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CINQUANT’ANNI SUL BORDO BUONO
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INDICE
SALUTI
50 ANNI SUL BORDO BUONO
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PRESIDENTE CVLL Andrea Colombo
14 I. LA FONDAZIONE Lorenzo Sganzini, 1967
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SINDACO LUGANO Marco Borradori
24 2. I PRIMI ANNI Giovanni Renggli, 1967-1974
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PRESIDENTE SWISS SAILING Vincent Hagin
44 3. L’INSEDIAMENTO ALLA FOCE DEL CASSARATE Giovanni Renggli, 1975
13 PRESIDENTE FTV Gastone Farolfi
72 4. CONSOLIDAMENTO E CRESCITA Giovanni Tabet, 1986-2006
118 5. LA PREMESSA PER UNO SVILUPPO CONTINUO Andrea Colombo, 2007-2017
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INTERVISTE E TESTIMONIANZE 160 GIOVANNI RENGLI Presidente dal 1968 al 1969
164 ANGELO PAROLA Presidente dal 1970 al 1974
L’ATTIVITÀ NEGLI ANNI 178 BEDA KRUCKER Socio benemerito, al CVLL dal 1967
197 50 ANNI IN CIFRE Infografica
182 IVANO GHIRLANDA Socio attivo, al CVLL dal 1975
166 CARLO WULLSCHLEGER Presidente dal 1978 al 1981
170 GIOVANNI TABET Presidente dal 1981 al 1988
174 OSVALDO PARIS Presidente dal 1989 al 1999
188 PINO BALESTRIERI Socio benemerito, al CVLL dal 1971
192 BRUNO ROSSINI Membro di Comitato, al CVLL dal 1979
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IL SALUTO DEL PRESIDENTE Andrea Colombo
esteggiare i 50 anni del CVLL, mi fa quasi venire la pelle d’oca. La preparazione del libro che andrete a leggere o forse solamente a sfogliare, mi ha permesso di ripercorrere per lo meno gli ultimi 35 anni del nostro circolo, e ricordarmi come fosse ieri, dei festeggiamenti del 20°, del 25° del 30° del 40°, festeggiamenti sempre vissuti in prima persona. Già nell’87 il circolo faceva parte al 100% della mia vita, così come la vela condizionava e ha condizionato tutto il mio percorso: ho studiato a Losanna perché le condizioni di navigazione sul Lemano erano decisamente meglio di quelle di Zurigo. Ho guardato bollettini meteo e scrutato il lago, molto più di quanto non abbia letto un quotidiano. Ho navigato sul lago di Lugano in tutte le condizioni … molte volte quando nessuno si sognava neppure di mettere un piede in acqua. Brutto vizio quello di navigare quando c’è vento, iniziato già al liceo, quando dalle aule del palazzetto delle scienze mi dovevo allontanare dalle lezioni perché la “breva” cominciava a bagnare la riva del parco Ciani. Senza paura d’essere retorico posso dire che il CVLL da allora ne ha fatta di strada. Una strada percorsa a braccetto come due innamorati che quasi non si accorgono d’essere arrivati alle nozze d’oro. Il mio amore per il circolo è sempre
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stato totale. Già nel 1985, al mio arrivo dall’ultima tappa della Wihtebread (antico nome dell’attuale Volvo Ocean Race) un quotidiano intitolava l’articolo “Colombo dedica la vittoria al Circolo Velico Lago di Lugano”. I cambiamenti della sede, dalla mia prima uscita avvenuta in occasione di un corso del ginnasio, ad oggi, sono enormi, a livello di strutture, di mezzi, d’organizzazione, di forza lavoro. Ma ciò che desidero ricordare in occasione di questi festeggiamenti, sono le persone che mi hanno accompagnato in questa avventura e che grazie al loro affiatamento, al loro entusiasmo e al loro incondizionato amore per il nostro sodalizio, l’hanno fatto crescere e vivere. Vivere una passione e condividerla dà una forza incredibile; è questa forza che ha sempre contraddistinto il nostro circolo e gli ha permesso di raggiungere i traguardi che potete vedere o solo ricordare. Ho avuto la fortuna, fin dall’inizio, di trovare delle persone fantastiche; che nei primi anni di appartenenza mi hanno preso come loro figlio, poi piano, piano, mi hanno lasciato libertà di manovra e io da buon trascinatore …. (qualcuno ai tempi mi chiamava “capo branco”) , non mi sono lasciato scappare l’opportunità, e ho coinvolto altre persone che mi hanno seguito. Il circolo è sempre stata una fucina di gente speciale. Grazie alle sue regole flessibili ha permesso a molti soci di esprimersi e di portare al club qualche cosa di proprio: dalla scuola vela, alle regate, dal porto all’amministrazione. Il nostro club ha sempre avuto una vocazione aperta, infatti più volte mi sono prodigato a spiegare che il CVLL è un circolo velico e non uno Yacht Club! Sono convinto che questo spirito d’apertura, questa voglia di fare le cose semplici e di farle con le nostre mani, resterà anche in futuro. Nel nostro circolo tutti sono determinanti ma nessuno è insostituibile, sono quindi convinto che le persone che verranno saranno capaci e riusciranno a condurlo sulla rotta tracciata, forse con maggior entusiasmo e coinvolgimento. Io sarò sempre a disposizione per dare una mano o un consiglio, come hanno fatto i miei predecessori. Auguro quindi al circolo di continuare a veleggiare sul “bordo buono”, sperando di poter festeggiare ancora insieme a questa famiglia il 75°anno di vita !
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IL SALUTO DEL SINDACO DELLA CITTÀ DI LUGANO Marco Borradori
inquant’anni di storia e non sentirli! Il Circolo Velico Lago di Lugano, in questo lungo arco di tempo, ha saputo conservare l’entusiasmo e la passione degli inizi, rimanendo fedele allo spirito originario: la vela non è mai stata considerata una disciplina elitaria, bensì uno sport per tutti coloro che amano stare a contatto con la natura divertendosi. Il Circolo ha saputo costruire il suo percorso di crescita promuovendo i valori positivi che sono alla base di una sana cultura sportiva: la lealtà nei confronti dell’avversario, la capacità di sfidare se stessi, l’amore e il rispetto per l’ambiente che ci circonda, la costanza per raggiungere il risultato e la disponibilità verso gli altri.
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La vela è diventata più popolare alle nostre latitudini anche grazie alle straordinarie vittorie compiute dal Team svizzero di Alinghi; la sua fortuna deriva però principalmente dal lavoro instancabile di un movimento sportivo capace di coinvolgere e appassionare giovani, famiglie e persone di ogni età. Il Circolo è oggi un piccolo gioiello adagiato sulla Foce del Cassarate che, a seguito della sua riqualifica, è diventata uno spazio pubblico di pregio nel cuore della Città, a beneficio di tutti i cittadini.
La barca a vela ci offre l’opportunità di apprezzare scorci naturali di incomparabile fascino: il lago e le sue rive, l’anfiteatro di montagne con i boschi, i parchi e i giardini a fare da cornice; luci e bagliori si riflettono nello specchio d’acqua del Ceresio, a volte calmo, a volte lievemente increspato; la bellezza dei colori tutt’intorno, mentre si veleggia con andatura costante e sostenuta, ci appare in tutta la sua particolarità. Sin dalle prime virate, il senso di libertà e di armonia con la natura è assoluto. Il Club ha organizzato manifestazioni di grande richiamo, promuovendo lo svago e il confronto agonistico all’interno di uno sport impegnativo quanto nobile, che esalta il talento del singolo e quello del team. Ma non solo: sono davvero tanti i momenti di aggregazione e i corsi proposti in questi anni che hanno avvicinato le giovani generazioni alla pratica della vela. Desidero ringraziare i soci, i professionisti e i volontari che hanno contribuito a dare lustro alla storia del Club; con oltre 700 membri, il Circolo Velico Lago di Lugano è oggi uno dei più grandi e competitivi della Svizzera.
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IL SALUTO DEL PRESIDENTE SWISS SAILING Vincent Hagin
per me un grande onore, portare a nome della Federazione Svizzera della vela, i migliori auguri al Circolo Velico Lago di Lugano, per il prestigioso traguardo raggiunto in questi 50 anni d’attvità.
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Il Ceresio, mi riporta alla mente molti piacevoli ricordi dei bei tempi trascorsi in Ticino. Sia come turista, in fuga dai climi cupi e freddi di oltre Gottardo, che da velista. Impossibile non rimanere incantati dalla vista che si ha dal Monte Generoso, il blu profondo del lago, accarezzato dalla Breva d’estate, o da una passeggiata sulle sue rive sferzate dal favonio. Seguendo il fiume, arriviamo alla foce, dove la recente infrastruttura resa possibile dal Comune di Lugano, ospita un circolo attivo e aperto sia al velista che chiede unicamente un attività di svago, sia al regatante più sfegatato, che trova su questo lago delle ottime condizioni meteorologiche.
La passione per la vela, adrenalina e avventura, ma anche rilassamento, amicizia e voglia di stare insieme: sono questi gli ingredienti fondamentali dell’essere velisti e marinai. Il Circolo Velico rappresenta perfettamente questi valori, che continua a promuovere con grande impegno e passione da mezzo secolo! A nome di Swiss Sailing, ringrazio di cuore il CVLL per il suo continuo sforzo nella vela Svizzera, e ci auguriamo di vedervi attivi con la stessa grinta nei prossimi 50 anni!
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IL SALUTO DEL PRESIDENTE FTV Gastone Farolfi
a Federazione Ticinese della Vela nata nel 1981, ha il compito di tenere i rapporti con i circoli e con le autorità della « Zona 8 » della Swiss Sailing che comprende i laghi Maggiore e di Lugano per un totale di 12 circoli velici, 8 dei quali affiliati alla SwS. Sin dalla sua fondazione la FTV ha potuto contare sulla totale collaborazione del CVLL.
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Particolarmente importante per la FTV è l’intensa attività del CVLL nella formazione giovanile e nel sostegno delle squadre agonistiche che, seguite da allenatori professionali, stanno permettendo agli atleti ticinesi di ottenere importanti piazzamenti a livello nazionale e internazionale. L’organizzazione professionale della scuola vela, le infrastrutture in perfetto stato, i materiali sempre adeguatamente preparati, i diversi tipi di barca e non da ultimo la preaparazione e la gentilezza del suo personale fanno del CVLL un punto di riferimento per la vela nel nostro cantone.
anche per coloro che desiderano godere del lago Ceresio facendo uscite rilassanti insieme alla famiglia e agli amici. Attività sociali e goliardiche come le regatine del mercoledi sera che finiscono con simpatiche cenette o grigliate, si alternano a presentazioni e interessanti conferenze di personaggi importanti del mondo della vela. L’attenzione del CVLL verso gli aspetti sociali dello sport è molto forte. Ne è un esempio concreto il suo entusiastico supporto alle attività dell’associazione Velabili, sostenuta anche da Special Olympic Switzerland, InSuperAbili e Inclusione Handicap Ticino. Il CVLL è un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo della vela ticinese che ci rende particolarmente orgogliosi. La FTV augura al CVLL un futuro luminoso fatto di atleti vincenti, soci entusiasti e vento, molto vento in poppa!
Al CVLL non contano solo l’aspetto sportivo e l’agonismo. Il suo carattere antielitario, lo rende un circolo aperto a tutti i ceti sociali e impegnato nella promozione della vela
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a primavera 1967 era appena iniziata. Con grande e genuino entusiasmo alcuni velisti - chi scrive fino a quel momento aveva messo una sola volta piede su un’imbarcazione dieci anni prima - mi trascinarono a trascorrere alcune liete ore in barca. Era un cabinato, con chiglia semifissa; a che categoria appartenesse non ricordo. In seguito fu battezzato “Bierschiff” ovvero “barca della birra”, nome, come vedremo più avanti, azzeccatissimo.
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La “velata”, di quel 22 aprile 1967 fu l‘inizio dell’imprevedibile storia dell’attuale CVLL. I miei amici Louis Kaiser, Ruedi Kaiser e Jean Schweri, visto il mio entusiasmo, decisero subito di svezzarmi come pare fosse uso e costume tra velisti. Di conseguenza, quello stesso giorno, dovetti abbandonare la comoda barca della birra e trasferirmi su un’imbarcazione meno stabile e dalle dimensioni più ridotte. L’imbarcazione era una deriva ed apparteneva alla classe dei Fireball. II timoniere, Jan, m’iniziò immediatamente. Sul golfo di Agno c’era sufficiente brezza da
I. consentirmi volteggi al trapezio. Tutto fila
LA FONDAZIONE Lorenzo Sganzini 1967
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per il meglio fino ad una certa virata che, non ricordo i particolari, mi catapulta in acqua con conseguente Fireball tristemente riverso con le vele spianate sull’acqua e Jan ritto in piedi sulla deriva. Ebbene, dopo questa imprevista e bagnata esperienza, non solo mi ficcai in testa di voler costituire il Circolo, ma volevo anche ammaestrare quell’impertinente Fireball. Detto e fatto; ancora lo stesso giorno, seduto con gli amici davanti al camino di un grottino alla Torrazza di Caslano – la barca della birra ed il Fireball ci aspettavano approdati alla riva in attesa che mi asciugassi – decidemmo d’indire una riunione il sabato seguente, 29 aprile 1967, invitando il maggior numero possibile di conoscenti ed amici che avevano simpatia per la vela. Non perdemmo tempo e dopo il successo riscontrato in occasione della riunione orientativa di quel sabato, le riunioni si susseguirono freneticamente ed il 27 maggio 1967 alle 17.30, alla casa Coray di Agnuzzo, presenti 23 amici, si costituì il CVLL, leggi Circolo Velico Lago di Lugano. Ricordo che si discusse sul nome: CVL o CVLL? Lo scopo era di promuovere la passione per la vela sul Ceresio. Ma come? C’era tanta voglia di fare e spirito pionieristico, ma mancava la materia prima: Ie imbarcazioni a vela per i 23 soci.
A disposizione di questi, reclutati anche tra le mogli, le amiche ed i figli (alcuni erano appena in grado di nuotare), c’erano la barca della birra di Louis, un Koralle di Ruedi, il Fireball di Jan ed il gommone con una vela di Cech Belli. Non ci scoraggiammo e subito organizzammo una regata - internazionale s’intende - per Fireball e Open! Jan, grazie alle sue amicizie nella Swiss Fireball Association, mobilitò un elevato numero di fireballisti, fra i quali anche qualcuno di valore internazionale! Louis reperì tutti i suoi amici velisti dei laghi di Thun e di Costanza. Cosi ebbe inizio la febbre delle regate». Inimmaginabile il successo della prima regata. Vento ce n’era poco o niente, ma lo spirito ed il dopo regata divennero “leggenda” e fu una grossissima propaganda per il neo costituito CVLL. Ubriacato di regate ed altro, il Circolo assunse subito notorietà oltre le Alpi, fino al Chiemsee, ed a sud fino a Loano. Seguirono anni di gloria per i regatanti del CVLL, non tanto per i risultati conseguiti dai suoi timonieri o prodieri, ma per le “storiche” regate ed in particolare per i “dopo regata”. Infatti il nostro motto di allora non era vincere, ma partecipare, divertirsi e fare baldoria. Quasi ci dimenticammo del proposito di lanciare e propagandare la vela da diporto nella regione. Si decise di colmare questa lacuna e si ripartì con una nuova iniziativa. La base del CVLL era “Confederata-Dütschwiizer”. Era quindi opportuno rendere il Circolo più ticinese. Anzitutto occorreva formare un comitato con una maggiore rappresentanza locale al suo interno oltre che, naturalmente, maggiore professionalità. Con l‘aiuto di Othmar Bolliger ed Angelo Parola si diede inizio alla trasformazione della familiare azienda velica di allora. Quanto detto non deve far credere che in quei primi tempi non si facessero le cose per bene: specialmente le regate erano sempre puntigliosamente preparate da Louis e da sua moglie Ruth. Solo il vento non si poteva programmare, cosicché, in mancanza della materia prima, s’instaurò il vizio d’infilare la traiettoria più diretta possibile verso la barca della birra, che ci accompagnava in tutte le regate sul Ceresio. Lì ci attendeva il direttore di regata Louis, che dava inizio alla mescita ed alla distribuzione di “specialine” semifredde o semicalde a seconda dell’ottimismo o pessimismo del consumatore.
Sopra: La riva della proprietà Coray ad Agnuzzo, che per i primi tempi ospitò le barche del neonato Circolo Velico.
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Corriere del Ticino 05.04.1968
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Ricordo che in occasione del Campionato Svizzero dei Fireball da noi organizzato nel 1969 non mancò un intermezzo con dei paracadutisti che si erano lanciati nel cerchio formato di fronte a Paradiso da una quarantina d’imbarcazioni. Uno dei paracadutisti non sapeva nuotare: ce ne accorgemmo quasi subito non vedendolo riemergere di fianco al paracadute. Lo salvammo e l‘episodio servì a farci rendere conto che durante le nostre manifestazioni occorreva invitare anche la Salvataggio e, in seguito, anche la Polizia lacuale che a quei tempi s’era appena costituita. Si crearono così nuove amicizie attorno al CVLL. Infatti, la barca della birra non era più all’altezza dei suoi compiti e se la tradizione doveva continuare occorrevano aiuti affinché i rifornimenti liquidi potessero funzionare durante le regate. AI potente motoscafo della Pol-lago venne attribuito l‘importante compito di garantire, facendo la spola tra i grotti rivieraschi e la barca della birra, il rifornimento delle “specialine”. Ricordo un altro episodio. Un sabato pomeriggio s’aspettava da lungo tempo il vento che, non volendo risvegliarsi, ci aveva costretto a continui rinvii della partenza. Le barche stazionavano pazientemente in mezzo al lago. II direttore di regata prese allora un’insolita decisione. Legammo assieme tutte le imbarcazioni e la Pol-lago ci trainò fino alla Pojana dove, fino a sera inoltrata, ci dedicammo a tagliate, bicchieri di vino e cantate... Alle diciotto in punta gli amici della Pol-lago dovettero lasciarci in quanto avevano concluso la loro giornata. Il rientro, quella notte, fu unico: tra Pojana e Melide si snodò una fiaccolata composta da derive trainate dalla barca della birra, che disponeva di un piccolo motore. Per fortuna ci vennero in aiuto alcune persone che possedevano un motoscafo e che si trovavano al grotto. La regata domenicale concluse regolarmente il fine settimana con la lettura, a bassa e rauca voce, degli ordini d’arrivo e con la distribuzione dei premi. Dopo il Campionato Svizzero Fireball al CVLL rimase un numero infinito di medaglie e medagliette di bronzo e bottoncini d’argento. Erano i resti di un acquisto all’ingrosso organizzato da Louis; le cose allora si facevano “alla grande”! In occasione di una regata si volle addirittura invitare l’allora Consigliere Federale Nello Celio. Evidentemente Celio non arrivò, e venne supplito da Kaiser, da allora soprannominato “Celio”.
