Wanderful Il Magazine di Ander Group e Goodcode – #18 Giugno 2021
FAR DEL BENE, FARE MEGLIO Carlo Centonze
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HUBSPOT CRM: AVETE PRESENTE GLI HOTEL? Ander Group
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WYTH: GLI EVENTI DEL FUTURO? Samuele Franzini
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PREDIRE IL FUTURO CON LA TECNOLOGIA Goodcode
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LE ROSE DEL MALCANTONE
STORIA DI RÖS E FIOR NOSCTRAN
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Anni ‘50. Dopo la guerra Susi lascia i genitori e dieci fratelli, in Spagna, partendo per la Svizzera interna alla ricerca di un lavoro. Viene assunta come domestica in una villa signorile dove incontra Ernesto: il garzone del fruttivendolo che ogni giorno le porta frutta e verdura. I due si innamorano e, presto, si sposano ma dopo un po’ il clima della Svizzera interna spegne l’entusiasmo di Susi: le manca la sua casa, vorrebbe un po’ di sole e, soprattutto, non soffrire più per colpa di quel fastidioso Föhn che continua a soffiare ed a farle venire mal di testa. Ernesto, per accontentare la sua amata, trova un posto meraviglioso in Malcantone. Sopra Neggio: da lì si vede tutto il lago e ci si sente più vicini al sole. Così, un mattone alla volta, i due costruiscono una casetta immersa nel verde, affacciata sulle montagne. Tra i gerani che crescono rigogliosi nel loro giardino, le camelie che Susi importa dalla sua terra e le prime rose coltivate in serra, cominciano a vendere i fiori al mercato.
NONNA SUSI E NONNO ERNESTO
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Nel frattempo, in Canton Zurigo, Jürg (il figlio di Susi ed Ernesto) cresce sotto la guida dei nonni paterni e conosce Gabrielle. I due si incontrano da bambini e, come la più dolce delle fiabe, non si sono mai lasciati. Sono Jürg e Gabrielle, oggi, a mandare avanti la roseria che adesso si chiama “Le Rose del Malcantone”, un delizioso negozio a ridosso di una delle serre, arredato in stile un po’ Retró e un po’ Boehemien. Niente a che vedere con quei negozi di fiori che sembrano pasticcerie. Qui lo Shabby Chic è bandito ed il pavimento deve essere rigorosamente sporco. È la stessa Gabrielle a indicarci con orgoglio che il pavimento del suo negozio:
-Qui si lavora la terra, si recidono i gambi dei fiori, cadono petali, piume, pezzetti di carta e nastri colorati. Si raccoglie tutto alla fine della giornata. Spesso, quando organizziamo dei corsi di decorazione, i partecipanti sono perplessi quando diciamo loro di gettare gli scarti per terra, pensano si tratti di uno scherzo! Ma quando riusciamo a convincerli vediamo un vero e proprio senso di liberazione sui loro volti-.
LE ROSE DEL MALCANTONE
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# Una vita semplice e senza pensieri sembra essere il Leitmotiv di Gabrielle e della sua famiglia. Un Hakuna Matata in versione svizzera, dove non sei solo invitato a comprare dei fiori ma a respirare un po’ di semplicità. Varcando la soglia de “Le Rose del Malcantone” verrai fatto accomodare su una vecchia poltrona da cinema, ti verranno offerti caffè e Gipfel e verrai chiamato per nome. Gabrielle è un vulcano: creativa, solare, sa sempre come metterti a tuo agio e come catturare l’attenzione. Non sta ferma un attimo e appena si accorge che il tuo sguardo si sofferma su un fiore o un oggetto particolare, ti racconta subito la loro storia (e le storie dei fiori e degli arredi di quel posto sono tutte da ascoltare, te lo assicuro).
Con lei c’è Simi, la figlia maggiore che fa la spola fra i terreni ed il negozio quando non lavora nel giardino botanico delle isole di Brissago. È lei ad occuparsi dei Social. Inevitabile la mia curiosità sulla loro pagina Facebook: i post sono tutti scritti in dialetto ticinese. Rös e fior nosctran è un vero e proprio Claim dell’attività e Simi spiega: -quando si pensa alla vita di campagna, si immagina un simpatico contadino che, calorosamente, saluta i passanti in dialetto. È un modo per affermare il nostro legame con il territorio: fiori nostrani, lingua nostrana. Sottolinea la nostra diversità ma anche l’amore ed il rispetto per la nostra casa; in più i post sono sempre accompagnati dalle immagini, quindi anche chi non conosce il dialetto ticinese non ha difficoltà a comprenderne il senso-.
SEMPLICITÀ E LAVORO: LA FORMULA DELLA FELICITÀ
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Gabrielle e Jürg hanno anche un’altra figlia, Olivia, che vive e lavora a Lucerna, ma che ogni venerdì torna a casa dalla famiglia, per ricaricare le batterie in mezzo alla natura e per salutare il cane ed i cavalli. Di tutt’altra pasta il marito Jürg: durante la visita lo vedrai passare di sfuggita mentre spazza le foglie dal vialetto o scende dal trattore con due grandi cuffie insonorizzanti. Un uomo silenzioso e laborioso. Le donne di casa ci tengono a sottolineare l’importanza della sua figura: è vero, siamo noi il volto dell’attività ma è lui il pollice verde de “Le Rose del Malcantone”. È lui che, instancabilmente, si occupa della terra e delle serre. Le braccia forti che spostano tavoli e pesanti bancali. Sempre a stretto contatto con la natura e le sue piante, di Jürg mi colpisce l’espressione sbrigativa ma serena. Ha in mente una tabella di marcia tutta sua, che segue quotidianamente in maniera meccanica e letterale senza mai perdersi in chiacchiere. Eppure non sembra stanco né annoiato. Di sicuro, a fine giornata, la stanchezza arriva per tutti loro ma è una stanchezza buona, una stanchezza del corpo e non dell’anima. Quando siamo sole sul terrazzo della loro abitazione (qualche metro più in là), mi rendo conto che la vista è davvero mozzafiato. Lago, montagna, fiori, silenzio e la cittadina di Neggio che si muove lenta sotto di noi. Chiedo a Gabrielle: -qual è la prima cosa che pensi quando ti svegli al mattino e guardi fuori dalla finestra? -Ah, facile! È un paradiso- dice lei, senza pensarci. E poi aggiunge: -un paradiso di bellezza e lavoro, però! Altrimenti ci annoieremmo-. Dice di pensarci ogni mattina ed è facile crederle, considerando l’entusiasmo che trasmette agli altri.
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Come tutti, anche “Le Rose del Malcantone” ha subito il colpo della pandemia. Lo scorso anno, Gabrielle, ha cominciato a lasciare dei mazzi di fiori fuori dalla porta dei suoi clienti. -Ho ricevuto tantissimi messaggi di gratitudine, la gente aveva bisogno di fiori freschi per ristabilire un contatto con il mondo esterno e poi è vero: un mazzo di fiori colorati cambia l’aspetto di una casa-. Da lì è nata l’idea dei corsi di decorazione: una zona franca in cui divertirsi, magari con i propri figli, tra colori, profumi, storie e significati dei fiori. Gabrielle e Simi mettono a disposizione la loro conoscenza dei fiori e le nozioni di arte decorativa per aiutare gli altri (adulti e bambini) a ritrovare un legame con la terra e con la natura ed a liberare la creatività. Ecco perché il pavimento deve essere sporco: -chi viene qui deve sentirsi libero di creare ed esprimersi. Spesso, nelle nostre case, evitiamo questo genere di attività perché siamo costretti a pulire e riordinare di continuo. E molti di noi rischiano di trasmettere questo limite ai propri figli che, invece, dovrebbero avere l’opportunità di sporcarsi un po’ più spesso per poi, una volta a stretto contatto con la natura, sentirsi vicina ad essa, senza avere paura degli insetti, della terra, di sperimentare. Non è diseducativo, anzi, può diventare un modo per insegnar loro a pulire dopo aver sporcato-. Nel negozio le decorazioni sono ovunque: gusci di uova, piume, piccole sculture in fil di ferro e manichini vestiti di tutto punto. Non pensare di portare via un mazzo di fiori qualunque: se glielo concederai, Gabrielle ti consegnerà un bouquet di fiori, rami, bulbi, piume colorate avvolto da una carta rigorosamente in tinta. Non c’è niente di ordinario in questo piccolo negozio di fiori e sai cosa? Lo amerai proprio per questo.
WANDERFUL TAKE M: -Gabrielle, quali sono i tuoi fiori preferiti?G: -Ah, senza dubbio le rose!M: -Mh, che risposta banale (scherzando)G: -Quando avevamo dodici anni, Jürg si è presentato a casa mia con un enorme mazzo di rose rosse che ha consegnato a mio padre, chiedendogli di darle a me. Timido com’era, è stato il gesto più coraggioso e romantico che potesse fare. Siamo insieme da quel giorno-.
IMPARARE A SPORCARSI
IMPRESSUM
Wanderful #18
EDITORE Ander Group SA Via Cantonale 4 CH-6928 Manno T +41 91 966 99 66 wanderful@ander.group www.ander.group DIRETTORE CREATIVO Luciano Marx RESPONSABILE EDITORIALE Marianna Barracane REDATTORI Marianna Barracane Raffaella Sansoni RESPONSABILE DI PRODUZIONE Simona Tami STAMPA La Buona Stampa, Lugano FONT TITOLI COVER STORY Pilowlava by Anton Moglia + Jérémy Landes © 2021 Ander Group
SOMMARIO
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Business Tales
Far del bene, fare meglio 8 The greener, the better
Il piano energetico comunale alla portata di tutti 10 Business Tales
Les Échecs de la Réussite 12 Tecnologia
E-commerce as a Service 14 Business Tales
Voglio vivere così: The Great Living Estate 20 Business Tales
JITpay™: l’evoluzione digitale nella logistica 22 Business Tales
Brand Monitoring: chi ci protegge dal Fake? 26 Ander Team
Cosa fa un Head of Innovation?
