Trasformazioni urbane nel sestiere di Castello
A cura di Laura Fregolent
Andrea Carolina Ardila Garcia
So Young Han
ABITARE VENEZIA
Trasformazioni urbane nel sestiere di Castello
A cura di Laura Fregolent, Andrea Carolina Ardila Garcia, So Young Han
Abitare Venezia. Trasformazioni urbane nel sestiere di Castello a cura di Laura Fregolent, Andrea Carolina Ardila Garcia, So Young Han ISBN 979-12-5953-053-0
Editore Anteferma Edizioni Srl via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it prima edizione: novembre 2023 stampa: Press Up, Roma
Copyright
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Indice
INTRODUZIONE
4
01
10
Uno sguardo ai fenomeni in atto
ABITARE CASTELLO
17
Castello: ultimo sestiere “popolare” o nuova frontiera dell’esodo?
27
Prima di progettare con il verde
02
36
Il patrimonio immobiliare degli enti territoriali, tra federalismo demaniale e dismissioni
43
Il patrimonio demaniale a Venezia
50
Partecipazione e progettazione in un mondo complesso
53
Associazioni e comitati
57
Progettare per le comunità. La video intervista come artefatto
60
La comprensione del contesto sociale attraverso le interviste
04
66
Le aree in trasformazione
TRASFORMAZIONI URBANE A CASTELLO
70
Ex Gasometri
76
Arsenale di Venezia
81
Ex Palazzo Patriarcale
93
Ex Convento di Sant'Anna
97
Salviamo San Piero e Sant’Anna
100
Ex cantieri ACTV
106
Stadio Pier Luigi Penzo
BENI PUBBLICI E DEMANIALI 03 PARTECIPAZIONE E PRATICHE COLLETTIVE
CONCLUSIONI
108
BIBLIOGRAFIA
110 3
Dal 26 settembre e il 1 ottobre 2022 gli studenti di diversi corsi di studio dell’Università Iuav di Venezia hanno lavorato all’interno nel workshop dal titolo "Abitare Venezia" al tema dell’abitare nella città storica nelle diverse dimensioni (fisica, sociale, culturale, materiale e immateriale), per ricostruire attraverso un esercizio di analisi urbana un quadro di conoscenza, nello specifico, per il sestiere di Castello. Alla base del lavoro l’importanza dell’analisi e della conoscenza del contesto al fine di intervenire e proporre politiche pubbliche e attività progettuali per la città, e che sempre più l’intervento sulla città necessita di uno sguardo rivolto alla cura della città nel suo complesso e quindi delle persone, degli spazi e dei luoghi del vivere. Negli ultimi decenni nella città contemporanea i processi di crescita e trasformazione urbana e le modalità di gestione dei processi stessi sono molto cambiati, creando condizioni e campi di opportunità molto diversi per la definizione di interventi e politiche urbane e per l’abitare, ma anche evidenziando problematiche nuove o di nuova intensità. I processi di trasformazione, per loro natura articolati e complessi, necessitano sempre più di una verifica delle progettualità messe in atto attraverso un coinvolgimento attivo delle comunità interessate, oltre che di un lavoro di informazione e comunicazione sempre più attenta. Questo serve a valorizzare e fare tesoro della conoscenza stratificatasi nel tempo della storia dei luoghi, del tessuto sociale, delle esperienze, dei desideri ma anche delle fragilità presenti, per costruire processi di progettazione partecipata capaci di coinvolgere i diversi attori interessati e condividere le risorse e gli obiettivi dati per progetti di scala urbana. Il principio sul quale si sono appoggiate le attività del workshop è che è importante rivendicare, e in forma collettiva, il diritto a essere parte dei processi di decisione, che va recuperato il carattere collettivo della decisione affinché i cittadini di una comunità possano trovare le condizioni per sperimentare modelli di convivenza e di sviluppo urbano. A partire da queste considerazioni sono state indagate alcune trasformazioni in atto nel sestiere di Castello – un’area da sempre più marginale e meno
INTRODUZIONE Nella pagina successiva: Castello da San Servolo
interessata da importanti flussi turistici nonostante la presenza dei principali spazi espositivi della Biennale (Arsenale e Giardini) –, analizzato il quadro conoscitivo e le progettualità in campo, individuati i punti di forza e di debolezza oltre che i bisogni degli abitanti, ricostruiti gli usi, le relazioni, il quadro del mondo associativo e le attività presenti. Tutto questo lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione di molte persone in primis gli studenti: Aurora Ballarini, Mariachiara Berizzi, Camilla Bertini, Valentina Bonamini, Alessia Borgato, Giulia Brun, Angelica Carraro, Sindi Ceka, Sara Cettolin, Antonella De Rosso, Martina Faggion, Ilaria Favalessa, Gianluca Favarato, Emanuele Gatti, Giulio Cesare Gigliotti, Giulia Guy, Keisi Ibroj, Francesca Manzon, Paolo Pasut, Arianna