Portfolio

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Portfolio Anna Valastro



La fantasia permette di pensare a qualcosa che prima non c’era senza nessun limite. Anche cose che non sono realizzabili praticamente. L’esempio è quello del drago di San Giorgio, che non esiste ma è fatto con parti di animali esistenti […] L’invenzione invece produce qualcosa che prima non c’era, ma senza problemi estetici. L’inventore produce un meccanismo e non si preoccupa che sia anche bello, si preoccupa solo che sia perfettamente funzionante […] poi c’è la creatività, che usa sia la fantasia che l’invenzione per produrre qualcosa che prima non c’era ma che sia realizzabile e funzionante. L’immaginazione permette alle persone di immaginare quello che la fantasia, l’invenzione e la creatività producono. Un uomo che vive di ricordi, diventa vecchio. Uno che vive di progetti resta giovane. Bruno Munari


Università IUAV di Venezia Corso di laurea triennale in Scienze dell’Architettura a.a. 2011/12 Portfolio di laurea Anna Valastro # 269043


Indice

Strumenti | Tools Rappresentazione 1 Costruzione 1 Rappresentazione 2 Istituzioni di storia dell’architettura Urbanistica Storia dell’architettura contemporanea

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Progettazione 1 Workshop 2009/10 Progettazione 2 Workshop 2010/11 Restauro Progettazione urbanistica Progettazione architettonica e urbana Workshop 2011/12

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Caratteri costruttivi dell’edilizia storica veneziana Tirocinio Storia dell’arte contemporanea Viaggio studio - Svizzera

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Composizione | Design

Supplementi | Extras 148 156 168



Strumenti | Tools


Rappresentazione 1 Fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva Disegno dell’Architettura GIUSEPPE D’ACUNTO Studio e ridisegno di un edificio realizzato dall’architetto Richard Meier; comprensione e applicazione dei principali assunti di geometria descrittiva attraverso esercitazioni.

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Comprendere gli assunti della geometria descrittiva attraverso la preparazione di alcune semplici esercitazioni e conoscere le principali norme per il disegno architettonico permette di acquisire una capacità di espressione mediante la rappresentazione su carta dei progetti. Oltre ai semplici esercizi di geometria (proiezioni, omologie, ombre portate e proprie, assonometrie e prospettive di alcune semplici figure piane e solide) per assumere i meccanismi della rappresentazione, l’espediente per progredire nella qualità dei disegni è stato il ridisegno di un tema d’anno assegnato, casa Ackerberg: uno degli edifici realizzati dall’architetto statunitense Richerd Meier. La lussuosa residenza di Malibu si trova a ridosso della costa californiana. Progettata per i coniugi Ackerberg nel 1984, viene completata nell’86 e in seguito nel 1994 viene realizzata un ampliamento. La villa si compone di pochi solidi geometrici con l’accostamento di una parete curva che si affaccia su una corte privata. All’interno, nella zona giorno, essa accoglie l’area dedicata al pianoforte della committente musicista, una grande libreria a parete e un soppalco al piano superiore che si affaccia sull’ampio soggiorno a doppia altezza. L’esterno si sviluppa a forma di C, comprendendo anche due piscine e un campo da tennis all’interno del lotto e il suo aspetto esteriore è quello tipico dei manufatti di Meier: ricorrenti piastrelle bianche in calcestruzzo di forma quadrata ricoprono alcuni blocchi dell’edificio, così come sono bianche le altre superfici esterne intonacate e il maestoso brise-soleil del prospetto sud.

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Ackerberg House | Pianta piano terra, pianta piano primo, prospetto nord, sezione longitudinale, sezione trasversale

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Strumenti

Rappresentazione 1


Ackerberg House | Pianta piano secondo, prospetto est e prospetto sud, planivolumetrico

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Ackerberg House | Sezione prospettica e studio della parete curva

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Strumenti

Rappresentazione 1


Ackerberg House | Assonometria Cavaliera e studio dei volumi

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Geometria descrittiva | Ridisegno di un edificio

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Strumenti

Rappresentazione 1


Geometria descrittiva | Omologie di esagono e cerchio, teoria delle ombre applicata a un cono e ad un cilindro

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Geometria descrittiva | Assonometria Cavaliera di un elicoide circolare e di una volta a crociera

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Strumenti

Rappresentazione 1


Geometria descrittiva | Assonometria Cavaliera e prospettiva centrale di un solido

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Costruzione 1 Meccanica strutturale | Elementi costruttivi | Analisi matematica ANTONELLA CECCHI, MATTEO GUARDINI, MARIO MAINARDIS Progettazione e calcolo della struttura di un capannone con copertura reticolare.

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Dopo aver sostenuto prove scritte intermedie per le singole materie del modulo coordinato, mi è stata data la possibilità di un primo approccio progettuale grazie all’esercitazione per il corso di Costruzione 1. Il tema constava nella progettazione di un capannone con pianta a base rettangolare, composto da specifici elementi costruttivi. Si trattava perciò di una progettazione guidata da presentare attraverso le tavole di progetto e un fascicolo, definendo tecnologicamente la chiusura inferiore, laterale (2) e superiore. La copertura assegnata era una struttura reticolare, di cui bisognava definire tipologia e passo, scegliere il tipo strutturale di orditura secondaria con il relativo passo e redigere l’analisi dei carichi del pacchetto costituito dal solaio di copertura. Il calcolo dello sforzo delle membrature da svolgere con il metodo dell’equilibrio ai nodi e la relativa verifica attraverso una sezione è servito al predimensionamento delle membrature della suddetta reticolare e del calcolo di massima con i materiali indicati.

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Esercitazione attacco parete solaio | Elementi costruttivi 1- Rasatura 2- Cappotto 3- Blocco laterizio tipo Poroton 4- Malta 5- Cordolo in cls 6- Telaio del serramento 7- Architrave 8- Mattone doppio UNI 9- Solaio in latero-cemento 10- Tondini 11- Fondelli in cotto 12- Travetto a traliccio 13- Pignatta

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Strumenti

Costruzione 1


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Esercitazione fondazione e setto edificio in legno | Elementi costruttivi 1- Fondazione in c.a. 14- Solaio a terra h 20 cm 2- Vespaio 15- Sottofondo al pavimento 5 cm 3- Massetto coprimpianti 16- Pavimentazione del marciapiede 1 cm 4- Massetto radiante sp. 7 cm 17- Zoccolo in pietra naturale sp 3 cm h 50 cm 5- Pavimento in gres 18- Intonaco tradizionale 1 cm 6- Doppia lastra in cartongesso 19- Pannello Celenit N sp. 2,5 cm 7- Fibra di legno sp. 6 cm 20- Pannello OSB sp. 1,5 cm 8- Montante 5x6 del vano tecnico 21- Montante verticale 10x16 9- Serramento in legno 22- Traverso superiore 10x16 10- Vetro 11- Isolante fibra di legno sp. 6 cm 12- Travi in legno lamellare sez. 10x16 13- Terreno vegetale

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Esercitazione attacco a terra | Elementi costruttivi 1- Terreno stabile 14- Battiscopa 2- Terreno di riempimento (vespaio) 15- Piastrelle pavimento 3- Fondazioni 4- Calcestruzzo 5- Massetto per impianti 6- Tubo di scarico 7- Dente di scolo per l’acqua 8- Isolante 9- Riscaldamento a pavimento 10- Massetto radiante in cls 11- Colla 12- Intonaco 13- Blocco laterizio tipo Poroton

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Strumenti

Costruzione 1

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Esercitazione sezione trasversale di una ristrutturazione | Elementi costruttivi 1- Muro esistente in mattoni sp. 25 21- Rinforzo per fondazione in c.a. 2- Cappotto in polistirene estruso 10 cm 22- Trave He 220B 3- Rasatura su polistirene 0,5 cm 23- Doppia lastra in cartongesso 4- Muratura nuova in bimattoni 25 cm con finitura rasata 5- Architrave con fondello in cotto 24- Lamiera grecata per solaio 6- Serramento in legno 25- Corrimano realizzato con profilo 7- Davanzale in bianco di Carrara tubolare Ό 80 mm 8- Staffa metallica reggi zoccolo 26- Montante verticale in profilo 9- Zoccolo in bianco di Carrara 50x3 cm tubolare d’acciaio 10- Rivestimento del marciapiede in bianco 27- Travi in legno lamellare sez. di Carrara bocciardato 32x16 cm passo 50 cm 11- Malta di allettamento 1-2 cm 28- Assito battenato piallato sp. 30 cm 12- Battuto in c.a. con doppia rete metallica 29- Doppio strato di Fesco Board 10 cm Ό 8 20x20 cm 30- Listello in legno 5x5 cm 13- Massetto copri-impianti in Foacem 31- Camera di ventilazione 7 cm 14- Colla per pavimenti 1 cm 32- Assito non piallato 25 cm 15- Pavimento in gres 33- Manto di copertura in coppi 16- Intonaco tradizionale malta 34- Coppi di colmo tipo M3 1,5 cm 35- Supporto per colmo ventilato 17- Battiscopa in gres 10 cm 36- Gronda 18- Muratura in blocchi alveolati 37- Rete parapasseri % foratura <45% 38- Staffa reggi-canale di gronda 19- Tramezza in cotto 10 cm 39- Lama para-spifferi 20- Nuova fondazione in c.a. 40- Falso telaio o cassamatta

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Sezione trasversale del capannone | Elementi costruttivi 1- Fondazioni in c.a. 14- Pavimento in cls 2- Muro in c.a. (sp. 30 cm) 15- Davanzale in marmo 3- Strato isolante (sp. 10 cm) 16- Telaio 4- Zanca reggi-controparete 17- Falso telaio 5- Controparete in mattoni 18- Coprifilo 6- Malta 19- Pannello prefabbricato in cls (3x60x100) 7- Serramento in acciaio 20- Zanca di sostegno 8- Falso telaio 21- Blocco in laterizio tipo Poroton 9- Telaio 22- Malta 10- Coprifilo 23- Guina della finitura esterna 11- Architrave 24- Finitura esterna “verde� con vaschette 12- Davanzale in marmo 25- Terreno vegetale 13- Solaio a terra in cls 26- Strato di tessuto-non-tessuto

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Strumenti

Costruzione 1

27- Serramento in legno 28- Marciapiede in cls 29- Reticolare in acciaio 30- Terzera (profilo He 200 A) 31- Puntone 32- Catena 33- Guaina 34- Strato di isolante 35- Assito in legno 4 cm 36- Finitura in lastre di vetro 3 cm 37- Perni per ancoraggio 38- Manto in coppi 39- Coppo di colmo


Porzioni di prospetti laterali, porzione di pianta

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Rappresentazione 2 Rilievo dell’Architettura Informatica - Disegno digitale VINCENZO LUCCHESE, LUCIANO COMACCHIO Analisi e descrizione di un’insula veneziana in tutti i suoi aspetti, restituzione grafica degli elaborati con modalità digitali.