28 Anderstand
Google Analytics 101 #2
32 Anderstand
HubSpot CRM: avete presente gli Hotel?
34 Tecnologia
WYTH: gli eventi del futuro?
36 Tecnologia
Predire il futuro con la tecnologia 39 Storie di risultati
Un sito Launch Pad ed una nuova strategia per IBSA Foundation 42 Storie di risultati
Comunicazione, collaborazione, emancipazione: la nostra esperienza con ESMO
EDITORIALE
In questo numero, le vicende di imprese ed imprenditori si chiamano “Business Tales”. Dopo un anno che passerà certamente alla storia per la quantità di brutte notizie, vogliamo raccontarvi delle storie a lieto fine, a partire dalla storia di copertina: semplicità, bellezza, amore, armonia. La stessa armonia a cui puntiamo in Ander Group. Il nostro obiettivo si è delineato nel tempo ed ora appare sempre più vicino e raggiungibile. Mentre cerchiamo di crescere professionalmente ed umanamente, durante le nostre lunghe e movimentate giornate lavorative, abbiamo trovato un nuovo motto che riassume la nostra filosofia: Empowering Clients. Quello che offriamo ai nostri clienti non è solo un progetto, una strategia. Quello che vogliamo trasmettere alle aziende è una metodologia efficace e agile, una riorganizzazione dei processi da adottare oggi per essere indipendenti domani. Qualcuno diceva: “Dai un pesce ad un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”. Il nostro compito è quello di diventare pescatori sempre più abili così da poter insegnare, a chi ci chiede aiuto, tutto quello che sappiamo. Buona lettura!
Florian Anderhub Chief Vision Officer
BUSINESS TALES
Far del bene, fare meglio
di Marianna Barracane
Cosa spinge un uomo fortunato a voler migliorare il mondo? Responsabilità etica? Karma? L’abbiamo chiesto a Carlo Centonze, CEO di HeiQ.
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WANDERFUL
CARLO CENTONZE CEO e Co-Founder di HeiQ, Chairman del Board ECSA Technical AG, Membro del Board di Science Industries.
6 Il progetto HeiQ nasce quasi come uno scherzo: Carlo Centonze e Murray Height, amici e Co-founders di HeiQ, erano in montagna con le loro fidanzate durante un’escursione. Dopo qualche giorno di faticose arrampicate, le ragazze hanno iniziato ad evitare i rispettivi fidanzati che, non avendo delle magliette di ricambio, avevano sviluppato un odore non proprio gradevole. Quasi come una sconfitta personale, i due si sono messi immediatamente all’opera ed in breve tempo hanno brevettato più tipologie di tessuto in grado di restare asciutte ma soprattutto di non puzzare! Il nome dell’azienda? HeiQ che ricorda “Hike” (escursione in inglese). Sono passati più di sedici anni dall’inizio di questa avventura e oggi HeiQ è un’azienda svizzera leader nel settore dei tessili sintetici che si propone come partner per la creazione di tessuti innovativi e ultra tecnologici. Da pochissimo quotata presso la Borsa londinese, HeiQ ha già collezionato una serie di storie incredibili, tutte legate ai suoi prodotti: dalla recente emergenza Covid -durante la quale l’azienda si è prodigata per il trasporto di materiale sanitario- al terribile disastro di Fukushima (2011) per cui HeiQ ha creato indumenti speciali, in grado di mantenere costante la temperatura corporea di chi li indossava, in un momento in cui era vietatissimo utilizzare il climatizzatore e la temperatura fuori superava i quaranta gradi. Anche Carlo è cresciuto: nello schermo ci accoglie un uomo sorridente, impeccabile. Un papà fiero ed un CEO instancabile dalla brillante carriera accademica, militare e professionale. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio e capire cosa, nella sua vita, l’ha reso l’uomo che è oggi.
La sua è una famiglia di imprenditori da ben sei generazioni: si è mai sentito predestinato all’imprenditorialità?
“La voglia di fare impresa è arrivata molto tardi nelle nostre vite (Carlo ha tre fratelli, tutti imprenditori: Lorenzo, Matteo, Enrico). Essendo figli di imprenditori, conoscevamo fin troppo bene la mole di lavoro e responsabilità che ne consegue. Abbiamo cercato di evitarlo a tutti i costi (ride) ma alla fine le idee e la volontà di dare il nostro contributo alla società hanno prevalso”.
Quanto il legame con il territorio svizzero e le sue meraviglie naturali ha influito e ispirato le sue scelte etiche? “Il mio papà era granatiere di montagna, da lui abbiamo ereditato l’amore per il nostro territorio. Durante quei pochi weekend di vacanza con i genitori, andavamo in montagna, sul lago di Lugano, in Leventina. Anch’io, durante la mia carriera militare ho avuto la fortuna di conoscere, sorvolare ed ammirare il nostro bel paese e questo ha chiaramente contribuito tanto alla mia voglia di preservare le meraviglie naturali di cui il mondo è ricco, prima con l’organizzazione no-profit myclimate, poi con HeiQ che è principalmente basata sulla volontà di rendere l’industria del fashion (la più inquinante al mondo) meno impattante”.
Lei si definisce fortunato: la sua propensione ad aiutare gli altri deriva forse da una questione di Karma? Cosa la spinge a fare del bene e, soprattutto, a voler fare meglio?
“Sono stato fortunato a nascere e crescere in Svizzera, usufruendo di un sistema educativo efficiente che mi ha permesso di formarmi in modo eccellente al Politecnico di Zurigo. Avverto il dovere di condividere un Know-How con
altri giovani imprenditori o potenziali tali, per aiutarli a non mollare, ad avere uno scopo condiviso: quello di fare del bene. Il contesto in cui si vive è fondamentale. Essere costantemente stimolati, vivere in un clima di creatività ed ottimismo aiuta non solo a creare la propria fortuna ma anche ad estenderla agli altri, soprattutto a chi, per molteplici motivi, non riesce a vedere un futuro così roseo ed ottimistico davanti a sé. Vorrei aiutare più persone possibili a farsi trovare pronte, predisposte a cogliere ogni opportunità!”.
Differentiate. Innovate: sicuramente al momento c’è un focus sul Covid-19 e sul Viroblock ma quali sono i prodotti del futuro? Quali sono i nuovi ambiti che HeiQ vorrà esplorare nell’immediato?
A noi di HeiQ piace prevedere, anticipare: siamo stati i primi svizzeri ad essere quotati in Regno Unito. Abbiamo una posizione avvantaggiata, siamo abbastanza tutelati da poterci permettere di rischiare, chiaramente con la dovuta dose di saggezza come mio padre mi ha insegnato. HeiQ crea innovazioni non solo nell’industria tessile ma anche nel settore dei presidi medico chirurgici: vogliamo andare oltre, dove la tecnologia non è ancora arrivata. Dal punto di vista ambientale, invece, ci sembra necessario sostituire il poliestere le cui microfibre si accumulano negli oceani senza mai sparire. Prendiamo a cuore delle tematiche importanti a livello sociale, ambientale, economico ed è quello che ci anima e ci motiva di più.
Carlo Centonze è un impeccabile super uomo o ha rimpianti e debolezze come tutti? Quali sono stati gli errori più importanti della sua vita?
“Eravamo quattro giovani fratelli con dei genitori impegnatissimi, e spesso fin troppo liberi di esplorare ogni opportunità intorno a noi, insomma eravamo un po’ irrequieti ed abbiamo sperimentato il più possibile esponendoci sia alla possibilità di fallire che a quella, positiva, di arricchire il nostro bagaglio culturale. Viaggiare, sperimentare, esplorare: tutti verbi che ci hanno permesso di accrescere e nutrire la nostra capacità di giudizio. Ecco perché ogni singolo errore è stato importante: mi ha regalato la possibilità di imparare, conoscere diverse culture dove non sempre il senso di giusto e sbagliato si sovrappone al nostro ma senza mai giudicare. Gli errori fanno di noi delle personalità complete, ricche”.
Carlo Centonze, il CEO, valuta sempre i 5 Steps Ahead del suo Business. Quali sono gli Steps Ahead di Carlo, a livello personale?
“Uno su tutti: è difficile trovare il giusto incastro per essere un padre presente e al momento il mio obiettivo è quello di riuscire ad infondere, ai miei figli, la mia stessa visione ottimistica del mondo, la curiosità ed il rispetto della natura. La voglia di fare del bene ma, soprattutto, di voler fare sempre meglio”. •
BUSINESS TALES
Wanderful Take
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C’è sempre una luce speciale negli occhi di chi crea. E quando la tua idea non solo riscuote successo, ma ha il super potere di migliorare la vita di qualcun altro, è impossibile non trasmettere questa luce ai tuoi interlocutori.
WANDERFUL
Il piano energetico comunale
di Marianna Barracane
Una chiacchierata sulla sostenibilità e sul futuro con Angelo Bernasconi, CEO di IFEC, sul piano energetico comunale e su come saranno le città del domani.
