimostrato di saper porre in essere per gestire le diverse fasi temporali della commessa, dalle valutazioni iniziali (tra cui quelle attinenti alle diverse Ape) sino alla rendicontazione finale all’Enea e all’Agenzia delle Entrate. È palese che il grado di digitalizzazione dei singoli operatori, del versante della domanda e di quello dell’offerta, sia ancora circoscritto ad aspetti specifici e non riguardi l’interezza del processo, così come che le infrastrutture utilizzate dai soggetti istituzionali e dalle istituzioni finanziarie siano ancora più prossime alla dematerializzazione che non alla digitalizzazione. Il sesto punto inerisce alla natura puntuale, ovvero occasionale, di ciascun intervento, focalizzato sulla progettazione e sull’esecuzione dello stesso, a fronte della possibilità di offrire successivamente nel tempo pacchetti di lavori e di servizi all’immobile, con attinenza al ciclo di vita e alle esigenze degli occupanti. Gli interventi e i lavori, trainanti e trainati, considerati nella misura sono, in effetti, ben delimitati, anche, per una buona parte, quanto ai massimali, e, più in generale, la commessa è limitata a un lasso temporale, senza considerare la sequela dell’andamento dei livelli prestazionali del sistema e delle sue parti nel corso del ciclo di vita utile di servizio. È chiaro che, per progettisti e soprattutto, costruttori e impiantisti (con la relativa catena formata da produttori e da distributori), anche solo considerando la dimensione del prodotto, e non anche quella del
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servizio, sarebbe utile proporre una prospettiva di più lungo periodo al committente. Il settimo punto riguarda la possibilità che, nel caso di interventi non conformi, accanto alle tradizionali dispute dovute a vizi e difetti dell’opera, l’eventuale revoca del beneficio fiscale inneschi una rete di contenziosi plurimi e interrelati. Ciò, del resto, non farebbe che arrecare gravi danni di carattere reputazionale al settore intero. L’ottavo punto si rapporta al fatto che le iniziative sorgano in ordine sparso, promosse dai singoli proprietari immobiliari (incluse le amministrazioni comunali), in assenza di una strategia a livello urbano e territoriale. Sotto questo profilo, proprio in funzione di un raccordo prospettico con le logiche delle operazioni di rigenerazione urbana, sarebbe opportuno, anche da parte del versante dell’offerta, iniziare a riflettere su approcci maggiormente sistemici, non solo circoscritti alle tipologie di committenti e di edifici contemplati dalle misure attuali di sostegno. Al cospetto di una corrente di pensiero che ritiene che il provvedimento sia eccessivamente generoso nei confronti del settore, oltre che, addirittura, viziato dall’azzardo morale, sussiste l’esigenza, da parte di quest’ultimo, di ricondurre l’argomento a una serie di motivazioni alte, ma pure alla ridefinizione della propria identità e della propria reputazione. Occorre, in primo luogo, ricordare che le istanze che hanno mosso la manovra sono riconducibili sia agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sia alla Renovation Wave Strategy promossa, all’interno del Green New Deal da parte della Commissione Europea, con specifico riferimento alla inclusione sociale (alla povertà energetica) e alla neutralità climatica. Di conseguenza, gli intenti e le policy che hanno dato vita alla misura risultano di lungo respiro e, in risposta alla Recovery and Resilience Facility, si trovano entro il Piano nazionale di Ripresa e di resilienza e il Piano nazionale degli Investimenti complementari. In altre parole, il Piano nazionale di Ripresa e di resilienza e il Piano nazionale degli Investimenti complementari non possono essere considerati solo per quanto riguarda la provvista di risorse finanziarie, ma devono essere contestualizzati entro obiettivi di maggiore respiro e di più lunga gittata. Questa considerazione richiama, tuttavia, in seconda battuta, pure a proposito della evoluzione e della estensione del provvedimento, la necessità di collocare il prosie44
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guo delle commesse nell’ambito di un ecosistema (auspicabilmente digitalizzato) che interiorizzi davvero le istanze del prodotto immobiliare relative alla sostenibilità, alla circolarità, all’inclusione sociale, alla neutralità climatica. Il che, ovviamente, implica la definizione di metriche capaci di misurarne gli esiti con una certa riproducibilità e affidabilità. Comporta, inoltre, che gli operatori economici del settore, oltreché i loro committenti, non si limitino a ricorrere a soluzioni tecnologiche improntate a certi obiettivi, bensì configurino modelli organizzativi e ibridazioni tra prodotti e servizi che rispecchino profondamente determinati valori, i cui esiti, output e, specialmente, outcome, siano misurabili e verificabili, almeno parzialmente. Secondariamente, il riferimento agli ecosistemi e alle piattaforme digitali comporta una sorta di instaurazione di filiere eterogenee e articolate, che, persino involontariamente il Superbonus 110% ha evocato (per altri motivi, come quelli legati all’accertamento della regolarità amministrativa degli interventi sia da parte degli enti locali sia da parte dei cessionari), dipendenti da logiche di razionalizzazione e di ottimizzazione delle commesse e dei cantieri che possa addirittura favorire una componente di Off Site Construction e che, comunque, non si limiti a un’eccessiva frammentazione degli operatori economici e dei lavori. In altre parole, il prosieguo e l’avvenire delle misure in oggetto richiede la progettazione di un sistema di governo, in grado di orientare la maturazione del settore. D’altra parte, è proprio l’insorgere delle piattaforme digitali che rimanda al tema delle piattaforme tecnologiche e della piattaformizzazione, vale a dire dell’opportunità di trasformare i cespiti immobiliari oggetto degli interventi agevolati e sussidiati in veicoli di erogazione di servizi ai committenti, precedentemente acquisiti, sempre più personalizzati, tanto più in virtù del crescente grado di sensorizzazione e di interconnessione di questi beni fisici. Non si dimentichi che il termine outcome è declinato, nella strategia britannica per il settore (dell’ambiente costruito), anzitutto, in termini sociali e che, di là del social housing, questa parola rimanda alle condizioni di benessere e di salubrità che la pandemia ha enfatizzato. Questo passaggio, però, evoca la delicata questione della reputazione del settore che, in ultima analisi, dipende dalla percezione che di esso ne abbiano i decisori politici e le istituzioni finanziarie. Per questa ragione, ancor più che nei termini della di-
gitalizzazione e della sostenibilità, occorre proporre, per il settore medesimo, una teoria e una dottrina economica che sia in grado di legittimarne definitivamente il ruolo e il valore, a fronte delle istanze ormai emerse a livello internazionale, di cui si è accennato. Non si tratta, infatti, solo di immaginare nuovi modelli organizzativi a livello microeconomico, si tratta di validare certe identità a livello macro-economico. In definitiva, se, nell’immediato, vale a dire nei prossimi anni, la focalizzazione pare necessariamente rimanere sulla dimensione fisica, concreta, dei lavori, eseguiti secondo una logica da commessa di progettazione e di esecuzione, sarebbe, comunque, auspicabile iniziare a ripensare catene e filiere, tanto nella maggiore dimensione della rigenerazione urbana e nel partenariato pubblico-privato, che implicano azioni di coordinamento ben superiori, quanto nella centralità da attribuire a lavori abilitanti servizi all’immobile, ma anche agli occupanti e agli utenti dello stesso. Nel momento, infatti, in cui, sia pure con un certo grado di incertezza, si profila la prospettiva post-pandemica, la qualità degli spazi confinati degli edifici dimostra, in maniera esemplare, alla stessa stregua del loro potenziale grado di sensorizzazione e di interconnessione, come il prodotto immobiliare ibridi tangibile e immateriale, prodotto, appunto, e servizio. Se, dunque, può apparire facilmente comprensibile, alla luce del Superbonus 110%, il significato del miglioramento delle prestazioni di un edificio, o almeno di una parte di esse, meno agevole può essere la comprensione dell’incremento delle prestazioni degli utenti dello stesso, che siano studenti che apprendono, operatori intellettuali che lavorano, persone anziane che necessitano di assistenza sociale o sanitaria domiciliare. Ecco, dunque, che, ad esempio, se il prototipo di cappotto sensorizzato, messo a punto dall’Università degli Studi di Brescia con Ente sistema edilizia Brescia può esemplificare la possibilità di mettere a disposizione metriche atte a valorizzare le prestazioni del sistema nel proprio ciclo di vita utile, la piattaforma Elisir, che l’ateneo bresciano ha creato, a livello prototipale, con la collaborazione di altri partner accademici, industriali e finanziari, può olisticamente ibridare il piano del ciclo di vita del cespite immobiliare, nei suoi diversi profili, a iniziare da quelli energetici e sismici e quello del vissuto, sempre più individualizzato, delle persone che vi si relazionano.
