Motivazione e integr. Il metodo di lavoro (M. Caminati)

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Il metodo del lavoro socio-sanitario Dispensa a cura di Mara Caminati

Il lavoro è caratterizzato da uno scopo, cioè il senso dell’agire “perché faccio questo?”, A quale scopo? Come raggiungo questo scopo? In altre parole Chi fa Cosa? Come?, Quando?, Perché?. Sulla risposta a queste domande si fonda il metodo del lavoro

Le fasi del lavoro Raccolta dati l’operatore deve mettere in atto la sua capacità di ascolto delle domande esplicite e implicite, che l’utente può manifestare. Per una corretta raccolta dati è necessaria una buona osservazione oggettiva.

Per arrivare alla formulazione del PAI dobbiamo seguire alcune fasi: 1. Raccolta dati; tutti gli operatori secondo le proprie competenze, partecipano a questa fase mettendo in atto: a. Capacità di ascolto assertivo b. Capacità di osservazione oggettiva c. Capacità di comunicazione corretta verbale e non verbale i. Disponibilità al silenzio 2. Analisi dei dati raccolti 3. Sintesi degli stessi

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4. Identificazione delle problematiche: dalla sintesi dei dati raccolti ed elaborati verranno evidenziate delle problematiche riferite ad un bisogno. 5. Per rispondere a questo bisogno l’équipe si prefiggerà degli obiettivi. 6. Definizione degli obiettivi che devono essere chiari, condivisi, realizzabili, misurabili. 7. Per far ciò si rende necessario avere una buona conoscenza del contesto in cui si lavora, delle risorse occorrenti per il raggiungimento degli obiettivi e, soprattutto se queste sono disponibili. 8. Azioni: (chi fa cosa) E’ necessario, in fase di stesura del PAI chiarire in modo semplice ma preciso le azioni da eseguire e chi le esegue in base alle risorse che si hanno a disposizione come detto sopra. Una volta accertato che ciò è fattibile si individuano le responsabilità (chi fa ). 9. Tempi di intervento: l’èquipe in base alla conoscenza del contesto ed ai dati raccolti sull’utente stabilirà i tempi presunti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. 10. Indicatori di risultato: questi servono, in fase di verifica, per misurare in modo oggettivo, il raggiungimento degli obiettivi. Per semplificare la definizione degli indicatori è necessario dotarsi di strumenti che facilitano questo processo come, ad esempio, alcune scale di osservazione e/o geriatriche che misurano le condizioni socio-psico-fisiche dell’utente. Questi strumenti, come le schede di osservazione e/o geriatriche di 1° generazione (Barthel, Mini Mentale State; I.A.D.L. Instrument Activities of Daily Living; Tinetti; GDS; UCLA NPI) ecc. tendono a “dividere” l’utente in diverse aree. Alcune scale misurano la capacità cognitiva, altre la capacità di svolgere le attività di vita quotidiane, altre l’equilibrio e l’andatura ecc. Mara Caminati

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L’applicazione di queste scale forniscono una buona misurazione delle capacità funzionale e cognitive dell’utente, rimane però, il problema di sintetizzare i dati raccolti, omogeneizzarli e finalizzarli all’elaborazione del PAI. In altri contesti si utilizzano schede geriatriche di 2° generazione (V.A.O.R Valutazione Anziano Ospite Residente). Questo è uno strumento validato che permette la raccolta dati oggettiva dell’équipe, “obbligando”, in un certo senso, gli operatori all’integrazione. La compilazione del VAOR permette di evidenziare le aree critiche/bisogni in modo chiaro attraverso una più semplice capacità di sintesi dei dati stessi. Queste aree critiche/ bisogni, una volta messi in evidenza dal VAOR, inducono l’équipe di lavoro ad elaborare un progetto personalizzato in cui sono evidenziati obiettivi che rispondono alle aree critiche/bisogni; azioni (chi fa cosa/ come); tempi di intervento per raggiungere gli obiettivi; e indicatori di risultato il nostro PAI per intenderci. Verifica: alla scadenza dei tempi previsti dal progetto si portano in sede di èquipe gli obiettivi e se ne verifica il risultato. Per fare questo si prenderà in considerazione l’indicatore in base al quale facilmente, si potrà stabilire se l’obiettivo è raggiunto o no. Verificare un obiettivo non significa comunque attendere i tempi dettati dal progetto. Nel momento in cui ci si accorge che l’obiettivo è stato raggiunto, è necessario riaprire il caso e portandolo in sede di équipe, stabilire se lavorare per mantenere l’obiettivo o ridefinirlo. Altro caso in cui si rende necessario verificare il progetto è quello in cui, l’obiettivo prefissato non è più raggiungibile perché non corrisponde più alla realtà. Come si può notare il progetto, una volta formulato, non è statico ma sempre “in movimento” e un processo e proprio perché tale non termina con la formulazione degli obiettivi, bensì inizia.