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THE GREENER, THE BETTER
alla portata di tutti Quando si parla di sostenibilità si pensa sempre a qualcosa di estremamente tecnologico, futuristico, innovativo. E questo è molto strano se si pensa che la sostenibilità è oggettivamente legata a ciò che di più antico c’è al mondo: la natura e le sue risorse. Uno spunto interessantissimo da cui partire, per abbracciare uno stile di vita ecosostenibile e produttivo. Ne abbiamo parlato con Angelo Bernasconi, CEO di IFEC Ingegneria SA, con cui, in Ander Group, abbiamo sviluppato il portale pianoenergetico.ch dove è possibile consultare il piano energetico del proprio Comune e comprendere quali sono tutte le possibili combinazioni per delle soluzioni energetiche rinnovabili, in base alla propria situazione. Una mappa di facile consultazione che mira a semplificare la lettura dei dati dei piani energetici comunali e che punta tutto su una comunicazione semplice e sull’interazione dell’utente. Se ognuno di noi avesse a disposizione una mappa interattiva su cui verificare in modo veloce e trasparente la possibilità di aderire alle energie rinnovabili, ci sarebbe sicuramente un incremento delle richieste di pannelli fotovoltaici e co. Sono già più di venticinque i Comuni del Ticino per i quali è stato elaborato un PECo e, come spiega Bernasconi, non ha nulla a che vedere con lo storico del Comune. Tra i primi c’è stato il Comune di Cevio che, insieme ai suoi abitanti, ha intrapreso con entusiasmo questo innovativo programma. Ma il progetto ha mire ben più alte della sostenibilità delle singole abitazioni. Educare il cittadino alla responsabilità condivisa delle risorse energetiche apre una strada verso il futuro. Facciamo un esempio più concreto: se qualcuno sta costruendo la propria casa, può predisporre il garage alla colonnina per le auto elettriche. Non serve avere un’auto elettrica per farlo: stiamo parlando di installare un tubo, ma se la prossima auto che la persona in questione acquisterà sarà elettrica, la sua casa sarà già predisposta alla ricarica. Al contrario, spesso siamo scoraggiati dall’acquistare un’auto di ultima generazione perché non sappiamo se in città o nel nostro quartiere ci sia effettivamente la possibilità di implementare le colonnine di ricarica. E questo vale anche per gli impianti solari, eolici, geotermici. L’informazione è potere ed è importante informare e responsabilizzare il cittadino sulle possibilità di contribuire in modo diretto ad un mondo che sfrutta meglio le risorse energetiche e rinnovabili che il pianeta ci offre.
C’è un grande senso di condivisione in questo progetto: dal suo inizio- nel 2014- ad oggi sono tante le istituzioni a cui IFEC è stata lieta di spiegare il programma. La Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), ad esempio, è stata fondamentale nel percorso e ha avuto un ruolo importante nello sviluppo dello strumento di misurazione e condivisione dei dati. E a proposito di SUPSI, Angelo Bernasconi si dichiara ottimista sull’approccio che le nuove generazioni hanno nei confronti dell’ecosostenibilità. È una vera e propria battaglia per loro: sanno che un mondo ecosostenibile equivale ad un mondo migliore soprattutto in certi ambiti, come quello della mobilità che utilizza sempre più spesso le tecnologie Green e promette prospettive futuristiche, come le auto che si guidano da sole e che, dopo averci lasciato a casa, tornano in periferia a ricaricarsi, liberandoci dal problema dello smog e della presenza di auto nelle zone centrali e residenziali delle città. È un argomento che sta a cuore agli studenti, come quello delle emissioni di CO2 che nel giro di pochi anni deve ridursi sensibilmente per evitare un ulteriore innalzamento delle temperature. Ma i giovani sono molto attivi ed interessati. Del resto stiamo parlando del pianeta che abiteranno insieme ai propri figli ed è bello vedere quanto si impegnano per renderlo un posto migliore. •
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ANGELO BERNASCONI CEO di IFEC Ingegneria SA e docente della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI).
La mappa mostra quali fonti di energia rinnovabile è possibile sfruttare in quell’area, quali sussidi e incentivi i cittadini possono richiedere e tutte le informazioni utili per ottenerli.
WANDERFUL
©SLiphardt
Les Échecs de la Réussite
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di Marianna Barracane
Il fallimento è un tappa obbligatoria nel percorso di ogni imprenditore. La storia di Alessandro Soldati e della sua prima Start-up.
BUSINESS TALES “Les Échecs de la Réussite”. Letteralmente i fallimenti del successo, è il titolo del libro che racconta la storia di Alessandro Soldati, ex CEO e Founder di Cronodeal, un sito di vendita online basato sulle aste al contrario. Sin da bambino, Alessandro sviluppa una propensione a voler fare impresa: sempre pieno di idee e di iniziativa, il giovanissimo Soldati raccoglie funghi e li scambia con le caramelle in drogheria, raccoglie palline da golf per i giocatori in cambio di qualche soldino. Insomma Alessandro Soldati è un imprenditore nato con un grande obiettivo: amare per tutta la vita il suo lavoro da imprenditore, amarne i successi ma anche (e soprattutto) gli insuccessi.
Il bambino Alessandro trovava sempre nuove idee per “fare impresa”. Dal tuo libro sembra che, anche crescendo, questa capacità sia rimasta intatta. Qual è il tuo segreto?
Non mi sono mai posto la domanda. Sicuramente c’è una componente genetica. Da piccoli venivamo costantemente stimolati a creare: costruivamo capanne, giocavamo nel verde. Tv e videogiochi erano praticamente vietati e questo ci ha permesso di ingegnarci per creare il divertimento. Anche adesso è così, ho talmente tanta passione per quello che faccio che non posso fare a meno di divertirmi. A volte è frustrante per chi mi sta intorno (ride). Semplicemente ho sempre cercato di approfittare del percorso, trarre il massimo da ogni esperienza e non sopporto la noia: mi è capitato durante uno stage ma anche durante il militare di dovermi procacciare qualcosa da fare, qualcosa che mi interessasse. È stato terribile.
Hai partecipato per due anni consecutivi ad un bando per Start-uppers cercando di ottenere una borsa di studio. Cosa è cambiato, nel tuo approccio, tra il primo ed il secondo tentativo con START?
È quello che mi piace degli errori. Per il secondo tentativo ho lavorato sodo ed alla fine ero talmente convinto della mia idea che non ho avuto difficoltà a convincere anche gli altri. Lo scopo era diverso: al primo tentativo volevo vincere la borsa di studio. L’anno seguente volevo illustrare la mia idea. È stata la giusta chiave di lettura.
Il lato “sfigato” dell’essere imprenditori. È di questo che parla il libro. Quali sono state le tue cadute peggiori?
Sicuramente le delusioni più forti sono state quelle sul piano umano: nonostante si cerchi sempre di dare fiducia, di essere aperti e comprensivi, c’è sempre una persona vicina (nel lavoro e nella vita) che ad un certo punto ti deluderà. Nel migliore dei casi si limiterà a trattarti con freddezza ma ci sono state delusioni pesanti: insulti, dati rubati, una volta mi hanno portato via il microonde per dispetto: da non crederci! Eppure non si impara mai davvero! Per me è impensabile smettere di dare fiducia alle persone che ci circondano; è vero, adesso metto sempre in conto che la delusione è dietro l’angolo ma cerco di comportarmi come sempre. L’aspetto umano è la base di ogni struttura e, in quanto tale, è imprescindibile.
Cronodeal.ch dopo 4 anni chiude. Se avessi la consapevolezza e la conoscenza di oggi, come lo rilanceresti?
Col senno di poi, riconosco che in situazione critica c’è sempre un problema di comunicazione fra le parti. Spiegare la Vision (e questo è un consiglio accorato per tutti gli imprenditori) nei minimi dettagli, mettendola nero su bianco, perché si rischia di creare un divario sempre più difficile da
11 colmare nel tempo. Trasparenza e determinazione: non è possibile eliminare gli errori ma possiamo limitarli.
Adesso, invece, è il momento di Goldavenue: ci racconti l’idea?
E’ stato un vero e proprio “caso”. Sono stato contattato da MKS Pamp Group, commercianti di metalli preziosi, che mi ha chiesto di essere a capo del progetto e-commerce legato a questi prodotti. L’idea di partenza è che il commercio dei metalli preziosi, spesso, avviene tramite i “Compro/ Vendo Oro” che non sono proprio trasparenti sui sistemi adottati e che, quindi, fosse necessario creare una realtà in cui l’acquisto dei metalli preziosi fosse spiegato in maniera semplice ed appropriata. La problematica principale è sicuramente quella del trasporto dopo l’acquisto (parliamo di invio per posta) al quale affianchiamo un’alternativa più sicura: mettiamo a disposizione una parte del nostro Caveau per custodire i prodotti acquistati dal cliente. Dopo un anno di crescita, nel 2019, ci siamo ritrovati nel pieno della pandemia mondiale durante la quale la domanda di metalli preziosi è letteralmente esplosa ed avevamo già pronta una soluzione pratica ed accessibile per l’acquisto di questi beni. È stato un successo e ci sta permettendo di continuare a crescere e di raggiungere obiettivi sempre più alti. Siamo partiti da un computer e un’idea e oggi siamo più di venti.
Il tema del Pitch è piuttosto frequente, nel libro. Come sarebbe il Pitch de “Les Échecs de la Reussite”?
È un libro che si lascia leggere. È scritto perché chiunque possa leggerlo perché non si impiglia in tecnicismi, ma racconta una storia da leggere in poche ore. Non c’è la presunzione di spiegare come evitare gli errori ma di raccontare come effettivamente gli errori ci portino comunque nella giusta direzione. •
ALESSANDRO SOLDATI CEO di GoldavenueMKS Pamp Group e autore di “Les Échecs de la Réussite” insieme a Paul Edgar Levy. Appassionato di finanza e di imprenditoria.
WANDERFUL
E-commerce as a Service di Marianna Barracane
shop.lafonte.ch
Come nasce un E-commerce? Servono tempo, denaro, i giusti prodotti, le giuste piattaforme e molta, moltissima pazienza. Vi raccontiamo la nostra esperienza in Ander Group con quattro Store Online, tutti diversi tra loro ma con un obiettivo comune: la conversione!
lagalpi.ch
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TECNOLOGIA Amazon (esattamente come Roma) non è stato costruito in un giorno. L’idea di diventare un colosso del mercato mondiale, grazie ad uno Shop Online è piuttosto infondata. Non che non sia possibile, ma è sempre meglio tenere a mente che per ingranare con un E-commerce servono tempo, impegno, pazienza ed investimenti mirati. In Ander Group, negli ultimi mesi, abbiamo sviluppato ben quattro piattaforme E-commerce: Moka Shop.eu, Mokashop.ch, Lagalpi e Fondazione La Fonte. Aziende molto diverse tra loro ma che si sono affidate alla nostra esperienza con un obiettivo comune: vendere. Per farlo abbiamo utilizzato Shopify, uno dei nostri Partner. Shopify è una piattaforma completa di tutte le Features necessarie per raggiungere il maggior numero possibile di persone grazie ai suoi collegamenti con Google Shopping o con i Social Network, utili per la sponsorizzazione delle campagne a pagamento.