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Il tema del laboratorio coordinato di Rappresentazione 2, composto da Rilievo dell’Architettura e Informatica e Disegno digitale verteva sullo svolgimento di una descrizione esaustiva di una o più insulae veneziane. Le insulae di Santa Marta e San Nicolò dei Mendicoli, estrema propaggine a sud-est della città di Venezia, sorsero all’inizio del ‘300 come insediamenti conventuali e si collegavano con la terraferma attraverso una lingua di sabbia e bosco. Nate come territorio per i pescatori, i commercianti, i trasportatori e gli squeraroli, erano abitate dai cosidetti mendicoli, il ceto popolare della comunità della Mendigola e i loro confini fisici erano segnati dalla Chiesa di Santa Marta, da quella appunto di San Nicolò dei Mendicoli e dal Rio di Santa Teresa. Queste isole, inizialmente composte da un tessuto edilizio omogeneo, semplice e organizzato in corti e articolato dagli affacci sui canali, come si può constatare analizzando le testimonianze cartografiche, dalla pianta a volo d’uccello Venetie MD di Jacopo de’ Barbari ai più moderni catasti napoleonici, subirono nel corso dei secoli numerosi cambiamenti, tra cui la cesura ottocentesca della costruzione del Cotonificio olcese, oggi sede IUAV, l’innalzamento dei Magazzini Generali e di quelli frigoriferi, gli sventramenti in epoca fascista del quartiere di Santa Marta, riqualificato dall’intervento dell’Istituto Autonomo Case Popolari, i ricorrenti interramenti di alcuni canali. Nonostante questa tabula rasa rimane ancora qualche superstite dell’edilizia minore e popolare costruita nei secoli dai Nicolotti. Alcuni esempi (sebbene taluni pesantemente oggetto di recente ristrutturazione) sono l’Ospizio Zuane Contarini, di fianco al Convento delle Terese, risalente al XIII-XIV secolo; la Casa dei Sette Camini, sulla riva opposta del canale e il Palazzetto gotico Venier in Fondamenta Lizza Fusina, di cui è stata rilevata la facciata. Molto è cambiato anche negli ultimi decenni: l’edilizia popolare in Fondamenta della Pescaria è stata completamente abbattuta per lasciar spazio a nuovi progetti, di cui ancora non si vede l’inizio.

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Insulae di Santa Marta e San Nicolò dei Mendicoli | In alto: ridisegno del Catasto Napoleonico, 1812; in basso: pianta dei Combatti, 1847-1855

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Strumenti

Rappresentazione 2


Insulae di Santa Marta e San Nicolò dei Mendicoli | In alto: pianta prospettica a volo d’uccello VENETIE MD, Jacopo de Barbari; in basso: simulazione a volo d’uccello dello stato attuale

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Palazzetto Venier in Lizza Fusina | In alto: a fondamenta Lizza Fusina; in basso: Raddrizzamento fotografico con rdf

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Strumenti

Rappresentazione 2


Palazzetto Venier in Lizza Fusina | Eidotipo dal quaderno di campagna e ritaglio della facciata

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Palazzetto Venier in Lizza Fusina | In alto: particolari del palazzetto gotico; in basso: ridisegno sintetico della facciata con quotatura

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Strumenti

Rappresentazione 2


Palazzetto Venier in Lizza Fusina | Ridisegno integrale di facciata

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Istituzioni di Storia dell’Architettura Storia dell’Architettura ANNA BEDON Storia dell’Architettura e degli Architetti dall’VIII secolo a.C. al XVIII secolo.

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Il programma proponeva un corso istituzionale di storia dell'Architettura che fornisse gli strumenti per conoscere la storia dell'Architettura europea dal secolo XIII al XVIII, trattando architetti e architetture secondo un iter cronologico. Sono state esposte brevi incursioni sui fondamenti dell’Architettura, sui suoi elementi principali e sugli stili all’interno dei secoli precedenti. Partendo da Filippo Brunelleschi, lo studio della prospettiva e degli elementi proporzionali e seriali per una nuova Architettura, è stato immediato capire che qualcosa era cambiato rispetto al periodo gotico; in ordine poi sono stati trattati Leon Battista Alberti e le ricerche sull'architettura antica; la riscoperta di Vitruvio; due esperimenti di città ideali: Urbino e Pienza; Donato Bramante: Santa Maria presso San Satiro a Milano e le opere romane; gli allievi della sua scuola: Raffaello, Baldassarre Peruzzi, Antonio da Sangallo e la fabbrica di San Pietro da Bramante ad Antonio da Sangallo. I temi di Giulio Romano e il nuovo volto di Mantova sono stati approfonditamente trattati, così come l'Architettura di Michelangelo, l’Architettura della prima metà del Cinquecento nel Veneto e Andrea Palladio, Jacopo Barozzi detto il Vignola e la Roma della seconda metà del Cinquecento. Per il filone dell’Architettura europea è stato seguito il percorso da Inigo Jones e la nuova Architettura alla corte degli Stuart e parallelamente la Parigi di Enrico IV, con le sue piazze: place des Vosges, place Dauphine e place de France. L’epoca barocca in Italia: Gian Lorenzo Bernini e il gran teatro della vita, Francesco Borromini, i suoi progetti e il suo destino, Pietro Berrettini da Cortona e i suoi "presepi". L’excursus francese dei progetti per il Louvre e la creazione della nuova immagine della capitale di Luigi XIV, la reggia di Versailles e il grande teatro della corte. In Inghilterra Sir Christopher Wren e la ricostruzione di Londra dopo l'incendio del 1666. In Italia l’ascesa della città di Torino e la sua fioritura con Guarino Guarini, che concepiva l’Architettura come scienza. Praga e l’Europa centrale, per capire l’influenza dell’Architettura guariniana in Boemia: i Dientzenhofer e Jan Santini Aichl. L’italia diventa col finire del ‘700 una fucina internazionale di architetti, grazie a Carlo Fontana e all'Accademia di S. Luca, che sforna allievi del calibro di Lukas von Hildebrand, James Gibbs, Filippo Juvarra, Fischer von Erlach, il quale presenterà il nuovo fondamento storico dell'Architettura.

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Leon Battista Alberti, Giulio Romano, Filippo Brunelleschi

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Strumenti

Istituzioni di Storia dell’Architettura


Giulio Romano, Donato Bramante, Raffaello Sanzio, Jacopo Sansovino, Filippo Juvarra

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Baldassarre Peruzzi, Andrea Palladio, Michelangelo Buonarroti

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Strumenti

Istituzioni di Storia dell’Architettura


Pietro da Cortona, Francesco Borromini, Gian Lorenzo Bernini

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Urbanistica Teorie dell’Urbanistica LEONARDO CIACCI Redazione di un video di analisi urbana in merito ad un tema sulla città di Marostica.

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La città di Marostica è sottoposta ad alcuni cambiamenti nei confronti del suo assetto urbano. Il compito assegnatoci era quello di realizzare un video che esemplificasse una situazione urbana: la dismissione di alcune vecchie fabbriche in prossimità del centro cittadino, il loro trasferimento logistico a sud del paese e il cambio di destinazione d’uso delle aree in questione. I quattro fabbricati presi in considerazione (la ex sede della Belfe, la vecchia sede Vimar, i magazzini e l’ex macello, l’ex ospedale) hanno subito diversa sorte: due di essi sono attualmente abbandonati e già in fase di demolizione, gli altri due sono in parte in funzione tuttavia in corso di dismissione. La loro configurazione ad arco e la loro posizione privilegiata a ridosso delle mura, le fanno apparire come una cesura che divide il nucleo del centro storico da un’altra area a carattere residenziale posta ad ovest del centro, non solo tipologicamente e dimensionalmente, ma anche in merito alla destinazine d’uso, avulsa dal contesto in cui si trovano gli edifici (eccetto per l’ospedale, oggi poliambulatorio). Dopo esserci documentati presso l’ufficio Urbanistica del Comune di Marostica, analizzando la cartografia e documenti storici fino a quelli tuttora adottati, abbiamo intervistato la responsabile dell’ufficio, la quale ha confermato che dagli anni ‘90 il Comune sta promuovendo lo spostamento di tutto il comparto produttivo e industriale fuori dal centro più densamente abitato, ma che i processi di trasformazione sarebbero stati molto lunghi e difficoltosi. Nella ZTO del 2004 i complessi sopracitati sono individuati all’interno di un’area omogenea ex produttiva in trasformazione. Il cambio di destinazione d’uso prevede la conversione da area produttiva a residenziale e gli interventi sono proposti da progettisti esterni. In un caso (ex fabbrica Belfe) il progetto è già stato approvato in Consiglio comunale. Il PRG risalente al 2009 cataloga la zona all’interno di un piano di recupero più vasto. I motivi sono molteplici: incentivo per investimenti privati riguardanti il settore edilizio (nonostante non ci sia una vera e propria domanda, con un’operazione simile si attivano molti altri ambiti di produzione, dai materiali da costruzione alla fornitura di mobili); ragioni politiche; deviazione del trasporto su gomma da viabilità non adeguata per proteggere e preservare il centro storico; ragioni di disturbo acustico, visivo. La riqualificazione prevede la costruzione di grandi complessi edilizi, forniti di parcheggi e altri servizi al cittadino, come negozi e altri esercizi commerciali. Appare necessaria una ricostruzione critica e controllata in modo da trasformare la cesura in una cerniera che unisce piuttosto che in un taglio netto che divide.