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Riassumendo: Raccolta dati: tutti gli operatori secondo le proprie competenze, partecipano a questa fase mettendo in atto:  Capacità di ascolto assertivo  Capacità di osservazione oggettiva  Capacità di comunicazione corretta verbale e non verbale  Disponibilità al silenzio  Compilazione schede di osservazione e/o geriatriche di 1° generazione          

Barthel (valutazione delle disabilità) Mini Mentale State (memoria, capacità di ricordo) A.D.L (attività di vita quotidiane) I.A.D.L. Instrument Activities of Daily Living (utilizzo strumenti , telefono, denaro, mezzi di trasporto ecc.) SPMSQ CDR (grado di demenza) GDS (depressione) UCLA NPI (disturbi del comportamento) Tinetti (equilibrio e andatura) Norton plus (rischio decubiti)

 Compilazione schede di osservazione e/o geriatriche di 2° generazione  V.A.O.R Valutazione Anziano Ospite Residente.  SVER : Scheda di Valutazione Elementare del Residente  SIP : Sequenza di Identificazione dei Problemi  SVAMA  VALGRAF

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IL P.A.I.  RACCOLTA DATI  ANALISI DEI DATI RACCOLTI  SINTESI DEGLI STESSI  INDIVIDUAZIONE DELLE PROBLEMATICHE  DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI  AZIONI PER RAGGIUNGERLI  TEMPI PRESUNTI  INDICATORI DI RISULTATO  VERIFICA

VERIFICA DEGLI OBIETTIVI quando:    

ALLA SCADENZA DEI TEMPI PREVISTI IN SEDE PAI QUANDO L’OBIETTIVO E’ STATO RAGGIUNTO QUANDO L’OBIETTIVO NON E’ PIU’ COERENTE CON LA REALTA’ QUANDO LE CONDIZIONI DELL’UTENTE SUBISCONO UN SIGNIFICATIVO CAMBIAMENTO

CARATTERISTICHE DEL P.A.I.  OBIETTIVI:  CHIARI  CONDIVISI  REALIZZABILI  MISURABILI  AZIONI  INDIVIDUAZIONE DELLE RISORSE (CHI FA COSA)  COME  QUANDO  RESPONSABILITA’  TEMPI  DEFINIRE I TEMPI D’INTERVENTO  INDICATORI DI RISULTATO  SCALE DI VALUTAZIONE VALIDATE  STRUMENTI USATI NEL CONTESTO LAVORATIVO Mara Caminati

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IL GRUPPO DI LAVORO  MULTIDISCIPLINARE: in un équipe multidisciplinare i componenti prendono decisioni indipendenti in base alla loro competenza specifica.  INTERDISCIPLINARE: il processo decisionale si svolge utilizzando informazioni condivise fra i vari membri che possiedono competenze diverse GENERALMENTE è COSì COSTITUITO ( vedi contesto lavorativo ed eventuali normative regionali)  MEDICO  INFERMIERE  TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE (FT)  RESPONSABILE DI NUCLEO  RESPONSABILE ATTIVITà SANITARIE  O.S.S (TUTOR)*  ANIMATORE  UTENTE  FAMIGLIARE DELEGATO Nella realtà in cui esiste l’OSS tutor, ha la responsabilità di divulgare il progetto e coinvolgere tutti gli operatori, monitorando l’andamento del progetto stesso ed attivando l’èquipe quando gli obiettivi posti in essere sono stai raggiunti o non più attuabili per diverse ragioni, stimolando gli operatori coinvolti, ad aggiornare il diario assistenziale per avere la situazione sempre ben chiara ed in tempo reale.

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PROTOCOLLI/ISTRUZIONI OPERATIVI/E  IGIENE ALZATE PREVENZIONE DECUBITI POSTURE PREVENZIONE CADUTE CONTENZIONE DISTURBI DEL COMPORTAMENTO GESTIONE PEG E SNG (SONDINO NASO/GASTRICO) ESAMI EMATICI TRASFUSIONI PROFILI GLICEMICI DIETA SEMILIQUIDA (DIETE VARIE) MEDICAZIONI

IN OGNI CONTESTO LAVORATIVO POSSONO ESSERE PRESENTI DIVERSI PROTOCOLLI O ISTRUZIONI OPERATIVE PER UNIFORMARE I DIVERSI INTERVENTI.

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