Perché creare un E-commerce con Shopify? Shopify dà la possibilità di connettere interamente l’E-commerce al proprio gestionale, il che è utile per segmentare e gestire i contatti, Form e Newsletter. Shopify dispone di Template studiati apposta per facilitare l’esperienza degli utenti, al punto che la customizzazione degli stessi diventa del tutto secondaria: una volta impostati loghi e Font, il vostro E-commerce è pronto e garantisce una navigazione fluida e piacevole. Ad essere facilitati, però, non sono solo gli utenti. Shopify consente un caricamento dei prodotti immediato ed intuitivo e offre Report completi e personalizzabili sulle vendite e sul traffico e supporta l’ottimizzazione
mokashop.ch
13 dei contenuti attraverso dei suggerimenti per migliorare le Performance SEO del sito, aiutandolo a raggiungere le posizioni più alte della SERP (Search Engine Results Page) Google. Non è finita! Vi siete mai chiesti come fosse possibile gestire l’inventario di un negozio fisico con quello di uno Store Online? Shopify può fare anche questo grazie alla capacità di configurare la gestione dell’inventario e la comunicazione con il POS del negozio fisico.
Perché affidarsi ad Ander Group? In Ander Group facciamo Performance Branding. Questo significa che tutti i nostri progetti si fondano su una chiara e condivisa definizione degli obiettivi con i nostri clienti. Nel caso degli Store Online abbiamo, alla base di tutto, un obiettivo di vendita. Ma per raggiungere risultati soddisfacenti e costanti abbiamo bisogno di unire il nostro Knowhow alla funzionalità dei nostri Partner. Uno dei valori fondamentali di Ander Group è quello dell’indipendenza del cliente. Per questo scegliamo Partner che offrono prodotti completi e di facile utilizzo, come HubSpot e Shopify. Il nostro compito è quello di accompagnare e guidare i clienti attraverso la Digital Transformation ma, soprattutto, quello di consegnare nelle loro mani tutti gli strumenti da utilizzare in autonomia. Consigli, strategie, supporto tecnico ed uno studio approfondito sul caso specifico sono alla base del lavoro con i clienti. Ma la vera vittoria, per noi di Ander Group, è trasmettere agli altri la passione per il mondo digitale e la sua continua evoluzione, stimolarne la curiosità e la creatività e dar loro la possibilità di sperimentare e conoscere. Empowering Clients: un motto che racchiude quello che facciamo attraverso i nostri progetti. Il sogno è il vostro. A noi, la responsabilità di aiutarvi a realizzarlo. •
mokashop.eu
WANDERFUL
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Voglio vivere così: The Great Living Estate
di Marianna Barracane
Avete presente quelle case talmente belle che sembrano nate per essere fotografate? Abbiamo scoperto che non sono Showroom ma case abitate e fortissimamente volute nonché minuziosamente commissionate. Ma soprattutto, abbiamo scoperto chi le realizza e poi le vende!
BUSINESS TALES
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Abbiamo incontrato Manuel Tenca, un ex giocatore professionista di Hockey con un sogno: vendere case, anzi abitazioni da sogno. Oggi è a capo di The Great Living Estate: realtà nata in Engadina che tratta esclusivamente proprietà di lusso in canali non convenzionali, i cosiddetti canali “off market”. Ci sono residenze di ogni tipo: ville, edifici storici, attici, chalet. Le location? L’incantevole St Moritz, l’elegante Lugano, la cosmopolita Milano e, grande novità: l’esotica Dubai!
MANUEL TENCA CEO di The Great Living Estate. Ex giocatore di Hockey professionista.
Come funziona? The Great Living Estate è un referente unico: un General Contractor che si occupa di accogliere la richiesta del cliente, gestire il cantiere, le forniture e consegnare l’appartamento una volta che tutto, anche il più piccolo dettaglio, è a posto. Chiaramente parliamo di residenze complete di tutto (utenze e spesso ogni tipo di servizio, ad esempio palestre e lavanderie), predisposte anche ad essere affittate per brevi periodi, dato che nascono in posti tipicamente turistici come St. Moritz o Dubai. Al momento Manuel ed il suo team gestiscono circa 40 proprietà, ma non è finita! Quella di The Great Living Estate è una clientela High Standing molto selezionata che ripone piena fiducia nell’operato della società, al punto tale da diventare l’unico referente per quel che concerne la gestione dell’intero patrimonio immobiliare. Sinceramente: a quanti agenti immobiliari affidereste il vostro intero patrimonio? Questi ragazzi ci sanno evidentemente fare!
The Great Living Estate e la pandemia: com’è andata Considerando le Location tendenzialmente stagionali e turistiche delle proprietà gestite da The Great Living Estate, potrebbe sembrare che il Covid-19 sia stato un vero e proprio disastro. Tutt’altro: i ripetuti lockdown hanno fatto sì che moltissima gente cominciasse a lavorare da casa anche a tempo pieno ed a questo punto, avendone le possibilità, perché non trasferirsi in una casa bellissima in un posto in cui (solitamente) si va in vacanza per vivere e lavorare da lì? Paradossale: il 2020, per The Great Living Estate, ha segnato una crescita del 1000% e Manuel ha potuto ampliare il suo team da 8 a 30 persone, un vero decollo per ampliare la propria linea di Business e diventare sempre più grandi!
I nuovi progetti The Great Living Estate sta lavorando ad un Concept Residence in Engadina simile al progetto degli alberghi diffusi: dieci unità guidate da un’unica reception a disposizione per vacanze e brevi soggiorni. Un progetto che promette davvero bene nell’incantevole cornice dell’Engadina: in cima alla lista dei luoghi da visitare non appena sarà di nuovo possibile. •
WANDERFUL
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Quest’ultimo anno ci ha insegnato l’importanza di avere una casa che rispecchi le nostre necessità e la nostra anima. La vita è breve e offre una quantità di bellezza inimmaginabile anche se restiamo chiusi nella nostra quotidianità: approfittiamo di questa bellezza, ogni volta che ne abbiamo la possibilità, scegliamo di vivere così.
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JITpay™: l’evoluzione digitale nella logistica
di Marianna Barracane
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Gli ultimi due anni sono stati decisivi per la digitalizzazione delle aziende di ogni tipo. Tuttavia molti settori sono ancora strettamente legati a dei vecchi modelli di Business. Uno fra tutti? Quello della logistica.
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DANIEL STEINKE CEO JITpay™ Group – Digital accounting and Supply-Chain-Finance.
21 La pandemia ha spinto l’acceleratore su un cambiamento epocale nel comportamento dei consumatori: gli E-commerce hanno raggiunto, nel 2020, i risultati che avrebbero potuto raggiungere in un decennio, in una “situazione normale”. Questo ha chiaramente avuto delle ripercussioni sui sistemi logistici e sui trasporti che, in questo periodo storico, hanno avuto bisogno di una vera e propria rivoluzione. Dietro la modernità e l’agilità degli acquisti online ci sono tutta una serie di processi “analogici” ormai obsoleti in un mondo che va sempre più veloce e che ha bisogno di risultati immediati per potersi allineare alle esigenze dei consumatori. La digitalizzazione, dopotutto, serve a questo: velocizzare, automatizzare e misurare. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il Dr. Daniel Steinke che nel 2018, insieme a suo fratello, Boris-Michael Steinke, e a Dennis Wallenda ha fondato JITpay™: un’azienda tedesca di fornitura di servizi di fatturazione. Il Core Business aziendale sono i servizi di pagamento ma, nell’ultimo anno, al recupero crediti e al Factoring si sono aggiunti dei servizi digitali fatti apposta per il mondo della logistica, tutti a vantaggio degli spedizionieri. Uno fra tutti si chiama JITFleet™, un sistema telematico in grado di digitalizzare tutto il processo: dalla creazione dell’ordine alla ricevuta di consegna.
Come funziona? JITpay™ trasferisce il denaro al contraente, accertandosi che il cliente paghi e trattenendo meno del 2% per ogni transazione. Il tutto viene gestito in digitale tramite un’applicazione o sull’apposito portale web, che a loro volta offrono molteplici servizi: tracking, avvisi in tempo reale sullo stato della spedizione, prove di consegna, documentazione per il risarcimento, messaggistica e molto altro.
Wanderful Take
Perché utilizzare JITpay™ Come abbiamo detto, il 2020 è stato un anno determinante per gli acquisti online e – di conseguenza – per le spedizioni online. Le piccole e medie imprese di trasporto, spesso, fanno fronte a dei costi di gestione dei software, costi che è difficile coprire, nonostante un aumento delle spedizioni. La commissione del 2% trattenuta da JITpay™ è sicuramente inferiore rispetto alla manutenzione di un sistema telematico individuale. Inoltre, grazie al pagamento anticipato da JITpay™, il mittente beneficia di una buona reputazione sul lungo termine e in caso di fallimento, nel peggiore dei casi, JITpay™ si fa carico anche della gestione della crisi: grazie alla loro esperienza decennale nel mondo della contabilità riescono a gestire ogni tipo di criticità.
I nuovi servizi JITpay™ L’ultimo anno, per JITpay™, è stato caratterizzato da una crescita Year on Year del 1375%: un risultato incredibile che ha reso l’azienda ulteriormente stabile. L’ultimo trimestre del 2020 è stato decisivo grazie ad un delineamento dei trend di mercato (dopo il grande scossone nei primi mesi dell’anno) che ha permesso agli imprenditori di tutto il mondo quali sono i settori da esplorare nei prossimi mesi, ragion per cui i fratelli Steinke e Wallenda non si sono fermati e si sono messi subito al lavoro per ampliare la scelta di servizi offerti. Ad esempio, l’azienda sta progettando una carta di credito che permetterebbe agli autisti delle compagnie di spedizione di fare acquisti sicuri come il rifornimento di carburante. Da settembre, inoltre, l’azienda collabora con una novità del settore, lo spedizioniere digitale Sennder. •
Un piccolo ed affascinante Insight su come cogliere al volo un’opportunità. È da un po’ che siamo apparentemente fermi ma se c’è un settore che non ha mai subito arresti negli ultimi tempi è proprio quello delle spedizioni che ha dovuto, anzi, far fronte ad una mole di richieste fuori da ogni previsione. Interessante vedere come anche i mercati più ostili alla Digital Transformation trovino un interlocutore, in questo caso JITpay™, disposto a semplificarne i processi.
