Motivazione e integrazione (R. Dapero)

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Motivazione e Integrazione Dispensa a cura di Renato Dapero

1- Disposizione d’animo Apriamo con una questione complicata perché non si tratta semplicemente di implementare le conoscenza indispensabili per svolgere efficacemente il proprio ruolo professionale. Si tratta di sviluppare la passione per il proprio lavoro nella propria posizione organizzativa nel rispetto delle competenze degli altri operatori. Alla fine ognuno deve scoprire il desiderio e il piacere di fare bene il proprio lavoro, immettendovi il meglio delle proprie disposizioni naturali.

Dobbiamo ricordare che il lavoro è stato sempre il fulcro fondamentale di ogni società umana. Senza lavoro non ci sarebbe stata evoluzione sociale. Si può dire in sintesi che la vita dipende dal lavoro nel quale peraltro ogni essere umano esprime buona parte della sua personalità. Il lavoro dunque è importante, ma in sé e per sé, non è tutto. La vita non si identifica col lavoro in senso stretto, ma comprende anche i grandi sentimenti. La felicità si riceve attraverso i beni materiali, ma anche con le attività spirituali e culturali. Vale la pena di ricordare in proposito che nella lingua degli antichi Romani c’erano due vocaboli per indicare la felicità. Felix = felice per abbondanza di beni e Beatus = felice per uno stato d’animo di intima beatitudine. Oggi alla parola felicità facciamo corrispondere la sintesi dei due significati e quindi la felicità è frutto del raggiungimento di buone condizioni materiali, garantite dal lavoro e in particolare dal reddito che il lavoro produce e del raggiungimento di una predisposizione d’animo favorevole rispetto alla vita. Ma poiché il lavoro occupa una quota rilevante del nostro tempo di vita, una buona disposizione d’animo verso il lavoro è condizione imprescindibile per il raggiungimento della felicità.


2- Crescita personale Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Voler crescere significa ammettere le proprie debolezze. Significa uscire dall’orticello e mettere in dubbio le proprie convinzioni, confrontarsi con altri che nell’organizzazione o nella vita si trovano alla pari o su di un gradino diverso.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedonoqualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità Pablo Neruda

La vita non può e non deve ridursi ad una ricerca costante di sicurezza e comodità. Per darci delle soddisfazioni deve sottoporci a qualche momento di sfida!

3- Specializzazione La vita di ciascuno di noi dipende dal lavoro nel quale ogni essere umano esprime buona parte della sua personalità, ma nella società attuale, che ha superato molti criteri di organizzazione e di gestione del lavoro che si erano sviluppati nell’epoca dell’industrializzazione, si assiste ad una distribuzione delle competenze professionali che incontra spesso limiti importanti proprio per la sua stessa natura e ragion d’essere. Il lavoro oggi è altamente specializzato ed è così che risponde ai requisiti attuali della produzione, però questo elemento, utile ai fini produttivi, porta anche a una divisione sociale sia all’interno del luogo di lavoro sia ad un più generale livello. Quindi la specializzazione è in un certo verso un reale pericolo per i suoi contenuti di rigidità e le relative conseguenze sociali di allontanamento delle categorie professionali sul luogo di lavoro e delle classi per reddito in generale. Questo problema della divisione che sulla società ha operato e continua ad operare la specializzazione delle professioni,in un


luogo di lavoro organizzato può essere affrontato e risolto a due livelli di intervento: quello organizzativo e quello della formazione del personale.

4- L’organizzazione Quanto al primo, cioè cosa si può fare nel dare un’organizzazione alla nostra azienda di servizio alla persona, si può sostenere che la soluzione più conveniente è quella di creare un’organizzazione a matrice. La “matrice” nasce dall’esigenza di risolvere i problemi dati dalla complessità della struttura. La nostra azienda, infatti, prevede la presenza operativa contemporanea di una pluralità di operatori di professionalità diversa con un forte grado di specializzazione e con contenuti professionali diversi a volte di tipo gestionale a volte invece dotati di responsabilità differenti e prevalentemente tecniche. Una tale azienda, per potersi dire ben organizzata, deve dar vita a sistemi di coordinamento e deve portarli ad un appropriato sviluppo. In particolare il coordinatore deve avere doti specifiche per assicurare il successo. Doti da leader naturale per contenere le tensioni che tendono a svilupparsi in un sistema privo dell’unicità di comando. La struttura organizzativa a matrice offre significativi vantaggi in termini di efficienza/efficacia purché chi svolge l’attività di coordinamento conosca bene l’organizzazione, sia dotato della necessaria esperienza tecnica e produttiva, abbia una spiccata capacità di programmazione e controllo e sia un leader formale e sostanziale. Questo perché la struttura a matrice ha un difetto fondamentale che ne determina una certa instabilità diretta conseguenza della mancanza di una linea di comando unitaria. Se non c’è la figura professionale che ha l’autorità tecnica e gestionale e la competenza chi fa la sintesi decisionale?

