PROVINCIA DI PIACENZA Servizio “Promozione dell'Associazionismo e del Welfare” Dirigente: Dott.sa Tiziana Miotti
Partecipare insieme: il forum del Terzo settore Premessa Una corretta interpretazione del principio di sussidiarietà non può trascurare la partecipazione attiva dei soggetti del privato sociale alla definizione delle politiche di welfare: uno dei compiti attuali delle amministrazioni locali è la costruzione di una solida rete di collaborazioni con i soggetti del terzo settore, sempre più protagonisti nella fase di consultazione e di programmazione delle politiche di benessere locale. In questa prospettiva è opportuno: •
valorizzare e favorire gli organismi di partecipazione che già ci sono: il comitato paritetico del Volontariato che costituisce la sede naturale del confronto tra gli enti locali e il volontariato anche in riferimento alla pianificazione distrettuale;
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promuovere la costituzione di ulteriori organismi che sappiano riunire in percorsi di partecipazione anche gli altri soggetti del terzo settore, come le associazioni di promozione sociale e le cooperative sociali.
Il Comitato paritetico del volontariato rappresenta pertanto un’esperienza pilota, che costituisce il punto di riferimento per la costituzione del forum provinciale del terzo settore in cui troveranno l’adeguata rappresentanza anche gli altri soggetti del privato sociale. Il forum del terzo settore, data la sua capacità di riunire soggetti, momenti e compiti del terzo settore, è un organismo che la Provincia intende sostenere
attraverso un supporto organizzativo che non rientra
direttamente nelle responsabilità istituzionali dell'ente, ma che risulta rilevante anche per le istituzioni nel consolidamento del sistema di rete del welfare locale.
Il forum nazionale: costituzione e finalità Diffuso su tutto il territorio nazionale e nazionale, il Forum nazionale del Terzo Settore associazione di secondo livello
che intende porsi come voce unitaria delle diverse realtà del terzo settore e delle sue
componenti (associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperazione sociale), ha le sue radici culturali in un documento, il manifesto di convocazione di Roma del 28-29 gennaio 1994,
significativamente intitolato “le forze della solidarietà della partecipazione dopo l'egoismo degli anni '80” .Il documento in questione prende le mosse da un'attenta disamina della realtà di quel periodo – in cui mancava un complessivo riordino della disciplina normativa in materia di welfare state- per avanzare e formulare alcune proposte orientate a riformare la vita economica sociale e politica del paese attraverso il modello di uno sviluppo compatibile. Uno sviluppo che passa, secondo le associazioni che hanno sottoscritto il documento,
attraverso la
responsabilità del cittadino comune che sa organizzarsi per formulare risposte efficaci ai bisogni della società inventando nuove forme di partecipazione e di aggregazione oltre le appartenenze partitiche e oltre i limiti e le carenze dello stato sociale. In contrasto con un'ottica orientata alla compressione
della spesa sociale, il documento ribadisce la
centralità delle politiche sociali,del riconoscimento del valore politico della cittadinanza attiva e del ruolo del terzo settore nella promozione dello sviluppo del paese: il manifesto sottolinea, in particolare, la rete di iniziative e di progetti del terzo settore, la sua capacità di contrastare il disagio e di creare integrazione e solidarietà a favore di tutti i portatori di esigenze vitali. A conclusione del documento, le associazioni chiedevano : -
una riforma della legge sui servizi sociali;
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un riassetto normativo sui soggetti del terzo settore;
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il riconoscimento di un regime fiscale differenziato per il non profit;
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la riforma dell'obiezione di coscienza e l'istituzione del servizio civile nazionale;
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una nuova legislazione organica in materia di immigrazione orientata all'integrazione civile e sociale
dei lavoratori immigrati; -
l'innalzamento dei finanziamenti destinati alla cooperazione internazionale;
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la promozione di una politica ambientale coerente con prospettive di sviluppo a livello locale e
internazionale. Letto a distanza di un decennio, il documento che costituisce la base ideale delle iniziative del Forum, elaborato da soggetti autorevoli del privato sociale come Acli, Arci, Auser, Anpas, Csi, associazione genitori bambini cardiopatici riflette soprattutto un dato: le richieste del forum sono diventate parte integrante delle riforme del welfare state attuate nei primi anni Duemila. Questo dato riflette la capacità del terzo settore a rendersi , quando trova sedi opportune di confronto e di coesione, un interlocutore attivo che sa determinare concretamente l'indirizzo delle politiche sociali.
La struttura Come evidenziato nella parte precedente, il documento del 1994 è l'occasione che ha suscitato una riflessione comune all'interno del terzo del privato sociale e ha permesso di aprire un confronto per dare una rappresentanza unitaria al terzo settore culminato nell'assemblea del 1995 e nella costituzione del forum nel giugno del 1997. le tappe successive e maggiormente signifi8cative nell'interazione fra il Forum e le istituzioni sono la firma di due intese nel 1998 e nel 1999: •
il patto per la solidarietà;
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il patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione.
Attualmente il forum, che fa parte del Cnel dal 2001, si struttura come un'associazione senza scopo di lucro orientata a rappresentare i valori e le istanze comuni del volontariato, dell'associazionismo, della
cooperazione sociale, dell'economia sociale, della mutualità volontaria, della solidarietà sociale e internazionale. Di fatto queste finalità -delineate anche nelle disposizioni dello statuto recentemente riformato nell'ottobre 2010- si concretizzano nel rappresentare le istanze comuni del terzo settore nei confronti delle istituzioni, delle forze politiche per definire un sistema di politiche sociali
ispirato ai principi di sussidiarietà,
universalità e solidarietà che riconosca e valorizza la partecipazione attiva dei cittadini. Gli organi del Forum nazionale – che si basa su una struttura di governance democratica- sono: l'assemblea nazionale, il coordinamento nazionale, il portavoce, la conferenza dei forum regionali e il collegio dei revisori. La conferenza dei forum regionali è l'organismo di raccordo tra l'associazione nazionale e le strutture locali.
Il Forum regionale in Emilia Romagna il Forum è presente dal 1998 dopo una serie di iniziative di preparazione che hanno coinvolto i soggetti partecipanti per più di un anno. Gli obiettivi prioritari del forum regionale- che è articolato in più sezioni regionali- sono: •
la formazione di una cultura politica, sociale, partecipativa del terzo settore,
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il riconoscimento delle sue capacità innovative anche nelle forme dell'impresa sociale,
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la promozione del diritto del terzo settore a divenire un soggetto della concertazione e della negoziazione tra istituzioni e parti sociali.
Un significativo riconoscimento del ruolo del terzo settore e delle sue forme di rappresentanza è definito da un provvedimento amministrativo regionale, la Delibera di Giunta regionale n. 1682 del 20/10/2008 in cui si affermano la valorizzazione e il riconoscimento dell'autonoma costituzione del Forum del terzo settore in ogni ambito provinciale. Secondo il provvedimento regionale in parola il contesto privilegiato per una collaborazione fra terzo settore e istituzioni è la definizione dell'atto di indirizzo triennale elaborato dalla Conferenza Territoriale Sociale e e sanitaria: il tavolo del Welfare è lo spazio istituto per il confronto tra azienda Usl, , ufficio di presidenza della Conferenza e Enti locali. In questa prospettiva l'istituzione autonoma di un forum locale del terzo settore costituisce un' occasione ulteriore di confronto che può condurre il privato sociale a contributi più decisivi nell'elaborazione delle politiche sociali.