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Brand Monitoring: chi ci protegge dal Fake? LUCA BOSCHIN Co-founder Visua. Digital Explorer.
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BUSINESS TALES di Marianna Barracane
ALESSANDRO PREST Co-Founder Visua, il cui primo nome era “Logo Grab”.
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Abbiamo finalmente sdoganato lo shopping online. Nonostante questo difficilmente, noi fruitori pensiamo a tutta la serie di operazioni complesse ma indispensabili che ci sono dietro un E-commerce. Un esempio? Il Brand Monitoring.
Nell’era dell’E-commerce i volumi dei prodotti offerti sono talmente ampi che diventa sempre più difficile avere la certezza di vendere (o acquistare) un prodotto autentico. Pensiamo ai grandi nomi della rivendita come e-Bay. Parliamo di miliardi di immagini e video caricati ogni mese sulla piattaforma, spesso prodotti di marca o di seconda mano. Come riesce, questo colosso della vendita online, a riconoscere gli originali tra mille imitazioni? Un solo nome: Visua. Visua è un’azienda fondata da Luca Boschin e Alessandro Prest. Luca, ragazzo curioso con una propensione naturale per la tecnologia. Alessandro, ricercatore Google in ETH, a Zurigo. I due amici, nel 2012, cominciano a sperimentare e notare l’enorme condivisione di immagini online. Una condivisione che, secondo i due, andava tutelata e regolamentata. Da lì nasce l’idea di sviluppare un prodotto, in quel poco tempo che riuscivano a dedicare a questo nuovo progetto. Ma nel 2014 il prodotto in questione, ormai tradotto in un vero e proprio Software di riconoscimento delle immagini, viene finalmente notato e la fortunata Visua (così definita dallo stesso Boschin) chiude il suo primo Round di investimenti: creano e brevettano una tecnologia di riconoscimento visivo. I primi due anni sono stati dedicati alla ricerca e allo sviluppo del prodotto, con i primi clienti. Nel 2016 la tecnologia di consolida e hanno cominciato a venderla, raccogliendo un budget da reinvestire nel settore vendite. Attualmente sono al lavoro con un Team di Marketing per l’ottimizzazione della comunicazione e dei profitti. Un’azienda in crescita che conta già undici collaboratori.
Come funziona Visua I clienti inviano quotidianamente milioni di immagini e video al loro Cloud. Il software che hanno costruito è in grado di capire se ci sono loghi nelle immagini e ne processa tutte le informazioni. Oltre alla straordinaria capacità di Logo Recognition, la tecnologia Visua è in grado di riconoscere oggetti, testi all’interno di immagini e somiglianza fra diverse immagini. Un sistema di intelligenza artificiale che garantisce al venditore di mettere in vetrina dei prodotti,
specificandone le caratteristiche in modo trasparente. e-Bay è solo uno degli attuali clienti dell’azienda irlandese (sicuramente il più noto) ma sono moltissime le aziende, soprattutto negli Stati Uniti, che utilizzano la tecnologia Visua per garantire acquisti di qualità ai loro utenti. Visua, oltre all’identificazione di prodotti contraffatti, viene usata per il Media Monitoring e la Cyber Security, come ad esempio nei i meccanismi di Anti-Phishing e riconoscimento del furto d’identità, dove oltre al segnale visivo, i suoi clienti usano segnali, quali il controllo url e gli indirizzi IP.
A chi si rivolge Visua Tendenzialmente Visua ha valore su grande scala, spiega Luca Boschin. Il sistema è in grado di processare enormi volumi di informazioni e per questo si muove principalmente in ambito Corporate. Nel futuro potrebbe arrivare al consumatore finale, ma per il momento vende licenze al cliente che si occupa di sviluppare un prodotto da riadattare al proprio Business.
Next Step: qual è il futuro di Visua? Grazie al duro lavoro svolto negli ultimi sette anni, la pandemia non è riuscita a fermare l’evoluzione di Visua. In prima battuta, i clienti hanno avuto paura di investire in nuovi prodotti, come il loro, ma i dati 2020 del mondo E-commerce, parlano da soli: il settore è in crescita costante e, con esso, le aziende che vi operano. Luca Boschin sottolinea: la mia solita fortuna! Fra i progetti in fase di sviluppo c’è l’idea di ripensare il modo di comprare online. Grazie agli algoritmi di preferenza, stanno creando una nuova esperienza di shopping in cui viene mostrato solo ciò che interessa all’utente. Visua è interessata anche al settore del Copyright Infringement Security: quello che aiuta gli Owners a capire chi usa il loro materiale senza menzionarli o senza i diritti. •
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Wanderful Take
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Che questa tecnologia riesca ad evolvere fino a liberarci definitivamente dal rischio di acquisti fallaci e link di Phishing? Ce lo auguriamo davvero e facciamo, di conseguenza, un grande in bocca al lupo a Luca, Alessandro e tutto il Team!
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Cosa fa un Head of Innovation?
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ANDER TEAM di Marianna Barracane
FEDERICO CALARCO Head of Innovation in Ander Group e Fintech Specialist.
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Che cosa ci fa un ex atleta professionista con la passione per le cryptovalute in un’agenzia di Branding e Marketing?
Vi presentiamo il nostro Head of innovation: Federico Calarco, classe 1994, un ragazzo principalmente curioso. Un viaggiatore (anzi un nomade, come ama definirsi) ed un vero Geek. Potevamo mai perdere l’occasione di averlo nel nostro Team? -Sono sempre stato innamorato dell’informatica e della tecnologia- dice Calarco -a soli diciotto anni ho venduto la moto per poter avviare la mia prima società di Food Delivery online. Chiaramente non avevo idea di cosa fosse un Business Model o di come impostare una strategia di Marketing efficace e ho dovuto chiuderla dopo appena un anno. Ma non è stato di certo un deterrente. Il potere di creare qualcosa, la meraviglia di impostare un brand ed un sito da zero, mi hanno fatto capire chi fossi e cosa volessi fare “da grande”-. Da vero Nerd, Federico ha sentito sin da subito una propensione al mondo della tecnologia e le ha provate davvero tutte: dal Design in 3D, al Video Editing. Una ricerca instancabile del proprio posto nel mondo. Tuttavia, un vero nomade fa sempre fatica a trovare un nido e per questo Federico vola in Sud America per seguire un corso di imprenditoria creativa ed economia innovativa e viene a contatto, per la primissima volta, con la Blocksophia, la filosofia della Blockchain, che possiamo definire come un registro digitale, i cui dati sono suddivisi in “blocchi” e concatenati in ordine di tempo, protetto dalla crittografia. Durante questi studi, Federico trova la sua vocazione e si appassiona al mondo della DLT (Distributed Ledger Technology) e di tutte quelle tecnologie che tengono conto di un libro mastro decentralizzato. A ventitré anni, la sua Start-up viene scelta, durante il RISE di Hong Kong, come una delle migliori 100 Start-up al mondo, grazie allo sviluppo di un MVP (Minimum Valuable Product) in grado di emettere direttamente da una piattaforma le azioni “tokenizzate” dando agli utenti la possibilità di investire e ricevere in poco tempo le azioni nel proprio Wallet. Prima di arrivare in Ander Group, Federico ha lavorato per un anno in Hetica Capital SA, l’azienda di famiglia, dove ha avuto la possibilità di studiare ed analizzare nuovi mercati (come quello delle cryptovalute) comparandoli con il mondo della finanza tradizionale e cercando di trovare e sviluppare delle soluzioni ibride. Arriviamo, finalmente ad oggi. Cosa fa un Head of Innovation? -Definirei, il mio, un lavoro da ricercatore. Una specie di Trendsetter delle nuove tecnologie e delle tendenze del mercato finanziario. C’è sempre una soluzione su misura, per ogni tipo di azienda e mi piace mettere a disposizione la mia esperienza, o cercare una soluzione Ad Hoc per chi ne
ha bisogno. La rivoluzione digitale è un fenomeno grande e meraviglioso, di cui tutti dovremmo beneficiare senza inciampare negli errori dovuti all’inesperienza. Ecco perché in Ander Group affiancherò il Team durante la Digital Transformation dei clienti. Per dar loro una consulenza a trecentosessanta gradi anche sui nuovi Trend finanziari, che diventano sempre più interessanti per molti “profani”-. Negli ultimi sei mesi, Federico ha osservato il fenomeno dello Streaming e del Gaming online e di come il mercato dell’intrattenimento stia subendo una vera e propria Disruption, virando sempre di più verso un’interazione totale e costante degli utenti e ha deciso di occuparsene. Che cosa starà architettando? Credeteci, noi di Ander Group siamo curiosi quanto voi! Nel frattempo: benvenuto a bordo, Federico! •
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Google Analytics 101 #2 2%
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ANDERSTAND di Raffaella Sansoni
RAFFAELLA SANSONI Digital Marketing Strategist @ Ander Group.
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Nel precedente numero abbiamo spiegato il potere degli strumenti di Web Analytics, abbiamo approfondito meglio la conoscenza del più usato e importante di tutti, Google Analytics, e iniziato ad esplorare i diversi tipi di rapporti. E ora? Continuiamo.