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Sopra: Corriere del Ticino 17.03.1969 A sinistra: Campionato Svizzero fireball del 1969. A destra: Star e FD, le classi che hanno animato le acque del Ceresio nei primi anni ‘70.
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Al Campionato Europeo dei Moth (non ricordo più in che misura fosse ufficiale) parteciparono, oltre a tedeschi della Germania federale e a francesi, anche tre equipaggi cecoslovacchi con tanto d’allenatore nazionale. Occuparono i primi due posti, fallendo il terzo solo perché la loro imbarcazione prese acqua. Durante quel campionato una raffica di vento del nord davanti alla punta di Paradiso buttò in acqua tutti, ma veramente tutti, i partecipanti alla regata. Ricordare le regate di quegli anni è un divertimento; ma è anche il riaffiorare di non poche nostalgie. Forse, se qualcuno leggerà queste telegrafiche “memorie” riuscirà a rivivere quei momenti. A vent’anni di distanza il CVLL si è imposto, diventando una realtà sul lago di Lugano. Nessuno dell’allora spericolato e pionieristico gruppo di volonterosi amici con tanta voglia di fare (e che in qualche circostanza ha anche “strafatto”), si sarebbe sognato un simile traguardo. Formulo un fervido augurio al CVLL per un ulteriore prospero cinquantennio auspicando che anche in avvenire l’appartenenza al CVLL continui a favorire, oltre che la pratica di questo bellissimo sport, anche quei sentimenti d’amicizia e quei rapporti umani che sono i valori più importanti di ogni società.
Corriere del Ticino 04.10.1968
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ella primavera del 1967 con la stesura e l‘ufficializzazione del primo statuto, nasceva il Circolo Velico Lago di Lugano. II documento di fondazione venne scritto in tedesco, poiché dalla Svizzera interna proveniva il gruppo di amici che diede inizio all’avventura.
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Prima di occuparci di quel primo anno d’attività è però necessario fare un passo indietro, per capire come e a chi nacque l‘idea di fondare il Circolo Velico. I principali promotori dell’iniziativa furono Hans Georg Pielstick, Giovanni Renggli (il primo presidente nel 1967 ed il secondo l‘anno successivo) Louis e Ruedi Kaiser e Jean Schweri. Tutti appassionati di vela ed interessati alle regate constatarono che sul nostro lago non esisteva praticamente nessuna attività di questo tipo. Decisero così di fondare la nuova società anche perché questa sarebbe stata affiliata all’Unione Svizzera dello Yachting (USY), l’organizzazione nazionale di coordinazione di tutti i club velici, che rilascia le licenze di regata. In quella prima estate, la flotta era costituita da tre barche e da un gommone sul quale era stata montata una fortunosa vela!
I PRIMI ANNI
Giovanni Renggli 1967-1974
Del resto, l’attività velica sul Ceresio stava attraversando un lungo periodo di crisi. Per circa un ventennio, negli anni Trenta-Quaranta, esisteva e, pare, fosse anche abbastanza vitale, la Società Nautica del Ceresio. Si pensava che questo sport potesse svilupparsi facilmente anche da noi. Le premesse rimasero però tali: nel primo dopoguerra la società si sciolse e per vent’anni non accadde più nulla. Unica eccezione fu la prima scuola vela del lago, aperta nel 1945 da Antonio Annoni di fronte all’albergo “Palace”. Si trattò però di una iniziativa rivolta soprattutto ai turisti. L’interesse per la vela era talmente scarso che nel 1967 le barche a vela presenti sul Ceresio pare fossero appena una quindicina. L’unico momento d’animazione per molti anni rimase la regata della classe Star organizzata a Campione. Come detto, ai soci fondatori interessava soprattutto partecipare a regate ed organizzarne. Malgrado la serietà degli intenti, gli inizi furono piuttosto goliardici. Il gruppo s’era accampato - in una sistemazione che subito rivelò tutta la sua provvisorietà - su un terreno incluso nella proprietà Coray di Agnuzzo.
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ome competitori, i luganesi non eccellevano, ma, in poco tempo, si fecero comunque conoscere in diversi club velici della Svizzera e del nord Italia per l‘entusiasmo con il quale sapevano animare le cene e le festicciole abitualmente organizzate tra una regata e l’altra.
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Cosi, malgrado la precarietà delle infrastrutture ed una certa inesperienza organizzativa, già in quei primi anni arrivarono sul nostro lago regatanti di altre regioni. Con il trasferimento, nella primavera del 1969, della sede da Agnuzzo a Melide (in un ampio terreno situato tra la “Romantica” e la “Swissminiatur”, nuove persone s’iscrissero alla giovane società, che arriverò rapidamente a raggruppare una cinquantina di soci, ticinesizzandosi notevolmente. Pur se ancora molto precarie, vennero create anche le prime infrastrutture: una baracca con funzione di officina, deposito, spogliatoio, stenditoio...; uno scivolo per alare le barche, un piccolo pontile, le boe e, dal 1970, un gommone (seguito dal primo motoscafo, il “gobbetto”, così chiamato perché inclinato su un lato). Grazie al fattivo operare degli Si insisteva sempre organizzatori le vele ritornano soprattutto sulle resul nostro lago, con il fervido gate e, attraverso auspicio che segnino la defiqueste, il CVLL conitiva rinascita sulle acque del minciò a farsi noCeresio di questa disciplina di tare. Presentando il maestria ed eleganza Campionato Svizzero Fireball (in quegli anni la classe Ferruccio Pelli più affermata nella società). II programma delle regate era, in effetti, intenso e includeva alcuni appuntamenti - regata Pasquale, Campionato Svizzero Moth e Medaglia d’oro di Campione - di grande richiamo. Malgrado il fatto che la sede era situata a sud del ponte-diga, i percorsi venivano quasi sempre tracciati nel golfo cittadino. Nei primi anni Settanta, durante la presidenza di Angelo Parola, si cercò di dare alla società una migliore struttura organizzativa. Non si trattava più di offrire solo dei servizi a chi già praticava la vela, ma anche di pensare al modo di diffondere questo sport nella regione. In collaborazione con la Scuola Club Migros s’organizzarono i primi corsi per principianti. Apparve però subito evidente che il principale ostacolo ad una si-
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mile politica era costituito dalla posizione decentrata della sede. II passaggio dai 50 iscritti del 1969 ai 94 del 1974 (con una punta massima di 104 l’anno precedente) testimonia di come la lievitazione dei soci restò numericamente piuttosto contenuta.
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1970 IL CVLL ubicato a Melide sul prato adiacente la Swissminiatur.
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Una foto degli anni ‘50 che mostra la foce del Cassarate prima dell’arrivo del CVLL.
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stata probabilmente una fortuna, in quest’ottica, la disdetta, giunta nel 1973, del contratto d’affitto del terreno occupato, destinato dal Comune di Melide ad altri scopi. La ricerca di una nuova sistemazione non fu facile. Durante le riunioni del comitato si susseguirono lunghe e animate discussioni. I terreni disponibili e idonei si potevano contare sulle dita di una mano: oltre alla foce (che apparve subito come la migliore soluzione) vennero presi in considerazione il Lido, Villa Castagnola. il Ring Hotel e un altro terreno a Campione. Si voleva però fare il possibile per avvicinarsi alla città, perché si era convinti che solo in questo modo il Circolo avrebbe potuto crescere.
tative proseguivano piuttosto a rilento; in Comune non tutti credevano nella possibilità dell’affermarsi dello sport velico su un lago che non presenta condizioni di vento particolarmente interessanti. C’era però chi replicava, ritenendo che anche la vela avrebbe potuto riportare un po’ d’animazione sulle acque di un lago che in quegli anni toccava le sue punte massime d’inquinamento.
S’intensificarono i contatti con le autorità comunali. Un po’ di pubblicità al club arrivò dalle esposizioni di barche a vela che vennero allestite in via Nassa nel 1972 e nel 1973 (il secondo anno la formula comprendeva anche la possibilità di un’uscita in barca per il pubblico). Fortunatamente si ricevette da Melide una proroga di un anno della disdetta. Il cerchio andava, intanto, stringendosi e l’ipotesi “foce” diventava di giorno in giorno la più probabile. Ma le trat-
1975: 150 soci e 100 imbarcazioni 1977: 237 soci e 155 imbarcazioni 1979: 349 soci e 208 imbarcazioni 1981: 452 soci e 272 imbarcazioni 1986: 557 soci e 330 imbarcazioni
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L’INSEDIAMENTO ALLA FOCE DEL CASSARATE
Giovanni Renggli 1975
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Da quel momento inizierà per il CVLL una nuova intensa stagione, caratterizzata dal rapidissimo moltiplicarsi degli iscritti. Ecco alcune cifre:
1974 La manifestazione in Via Nassa “Vele e Fiori”, la presenza serviva a rivendicare uno spazio per la sede del CVLL, che fino a quel momento era aancora a Melide. In seguito, il Municipio concesse al CVLL di installarsi alla foce del Cassarate.
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Corriere del Ticino 29.04.1974
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ell’estate del 1974 si raggiunse finalmente un accordo: il Circolo poteva trasferirsi alla foce. Durante l‘inverno si lavorò per la creazione delle nuove infrastrutture e il 24 maggio del 1975 la nuova sede venne ufficialmente inaugurata, alla presenza di diverse autorità. Il significato del cambiamento è ben riassunto nelle parole del cronista del “Giornale del Popolo” che riferì sull‘avvenimento: “le autorità locali hanno fatto in modo che nel prossimo futuro il Ceresio abbia nuovamente le acque pulite e sia nuovamente di richiamo turistico per le balneazioni. I soci del Circolo Velico sono riusciti a far sì che le barche ritornino nello specchio d’acqua cittadino e non esistano soltanto sulle cartoline illustrate in vendita ai turisti.”
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Lo spostamento della sede del Circolo da Melide a Lugano avviene dopo anni di attesa, di difficoltà burocratiche e finanziarie. Le prime risolte almeno provvisoriamente ottenendo dalle autorità cittadine la concessione di un terreno; le seconde grazie ad un prestito obbligazionario sottoscritto da soci e simpatizzanti”.
L ‘ultima grande iniezione d’iscritti si ebbe agli inizi degli anni Ottanta, con l’accoglimento nella flotta del circolo dei Surf. Negli ultimi anni il numero dei soci s’è, invece, stabilizzato attorno a 550, anche perché le infrastrutture hanno ormai raggiunto un punto di saturazione. Oggi, chi vuole lasciare la sua barca al Circolo deve pazientemente sottoporsi ad una lunga lista d’attesa. Vista la situazione, ad
un certo punto si sono resi necessari nuovi criteri di selezione, tendenti a privilegiare chi usa regolarmente la barca, a chi la lascia invece solo parcheggiata. Una soluzione, questa, coerente con un’altra scelta politica di fondo del CVLL: il mantenimento di tariffe d’iscrizione accessibili a tutti, miranti anche a sfatare una troppo frequente immagine d’esclusività che accompagna gli sport velici.
Il Tron 1, il primo posaboe in dotazione al CVLL
Othmar e Maiti Bolliger, a bordo della barca-scuola “Caravelle”
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Corriere del Ticino 21.05.1975
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1981 Sopra: Panoramica con il cantiere Brivio, la roulotte-negozio Edi Nautica ed il cancello d’entrata del CVLL. A sinistra: Lavori per la preparazione del basamento che accoglierà la gru da 4t. A destra: Preparazione del basamento per il container che sarà adibito a magazzino.
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nche lo sviluppo della scuola vela fu notevole con l’arrivo a Lugano. Subito, nel 1976, ai corsi d’iniziazione parteciparono 68 allievi; nel 1981 questi furono 170. I responsabili della scuola cominciarono a lavorare - e la collaborazione dura tuttora - con il Dipartimento della Pubblica Educazione, il Comune di Lugano e la Scuola Steiner.
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Saranno soprattutto i giovani a scoprire la possibilità di fare sport e divertirsi sul lago. Questo grazie anche all’affermarsi , proprio a partire dal 1976, di una barca facile, poco costosa e particolarmente idonea per degli adolescenti, come il Laser. Rapidamente i Laser diventeranno la classe più numerosa all’interno del Circolo, soppiantando gli FD che da diversi anni s’erano a loro volta affermati sui Fireball.
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Ma l’avvicinamento dei giovani allo sport velico fu favorito anche dalla costruzione, da parte di un gruppo di volonterosi soci, di una piccola flotta d’Optimist, la barchetta per bambini, ideale per i primi approcci alla vela. Infine, non va dimenticata la grande e rapida fortuna dei Surf, da alcuni osteggiati al loro primo apparire, ma per non pochi soci prima tappa verso la scoperta delle altre classi. Una simile vitalità ebbe i suoi influssi anche in ambito competitivo. S‘infittirono le partecipazioni, questa volta anche con ambizione di risultati, a regate prestigiose in Svizzera e all‘estero. Oggi, alcuni giovani regatanti sono costantemente piazzati nelle prime posizioni delle classifiche nazionali delle loro categorie.
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Fasi di costruzione dei “Sette Nani” gli Optimist in legno costruiti dai Cantieri Riuniti.
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n importante veicolo pubblicitario per lo sport velico in Ticino è stata la presenza di Andrea Colombo, socio del CVLL, tra i membri del vitto-
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rioso equipaggio di UBS Switzerland nell’ultima edizione della corsa intorno al mondo; i mass media hanno dedicato ampio spazio all’avvenimento.
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arallelamente allo sviluppo dello sport velico sul lago, s’è registrato un crescente interesse per la vela sul mare, promossa e diffusa in Ticino dal gruppo locale del Cruising Club Svizzero.
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Torniamo però al 1975. Entrando nella nuova sede, il CVLL si preoccupò subito della creazione di quelle infrastrutture che resteranno operative (con alcune aggiunte quali il secondo pontile, la gru per alare le barche e una seconda baracca adibita ad officina) fino all’estate successiva, quando si decise di dare inizio ad una nuova ristrutturazione della sede. Tra le attenzioni della società, anche quella di munirsi di una piccola flotta propria, da mettere a disposizione per scuola ed affitto. Le dimensioni raggiunte tanto rapidamente dal CVLL richiesero ben presto una politica di gestione meno dilettantistica. Il problema venne sollevato da Giovanni Tabet, nella sua relazione presidenziale, durante l’assemblea del 1982: “notevoli sono le difficoltà per una gestione rimasta strettamente dilettantistica, formata cioè da persone che lavorano gratuitamente e che devono dividere il loro tempo tra lavoro, famiglia, vacanze, sport, interessi vari e conduzione del CVLL. L’impegno verso il club non può avere
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quella continuità che sarebbe necessaria”. La sua proposta, accolta, consisteva nella creazione di una serie di commissioni settoriali: amministrazione e finanze, porto, regate, giovani, scuola vela, stampa e relazioni pubbliche. Nel 1987 Othmar Bolliger venne assunto a tempo parziale come custode della sede. Tra le sue mansioni la manutenzione delle infrastrutture ed il controllo, la distribuzione e l‘affitto del materiale.
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arlando del presente e del futuro del CVLL spicca tra le questioni rimaste ancora incerte quella della sede. Appena due anni dopo l’insediamento sul nuovo sedime si ricominciò a discutere per cercare di offrire ai soci, oltre ai necessari servizi, un più decoroso confort. Curiosa l’idea, avanzata nel 1977 e subito abbandonata perché troppo costosa, di acquistare un battello da adibire a “club-house”. Si sapeva che il Comune aveva in progetto una totale risistemazione dell‘intera zona della foce. Il CVLL avrebbe avuto ancora un suo spazio ma sarebbe stato sicuramente diverso dall’attuale. Ciò ha fatto sì che, per diversi anni, il comitato scelse una politica di contenimento delle spese, evitando di lanciarsi in investimenti che rischiavano di sfumare in poche stagioni.
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Un paio d’anni prima erano rimasti vuoti i prefabbricati che ospitavano la Scuola professionale. L’occasione era ghiotta e, presentatasi la possibilità d’acquistarne uno, si decise comunque di dare inizio ad una ristrutturazione che permettesse, anche se solo per un periodo limitato, una più dignitosa sistemazione. I nuovi locali, inaugurati in quei giorni, offrirono ai soci un’accogliente sala ritrovo con terrazza, spogliatoi, officina, stenditoio per vele, docce e locale per riunioni. Anche all’esterno le barche, con la soppressione delle due vecchie baracche, hanno potuto essere sistemate più comodamente.
Tra gli altri fatti da ricordare va citata la nascita, nel 1981, della Federazione Ticinese della vela; in quello stesso anno il CVLL organizzò l‘assemblea generale dell‘USY, durante la quale il Ticino venne riconosciuto come regione velica autonoma.
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Corriere del Ticino 03.03.1977
Corriere del Ticino 27.02.1976
Foto di gruppo della prima squadra agonistica Optimist del CVLL, con il Coach Bruno Rossini.
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Il CVLL nel 1998.
II CVLL guarda verso il futuro con fiducia, continuando ad organizzare appuntamenti di prestigio e cercando sempre d’attualizzarsi. Trovata una conveniente situazione logistica e ormai avviata su binari collaudati la gestione delle infrastrutture, il CVLL intende ulteriormente intensificare gli sforzi per propagare lo sport della vela. Questo specialmente tra i giovani ai quali, senza esasperate tendenze verso una dimensione competitiva che comunque non viene trascurata, offre la possibilità di praticare uno svago sano e formativo.
Lorenzo Sganzini
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ell’autunno del 1987 nella relazione presidenziale osservavo, con grande soddisfazione, che era la prima volta dalla creazione del CVLL che si poteva tenere l’assemblea generale in un locale facente parte della sede del club. Questa, appena inaugurata, era la vecchia baracca in legno che il cantone aveva installato alla Foce per ospitare provvisoriamente, insieme ad altre baracche simili, le scuole professionali e che, ormai inutilizzata, avevamo potuto acquistare e sistemare quale nostra sede. In confronto a quanto avevamo avuto prima, quella baracca ci pareva una reggia!
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4.
CONSOLIDAMENTO E CRESCITA
Giovanni Tabet 1986-2006
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Nell’Assemblea del 2006 Andrea Colombo nella sua relazione presidenziale, diceva: “Eccoci finalmente nella nuova sede, dopo tanti anni di promesse, di progetti, di attese abbiamo finalmente una casa. Dopo anni vissuti passando da baracca in baracca, per noi è davvero la realizzazione di un sogno. Dire che è stata lunga, estenuante è esprimere unicamente parte dei sentimenti che ho vissuto insieme ai colleghi di comitato, ai presidenti precedenti e a tutte le persone vicine alla vita del circolo. Da quando nel 1974 siamo riusciti a mettere piede a Lugano c’è sempre stato un solo ed unico discorso che a momenti più o meno intensi ha coinvolto la vita e la gestione del circolo; la sistemazione dell’area della foce.
