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Università IUAV di Venezia Facoltà di Scienze dell’Architettura A.A. 2011/2012
Corso di Progettazione urbanistica Professore Matteo D’Ambros Anna Valastro #269043
Agronica: Urbanizzazione debole Tipologia Parco agricolo semiurbanizzato Committente Centro ricerche Domus Academy Centro Design Philips (direzione Stefano Marzano) Anno 1995 Progetto Andrea Branzi, Dante Donegani, Antonio Petrillo, Claudia Raimondo con Tamar Ben David Abstract Agronica nasce come un’utopia parziale prendendo forma da un progetto di ricerca che si colloca accanto alla metropoli e non in sostituzione ad essa. Questo modello di urbanizzazione debole tende a superare il conflitto esistente tra città e campagna attraverso una mediazione innovativa tra il paesaggio agricolo e naturale e i servizi urbani evoluti ma non più totalizzanti, in cui non ci sia alcuna relazione tra forma e funzione.
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Singoli elementi architettonici a scorrimento
Agronica: L’utopia Agronica si fonda su una struttura puntiforme distribuita con continuità sul territorio che porta la rete delle infrastrutture e quella informatica e telematica. La struttura portante è costituita da travi mobili sulle quali scorrono le grandi coperture e le piazze sospese. Le nuove tecnologie permettono una grande autonomia distributiva e morfologica dei sistemi insediativi per cui il paesaggio è la naturale compenetrazione di tutte le funzioni metropolitane: dalla comunicazione telematica, agli scambi di merci, alle attività specializzate di produzione e ricerca, allo spettacolo, fino alla loro fusione con quelle estremamente sofisticate relative alla organizzazione e gestione del sistema agricolo. Agronica è la rappresentazione fluida e diffusa sul territorio di diverse forme di attività che si distribuiscono e si stabilizzano secondo il concetto di simbiosi funzionale.
Sistema agricolo delle palificazioni
Territorio agricolo produttivo
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Agronica: Architettura & agricoltura Agricoltura moderna: -modello di riferimento di tecnologia avanzata -sistemi territoriali diffusi -alimentato da energie deboli della natura, del clima, della genetica -autoequilibrata -regolata da cicli stagionali -produzione di serie diversificata Architettura: -libera disponibilitĂ di componenti a seconda di necesitĂ -strutture di servizio provvisorie e disperse -sistema aperto di componenti aggregabili/disgregabili -non-figurativa Urbanizzazione debole: -realtĂ provvisoria -leggera -elastica -mobile -territorio enzimatico, orizzontale, sisitemico, mutante, inespressivo
coperture voltate
coperture piane
piattaforme e piani scorrevoli colonnine di servizio travi e pannelli scorrevoli
strutture fisse per abitazione, produzione e servizi
4 + centro/periferia
allevamento/produzione
residenza/lavoro
+ vs società/telecomunicazioni/reti
case/infrastrutture +
spazi di vita/collegamenti
trasporto merci/paesaggio naturale
Agronica: Città moderna vs città contemporanea Città moderna
Città contemporanea post-industriale
asse preferenziale con industria e fabbrica luogo concentrato e chiuso decisioni forti modernizzazione
asse preferenziale con agricoltura piccole imprese ricerca diffusa energie deboli e diffuse produttività pulviscolare incompletezza e imperfezione mobilità e provvisorietà adatta a diversi turnover, stagionalità e micro-ambienti
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Dispositivi per la diffusione delle reti telematiche
Pannelli solari: energia debole, diffusa, ecologica
Agronica: Le sette tesi di Branzi - Separazione tra tecnologia e forma - Nessuna corrispondenza tra tecnologie costruttive e forma dei manufatti (urbani e d’uso) - Nessuna relazione diretta tra l’elettronica e la forma dei prodotti da essa derivati - Separazione tra funzione e forma - La strumentazione elettronica permette di svolgere le stesse funzioni in ogni luogo - I luoghi perdono identità funzionale - La funzione dei luoghi non corrisponde più a un codice stilistico (casa, ufficio, fabbrica) visibile, ma a un software che cambia l’uso dei luoghi, cioè a un programma in rete che specializza in tempo reale le attività Natura: regno di una tecnologia inarrivabile
Elementi di design
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Agronica: Riformismo + sperimentazione Scopo: rinnovare logiche vecchie del progetto con una nuova stagione di sperimentazione e sviluppo Risultato: -metropoli informe e flessibile del III millennio -zooning sfumato e intermedio -paesaggio orizzontale privo di cattedrali -attraversabile e reversibile (desti. d’uso) -inespressività dei manufatti -assenza di significato globale della forma urbana -adeguamento all’equilibrio produttivo del terreno, all’andamento delle stagioni e del mercato -trasformazioni del territorio meno rigide e assolute -integrazione totale tra ambiente progettato e naturale -separazione tra tipologia e funzione -transizione da tecnologie meccaniche a tecnologie digitali
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Agronica: I riferimenti dalla realtà Nelle città indiane le vacche sacre circolano liberamente nella rete del traffico veicolare, creando degli elastomeri o riduttori di velocità nei ritmi di funzionamento della metropoli, indicando la possibilità di integrare in un unico sistema elastico realtà programmate e realtà non programmabili. Le favelas sono una nuova tipologia nata spontaneamente nella modernità debole e diffusa, prodotte da uno stato di necessità e di grave disagio sociale. Valutate aldilà dei gruppi che le hanno create, hanno un potenziale innovativo: architettura dispersa, aperta alla natura, indefinita e mobile nel tempo e nello spazio. Nella tradizionale concezione della città giapponese non c’è nessuna distinzione tra città e campagna: risaia (ta città (machi
)
agglomerato di case (cho risaia (ta
campagna (inaka
)
)
) casa (sha alberi (ki
villaggio (mura
)
) )
) antica unità di misura (sun
)
8 elementi puntiformi semplici elementi puntiformi articolati elementi curvilinei elementi quadrangolari elementi lineari Territorio urbano: superficie vibratile, attraversata da flussi varianti di informazioni, prodotti ed elementi che creano un sistema aperto e provvisorio di strutture. Agronica: Ricerche precedenti No-Stop City Tipologia Riflessioni e ricerca sulla città contemporanea Anno 1968-1972 Progetto Archizoom Associati (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Massimo Morozzi, Dario e Lucia Bartolini) Abstract Ricerca progettuale nata in un ambiente radicale, No-Stop City mette in evidenza l’architettura in termini unicamente quantitativi, eliminando la questione qualitativa, intesa come limite, per approdare al progetto di una “città senza architettura”. No-Stop City non è un progetto ma un livello radicale di rappresentazione della città contemporanea nell’ottica di un’architettura non figurativa formata da organismi areati e illuminati artificialmente dotati di dimensioni teoricamente infinite. Il risultato è una società inespressiva che non ha nessuna forma esterna e infinite forme interne.