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case cantoniere 100 case cantoniere in cerca di gestore Simboli iconici del Bel Paese, accompagnano da oltre un secolo gli italiani in viaggio. Sono le case cantoniere, veri patrimoni storici del nostro territorio e protagoniste di un progetto di riqualificazione lanciato da Anas per l’assegnazione in gestione di 100 strutture dislocate su tutto il territorio nazionale a scopo turistico e ricettivo. di Valentina Epifani Le case cantoniere Le case cantoniere sono in tutto 1244 sparse per tutta Italia di proprietà del Demanio ma gestite da Anas. La metà di questi immobili sono utilizzati dall’azienda come sedi operative, per il personale di esercizio, magazzini o altre funzioni. Una parte di questo patrimonio è invece destinato a progetti di valorizzazione e di recupero, come quello appena citato. La loro storia procede di pari passo con quella italiana, diventandone un simbolo iconico e portatore di memoria. Caratterizzate dal tipico colore rosso pompeiano che le rende facilmente riconoscibili, le case cantoniere prendono il nome dai “cantonieri”, figura istituita nel 1830 da Carlo Felice, re di Sardegna, per sorvegliare un cantone, ossia una strada di circa 3 o 4 chilometri. Per svolgere il proprio ruolo a dovere il cantoniere doveva soggiornare presso il luogo di sua competenza, ma anche avere uno spazio per la sua famiglia e una rimessa per gli attrezzi del mestiere. Da qui nascono le case cantoniere e la loro inconfondibile intonacatura rossa. La distribuzione sulla rete stradale nazionale prevedeva almeno un cantoniere ogni 4 km e un capo cantoniere ogni 30. Il personale veniva rifornito periodicamente di divise e controllato affinché si vestisse in modo consono. Viste oggi dai giovani come stanche case dismesse, dalle facciate trasandate, adagiate sul ciglio di una statale, per i meno giovani le case cantoniere racchiudono ricordi di un tempo lento e di un paese molto diverso da quello di oggi. Un’Italia per la gran parte rurale ma in veloce sviluppo, che viveva la strada, soprattutto quella statale, con maggiore frequenza rispetto ai tempi moderni anche per viaggiare. Le case cantoniere erano lì, adagiate ai margini dell’asfalto e a volte diventavano 46
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anche un rassicurante rifugio per le famiglie in viaggio, forse verso la propria meta di vacanza. Ma già nel corso degli anni Ottanta del XX secolo, a causa degli ingenti costi, molte sono state dismesse. Successivamente a seguito della declassificazione delle strade statali avvenuta nel 2001, molte altre sono state abbandonate e la figura del cantoniere è andata scomparendo. Il bando
Si comprende l’importanza che ricoprono queste strutture per Anas e l’impegno a preservarle come testimonianza del proprio passato. Con tali premesse l’ente ha lanciato a marzo di quest’anno un bando, concluso a giugno, che ha come obiettivo il recupero di cento edifici per trasformarli in strutture ricettive, di ristorazione, b&b, info point o zone di ricariche per auto elettriche, rivitalizzando l’economia locale attraverso forme di sviluppo sostenibile. Il bando fa seguito ad una preventiva manifestazione di interesse condotta da Anas, la quale ha riscontrato un discreto successo. Il passaggio seguente è stato dunque la definizione degli immobili più validi da in-
Il progetto di recupero della casa campione di Salò prevede l’utilizzo della casa come struttura ricettiva e del magazzino adiacente come locale per la ristorazione
serire nel progetto. Dal lago di Garda sino alla Costiera Jonica, da Cortina fino a Palau, le strutture sono state selezionate in base a posizioni strategiche per la promozione turistica, sia per il punto di passaggio che per il panorama naturalistico che le circonda. Ben trenta sono state assegnate alla Sardegna, seguita dalla Lombardia con dodici case, dall’Abruzzo con dieci, Toscana e Lazio con sette, mentre Puglia, EmiliaRomagna, Calabria e Piemonte, si equipa-
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rano con cinque edifici ciascuno. Concludono le attribuzioni Valle d’Aosta e Sicilia con tre edifici a testa destinati al progetto, Marche, Campania e Veneto con due e infine Liguria e Umbria con solo una casa. La lista completa degli edifici è disponibile al sito www.stradeanas.it/casecantoniere. “Nella trasformazione degli immobili sono previsti dal bando, oltre alla conservazione dei manufatti originari e il loro miglior inserimento nel paesaggio sia da un punto di vista ambientale che percettivo, anche l’utilizzo di materiali compatibili con l’ambiente e con l’architettura storica, e colori coerenti con i caratteri paesaggistici del luogo, garantendo l’inconfondibile colore rosso pompeiano -codificato dal Mibact con
il Ral 3001- la targa con l’indicazione della strada statale e della chilometrica e dello stemma identificativo di Anas”, dichiara Anas nel comunicato ufficiale. Chi si aggiudicherà la gara potrà disporre dell’edificio ristrutturato per venti anni, a fronte di un canone di affitto determinato dal valore offerto, meno l’importo del valore definito da Anas. Delle dodici case destinate alla Lombardia, otto sono situate nel territorio bresciano. Cinque si trovano lungo la strada statale del Tonale della Mendola: la prima all’altezza di Breno, segue Darfo Boario terme, per poi salire sempre più su a Edolo, fino a Ponte di Legno e Ceto. Solo tre sono situate sulla statale della gardesana occidentale nelle zone del lago di Garda e sono rispettivamente a Gragnano, Limone sul Garda e Salò. Ma il progetto delle case cantoniere non è inedito. Anas ha infatti lanciato il primo bando già nel 2016, destinato solo a trenta edifici, includendo anche alcuni ripresentati quest’anno, come la casa cantoniera di Salò. In quella occasione era stata organizzata una presentazione del progetto proprio nella città del Garda. Gli stessi manager di Anas ci hanno “messo la faccia”, illustrando anche i rendering della struttura dopo gli interventi. Purtroppo, non è giunta alcuna richiesta e l’edificio è così ritornato in lista. Sorti più fortunate sono spettata alla casa cantoniera di Fiames, a Cortina. L’immobile assegnato ad una cooperativa è nel pieno dei lavori di riqualificazione, al termine dei quali cambierà volto per risorgere nelle vesti di un albergo, con ricarica per veicoli elettrici e info point con materiali divulgativi sul territorio. L’impegno di Anas non si esaurisce. Sono ancora settecento le case cantoniere da valorizzare e l’ente non esclude che si possa lanciare un nuovo bando.