Come si installa Google Analytics e, in fondo, a cosa serve? Nel Wanderful #17 abbiamo analizzato le basi di questo meraviglioso strumento di Web Analytics, arrivando a citare i rapporti relativi alla Homepage, alle presenze in tempo reale e al pubblico. Nel precedente numero, insomma, abbiamo capito come scoprire chi sono le persone che frequentano il nostro sito, se la maggioranza degli utenti è maschile o femminile, se è giovane, se arriva da Mobile o da Desktop. In questa seconda puntata guarderemo il resto. Cosa rimane? I rapporti che consentono di capire da dove arrivano i clienti e come convertono. Abbiamo conosciuto i nostri utenti, insomma: ora conosciamone il comportamento.
Acquisizione Il Rapporto Acquisizione è molto importante, perché ti permette di capire da dove gli utenti arrivano al tuo sito web (o App). Se stai promuovendo il tuo sito, ti aiuta a identificare le fonti che portano traffico e conversioni, e ti da la possibilità di confrontare le performance dei vari canali di Marketing. Potrai quindi rispondere a domande quali: → gli utenti mi trovano nella pagina di ricerca di Google? → i post pubblicati su Facebook vengono cliccati? → la mia Campagna Google Ads sta generando traffico?
Figura 1
Andertip: per capire in che modo gli utenti trovano il tuo sito su SERP (Search Engine Result Page) Google, collega la Google Search Console a Google Analytics.
Comportamento La sezione Comportamento comprende diverse tipologie di Rapporti. I Report Contenuti del Sito contengono informazioni su quali pagine vengono più visitate, quali sono le pagine del tuo sito attraverso le quali le persone sono entrate e quali sono state le ultime pagine della visita di un utente. Ti permettono di analizzare quali contenuti sono ritenuti utili e validi dagli utenti, se le tue pagine di destinazione generano conversioni nel modo previsto e se ci sono dei “colli di bottiglia” nella navigazione che indicano una fruizione del sito difficoltosa per i visitatori. I Report Velocità del sito mostrano con quale rapidità gli utenti riescono a caricare e interagire con i tuoi contenuti e pagine. Ti permette di identificare le aree del sito su cui è necessario intervenire e tracciare la portata di tali miglioramenti. Andertip: gli utenti sono sempre meno disposti ad attendere che un contenuto si carichi su una pagina che sono
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30 intenzionati a visitare (in media, siamo sotto i 3 secondi). Google lo considera un fattore fondamentale per il ranking dei siti e ti mette a disposizione ulteriori strumenti per la verifica. Grazie al Rapporto Ricerca su sito, a seguito di una impostazione aggiuntiva, potrai scoprire se gli utenti usano la funzione di ricerca del tuo sito, quali termini ricercano e quali contenuti rispondono efficacemente alle loro esigenze. Potrai inoltre scoprire se ci sono termini cercati per cui non hai creato dei contenuti adeguati e ampliare le informazioni che fornisci ai tuoi utenti. Utilizza il Report Eventi per raccogliere dati sulle interazioni con i tuoi contenuti: per esempio, potrai scoprire se gli utenti visualizzano il video o le gallerie di immagini che hai inserito nella pagina di presentazione della tua azienda.
Conversioni Prima di esplorare questo Report, è necessaria una precisazione: per poter visualizzare dei dati, è necessario che tu abbia impostato almeno un obiettivo. Gli obiettivi sono uno strumento essenziale di Google Analytics e ti permettono di tracciare le azioni che gli utenti fanno sul tuo sito e che contribuiscono al successo della tua attività. L’esempio più semplice di un obiettivo è il tracciamento di un nuovo contatto proveniente da un form presente sul tuo sito web. Google Analytics permette di tracciare 5 tipi di obiettivo: → Destinazione – l’utente ha visitato una pagina specifica del tuo sito (per esempio la pagina di ringraziamento dopo aver inviato una richiesta attraverso il form di contatto; → Durata – l’utente ha visitato il tuo sito per un certo periodo di tempo (per esempio almeno 5 minuti, che gli permettono di leggere tutto il contenuto della tua pagina di destinazione) → Pagine/schermate per sessione – l’utente ha visitato un certo numero di pagine (per esempio ha visitato un numero maggiore di 4 pagine, che gli permettono di
Figura 2
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completare tutte le fasi di registrazione al webinar che hai creato) Evento – l’utente ha effettuato una azione specifica sul tuo sito (per esempio mettere in play il tuo video di presentazione) Vendita E-commerce – il tracciamento di questo obiettivo prevede impostazioni aggiuntive legate al processo di Check-out presente sul tuo E-commerce.
Nel Rapporto Conversioni, avrai la possibilità di analizzare diverse metriche relative alle azioni importanti sul tuo sito: → Quante azioni vengono effettuate dagli utenti rispetto alle visite effettuate, cioè qual’è il tuo Tasso di Conversione → Da quali fonti di traffico arrivano gli utenti che effettuano un’azione di conversione → Quali pagine gli utenti visitano prima di convertire → Quanti giorni ci vogliono tra il primo accesso al tuo sito e la conversione Tutte queste informazioni ti permettono di analizzare il flusso di conversione del tuo sito Web, di pianificare delle strategie per ottimizzarlo e ricevere più azioni di valore dai tuoi visitatori. Inoltre potrai scoprire quali sono i canali da cui arrivano le conversioni e quale relazione c’è tra loro, per poter pianificare al meglio i tuoi investimenti di Marketing digitale. Andertip: prima di impostare il tracciamento degli obiettivi, è importante dedicare del tempo a sviluppare una strategia di Marketing che ti permetta di capire quali sono le informazioni che vuoi ricavare dagli strumenti a tua disposizione. Questa tappa si conclude qui. Abbiamo voluto darti una panoramica delle principali informazioni che potrai trovarci, ma sei solo all’inizio della tua esperienza da Digital Analyst. Nei prossimi numeri troverai una guida su tanti altri strumenti analitici che potrai utilizzare per imparare a misurare le tue Performance. •
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Figura 3
Figura 4
Glossario di Google Analytics Utente/Visitatore una persona che interagisce con un’App o un sito di cui misuri le attività con Google Analytics. Sessione/Visita il periodo consecutivo di tempo in cui un utente è attivo sul tuo sito o nella tua App. Per impostazione predefinita, se un utente non è attivo per 30 minuti o più, qualsiasi attività futura verrà attribuita a una nuova sessione. Gli utenti che abbandonano il sito e tornano entro 30 minuti verranno conteggiati come parte della sessione originale. Interazioni o hit azione dell’utente comporta l’invio
di dati a Analytics. Di default Google Analytics conta letteralmente ogni volta che una pagina viene visualizzata sul tuo sito attraverso l’interazione Visualizzazione di pagina. Altri tipi di hit sono quelli di di monitoraggio eventi e di monitoraggio e-commerce. Bounce rate/Frequenza di rimbalzo è la percentuale di sessioni con una sola interazione dell’utente. Gli utenti atterrano su una pagina e la lasciano senza visualizzare nessun altro contenuto, non importa quanto tempo rimangono sulla pagina. Dato che Google Analytics non ha una seconda interazione da utilizzare per calcolare la durata della visita o tempo sulla pagina, a questa sessione verrà
attribuita una durata della visita e un tempo sulla pagina pari a zero. Conversione azione che desideri che l’utente effettui sul tuo sito web. Ogni volta che una azione di questo genere si verifica, Google Analytics registra una conversione. Richiede l’impostazione della funzione “Obiettivi”. Sorgente/Source è il nome del sito da cui l’utente proviene, per esempio google / facebook / diretto. Mezzo/Medium è il meccanismo, o “come” l’utente ha ottenuto accesso al tuo sito.
→ organico: indica il traffico arrivato sul tuo sito tramite la ricerca gratuita, come un risultato di ricerca di Google non a pagamento. → cpc: indica il traffico arrivato tramite una campagna nella rete di ricerca a pagamento, come gli annunci di testo di Google Ads. → referral: indica il traffico arrivato dopo il clic dell’utente su un sito diverso da un motore di ricerca. → email: rappresenta il traffico da una campagna di Marketing email. → “(nessuno)” si applica agli utenti arrivati al sito digitando l’URL. I Rapporti indicano che la sorgente di questi utenti è “diretta” e il mezzo è “(nessuno)”.
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HubSpot CRM: avete presente gli Hotel?
di Marianna Barracane
Tutte le informazioni sui nostri contatti, in un unico posto, in ordine. A questo, sostanzialmente, serve un CRM.
ANDERSTAND Il CRM (Customer Relationship Management) è uno strumento in grado di gestire delle relazioni con i clienti e che traccia e monitora tutti i contatti. Aiuta, inoltre, a snellire i processi più tediosi di organizzazione all’interno del Team. Alcuni non ne comprendono l’utilità, altri credono sia uno strumento di controllo dei dipendenti e altri ancora non possono più farne a meno (inutile specificare che in Ander Group apparteniamo a quest’ultima categoria). Da molto tempo ci chiediamo come poter spiegare il funzionamento del CRM HubSpot e convincere il maggior numero di aziende possibile a beneficiarne subito. Abbiamo trovato diverse analogie, ma la più concreta è sicuramente quella del Concierge di un Hotel. Il Concierge è il centro nevralgico della vita di un albergo. È il punto di ricezione e distribuzione delle informazioni. Si passa sempre da lì per qualsiasi necessità. Il compito del ricevimento è quello di raccogliere contatti, prenotazioni ed annotare abitudini e preferenze degli avventori in modo da “automatizzare” alcune operazioni. Ci sono clienti che gradiscono trovare il giornale a colazione, clienti che fumano e clienti che preferiscono una camera in particolare. Il bravo Receptionist ha sempre un’ottima memoria e riesce a ricordare ogni particolare riguardo ai suoi clienti (incluse allergie e i nomi dei loro animali domestici) ed una volta annotate tutte le informazioni, le passa alla cucina ed a chi si occupa della pulizia. Una vera e propria automatizzazione che risparmia al cliente l’annosa questione di dover ripetere le suddette informazioni.
Customer Journey e Lead Scoring Immaginate il ristorante di un albergo che accoglie gli ospiti senza avere idea di quanti coperti sono previsti per la cena: il caos regnerebbe sovrano. Anche qui, il ruolo del Concierge è indispensabile per avere un’idea di quello che succede nella struttura e, successivamente, per stabilire una previsione di quello che succederà durante il servizio ristorante, oppure quando avvisare gli addetti alle pulizie perché la camera è libera. Come fa a saperlo?