Il CVLL ad inizio anni ‘90
Mi ricordo, ancora giovanissimo membro di comitato (avevo 16 anni), di aver preso parte a lunghissime riunioni nella sala dell’allora Banca Solari e Blum dove si discuteva delle varianti del progetto Otto, o più tardi nella sala di comitato della baracca ex scuole aver sentito Giovanni Tabet riferire prima di ogni seduta delle riunioni avute con l’arch. de Marchi per stabilire i dettagli del progetto di sistemazione della sede del CVLL e dei canottieri.
ecc… Riguardando indietro comunque quello che più mi sorprende e mi sembra quasi incredibile, non è tanto che alla fine siamo riusciti ad ottenere questa magnifica sede, ma che, quasi incurante di tutto, il circolo cresceva e viveva di una dinamicità sempre maggiore, con l’organizzazione di regate nazionali e internazionali, con una scuola vela che di anno in anno batteva record di affluenza, con giovani leve che pian piano si trasformavano in velisti.”
Mi ricordo quando agli inizi degli anni novanta avevamo discusso e negoziato con Osvaldo Paris il contratto con il Municipio, mi ricordo quando a metà degli anni novanta avevamo presentato al comune il progetto d’organizzazione dell’area basato sull’idea dell’arch. Boila. Mi ricordo i progetti della sede elaborati dall’arch. e socio Giovanni Tabet insieme a Milo Navone, delle idee di sistemazione di Othmar Bolliger, d’aver discusso in tempi più recenti delle idee di Ivano Ghirlanda che ipotizzava un circolo velico galleggiante; poi dal 2000 le centinaia di riunioni con il Municipio, l’ufficio tecnico, gli architetti, la direzione lavori, il cantone, con la polizia, gli operatori del lago, le altre associazione della foce,
Basterebbero queste poche parole per descrivere gli ultimi vent’anni del nostro circolo. Ma, passando in rassegna le tappe principali del lungo tormentone che ha costituito, lungo gli ultimi vent’anni, la cronistoria della sistemazione della Foce del Cassarate, si possono mettere in evidenza una serie di avvenimenti principali.
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el 1986 il Municipio di Lugano decide di abbando- Nel 2000 il nuovo Municipio di Lugano cambia improvvisamente il nare il progetto dell’arch. Otto e Associati. Nel me- suo atteggiamento attendista e interviene con decisione per readesimo anno il CVLL acquista la baracca di cui si è lizzare direttamente tutta la sistemazione della foce e ne conferisce detto all’inizio e la sistema con un costo di oltre fr. l’incarico all’arch. Boila. 100’000.Comincia così l’atto finale di una commedia iniziata nel 1979 e che Ancora verso la fine del 1986 appare l’intenzione del Municipio di si concluderà nel 2006 con l’inaugurazione della nostra sede. procedere alla sistemazione con un progetto di massima eseguito Ma dal 2000 al 2006 non è stata una strada tutta in discesa, bensì dall’Ufficio Tecnico Comunale. Nel 1987 si profila il progetto del- cosparsa di ostacoli da superare sotto forma di trattative con i vari l’arch. De Marchi. I lavori di costruzione funzionari cantonali e comunali, con i prodel progetto de Marchi iniziano nel 1992. gettisti, gli ingegneri e gli artigiani coinvolti Il 9 marzo 1992 appena ultimati i lavori nella costruzione, riguardo un’infinità di “La situazione delle finanze di abbattimento di parte delle vecchie questioni: distribuzione degli spazi interni pubbliche ha fatto si che il Cobaracche del cantiere Bivio, avviene il ried esterni, canoni d’affitto, competenze, simune di Lugano prendesse in levante e rovinoso smottamento che fa stemazioni provvisorie, ecc. In questa fase considerazione la realizzazione franare nel lago una larga parte della ci siamo pure avvalsi della collaborazione di un nuovo progetto molto ridiriva a nord della nostra gru fino alla sede degli architetti Maurizio Stella e Dario Picmensionato sia negli interventi dei canottieri, causando l’immediata incaluga che hanno curato l’arredamento sia, ovviamente, nei costi, laterruzione dei lavori. degli spazi a noi assegnati. Nell’assemblea sciando alle società l’onere del All’inizio del 1993, dopo diverse perizie generale straordinaria del 14 settembre relativo finanziamento per le che sancivano l’instabilità dell’area, il 2005 viene approvato il preventivo per la opere che le concernono.” progetto de Marchi viene definitivanuova sede e per la sostituzione dei 2 vecchi mente abbandonato. pontili in ferro per un investimento globale Osvaldo Paris, 1994 di Frs. 730’000.- che ci ha permesso non Era nel frattempo apparso lo schema di solo d’avere una nuova sede, ma d’arredarla progetto degli architetti Boila e Volger e personalizzarla secondo le nostre esiche avevano proposto un indirizzo completamente diverso dai pre- genze. A commento finale del lungo capitolo costituito dalla creacedenti e, a nostro parere, nettamente preferibile. Adottando lo zione della nostra sede definitiva, possiamo rilevare come lo schema generale suddetto e appoggiandosi all’eventualità di rea- smottamento della riva nel marzo 1992 si sia rivelato per il CVLL un lizzare in proprio la sua sede definitiva, il CVLL studia diversi pro- evento provvidenziale, perché senza di esso avremmo avuto una getti sfociati poi nel 1999 in quello degli arch. Navone e Tabet. sede certamente meno bella di quella che abbiamo. Appare quindi Inoltre già nel 1995 il circolo comincia a studiare l’istallazione, a plausibile pensare che quella frana fu benevolmente ispirata da proprie spese, di un nuovo pontile a sud con funzioni di frangiflutti. qualche divinità protettrice della vela. Esso verrà finalmente posato nel 1998.
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Il Circolo Velico a metà anni ‘90: Sopra l’area tecnica, a sinistra la terrazza e derive rovesciate dopo un temporale (Caronasca). Nella pagina accanto: I Caravelle, le barche scuola che hanno visto avvicinare molti neofiti al nostro sport. Sotto, il pontile Sud prima dell’arrivo del frangiflutti.
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i possono ricordare altri due grossi eventi naturali che negli ultimi vent’anni hanno colpito, meno benevolmente, il nostro circolo.
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Il primo nel 1997 quando un violento marino ha disancorato il pontile sud (non c’era ancora il frangiflutti) facendolo ruotare fin contro l’altro pontile con notevoli danni a numerose imbarcazioni compreso il motoscafo del circolo che affondò.
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Corriere del Ticino 05.08.2004
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l secondo é l’incendio del 2004 che anticipò la fine della nostra povera baracca, costringendoci a vivere gli ultimi 2 anni in alcuni container. Tuttavia, malgrado tutte le difficoltà e le traversie sopra riassunte, il CVLL è cresciuto. Nel 1987, con facile similitudine, dicevo che il ventenne CVLL era diventato maggiorenne. Ora possiamo dire che il CVLL è maturo. L’organizzazione si è migliorata e professionalizzata.
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Per molti anni i vari comitati che si sono succeduti hanno avuto il cruccio di non riuscire ad organizzare un’attività didattica e sportiva per i più giovani all’altezza delle intenzioni. Diverse persone si sono alternate alla guida del movimento agonistico giovanile, ma é unicamente con l’avvento di Sergio Guaita che la scuola di regata ha assunto una struttura più professionale; iniziata con una squadra optimist di 6 ragazzi e 2 equipaggi 420 si è man mano sviluppata ed il problema è stato brillantemente risolto. Ora l’attività dei giovani velisti del CVLL si è sviluppata fino a diventare una delle più importanti squadre agonistiche giovanili svizzere. Sono quasi 60 i giovani che hanno fatto della vela il loro sport principale e che perseguono seriamente la loro formazione con allenamenti regolari durante tutto il corso dell’anno sotto la guida di 5 allenatori professionisti che assicurano loro il necessario supporto tecnico.
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nche la scuola vela, che è rivolta alla prima formazione di base e che sempre più trova i suoi allievi tra i giovani e i giovanissimi, sotto la direzione di Lucio Centrodi ha raggiunto quantità straordinarie: nel 2006 ha registrato più di 500 partecipanti ai vari corsi. Praticamente durante tutta l’estate sono offerti settimanalmente corsi di iniziazione e perfezionamento su optimist, minicatamarani, laser, violini.
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Naturalmente la flotta del circolo si é adeguata alle accresciute necessità della scuola vela:. I gloriosi e vetusti caravelle sono stati sostituiti da 4 nuovi “violini 18”, 3 nuovi gommoni di media cilindrata hanno fatto la loro apparizione al circolo, 4 minicatamrani hanno ampliato l’offerta per i corsi estivi, e nel 2006 sono stati acquistati 10 nuovi optimist da regata per i giovani del gruppo sportivo.
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Il Violino 18 è l’imbarcazione scuola scelta per sostiuire gli ormai vetusti Caravelle, che hanno fatto un degno servizio sino al 2004. Questa nuova barca, delle dimensioni simili alla precedente, si presta decisamente di più ai venti leggeri del nostro lago, regalando belle sensazioni anche con il vento forte!
Gli Optimist nonostante l’età, si confermano ancora come le uniche e sole barche valide per l’iniziazione alla regata. Da sempre il CVLL investe i suoi sforzi in questa classe, con una squadra agonistica di importanza nazionale.
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2 dei 4 Catzy, i minuscoli catamarani della famiglia Hobie Cat, hanno saputo regalare a partire dal 2005 giornate all’insegna del divertimento ad una moltitudine di giovani.
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questo punto è giusto nominare i membri del CVLL che hanno conseguito importanti risultati agonistici nelle più disparate classi.
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Sicuri di dimenticare qualcuno e scusandocene in anticipo, citiamo alla rinfusa chi si è distinto tra gli anni 80’ e i primi anni 2000: Christoph Bottoni, Lavinia Stitz, Mattia Arrigo, Franco Rossini, Sacha De Micheli, Alessandro Castelli, Christina e Carolina Ranft, più recentemente le giovani Julia Rakusa e Alessandra Guaita, Andrea e Matteo Minetti, e i giovanissimi Stefano Doninelli e Sebastiano Baranzini.
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Corriere del Ticino 24.05.1985
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Corriere del Ticino 16.10.1984
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Corriere del Ticino 22.04.1997
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Corriere del Ticino 20.08.1999
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Corriere del Ticino 28.11.1996
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Julia Rakusa e Alessandra Guaita in allenamento sul 420 in Liguria.
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I fratelli Minetti (Andrea e Matteo) in azione sul 470.
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A destra: L’equipaggio di BluMoon in regata. A sinistra: Lavinia Stizt in allenamento sulle acque di casa.
Sopra: Lavinia Stizt in aallenamento sulle acque del Ceresio con il suo 420. A destra: Franco Rossini viene omaggiato dal presidente Andrea Colombo in occasione dell’Assemblea Generale del CVLL del 2002. Rossini si aggiudica infatti nelle acque di Key West (Florida, USA) il titolo di campione del mondo, classe Melges 24.
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Corriere del Ticino 2002
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Corriere del Ticino 10.07.2009
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Sebastiano Baranzini e Matteo Colombo in allenamento sulle acque liguri. Sotto: Impegnati ai mondiali del 2009 (ISAF Youth) in Brasile.
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a il nostro circolo si è affermato non solo per i successi di propri membri, ma anche e soprattutto per merito delle manifestazioni sportive che ha saputo promuovere, tanto che nel 2003 è risultato il più attivo club svizzero per l’organizzazione delle attività regatistiche.
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Si possono qui ricordare alcuni eventi importanti: il campionato svizzero Optimist del 1996 e del 2007; il campionato svizzero assoluto Surprise del 1999 e del 2007; la Ticino sailing week; il campionato svizzero 470; nel 2001 la prima Europa cup Laser che da allora è diventata un appuntamento annuale quale unica tappa lacustre del campionato raggiungendo nel 2005 le 150 imbarcazioni al via; la Coppa Europa Surprise del 2004, l’Ubs Alinghi Swiss tour, e i 10 campionati invernali del Ceresio, per non dimenticare le 27 edizioni della tradizionale Coppa Roda..
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I Campionati Svizzeri assoluti Surprise del 1999 e del 2007, che hanno visto una grande partecipazione di equipaggi svizzeri e della vicina Italia.
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Christoph Bottoni impegnato in regata alla Coppa Europa Laser.
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L’equipaggio di Farolfi su Olympic ERI Bancaire, durante una delle numerose partecipazioni alla Primo Cup di Montecarlo.
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Peter Holmberg ed il suo equipaggio durante la prima edizione dell’UBS Alinghi Swiss Tour.
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Il GC32 “Marwin” timonato da Flavio Marazzi in regata alla Coppa Roda del 2013.
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Questa rapida rassegna degli ultimi 20 anni del CVLL non sarebbe completa senza citare il nostro custode storico Othmar Bolliger, per tanti anni colonna portante e papà del circolo velico, che nel 1997 pone fine al suo incarico. Gli succede Geo De Stefani e poi, dal 2002 Francesco Bolliger (figlio di Othmar) coadiuvato a partire dal 2007 da Mile Jenic. Buon sangue non mente. E per terminare in famiglia pure Maiti Bolliger ha terminato a fine 2006 il suo oltre ventennale periodo di segretaria del nostro sodalizio ed è stata sostituita da Cristina Marzo.
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Vogliamo poi dedicare un pensiero ad alcuni personaggi, purtroppo scomparsi in questo ultimo ventenio, che, insieme ad altri, hanno particolarmente marcato con la loro presenza e attività la vita del nostro circolo. Sono Viero Balmelli, Chico Crivelli, Flavdio Rimoldi, Edy Schmidig, Ugo Signorelli, Luigi De Micheli e Luigi Rezzonico. Dal 2000 la vela mondiale, svizzera e naturalmente anche quella luganese, è stata investita e lanciata in alto dal ciclone Alinghi.
Chicco Crivelli
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Il CVLL è stato direttamente coinvolto già nel 2000 con la partecipazione a Lugano di Russel Couts, Brad Butterworth e Warwick Fleury ad un match race promozionale per lanciare la sfida svizzera alla coppa America. Molti ricorderanno poi le interminabili notti al circolo davanti al grande schermo per assistere alle regate del 2003. Dal 2005 ospitiamo nel nostro golfo le annuali sfide di match race dell’UBS Alinghi Swiss Tour che hanno visto la partecipazione, fra gli altri, di Peter Holmberg, JordiGardi Calafat, Peter Evans, Cicio Celon, ecc. Nel Luglio 2007 abbiamo potuto festeggiare in sede, insieme ad alcuni marinai d’Alinghi, la vittoria della 32° Coppa America. Infine, a chiusura di questo breve resoconto, mi sia consentita un’osservazione personale. Il CVLL si è caratterizzato, da sempre, per essere un circolo antielitario, cioè aperto a tutti i ceti sociali, avente quale scopo principale la promozione della vela a tutti i livelli: sportivi e diportistici. Abbiamo sempre sostenuto che il blazer non rientrava nell’immagine
che volevamo diffondere del nostro club. Orbene, credo auspicabile che la nostra nuova sede bella, elegante e lussuosa, tanto da risultare quasi intimidente per i vecchi soci abituati alle baracche di legno, non suggerisca di cambiare il nostro carattere, ma sia mezzo e stimolo per proseguire sempre meglio sulla nostra rotta originale.
Giovanni Tabet
Viero Balmelli
Flavio Rimoldi
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Luigi Rezzonico
Edy Schmidig
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Ugo Signorelli
Luigi De Micheli
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La premessa per uno sviLuppo continuo Andrea Colombo 2007-2017
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l 2006, per il CVLL è stato l’anno del trasloco; armi e bagagli, uno scatolone dopo l’altro, sopportando qualche disagio per gli ultimi lavori in corso, il Club prende possesso della nuovissima sede. E’ la realizzazione di un grande sogno accarezzato da tanti anni. Un passaggio che il CVLL ha voluto segnare con una degna festa di inaugurazione. Nel settembre del 2006, alla foce del Cassarate, centinaia di persone parteciparono ad un grande evento, con tanto di autorità, discorsi, musica, atmosfere magiche, cena sociale, regata delle società sportive, giochi per i bambini ecc. ecc. Momenti di profonda emozione e di soddisfazione, coscienti però della grande responsabilità che il CVLL si stava assumendo: “ Ora questa bellissima struttura – scriveva nella sua relazione annuale il presidente Andrea Colombo - mi rende quasi inquieto sentendomi in dovere di fare vivere ancor maggiormente il nostro club, non volendo che il coronamento di trent’anni di lavori alla foce si trasformino in un punto d’arrivo, ma che piuttosto siano la premessa per uno sviluppo continuo e duraturo della nostra attività, e vi assicuro che non ci sarà da dormire sugli allori”. La risposta a queste preoccupazioni non tardò molto a venire, anzi fu immediata: nello stesso 2006, in pieno trasloco, il CVLL non perse un giorno di regata, nemmeno un rinvio. Oltre 100 barche alla Coppa Europa Laser, quasi 100 Optimist al Campionato svizzero a punti, le regate sociali, gli allena-
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menti delle squadre giovanili, la giornata di porte aperte. La sfida era lanciata; il CVLL aprì un nuovo capitolo della sua ormai lunga storia. Nel 2009 reduce dall’Assemblea Generale di Swiss Sailing Andrea Colombo annota: “abbiamo avuto la possibilità di presentare l’attività della nostra scuola vela; vi assicuro che i partecipanti, circa una trentina in rappresentanza dei diversi club svizzeri, ci guardavano come fossimo dei marziani … ho avuto veramente l’impressione che il nostro circolo sia uno dei pochi in Svizzera che fa così tante attività sotto i diversi livelli, … dalla scuola vela iniziazione, a quella agonistica, ai risultati dei nostri giovani e dei nostri regatanti di punta, all’organizzazione di regate ecc..” Così, anno dopo anno, prese forma una fra le prime società sportive ticinesi, con una struttura più organizzata e professionale come i tempi, gli impegni e gli obiettivi lo imponevano. Le cifre dei bilanci annuali assunsero, via via, le proporzioni di una piccola azienda. Cifre in crescita richiedevano una gestione più moderna. Nel 2009 Marco Manzolini assunse la gestione finanziaria e contabile del CVLL, realizzando, insieme a Pancho Bernal, un importante ammodernamento dei programmi contabili e di gestione dei soci, cresciuti via via fino alla soglia dei 750.