A sinistra: progetto pilota casa Salò: la corte interna, la sala bar al piano terra e il ristorante al primo piano. A destra, dall’alto in basso: la casa di Cortina. Progetto pilota casa campione Monte Marino: ingresso reception e ristorante piano terra. Progetto pilota casa campione Sabini: camere al primo piano.
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Paola Malabaila ANCE PIEMONTE - UNIONE EDILIZIA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D’AOSTA, COSTITUITA IL 30 MARZO 1972, È L’ASSOCIAZIONE DI RAPPRESENTANZA DELLE IMPRESE DI COSTRUZIONE EDILIZIA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D’AOSTA, 1.500 IMPRESE CON 25MILA ADDETTI. L’ATTIVITÀ PRINCIPALE CONCERNE LA PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ EDILIZIA IN TUTTE LE SUE COMPONENTI: RESIDENZIALE PRIVATA, PUBBLICA E AGEVOLATA, INFRASTRUTTURE ED OPERE PUBBLICHE, COMMERCIALE E INDUSTRIALE.
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Ance Piemonte Valle d’Aosta, a supporto di imprese e territori L’edilizia occupa il 19,8% degli addetti nell’industria e il 6,3% dei lavoratori dell’insieme dei settori economici di Adriano Baffelli
A due passi dalla stazione di Porta Nuova, in fase di riqualificazione interna che si confida regali una struttura all’altezza della bellezza della sua facciata principale, nel verde degli alberi che dividono i controviali dalla carreggiata di Corso Duca degli Abruzzi c’è la sede di Ance Piemonte Valle d’Aosta. Il Politecnico lo si può quasi toccare, e a poca distanza si trovano i grandi spazi riconvertiti per attività culturali dell’Officina Grandi riparazioni delle Ferrovie di Stato, vasto complesso industriale di fine Ottocento rinato con veste di hub d’innovazione e idee dopo una fase di abbandono. Tra la sede dell’associazione regionale di categoria e quella dell’impresa con sede a Villafranca d’Asti, la presidente Malabaila impiega gran parte del suo tempo.
Presidente Malabaila, qual è la situazione dell’edilizia in Piemonte e Valle d’Aosta? Dopo una crisi ultradecennale e la pandemia, il settore delle costruzioni in Piemonte e Valle d’Aosta intravede segnali di ripresa. I dati della nostra indagine semestrale che elaboriamo da diversi anni, rilevano aspettative positive per gli ultimi mesi del 2021: le imprese hanno intenzione di investire, sono pronte ad assumere e prevedono un aumento del fatturato. Sono segnali importanti che però necessitano di stabilità per non ricadere in una congiuntura negativa.
Le difficoltà di reperimento di personale riguardano sia quello generico che quello specializzato. Secondo i nostri ultimi dati disponibili, quasi il 70% delle imprese che hanno partecipato alla nostra indagine dichiara di avere difficoltà di reperimento di manodopera qualificata mentre il 33% ha difficoltà a reperire quella generica. Sicuramente il nostro settore ha bisogno di ingegneri e di lauree professionalizzanti. Che fase sta vivendo Torino, dal punto di vista sociale ed economico? Torino è una città che negli ultimi anni è cambiata molto. I grandi eventi sono stati determinanti per il rilancio e l’incremento della competitività, mi riferisco in particolare alle Olimpiadi del 2006 che hanno rilanciato una nuova immagine della città e ai futuri eventi che dovrà gestire la nuova Amministrazione recentemente I giovani in particolare eletta. È stata, ed è non sembrano interessati ancora, al centro all’edilizia ed è proprio per dell’attenzione per questo che abbiamo deciso la Tav, opera necessaria che dopo anni di rivolgerci alle nuove ancora — inspiegagenerazioni per raccontare èbilmente — oggetto le opportunità lavorative di discussione, che permetterà il collenel nostro settore gamento con il resto d’Europa oltre si allenano, per similitudine di che benefici ai cittadini e ricavalori: coraggio, costanza, vodute economiche importanti. glia di fare, di sognare e di reaE più in generale il Piemonte e lizzarsi. la Valle d’Aosta, in che fase si La stessa difficoltà la provate trovano? anche nel reperire manodopera Stiamo attraversando un moprofessionalizzata? mento molto delicato. Dopo anAnche le aziende dei vostri territori faticano ad assumere giovani? Le nostre aziende hanno più volte manifestato difficoltà di reperimento di personale. I giovani in particolare non sembrano interessati all’edilizia ed è proprio per questo che abbiamo deciso di rivolgerci alle nuove generazioni per raccontare le opportunità lavorative nel nostro settore. Di recente abbiamo lanciato il video “Il futuro è nelle tue mani”, pubblicato sui nostri canali social, con il messaggio che il settore delle costruzioni è una grande opportunità per farsi strada nel mondo del lavoro, per crescere e realizzarsi professionalmente in un ambiente dinamico. Nel video abbiamo paragonato le attività di giovani lavoratori in cantiere a quelle di pugili che
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Paola Malabaila, ingegnere, due figli, è amministratore delegato dell’impresa di famiglia Malabaila & Arduino, avviata circa cinquant’anni fa e con sede a Villafranca d’Asti, che si occupa della realizzazione di costruzioni civili e industriali, pubbliche e private. Da sempre attiva a livello associativo, l’ingegner Malabaila ha ricoperto diverse cariche, tra le quali si ricordano: presidente dei Giovani imprenditori edili di Asti, vicepresidente nazionale dei Giovani imprenditori edili e presidente dell’Unione industriale di Asti. È attualmente presidente, da febbraio 2019, dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta, coordinatrice del Consiglio delle Regioni Ance e vicepresidente di Confindustria Piemonte.