33 Nel caso di un albergo interviene la domotica: la famosa Card da inserire nell’interruttore della luce. Non solo attiva il funzionamento della corrente ma segnala al Receptionist quanti sono i clienti in camera. Nel caso di HubSpot, invece, parliamo di Customer Journey: una volta registrato il contatto, possiamo monitorarne le azioni e non soltanto in termini di vendita. HubSpot ci permette di vedere su quali pagine navigano i nostri contatti, se abbandano il carrello, se hanno cliccato su un bottone o hanno compilato un form. Allo stesso modo, il CRM, utilizza uno strumento chiamato Lead Scoring. Grazie ad un algoritmo predittivo, HubSpot analizza tutti questi comportamenti e restituisce delle stime di conversione, aiutando chi lo utilizza ad affinare le proprie strategie di Inbound Marketing. Interessante, vero?
Basta davvero un foglio Excel? Tuttavia alcune aziende, soprattutto all’inizio, pensano che sia sufficiente un foglio Excel per tracciare i contatti. Questo è in parte vero, ma arriva un momento in cui è fondamentale automatizzare i processi. Se il foglio Excel va compilato manualmente, HubSpot CRM è in grado di registrare i nuovi contatti attraverso le e-mail, i form e, col tempo, comprenderne i comportamenti e segmentarli. Se vogliamo tornare alla nostra analogia, il foglio Excel è Airbnb, il CRM HubSpot è un Hotel a 5 stelle! Anche con Airbnb si tratta pur sempre di una vacanza, ma niente a che vedere con il sentirsi coccolati dal Concierge che conosce tutte le nostre preferenze e fa sì che non dobbiamo nemmeno ricordare le chiavi della camera. Quando ci si sente davvero in vacanza? Quando ci fidiamo dei Tools che abbiamo scelto, come se fossero colleghi fidati. Lasciate che HubSpot lavori per voi! •
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WYTH: gli eventi del futuro?
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TECNOLOGIA di Marianna Barracane
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Eventi digitali o in presenza? Questa è sicuramente una domanda frequente, negli ultimi mesi. Come si fa a mantenere il contatto umano durante un evento in Streaming?
Tutti ricorderemo per sempre il 2020 per i motivi più disparati tra cui la mancanza di eventi ma anche -e soprattutto- come l’anno della limitazione, a volte assenza, dei contatti umani. Tuttavia c’è sempre qualcuno che riesce ad aggirare le avversità, magari progettando un prodotto che sia in grado di unire i contenuti in Live Streaming e Video Conferencing con un sistema di interazione fra i partecipanti e si dà il caso che questo qualcuno appartenga al territorio svizzero.
Che cos’è WYTH? SAMUELE FRANZINI CEO e Experience Design Director di WYTH, CEO e Creative Director di Amigdala.
Samuele Franzini, CEO di Amigdala ci racconta del suo nuovo progetto: WYTH. Una Suite di prodotti digitali che non solo supporta lo streaming di eventi Live ma che, attraverso altre funzioni come le Chat, consente la creazione di vere e proprie Community Online. WYTH Plaza, ad esempio, utilizza degli algoritmi per creare dei Match tra utenti Online durante un evento, consentendo l’interazione tra le parti. L’ultima frontiera del Nurturing: non solo durante, ma anche dopo lo Streaming, gli utenti hanno la possibilità di comunicare tra loro o con le aziende. Pensiamo agli eventi Corporate o alle fiere: fino all’incontro successivo, le aziende, hanno la possibilità di restare in contatto con gli utenti interessati, aggiornandoli su prodotti e News. Dal 2018 Amidgala stava lavorando al progetto WYTH, lanciato a giugno 2020 subito dopo il primo Lockdown e reso noto grazie all’evento “Heroes” che ha connesso più di 38’000 utenti.
Come funziona WYTH? Innanzitutto WYTH non richiede App da scaricare ma funziona con qualsiasi Browser. Plus: è possibile trasmetterlo sul proprio TV attraverso le Chromecast o Apple TV. Durante l’evento, l’algoritmo selezionerà i contatti online che hanno gli stessi interessi “matchandoli” e invitandoli a interagire in chat o video-chat. Un po’ come quando ai concerti si fa amicizia con le persone intorno, ma con la sensazione di essere in una stanza privata come ad una
festa, un concetto quanto mai attuale oggi, dopo l’exploit di Clubhouse.
A chi si rivolge WYTH? Il segmento di riferimento è sicuramente quello degli eventi High End. Si rivolge ai partners: service, agenzie digitali, event planners. Ma c’è di più: i potenziali clienti di WYTH sono in tutto il mondo nonostante, per il momento, i Partner siano esclusivamente europei. Samuele, però, anticipa: per il 2022 c’è in programma il lancio di un Network globale che coinvolgerà, quindi, anche USA o l’Asia.
Come funziona il Partner Program? WYTH è sempre aperto a nuove Partnership e l’offerta si rivolge a tutti coloro che vogliono proporre una soluzione completa e scalabile ai loro clienti di fascia alta. Sono i Partner a gestire l’implementazione e la distribuzione di WYTH per i clienti nei rispettivi territori in maniera autonoma. Ad ogni nuovo Partner, inoltre, WYTH offre formazione gratuita sul sistema e un anno di supporto backend gratuito. Per saperne di più, visitate il loro sito : it.wyth.live
Perché WYTH? Amidgala, la società da cui nasce WYTH, ha sempre cercato le più innovative forme di interazione fisico-digitale e WYTH ha semplicemente risposto alla crisi pandemica: un periodo in cui qualsiasi forma di evento si è vista costretta alla digitalizzazione, cercando quindi di riportare la componente “umana” al centro dell’evento e riuscendo a creare un equilibrio perfetto fra le più innovative soluzioni digitali e la cara, vecchia, insostituibile socializzazione. Non è poi questo, il futuro? •
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Predire il futuro con la tecnologia di Marianna Barracane
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Un esempio di Machine Learning ben riuscito: Goodcode ha implementato un sistema di algoritmi predittivi che conciliano il lavoro dei giornalisti con le preferenze dei lettori.
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Da sinistra: Matteo Rezzonico- Chief Data Officer di CdT; Paolo Domenighetti- CEO di Goodcode; Alessandro Colombi- Managing Director di CdT; Giacomo PellegattaProject Manager di CdT 92
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37 Da una chiacchierata sugli algoritmi predittivi fra Alessandro Colombi, direttore generale del Gruppo Corriere del Ticino, e Paolo Domenighetti, CEO di Goodcode e Ander Group, nasce un’idea per migliorare Corriere del Ticino: un giornale che conta centotrent’anni di esperienza analogica ma che, come tutti, adesso deve concentrarsi sulla Digital Transformation. Dal 2018, infatti, ha costituito una redazione mista di cui solo otto dipendenti sono Editor puramente digitali, e per questo ha deciso di rendere più fluido e agile il lavoro dell’intera redazione grazie ai Dashboard tattici, implementati da Goodcode, che sono di grande supporto in fatto di lettura dei dati. A supportare Paolo e Goodcode, Corriere del Ticino ha schierato Matteo Rezzonico, Chief Data Officer, e Giacomo Pellegatta, Project Manager del Gruppo. Sono loro ad aver raccontato, alla penna di Wanderful Magazine, come è stato sviluppato il progetto. Quello che differenzia il digitale dall’analogico, principalmente, è la possibilità di misurare i risultati in modo immediato. L’approccio digitale è più vicino all’utente e permette di monitorarne le preferenze e le abitudini in modo da creare contenuti sempre più apprezzati dai lettori. Solo la metà di questo progetto è attualmente in atto: quella che permette ai giornalisti di essere supportati dai dati per selezionare al meglio i contenuti da pubblicare. In poche parole? Il cambiamento migliora l’accuratezza. Immaginiamo di avere da un lato il passato: qui l’algoritmo randomizza sul Data Set ed il correttivo seleziona solo i contenuti dalle performance migliori e ridimensiona il bacino di dati da analizzare. Dall’altro lato c’è il futuro: calcolato sui trend e sul comportamento medio degli utenti, rielaborato sui Neural Networks (una famiglia di algoritmi utilizzati in intelligenza artificiale) genera dei 365
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Time Series Data. Un Forecast, una predizione. Ora immaginiamo una piccola linea di intersezione fra passato e futuro. È lì che nasce il suggerimento, lo strumento che aiuta il giornalista a creare il contenuto perfetto per gli utenti analizzati. Il prossimo step sarà quello di implementare i suggerimenti direttamente all’interno del CMS (Content Management System) che è dove l’articolo viene creato, per rendere ancora più veloce ed efficace l’ottimizzazione. Nonostante la lunga esperienza di Corriere del Ticino, un’analisi così approfondita dei dati ha sfatato diversi miti che da sempre girano nel mondo dei Creator digitali: uno fra tutti? L’orario di pubblicazione delle notizie. Orari diversi non inficiano un risultato, contrariamente a quanto si pensa. Se un utente è destinato a un determinato contenuto, lo troverà e lo leggerà. L’altra metà del progetto, invece, è ancora in cantiere: si tratta di migliorare l’esperienza dell’utente, in questo caso. Corriere del Ticino aspira a creare delle Homepage personalizzate per ciascun utente. Una vera e propria Mass Customization: ad ogni utente verrebbero mostrati, in rilievo, i contenuti verso i quali nutre un maggiore interesse. Ma la parte più difficile di questo progetto è quella di evitare le famose “bolle”, quelle che, in gergo tecnico, sono i Loop in cui spesso gli utenti si incagliano quando hanno a che fare con un algoritmo di preferenza (gli stessi film su Netflix, le stesse canzoni su Spotify). Trattandosi di un canale di informazione importante ed autorevole, Corriere del Ticino ci tiene ad una fruibilità globale delle notizie; la questione dell’interfaccia personalizzata è un modo per “coccolare” l’utente ma non deve precludergli la possibilità di accedere a qualsiasi notizia. • Curiosità
Che App, siti e dispositivi raccolgano i nostri dati, non è certo un mistero. Tuttavia, in molti ancora si chiedono come vengono utilizzati questi dati, dalle aziende che li acquisiscono. Ci sono teorie di ogni tipo a riguardo, ma quello della personalizzazione è uno degli aspetti più positivi dell’acquisizione dei dati. La tecnologia, dopotutto, serve a migliorare le nostre vite. 365
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Storie di risultati
Empowering Clients
Dopo tante vicende così appassionanti ed non volevamo presentarvi i soliti Case Studies ma delle vere e proprie storie di risultati che hanno come filo conduttore la nostra Mission, il nostro motto. Empowering Clients, ovvero, l’emancipazione dei clienti attraverso uno scambio di metodologie, strumenti, Feedback e risorse. Negli anni abbiamo imparato ad affinare il nostro metodo ed oggi, grazie a strumenti come HubSpot, Smartsheet, Frontify e molti altri, siamo in grado di formare i nostri clienti e renderli indipendenti dal nostro operato. Non vogliamo vendere servizi e prodotti ma una consapevolezza maggiore di tutte le potenzialità del mondo digitale.