2006 Cerimonia inaugurale della nuova sede del CVLL, il saluto delle autorità.
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Corriere del Ticino 21.05.1975 2006 Giornata inaugurale della nuova sede del CVLL
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La squadra e la struttura si rinnovano Erano trascorsi pochi anni dall’inaugurazione delle nuova sede, che il CVLL marciava già a pieno regime. L’attività nell’arco dei 12 mesi, inverno compreso, non conosceva soste. I custodi, Francesco Bolliger (sostituito nel 2013 da Carmine Valentino) e Mile Jenic, non avevano praticamente tregua: quel che si rompe d’estate bisognava ripararlo in inverno. La segretaria, Cristina Marzo, subentrata a Maiti Bolliger, doveva far fronte ad una mole crescente di lavoro e di sollecitazioni. Così commentava il presidente Andrea Colombo in Assemblea nel 2008 “A volte mi chiedo: ma quante barche abbiamo? (intendo imbarcazioni del CVLL) allora vado da Francesco e gli chiedo ma tu sai quante barche possiede il CVLL e lui con grande calma: saranno 50 o no forse 70, ogni volta che incontro Lucio mi dice che abbiamo bisogno di un gommone … ed io gli chiedo ti serve … lui: Assolutamente si! Ma che cosa ne facciamo di tutti questi mezzi pneumatici, li mangiamo, li vendiamo ai passatori albanesi …. siamo o non siamo un club velico? Il
consumo di materiale della scuola è enorme, compriamo quantità industriali di calzari, di scotte, di giubbotti, ecc. alla fine dell’estate quanti ne restano? Sul grande numero di ragazzi c’è sempre qualche pezzo che va perso e tanti piccoli pezzi fanno un’enormità.”
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Anche le strutture, da parte loro, hanno richiesto un adeguamento costante. Nel 2014 si impose la sostituzione del “mulo” del CVLL, il mitico TRON. Un’operazione complessa e onerosa. Andrea Rossi, capo-porto, ha visitato virtualmente numerosi cantieri della barca da lavoro più adatta alle esigenze del CVLL, vale a dire, veloce, maneggevole, robusta e…. a prezzi contenuti. Così, mentre Andrea, Francesco e Martino provvedevano a riportare via fiume in Olanda il vecchio Tron 2, il grande acquisto si concretizza; ed ecco il Tron 3, varato la mattina della regata di Natale, con Giovanna Masoni come madrina. Nel 2016 è stata la volta della grù, un vero cimelio del CVLL. Se ne era prevista da tempo la sostituzione, ma per questioni di calendario si è proceduto ai lavori solo a fine stagione.
Da sinistra a destra i dipendenti del circolo degli ultimi 20 anni: Geo De Stefani, Francesco Bolliger, Mile Jenic, Carmine Valentino, Maiti Bolliger, Cristina Marzo.
Il Vecchio Tron II nel suo ultimo viaggio alle dipendenze del CVLL. Andrea, Francesco e Martino lo porteranno in una navigazione di oltre 1’000 km sul fiume Reno, fino ad Amsterdam, presso il cantiere Stormer Marine, dove cederà il testimone al nuovo TRON 3, una pilotina custom da lavoro, pensata per le esigenze particolari di posaboe.
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Il Tron 3 nel giorno del Varo. Al centro: Corriere del Ticino 09.12.2014 Sotto: Giovanna Masoni, madrina ufficiale.
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Sopra: Il varo del Tron 3, in occasione della Regata di Natale del 2014. Sotto: La nuova gru, posata in autunno 2016.
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In questa pagina: I giovani del CVLL si cimentano con le nuove vele; kite e Windsurf nel golfo di Lugano Pagina accanto: Corriere del Ticino 05.07.2013
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vecchi e giovani Col crescere dell’attività sono cresciute anche le spese. Finanziariamente la struttura del CVLL raggiunge il suo equilibrio di galleggiamento. Le regate si autofinanziano, almeno per quello che riguarda i costi diretti, mentre la scuola vela estiva finanzia in buona parte l’attività agonistica. Quest’ultima voce sicuramente è stata una dei maggiori impegni del sodalizio. E questo per una scelta strategica ben precisa; per un giovane aver praticato la vela seriamente, come attività agonistica principale, è stata la miglior premessa perché questa persona continui poi, passata anche la solita pausa adolescenziale, la pratica del nostro sport. Il CVLL ha vissuto in questi anni il succedersi di diverse generazioni; prima bambini, cresciuti alla Foce con le famiglie, iniziando con gli Optimist, poi, da ragazzi, a cimentarsi nel settore agonistico.
Conclusa questa fase per motivi di età e per impegni scolastici, molti ragazzi sono passati ad altre esperienze veliche, chi nel Kitesurf, al windsurf, o alla vela d’altura, alle classi olimpiche, ai monotipi. Addirittura alcuni hanno fatto della vela la propria materia di studio o una vera professione. Altri invece, più semplicemente hanno deciso di mettere a disposizione il proprio tempo (e chiaramente guadagnando qualche franco) nei corsi della scuola vela estiva. Motori di tutto questo vasto movimento sono stati prima Sergio Guaita e poi Bruno Rossini, che è stato pure alla testa del neonato centro regionale d’allenamento nato a Tenero, presso il Centro Sportivo con il nome di CAVT (Centro Agonistico Vela Ticino), da dove sono usciti molti giovani finiti per trovare spazio nei quadri nazionali.
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Gli atleti del CAVT in allenamento a Lugano con vento da Nord.
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il cvLL alla Foce Dopo la realizzazione della nuova sede del CVLL, il Municipio di Lugano decise di passare ad una fase successiva con il progetto sistemazione di tutta l’area della Foce. Se ne era cominciato a dibattere nel 2011 e ci volle persino un referendum (passato per un pugno di voti) per dare il via libera all’opera di “rinaturazione” dell’area. Il progetto pre-
Sopra: 27 marzo 2006, Prima riunione di comitato nella nuova sede. A sinistra: Corriere del Ticino 31.05.2011
vedeva un radicale intervento sulle due sponde del fiume, fronte Parco Ciani su un versante, e fronte Circolo Velico dall’altro. I disagi non mancarono. Dopo 3 anni di lavori seguiti per il CVLL da Marco Morganti, il cantiere concluse i lavori nel 2014 con un apprezzabile abbellimento dell’intera zona, un forte valore aggiunto per le attività del CVLL, ma soprattutto a beneficio di un pubblico di visitatori e di bagnanti, sempre più numerosi. Ma alla Foce non c’è solo il CVLL. Già nel corso delle discussioni che hanno accompagnato la progettazione e l’esecuzione dei lavori di sistemazione della foce il CVLL ha tenuto a promuovere una sempre più
stretta coordinazione tra tutte le società sportive attive nell’area acquatica della Grande Lugano; Società Nuoto, Società dei Canottieri, Società di Salvataggio. L’obiettivo era duplice: in primo luogo era impostare un dialogo con le autorità con una sola voce, dall’altro quello di creare un coordinamento ed una sinergia tra chi opera nel contesto delle attività volte a valorizzare il lago. Da questo sforzo sono nate importanti attività come alcune edizioni nel 2013 e nel 2014 di “Acquaticissima”, una festa degli sport di lago, rivolta al pubblico cittadino. Un altro risultato di questa collaborazione tra le società della Foce è l’” Acqua Camp”, il corso estivo polisportivo settimanale, per bambini e ragazzi interessati a cimentarsi con le diverse discipline sportive dell’acqua offerte da Lugano nell’area della Foce. In questi anni il CVLL ha voluto fornire ai suoi soci e a tutti i visitatori della Foce anche un’adeguata accoglienza. Nella nuova sede ha trovato spazio anche uno snack-bar ristorante per i soci e aperto al pubblico, per godere pienamente della bellezza del lago trascorrendo momenti di relax e di svago su una delle terrazze più belle di Lugano. La storia del locale ha inanellato fortune alterne; prima la “Rosa dei Venti” poi diventato “Lake side”, ancora “Rosa dei Venti” e ora Ristorante la Foce. Ad ogni nome una gestione diversa, con una parentesi in cui il CVLL ha dovuto assumere direttamente la gestione del locale. Il compito non è stato facile. Il locale, da un lato gode di una zona di grande pregio paesaggistico. Ma a suo sfavore hanno contribuito alcuni inconvenienti, primo dei quali una congiuntura poco favorevole, alcune annate meteorologicamente inclementi, la limitazione del traffico e la sparizione dei posteggi.
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L’amico lago Nuova sede, tanti successi, un grande svi- alla conclusione che i corpi morti si erano luppo ma anche i problemi di sempre. Anzi spostati a sud, rendendo necessario quindi , “naturali”. Nel 2008, in autunno, a causa di il ripristino degli stessi in posizione corretta un forte Marino che ha spazzato il lago in e dell’allungamento delle catene. concomitanza con un periodo di acqua alta, i pontili hanno subito seri danni. Nella suc- Nel 2012 alla fine di settembre un Marino di cessiva primavera, al primo vento da sud, si oltre 110 Km/orari si è abbattuto in piena è notato che il pontile centrale aveva sof- notte sul nostro circolo, causando ingenti ferto particolarmente con la piega di un ele- danni alle strutture e alle imbarcazioni ormeggiate, rendendo mento di sostegno sempre più urgente della camminata. la questione del Persino il passaggio È necessario dotare il CVLL di pontile frangiflutti. fra il pontile nord e una protezione più efficace quello della città si dai venti e dalle onde da La realizzazione di stringeva in maSud. Purtroppo eventi straorun frangiflutti veraniera impressiodinari stanno ripetendosi con mente efficace comnante impedendo cadenza di 3 – 4 anni porta dei costi addirittura il pasmolto elevati, visto saggio delle barche in uscita o in etrata. che nel porto non Andrea Colombo siamo i soli a benePer risolvere il problema è stata istituita una “task force” sotto ficiare di una protezione, abbiamo intavola guida dell’amico e Ing. Marco Morganti, lato con la città una discussione per al fine d’appurare la causa di questo spos- elaborare un progetto e capire come poterlo tamento e trovare le migliori soluzioni. finanziare.” Problema che puntualmente si Dopo un’estate passata a posare boe e bo- è riproposto pochi anni dopo. Nel 2014 una ette a rilevare punti con il GPS, si è giunti primavera bagnata e un’estate che non è
mai arrivata e l’autunno ancor più piovoso hanno causato un innalzamento straordinario del livello del lago fino a quota 271.7, che corrisponde ad pericolo di grado 5. L’acqua del lago è rimasta a questo livello per più di 6 giorni. Tutto il sedime del CVLL è rimasto per alcuni giorni interamente a mollo le catene dei pontili tese come corde di violino.
2014 Il Ceresio esonda e per quasi una settimana, mette a serio rischio gli ancoraggi dei pontili.
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anni di lavoro intenso Scuola vela estiva, settore agonistico giovanile, il programma delle regate sociali, eventi straordinari, la macchina del CVLL non si è mai fermata. La lista delle regate è sempre stata lunga: l’apertura di stagione con il Campionato invernale, la tappa della Coppa Europa Laser, la Primavera chiglie e derive, la regata windsurf a Cremia sul lago di Como, l’inserimento, come appuntamento fisso, della Seal Consulting Cup, per arrivare alla classica Lüzzina, la Lugano per due, la Coppa Roda, la 3 Coppe per arrivare alla regata della Castagne e a quella di Natale. A questi eventi si sono puntualmente aggiunti numerosi campionati svizzeri classi Optimist che nel 2007 richiamò a Lugano ben 192 barche, la classe 4.20, e ancora i Laser, gli Open Bic, nuova barca con la quale il CVLL ha stimolato
2014 I catamarani della classe M2 all’evento annuale organizzato da Génolier.
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l’attività giovanile. A Lugano si sono svolti anche molti altri eventi velici di richiamo nazionale e internazionale: nel 2006 e 2007 il Swiss Alinghi Tour che ha attirato molto pubblico alla vigilia delle fortunata campagna del team di Bertarelli a Valencia. Nell’anno successivo le regate dei catamarani Xtreme 40 fra le più veloci imbarcazioni a vela esistenti, con oltre 30 campioni internazionali fra i quali pure un equipaggio d’Alinghi con Ed Bird al timone, e il nostro bel Ceresio in 6 giorni, non ci ha dato un solo pomeriggio di vento accettabile; ironia della sorte il solo momento di vento è stata una raffica di temporale, durata 5 minuti, che ha visto scuffiare proprio l’imbarcazione elvetica alla prima uscita internazionale in questa classe. Nel 2012 è la volta dei campionati svizzeri classi ESSE 8.50
e Dolphin 81. Nel 2014 a Lugano arriva un’altra classe di catamarani: gli M2, nell’evento organizzato in collaborazione con il Gruppo Génolier. Tra le manifestazioni più riuscite il CVLL ricorda nel 2007 il Campionato svizzero classe Surprise, un evento che richiese molto impegno, ma che riscosse un notevole successo per le condizioni meteo ottimali, l’ospitalità, organizzata in collaborazione con la scuola di turismo di Bellinzona e gli ottimi risultati ottenuti dalla forte flotta luganese. Una crescita in questa classe che portò pochi anni dopo a nuovi risultati. Nel 2009 un orgoglioso presidente affermava davanti all’Assemblea: “I Surprise targati CVLL si sono presentati al via alla Primo Cup di Montecarlo a inizio febbraio ben in 4 equipaggi. Che il livello della nostra classe Surprise fosse buono lo si sapeva, ma che alla prima uscita stagionale nelle acque non certo abituali del Meditterraneo i nostri equipaggi si piazzassero
tutti nei primi dieci della classifica con addirittura un secondo e un terzo posto assoluto, non potevamo assolutamente prevederlo. Sacha De Micheli per dimostrare che non era un caso ha poi vinto il titolo di campione italiano, ha sfiorato il podio allo svizzero, ha conquistato il titolo di campione d’Austria, ma si è fatto battere da Silvio Spellini all’europeo vinto da quest’ultimo, ma soprattutto ha vinto il campionato più importante dell’anno; il titolo di campione sociale …. Finalmente!!!.
L’equipaggio di Cicuta, il Surprise timonato da Sacha De Micheli che in 4 anni ha dominato le classifiche dei maggiori appuntamenti della classe a livello europeo.
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2007 Campionato Svizzero Classe Surprise.
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coppa roda e seal consulting Le regate tradizionali del Circolo velico sono legate soprattutto al nome della Roda SA. Era il 1980 quando Luigi Roda, fondatore e proprietario dell’omonima ditta di cartonaggio, e appassionato di vela e di lago, decise di dar vita ad una regata-crociera aperta a tutte le classi veliche. Un momento sociale e agonistico che, anno dopo anno, ha sempre riscosso un grosso successo. Nel 1993, dopo la scomparsa di Luigi Roda, i figli Franco e Marco hanno voluto mantener fede all’impegno del padre, dando continuità all’evento. Due giorni di regate che hanno attirato 50-60 equipaggi provenienti dal tutto il Ticino, dalla Svizzera e dall’Italia in un campo di gara tra Lugano-Campione e Gandria. Regate vere; alcuni velisti ricordano barche disalberate, paurose straorze e strapogge, sotto la sferza di forti raffiche di Nord o di Marino. Ma dopo le gare, lasciato l’agonismo sul lago, gli equipaggi hanno sempre dimostrato di gradire la proverbiale cena ufficiale della Roda, che, in occasione delle prime edizioni, si svolgevano addirittura nella mensa dello stabilimento della Roda SA a Viganello. Poi la sede fu portata alla Foce del Cassarate ed infine, nel 2006 fu proprio la 26 edizione della Coppa Roda a festeggiare l’inaugurazione della nuova sede del CVLL. Con la nuova sede l’attività è cresciuta, le manifestazioni si sono moltiplicate, senza però che mancasse a fine estate, l’appuntamento più tradizionale e sentito della nostra storia.
Nel 2009 si è poi aggiunto un altro appuntamento fisso nel calendario delle regate del Ceresio, la Seal Consulting Cup. Il socio Alfredo Serica, titolare dell’omonima società finanziaria e membro d’equipaggio di Fabrizio Cecchi, si è fatto prendere dalla passione e dopo una sponsorizzazione durante il campionati svizzeri Surprise del 2007, ha deciso di proporre una collaborazione più duratura e continua con il CVLL, creando pure una regata che porta il nome della sua azienda. La prima Seal Consulting Cup si è quindi svolta a metà maggio del 2009, con la partecipazione di una vasta gamma di classi veliche.
A sinistra: Corriere del Ticino 27.05.2011
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nel palmares del cvLL I risultati importati non si contano solo nella classe Surprise. Il Circolo Velico Lago di Lugano ha fatto valere i suoi colori in altre importanti occasioni. Nel 2008 abbiamo avuto l’onore di vedere un nostro atleta partecipare alle Olimpiadi. Chirstoph Bottoni, dopo 8 lunghi anni di preparazione e di caparbia ostinazione, ha ottenuto l’ambita qualifica per i giochi di Pechino nella classe Laser, la più agguerrita classe velica. Peccato per il risultato finale di Christoph, ma il traguardo è sicuramente storico, basti pensare che sono stati solo 3 gli atleti ticinesi che hanno potuto partecipare a queste olimpiadi. Christoph è poi stato nominato socio onorario in occasione dell’assemblea generale di dicembre. In Cina insieme a Christoph c’era anche un altro nostro socio, Jürg Kaufmann, quale unico fotografo di vela svizzero accreditato, oltre a ricoprire il ruolo di “rules advisor”. Grazie alle sue foto il diario olimpico è stato arricchito di bellissime immagini.
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2009 Andrea Rossi a bordo di Jrata-Casinò Lugano a La Rochelle, qualche giorno prima della grande partenza.
el 2009 abbiamo vissuto un’altra fantastica avventura, quella di Andrea Rossi e della Mini-Transat. Andrea non solo ha realizzato una grandissima impresa sportiva ma soprattutto ci ha fatto sognare per 30 giorni, con quel mix d’avventura e agonismo che fanno della vela uno sport così speciale. Grazie ad internet e ai nuovissimi sistemi di
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rilevamento è stato possibile vivere in prima persona la sua rotta in pieno Atlantico. Tutti abbiamo fatto il tifo con il cuore in gola per Jrata-Casinò Lugano fino alla notizia del suo arrivo a Bahia, dove in segno di attaccamento per il nostro circolo, ha issato la nostra bandiera come se ci avesse portati tutti a bordo con lui in questa fantastica impresa
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2009 Andrea Rossi a Salvador de Bahia, taglia il traguardo della Transat 650, dopo 24 giorni di mare.
ello stesso anno 2009, Linda Valenti, un’altra giovane cresciuta nella scuola vela, e sempre rimasta impegnata nel nostro circolo, ha ottenuto un grande successo nel Campionato Svizzero Match Race. Una regata complicata dai capricci del vento, finita con il titolo a sopresa di Linda, imbarcata all’ultimo momento con l’equipaggio portoghese di Alvaro Morhino, facendosi apprezzare per capacità ed impegno.