Sono convinta che l’innovazione sia un fattore reale per lo sviluppo dell’edilizia. Innovazione intesa come nuove procedure e nuove macchinari ma anche nuovi approcci per affrontare le sfide del mercato e per rispondere ad una domanda sempre più orientata verso la sostenibilità e l’efficienza energetica
ni di recessione le imprese stanno ritrovando la fiducia e proprio in questa fase occorrono misure a sostegno al settore che ricordo, solo a livello regionale, rappresenta in termini di investimenti il 7,6% del Pil ed è in grado di generare importati ricadute sull’occupazione e sull’economia. Riconosciamo che sono stati messi in campo interventi per la crescita ma alcuni nodi devono ancora essere sciolti. Parlo del Superbonus, che ha registrato un’accelerazione anche grazie ai primi effetti delle semplificazioni richiesti dall’Ance, misura molto efficace per la quale abbiamo richiesto con forza una proroga pluriennale. Altre criticità che segnaliamo da tempo riguardano l’aumento dei prezzi dei ma50
teriali e la carenza di materiale ed attrezzature che compromettono il rilancio e anche il Pnrr. Quali sono le principali conseguenze dovute alla pandemia per il settore del costruito? La pandemia ha cambiato il concetto di spazi, portando a nuove esigenze legate all’abitare e al vivere gli spazi urbani. L’esperienza della quarantena ha generato una nuova consapevolezza su ciò che manca nelle proprie abitazioni e su cosa migliorare e ha stimolato desideri di cambiamento, oltre a far riscoprire l’importanza di trovare i servizi necessari vicino alla propria abitazione. Molto probabilmente la domanda immobiliare si orienterà verso abita-
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zioni con un utilizzo efficiente degli spazi — da adibire anche a ufficio — luminose e con aree esterne vivibili, energeticamente efficienti ed in grado di assicurare salubrità agli ambienti e connesse. Il mercato immobiliare nella nostra regione, all’inizio del 2020 ha registrato un’interruzione del trend positivo, a cui sono seguiti aumenti delle compravendite dalla seconda metà dello scorso anno, dinamica confermata nel 2021. Ingegner Malabaila, come definisce l’edilizia piemontese e della Valle d’Aosta? Posso descrivere il nostro settore con tre aggettivi: fondamentale, innovativo, sostenibile. Fondamentale perché come dicevo prima ricopre un importante ruolo anticongiunturale; innovativo perché, crisi e pandemia, ci hanno insegnato a guardare al futuro; sostenibile in riferimento alle nuove tecnologie che si stanno diffondendo e che interessano l’edilizia green e tutelano l’ambiente. Edilizia e innovazione, realtà o solo un auspicio? Sono convinta che l’innovazione sia un fattore reale per lo sviluppo dell’edilizia. Innovazione intesa come nuove procedure e nuove macchinari ma anche nuovi approcci per affrontare le sfide del mercato e per rispondere ad una domanda sempre più orientata verso la sostenibilità e l’efficienza energetica. Contestualmente auspico che possa rappresen-
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Il lavoro in azienda e in Associazione impegnano molto del mio tempo. Non è solo lavoro ma anche una passione vera che ci hanno trasmesso i nostri genitori.
tare un continuo stimolo per l’attività edilizia. Quale contributo può dare il settore del costruito alla decarbonizzazione? L’edilizia ha un ruolo importante anche in questo ambito. L’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabile, lo sviluppo di eco-quartieri, la diffusione dell’economia circolare costituiscono azioni che mirano alla tutela dell’ambiente e alla diminuzione delle emissioni di Co2. Analizzando il ciclo di vita di un edificio, ci rendiamo subito conto che la costruzione e la gestione hanno un impatto secolare sull’ambiente. Che spazio riveste la formazione nell’attività dell’associazione da lei presieduta? Formazione nel nostro ambiente significa sicurezza ed inno-
vazione, di conseguenza per noi è molto importante. Siamo favorevoli all’attivazione di tirocini per l’inserimento di nuove risorse, seguiamo numerosi progetti e, sul tema della formazione, ci interfacciamo con la Regione Piemonte e le Scuole Edili. C’è sinergia anche con il Politecnico di Torino con il quale abbiamo attivato diverse collaborazioni. Ne ricordo una: performANCE di cantiere, il progetto proposto dalla nostra Associazione selezionato tra le Challenge@Polito. È stata realizzata un’intuitiva applicazione per smartphone/tablet destinata a chi opera in cantiere, finalizzata ad agevolare la progressiva registrazione dell’avanzamento dei lavori e la conseguente proiezione dei tempi a
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incontri
La Lombardia e la provincia di Brescia risultano un ottimo metro di misura per il Piemonte e la Valle d’Aosta, anche alla luce delle sinergie da sempre esistenti che sono state implementate in modo particolare nel corso del lockdown, dove le best practice hanno assunto una valenza nazionale non solo locale
finire di tutte le lavorazioni previste. Da Ovest, qual è la considerazione sull’edilizia lombarda e in particolare su quella bresciana? Il confronto resta un elemento chiave per la crescita, soprattutto in un settore come quello delle costruzioni che è a stretto contatto con gli aspetti economici e sociali. La Lombardia e la provincia di Brescia risultano un ottimo metro di misura per il Piemonte e la Valle d’Aosta, 52
anche alla luce delle sinergie da sempre esistenti che sono state implementate in modo particolare nel corso del lockdown, dove le best practice hanno assunto una valenza nazionale non solo locale. Tuttavia, le nostre imprese guardano con stima ed invidia alle capacità indiscusse dei capimastri e delle squadre bresciane e bergamasche che da sempre partecipano fattivamente al processo produttivo edile.
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Quando riesce ad avere del tempo libero, quali sono le attività che predilige? Il lavoro in azienda e in Associazione impegnano molto del mio tempo. Non è solo lavoro ma anche una passione vera che ci hanno trasmesso i nostri genitori. Un’altra mia grande passione, che per me rappresenta una filosofia di vita, è la barca a vela. Adoro navigare con la mia famiglia, inseguire il vento e ascoltare il rumore del mare.