Piermattei, Marta Pozzobon, Beatrice Sisti, Oliwia Spiralska, Aurora Tosato, Emilia Trevisan, Luisa Trinca; e quanti hanno contribuito con seminari e lezioni dedicate, aiutandoci a costruire relazioni e connessioni, dandoci il loro punto di vista attraverso interviste mirate, partecipando alla tavola rotonda sul ruolo delle associazioni nella costruzione di politiche pubbliche per la città, mettendo a disposizione luoghi e saperi per fermarci a ragionare e discutere. Grazie quindi a: Susanna Ampò, Andrea Barina, Matteo Basso, Mattia Berto, Enrico Breggion, Elena Cavallin, Cinzia Dalboni, Michele De Col, Raffaella Fagnoni, Leonardo Filesi, Paolo Gatto, Renato Gibin, Marco Gnesutta, Gianmario Guidarelli, Alberto Madricardo, Andrea Martini, Stefano Micheletti, Simona Morini, Donatella Pezzato, Barbara Pino Ahumada, Rally Prato, Maria Pia Robbe, Maximiliano Romero, Micol Roversi Monaco, Annalisa Sacchi, Giacomo Maria Salermo, Franco Schenkel, Don Rino Sgarbossa, Massimiliano Smerghetto, Donatella Toso, Cristina Valentini, Elisabetta Xausa, Marco Zanetti, e a tutti gli studenti del workshop “Abitare Venezia. Teatro di Cittadinanza per abitanti di passaggio” con i quali ci siamo confrontati sulle trasformazioni in atto a Venezia e sull’importanza del nostro agire e agli studenti dell’Università Diego Portales che hanno partecipato all’attività di workshop e filmato il nostro lavoro.
01 ABITARE CASTELLO
Abitare Castello
01
UNO SGUARDO AI FENOMENI IN ATTO
Un’osservazione indispensabile da fare per descrivere una città e le sue dinamiche di trasformazione è quella di analizzare i cambiamenti demografici della popolazione residente e il fenomeno dello spopolamento. Nel caso di Venezia questa operazione è doppiamente significativa data l’intensità e la velocità con la quale il fenomeno si è manifestato. A partire, infatti, dal censimento del 1951 il centro storico di Venezia perde popolazione in favore dell’estuario ma soprattutto della terraferma. I dati (tab. 1) evidenziano come il centro storico tra il 1951 e il 1961 registri un calo di oltre 37.000 persone che si intensifica ulteriormente nelle soglie censuarie successive: tra il 1951 e il 2022 il centro storico perde oltre 125.000 residenti e l’intero comune oltre 62.000, questo per evidenziare come oltre a un ragionamento specifico sul centro storico e il suo spopolamento sia necessario fare un ragionamento più complessivo, che interessa l’intero comune. Le ragioni del calo di popolazione nel centro storico sono diverse e si sono diversamente articolate nel tempo. Il degrado fisico nel quale si trovava la città alla fine del secondo dopoguerra fu una causa scatenante, aggravata dalle maree eccezionali del 10
1966 e del 1979 che costrinsero la popolazione fuori dalla città, alla ricerca di casa e di una qualità abitativa maggiore. Si usò la parola esodo per descrivere il fenomeno. Ma tra le cause dobbiamo aggiungerne anche altre come la spinta ad avvicinarsi al luogo di lavoro, la ricerca di un modello abitativo diverso (cfr. Cresme, 1981), ma anche il progressivo invecchiamento della popolazione e il mancato ricambio e, molto più recentemente, gli effetti dell’economia turistica. Sono diverse le esternalità generate dal crescente numero di turisti, quali: il sovraffollamento, la congestione e le conseguenti ricadute sulla mobilità urbana e sul trasporto pubblico locale, il disturbo arrecato ai residenti nel loro vivere quotidiano, l’uso intensivo dello spazio pubblico che ne impedisce un uso quotidiano e ne provoca il suo deterioramento insieme a quello del patrimonio storico e culturale (Basso, Fregolent, 2022). La pressione del turismo modifica sostanzialmente l’offerta commerciale provocandone una polarizzazione in alcuni settori in particolare quello del food (alimentari, bar, bàcari, ristoranti, pizzerie, fast food, ecc.) (cfr. Fregolent, 2022), e contribuisce in maniera sostanziale al progressivo scivolamento verso il
mercato turistico di unità abitative, con il conseguente innalzamento degli affitti e dei prezzi degli appartamenti, la scomparsa dei contratti d’affitto a lungo termine e l’espulsione delle fasce di popolazione a reddito medio-basso (Gainsforth, 2019). A questo proposito i dati di Inside Airbnb contano per l’intero comune ben 7.642 strutture ricettive (di cui 5.917 sono interi appartamenti, cioè il 77,4%);1.550 si trovano nel sestiere di Castello e di questi ben 1.248 sono interi appartamenti (80,5%) ora destinati al mercato turistico1. Il lavoro di analisi e ricostruzione che questo libro contiene, vuole provare, specificatamente sull’area di Castello, a “fotografare” alcuni caratteri dell’area restituendone la complessità e la ricchezza ma anche le pesanti trasformazioni in atto. A partire dalla presenza delle scuole dei diversi ordini e gradi che testimonia di una ricchezza in termini di servizi scolastici, ma anche di attività commerciali (fig. 1) che si stanno però trasformando sempre più in funzione della domanda turistica (il numero crescente di bar e ristoranti è da questo punto di vista una cartina di tornasole), del patrimonio residenziale pubblico (fig. 2), di attività legate alla nautica (fig. 3) che testimonia non solo una peculiarità