5- La formazione e la motivazione Perché la motivazione è importante? Le strutture organizzative, siano esse a “matrice” come abbiamo descritto sin qui o abbiano una qualsiasi altra forma, nascondono alcuni difetti e delle insicurezze. Sfide continue che accompagnano le nostre giornate e il rapido susseguirsi di successi e insuccessi possono provocare altrettanto rapidi cambiamenti di umore. Per essere all’altezza di richieste tanto elevate, occorre che regni un’atmosfera trascinante. Motivazione e gioia sono gli elementi centrali e non solo nei momenti difficili. Come nasce la motivazione? Un buon team motivato non va dato per scontato. Occorrono determinate condizioni ed è necessario prendersi cura della motivazione personale. La motivazione non è uno stato immutabile, ma è un processo interiore. In altre parole, se da un lato le persone reagiscono a determinati impulsi stimolanti ed eccitanti, ricavandone una motivazione, dall’altro, impulsi distruttivi o condizioni carenti incidono rapidamente in maniera negativa su questa motivazione interiore. È compito dei responsabili, creare le condizioni da cui

Lo specialista

La squadra


i collaboratori possano attingere la motivazione. Due sono i fattori essenziali per un team motivato: un efficace processo di sviluppo del team e condizioni di lavoro che nel complesso appoggino il lavoro. Che contributo fornisce il processo di sviluppo del team alla motivazione? All’interno del team si fondono lavoro specialistico ed emozioni. Una corretta attività di pianificazione, ad esempio, non serve a nulla se le aspettative in termini di collaborazione o di risoluzione dei problemi appaiono completamente diverse. Il processo di sviluppo del team costituisce un metodo importante per promuovere e rafforzare la motivazione. Tale processo comprende : 

la scelta del team,

interventi di formazione,

misure di sostegno del gruppo.

Uno contro tutti?!

L’aspetto principale consiste nella definizione ottimale della collaborazione all’interno del gruppo. Un team efficace è una squadra produttiva, che lavora e funziona come una piccola organizzazione in fase di apprendimento. Un team di questo genere vanta una struttura chiara e condivisa, regole accettate da tutti e la flessibilità e la motivazione per cogliere sfide sempre nuove. Lo sviluppo del team non inizia con il manifestarsi del primo conflitto. Le basi per un approccio costruttivo all’interno del team vengono poste nella fase d’avvio. Uno strumento importante nel processo di sviluppo del team è la riflessione costante sulla collaborazione, l’apprendimento progressivo comune e l’elaborazione dei conflitti. Per questo processo occorre pianificare tempo a sufficienza.

Tutti scendono in campo!!

Per la soddisfazione e la motivazione dei collaboratori del team sono importanti diversi fattori che concorrono tra loro e sono responsabili della conservazione, diminuzione o aumento della motivazione per tutta la durata del progetto. Fattori esemplari sono:

      

la sfida lanciata al team (le pretese devono essere eque, né scarse né eccessive) i successi (raggiungimento degli obiettivi) un compenso adeguato lodi e riconoscimento delle buone prestazioni fornite feedback reciproco costruttivo buoni rapporti all’interno del team e con i partner esterni condizioni di lavoro favorevoli al’interno dell’ente preposto Per il lavoro di squadra e la formazione del team sono decisivi soprattutto i cosiddetti fattori morbidi ovvero gli aspetti emotivi. Le relative competenze concernono, in particolare, superamento dei conflitti e integrazione. Una competente attività di coordinamento funge contemporaneamente da costitutrice del team, addetta alla comunicazione e moderatrice.


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