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Superbonus 110% «senza pensieri» Network & Knowledge, società tra professionisti iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, stringe una partnership con Ance Brescia per aiutare, insieme all’Associazione costruttori, le imprese edili meno strutturate a gestire, per conto dei loro Committenti, contratti di appalto aventi ad oggetto interventi associati alle agevolazioni edilizie (Superbonus 110% per efficientamento energetico e interventi antisismici, recupero del patrimonio al 50%, bonus facciate al 90% e interventi di riqualificazione energetica al 50-65%). NK affianca le Imprese curando gli aspetti fiscali, legali e finanziari dell’intera operazione, partendo dall’analisi dell’intervento fino alla pratica di cessione del credito, il tutto in stretta collaborazione con i tecnici incaricati del progetto. NK si propone infatti come soggetto di riferimento unico, d'intesa con Ance Brescia, per le Imprese meno strutturate assistendole in tutto il processo: 1) nell’analisi di pre-fattibilità iniziale per la verifica dell’esistenza delle condizioni richieste dalla normativa in vigore per accedere ad una o più agevolazioni edilizie, con la conseguente stima del risparmio fiscale potenziale; 2) nella predisposizione della contrattualistica con i Committenti e le Imprese subappaltatrici; 3) nella richiesta di affidamenti bancari per soddisfare le esigenze finanziarie del cantiere; 4) nella gestione dello sconto in fattura (modalità tecniche e fatturazione); 5) nella richiesta a Istituti Bancari o a Poste Italiane di plafond per l’acquisto del credito originato dalla sconto in fattura; 6) nell’assistenza al caricamento di tutta
la documentazione sulla piattaforma dell’Istituto Bancario; 7) nella pratica di cessione del credito successiva allo sconto in fattura e al rilascio del visto di conformità. Nella sostanza, NK ha l’obiettivo di permettere all’impresa, che non è strutturata con un proprio apparato tecnico e amministrativo, di concentrarsi su quello che meglio sa fare, ovvero la realizzazione dell’intervento, potendo contare su un Partner “a portata di mano” che si occupa per lei di tutti gli aspetti burocratici legali allo sconto in fattura e alla successiva cessione del credito, mettendola così nelle condizioni di accettare lavori che, altrimenti, andrebbero ad appannaggio delle società concorrenti più strutturate. Tutte le competenze integrate della nostra Società sono infatti messe al servizio delle Imprese per governare a 360 gradi le procedure di ottenimento del beneficio fiscale e per assisterle in ogni problematica che potrebbe emergere nelle varie fasi dell’intervento, evitando future e spiacevoli contestazioni, e consentendo all’Impresa di lavorare serenamente “senza pensieri”.
Chi fosse interessato ai servizi NK può fin da ora contattare in Ance Brescia il Rag. Enrico Massardi (enrico.massardi@ancebrescia.it - 030 399133), oppure il Dott. Nicolò Marini, responsabile del Team Superbonus in NK (info@n-k.it - 030 983333)
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Sicurezza nei luoghi di lavoro
Eseb, sindacati, Psal, Itl e Inail insieme per tutelare salute e incolumità dei lavoratori nei cantieri edili 54
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Ente sistema edilizia Brescia, con il supporto del sistema delle costruzioni bresciano, si è da sempre fatto promotore della sicurezza nei cantieri del territorio provinciale, formando futuri addetti ai lavori e operatori del settore sulla valutazione dei rischi e sull’adozione di misure anti-infortunio. In occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi adibiti alla didattica e all’apprendimento delle azioni preventive e dei dispositivi di protezione che garantiscono la salvaguardia della salute e dell’incolumità delle maestranze nei luoghi di lavoro, Eseb ha organizzato un incontro di sensibilizzazione sul tema della sicurezza, in sinergia con le rappresentanze sindacali del comparto edile (Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil), del Servizio Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Brescia, dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Brescia e dell’Istituto nazionale Assicurazione infortuni sul lavoro di Brescia. Nell’occasione sono intervenuti il geometra Paolo Bettoni e la dottoressa Sara Piazza, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ente sistema edilizia Brescia, il dottor Roberto Trinco, Direttore Servizio Psal e la dottoressa Santa Picone, Direttrice INAIL Brescia. “È in corso un processo di digitalizzazione e sviluppo delle metodologie di comunicazione e insegnamento che vuole rendere sempre più semplice accedere ai contenuti didattici, anche multimediali, e accompa-
gnare i lavoratori ogni istante della loro giornata in cantiere” afferma il presidente Bettoni, precisando che “solo nel 2021, da gennaio a ottobre, sono stati formati oltre 3.500 lavoratori edili, allo scopo di condividere con loro prassi corrette, evoluzioni tecnologiche e procedure, a garanzia delle necessarie misure di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro”. Tale processo porta alla nascita del progetto iESEB (information Exchange about Safety and Environment in Building) per lo scambio di informazioni sul tema della sicurezza, che coinvolge i canali social dell’ente, la piattaforma Check per la gestione intelligente dei cantieri e prevede una nuova cartellonistica dotata di Qr-code nelle aree di esercitazione di via della Garzetta. “Eseb, le rappresentanze sindacali di categoria, Psal, Itl e Inail uniscono le forze per promuovere la Cultura della sicurezza, obiettivo che impegna in egual modo nel compito di informare, formare e addestrare a misure preventive che possano tutelare gli addetti ai lavoratori” aggiunge la vicepresidente Piazza. Fornendo durante l’incontro dimostrazioni pratiche di “condotta responsabile in cantiere” con la partecipazione degli studenti della Scuola edile, l’ente ha ribadito, infatti, la necessità di fare rete per promuovere, su questi tre fronti, la sicurezza e di continuare a investire per tutelare dai rischi gli operatori del settore.
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Open day In questi mesi la Scuola edile sta ospitando in presenza gli open day per le iscrizioni al percorso triennale d’istruzione e formazione professionale per Operatore edile (anno scolastico 2022/2023). L’ultima data il 15 gennaio 2022, dalle 14 alle 16. Per informazioni e prenotazione: 030 2007193 - info@eseb.it
Inaugurati nuovi spazi formativi per l’apprendimento di misure anti-infortunio.
ESEB e Università di Brescia
Stage curriculare gratuito per laureandi in Tecniche dell’edilizia
Il corso di laurea sperimentale professionalizzante in Tecniche dell’edilizia, organizzato dall’Università degli Studi di Brescia prevede al terzo anno l’obbligo di effettuare uno stage curricolare della durata di 1200 ore, divise in due moduli da 600 ore ciascuno. Lo studente può decidere se intraprendere lo stage in uno studio tecnico oppure in un’impresa edile. Le realtà che desiderano rendersi disponibili per accogliere uno o più stagisti sono invitate a inviare una mail all’indirizzo: info@eseb.it, indicando i propri dati (ragione sociale,
sede legale, codice fiscale, persone di riferimento e loro contatti telefonici), nonché il numero di studenti che intende ospitare. Sottolineiamo che per le imprese eventualmente interessate lo stage è totalmente gratuito e rappresenta un possibile momento di conoscenza di futuri tecnici del settore e di presentazione all’attuale studente della propria azienda.
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! c fi l a d o s e v , o r a n g Tèe RO U T U F N U R PE SICURO
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legislazione Lavorare ai tempi del green pass
L’obbligo di esibizione del green pass nei luoghi di lavoro entra in vigore. Quali sono le modalità operative da rispettare?