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Marostica | Estratto della Carta tecnica regionale: in evidenza le mura (giallo) e le ex aree produttive in priossimitĂ del centro (rosso)

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Strumenti

Urbanistica


Marostica | Le aree dismesse, da sinistra a destra e dall’alto verso il basso: la ex sede della Belfe, i magazzini in quartiere Gobbe, l’ex ospedale oggi poliambulatorio, la vecchia sede della Vimar

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fatti salienti insediativi

fatti salienti industriali

attività produttive secondarie attività terziarie e attezzature santitarie attività ricettivo-turistiche

Marostica | Cronistoria del costruito: in alto IGM 1935-1959, in viola evidenziati i “fatti salienti industriale”; in basso Carta tecnica PRG 2001, destinazioni d’uso e attività

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Strumenti

Urbanistica


ZONA PRODUTTIVA

PROGETTI DI EDILIZIA PRIVATA

Marostica | PRG Riadozione 2009, zona C3 piano di recupero e cambio di destinazione d’uso, Carta e particolare delle aree dismesse in posizione privilegiata rispetto al centro

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Marostica | Gli sviluppi nel futuro: configurazioni volumetriche attuale, successivamente alla demolizione, nuove costruzioni in conformitĂ con gli indici del PRG e particolari

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Strumenti

Urbanistica


Marostica | Possibilità di trasformazione nell’assetto urbano: da cesura che divide a cerniera che unisce (in alto), da cesura che divide a cerniera che divide (in basso)

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Storia dell’Architettura contemporanea Storia dell’Architettura ANGELO MAGGI Storia dell’Architettura e degli Architetti: Ottocento, Novecento e Duemila.

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I Maestri del Novecento sono stati presentati con apporti riguardanti le diverse arti contemporanee, verificando in parallelo, il punto di vista del linguaggio letterario, pittorico, fotografico, teatrale e cinematografico. Lo scopo del programma era quello di chiarire alcuni concetti chiave della storiografia dell’Architettura del Novecento, dapprima analizzando criteri e paradigmi della storiografia dell’architettura ottocentesca per poi passare ad una lettura comparata delle storie dell’Architettura specificatamente moderna attraverso la lettura di tre testi – “Pionieri dell’Architettura moderna, da Morris a Gropius” di Nikolaus Pevsner, “Spazio tempo architettura. Lo sviluppo di una nuova tradizione”, di Siegfrid Giedion “Architettura della prima età della macchina”, di Reyner Banham – in quanto capostipiti della storiografia dell’architettura moderna. Il percorso storico dell’architettura contemporanea è stato proposto tenendo presente il valore teorico dei momenti fondativi del movimento moderno in Europa e negli Stati Uniti ed è stato indagato ricostruendo il dibattito aperto dalle diverse interprertazioni proposte dai più autorevoli storici e critici contemporanei. La conoscenza delle vicende dell’architettura occidentale tra Ottocento e Novecento è stata posta come premessa indispensabile per tradurre la cultura della progettazione in saperi e competenze specialistiche. I temi e gli autori trattati in particolare sono stati: il rinnovamento dei linguaggi architettonici tra fine Ottocento e inizio Novecento, i cui autori sono stati J. Soane, C.R. Mackintosh, A. Perret, L. Sullivan, O. Wagner, A. Loos, P. Behrens, W. Gropius e il Bauhaus, F. Ll. Wright, Le Corbusier, L. Mies van der Rohe, O. Niemeyer, E. Peressutti, L. Moretti, i BBPR. La tecnologia dei ponti in legno, in ferro e la cronistoria delle Esposizioni Universali, dal Crystal Palace in poi, le Città Giardino, la città di Parigi e i Passages di fine ‘800, L’Architettura del Novecento in rapporto alle arti visive, i movimenti radicali, le avanguardie e l’architettura pop, italiane e internazionali, come gli Archizoom, gli Archigram, i Situazionisti e altri autori, quali Constant, Kenzo Tange e Rem Koolhaas. Per sostenere l’esame era necessario leggere, tradurre e commentare un articolo inerente il mondo dell’Architettura: Adolf Loos and the Raumplan Theory di Cynthia Jara, University of Minnesota, pubblicato in Journal of Architectural Education, Vol. 48, No. 3 (Febbraio 1995), pp. 185-201.

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John Soane, Charles Rennie Mackintosh, Louis Sullivan, Peter Cook+Archigram, Joseph Maria Olbrich, Otto Wagner, Adolf Loos

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Strumenti

Storia dell’Architettura contemporanea


Auguste Perret, Peter Behrens, Frank Lloyd Wright, Adolf Loos, Walter Gropius+Bauhaus, BBPR

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Luigi Moretti, Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe

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Strumenti

Storia dell’Architettura contemporanea


Oscar Niemeyer, Rem Koolhaas+OMA, Kenzo Tange, Constant

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Composizione | Design


Progettazione 1 Progettazione architettonica Caratteri tipologici e distributivi degli edifici GIANCARLO CARNEVALE, ESTHER GIANI Progettazione di un edificio residenziale a partire da un ideogramma di due muri ciechi.

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Il primo laboratorio progettuale, che coordinava l’esame di composizione e l’analisi dei caratteri tipologici e distributivi degli edifici, si è svolto all’insegna della ricerca di una base di riferimento per la progettazione di un edificio residenziale. Esso doveva essere progettato per un personaggio a scelta, appartenente sia alla realtà sia alla fantasia o alla letteratura, in maniera tale da poter dare al progetto una forte caratterizzazione, dovuta proprio al suo inquilino. Il tema fin dall’inizio prevedeva una condizione restrittiva per la progettazione, ossia il tracciamento di due muri con andamento a piacimento (retti, spezzati, curvi, paralleli o convergenti) da mantenere ciechi. Essi sarebbero diventati l’ideogramma rappresentativo del progetto e il segno dei due muri più lunghi. Le due pareti di chiusura dovevano configurarsi come due diaframmi luminosi, avendo le uniche aperture concesse. Lo sviluppo della planimetria esterna, della distribuzione interna e dei dettagli doveva seguire un filo logico e coerente di una rosa di riferimenti da selezionare tra i Grandi Maestri del passato e in aggiunta si poteva attingere dalla cultura architettonica vernacolare, per tutte le soluzioni appartenenti alla tradizione. La mia scelta è ricaduta su Le Corbusier e i razionalisti italiani, Figini, Pollini, Terragni, Libera, Gardella, BBPR e tutti gli architetti del gruppo MIAR, insieme agli accorgimenti desunti dalla manualistica, da Alexander Klein a Francesco Cellini e Mario Ridolfi, dal Neufert e dalla lettura di Ludovico Quaroni. Il risultato è quello di un manufatto che si ispira alla Maison Citrohan di LC. Il personaggio scelto è il Lettore protagonista di Se una notte d’inverno un viaggiatore, romanzo di Italo Calvino.

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In alto: ideogramma del progetto “due muri�; sotto: planimetria di progetto

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Composizione

Progettazione 1


Pianta del piano terra, prospetto frontale e laterale, chaise-longue

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Pianta piano primo, chaise-longue, parapetto attrezzato a studio e prospetto sul lato nord-ovest

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Composizione

Progettazione 1


Pianta della terrazza e giardino pensile, particolari del sistema di scolo delle acque e dei doccioni in pietra, della mensola a correre sul parapetto e tavolo di Maison La Roche

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In alto: sezione longitudinale e sezione trasversale; sotto: assonometria della scala del soppalco e altri dettagli

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Composizione

Progettazione 1


Dettagli costruttivi e attrezzature esterne

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Ombre in pianta, nei prospetti interni e in due porzioni esterne dettagliate

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Composizione

Progettazione 1


Spaccato assonometrico

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Workshop 2009/10 Composizione architettonica e urbana ASSADI/PULIDO La Zona: progettazione e realizzazione di una cittĂ nella cittĂ .

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Ebbene, questa è la storia… C’era una volta in questo campus un piccolo territorio, una porzione di terreno occupato dagli alunni del Workshop, che come un gruppo d’uomini liberi, ispirandosi alla storia di una città, costituirono dieci società indipendenti regolate da un governo anch’esso indipendente, con le proprie leggi e tradizioni, tutte probabilmente estratte dalla vita reale, però esposte, in questo caso, ad una situazione limite abbastanza particolare. Quella città, una città all’interno di una più grande, dovette essere pensata, poi disegnata, tracciata, costruita e abitata in solo tre settimane. Ebbe tutto ciò che doveva avere una città reale, ad eccezione delle sue proporzioni. Alcune delle sue coordinate dovettero essere alterate per poter esistere all’interno dell’edificio e così poter essere abitata. Quel luogo fu un sito di sperimentazione dello spazio, un laboratorio di materiali, una piattaforma di studio per coloro che la disegnarono e costruirono. Questo luogo, questa piccola città parallela dentro la quale gli studenti si riuniranno durante le tre settimane di workshop, noi la chiamiamo La Zona. Felipe Assadi Il modulo sta all’architettura come la lettera sta al testo. Il modulo base del progetto funziona come mattone (compone i muri), come elemento di libreria (può contenere libri e giornali), come seduta, dotato di un apposito piano si trasforma in comodo e rigido sgabello. La forma è dettata dalle qualità e dai limiti stessi del materiale utilizzato: il cartone. La scatola crea la struttura portante a forma di parallelepipedo e il rinforzo, sempre in cartone, è un controventamento a forma di X che permette di reggere il peso dei mattoni sovrastanti (poiché in materiale leggero) oltre al peso proprio ed evita l’instabilità laterale. Le fibre poste perpendicolarmente al terreno riescono a sostenere il peso di un fruitore seduto e a reggere il muro. L’ambiente è realizzato da quattro muri a forma di C, strutture leggere e aperte, di dimensioni e forma complessiva diverse: spazi alternativamente ampi e ariosi oppure più intimi, a seconda delle esigenze e del rapporto con lo spazio circostante. I moduli sono tutti fissati tra loro eccetto le sedute che diventano elementi estraibili. Le principali relazioni con l’esterno sono quelle con la piazza antistante, perciò è stata pensata una struttura aperta: le numerose fessure permettono la lettura dello spazio esterno dall’interno e viceversa.