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Sopra: Corriere del Ticino 22.04.2009 Pagina accanto: Corriere del Ticino 25.09.2013
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el 2013 anche a Lugano abbiamo iniziato a familiarizzare con i “foils” grazie ad un altro “ex anatroccolo” cresciuto tra Optimist e Laser: Adriano Petrino che con il suo Moth ha dato spettacolo incrociando davanti alla foce volando a velocità pazzesche.
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Adriano, dopo una gioventù passata nelle nostre squadre giovanili, ha investito tutti i sui risparmi per l’acquisto di questa imbarcazione che con impegno e costanza è riuscito finalmente a domare permettendosi il lusso di ottenere qualche buon risultato in regate internazionali. Con il suo Moth, un furgone e un sacco a pelo, Adriano ha percorso in lungo e in largo l’Europa per partecipare alle diverse regate ottenendo risultati lusinghieri e acquisendo un’importante esperienza, terminata con un soggiorno in Australia di 3 mesi per partecipare ai campionati mondiali.
2015 Adriano Petrino a bordo del suo Moth nelle acque australiane
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Altri risultati di rilievo per il CVLL sono venuti anche dai windsurfisti che a livello svizzero in Formula e Slalom, sono diventati la squadra di riferimento. In campo internazionale si contano i successi di Jan Orsatti, costantemente ai primi posti giovanili nelle 2 discipline. Elia Colombo ha invece deciso di cimentarsi nella classe Olimpica RSX e fa parte attualmente dei quadri C della nazionale Svizzera.
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I giovani atleti del CVLL in allenamento a Lugano ed in regata a Silvaplana, dove negli ultimi anni hanno sempre occupato la testa delle classifiche.
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el 2016 arrivano altri importanti risultati: la medaglia d’argento di Sacha De Micheli, con Marco Manzolini, Alessandro Barcelli e Andrea Rossi, agli europei di Surprise, mentre 15 giorni dopo, sempre in compagnia di Andrea Rossi e con Luca Wullschleger si sono laureati vice Campioni Svizzeri della classe ESSE 850.
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Corriere del Ticino 11.06.2014
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attività esterne In questi lunghi anni di attività il CVLL è stato consapevole di operare in campo velico anche a nome della città di Lugano. Per le migliaia di atleti venuti a regatare sul Ceresio, il CVLL ha riservato una particolare cura all’ospitalità, pensando alle loro esigenze più concrete, come anche alla simpatia, al calore umano, al valore della città che li accoglieva. Non è mai mancata la consapevolezza che la presenza di tanti equipaggi svizzeri e internazionali è un’ottima occasione per far conoscere Lugano. E questo impegno ha dato anche frutti concreti per la città. Un esempio fra tutti in occasione del Campionato svizzero classe Surprise del 2007 quando gli equipaggi vennero portati in battello a Villa Heleneum, dove trovarono servita una colazione degna di un albergo a 5 stelle con visita guidata al Museo della Culture. Tradotta in cifre questa ospitalità ha assunto di anno in anno un peso rilevante. A titolo di esempio, nel 2012, un anno carico di appuntamenti agonistici, tra i quali il Campionato svizzero assoluto della Classi ESSE 8.50, Dolphin 81, il Team Race Optimist, la Coppa Europa Laser, il campionato svizzero a punti per le classi Optimist, Laser, 4.20, 4.70 e Windsurf e non ultimo l’evento Genolier, abbiamo valutato il numero dei pernottamenti generati dal solo CVLL nel corso della sua stagione. Dunque, escludendo l’occupazione delle strutture della protezione civile, è risultato che il numero di letti occupati superava i 2000.
Il Circolo Velico ha poi dimostrato di volersi rivolgere all’esterno del mondo stretto della vela con molte altre manifestazioni: le due partecipazioni al Salone Lugano Nautica, del 2008 e 2009, con una simpatica mobilitazione sociale per l’allestimento di un mastodontico stand. Oppure potremmo citare il tradizionale appuntamento delle Porte Aperte di giugno, che a fasi alterne, ha permesso di informare un pubblico numeroso sulle attività del nostro club, promuovere la scuola vela e far conoscere le bellezze del nostro lago. Come costante inoltre è stato l’impegno per Sportissima, che ricalca la finalità promozionale delle Porte Aperte anche se inserita nell’importante contesto dell’insieme dell’offerta sportiva della città di Lugano. Un approccio che il CVLL ha perseguito con convinzione instaurando anche una concreta partnership con le altre società sportive della foce del Cassarate organizzando eventi con Acquaticissima e l’Acqua Camp.
Nel 2016, su spinta del nostro socio Boris Keller, l’associazione “velabili” della quale il CVLL è socio fondatore insieme alla FTIA (Federazione Ticinese Integrazione Andicap) e agli Insuperabili. Al circolo, diventata anche la casa naturale di questa associazione, sono dunque apparse delle nuove barchette con gli scafi e le vele colorate; gli Hansa 303, che hanno permesso a numerosi atleti portatori d’andicap di cimentarsi nel nostro sport. Alla metà di ottobre il CVLL ha ospitato la prima regata patrocinata da Special olympic, con la partecipazione anche di alcuni velisti italiani.
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2016 Nasce VELABILI un’iniziativa velistica integrata che offre alle persone con disabilità di avvicinarsi e praticare attivamente lo sport della vela sui nostri laghi. Gli Hansa 303 fanno la loro apparizione al CVLL. .
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il cvLL compie 50 anni Un’attività imponente quella svolta in questi anni dal CVLL, perseguita nel tentativo di rinnovavare, di aggiornare, di migliorare, senza però venir meno ai principi originari che avevano riunito 50 anni fa quel gruppo di amici a Muzzano, valori importanti come la passione dello sport della vela, il divertimento e l’amicizia. Da una generazione all’altra, punto di riferiento di tante famiglie, il CVLL ha tenuto fede negli anni alla convinzione che la vela debba essere uno sport di base, popolare, alla portata di tutti con il solo scopo di promuovere l’amore per lo sport delle vela, per costruire con impegno e costanza una splendida realtà nella vela agonistica svizzera e internazionale. Da un anno all’altro il gruppo di amici fondatori si è allargato, diventando una piccola società sportiva e poi una realtà sempre più importante, fino a diventare quel che è oggi: uno dei primi club velici svizzeri.
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interviste e testimonianZe Di soci Di Lunga Data
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RAVAMO DEI REGATISTI E DEGLI APPASSONATI DEL FIREBALL. E OGNI VOLTA CHE VOLEVAMO PARTECIPARE AD UNA REGATA, PER NOI L’ISCRIZIONE ERA SEMPRE UNA CORSA AD OSTACOLI. C’ERA LA TRASFERTA E POI C’ERA ANCHE LA TASSA DI ISCRIZIONE CHE PER NOI ERA DI 20-30 FRANCHI. E ALLORA UN GIORNO CI SIAMO CHIESTI : « E SE COSTITUISSIMO NOI IL CIRCOLO VELICO E POI ORGANIZZIAMO NOI LE REGATE ? »
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giovanni rengLi Presidente dal 1968 al 1969
ma perché solo svizzeri tedeschi ? Qui non c’era nessuno che andava in barca a vela ? Non so. A tutti gli amici ai quali avevo chiesto mi dicevano che sul lago di Lugano non c’era vento. Dicevano che c’era solo un po’ di Porlezzina, ma di vento non ce n’era. Così abbiamo fatto tra di noi. C’era questo Luis Keiser, che aveva un piccolo yacht sul lago. Lavoravamo insieme, lui era architetto e noi facevamo gli impianti sanitari. Gli ho detto «dai, tu hai lo yacht, io e lo Schweri andiamo in fireball, non potremmo far su un Circolo ? Allora ci siamo trovati noi tre, ma eravamo troppo pochi per far su questa società. Allora abbiamo cercato un po’ a destra e a manca, ma si sono fatti avanti solo svizzeri tedeschi ; c’era il Walser, c’era il Beda Krucker. Il Beda ha detto « se fate la società io ci sono, ma niente comitato». Così a un certo punto eravamo più membri di comitato che soci. Allora abbiamo tirato dentro anche le donne, per avere il numero sufficiante. perché siete andati a muzzano alla coray ? Siamo andati alla Coray perchè a quei tempi avevo fatto una piscina. Anche lì una storia ! Una piscina a forma di quadrifoglio. Era un cliente, aveva una bella spiaggia (vedi foto a pag. 13). Al Corray, il vecchio però, che a quel tempo aveva quasi 90 anni, gli ho detto « senti, se venissimo lì da te, ci daresti un pezzo di spiaggia ? » E lui « Si, va bene. Bella idea ». Così siamo andati giù con le nostre cose. Poca roba. Non come adesso. Ci ha dato uno scantinato vicino al lago e ha detto « questo è vostro ». Quanto pagavate d’affitto ? Niente. E poi a un certo punto nel giro di un anno sono entrati in tanti. Chi con la barca, chi invece l’ha comprata. Io ho comprato la barca dello Schwery. Lui ne ha preso un’altra. Poi io ne ho presa ancora una, sono andato a prenderla in Inghilterra Sempre un Fireball. Dopo un anno abbiamo visto che questo Pielstick … (ndr. Primo presidente del Circolo) insomma ab-
biamo fatto un buco nell’acqua a tirarlo dentro. Allora c’è stato un po’ di movimento. E temporaneamente ho preso io la presidenza. Per un anno o due. E ho detto « però adesso dobbiamo darci una mossa e dobbiamo cercare uno proprio di Lugano che parla l’italiano perchè così facciamo la figura degli Schwizdutchferein. » eravate sempre a muzzano... Eravamo sempre là a casa Corray. E non ricordo per quali incroci trasversali ho conosciuto l’Angelo Parola, l’avvocato che ha detto « Si, io entrerei ma ho un FD su a Locarno » perchè lui era già membro dello Yacht Club Verbano. Gli ho detto « se è solo il problma della barca , vado su a prendertela e te la porto giù . A condizione però che fai tu il presidente. Sei avvocato, sei di Lugano » e lui « si, si ». Così siamo andati a prendere la barca, l’abbiamo messa a posto perché era un po’ malconcia. E lo abbiamo nominato presidente. perchè vi siete trasferiti dalla coray a melide ? E’ una storia un po’ complicata. Ha a che fare con la piscina che avevo costruito per il Coray. Quell’anno lì, quando eravamo installati da lui, ci sono stati dei temporali, delle tempeste abbastanza importanti, che hanno fatto alzare molto il livello del lago. E la piscina era talmente stagna, che l‘acqua è penetrata nel terreno ed ha alzato anche la piscina. Cioè l’acqua da dentro non andava fuori ma da fuori non andava nemmeno dentro, ma in pratica l’ha spinta da sotto e l’ha alzata. Poi, quando il lago è tornato al suo livello la piscina è rimasta leggermente inclinata. E lì sono arrivati i figli del Coray ed è iniziata una süpa. Anzi è mancato poco che mi portassero davanti ad un tribunale. Per quella roba lì, gli ho detto, « ma andii a da via i ciap ». Così siamo andati a cercare un altro posto per il nostro circolo. E lì è saltato fuori che conoscevo il famoso Wolf. Il Wolf della Romantica, il Jacky. Suo figlio, il figliastro per essere precisi, un certo Evans, aveva fatto le scuole elementari insieme a me. All’Istituto Elvetico. Allora sono andato giù da questo Wolf, e lui
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mi ha detto subito « Si, si. Venite pure che per me va bene. » E così mi ha dato un pezzo di terreno a lago, un prato che confinava con la Swissminiature, dove lui metteva le pecore per rasare il prato. In pratica noi ci siamo presi l’impegno di tenerglielo pulito . C’era già una baracca di legno. « Vi lascio tutto a condizione che teniate pulito ». Per noi era un’occasione d’oro. Poi noi, a tempo perso, abbiamo costruito uno scivolo che andava giù. Non pagavamo niente. Abbiamo avuto una fortuna enorme.
aneddoti ? Ce ne sono tanti. Ogni volta, alla fine della regata. Infatti avevamo fatto amicizia con la Polizia lacuale e con la Società di Salvataggio, con il Righetti e il Cec Oggioni. Lì è entrato il Cec, è arrivato anche l’Othmar. Allora per le regate dovevamo sempre avere la Salvataggio e la Polizia e qualche volta, come finale di regata andavamo in Pojana. E così la Polizia ci trainava a Melide. Ed era meglio così, perché senza di loro qualcuno sarebbe ancora in giro adesso.
Da quel momento lì il presidente era angelo parola. Penso di si. Ma non mi ricordo proprio bene. So di sicuro che dopo di me è venuto il Parola.
Le regate le facevate però nella parte sopra il pontediga. Si perchè di sotto c’era poco vento. E andavamo anche a mettere le barche al Lido di Lugano perchè conoscevamo bene il segretario di Lugano, il Vegezzi e il direttore del Lido, il Paolo Regazzoni, il padre dell’Antonio. Io li conoscevo bene perchè gli avevo messo a posto la piscina grande, quella olimpionica. Un impianto di rigenerazione dell’acqua che ho addiritura fatto arrivare dall’America. Dunque, visti i buoni rapporti che avevamo, ci hanno dato la possibilità di appoggiarsi qui al Lido quando avevamo delle regate internazionali. Il campionato mondiale dei Fireball nel 69 lo abbiamo fatto al lido. C’erano tutte le barche sulla spiaggia.
e cosa facevate ? Praticamente vivevamo solo per le regate. La barca dei Keiser era il « biership » serviva a portare le vettovaglie alla fine delle regate. Perchè abbiamo cominciato subito ad organizzare regate. Addirittura abbiamo organizzato il campionato mondiale dei Fireball nel 69. Abbiamo fatto un campionato dei Tempest. Due di noi avevano il Tempest. Così abbiamo fatto una bella regata internazionale dei Tempest. Ogni anno organizzavamo qualche cosa in grande. A quel tempo avevamo come sponsor il Mersmann. Il titolare di allora era un nostro amico. Pensa che aveva messo in palio un pendolo di Neuchâtel, che bisognava vincerlo almeno 3 volte per tenerselo. Infatti uno nella classe fireball ha vinto 3 volte e se l’è portato a casa. Poi un’altra regata importante per noi era la famosa Medaglia d’oro di Campione. perchè si chiamava così ? Questa era una trovata dei Keiser. Non so bene, ma mi pare che lui conoscesse qualcuno del Casinò di Campione. Ma c’era il problema che lui parlava solo il tedesco e lì l’hanno aiutato due di Melide o di Bissone. Non ricordo più come si chiamavano. Così lui ha proposto di farsi sponsorizzare una regata dal Casinò di Campione. Non so poi come è venuta fuori la denominazione Medaglia d’oro di Campione. Chi vinceva la regata poteva tenersela quella medaglia. Era una regata che facevamo ogni anno in autunno. Praticamente era la regata finale della stagione. Tutte le barche insieme e poi c’era un certo rating. Chi faceva poi tutte le classifiche era la moglie del Keiser, la Ruth. In pratica io organizzavo, io guardavo la logistica ma l’oganizzaione tecnica la curava il Keiser e sua moglie. Perchè lui dopo una cassetta di birra era inservibile.
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Io poi sono rimasto ancora qualche anno e poi ho lasciato un po’. Ricordo bene ancora che eravamo un gran bel gruppo di amici. Un po’ scriteriati, ma con un grande entusiasmo. C’era la regata ma ricordo molto bene che c’era un gran da fare con l’après vela. Ogni regata andavamo senpre a finire davanti ad un piatto e un bicchiere. Mi ricordo che dopo una regata dei Moth siamo finiti tutti al ristorante della piscina di Carona, altra piscina che avevo costruito io. Per noi era vela e feste. Tanto è vero che nella Svizzera interna eravamo conosciuti più per il dopo vela. Venivano giù per fare le regate ma soprattutto per fare la festa. Arrivavano giù intere famiglie. Infatti mi ricordo che quando abbiamo fatto il campionato dei Moth , la squadra della Cecoslovacchia dormiva a casa mia a Sureggio. In cantina , avevo un gran locale. L’ho sbaraccato e li ho piazzati lì, col sacco a pelo, una dozzina hanno dormito da me per 3 o 4 giorni. Quando se ne sono andati, mi hanno lasciato una bella scorta di birra che si erano portati dietro.
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RO GIÀ ATTIVO NEL CAMPO DELLA VELA E AVEVO UN FD A LOCARNO ED ERO MEMBRO DELLO YACHT CLUB. MA MI PESAVANO LE CONTINUE TRASFERTE. POI QUALCUNO, CHE NON RICORDO, MI HA DETTO CHE A LUGANO C’ERA UN GRUPPO DI PERSONE APPASSIONATE DI VELA, CHE STAVANO METTENDO SU UN CLUB. COSÌ MI SONO MESSO IN CONTATTO CON LORO. ERANO TUTTI SVIZZERO-TEDESCHI. RICORDO ANCORA CHE NESSUNO PALAVA ITALIANO, NEMMENO NELLE RIUNIONI. I VERBALI DELLE ASSEMBLEE ERANO SCRITTI IN TEDESCO. LI HO CONOSCIUTI APPENA IL CIRCOLO AVEVA TRASLOCATO A MELIDE, PERCHÉ LA PRIMA SEDE, QUELLA DELLA FONDAZIONE VERA E PROPRIA DEL CIRCOLO VELICO, ERA A MUZZANO. MA A QUEL TEMPO NON ERO ANCORA ATTIVO. INSOMMA SONO ANDATO CON IL RENGLI A PRENDERE IL MIO FD A LOCARNO CON L’ACCORDO CHE AVREI FATTO IL PRESIDENTE. E COSÌ HO FATTO. ERA INTERESSANTE ANCHE PER LORO CHE IO FOSSI UN AVVOCATO, PERCHÉ MI SEMBRAVANO UNA BANDA PIENA DI ENTUSIASMO E DI ALLEGRIA, MA A DIGIUNO DI LEGGI E DI REGOLAMENTI.