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l 15 ottobre è entrato in vigore l’obbligo, per chiunque svolga un’attività lavorativa, di presentare il green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro. Una disposizione contenuta nel Decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, prevista per assicurare lo svolgimento delle attività in sicurezza, rafforzando il sistema di controllo. Prima che la norma entrasse in vigore, Ance Brescia in collaborazione con Eseb hanno realizzato un webinar rivolto alle imprese, per offrire le prime indicazioni sulle modalità operative in ambito lavorativo privato, nello specifico edilizio, e attuare i controlli in piena regola anche nei cantieri. Le disposizioni urgenti sull’impiego delle certificazioni verdi, come noto, sono ordinanze temporanee emanate per contrastare il contagio da Covid19. La norma prevede come data di scadenza il 31 dicembre 2021, ma è il termine dello stato di emergenza pandemica che ne determina l’effettiva conclusione. Ad ogni modo, per l’accesso a qualsiasi luogo di lavoro sarà obbligatorio possedere il green pass ed esibirlo su richiesta. La certificazione si può ottenere in due casi: se si è concluso il ciclo vaccinale completo previsto per il Covid-19 oppure se si risulta negativi al tampone. Nel primo caso la durata di validità è di un anno, mentre nel secondo caso cam-
bia in base alla tipologia di test effettuato e varia dalle 48 ore alle 72 ore. I test validi per l’ottenimento della certificazione verde sono di due tipologie: test molecolare che viene effettuato su un campione di secrezioni respiratorie,
I lavoratori senza green pass sono considerati assenti ingiustificati fino alla presentazione della certificazione e, comunque, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. I giorni di assenza non vengono retribuiti.
generalmente nasofaringeo o su campione salivare; e il test antigenico rapido, effettuato tramite tamponi nasali, orofaringei o nasofaringei che evidenziano nel tempo di 30-60 minuti la presenza di componenti del virus. Deve essere effettuato da operatori sanitari o da personale incaricato, che rilascia il certificato con data e risultato del test, trasmettendo i dati alla Piattaforma nazionale DGC.
GREEN
L’obbligo in capo al datore di lavoro è la verifica del rispetto delle prescrizioni, non solo per i propri lavoratori, ma anche per i soggetti esterni e dovranno definire le modalità operative per l’organizzazione dei controlli, anche a campione. Sempre il datore di lavoro dovrà individuare e incaricare il soggetto responsabile per il controllo del green pass. I lavoratori senza green pass sono considerati assenti ingiustificati fino alla presentazione della certificazione e, comunque, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. I giorni di assenza non vengono retribuiti. La norma prevede anche sanzioni amministrative sia a carico del datore di lavoro, nel caso di violazione degli obblighi di verifica, sia per il lavoratore che ha fatto l’accesso sprovvisto di certificato. Le sanzioni vanno dai quattrocento euro, fino ai millecinquecento.
COVIDPASS -19
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gruppo giovani
Il Gruppo Giovani di Ance Brescia vola a Expo Dubai
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itrovarsi fra le verdi colline della Franciacorta, assaporare il nettare della terra bresciana e parlare dei progetti futuri insieme con una marcia in più. Hanno festeggiato così la prima Assemblea “allargata” post lockdown il Consiglio del Gruppo Giovani di Ance Lombardia, invitati dalla corrispettiva compagine di Ance Brescia a svolgere l’incontro annuale nel proprio territorio. I giovani rappresentanti delle Ance territoriali della regione, da Pavia a Cremona, da Milano a Varese, hanno raggiunto il punto di ritrovo designato: la cantina Ca’ del bosco. Location da favola immersa nel verdeggiare di Erbusco e una delle più moderne e avanzate cantine di tutta Italia. Un luogo in cui la perfezione del vino e la bellezza architettonica combaciano in una galleria a cielo aperto che ospita al suo interno opere di artisti bresciani e internazionali. Pieni di entusiasmo nel ritrovarsi e stimolati dalla visita istruttiva svolta nella
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Consiglio regionale Gruppo Giovani Ance Lombardia ospite a Brescia Promuoviamo attività in grado di mostrare i numerosi pregi e le opportunità di crescita che si possono raggiungere mostrando la nuova faccia dell’edilizia storica cantina franciacortina, i giovani imprenditori edili hanno discusso sui piani futuri da portare avanti insieme come sistema. La chiave è la definizione degli obiettivi comuni, i quali insieme saranno più semplici da raggiungere. Priorità quindi alla formazione dei giovani costruttori del futuro e alla digitalizzazione del settore. Come spiega Alberto Bergomi, Presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia “I ragazzi sono an-
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cora disinteressati al mercato del lavoro e soprattutto al settore edile. Il nostro impegno nell’attrarre i giovani continua. Promuoviamo attività in grado di mostrare i numerosi pregi e le opportunità di crescita che si possono raggiungere, inoltre mostriamo la nuova faccia dell’edilizia, quella innovativa, attenta alle tematiche ambientali e in cerca di lavoratori volenterosi e qualificati per costruire il mondo del futuro”.
Un volo per l’altro capo del mondo in arrivo a Dubai. Un deserto ben diverso da quello associato all’immaginario comune, un punto lontano verso l’oriente industrializzato, sito di innovazione, futuro, novità, progresso della tecnica e dell’edilizia. È proprio qui che il Gruppo Giovani di Ance Brescia approda, capitanato dal Presidente Alberto Bergomi, in visita all’Esposizione mondiale ospitata dagli Emirati Arabi. Al viaggio, organizzato dall’Ance Nazionale, hanno partecipato ottanta giovani imprenditori del Gruppo Giovani nazionale di cui dodici della delegazione bresciana. La delegazione ha fatto visita all’esposizione internazionale di Dubai, incontrando il commissario Paolo Glisenti presso il Padiglione Italia. Inoltre, sono state organizzate visite guidate presso i cantieri più innovativi della città Emira tra cui il termovalorizzatore dell’azienda multinazionale Besix, il complesso di lusso in costruzione del Royal Atlantis the palm e lo stabilimento della Caparol leader mondiale in soluzioni tecnologiche per vernici e pitture.
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UN CONCRETO SUPPORTO ALL’EDILIZIA BRESCIANA
IMPEGNO PER LEGALITÀ E SICUREZZA LOTTA ALLA CONCORRENZA SLEALE!