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Leggere | Manifesto dell’area dedicata alla lettura

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Composizione

Workshop 2009/10


Leggere | Prove di disposizione in pianta con modulo quadrato iniziale

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Leggere | Modelli di studio dei moduli e loro composizione

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Composizione

Workshop 2009/10


Leggere | In alto: foto del plastico; in basso: pianta del progetto definitivo

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Composizione

Workshop 2009/10


Leggere | In alto: render sintetici dello spazio componibile polifunzionale; in basso: prospetti del progetto definitivo

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Progettazione 2 Composizione | Progettazione di sistemi costruttivi Meccanica strutturale FRANCA PITTALUGA, PIETRO ZENNARO, SALVATORE RUSSO Progettazione di una Casa dello studente nell’area degli ex magazzini frigoriferi a Santa Marta, Venezia.

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Per il progetto di un complesso abitativo per studenti e docenti situato nell’area degli ex magazzini frigoriferi ho scelto la progettazione di unità d’alloggio separate, preferendola alla composizione di un grande edificio unitario. Sul lotto è stata tracciata una maglia regolare creata dalle misure stesse dell’unità base singola e le piccole case sono state disposte all’interno della stessa. Le 10 unità di circa 60 mq nascono dall’unione tra un’ampia zona notte condivisa da due studenti e una zona giorno pensata per 4 studenti, dotata di ingresso, terrazza o giardino, una cucina, un soggiorno, due bagni e due camere da letto, per ospitare un totale di 80 studenti. Le singole unità vengono accoppiate in altezza e affiancate attraverso un corpo scale esterno in comune, che porta al piano superiore, dove è collocata un’altra unità binata. Alcune unità risultano essere di tipologia “a torre”. Il piano terra, la cui altezza è superiore, ospita alcuni servizi comuni: un’aula studio e un’aula plastici ognuna di 82 mq, la cartoleria e la lavanderia, ciascuna di 25 mq. Altre 3 unità, diverse nella configurazione, ma simili per logica distributiva e funzionale sono state inserite all’interno della griglia rispettando le medesime distanze e misure del reticolo. Si tratta di alloggi a rotazione per docenti, provvisti di ballatoio, sebbene privi di cucina. Le 20 cellule, di 20 mq, sono camere singole, dotate di servizi igienici privati. Per quanto riguarda la sistemazione esterna i percorsi e gli scoperti seguono la geometria della griglia: a sud, il marciapiede in trachite euganea e un filare di tigli fanno da filtro con la strada asfaltata, a est, la pavimentazione in masegni veneziani delle zone di pertinenza dei Magazzini 6 e 7 penetra l'area di costruzione seguendo la forma di un pettine. In tutta l’area le attrezzature presenti sono le medesime che arredano gli scoperti di pertinenza dell’Università IUAV: le panche in blocchi di pietra d’Istria, i telai in profilati di acciaio nero con delle tende per creare piccoli spazi di sosta ombreggiati. I materiali utilizzati cercano di rispettare il carattere di venezianità: trachite per la pavimentazione, manto erboso per gli scoperti non pavimentati, griglie in corten per circoscrivere gli alberi sulla pavimentazione; il materiale utilizzato per le facciate, secondo il sistema della facciata ventilata, dotata di un telaio sui cui ancorare i pannelli, è l’acciaio corten, una scelta che rinnova il panorama di pareti esterne semplicemente intonacate. Anche la forma del campus ricerca l’integrazione con il contesto della città di Venezia: i prospetti riprendono la consuetudine veneziana di marcare le bucature con cornici in pietra d'Istria e, per variare l'aspetto di un impaginato con bucature seriali, le cornici variano per dimensione. Il tetto a due falde con colmo rovesciato simula la forma della scultura "Le ali" di Scolari, posizionata sul tetto della sede dell’Ex Cotonificio adiacente.

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LEGENDA PLANIMETRIA GENERALE _serramento sulla copertura

_rivestimento coperture in corten

_gronda della copertura

_cornici in pietra d'Istria

_manto erboso

_indicazione ingressi degli alloggi

_pavimentazione in masegni veneziani

_canaletta di scolo su marciapiede

_griglia in corten per base alberi

_tavoli esterni in lastre di pietra e telaio in acciaio

_sabbia aiuola piccoli alberi

_panchine in pietra d'Istria

_strada asfaltata, rampa S. Basilio

_telai in acciaio

_strada riservata alla Finanza _tigli

Casa dello studente | Planimetria generale e legenda

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Composizione

Progettazione 2


LEGENDA PIANTA DEL PIANO TERRA

1

_piano terra di servizio: aula studio 82 mq

2

_alloggio con cucina per 4 e 2 coppie di servizi igienici con ingressi separati (unitĂ binate)

3

_piano terra di servizio: aula plastici 82 mq

4

_piano terra di servizio: cartoleria 25 mq

5

_piano terra di servizio:lavanderia 25 mq

6 7 8 9

_alloggio singolo docente _zona esterna relax _esterno facoltà arti visive _spazi attrezzati per lavoro all’esterno

Casa dello studente | Pianta del piano terra, legenda e schizzi delle attrezzature della sistemazione esterna

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_perimetro lotto _zona notte _zona giorno _corpo scale esterno _servizi comuni: aula studio, aula plastici, cartoleria, lavanderia

Casa dello studente | Schemi concettuali delle unità e della disposizione sull’area di sedime e relativa legenda, schizzi della struttura portante

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Composizione

Progettazione 2


Casa dello studente | Pianta del piano terra e sezioni delle unitĂ tipo: in alto, unitĂ per alloggi studenti a torre con piano terra dedicato ai servizi; al centro, unitĂ binata per studenti; in basso, unitĂ binata per docenti a rotazione intervallati da servizi comuni

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_finestre

_rivestimento in corten

_cornici delle finestre in pietra d'Istria a sagoma e dimensioni variabili

_ombreggiature di secondo e terzo piano

Casa dello studente | In alto: prospetto sul Canale della Giudecca e prospetto dal Rio di San Nicolò; sotto: sezione verticale e orizzontale da attacco a terra ad attacco a cielo, con brano di prospetto corrispondente

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Composizione

Progettazione 2


Casa dello studente | Viste render dal tetto del Cotonificio e dai magazzini Ligabue

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Casa dello studente | Fotografie dei plastici 1:500 e 1:50

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Composizione

Progettazione 2



Workshop 2010/11 Composizione architettonica e urbana GILBERTO CORRETTI “Squèro e cantièr” Bauhaus Factory: progettazione di una Club-House per lo IUAV.

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Gilberto Corretti, uno dei fondatori dello studio Archizoom Associati, gruppo italiano d’avanguardia dell’Architettura Radicale, aveva organizzato il workshop intervallando a giornate di progettazione e revisioni ed esposizioni periodiche alcune lezioni inerenti alla cultura del progetto, che avevano per tema l’analisi del contesto economico e antropologico nel quale si svolge il progetto di Architettura e Design. Gli obiettivi principali raggiunti dal workshop sono stati il conseguimento di autonomia critica, la ricerca e lo sviluppo delle risorse personali, l’inserimento nel mercato del lavoro, la ricerca e la sperimentazione di relazioni e strategie di comportamento, atte ad affrontare i temi progettuali. Progettare nuovi scenari è un’esigenza fondamentale per un sistema industriale che non può limitarsi a gestire l’esistente ma deve ricostruire le ragioni della propria crescita; che è impegnato nell’affrontare il mutamento globale; che deve aggiornare quotidianamente il proprio patrimonio di idee se vuole restare sul mercato dove si commerciano prodotti materiali che si usano e prodotti immateriali che appartengono alla sfera comunicativa di idee, sentimenti e passioni. Architettura e design sono discipline ibride, precari ponti sospesi che collegano la sponda estetica dell’arte e della storia con quella tecnologica, economica e sociale, della vita quotidiana di una comunità. Un ruolo efficace e produttivo in una visione di crescita continua e di risorse inesauribili, ma insostenibile nell’era dell’incertezza e dei limiti dello sviluppo che ormai ci appartiene. Sta finendo la “società industriale” del prodotto di serie e del mercato di massa e si annuncia la “civiltà industriale” che dovrà creare le condizioni favorevoli per rendere ospitale il pianeta per tutti gli esseri umani e non umani che lo abitano. Il compito di un progettista non è solo quello di risolvere problemi ma anche di crearne di nuovi; il compito di un docente non è solo quello di insegnare il progetto ma di formare progettisti che siano in grado di affrontare problemi che ancora non possiamo immaginare. Gilberto Corretti Il tema scelto si collocava a Santa Marta, nell’area dell’ex magazzino frigorifero e prevedeva la progettazione di una IUAV Club House. Prendendo a modello d’ispirazione Agronica di Andrea Branzi il nostro intervento è stato progettato come un’area attrezzata a basso costo in continuo mutamento a seconda delle esigenze dei fruitori: container riutilizzati, distribuzione di colonnine dotate dei prinicipali allacciamenti e delle reti, pannelli mobili su rotaie.

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IUAV Club House | Schizzi di studio dei container e delle loro configurazioni

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Composizione

Workshop 2010/11


IUAV Club House | Schizzi di studio dei pannelli mobili e dell’arredamento Tetris

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IUAV Club House | Schizzi di studio delle colonnine attrezzate e dei servizi

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Composizione

Workshop 2010/11


IUAV Club House | Render dell’area ex magazzini frigoriferi

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IUAV Club House | Modello 1:1000 dell’area

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Composizione

Workshop 2010/11


IUAV Club House | Modelli 1:100 di due container tipo

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IUAV Club House | Modelli in scala 1:1

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Composizione

Workshop 2010/11


IUAV Club House | Allestimento finale con modelli in scala 1:1

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Restauro Teorie, storia e tecniche del restauro ANGELA SQUASSINA Ipotesi di restauro per la facciata del palazzo in Corte del Fontego presso Campo Santa Margherita, Venezia.