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angeLo paroLa Presidente dal 1970 al 1974
…e dopo come siete andati avanti ? Mi hanno aiutato con la barca. L’abbiamo messa a posto. Come nuova. E così sono entrato nel gruppo. In prevalenza erano regate. Me ne ricordo tante. Era l’attività principale. Venivano anche dalla Svizzera interna, devo dire attratti dal vento, ma soprattutto dal contorno, che era sempre molto ricco e gustoso. Ricordo la famosa Medaglia d’Oro di Campione che abbiamo iniziato ad organizzare perché c’era un altro avvocato che si era avvicinato al Circolo Velico, l’avvocato Pellegrini, che era di Campione. Lui ci diede un buon contatto con il Casinò Municipale, che ai quei tempi era famoso in tutto il mondo e spendeva tantissimo per ogni iniziativa. Così ci siamo inseriti anche noi, con il nome di Campione. La regata si svolgeva là e la premiazione avveniva al Casinò. Erano i tempi delle vacche grasse. Le altre regate ? Le altre regate le organizzavamo in prevalenza nella parte del lago a nord del pontediga perché il vento, nella parte di sotto, era molto scarso. Quelle poche volte che riuscivamo a fare una regata nella parte di sotto, andava a finire sempre alla Pojana. Facile era andarci, ma il ritorno era sempre un problema. Mancava il vento e poi gli equipaggi… come dire …non erano nelle condizioni migliori. Ricordo che in alcune occasioni abbiamo dovuto chiamare la Polizia lacuale e la Salvataggio per farci trainare in fila indiana fino alla riva di Melide. Forse anche per quello abbiamo istituito il famoso Biership. cosa era ? Una trovata eccezionale. Un barca del Keiser che era usata per l’organizzazione delle regate in acqua. E fin qui niente di particolare. Ma il suo vero ruolo, particolarmente gradito ai soci, era concentrato nel dopo-regata. A bordo veniva sempre caricata una
buona scorta di birra sulla quale, finita la gara, si catapultavano tutti i regatanti. Qui però si aprivano le discussioni. Era l’argomento che divideva di più il Circolo in quegli anni : birra o vino ? Io ero per il vino, ma mi sono sempre trovato in minoranza. Poi c’erano molte altre regate, ricordo anche il Campionato svizzero del Fireball alla fine degli anni 60. Per molte di queste regate ci appoggiavamo al Lido di Lugano. E’ in questo modo che abbiamo cominciato a colonizzare, se così si può dire, il Golfo ed è così che i luganesi hanno cominciato a vedere qualche barca a vela sul lago. Perché Lugano non ha mai avuto molta familiarità con il lago. Nessuno l’ha mai visto come una cosa propria, da vivere anche come sport. E’ strano ma nemmeno adesso, che vedo questo bellissimo Circolo Velico, mi chiedo a volte perché i luganesi guardino ancora il lago un po’ di traverso, non lo vivono molto da vicino, come meriterebbe. guardiamo ad oggi, cosa dice vedendo cosa è diventato il cvLL, 50 anni dopo ? E’ incredibile. Vedo una realtà che è cresciuta in modo impressionante. Dalla baracchetta che avevamo a Melide, su un prato con un piccolo scivolo per alare le barche. Ora, qui alla foce, il CVLL è diventata una realtà moderna. Vedo d’estate delle frotte di bambini che si allenano sugli Optimist. Sono tantissimi. Ci sono i pontili, altra grande vittoria del Circolo, con tantissime barche agli ormeggi. C’è questa bellissima sede, che offre tutti i confort. Noi non avevamo niente di questo. Certo che per gestire così tante attività ci vuole gente e molta buona volontà. Questo mi sembra un ottimo risultato, di cui Lugano dovrebbe essere fiera. Ma mi sembra un po’ distratta.
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I SONO AVVICINATO AL CIRCOLO VELICO UN PAIO DI ANNI DOPO LA SUA FONDAZIONE. IO ERO STUDENTE A ZURIGO. E LÌ HO COMINCIATO A FARE VELA. MI ERO COMPRATO UN FD D’OCCASIONE CON I PRIMI LAVORI CHE HO FATTO DURANTE LE VACANZE ESTIVE. QUANDO VENIVO IN VACANZA A LUGANO ME LO PORTAVO DIETRO. LO METTEVAMO IN ACQUA A CASLANO E POI SI GIRAVA.
M
in quel periodo si vedevano tante barche sul lago ? Pochissime, perchè l’opinione generale era che il lago di Lugano fosse o pericoloso o non ci fosse mai vento. Quindi le barche a vela erano pochissime. Salvo le due che noleggiava l’Annoni, che circolavano quando faceva bel tempo e c’era una brevetta. Mi sono avvicinato al Circolo velico che era a Melide. Quando mi sono trasferito a Lugano ho subito cercato un contatto con il Circolo. Dovevo mettere la barca da qualche parte e volevo continuare ad usarla. . Non so più se attraverso l’Othmar Bolliger. E così abbiamo iniziato a far regate.
carLo WuLLscHLeger Presidente dal 1978 al 1981
Il mio era il primo FD, poi il Tabet ne ha comprato uno. Blum ne ha preso un altro. Eravamo 3 FD. Abbiamo fatto anche una regata di campionato svizzero a Campione. A Melide siamo arrivati ad avere 30-40 soci. Avevamo già un prato, una baracca ed uno scivolo. Quindi giovani famiglie. Le mogli venivano con i bambini che giocavano sul prato e noi andavamo in barca. Poi ci hanno sfrattato, nel ‘74 ci hanno sfrattato. E lì si trattava di trovare un posto alternativo. Il presidente era Angelo Parola. Il vice presidente era il Becucci. Io ero in comitato E lì ci siamo dati da fare. E’ stata una svolta incredibile del Circolo velico. Abbiamo cercato a Caslano, a Ponte Tresa, ognuno si era dato da fare per cercare un terreno in riva al lago e non si trovava. Qui, la foce del Cassarate era un mucchio di sabbia e di ghiaia, perchè dragavano il fiume e poi dopo vendevano la sabbia e la ghiaia. E quando ci siamo detti « questo sarebbe il posto giusto » tutti ci avevano detto che non era possibile, che bisognava dragare il fiume. Poi a Lugano c’era un certo clima ostile alla barca a vela Eravamo guardati un po’ male. Allora con il signor Trombetta, che era presidente dell’Associazione via Nassa abbiamo
organizzato la mostra Vele in via Nassa (vedi foto a pag. 42-43) Adesso espongono le automobili in via Nassa, noi abbiamo portato le barche a vela in via Nassa. Allora ci siamo messi: ognuno ha preso la sua barca da Melide a Lugano e le abbiamo esposte in via Nassa. Ed è stato un successone perchè la gente era curiosa. Era un novità assoluta. La gente non sapeva cosa fosse una barca a vela da vicino. Così hanno cominciato a realizzare che si trattava di una cosa bella e che avrebbe potuto diventare uno sport importante per il lago di Lugano. Da lì infatti sono partite delle trattative molto lunghe con il Cantone e con la città. Alla fine si sono decisi a darci un pezo della foce, a tempo determinato. Ci dissero che non si poteva prolungare il cotratto di affito perchè c’erano diverse questioni di pianificazione. Era uno spiazzo pieno di ghiaia e di fango. Noi avevamo una cava a San Martino, una di quelle cave che abbiamo dovuto chiudere perchè non si poteva più scavare e lì c’erano ancora delle baracche da cantiere. Abbiamo preso una baracca, il papà ce l’ha regalata, e l’abbiamo portata alla foce. Tutto il comitato si è messo al lavoro per sistemarla. L’abbiamo dipinta di celeste, qualche abbellimento per renderla abitabile. Abbiamo messo dentro gli spogliatoi, la toilette, c’era persino l’ufficietto. E’ stata la nostra prima sede, con un permesso di 5 anni, quindi a tempo determinato. E ci voleva anche un pontile per le chiglie. Siamo andati a cercare chi vendesse pontili. Lo abbiamo trovato, ma non avevamo soldi. Se ricordo bene veniva a costare circa 100.000 franchi. E noi non avevamo un becco di un quattrino in cassa Cosa facciamo ? Abbiamo emesso delle obbligazioni. Oguno di noi è andato a cercare tra amici e parenti qualcuno che emettesse Chfr.10.000 di prestito obbligazionario con un piccolo tasso di interesse. Ed effetivamente siamo riusciti a racimolare un po’ di soldi. Abbiamo comprato il pontile, che ora è il primo vicino alla gru. La ditta produttrice è stata molto gentile. Ci hanno detto « guardate voi lo pagate quando avrete i soldi ». Così abbiamo cominciato ad
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affittare i posti a motoscafi perchè di barche a vela ne avremmo avuto forse due o tre. Questi qui hanno pagato un affito bello salato e noi senza andare a riscattare le obbligazioni con i soli affitti dei motoscafisti siamo riusciti a pagare il primo pontile. E’ incredibile, guardandoci indietro, siamo andati da veri incoscienti. Man mano che arrivavano barche a vela noi sfrattavamo i motoscafisti e ci mettevevamo dentro i nostri. E da lì abbiamo dato una svolta al Circolo Velico. Il primo pontile è stato davvero un’avventura. Anche la posa è stata un’impresa, perchè nessuno sapeva come fare. C’era una rampa, c’era un palo, ma dopo doveva andare fuori il pontile. Nessuno conosceva la profondità del lago. Cosa facciamo ? Allora, con il Giovanni Tabet, una domenica mattina, con un barchino a remi, siamo usciti dopo aver messo un paletto dove poi è stata posata la testa del pontile. Uno spago di 200 metri. E ogni 20 metri avevamo fatto un nodino. Poi uscendo con la barca a remi, tenevamo teso lo spago per segnare le distanze. Avevamo un altro spago che usavamo a mo’ di profondimetro, Lo calavamo con il piombo ad ogni segno dei 20 metri, segnando poi la profondità. Così abbiamo fatto la mappatura delle profondità del lago. Ci abbiamo messo una domenica intera. Fatta la mappatura, l’abbiamo portata dai fornitori del pontile. Ci hanno calcolato le catene, ci hanno detto come posarle. Poi abbiamo fato gettare i corpi morti nei punti giusti e abbiamo montato il primo pontile.
ma ha cambiato tutti i progetti di sistemazione della foce. Giovanni Tabet, architetto, era sempre molto impegnato con il Comune e con il Cantone perchè volevamo progettare questo nuovo circolo velico. Sapevamo che una sede del genere sarebbe sempre stata una soluzione precaria e allora pensavamo ad una struttura vera. Giovanni fece dei progetti. C’è stato un concorso. Ad un certo punto hanno presentato un progetto mega galattico dell’architetto Otto, un edificio rotondo, una cosa gigantesca. Quel progetto era stato premiato ma fu bloccato dal cedimento della foce. Poi è stato ridimensionato tutto. E’ stata un po’ la nostra fortuna, perchè se facevano quel progetto lì, volevano mettere assieme i canottieri, noi e altri in unedificio gigantesco. E sarebbe stata forse la fine. Quel progetto è stato poi ridotto e quindi bocciato. E’ partito poi un nuovo progetto che è quello che poi è stato realizzato. Ed è stato un alro passo essenziale perchè allargando l’attività è aumentato molto anche il numero dei soci.
Questo ponile è stato un passo importante anche dal punto di vista ecoonmico perchè è quello che ci ha permesso di avere un primo reddito per il Circolo Velico.
50 anni di circolo velico cosa significano ? Io ci ho vissuto. L’ho vissuto interamente anche se sono stato presidente per poco tempo, solo 4 anni, e sono stato in comitato una mezza vita. L’ho visto crescere. Ho visto crescere i ragazzini. Il Colombo era un ragazzino, i figli di Tabet erano dei bambinetti, ce li portavamo dietro il sabato e la domenica. Li portavamo in barca. Alle regate le mogli si occupavano del segretariato All’arrivo, alla partenza, alle boe. L’abbiamo vissuto in tre generazioni, adesso arriva la terza generazione, i figli dei figli., ora cominciano con gli Optimist. E’ stata un’altra famiglia.
Quali altri momenti importanti della storia del circolo ricordi. Il più importante dal mio punto di vista è stato proprio quello, lo spostamento da Melide alla Foce ed il primo pontile. Poi un altro momento interessante è stato quando qui dietro c’erano le scuole con le baracche. Visto che il Circolo Velico cresceva, quando siamo arrivati a scadenza del contratto, abbiamo rinovato con il Cantone. E poi ci hanno affittato una di quelle baracche, quando hanno spostato le scuole. Quella è diventata la nostra nuova sede. Abbiamo eliminato la vecchia baracca che stava per sfasciarsi. Lì è stato un altro passo importante che ci ha permesso di allargare l’attività ed il numero dei soci. Poi cè stato l’incendio, seguito dal cedimento della foce. Non è che ci abbia toccato molto
siamo partiti da degli amici che si sono messi insieme, adesso siamo quasi ad un livello aziendale, che effeto ti fa. Adesso è un’organizzazione. E’ un’evoluzione. Fa piacere che siamo arrivati a questo livello. Fa piacere che il Circolo velico è diventato uno dei migliori in Svizzera. Lì non ci sono dubbi. Abbiamo ricevuto un premio anche da Swisssailing. Quindi il Circolo Velico ha fatto dei passi da gigante. E` stata un’evoluzione straordinaria. Credo che ci siano pochi circoli velici che abbiano avuto un’evoluzione così rapida. Ci sono sì alcuni esempi, grandi circoli, ma con una tradizione molto più lunga della nostra. 50 anni in fondo non sono tanti. Il vero punto di partenza è stato però l’arrivo a Lugano, venire qui, questo è stato il cambia-
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mento che ha permesso di fare il grande salto. Poi il secondo salto è stata questa grande realizzazione. cosa manca secondo te oggi al circolo velico ? Non lo so. Forse un’atmosfera più familiare. Forse è diventato quasi troppo grande e troppo movimentato. Forse si sono perse certe intimità familiari, certe amicizie. Ma questo è il mio punto di vista. Io faccio parte della generazione uscente. Io vedevo i miei figli, quando erano al ginnasio e al liceo, scappavano qui appena c’era un po’ di vento. Bigiavano le lezioni quando c’era un po’ di vento. Era un gruppo di amici, i Tabet. i Taddei. L’Othmar li coccolava. Aveva permesso loro di mettere tutta l’attrezzatura in un cassone con il lucchetto. Loro arrivavano e in un atimo erano fuori. Io sono dentro col cuore, ma attivamente molto meno di prima. Vedo che i ragazzi si raggruppano. Hanno un bel rapporto. Non so se anche le famiglie si ritrovano insieme. Ne vediamo poche qui. Una volta erano le famiglie che si raggruppavano. Adesso vieni qui al sabato o alla domenica e vedi questi bambini che tirano su le vele. Giocano, fanno, disfano E’ meraviglioso Ma quanti rimangono poi ? Ma resta il fatto che ci sono tantissimi bambini, molti più di una volta.
Nella pagina accanto: Le trasformazioni della foce dal 1933 al 2012.
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1942
1946
1950
1958
1966
1983
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1994
2001
2004
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ON MI RICORDO ESATTAMENTE IN CHE ANNO SONO ENTRATO NEL CIRCOLO VELICO. FORSE NEL 1969? ERAVAMO A MELIDE VICINO ALLA ROMANTICA. INSIEME A GIOVANNA WITMER, POI DIVENTATA MIA MOGLIE, E A VIERO BALMELLI, AVEVAMO COMPERATO UN FD. ABBIAMO COMINCIATO SUBITO A REGATARE E NON C’È MEZZO MIGLIORE PER IMPARARE AD ANDARE IN BARCA. MA CREDO CHE SIA STATO CON IL LASER CHE SONO DIVENTATO UN VERO VELISTA. POI HO TIMONATO L’YNGLING DI WALTER BLUM COL QUALE PER MOLTI ANNI ABBIAMO FORMATO EQUIPAGGIO FISSO. INFINE IL SURPRISE.
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giovanni tabet Presidente dal 1982 al 1988
e per quanto riguarda la tua attività nel comitato del cvLL? Mia moglie svolgeva le mansioni di segretaria del circolo ancora sotto la presidenza di Angelo Parola e da allora cominciai ad interessarmi della conduzione della Società. Entrai in comitato nel 1977 e sono stato presidente dal 1981 al 1989. Erano gli anni nei quali il circolo velico si ingrandiva rapidamente raddoppiando il numero dei propri soci. Ci eravamo appena trasferiti a Lugano e l’operazione stava avendo un successo strepitoso. Naturalmente non erano tutte rose e fiori: eravamo ospitati solo provvisoriamente alla Foce del Cassarate. Non si sapeva se e quanto avremmo potuto restare e questa incertezza condizionava pesantemente la conduzione della società. Da una parte ottimismo e voglia di fare, dall’altra prudenza e qualche umiliazione nel sentirsi solo tollerati dalle Autorità cittadine e cantonali.
Allo sgomento causato da questo evento seguì una fase di stallo. Non si sapeva più cosa fare e cosa sarebbe successo. Fu allora che il CVLL ipotizzò di fare da solo, cioè di ottenere dalla Città un diritto di superficie sul terreno della Foce di una durata adeguata e di costruirsi la sede in proprio con un finanziamento bancario, ipoteca o altro. Sarebbe stato un uscire dalla precarietà e diventare finalmente proprietari e non più inquilini nella propria casa. Ma questo ambizioso programma venne abbandonato quando il nuovo progetto, che Lugano aveva affidato agli architetti Boila e Volger, propose per il CVLL una sistemazione molto più favorevole di quelle precedenti e la possibilità di proporre e discutere contenuti e soluzioni adeguate alle esigenze della Società. Così venne costruita la nostra attuale sede. Io seguii tutto questo lungo iter per molti anni dopo il termine del mio mandato presidenziale.
Poi cominciò il lungo tormentone dei progetti della Città per la sistemazione della Foce del Cassarate. Dapprima, in un concorso di progettazione, fu scelto e premiato il progetto dello Studio di architettura Otto e Associati che sarebbe stato un disastro per gli sport lacustri (vela e canottaggio) privilegiando totalmente un enorme barristorante rotondo proprio sulla punta della Foce. In seguito, per fortuna, questo progetto venne abbandonato probabilmente per la difficoltà tecnica della sua realizzazione e conseguentemente per il suo costo.
cosa ricordi con maggior piacere della tua attività di presidente? Oh, sono molte le cose che ricordo con piacere e anche con una certa fierezza. Prima di tutto l’amicizia e quasi l’affetto che sentivo verso di me da parte di molti soci. Poi alcune realizzazioni come la fortunata occasione costituita dalla possibilità di acquistare una grande baracca di legno che si trovava già sul posto e che era servita quale sede provvisoria della Scuola Professionale, operazione che venne propugnata e condotta specialmente da Bruno Rossini, membro del Comitato. Divenne la prima vera sede del CVLL con docce, servizi, spogliatoi, ufficio e sala riunioni. Prima di allora le riunioni di Comitato si svolgevano in una saletta messaci gentilmente a disposizione da Walter Blum, cassiere del CVLL, presso la sede della Banca Solari e Blum.
Venne quindi conferito direttamente l’incarico di progettazione all’architetto De Marchi. Il suo progetto, che favoriva troppo i canottieri rispetto ai velisti, entrò in fase esecutiva, ma fu bloccato dalla famosa frana che fece precipitare nel lago una buona parte del terreno.