ANNI DI WELFARE
Brescia | via Oberdan 122 | 030/289061 | www.cassaedilebrescia.it
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Edilizia informatizzata e innovativa
La Cassa edile implementa il software per le denunce contributive a disposizione delle imprese iscritte
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a Cassa edile di Brescia è attenta alle trasformazioni del settore delle costruzioni e punta a offrire ai propri iscritti servizi sempre più in linea con i cambiamenti del comparto, oggi ancora più informatizzato e all’avanguardia grazie a processi di digitalizzazione e semplificazione. Rispecchiando l’evoluzione della filiera, la Cape ha deciso di abbandonare il vecchio servizio di invio denunce, utilizzato per oltre un decennio, e di adottare un nuovo
software, Gedi, che presenta una grafica più intuitiva e moderna. Sviluppato nel rispetto dei più moderni standard di progettazione informatica, il programma è in fase di perfezionamento, ma è già attivo e mette a disposizione delle aziende iscritte alla Cassa edile di Brescia e dei loro consulenti del lavoro diverse funzioni gestibili in maniera telematica. Si configura come portale di invio delle denunce contributive mensili, ma consente
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Il programma mette a disposizione delle aziende iscritte alla Cassa edile di Brescia e dei loro consulenti del lavoro diverse funzioni gestibili in maniera telematica
fra il resto di accedere ai propri dati anagrafici, consultare lo storico di denunce e cantieri e monitorare la propria posizione contributiva, consultando il riepilogo degli eventi di cassa integrazione o malattia e infortunio dei lavoratori. In autonomia, imprese e consulenti possono inoltre scaricare l’attestato
Cassa Edile Awards Per Brescia, sul podio un lavoratore e un consulente del lavoro
di iscrizione alla Cassa edile, richiedere il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) in scadenza o ottenere gratuitamente la visura camerale, rilasciata dalla Camera di Commercio territoriale. Nei prossimi mesi l‘ente ha programmato una serie di implementazioni del software, che andranno a perfezionare l’invio delle denunce contributive, in modo da poter fornire alle imprese un servizio sempre più completo, innovativo e rispondente alle reali necessità delle aziende. Anche la piattaforma Check per la gestione dei processi edili implementa nuove funzioni grazie al sistema delle costruzioni bresciano. Il programma ha recentemente attivato un sistema QR-code per una più facile consultazione dei documenti e delle informazioni relative ai macchinari e alle attrezzature impiegati in cantiere. L’integrazione apportata, di cui possono da ora usufruire gli oltre 3.400 iscritti al software (per circa la metà imprese e per il restante professionisti e committenti), rispecchia gli obiettivi di semplificazione e miglioramento della gestione operativa grazie alla digitalizzazione di dati per un monitoraggio diretto e veloce dell’avanzamento delle commesse e della regolarità dei lavori e delle maestranze coinvolte. Per maggiori informazioni è possibile contattare la Cassa edile di Brescia: info@cassaedilebrescia.it - 030 289061.
Quest’anno i Cassa edile Awards hanno premiato Giuseppe Tomasoni, in competizione per la categoria denominata Maratoneta e relativa ai lavoratori ancora in servizio con il maggior numero di ore ordinarie. Tra i consulenti del lavoro in gara, invece, torna il nome dello studio associato Pelizzari e Bracuti, tra i vincitori della categoria Endurance per l’impegno costante nel denunciare ininterrottamente alla Cassa edile, senza sospensioni. Tutte le imprese e i consulenti del lavoro candidati dalla Cape alla competizione, 71 le prime e 20 i secondi, hanno ricevuto un “bollino di Qualità”, che attesta la partecipazione al premio e certifica un comportamento virtuoso nei confronti dell’ente bilaterale.
I dati di Cape preannunciano un positivo ultimo trimestre 2021 La Cassa edile prosegue l’attività di monitoraggio del comparto edile tra gli effetti negativi della pandemia e le spinte positive delle agevolazioni fiscali per il costruito. Gli ultimi dati disponibili mostrano che nei diversi mesi dell’esercizio ottobre 2020 – settembre 2021, il numero delle imprese del settore attive in territorio bresciano ha registrato percentuali positive rispetto agli stessi mesi dell’esercizio 2019 – 2020. La media mensile delle imprese edili attive da ottobre 2020 a luglio 2021 si attesta infatti a +6,96%. Buone, dunque, le previsioni per gli ultimi mesi dell’anno, che la Cape confida possano consentire al comparto di lasciarsi alle spalle la parentesi dell’emergenza sanitaria per guardare al futuro e alla ripresa dell’edilizia locale postpandemia. Un andamento positivo è rilevato anche nell’aumento degli operai occupati nel settore del costruito, dato che segnala la reale possibilità del comparto di offrire lavoro e di assumere maestranze qualificate. Le stesse detrazioni fiscali per l’edilizia, il 110% in particolare, stanno agevolando l’apertura di nuovi cantieri sul territorio: un’opportunità che, oltre ad avviare interventi per riqualificazioni energetiche e antisismiche, impegna un numero sempre crescente di maestranze e professionisti. Secondo la Cape, la media mensile degli operai occupati da ottobre 2020 a luglio 2021 nella nostra Provincia registra quasi un +14% rispetto alla media mensile riferita all’esercizio precedente (ottobre 2019 – luglio 2020), mentre le ore di lavoro per lo stesso periodo, sempre in differenza percentuale rispetto all’esercizio 2020, superano il 30%. L’edilizia è dunque protagonista di un percorso di consolidamento per l’economia locale, che conta sul sostegno della Cape. L’ente ricorda la possibilità per le aziende iscritte di acquistare a prezzi agevolati sul sito www.negozio.cassaedilebrescia.it, Dpi e altri prodotti necessari a garantire sicurezza e rispetto delle misure anticontagio.
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assicurazioni
Superbonus e rischi assicurativi
Il successo del Superbonus 110% sta cambiando il metodo di lavoro, soprattutto nel settore privato, creando opportunità e, allo stesso tempo, esponendo a molti rischi tutti i soggetti coinvolti.
Il Superbonus ha acceso i riflettori su un concetto chiave: l’asseverazione. Si tratta dello studio di fattibilità del progetto che determina gli inizi dei lavori di riqualificazione. Viene eseguita da un professionista e sottopone il tecnico a molte responsabilità. Anche queste possono essere tutelate grazie a polizze apposite. Sebbene alcune polizze di responsabilità professionale, che sono obbligatorie, possano avere al proprio interno formule a tutela delle asseverazioni, è più frequente il caso in cui queste non siano incluse. La buona prassi da applicare è leggere attentamente il contratto per accertarsi e valutare di sottoscrivere, oltre alla polizza Rc professionale, anche una dedicata all’asseverazione. Possono essere singole per ogni lavoro, oppure omnicomprensive con un massimale in base alle previsioni di lavoro e comunque non inferiore ai 500mila euro come previsto dalla legge.