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Il corso di Restauro è stato suddiviso in teoria e pratica: dopo un excursus storico di teorie e teorici del restauro da Viollet-le-Duc a Dezzi Bardeschi, è stata presentata la tecnica della stratigrafia per la materia del restauro. Nella seconda parte del corso l’obiettivo era di mettere in pratica le conoscenze acquisite attraverso lo svolgimento di un intervento di restauro, avente come oggetto un palazzetto in Corte del Fontego nei pressi di Campo Santa Margherita. Questo palazzo, risalente al XII-XIII secolo e nato in origine come domus magna, definizione sostenuta dalla presenza del portico, oggi ridotto a sei arcate in laterizio su colonne di broccatello di Verona (successivamente tamponato eccetto il primo arco, configurato come passaggio da spazio pubblico, di Campo Santa Margherita, a una corte inizialmente privata, attualmente di pubblico passaggio) presenta caratteri di un’architettura due-trecentesca, anche nel sottoportico, dove sono riscontrabili tracce più antiche. L’edificio appartiene alla fase di passaggio della città di Venezia da una diffusa tecnica costruttiva lignea a quella in laterizio. La parte inferiore è fortemente caratterizzata dalle suddette sei arcate, di cui oggi cinque sono murate. La loro proporzione originale era sicuramente più slanciata, tuttavia a causa di un innalzamento del piano di calpestio esterno, oggi non sono visibili le basi dei fusti delle colonne. La conformazione attuale della muratura presenta notevoli differenze di costruzione e conservazione, tale da dover distinguere tra il livello della tamponatura (più recente) da quello della fabbrica (parte preesistente). La parte superiore dell’edificio appare interamente rifatta nel Seicento e nel Settecento, sebbene i vani attuali sembrino presumibilmente corrispondere ad una composizione più antica. Per quanto riguarda le superfici intonacate è stata riscontrata una notevole varietà, sia temporale che qualitativa, sebbene le tracce siano frammentarie e limitate a piccole porzioni isolate. Succesivamente allo svolgimento di tutte le analisi del caso, dalla documentazione storica a quella fotografica, applicando il metodo della stratigrafia e attraverso numerosi sopralluoghi è stato presentato un progetto culturale corredato da una relazione in merito agli obiettivi generali e agli interventi più in particolare, e dalle tavole di simulazione dell’ipotesi di restauro.

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Corte del Fontego | Fotografie dai sopralluoghi e raddrizamento fotografico della facciata

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Composizione

Restauro


Corte del Fontego | Schizzi e misure dal quaderno di campagna dei sopralluoghi e ridisegno della facciata del palazzo

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Mappatura delle murature muratura di tamponamento (mattoni misti, anche recenti) ghiere degli archi (muratura antica di altinelle e alcuni esemplari di mattoni gotici) muratura antica (altinelle) muratura di reimpiego (mattoni gotici, altinelle e misti di reimpiego) n campioni di muratura analizzata nelle schede

Corte del Fontego | Mappatura della muratura e abaco dei campioni 1x1 m analizzati

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Composizione

Restauro


Mappatura degli intonaci intonaco civile malta parzialmente idraulica calce, cocciopesto e piccoli inerti intonaco di calce e sabbia intonaco originario (ipotizzato marmorino) intonaco dipinto (tracce di colore rosso)

Corte del Fontego | Mappatura degli intonaci e abaco delle tipologie d’intonaci

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Qualificazione dei perimetri certi come bordi o limiti Bordo termine di strato

B.T.

Vero bordo di interfaccia negativa

B.V.I.

Vero bordo di strato

B.V.

Limite di visibilità

L

Perimetro incerto Evidenziatori della sezione stratigrafica esistente al perimetro tra superfici diverse Strato di intonaco che copre la muratura Strato di intonaco che copre un altro strato di intonaco Strato di intonaco o altro materiale sovrapposto sovrapposto a intonaco o muro con bordo raccordato a finire Spigolo, angolata o spalla di muratura o intonaco

Qualificazione della superficie visibile S.D.

Superficie definita

S.G.

Superficie grezza

I.D.

Interfaccia di degrado

I.N.

Interfaccia negativa semplice

I.S.

Interfaccia negativa semplice

Numerazione delle unità stratigrafiche M1.1 M1.10 : muratura antica M2.1 : muratura di sostituzione gotica M3.1 M3.5 : tamponatura delle arcate M4.1 : muratura del ‘700-‘800 I1.1 I2.1

: intonaco originario antico I2.7 : intonaco del ‘700-‘800 con pigmentazione definita I3.1 I3.8 : intonaco ‘700-‘800 con pigmentazione non definita I4.1 : intonaco civile moderno

Corte del Fontego | Stratigrafia: bordi, limiti ed evidenziatori stratigrafici; superfici e numerazione delle unità stratigrafiche

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Composizione

Restauro


Simboli indicatori di rapporto stratigrafico e identificazione delle unità stratigrafiche contemporaneità e coerenza stratigrafica di due unità di superficie diverse anteriorità/posteriorità (la superficie con le frecce è posteriore)

A

rapporto applicato alla superficie che è tagliata (e perciò preesistente)

B

numero identificativo dell’Unità StratigraficoCostruttiva

spalla di finestra (A)

F1.1

Mx

F1.1

S.G.

fase 4

M4.1

fase 3

Mx

fase 2

M1.10

fase 1

I1.1

arco crollato (B)

S.G. My

F2.3

fase 5

F2.2

F1.1

M3.4

M3.5

fase 3

M2.1

fase 2

My

fase 1

fase 4

F2.3

F2.1 F2.2

M1.1

M1.9

Corte del Fontego | Diagramma di Harris

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Forme di degrado

esfoliazione

alterazione alterazione cromatica cromatica patina artificiale patina superficiale deposito superficiale deposito superficiale disgregazione disgregazione distacco

macchie mancanza

polverizzazione, mancanza disgregazione rigonfiamento fratturazioni e fessurazioni

Corte del Fontego | Forme di degrado e dissesto

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Composizione

Restauro

La muratura del tamponamento degli archi e tutta la superficie della facciata presentano mancanza del giunto tra gli elementi in laterizio e uno strato di deposito superficiale diffuso e omogeneo. Per non confondere la comprensione delle ulteriori aree di degrado sono state omesse in questo diagramma, ma sono riportate nella tavola del quadro fessurativo e deformativo.


Descrizione degli effetti del dissesto sulla materia della costruzione (danni fisici) e dei fenomeni di degrado e altri fattori che riducono l’efficienza strutturale

* 13

Degrado proprio degli elementi strutturali Mancanza localizzata di elementi strutturali Perdita di legante tra i giunti Rilevamento locale dell'ampiezza della lesione

Ripresa costruttiva con ammorsamento Configurazione complessiva del ramo di lesione a Configurazione complessiva del ramo di lesione a cigli che si divaricano partendo all'apice della lesione Configurazione complessiva del ramo di lesione a cigli che si divaricano partendo giĂ separati

Corte del Fontego | Quadro fessurativo e deformativo

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*

integrazione delle mancanze di muratura rilevate nel tamponamento e risarcitura dei giunti mancanti a raso sasso

pulitura degli intonaci definiti con maggiore estensione

stesura di un leggero strato di intonaco molto liquido

rimozione degli intonaci frammentati e decoesi

reimpiego di elementi laterizi dove si verificano delle mancanze

pulitura degli elmenti lapidei

integrazione con risarcitura dei giunti in sottosquadro

pulitura graduale e mantenimento a vista dei laterizi 1

rimozione della calce idraulica

1 generale

pulitura della muratura e consolidamento delle parti decoese

Corte del Fontego | Mappatura degli interventi di progetto

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Composizione

Restauro


Obiettivi dell’intervento e descrizione degli interventi [...] È evidente che il palazzetto ha avuto una storia che ancora oggi lo caratterizza e conserva le trasformazioni dovute ad interventi di riassetto. Il progetto culturale prevede di valorizzare l’assetto iniziale della costruzione evidenziando la sua natura di domus magna, prendendo inoltre in considerazione i segni di trasformazione successivi che hanno permesso all’edificio di essere così oggi. Secondo Paolo Torsello il restauro è un sistema di interventi che ha per fine la tutela della possibilità di interpretare l’opera in quanto fonte di cultura: conservandone la materia e i dati del trascorrere del tempo che connotano la fabbrica, attualizzandone così i valori che fanno riferimento alle fasi costruttive susseguitesi nei secoli di vita dell’edificio. In particolare si tratta di integrare le mancanze rilevate nel tamponamento delle arcate originali del paramento murario in facciata con mattoni fatti a mano, rifinendone i giunti mancanti con risarcitura a raso sasso. Poi, in modo da rendere leggibile l’assetto iniziale e l’intervento successivo di tamponatura, si potrebbe stendere un leggero strato di intonaco molto liquido, configurato come una velatura in trasparenza, in modo tale da mantenere percepibile la condizione originaria, oggi talmente degradata da rendere questa l’unica azione efficace per la lettura dell’architettura. Come sottolineato da Camillo Boito si ritiene sia auspicabile la differenziazione netta tra fabbrica antica e interventi moderni: «Serbare io devo ai vecchi monumenti l’aspetto venerando e pittoresco; e se scansare aggiunte o compimenti con tutto il buon volere non riesco, far io devo così che ognun discerna esser l’opera mia tutta moderna», affermando il rigore filologico come metodo e la distinguibilità degli interventi come garanzia di autenticità. In tutta la facciata sono presenti mancanze puntuali di mattoni che si potrebbero ovviare mediante un’azione di reimpiego di elementi laterizi coerenti con la muratura esistente. Dove i giunti di legante sono mancanti, si propone un’integrazione con risarcitura in sottosquadro. È necessaria inoltre una generale pulitura della muratura in cotto a vista [...]

Corte del Fontego | Progetto culturale con ipotesi di restauro

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Progettazione Urbanistica Urbanistica MATTEO D’AMBROS Progetto lineare per Mestre e la sua gronda lagunare.