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C’è poi stata la programmazione di tante regate con l’impegno di migliorarne costantemente l’organizzazione e la conduzione in modo da affermare il CVLL in ambito nazionale e internazionale. Allora eravamo una società giovane (avevamo 20 anni) ed eravamo visti dai club importanti della Svizzera con un misto di simpatia e sufficienza. Ora constato con grande piacere e soddisfazione che “abbiamo sfondato”: ora, sotto l’aspetto sportivo, siamo fra i primi e più considerati. che altre differenze noti fra il circolo velico di quei tempi e quello attuale? Noi eravamo un gruppo di amici entusiasti e il circolo era una nostra creatura, una cosa voluta generata e allevata da noi. Tutti lavoravamo gratuitamente, eravamo tutti volontari. Questa è stata la forza, anche economica, del CVLL che gli ha permesso di crescere e affermarsi. L’unico che riceveva un modesto compenso era il custode, che allora noi chiamavamo “l’omino”. Ora il CVLL è più professionale, è una specie di azienda. E’ inevitabile che sia così, perché è passato il periodo pioneristico ed è troppo
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grande e complesso per essere condotto in modo amatoriale. Probabilmente si è perso un po’ del senso di entusiasmo e amichevole solidarietà, ma non poteva essere altrimenti. Per terminare vorrei qui riferire un piccolo episodio personale. Alla fine della presidenza di Carlo Wullschleger, si trattava di trovare un nuovo presidente. In quei giorni Othmar Bolliger mi confidò che avrebbe gradito cambiare lavoro e mettersi a fare, almeno parzialmente, il custode del CVLL. Io dissi subito che se lui diventava “l’omino”, io avrei fatto il presidente. Perché immaginavo che con un collaboratore come l’Othmar, fare il presidente sarebbe stato molto facile e piacevole. E fu proprio così.
A sinistra: Giovanni Tabet con Othmar Bolliger. Sopra: Il progetto Foce dell’architetto De Marchi, bloccato dopo il cedimento della foce.
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TRANAMENTE HO COMINCIATO ABBASTANZA TARDI. NON DA RAGAZZO. HO COMINCIATO DOPO I VENTI ANNI, AL MARE. HO FATTO UN CORSO CON IL CLUB MED IN TOSCANA, CON I VAURIEN . CORSI DI BASE. E DOPO MI SONO APPASSIONATO. CONOSCEVO L’EDY SCHMIEDIG, PRATICAMENTE HO COMINCIATO AD ANDARE IN BARCA CON LUI. L’EDY SCHMIEDIG, PUR NON ESSENDO DENTRO NEL CIRCOLO, HA CONTRIBUITO MOLTO ALLA VELA,. ERA UN GRANDE APPASSIOANTO E VENDEVA LE BARCHE A VELA. PERÒ LUI ERA ABBASTANZA ALTRUISTA, NON È CHE LO FACESSE SOLO PER TORNACONTO PERSONALE. E PENSO CHE SIANO TANTI QUELLI CHE HA PORTATO ALLA VELA. UNA VOLTA SONO ANDATO GIÙ AL SALONE DI GENOVA CON LUI E AL RIENRO HO COMPRATO UN LASER.
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osvaLDo paris Presidente dal 1989 al 1999
il circolo era già alla foce ? Si. Quando io ho cominciato era già qui alla foce. Penso che era arivato da poco tempo E sono andato un po’ con il laser, ma mi piaceva una barca più grossa. Allora l’ho tenuto un po’ di anni e poi l’ho venduto. Dopo l’Edy aveva preso il Farr e voleva creare un po’ come un’associazione per usarlo in diversi insieme. Io avevo scritto lo statuto di questa associazione e mi ero fatto socio con l’Edy e con l’Antonio Gisy. Eravamo in 4 l’Edy , io, il Gisy e un altro che è rimasto dentro per poco tempo. Mi ricordo che su quella barca con l’Edy ho imparato veramente ad andare in barca. Era un barca molto veloce, aveva addirittura vinto il campionato del mondo della sua categoria. Mi ricordo che una volta tornando da Gandria con un vento della miseria, mi ricordo con un grosso spin, eravamo sbandati al massimo e abbiamo rischiato di scuffiare. Eravamo un po’ matti a quei tempi. Proprio la passione….. E con lui abbiamo regatato per due o tre anni. Dopo ci è capitata l’occasione di comprare il Surprise, che era quello del Simoni. Il Simoni era un un tipo un po’ strano, una volta ha perso una regata e sceso dalla barca ha detto « basta , la vendo ». E allora io e l’Edy gli abbiamo detto « la compriamo noi » e l’abbiamo comprata e poi siamo andati in Surprise per 20 anni. L’equipaggio era con il Cavalli, col Panichi. Ne abbiamo fatte tante di regate. A casa ho un armadio pieno di coppette. E dopo girando al circolo, parlando di questo e di quello, mi hanno proposto di entrare nel comitato. Io non sono capace di dire di no. Ci sono stato a due riprese. La seconda volta, quando il Giovanni ha lasciato, ho fatto il presidente io.
ma arrivati qui alla Foce non era una sede stabile ? No. Avevamo un affitto da pagare, c’era la baracca, ma poca cosa. Noi volevamo avere una sede nostra del Circolo. Tanto vero che io avevo negoziato con il Giudici un diritto di superficie per costruire un Circolo Velico finanziato da ipoteche bancarie a nostro carico, che certamente non era un’impresa da poco. Poi dopo è successo il crollo della Foce, allora si è fermato tutto. Belinzona ha deciso che non si poteva fare niente fino a quando non era tutto chiaro. Allora è sorto il problema di posare un frangiflutti, perchè le barche si rovinavano sempre. Però il fragiflutti si rivelò una soluzione parziale. Dovevamo posare un pontile, con delle paratie davanti, ma non è che si potesse fare tanto. Altrimenti sarebbe stata una spesa enorme. E allora noi con una spesa di circa Chf. 400.000 abbiamo fatto il frangiflutti che c’è lì ancora adesso. Però a farlo è stata abbastanza una genialata. Perchè io mi ricordo bene che quando Bellinzona ha detto che alla Foce non si poteva più fare niente, per noi fu un problema. Allora tramite il Blättler abbiamo contattato l’Ing Lombardi che ci ha fatto questo progetto di frangiflutti ancorato qui in mezzo, con un grande scavo e con un enorme blocco di cemento con delle catene che partono e tengono i blocchi che sono in pendenza, per fare in modo che non scivolassero. Grazie a delle mie conoscenze a Bellinzona siamo riusciti a convocare qui alla Foce tutti gli uffici preposti per avere i permessi. Quello delle acque, quello di questo e di quello.. insomma una mattinata nella baracca e alla fine si sono dichiarati tutti d’accordo e abbiamo avuto l’autorizzazione a posare questo frangiflutti.
e quali erano i problemi in quel momento lì. Era la sede, prevalentemente. Cercavamo sempre di avere una sede stabile.
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Perchè era così importante per il CVLL avere questo frangiflutti ? Lo era anche economicamente, perchè facendo quel frangiflutti lì abbiamo potuto prolungare gli altri pontili. E questo significò avere più posti barca e più entrate. E alla fine con i prestiti della banche lo abbiamo costruito e devo dire che ancora oggi mi sembra una cosa ben fatta.
Quali altre cose hai fatto per il Circolo durante la tua presidenza. Tutta l’attività è cresciuta, la scuola vela soprattutto. Ma la cosa che sento di più è quel frangiflutti lì, perchè ho messo tanto del mio . Per avere quei permessi lì, per andare su da Lombardi, quello l’ho fatto io, in prima persona. Sai adesso nessuno ci pensa più ma poterlo avere è stata una bella cosa per il circolo. E poi ho portato avanti anche la storia del progetto finale. Lì però ho finito prima che il progetto arrivasse.
Sopra: La foce del Cassarate nel 1996, prima dell’arrivo del frangiflutti. A sinistra: Lavori di ancoraggio per il nuovo pontile frangiflutti. A destra: Posa e inaugurazione del frangiflutti.
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ERA IL MESE DI MAGGIO 1967. UN CONOSCENTE, SIG. PIELSTICK AL LIDO DI LUGANO CI INFORMA CHE UN CLUB DI VELA STAVA PER ESSERE CREATO E CHE CI SAREBBE STATA A BREVE UN’ASSEMBLEA DI COSTITUZIONE ALLA CASA CORAY AD AGNUZZO. PERSONALMENTE ERO STATO UNA SOLA VOLTA IN BARCA A VELA E DIVERSI ANNI PRIMA, MA LO SPORT MI INTERESSAVA. NEL GIORNO FISSATO SIAMO ANDATI A CASA CORAY. ERA UN ALBERGO DIRETTAMENTE AL LAGO CON UNA SPIAGGETTA DI SABBIA.
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L’assemblea di costituzione elesse un comitato: presidente Sig. Pielstick, vice presidente Giovanni Renggli. Eravamo forse in 25. Si decideva subito il nome di questo club ed essendo l’unico club di vela sul Ceresio è stato chiamato Circolo Velico Lago di Lugano. In seguito è stato aperto anche un concorso per un gagliardetto che fu vinto dal compianto Ruedi Kaiser (fratello dell’allora presidente di regata Louis Kaiser) ed è sempre quello che abbiamo tutt’ora! Sulla spiaggetta c’era posto per qualche de-
beDa KrucKer riva come per esempio la barca classe FireSocio benemerito, al CVLL dal 1967
ball. Per le barche a chiglia abbiamo dovuto creare delle boe. Sono stati costruiti dei pesi con pneumatici e cemento nella zona accanto all’albergo che a quel tempo era ancora una palude (con tanti di quei tafani …. che mi ricordo ancora oggi). Sulle boe c’erano due Tempest (Sig. Pielstick ed il cassiere Ernst Giezendanner) e qualche altra barca. Si veleggiava nel Golfo di Agno e forse fino a Figino o anche Morcote. Casa Coray era una soluzione provvisoria, ma permise di iniziare un’attività nuova. La primavera seguente con un accordo con “La Romantica” abbiamo potuto occupare il terreno non utilizzato accanto alla Swissminiature (oggi Tennisclub). Una vecchia baracca ha servito come deposito per i materiali del club e per realizzare i primi armadietti per i soci. Era la dimora anche di un topo che si nutriva di qualche vela… Rispetto alla Casa Coray, a Melide avevamo molto più spazio a disposizione e parecchi nuovi soci con nuove barche entrarono nel club : Flying Dutchman, Vaurien, Fireball ecc. Nel lago vennero posate diverse boe nuove per le barche a chiglia, per esempio Tempest, Lightning. Il Vaurien di legno si poteva comperare anche da Jelmoli a Locarno per Fr. 1'500.— tutto completo. In
quegli anni ebbero pure inizio i primi corsi di vela per bambini con Optimist di legno. La seconda assemblea generale ebbe luogo nell’albergo “La Romantica”, dove veniva eletto (con una votazione segreta) il nuovo presidente Giovanni Renggli, vice presidente Sig. Pielstick. Il mio Vaurien nuovo era arrivato con la ferrovia ed un sabato del mese di giugno 1969 era sulla rampa della stazione di Melide, proprio di fronte al club. Visto che era sabato il capo stazione non poteva permettermi di portarlo via perché amministrativamente la stazione era chiusa. Lo presi ugualmente sotto i suoi occhi e lunedì mattina mi presentai in stazione per evadere quello che era necessario per l’amministrazione (con un sorriso del capo!). Il giorno dopo c’era la prima regata – con vento da nord! Tutto andava bene fino a Morcote, ma per girare la boa c’era già un grosso problema ed in seguito per tornare in bolina col vento da nord: una catastrofe! Ed infine … . una bella scuffiata nell’acqua ancora fresca di inizio giugno (il Vaurien non era così semplice per raddrizzare, specialmente per i principianti). Sono poi venuti con un gommone per ripescarci. Era un battesimo violento per uno senza esperienza di vela! Ma è rimasto un bel rispetto per il vento da nord, come del resto per molti. Tra i primi soci c’era anche un costruttore di barche – il compianto Edy Schmidig – che aveva il suo laboratorio non proprio in zona lacustre, ma sulla salita da Gravesano ad Arosio! Caricava le barche sul tetto della sua macchina, ancora a 3 ruote. Edy ebbe comunque il fiuto di introdurre, promuovere e vendere le barche con più successo nel nostro club: Laser, Fireball, Yngling, Surprise e con ciò ha sicuramente contribuito molto allo svi-
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luppo del CVLL. Il suo laboratorio si è in seguito spostato in Via Canonica, molto più vicino al CVLL. C’erano anche le regate di Pasqua, particolarmente con la classe Fireball ed in Settembre davanti a Campione, la regata “Coppa di Campione” con premiazione nel Casinò! Venendo da Melide con le barche Vaurien e simili si passava ancora sotto la diga e per gli FD si doveva prendere in mano l’albero e procedere lungo il bordo nel passaggio dove transitano i battelli, tenendo basso l’albero. Come può capitare ovunque e forse soprattutto all’inizio, non c’erano sempre opinioni unanimi. C’era per esempio chi voleva organizzare regate e chi no, rispettivamente dove. Si trattava particolarmente dei Campionati Svizzeri di Fireball ed in seguito di Tempest. Non era facile gestire le divergenze ed il club ne soffriva. Con la presidenza di Angelo Parola ed il compianto Othmar Bolliger e diversi altri tutto cambiava immediatamente e da quel momento la lingua “ufficiale” non era più il tedesco, ma giustamente l’italiano. Nella nuova sede di Melide vennero da subito organizzate parecchie regate, anche con pochi mezzi. Una rivista di vela (Yachting ?) commentava in modo un po’ ironico una regata come segue: “L’impegno di intraprendere il viaggio in Ticino vale già per la dimostrazione, da parte del CVLL, che con veramente pochi mezzi si possono organizzare delle buone regate – anche se capita che una boa affonda perché non era a tenuta stagna o mancava la chiave per aprire la porta della baracca e si doveva aprirla con un trapano…, i partecipanti comunque dovevano aiutare nella preparazione. Nel caso di assenza di vento si dovevano pure superare in modo piacevole i tempi di attesa, anche con salsicce preparate su un vecchio grill arrugginito” (regata di Pasqua 21/22 aprile 1973). Un nuovo spirito manageriale negli anni… Angelo Parola diede avvio ad un notevole sviluppo nella qualità e quantità di servizi forniti dal CVLL . Bisogna tuttavia dare il giusto merito a chi aveva iniziato questo club con tanto lavoro e dedizione. Dobbiamo tutti riconoscere questo coraggio a chi ha fatto i primi passi.
sogno si è realizzato nell’anno 1975 con il permesso di utilizare il terreno della Foce del Cassarate, per tanti anni in modo provvisorio e dunque senza poter investire molto. Comunque un primo pontile è stato costruito subito con i nostri soldi. Una prima baracca ci ha permesso di mettere un po’ di materiale anche privato nei rispettivi armadietti. In seguito si è aggiunta una seconda baracca. Dopo la partenza della scuola d’avviamento potevamo utilizzare una baracca grande, a suo tempo usata dalla scuola d’avviamneto come aula. L’ex aula scolastica ci garantiva già molto più spazio: potevamo avere una sala, un bar, nonché uno spogliatoio. Chi non si ricorda le notti passate assieme per seguire la fase finale della Coppa America con Alinghi in Nuova Zelanda! Un incendio durante la notte ha poi parzialmente distrutto tutto, ma il progetto della nuova Foce era già in stato avanzato. Mi ricordo ancora, la sera prima dell’incendio ero al bar (forse come ultimo dei clienti) dopo aver subito una tempesta in mezzo al lago con il mio Laser tra le Cantine di Gandria e Gandria, con tante di quelle scuffiate! Eravamo in due Laser e ci siamo poi fermati vicino all’albergo Elvezia aspettando la fine del temporale. La causa dell’incendio potrebbe risalire ad un problema nell’impianto elettrico, forse nella cucina – escludendo dunque con certezza qualsiasi responsabilità legata alla presenza degli ultimi clienti… Prima di questo progetto ce ne fu un altro che non piaceva molto a tutti noi. I lavori erano già iniziati, ma a causa del terreno instabile della Foce è crollato tutto sotto il peso dei macchinari, compreso il cantiere Brivio. Durante la costruzione della nuova sede abbiamo potuto usare una baracca che prima serviva come negozio 24h alla stazione di Lugano. Era una soluzione provvisoria, ma ci ha garantito l’operatività del club per il tempo limitato da 1 a 2 anni. Un complimento ai vari comitati del CVLL che hanno saputo sviluppare questo club in tutti questi anni fino a renderlo uno tra i più belli, più importanti e più attivi di tutta la Svizzera. Buon vento a tutti anche in futuro.
È sempre stato il desiderio del circolo velico di trasferire il circolo a Lugano e mi ricordo che nel 1972/73 abbiamo portato tutte le barche da Melide in Piazza Riforma ed in Via Nassa come dimostrazione che le barche a vela effettivamente ci sono sul Ceresio. Quel
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RA IL 75-76. ABBIAMO COMINCIATO IN QUEGLI ANNI LÌ, SUBITO DOPO L’ARRIVO DEL CVLL ALLA FOCE. IO COME ARCHITETTO LAVORAVO COL VIERO BALMELLI E COL FLAVIO RIMOLDI, CHE ERA FALEGNAME. IL FLAVIO ANDAVA GIÀ IN BARCA E ANCH’IO E IL VIERO AVEVAMO INIZIATO A FARE QUALCHE COSA. COSÌ ABBIAMO COMINCIATO A FREQUENTARE LA SUA FALEGNAMERIA PER FARE LE NOSTRE RIPARAZIONI E DOPO UN PO’, TRA UN LAVORO E L’ALTRO, ABBIAMO COMINCIATO A FARE SUL SERIO.