Gli schemi preparatori di No-Stop City battuti a macchina rappresentano una ipotesi di architettura non figurativa, da configurazioni semplici a diagrammi più complessi.
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No-Stop City: La struttura All’interno: -grandi spazi neutri -energia sociale incontenibile -paesaggio ibrido -grande complessità -bassa specializzazione All’esterno: -territorio agricolo -inespressivo -strutturato -cangiante secondo il succedersi dei suoi cicli vitali
10 Philips Strijp
-dismessione industriale di 982000 mq -conservazione dell’autonomia del territorio -regione agricola -creazione di un parco agricolo aperto -territorio sperimentale (tipologie e norme) -volumetrie variabili -destinazioni d’uso non definite -variabilità nel tempo, nelle stagioni, nelle necessità
Ring Technische Universiteit
Witte Damme City Hall
Philips Campus
Percorso pedonale Percorso ciclabile Percorso tram
Agronica: Progetto realizzato Master plan per Eindhoven Tipologia Parco agricolo integrato Committente Philips Design Anno 2000 Progetto Andrea Branzi con Ernesto Bartolini, Lapo Lani Abstract Il metaprogetto per le future aree dismesse da Philips nella città di Eindhoven prevede un modello di urbanizzazione debole, costituito da un territorio agricolo produttivo e attraversabile, dove si collocano laboratori di ricerca, residenze, strutture per il tempo libero, intrecciati tra loro e in grado di seguire turnover stagionali di funzioni e di nuuove dimensioni. Questa favelas ad alta tecnologia rappresenta lìipotesi di un distretto per la ricerca e l’innovazione in Europa, come un territorio enzimatico, privo di un’immagine stabile, che muta stagionalmente il proprio assetto come l’agricoltura a cui è integrato.
-tracciato dei percorsi come un tartan di penetrazioni deboli e incrociate sull’erba del parco -tessuto omogeneo -distribuzione leggera -attraversabilità diffusa
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merci
Diagrammi per modello di urbanizzazione debole
sapere
management
ricerca + design
produzione
soldi
cultura Eindhoven come network incompleto
Tradizionale processo produttivo
merci
sapere produzione
management
ricerca + design
produzione produzione
soldi
-mix urbano (residenza, ricerca scientifica, laboratori, commercio, tempo libero e produzione agricola) -intensi spazi relazionali -numero molto limitato di edifici industriali storici da conservare -layer specializzati autonomi sovrapposti tra loro -un asse di servizi concentrati con teatri, luna-park, centri di ricerca -un sistema diffuso di mulini per lo sfruttamento dell'energia naturale -l'attuale sistema aereo di distribuzione dell'energia artificiale con la propria centrale di produzione -nuova edificazione attraverso prefabbricazione leggera -totale flessibilità e reversibilità
Eindhoven come un network ricco che attrae le nuove generazioni
cultura
Processo produttivo innovativo
vita
lavoro
vita
lavoro
piacere
piacere piacere Gerarchia tradizionale società industriale
Società di network
vita
lavoro
piacere
vita Zoning tradizionale -divisioni urbane -minor senso di comunità
Città compatta -uso misto -senso di comunità
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Agronica: L’autore
Bibliografia e sitografia Andrea Branzi, Modernità debole e diffusa. Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo, Skira ed., Milano 2006 Andrea Branzi, Luoghi: the complete works/foreword by Germano Celant, Idea Books, Milano 1992 Andrea Branzi, No-Stop City: Archizoom associati, HYX editions, Orleans 2006 Antonio Scarponi, ‘Andrea Branzi: la ville continue (Antonio Scarponi intervista ad Andrea Branzi).’ / articolo di Antonio Scarponi, in Moniteur Architecture AMC no.150 Marzo 2005 / p.88-94 (testo originale in francese) www.andreabranzi.it http://www.youtube.com/watch?v=L7G-eF71wmo (video realizzato per Agronica) www.architettura.it
Andrea Branzi, architetto e designer, nato a Firenze nel 1938, dove si è laureato nel 1966, vive e lavora a Milano dal 1973. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale, i cui progetti sono oggi conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma; la sua tesi di laurea e numerosi progetti sono conservati presso il Centro Georges Pompidou di Parigi. Co-fondatore di Domus Academy, prima scuola internazionale post-laurea di design. Autore di numerosi libri sulla storia e la teoria del design, ha curato numerose mostre di questo settore in Italia e all'estero. Nel 1987 ha ricevuto il Compasso d'Oro alla carriera. E' Professore Ordinario e Presidente del Corso di Laurea alla Facoltà di Interni e Design al Politecnico di Milano.