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L’area di progetto è una zona della città di Mestre, compresa tra Tessera e Carpenedo: il tragitto che conduce dall’aeroporto Marco Polo al centro della città attraverso la statale SS 47, passando per Campalto. All’interno dell’area della gronda lagunare sono stati individuati tre poli di maggiore importanza: la caserma Matter a Carpenedo, l’aeroporto Marco Polo ed il Quadrante Tessera, ipolo negativo, non integrabile nel progetto. Si evince dalle analisi sui dati demografici, divisi per municipalità, che esistono aree fortemente densificate e al contempo aree estese e minimamente urbanizzate; dai dati sulla proiezione della popolazione futura si nota che la stessa è in diminuzione, perciò viene escluso un progetto di densificazione urbana, di cui il territorio non necessita. Nell’ipotesi di scenari futuri, in cui sia l’aeroporto sia la caserma risultassero dismessi, l’idea è quella di disporre lungo il percorso che collega questi due “magneti” delle folies, prese in prestito dal progetto per il Parc de la Villette di Bernard Tschumi, suddivise in base all’uso e alla posizione. Per distribuire efficacemente gli spot dotati di servizi è stata sovrapposta al territorio una griglia che lo scandisce attraverso una frequenza. Accanto ad una serie di “attrattori”, identificati come hub, vengono appunto collocate le folies, secondo la logica della rete di frequenza sovrapposta alle loro aree d’influenza. Per quanto riguarda la selezione dei servizi è stato indispensabile suddividere il territorio in due ambiti: uno a carattere urbano e l’altro a carattere ambientale e distribuire al loro interno attività e benefici, come il bike sharing, il deposito bagagli e delle torrette di osservazione, nell’ottica di un percorso natura già esistente, ma da rivalutare. Inoltre, per rendere omogena l’area si è proceduto ad evidenziarne il profilo di sezione. Le sezioni sono state suddivise in base agli elementi verticali, orizzontali, percorribili e di contesto, per evidenziare dove fossero necessari accorgimenti nella viabilità, nella segnaletica o nella riqualificazione di zone marginali. In merito ai progetti riguardanti la riqualificazione della caserma e dell’aeroporto dismessi, essi sono stati risolti proponendo per la prima una riconversione in zona residenziale, munita di grande parco e per il secondo, invece, data la vasta estensione, sono stati ipotizzati scenari alternativi e/o compresenti: un nuovo porto navale, un’area campeggio attrezzata, la collocazione di pale eoliche, un’area dedicata agli sport estremi e non ultima una spiaggia in cui la natura prende il sopravvento sulle infrastrutture abbandonate. Il progetto, nella sua globalità, mira a rendere riconoscibile l’impianto della città in modo immediato, comprensibile a scala umana: le varie problematiche che si realizzano al suo interno sono infatti di dimensioni diverse, per poter osservare come anche in un contesto così ampio si possa intervenire per semplificarne l’aspetto urbano.

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3 2 1

VERDE

deposito bagagli e oggetti abitazioni alternative

URBANO

orto bagni pubblici

info point bike sharing

info point bike sharing

attrezzatura sport viaggi ecc

spazio libero

ristorazione

1 caserma Carpenedo: magnete A 2 areoporto Tessera: magnete B 3 quadrante Tessera: magnete negativo

ristorazione

stazioni d’osservazione

parcheggi

book sharing music sharing

book sharing music sharing

Gronda lagunare | Sopra: Inquadramento generale del percorso da Tessera a Carpenedo; nel progetto ci sarà sempre una parte di città che non potrà essere incorporata nell’intervento, il Quadrante Tessera. Distribuzione delle folies. Sotto: repulsione dai poli

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Composizione

Progettazione urbanistica


Annesso pubblico comunale Uso deposito attrezzi per orto.

Annesso privato. Uso deposito attrezzi e laboratorio.

Annesso privato. Uso stalla.

Annesso privato condominiale. Uso deposito.

Annesso privato. Uso agricolo.

Annesso privato Uso garage.

Gronda lagunare | In alto: sistema di annessi esistenti e loro densitĂ e abaco di classificazione secondo forma, funzione e localizzazione; sotto: attrazione dei due poli

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Analisi di densitĂ : superficie e pololazione

4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0

carpenedobissuola

mestre centro

chirignago- zelarinogazzera cipressina trivignano

campalto

margheratessera catenemalcontenta

Proiezione della popolazione futura 269068 ab. 2005 2010 2015 2020

2005

265218 ab. 2010

2015 2020

2005 2010

258442 ab. 2015

2020

2005 2010 2015

251042 ab. 2020

Gronda lagunare | Schematizzazioni grafiche dei dati della crescita demografica e diagrammi sui dati territoriali

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Composizione

Progettazione urbanistica


arterie rete viabilitĂ ad uso agricolo arterie secondarie (superstrade e statali) infrastrutture di supporto reticolo cittadino arterie principali (SMFR e autostrade)

tessuto annessi e baracche attrezzature collettive (culto, intermediazione commerciale, istruzione) edificato residenziale edificato industriale

polmoni velma e barene, argini dei canali parchi, giardini, colture colture di tipo misto

fluidi canali cittadini e d’irrigazione laguna fiume (Dese)

Gronda lagunare | Analisi del territorio smaterializzando i componenti che vedono la cittĂ come un organismo vivente, con i suoi fluidi, i polmoni, le arterie e il tessuto

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PERCORSO

HUB

SCANSIONE RITMICA DELL’ESISTENTE

EQUA FREQUENZA DEI SERVIZI

GRIGLIA DI FREQUENZA

Gronda lagunare | Diagrammi sulla frequenza utilizzata per la distribuzione degli spot di progetto, nel rispetto dell’esistente.

110

Composizione

Progettazione urbanistica


15,1 km

i

i

i wc

i

wc

wc

i

i wc

parcheggi

ristorazione

orto

book sharing

deposito bagagli e oggetti

stazioni d’osservazione

abitazioni alternative

book sharing

info point bagni pubblici info point bike sharing

wc

music sharing

i

music sharing

bike sharing bagni pubblici

i spazio libero

attrezzatura sport viaggi ecc

wc

ristorazione

Gronda lagunare | Segmento stirato dell’intero percorso rispetto la sua lunghezza effettiva; individuazione degli hub considerati come centri di aggregazione; distribuzione delle folies secondo la logica della rete di frequenza sovrapposta alle aree d’influenza degli hub.

111


sezioni: stato di fatto

sezioni fotografiche

elementi elementi del contesto percorribili

orizzontali inserimento verticali del percorso progettuale

Gronda lagunare | Prima fase progettuale: rendere visibilmente continuo il percorso mediante l’inserimento di elementi strutturanti (ove mancanti) quali la continuità di marciapiedi e di piste ciclabili, passaggi pedonali e rallentatori. Sotto: due prestiti d’autore: le folies di Bernard Tschumi collocate a Mestre.

112

Composizione

Progettazione urbanistica


Gronda lagunare | Individuazione di aspetti tipici di flora e fauna da preservare attraverso il progetto di riqualificazione del percorso natura e l’integrazione con i parchi esistenti; sezioni significative di progetto, con evidenziazione dei materiali.

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spazio scarico merci e container

porto navale

sistema di pale eoliche

pensilina e servizi balneari

nuovo filare d’alberi prato

percorso ciclo-pedonale

spiaggia e laguna balneabile

vasche d’acqua

prato per camping

11

9

1

6

percorso carrozzabile e parcheggi

1

12

14

2

1

1

7 8 10

10

2 3

13

5

4

1_ zona residenziale 2_ zona pubblica 3_ zona sportiva 4_ area camping 5_ piazza coperta 6_ percorso ciclo pedonale 7_ percorso pedonale 8_ dune ricoperte da prato 9_ percorso carrabile 10_ servizi 11_ posti auto 12_ verde diffuso 13_ anfiteatro 14_ orto condominiale

Gronda lagunare | Progetti per i due grandi poli magnetici. In alto: compresenze ed esclusioni degli scenari possibili nell’area dell’ex aereoporto, viste le difficoltà di smaltimento; in basso: progetto per la caserma Matter, definizione di un’oasi verde a chilometri zero in prossimità del centro della città.

114

Composizione

Progettazione urbanistica


Gronda lagunare | Plastici di progetto

115


Progettazione architettonica e urbana Progettazione 3 | Valutazione estimativa del progetto UMBERTO TRAME, FABIO FIOCCO Hotel Mediterraneo.

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Nella predisposizione del progetto di un hotel, definito “mediterraneo” in quanto situato lungo la costa del Mar Mediterraneo ne è stata concepita la collocazione in Tunisia, nei pressi della città di Hammam al Ghezaz. Il secondo assunto si basava sul fatto che l’hotel dovesse essere isolato da un contesto fortemente urbanizzato e che dovesse configurarsi in un manufatto architettonico dimensionalmente contenuto, al massimo di un piano. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, il complesso è stato funzionalmente diviso in due grandi settori: quello frontale e di forma rettangolare (sebbene composto da volumi autonomi) dedicato ai servizi e agli spazi comuni e quello residenziale. La configurazione del complesso alberghiero si articola secondo un impianto a corte, amplificato dalla sua duplicazione nella parte residenziale con l’accostamento di due corti interne quadrate e simmetriche, trattate in maniera geometrica per quanto riguarda la sistemazione degli spazi esterni, sulle quali si affacciano le varie tipologie delle camere degli ospiti. A intervalli regolari si frappongono dei piccoli salotti, i quali, con i loro volumi leggermente aggettanti rispetto al filo esterno della muratura delle camere, producono avanzamenti e arretramenti, che attraverso piccoli scostamenti rompono l’unità edilizia. A collegare queste due macro-aree funzionali vi è un sistema di camminamenti interni ed esterni porticati, il cui fulcro si trova al centro del lotto e si identifica con la sala colazioni, corredata da una vasca d’acqua poco profonda che mette in relazione lo spazio interno della hall con quello esterno dei portici. L’ala dei servizi (sala conferenze, centro benessere, piscina e ristorante) è stata posizionata sul fronte stradale cosicché essa possa essere fruita anche da un’utenza esterna. Si è ritenuto necessario realizzare un esiguo piano semi-interrato per collocare le poche camere per il personale residente, alcuni vani tecnici e altri servizi di deposito e lavanderia. Tuttavia per rendere anche questo spazio di pregio si è deciso di lasciarlo completamente interrato sul prospetto frontale e dotarlo di un piccolo giardino a quota ribassata sul fronte retrostante. Per la progettazione si è fatto riferimento alla tradizione dell’architettura araba e all’architettura religiosa romanica e per il trattamento delle superfici si è fatto preciso riferimento al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Alvaro Siza a Santiago de Compostela, un nucleo intonacato di bianco e altre appendici di contorno rivestite uniformemente in pietra. Per i portici con architrave, composti secondo il ritmo pieno-vuoto delle stesse dimensioni, si è fatto riferimento alle architetture alberghiere di Pouillon, che ha ben saputo commistionare gli elementi dell’architettura moderna ai canoni della tradizione.