E
ivano gHirLanDa Socio attivo dal 1975
il cantiere era qui a viganello ? Si, in via al Chioso. Lì c‘era una falegnameria. Di posto non c’era tanto; però il Flavio aveva liberato per noi uno spazio in mezzo al suo laboratorio, dove di giorno lavoravano i suoi due o tre operai e la sera o nel fine settimana noi facevamo le nostre stupidate. Lui abitava lì di fianco. Lì abbiamo iniziato a fare gli Optimist, che se ricordo bene, era un’iniziativa del Circolo Velico. Il Flavio aveva voglia di farli su lui. Così abbiamo incominciato a costruirne 6. Ma non era ancora Cantieri Riuniti veri e propri, ma è da lì che è cominciato tutto. Già facevamo dei lavori per noi e allora ci siamo detti “perché non facciamo qualche cosa anche per gli altri?”. Tanto ci divertivamo. Era una passione. Avevamo comprato, quasi per dispetto, il Flying Dutchman dell’Ugo Signorelli, che lo aveva lasciato andare ed era quasi tutto marcito. Lo abbiamo preso e ci abbiamo lavorato. E’ diventato splendido, come nuovo. perché per dispetto al signorelli ? Ma così, come sfida. Volevamo far vedere a tutti di cosa eravamo capaci. E lì, presi dall’entusiasmo e dalle richieste, abbiamo cominciato. Era tutto un insieme : Laser, regate, modifica di qui e di là, modifica il timone, la barra, cambia le vele. Non c’era un pezzo di barca che lasciavamo in originale, dovevamo per forza cambiare qualche cosa. come avete fatto a costruire gli optimist ? Il progetto si poteva comperare, con tutti i disegni. Li abbiamo copiati. Poi il Flavio come falegname era attrezzato bene , con tutte le dime, gli strumenti. Così , seguendo i disegni, li abbiamo fatti in serie. Non uno alla volta. Ogni singolo pezzo veniva fatto sei volte e poi montato. Prima tutti i telai, tutte le derive. Insomma tutta la barca montata in serie. Il Fla-
vio era un precisino. Ci teneva ai particolare e che tutto fosse fatto al meglio. Ma lì non avevamo ancora iniziato l’attività vera e propria. E’ solo dopo questa esperienza che abbiamo capito di poter fare di più e così abbiamo cominciato a lavorare per conto di altri: verniciature, riparazioni, antivegetativi, correzione di alcune parti della barca. Abbiamo persino allungato degli alberi, e poi tira da una parte, accorcia dall’altra, modifica la vela. chi era il progettista fra di voi ? Ognuno aveva la sua specialità. Non è che ci fosse uno solo che decideva. Si lavorava insieme. Ognuno dava del suo. E poi col tempo hanno cominciato a venire anche altri amici. Insomma è nato un bel gruppo, unito dall’amore per la vela, ma anche da una gran voglia di far baldoria. A un certo punto abbiamo cominciato a collaborare con la veleria di La Spezia, che adesso non c’è più. Era la veleria che in quel momento faceva le vele per tutte le più importanti barche da regata italiane. E noi collaboravamo con loro sperimentando le loro vele sulle nostre barche in regata e lì abbiamo continuato a pastrugnare. Poi sono venuti i surf. Ne abbiamo venduti tanti, anche al Circolo del tipo Tornado. Dal punto di vista economico funzionava ? Ci costava un po’ di soldi e di tempo, ma era il nostro hobby. e cosa ti ricordi di quelle serate in falegnameria ? Arrivavamo a casa stanchi morti. Non so a che ora. Da morire. Polvere dappertutto. Tutta la pelle piena di graffi. Ogni tanto mangiavamo lì, perché d’inverno c’era il riscaldamento come in un cantiere. C’erano dei bidoni dove si bruciava la legna come in una stufa. Come
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fanno i falegnami con un tubo come cappa e lì ogni tanto facevamo da mangiare alla sera. Una pelle di risate. Grattare e verniciare. L’Ursula, curava il Flavio perché il lavoro a volte “andava a lungo”. Capitava che la passione prendeva il sopravvento sui nostri impegni. Per esempio alla domenica mattina, con i vestiti del dì di festa, noi andavamo là per l’ultima verniciatina. E il Flavio che era anche il chimico del gruppo, con la camicia bianca , pronto per andare a messa (perché era il nipote del Don Giovannini) si rimboccava le maniche e dava gli ultimi ritocchi. E diceva « Uh, se mi vede l’Ursula ! ».
Quando arrivava nuovo non ci accontentavamo; bisognava fare qualche cosa, il colore, la barra. Il mio primo Laser, quando è arrivato, la prima cosa da fare è stata grattarlo per farlo grigio. Così solo per lo sfizio di farlo come piaceva a noi. Facevamo le stecche in frassino, che non si poteva per stazza. La stecca del Laser non è rastremata e si piega male. Quindi noi le avevamo fatte in frassino perché era meglio. Erano più flessibili nella parte in mezzo. Barre in inox. Insomma avevamo tutte le nostre manie. E poi in quel periodo lì con l’Edmondo si facevano gli allenamenti del mercoledì pomeriggio.
Ci arrangiavamo anche noi, è vero, ma quello che faceva i lavori di fino era il Flavio: la verniciatura con la pistola, la lucidatura di fino era roba sua.
scusa ma non lavoravate? Certo, ma si piantava il lavoro e si veniva qui al Circolo e si usciva in Laser. Eravamo liberi professionisti.
Dopo, fatto vedere come si doveva fare, ci lasciava andare avanti. Ma tutto doveva essere fatto a puntino. E lì ci abbiamo passato tante notti.
più liberi che professionisti…. Al mercoledì era d’obbligo. Bisognava venire a fare l’allenamento. Lavoravamo tanto, ma il mercoledì era obbligatorio, sacro. Anche l’Edmondo, che aveva il ristorante a Cureglia. Lui il mercoledì era libero. Era una bella squadretta.
Poi abbiamo cominciato con il Confetto, che era un Miniton modificato, che avevamo interamente rifatto: l’interno con delle liste di legno di larice, tutto curatissimo. Compravamo le barche senza rinforzi perché dovevamo farli noi. Poi, dal momento che aveva cominciato a circolare la voce che noi facevamo queste modifiche è cominciata a venire la gente. Ho in mente un bel restauro che abbiamo fatto su uno dei primi Flying Dutchman. Non so che numero fosse, ma uno dei primi, che aveva ancora un winch in mezzo. Aveva il trasto con su un winch in mezzo al pozzetto. Era del Veragouth che l’ha venduto ad un altro e che l’ha dato a noi da mettere a posto. Un lavoro che abbiamo fatto tip top. Chiaro, non era un’opera d’arte come l’avrebbe fatta uno veramente del mestiere, però i risultati erano discreti. Poi ci siamo divertiti anche con i risultati delle nostre barche: il Confetto è stata una bella esperienza. I Surprise erano appena arrivati. Il primo era quello del Parcker e noi quando è arrivato eravamo fuori con il nostro Mini Ton e tutti erano curiosi di capire chi andava di più . E allora: via altre modifiche! Solo per vedere chi alla fine andava più veloce. Poi è venuto il momento dei Laser. Quelli arrivavano già completi, ma non era finita lì.
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ma poi come si è chiusa la storia dei cantieri riuniti? Dopo abbiamo fatto il negozio. Lì dal Flavio c’era uno spazio e lì abbiamo attrezzato un negozio con una vetrina. Avevamo vele, surf, giubbotti, attrezzature. Un negozio di nautica, che è durato un pezzo. e c’era qualcuno che ci lavorava? Sì, ogni tanto c’era lì l’Ursula, ogni tano il Flavio. Perché era lì in laboratorio da falegname e poi visto che era su appuntamento, si telefonava e trovavamo il cliente a quell’ora. Abbiamo fatto anche una Prim-expo, con il nostro stand. perché cantieri riuniti? Cantieri Riuniti perché in una trasferta a La Spezia, quando eravamo all’inizio, ci eravamo posti il problema del nome. Allora “come lo chiamiamo” ? E quel giorno a La Spezia arriviamo dove ci sono tutti i cantieri sul lungomare, dopo una curva ci appare un enorme cartellone con una scritta “Cantieri Riuniti”, una cosa gigantesca e allora ci siamo detti, “ecco, siamo noi, ecco come ci chiamiamo”.
e chi ci girava oltre a voi tre, il Flavio e il viero e te? C’era anche il Bruno Rossini, Il Marco Morganti, Il Chris Jonston, il nostro americano, che adesso è tornato in America. Dopo un po’ anche il Dundi, il Pietro Ferrari, quelli di quella generazione lì, il Chico Crivelli. Erano i nostri tifosi, anche se magari non compravano niente. Venivano a trovarci e curiosavano “cosa state facendo?”. E qualche stupidata la facevamo sempre. come mai poi avete lasciato? Perché abbiamo smesso. E’ durata in tutto più di 10 anni. Poi a causa del lavoro e un po’ per gli impegni, abbiamo un po’ perso le motivazioni. Ma soprattutto perché è morto il Flavio. Eravamo già in frenata, visto poi che non rendeva niente. Era impegnativo perché dovevamo essere lì. e cosa è rimasto secondo te di quella esperienza? E’ rimasta un po’ l’idea di arrangiarsi, di improvvisare soluzioni, di fare le cose in casa, forse. Che non è proprio tipico dei circoli velici e dei soci degli altri circoli velici. Oggi è difficile vedere gente che il sabato e la domenica sono lì a lavorare. Allora era un periodo in cui c’era meno pressione sul lavoro, tutto era molto più tranquillo, per tutti. Meno distrazioni. Adesso è un’altra cosa.
CUNFETON Il classe Libera C costruito dai Cantieri Riuniti, probabilmente il progetto più iridato di questo gruppo di appassionati che conquistò per ben due volte il podio della 100 Miglia del Garda.
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URTROPPO HO COMINCIATO TARDI A PRATICARE LO SPORT DELLA VELA. HO INIZIATO PER CASO. CON MIO CUGINO DARIO, CI SIAMO DETTI UN GIORNO: «MA CRISPASS SIAMO QUI SUL LAGO E NON ANDIAMO IN BARCA. PROVIAMOCI… DAI CHE PROVIAMO». SIAMO VENUTI AL CIRCOLO VELICO, ABBIAMO FATTO IL CORSO VELA CON GIOVANNI TABET. E SUCCESSIVAMENTE ANCHE CON MARCO MORGANTI.
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pino baLestrieri Socio benemerito, al CVLL dal 1971
Nel 1971 il corso sul Caravelle. La prima barca scuola del Circolo. Ho fatto una fatica. Pesante. Ma era sicura. Ce ne sono di gente che ha imparato ad andare in barca a vela con quelle barche. Dopo ho cominciato col Laser insieme con lo Schmidi. Facevamo insieme le regate, qui o a Locarno. Caricavamo le barche sulle auto. Poi ho cominciato con il Panichi. Mi ha chiesto di cominciare a regatare con lui. Io dicevo di si a tutti, basta andare in barca. Con lui ho fatto qualche stagione. D’inverno facevamo allenamento e poi via con le regate. Avevamo un FD, la barca era sua. Una barca si chiamava Ernest perchè era un po’ gay, poi l’ha cambiata e ha preso il Mader Miss. Qui non cera niente, c’era solo una baracca blu. Poi ci siamo allargati con l’altra baracca delle scuole. Noi stavamo in piedi a baracche. A quei tempi lì bisognava accontentarsi. Almeno c’era un posto dove andare a cambiarsi d’inverno. Dopo ho lasciato l’FD ed ho cominciato con il Surprise, con il Saltamartino. Ne ho fatto di lavoro su quella barca lì. Abbiamo fatto un sistema per tirare su lo spinnaker senza fare fatica, ed evitare le spiacevoli « caramelle ». Abbiamo zincato tutta la chiglia .
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Dante (Demo) Panichi regatante in classe FD e successivamente Surprise, è stato tra i timonieri di punta del CVLL, tra gli anni ‘70-’80.
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EL 1977 MI SONO RECATO CON TUTTA LA FAMIGLIA IN UN VILLAGGIO DI VACANZA IN CALABRIA MA NON RIUSCIVO A STAR FERMO E A QUESTO PUNTO, ASSIEME A MIA MOGLIE, ABBIAMO DECISO DI SEGUIRE UN CORSO DI VELA. NON È CHE MI ENTUSIASMASSE IN MODO PARTICOLARE MA PER CONTRO PIACEVA A BETTY E COSÌ PASSAMMO DUE SETTIMANE SULL’ACQUA. L’ISTRUTTORE MI PARLÒ DI CAPRERA E L’ANNO DOPO CI ANDAI. MI CHIAMAVANO “EMMENTAL” ERO L’UNICO STRANIERO ED È STATO SUBITO AMORE A PRIMA VISTA. VAURIEN E MOUSQUETAIRE, TUTTI IN LEGNO E DI COLORE ARANCIONE, UN VERO SPASSO.
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bruno rossini Membro di comitato, al CVLL dal 1979
sappiamo che hai fatto diverse esperienze prima di arrivare alla vela e vorremmo sapere come e quando ti sei avvicinato a questo sport. Ho iniziato a giocare a calcio negli allora “pulcini” del FC Chiasso e ho praticato questo sport fino al 1975. Poi per alcuni anni ho allenato gli allievi del FC Rapid Lugano. In seguito alla vacanza in Calabria e al corso di vela a Caprera, nel 1978 decisi di ordinare la mia prima barca. Ordinai un 470 e andai alla Nautivela a prenderlo all’inizio di febbraio. Arrivato al circolo mi si fecero incontro diverse persone fra le quali l’Annoni che, spacciandosi per un professionista mi creò il primo problema sfilando tutte le drizze dall’albero per poi non essere in grado di rimetterle. Alcuni soci mi aiutarono e fra questi il Morganti, all’epoca capo-porto. Nacque un’amicizia che dura tutt’ora e questo malgrado alcune divergenze politiche. La prima uscita non si dimentica mai, per te come si è svolta? La prima uscita con il 470 non me la dimenticherò mai. Era il martedì grassodel ‘78, faceva freddo e c’era un bel nord. Betty mi faceva da prodiere con cerata, stivali, giubbotto e ben imbacuccati abbiamo fatto diversi bordi fra il circolo e Paradiso . Poppa con spi e bolina di ritorno fino poi a scuffiare di poppa. Stivali pieni a fare da zavorra, barca che non voleva rimettersi in rotta ma anche gli incoscienti possono aver fortuna. Arrivò un pedalò con due signore francesi che non so chi le abbia mandate. Hanno raccolto Betty e l’hanno portata al circolo mentre io sono riuscito a tuffarmi sotto la barca, lascare tutte le scotte, raddrizzarla e portarla fino al bagno pubblico. Stavo per tornare a piedi al circolo quando l’omino con il cappello NU (nettezza ur-
bana) che stava raccogliendo sporcizia dal lago mi ha offerto un traino con la sua barchetta. Questa è stata la mia prima uscita sul lago. casa o circolo? Il circolo la seconda, ma forse, più delle volte, con l’entrata in Comitato, la mia prima casa dal 1982. In effetti quell’anno sono entrato a far parte del Comitato presieduto da Giovanni. Il Morganti mi ha assunto quale apprendista capo porto. Più tardi mi sono dedicato ai bambini seguendoli con i famosi optimist di legno. L’ambiente al circolo era eccezionale e lavorare con i ragazzi gratificante. Ancora oggi, dopo molti anni, me li ritrovo davanti adulti, padri di famiglia ma per me sempre i “miei” ragazzi. Hai avuto anche un trascorso da regatante? Assieme al Viero, Ivano, Giorgio e Flavio abbiamo frequentato diverse regate con il primo FUN presente al circolo e da me comperato nell’ 86. Fu da loro battezzato “mi FUN casott” e di casott ne facemmo diversi. Altro ricordo indelebile la regata di campionato europeo FUN a Gravedona dove la Janine, prodiera di una barca ginevrina, ci ha fatto perdere la regata. Al grido “ la Janine la fa la pipi föra dalla battagliola” il nostro spi, caduto in acqua, faceva da paracadute galleggiante dietro di essa. Naturalmente ci superarono e questo malgrado le imprecazioni di Ivano. ci si divertiva fra di voi? Diverse le macchiette di allora. L’Elio, a quei tempi buon surfista, aveva tacciato il circolo quale circolo antisemita dicendo che gli avevano sparato ben tre volte. Era fuori tempo massimo e gli spari annullavano la regata. Girava in città in bicicletta con una
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cornacchia posata sulle sue spalle. Chi si dimentica delle attività alla Cantieri Riuniti? Dopo il lavoro a creare surf, barche, preparare cene sui bidoni procurati da Flavio. Le trasferte ad Ambrì con Giovanni e Marco. Scherzi fra di noi non mancavano e non ci si fidava più di nessuno. Ma il tutto in un modo molto goliardico. ti sei occupato prevalentemente dei ragazzi. perché? Arriviamo ai tempi più recenti con la professionalizzazione delle squadre agonistiche giovanili iniziata da Sergio e poi da me ampliata. Tanti sono i ragazzi che ho potuto seguire in questi lunghi anni. Dai piccolissimi sugli optimist ai più grandi sui laser e ciò non solo dal lato sportivo, ma anche cercando di dare loro la possibilità di una crescita sana e lontana da pericoli, cooperando con i genitori. Nel 2009 ho dato vita al CAVT, uno dei primi raggruppamenti regionali riconosciuto da Swiss Sailing per la formazione delle giovani speranze. Ora possiamo contare su uno fra i migliori settori giovanili a livello
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nazionale. Ottimi i risultati dei nostri ragazzi. Il settore giovanile è la parte più importante di qualsiasi società sportiva la cui sopravvivenza è nelle mani dei nostri ragazzi. Dopo ben 25 anni lascio il Comitato del circolo. Sono sicuro che ciò mi mancherà ma sono altrettanto sicuro che l’attività del CVLL e dei nostri ragazzi continuerà nel migliore dei modi.
1986: La prima squadra agonistica del CVLL, allenata dal Coach Bruno Rossini.
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50 anni in ciFre
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evoLuZione DeL numero Di soci DeLLa società
Infografica
1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
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12 11
26
101
153 280 391 505 659 681
722
771 780 756 759
765
826
841
sviLuppo e numero Di partecipanti ai corsi veLa
Infografica
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GLI ANNUARI DEL CVLL: 100 PAGINE PER 50 ANNI
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IMPRESSUM
Edito dal Circolo Velico Lago di Lugano in occasione del 50esimo di fondazione. Stampato in 400 esemplari, maggio 2017 Redazione: Andrea Colombo, Giuseppe Latella, Andrea Rossi Grafica ed impaginazione: Fullfactory Sagl, Mendrisio Hanno collaborato alla stesura dei testi: Pino Balestrieri, Marco Borradori, Andrea Colombo, Gastone Farolfi, Roberto Gandolfi, Ivano Ghirlanda Vincent Hagin, Beda Krucker, Giuseppe Latella, Osvaldo Paris Angelo Parola, Giovanni Rengli, Lorenzo Sganzini, Giovanni Tabet Carlo Wullschleger
Stampa: Fratelli Roda SA, Taverne
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RINGRAZIAMENTI
Il libro ripercorre i 50 anni di storia del circolo in modo parziale e sommario, molte persone non citate hanno contribuito in maniera determinante al successo della nostra associazione, a loro vanno i nostri sentiti ringraziamenti e le nostre scuse. Ci scusiamo inoltre di non aver citato la fonte delle foto pubblicate ma la maggior parte della documentazione ci è stata data senza questa indicazione e sarebbe stato impossibile ricostruirne la fonte; Il libro viene usato prevalentemente per usi interni e non messo in vendita al pubblico.
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