Sandokan di Andrea Velluto (2008)
Il fatto che lo avessero chiamato Sandokan, ecco cosa non avrebbe mai perdonato ai suoi genitori. A distanza di tanti anni era ancora un incubo ricorrente quella maledetta canzoncina con cui lo perseguitavano a scuola: «Sale e scende la marea, Sandokan ha la diarrea». Ne aveva sofferto così tanto che, per reazione, era diventato stitico. E nello stesso modo, per reazione, si era trovato un lavoro in cui nessuno lo avrebbe mai chiamato per nome: guardia giurata. Ogni volta che qualcuno si avvicinava a lui con una domanda tipo «Mi scusi, sa mica dove...», Sandokan provava un piacere che nessuno capirà mai. Se poi si considera che, in quanto stitico, poteva stare in piedi impalato per ore e ore senza avere mai bisogno di andare in bagno, si può 1
tranquillamente dire che era davvero l'uomo giusto nel posto giusto. Comunque sia lui si sforzava di convincersene, per reazione al fatto che odiava tutto. Odiava la banca che piantonava, perché non aveva mai soldi da metterci. Odiava la gente che entrava, perché non lo salutava. E odiava il bar di fronte, senza un perché. Anzi, diciamola tutta, un perché c'era eccome: al bar Collando ci lavorava Marianna, la figlia di Collando, uomo burbero che non legava con nessuno. O forse appariva così a lui per il fatto che Marianna non legava con lui. «Giorno Sandokan!», disse Collando vedendolo entrare alle 11 e 17 di quella che sembrava una mattina qualunque. «Cominciamo bene!», pensò Sandokan. Nulla lo faceva incazzare come essere chiamato per nome. Mentre sistemava le tazzine con le sue manine così belline, Marianna gli fece un sorriso, poi la solita spremuta di pompelmo. Poche ore prima sua moglie gli aveva fatto solo la spremuta. 2
Del resto erano già sposati da un anno. Del resto la sua rivista scientifica preferita parlava chiaro, dura al massimo tre anni l'amore, sono sicuri, loro, è puramente un fatto chimico. Del resto lui Arianna l'aveva sposata per reazione, o meglio, per assonanza. «Del resto non ti preoccupare», disse a Marianna allungandole una carta da 50 euro. E Marianna sorrise di nuovo con quella dolcezza di cui era capace soltanto lei in tutta la città. E Collando fece finta di niente, come al solito. E Sandokan si alzò per andarsene, come al solito. Ma un bambinetto innocente provocò il disastro. Precedendo la mamma entrò nel bar canticchiando: «Sale e scende la marea, Sandokan ha la diarrea». Non solo. Anche il verso successivo canticchiò, il bambinetto innocente: «E Marianna con piacere, gli pulisce il sedere». Per reazione, Sandokan emise un terrificante grugnito animalesco. La maledetta canzoncina era stata più che sufficiente a mandare in fumo in un istante 3
il quasi-equilibrio interiore che Sandokan aveva con fatica raggiunto praticando per anni e anni ''La Via dello Sguardo Accettante'' così come l'aveva appresa da un santone cieco di origine slovacca incontrato per caso durante una vacanza in Puglia. Slacciandosi la cintura con veemenza provocò un fremito in Marianna, che sebbene se la tirasse in modo indegno l'aveva sempre amato. Infilatosi la mano nei pantaloni estrasse l'arnese, una piccola accetta da taglialegna che teneva sempre legata alla coscia. La sua furia esplose in forma omicida. Non si salvò nessuno. Per la prima volta in vita sua, Sandokan si mostrò capace di una piena accettazione della realtà. andreavelluto.com
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