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Hammam al Ghezaz | Schemi compositivi e funzionali di un hotel e schizzi di riferimento

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Composizione

Progettazione 3


Materiali ed elementi erba

pavimentazione esterna in masegni

piastrellatura in ceramica

palma

acqua

pavimentazione listelli in legno

siepe in bosso e ligustro

eucalipto

in

Hammam al Ghezaz | Pianta del complesso alberghiero e relativa legenda

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Materiali ed elementi costruttivi

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muratura e fondazioni sezionate

blocchi in pietra

intonaco

coronamento

terreno

elementi in laterizio

cornice

gronda di scolo

Composizione

Progettazione 3


Elementi della sistemazione esterna acqua

panchina

siepe in bosso e ligustro

erba

fontana

eucalipto

palma

Hammam al Ghezaz | Prospetti: prospetto Sud-Est, prospetto Nord-Est, prospetto Nord-Ovest, prospetto Sud-Ovest e legenda dei materiali e degli elementi

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122

Composizione

Progettazione 3


Hammam al Ghezaz | Sezioni di progetto: AA’, BB’, CC’, DD’ e prospetto interno, EE’

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Hammam al Ghezaz | In alto: pianta di uno dei moduli delle camere, camera doppia; sezione dettagliata delle camere; sotto: fotografie del plastico 1:500

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Composizione

Progettazione 3


Hammam al Ghezaz | Sopra: sezioni dettagliate della sala conferenze e del piano seminterrato; in basso: fotografia del plastico 1:500

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Workshop 2011/12 Composizione architettonica e urbana GIANNI BRAGHIERI L’Architettura della rappresentazione, Gasometri, San Francesco della Vigna, Venezia: Sensazioni | Il parco dei cinque sensi.

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Il tema di progetto, la riqualificazione dell’area degli ex gasometri a San Francesco della Vigna, non lontano dalle Fondamente Nove, proprio per le valenze architettoniche dell’esistente e la sua posizione in rapporto diretto con la laguna, avrà come elemento fondativo la ricerca di una positiva integrazione delle diverse costruzioni. Integrazione non pensata come completamento della fabbrica del Palladio ma come contrapposizione degli elementi per esaltare le specifiche valenze che ogni singola fabbrica restituisce al sestiere di Castello e quindi alla città di Venezia. E’ proprio nella contrapposizione degli elementi e nel fronteggiarsi di architetture così diverse nel tempo, che pensiamo di lavorare sull’area con un tema che è proprio della città di Venezia: l’Architettura della Rappresentazione. Ciò che sembra nella quotidianità dello sviluppo urbano ormai impossibile in una città totalmente conservata e protetta dalle norme della soprintendenza, ritrova nelle sue eccezioni del tempo passato la forza del suo riscatto. Pensare oggi di costruire a Castello, a lato del chiostro maggiore del convento di San Francesco della Vigna, in fronte alla facciata di Andrea Palladio due gasometri di circa 15 metri di altezza di fronte alla laguna, sembrerebbe pura follia. Eppure ci sono e rappresentano una parte nobilissima di quella architettura industriale che dalla metà dell’Ottocento fino all’avvento dell’architettura contemporanea ha segnato con edifici di grandissimo valore architettonico gran parte delle grandi capitali europee. Il progetto di riqualificazione mira a trasformare l’area abbandonata in un parco e riutilizzare gli edifici esistenti, in modo da mantenere la predominante e affascinante caratteristica evocativa del luogo, in cui la vegetazione ha ripreso il sopravvento. Il Parco dei cinque sensi ha come obiettivo quello di far diventare gli stessi fruitori i protagonisti del luogo, per prendere conoscenza delle proprie sensazioni e mettere in scena le emozioni, suscitate da espedienti architettonici creati su misura: percorsi olfattivi e tattili, realizzati rispettivamente con la piantumazione di diverse essenze e la progettazione di percorsi in materiali differenti, dai masegni alla sabbia, dalla ghiaia all’erba; attraverso delle aperture a forma di finestra praticate sul muro di cinta, che riprende la venezianità del luogo, si crea un percorso visivo che stempera il comportamento introverso del luogo nei confronti della laguna. Il Parco è inoltre dotato di punto informazioni, atelier degli artisti e spazi espositivi allestiti negli ex magazzini, una cantina di produzione vinicola (uve provenienti dalle vicine vigne del convento) con una terrazza panoramica e accanto un bacaro veneziano per la degustazione, un teatro all’aperto e i suoi servizi all’interno delle strutture dei gasometri e degli edifici ausiliari.

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Il Parco dei cinque sensi | Planimetria generale

128

Composizione

Workshop 2011/12


Il Parco dei cinque sensi | Pianta del parco e degli edifici riqualificati

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Il Parco dei cinque sensi | In alto: fotografie di sopralluogo; sotto: piante e sezioni dei due gasometri e dell’edificio di controllo trasformati in teatro, cantina di produzione vinicola ed enoteca

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Composizione

Workshop 2011/12


Il Parco dei cinque sensi | In alto: fotografie dal sopralluogo; in basso: pianta delle coperture e prospetti della cantina con terrazza, cicchetteria e teatro all’aperto

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abaco delle essenze Lavanda Nome scientifico: Lavandula officinalis Famiglia: Lamiaceae Piccolo arbusto sempreverde, facilmente coltivabile, può raggiungere l’altezza di un metro. Vite Nome scientifico: Vitis vinifera Famiglia: Vitacee Arbusto rampicante che tende a svilupparsi in altezza; attaccandosi a dei sostegni mediante i viticci può raggiungere un’altezza di 10 m. Glicine Nome scientifico: Wisteria Famiglia: Fabaceae Facilmente coltivabile in grandi spazi, rampicante profumato e decorativo; la fioritura avviene sottoforma di grandi grappoli di fiori viola. Gelsomino Nome scientifico: Jasminum Famiglia: Oleacee Rampicante molto adatto a ricoprire rapidamente muri, tralicci e pergolati. Rosa canina Nome scientifico: Rosa canina Famiglia: Rosacee Arbusto cespuglioso alto fino a due metri con fusti ricchi di rami ricadenti verso il basso. Fico Nome scientifico: Ficus Famiglia: Moracee Molto adattabile, è alto dai 3 ai 10 metri; essendo molto ramificato è spesso simile a un grande cespuglio. Rosmarino Nome scientifico: Rosmarinus officinalis Famiglia: Lamiaceae Pianta sempreverde con comportamento cespuglioso. Ha caratteristiche aromatiche e balsamiche.

Il Parco dei cinque sensi | Nella pagina accanto: plastico al 200 degli ex gasometri, plastico d’area in scala 1:1000 e schemi concettuali di distribuzione dei cinque sensi all’interno del parco; qui sopra: abaco delle esenze appartenenti al percorso olfattivo

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Il Parco dei cinque sensi | La scala esterna

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Composizione

Workshop 2011/12




Supplementi | Extras


Caratteri costruttivi dell’edilizia storica a Venezia (sec. XV-XIX) Restauro GIORGIO GIANIGHIAN Analisi storica e rilievo costruttivo di un edificio storico veneziano.

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Per avere un quadro completo del tema assegnato, le case in calle Riello, presso San Geremia a Cannaregio, è stato necessario consultare i documenti d’archivio. Essi a volte riguardano contratti di costruzione di alcuni edifici, come i sommarioni che si riferisconono ai catasti napoleonici e il rilievo metrico e fotografico dell’edificio stesso, che consentono di comprendere meglio le successive fasi di edificazione, la fisicità della fabbrica e le sua trasformazione nel tempo. Lo scopo del corso è quello di esaminare il processo del cantiere storico a Venezia, illustrando le tecniche esecutive proprie del periodo, assieme ai materiali disponibili, a partire dallo scavo delle fondazioni e delle cisterne e di seguito le murature, i solai e le scale, il tetto, fino ai materiali di finitura, quali gli intonaci, i pavimenti, le finestre e le porte, gli impianti idraulici e termici, le decorazioni e le dipinture. Le tecniche costruttive di circa quattro secoli di storia edilizia vengono studiate per scoprire sia il progetto architettonico che i materiali e infine la continuità dell’abitare veneziano. Il risultato è l’individuazione di costanti e variazioni che creano una storia dinamica del costruire la città nel tempo.

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Dettaglio costruttivo di fondazione veneziana su palificata

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Supplementi

Caratteri costruttivi dell’edilizia storica a Venezia


Archi e volte: denominazione degli elementi

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Dettaglio costruttivo: sezione di solai veneziani e dado di fondazione a “zatterone�

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Supplementi

Caratteri costruttivi dell’edilizia storica a Venezia


Documentazione fotografica dei comignoli delle casette a schiera di San Geremia

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Legenda unitĂ singola con metratura inferiore

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Supplementi

unitĂ singola con metratura intermedia

Caratteri costruttivi dell’edilizia storica a Venezia


unità singola con metratura maggiore (“casa grande” a due piane)

partizioni di proprietà delle “case grandi” al piano superiore

Piante del complesso in calle Riello presso San Geremia: in alto, pianta del piano terra e del primo piano e sotto, distinzione delle tipologie dimensionali e delle partizioni

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In alto: veduta assonometrica ricavata dalle planimetrie; in basso: prospetto di testata (fronte su Campiello Pesaro) e sezione trasversale

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Supplementi

Caratteri costruttivi dell’edilizia storica a Venezia


Foto del complesso di edilizia popolare

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Tirocinio Stage associati Periodo di tirocinio presso lo studio privato VS Associati di Marostica.