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e misure di agevolazione per la riqualificazione energetica e il miglioramento sismico degli edifici hanno incentivato la crescita del settore edile, dando una spinta alla ripresa economica. Ma ancora ad oggi il provvedimento è tutt’altro che stabile, soggetto a frequenti modifiche, fra un futuro incerto e proroghe singhiozzanti, che lasciano le imprese in balìa dell’incertezza. Tutelarsi nei confronti delle sopraggiunte responsabilità, sia dirette che indirette, diventa una priorità per le imprese di costruzioni impegnate nelle opere del Superbonus 110%. Il mondo assicurativo non si fa trovare impreparato e risponde alla chiamata proponendo diversi strumenti a supporto. Sono disponibili per le imprese una serie di coperture assicurative relative a tutti i rischi di esecuzione legati alle attività di cantiere, compresa la polizza sulla Responsabilità civile terzi (Rct). In queste si includono anche determinati prodotti di protezione per i danni postumi agli interventi. Ecco alcune delle formule presenti sul mercato: z Polizza Car (Contractor’s All risks) - Si tratta della polizza atta a tutelare l’impresa nelle opere in corso di costruzione, che, in caso di sinistro o mancata riparazione, potrebbero pregiudicare la riuscita del Superbonus 110%. Il rischio assicurato con-
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siste nei danni materiali e diretti causati alle opere dell’appalto (edili o impiantistiche) da ogni evento che lo determini per l’intero periodo del cantiere. z Polizza garanzia di fornitura Si parla di una garanzia postuma che assicura le opere impiantistiche facenti parte l’appalto nei 24 mesi successivi al loro completamento. La polizza copre danni materiali e diretti realizzati a nuovo, causati da errori di progetto, di calcolo, vizi di materiali, difetti di fusione, errori di montaggio o fabbricazione. Nell’ambito del Superbonus la copertura si presta a garantire gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione. z Polizza rimpiazzo e posa in opera (Rpo) - Tale polizza interviene a copertura dei danni
all’opera assicurata causati da errata posa o da difetto dei prodotti impiegati, i quali rendono l’opera non idonea per le prestazioni. La polizza si presta per tutelare gli interventi di realizzazione del cappotto termico o delle impermeabilizzazioni delle coperture previste dal Superbonus. z Polizza decennale postuma Si tratta di una polizza che interviene a copertura dei danni materiali e diretti all’immobile causati da rovina totale o parziale dell’opera per rovina che compromettono in maniera certa ed attuale la stabilità dell’opera. Ha una durata pari ai dieci anni successivi al termine dei lavori e si sottoscrive per tutelare l’edificio ristrutturato dopo la sua ultimazione.
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ance brescia
Dai notiziari mensili di novembre e dicembre 2021, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, lavoro, lavori pubblici, rifiuti, trasporti ed economia. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
interventi volti alla riqualificazione e valorizzazione dei borghi storici. Per maggiori informazioni visitare il sito di Ance Brescia.
TRIBUTI
Novembre Proroga del Codice della Crisi d’impresa al 2022: convertito in legge il d.l. 118/2021 Confermati la proroga dell’entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza — d.lgs. 14/2019 — dal 1° settembre 2021 al 16 maggio 2022, il rinvio al 31 dicembre 2023 delle segnalazioni d’allerta e degli indici di crisi, nonché l’introduzione, dal 15 novembre 2021, di un meccanismo semplificato di “composizione negoziata della crisi”. Confermata, altresì, in accoglimento delle istanze dell’Ance, la proroga all’approvazione dei bilanci 2022 del termine per la nomina degli organi di controllo nelle srl e nelle società
AMBIENTE
Novembre Economia circolare: in Lombardia prende il via il primo mercato degli aggregati riciclati cooperative, richiesta in presenza di specifiche condizioni, che dovrà essere effettuata, quindi, entro il termine ordinario del 30 aprile 2023. ECONOMIA
Novembre Bando per riqualificazione dei borghi storici Regione Lombardia ha approvato una delibera di giunta regionale che
aggiorna i criteri del bando per interventi di riqualificazione dei borghi storici. Nell’ambito della L.R. n. 9/2020 “Legge per la ripresa economica”, la Giunta regionale ha destinato 30 milioni di euro, poi elevati a 60 milioni di euro di cui 24 milioni di euro nell’annualità 2021 e 36 milioni di euro nell’annualità 2022, da destinare ai Comuni per finanziare l’avvio di
È stato presentato in Regione Lombardia dall’assessore all’Ambiente e clima, Raffaele Cattaneo, e dal presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, il “Market Inerti” la piattaforma web per lo sviluppo del mercato degli aggregati riciclati derivanti dal recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione. Progetto di Regione Lombardia e Ance Lombardia, realizzato da Arpa
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Lombardia, anche con la collaborazione di Anpar e Anepla, risponde all’indicazione della normativa sui rifiuti che prevede esplicitamente che le Regioni promuovano iniziative che favoriscano lo scambio degli «aggregati riciclati». La piattaforma è consultabile da tutti operatori del settore, a livello nazionale, nella sezione dedicata del sito di Arpa Lombardia https://marketinerti.arp alombardia.it/home.
Firmato l’accordo tra Ance Brescia e Ordine dei Consulenti del Lavoro provinciale per attivare un canale privilegiato che offre ai professionisti iscritti all’Ordine assistenza in materia giuslavoristica nell’ambito del settore edile. La collaborazione ha lo scopo di supportare le imprese estendendo il raggio di competenza dei servizi proposti dall’Associazione costruttori anche ai professionisti, una parte centrale e attiva del processo di amministrazione aziendale.
nella Legge 106/2021 rubricato “Disposizioni urgenti in materia di revisione dei prezzi dei materiali negli appalti pubblici”. Il fondo, che ha una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2021, è stato creato appositamente per consentire i ristori alle imprese, dovuti ai rincari eccezionali dei prezzi di molti materiali dell’edilizia verificatisi nel primo semestre dell’anno, nel caso in cui le p.a. non dispongano di proprie risorse.
APPALTI PUBBLICI
LAVORO
Novembre Subappalto: in vigore la disciplina “a regime” introdotta dal d.l. Semplificazioni bis
Novembre — Inl e subappalto: parità di trattamento economico e normativo fra i dipendenti del subappaltante e quelli del subappaltatore
Dal 1° novembre è entrata in vigore la disciplina “a regime” sul subappalto, introdotta dall’art. 49 del decreto 31 maggio 2021, n. 77 — recante “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure” — convertito, con modificazioni, dalla Legge 29 luglio 2021, n. 108. L’insieme delle novità contenute nell’articolo in questione si innesta sulla disciplina originaria di cui all’articolo 105 del d.lgs. 50/2016. Ne risulta un quadro complessivo composito che 64
presuppone un’adeguata analisi per capire in che termini la disciplina sul subappalto si è modificata dal 1° novembre e come conseguentemente è cambiata l’operatività delle stazioni appaltanti sotto questo specifico profilo. Si invita ad approfondire la disciplina “a regime” sul subappalto sul sito dell’Associazione.
Novembre Fondo adeguamenti caro materiali: ripartizione delle risorse e modalità di accesso Si comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 258 del 28 ottobre 2021 il decreto del Mims del 30 settembre 2021, finalizzato a definire le modalità di riparto delle
novembre/dicembre/2021
risorse del Fondo per l’adeguamento dei prezzi, istituito presso il Ministero delle
Infrastrutture e previsto dall’articolo 1septies, comma 8, del d.l. 73/2021, convertito
Il d.l. 31 maggio 2021, n. 77, convertito in legge n. 108/2021, ha introdotto, con l’art. 49, modifiche alla regolamentazione del subappalto in ambito pubblico. Si tratta di una misura di garanzia per i lavoratori dipendenti del subappaltatore che svolgano determinate attività in ragione dell’appalto secondo cui ai lavoratori in questione vanno riconosciuti trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli che avrebbe riconosciuto l’appaltatore/subappalta nte al proprio personale dipendente in ragione del Ccnl dal medesimo applicato.
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