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Se un metodo funziona bene per noi, perché non proporlo anche ai nostri clienti? Ecco due esempi di Empowerment piuttosto calzanti: IBSA Foundation for scientific research, per cui abbiamo progettato un nuovo sito ed una nuova strategia dei contenuti e ESMO (European Society for Medical Oncology) con cui collaboriamo da ben 11 anni, durante i quali hanno adottato più di uno dei nostro Tool preferiti.
STORIE DI RISULTATI
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Un sito Launch Pad ed una nuova strategia per IBSA Foundation IBSA Foundation for scientific research
IBSA Foundation for scientific research è stata istituita nel 2012 a Lugano, in Svizzera, dall’Azienda farmaceutica IBSA Institut Biochimique SA per promuovere una cultura scientifica autorevole ed accessibile attraverso: la divulgazione scientifica, l’adesione ad un network scientifico internazionale e il sostegno alla ricerca scientifica. L’esigenza principale era quella di modernizzare il sito, mettendo ordine nella moltitudine di contenuti presenti nel sito favorendo, così, una maggiore indipendenza del cliente durante la gestione quotidiana dei canali di comunicazione digitale. Per questo abbiamo pensato ad una strategia che evidenziasse la logica della navigazione e che migliorasse le Performance degli stessi contenuti.
LA RIORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI
Abbiamo messo in risalto due dei progetti principali: Cultura e Salute, un progetto ideato con la Divisione Cultura della Città di Lugano, che coinvolge diverse istituzioni sviluppandosi in più iniziative (portale web, fondo di sostegno, forum nazionale) e che a sua volta contiene Insight ed eventi raccontati sottoforma di Blog post. Il progetto è stato inserito al primo posto del Drop Down dedicato ai progetti essendo, di fatto, il più strutturato e ricco di contenuti. Le Fellowship, le borse di studio istituite dalla fondazione, meritavano una sezione a parte. In occasione dell’ottava cerimonia di premiazione e della nona edizione del bando, abbiamo creato delle pagine Web, certificazioni ed un
video, sviluppando un’identità grafica nuova ed interamente dedicata al progetto: il più rilevante in termini di partecipazione e Mission.
LAUNCH PAD WEBSITE
Per IBSA Foundation abbiamo concepito il sito in maniera completamente diversa rispetto ai precedenti lavori, attuando una strategia Launch Pad in cui abbiamo dato priorità ad una pubblicazione del sito quasi immediata, non appena siamo riusciti a stabilire con il cliente una versione definitiva dell’alberatura del sito e dei contenuti. Questo fa ha fatto sì che i tempi di consegna venissero sensibilmente ridotti e che il nostro ruolo si evolvesse rapidamente dall’operatività al supporto del cliente, nel giro di poche settimane.
WANDERFUL
40 UNA NUOVA CONTENT STRATEGY
Oltre alla riorganizzazione dei contenuti esistenti abbiamo ideato, insieme al Team di Comunicazione della fondazione, una strategia che riguardasse anche i nuovi contenuti. Il pubblico di IBSA Foundation è vasto e variegato e, per raggiungere il maggior numero di utenti, i Post Social e Blog vengono prodotti e pubblicati seguendo delle Best Practice ben precise. È stata rivista, inoltre, la strategia di invio delle Newsletter che, grazie al CRM HubSpot, permette una segmentazione sempre più precisa ed efficace, capace di aumentare il tasso di apertura delle mail inviate dalla fondazione.
UNA VISUAL IDENTITY MODERNA ED OMOGENEA
Abbiamo razionalizzato e rivisitato l’intera Brand Identity: sebbene il logo non sia cambiato, tutto è stato omologato ed allineato al nuovo template, sicuramente più moderno e funzionale. Oltre all’intera Visual Strategy del progetto Fellowship, sono state ridisegnate anche le copertine delle rassegne stampa ed il Template del blog. Anche in questo caso, il tutto, è stato pensato per la totale indipendenza del cliente: ogni nuovo progetto seguirà la linea grafica di tutte le iniziative già in essere, senza la necessità di dover creare grafiche ad Hoc per ciascuna attività.
EMPOWERING CLIENTS
Grazie a HubSpot abbiamo creato un sito facile da gestire ed interamente modificabile dal cliente in maniera autonoma, di cui è possibile misurare ed ottimizzare le Performance in maniera costante. Alcuni dei progetti promossi da IBSA Foundation erano in cantiere durante la fase di sviluppo e solo successivamente alla pubblicazione, con il cliente, abbiamo aggiunto sezioni e contenuti relativi ai nuovi progetti. Con IBSA Foundation non abbiamo condiviso un progetto ma un’intera metodologia: dall’implementazione di HubSpot all’utilizzo di Smartsheet per una comunicazione costante. Abbiamo organizzato delle Training Session su come usare i Tool a disposizione e su come misurare i risultati, con lo scopo di rendere il cliente indipendente e consapevole di tutte le potenzialità del mondo digitale. •
STORIE DI RISULTATI
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Comunicazione, collaborazione, emancipazione: la nostra esperienza con ESMO European Society for Medical Oncology (ESMO)
WELCOME
Da Case a Partner. Quando una commissione sull’identità grafica si evolve in un rapporto solido e longevo. Un esempio perfetto della nostra Mission: Empowering Clients. ESMO (European Society for Medical Oncology) è il più storico dei nostri clienti. Un esempio di fiducia e collaborazione, nonché di scambio di risorse e metodologie. Una relazione consolidata nel tempo grazie ad una visione condivisa ed una collaborazione costante.
UNA VISUAL IDENTITY ESCLUSIVA
Il primo contatto con Ander Group è avvenuto nel 2010 quando ESMO era alla ricerca di professionisti a cui affidare la definizione di un Corporate House Style per trasmettere i valori del Brand, renderlo riconoscibile a
chiunque, rafforzarne la voce ed evidenziarne il messaggio. Da 11 anni, quindi, abbiamo il compito di curare l’identità visiva di ESMO in ogni suo aspetto online ed offline, ad esempio i congressi oncologici mondiali di cui coordiniamo gli Asset grafici da declinare sui vari supporti di ogni tipo e dimensione.
BRAND E SOTTOBRAND
ESMO è una realtà autorevole ed internazionale ed il Corporate Brand è un cappello sotto il quale prendono vita moltissimi Brand minori: ogni congresso, simposio e/o conferenza organizzato/a dalla European Society for Medical Oncology è un sottobrand per cui occorre creare un’identità visiva personalizzata a par-
te e che, allo stesso tempo, sia allineata alla Corporate Brand Image di ESMO.
EMANCIPARE IL CLIENTE
In Ander Group prestiamo molta attenzione alle metodologie impiegate per svolgere il nostro lavoro. Ci piace scoprire il funzionamento dei Tool più avanzati che, una volta adottati in pianta stabile dal nostro Team, proponiamo ai nostri clienti. Uno di questi è Smartsheet: uno strumento di project management che sostituisce le e-mail centralizzando le comunicazioni in un unico posto. In una Partnership come quella con ESMO ci sono continui scambi di informazioni e Feedback ed un Tool come Smartsheet è un prezioso alleato che ci permette di comunicare in modo semplice con
WANDERFUL i Team coinvolti i quali, a loro volta, utilizzano il Tool per le comunicazioni interne. Lo stesso è accaduto per la prototipazione con Figma, per lo Storage dei file con Box e per la creazione del Brand Manual con Frontify e nulla ci rende più orgogliosi di quando il cliente apprezza i metodi da noi proposti, al punto di farli propri.
ALEXANDRE: DA DESIGNER A BRANDING SPECIALIST
Un ruolo importantissimo in questa storia ce l’ha Alexandre Schiffer. Nel 2017, Alexandre si unisce al Team Design di Ander Group, ma nel tempo la sua figura si è legata sempre di più alla Partnership con ESMO fino allo scorso
44 dicembre, momento in cui il suo ruolo si evolve in Marketing Branding Specialist, questa volta, però, direttamente in ESMO. Una vicenda particolarmente lieta per tutti: un grande percorso di crescita professionale per il nostro collega, ma anche il consolidamento di una relazione lavorativa già stabile e duratura, un ponte basato sull’amicizia e la fiducia tra due Partner di vecchia data. L’arrivo in ESMO di Alexandre ha chiaramente contribuito a migliorare ulteriormente la comunicazione fra le parti e progredire l’utilizzo di tutti gli strumenti che lui conosce molto bene dopo la sua permanenza in Ander Group, perfezionando un lavoro di Empowerment cominciato molti anni prima. •
ALEXANDRE SCHIFFER Marketing Branding Specialist European Society for Medical Oncology (ESMO).
15 Empowering Clients since 2006 29 maggio 2006 – 29 maggio 2021
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