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Durante il periodo di tirocinio curricolare, effettuato presso lo studio di architettura VS Associati, le attività caratterizzanti sono state inerenti ai progetti architettonici in corso di realizzazione in quel periodo e al piano di comunicazione, attività di promozione affrontata dallo studio. Il primo incarico che mi è stato affidato è stato quello di riprogettare il rivestimento di una porzione del progetto di ampliamento dell’Orto Botanico di Padova. Questo progetto, vincitore nel 2005 del concorso internazionale indetto dall’Università di Padova prevede una struttura chiamata Visitor Center, le cui pareti esterne sono interamente vetrate, eccetto una piccola porzione in muratura. Per integrare l’aspetto esteriore con la vetrata continua del resto dell’edificio è stato necessario progettare un rivestimento in pinne verticali in vetro, inserite all’interno di un telaio d’acciaio. Alle pinne in vetro è stata sovrapposta una stampa che rappresenta una fitta vegetazione boschiva, in modo da rendere continua la presenza della natura visibile nonostante l’opacità del blocco dei servizi in muratura. La problematicità di questo rivestimento risiede nel fatto che le pareti in muratura presentano numerose aperture per gli sfiati degli impianti di aerazione e dei servizi igienici. Per questo motivo il rivestimento ha duplice funzione: mascherare queste aperture impiantistiche e allo stesso tempo permettere la corretta aerazione per le bocchette di sfiato degli impianti. In seguito sono stata incaricata di realizzare due immagini dell’edificio della nuova sede RossiDueNord, anch’esso ormai in fase di direzione lavori, per poi inserirle nel cartello di cantiere da esporre all’entrata dell’area dello stesso. Per il progetto della circonvallazione a sud-est tra Bassano e Cassola, arteria destinata a collegare la statale Valsugana con la regionale 248 bypassando il centro di Bassano e la sua nuova area commerciale, mi è stata affidata la realizzazione di piccole immagini tridimensionali rappresentanti alcune modifiche nella viabilità. Al fine di confrontarsi nel panorama degli studi di architettura, data la crescita dell’operato dello studio di progettazione, VS Associati ha operato la scelta di affrontare il tema della comunicazione in modo strutturato, con l’obiettivo di fare leva sui progetti per dare nuovo stimolo allo sviluppo e all’affermazione della realtà imprenditoriale, attraverso la redazione di un sito internet. Nel complesso l’esperienza di tirocinio è stata molto edificante: è stato molto utile l’incontro e la conoscenza delle figure professionali, il doversi integrare nell’organico dello studio e il rapportarsi con il proprio datore di lavoro.

149


13

0,6+0,6 1,2 cm

0 cm

2

355 cm

5.2 cm

2.9 cm 2.4 cm

3 cm 5.4 cm

Sopra: pianta del Visitor Center, progetto dell’ampliamento Orto Botanico di Padova; in basso: schizzi preliminari delle lastre in vetro per il rivestimento e misure del singolo pannello

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Supplementi

Tirocinio


0.60

5.00 4.89 1.40

0.11

0.50 0.70

3.60 3.60

2.20 0.12

0.70

0.11 0.20 0.12 1.40 0.12

9.68 0.12 0.12 0.12

Pianta e prospetti del rivestimento in pannelli di vetro stampato

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Plastico in scala 1:20

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Supplementi

Tirocinio


Sopra: SS47 Valsugana, riqualificazione urbana, Variante di Cassola, planimetria e render; in basso: cartello del cantiere della nuova sede artigianale RossiDue Nord, Marostica

153


154

Supplementi

Tirocinio


Render della nuova sede RossiDue Nord

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Storia dell’arte contemporanea Storia dell’arte e della fotografia GIULIANO SERGIO Dall’arte povera al paesaggio urbano: arte e fotografia in Italia e nel mondo dal 1960 a oggi.

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Il corso ha proposto l’analisi dell’uso dei nuovi media nelle ricerche d’avanguardia dagli anni Sessanta e Settanta, con particolare attenzione alla convergenza tra ricerche artistiche e fotografiche, soffermandosi sulla situazione italiana nel contesto artistico internazionale. Inoltre una lettura delle neo-avanguardie – arte concettuale, arte povera, land art e body art e delle contemporanee ricerche fotografiche – paesaggio urbano, fotografia antropologica, ha ricostruito la vicenda della nascita di un’arte come informazione e lo sviluppo delle principali tendenze della fotografia contemporanea. Dopo una lettura sommaria delle avanguardie artistiche, dall’Impressionismo alla pop art e oltre a una cronistoria della fotografia è stato esplorato il mondo della fotografia legata all’arte degli anni ‘60 e ‘70. Nel secondo dopoguerra i mass-media assumono una nuova funzione estetica nel sistema dell’arte: fotografia e video diventano strumenti di registrazione e di divulgazione di un'arte effimera che rifiuta la scultura e la pittura tradizionali, esplorando nuove possibilità estetiche e partecipative con azioni, istallazioni, performance e progetti concettuali. Le fotografie di queste operazioni sono spesso l’unica traccia storica di un’arte senza consistenza che, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, porta gli artisti a sperimentare le forme più diverse di rappresentazione documentaria: dai fotomontaggi (Alighiero Boetti, Claudio Parmiggiani, Emilo Prini) alle serie e griglie (Cesare Tacchi, Giovanni Anselmo, Aldo Tagliaferro) ai poster (Jannis Kounellis, Mario Merz) fino alle opere fotografiche su carta intelata (Giulio Paolini, Luca Patella). La pubblicazione di questa documentazione ha costituito un laboratorio di innovazioni grafiche e iconografiche attraverso l’edizione di riviste (Flash Art, Data, Marcatré, Cartabianca), di cataloghi (Fabio Sargentini, Achille Bonito Oliva, Plinio De Martiis) e di libri fotografici (Germano Celant, Ugo Mulas) alle quali hanno partecipato tutti gli operatori dell’arte – fotografi e artisti, oltre a critici e galleristi. Negli anni Settanta molti dei fotografi che avevano contribuito alla rappresentazione delle neo-avanguardie e alla ridefinizione delle nozioni di “documento”, di “informazione” e di “opera d’arte” si interessano alla fotografia di paesaggio urbano. Luigi Ghirri, Mario Cresci e Mimmo Jodice sono tra le figure di riferimento di questo periodo, capaci di tradurre l’eredità estetica e concettuale delle avanguardie e l’esperienza fotografica di Paolo Monti e Ugo Mulas in una ricerca aperta alle esperienze più innovative della fotografia internazionale. In copertina Ugo Mulas, Verifica n°3, Il tempo fotografico, sala di Jannis Kounellis.

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In alto: Giulio Paolini, Suite n°3, dittico, 1976; sotto: Luigi Ghirri, Portacenere David, in Still-Life, 1978

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Supplementi

Storia dell’Arte contemporanea


Sopra: Henri Cartier-Bresson, Alberto Giacometti installa le sue opere alla galleria Maeght, 1961 a confronto con Ugo Mulas, Giacometti, Biennale di Venezia del 1962 In basso: Piero Manzoni, Fiato del pittore e Merda d’artista, 1961

159


A sinistra: Servizio fotografico di Paolo Monti, Bologna, 1969 A destra: Yves Klein, Un homme dans l'espace! Le peintre de l’espace se jette dans le vide, nel numero di Dimanche del 27.11.1960

160

Supplementi

Storia dell’Arte contemporanea


Yves Klein, AnthropomĂŠtrie, performance, 1960

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In alto: Hans Namuth, Jackson Pollock, 1949; in basso: Vik Muniz, Action Photo (After Hans Namuth), 1997

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Supplementi

Storia dell’Arte contemporanea


In alto: Teatro delle mostre, locandina, 1968, a cura di Plinio De Martiis e Teatro delle mostre, C. Brandi guarda l’installazione Spia ottica di Giosetta Fioroni, 1968 Sotto: Teatro delle mostre, A. Boetti, Un cielo, 1968 e P.P. Calzolari, Un volume da riempire in mezz’ora, 1968

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Arte povera, E. Prini, Io, Tu, Dioniso anche, 1968; Arte povera, A. Boetti, Non marsalarti, 1968 e A. Bonito Oliva, in catalogo Amore mio, (foto di Ugo Mulas) 1970

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Supplementi

Storia dell’Arte contemporanea


In alto: J. Kounellis, I cavalli, inaugurazione de l’Attico nel garage di via Beccaria, Roma, gennaio 1969; sotto: Teatro delle Mostre, Cancellazione d’artista, Cesare Tacchi, 1968

165


Cesare Tacchi, Cancellazione d’artista, fotografie di Elisabetta Catalano, 1972, poi pubblicata in Roma al di là della Pittura,1990

166

Supplementi

Storia dell’Arte contemporanea


VitalitĂ del negativo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1970, fotografie di Ugo Mulas, sala di P. pascali, Il mare e sala di M. Pistoletto, Gli specchi

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Viaggio di studio Svizzera FRANCA PITTALUGA Martigny, Losanna, Vevey, Basilea, Murten, Dornach, Bellinzona, Mendrisio, Chiasso.

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Durante il laboratorio integrato di Progettazione 2, il programma della Professoressa Franca Pittaluga proponeva un viaggio di studio in Svizzera. Il tour architettonico prevedeva il passaggio in molte cittĂ svizzere, con due tappe piĂš prolungate a Losanna e Basilea. I manufatti architettonici visitati appartengono a epoche differenti, dagli inizi razionalisti del Maestro Le Corbusier ai rivestimenti contemporanei della coppia Herzog&De Meuron.

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Le Corbusier, Petite Maison, 1923-24 Clavienrossier Architects, Ristrutturazione di un ex fienile, Martigny, 2010

170

Supplementi

Viaggio di studio - Svizzera



SANAA (Kazuyo Sejima & Ryue Nishizawa), Rolex Learning Center, Losanna, 2010

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Supplementi

Viaggio di studio - Svizzera




Herzog & De Meuron, Torre di controllo ferroviario, 1994-97 Basilea Schaulager, 2003, Basilea Murten Atelier 5, Residenze Flammat, 1961 Peter Zumthor, Quartiere residenziale Spittelhof, Biel-Benken, Basilea, 1989-96

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AA VV, Vitra Design Museum, Weil am Rhein, 1986-2011 Padiglione di Tadao Ando, 1993

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Supplementi

Viaggio di studio - Svizzera




Livio Vacchini, Piazza del Sole, Bellinzona, 1991-98 Rudolf Steiner, Goetheanum, Dornach, Basilea, 1925 Renzo Piano, Museo Fondazione Beyeler, Riehen, Basilea, 1991-97 Mario Botta, Museo Jean Tinguely, Basilea, 1993-96 H&dM, Roche Pharma research institute building, Basilea, 2000 Aurelio Galfetti e altri, Restauro Castel Grande e risalita, Bellinzona, 1981-2000 KONZ MOLO architetti, Casa dell'Accademia di Mendrisio, Mendrisio, 1998-2006 Durisch + Nolli architetti, Max Museum e Spazio Officina, Chiasso, 2005

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