della città e una storia consolidata di rapporto con la laguna ma anche una grande potenzialità sulla quale lavorare. Nei testi che compongono questo capitolo e i capitoli successivi viene restituito anche quanto sta avvenendo dal punto di vista demografico e delle dinamiche legate ai flussi turistici a Castello, delle progettualità proposte o in atto nell’area, dei movimenti di comitati e cittadini che da un lato esprimono con le loro azioni il dissenso rispetto a questioni e fenomeni specifici, ma dall’altro dichiarano anche esplicitamente la loro disponibilità al fare e al fare insieme. Dinamiche, quelle in atto, che modificano e trasformano la città ma polarizzando tali trasformazioni negli usi a scopo turistico, in assenza di chiare azioni e politiche pubbliche orientate ad una valorizzazione dei beni per la popolazione residente e stabile come, ad esempio, un intervento esplicito sulla casa e per la casa a prezzi contenuti che contribuirebbe a mantenere quella complessità sociale necessaria alla vita di una città.
1 Per consultare i dati disponibili: http://insideairbnb. com/venice
Tab. 1 – Popolazione residente nei diversi anni nel Comune di Venezia (v.a.)
363.002 Totale comune
349.663
347.887
315.811
313.967
313.967
270.589 253.174
205.829
206.707 190.136
Centro storico
137.150
96.966
93.598
49.702
48.747
49.203
65.695
1991
1981
1971
32.183
1961
58.991
47.057 29.693
49.665 26.530
2022
76.644
1951
176.979
108.426
Estuario 44.037
181.905
2011
Terraferma
176.290
161.035
2001
174.808
Fonte: Comune di Venezia
11
Fig. 1 – Servizi Fermate ACTV Bar e ristoranti Altre attività commerciali Artigianato e produttivo Asilo Nido Scuola dell'Infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria di 1° Scuola Secondaria di 2°
Attività commerciali
292 Bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie
493 Altre attività commerciali
82 Artigianato e produttivo
Scuole
3 Asilo Nido
5 Scuola dell'Infanzia
2 Scuola Primarie
2 Scuola Secondaria 1°
6 Scuole Secondaria 2°
12
Fonte: ACTV; Comune di Venezia; Ufficio scolastico regionale per il Veneto - ufficio I; Università Iuav di Venezia
13
Fig. 2 – Casa pubblica Comune ATER IRE 4 IVE
Al 2017 la casa pubblica nel comune di Venezia contava 10.884 unità residenziali, evidenziando la presenza di un patrimonio (circa 8% del totale) capace di influire significativamente sul totale di alloggi in affitto ponendo Venezia ai vertici delle città con maggiore presenza di edilizia pubblica e doppiando con Milano (10%) e Roma (8%) il dato medio nazionale (4%). La proprietà degli alloggi pubblici è quasi equamente distribuita tra Comune e ATER Venezia1 con una concentrazione nel centro storico di Venezia e nel quartiere di Marghera, rivelando la presenza di risorse importanti e le potenzialità di un’azione pubblica che a partire dal patrimonio disponibile potrebbe costruire politiche abitative capaci di giocare un ruolo strategico per l’abitare non solo in centro storico, grazie all’innesco di processi di rigenerazione urbana proprio a partire dai quartieri ERP (Fava e Fregolent, 2019). Al 2017 ATER e Comune di Venezia2 erano rispettivamente proprietari di 5.210 e 5.544 alloggi come rappresentato nell’immagine a lato, patrimonio che si è assottigliato negli ultimi anni, soprattutto nel caso di ATER, e all’oggi diventati 4.500 per ATER e 5.360 per il Comune di Venezia di cui 2.241 sono classificati in regime “ERP” e 2.241 alloggi in regime “non ERP” questo a causa di un uso sempre più estensivo della pratica di social housing vale a dire a canone più oneroso (Alberti, 2023). Tra settembre 2017 e maggio-giugno 2022 gli alloggi pubblici non occupati nel comune di Venezia crescono di 410 unità: da 1.798 a 2.208; 1.274 di proprietà ATER e 934 di proprietà comunale, nonostante qualche stanziamento del PON Metro che l’Amministrazione comunale ha investito anche nel settore della casa pubblica. Vale a dire che la quota di abitazioni sfitte di proprietà del Comune sale al 20% nel 2022, era al 17% nel 2017, e nel caso di patrimonio ATER Venezia arriva al 25%3. Tutto questo a fronte di una domanda abitativa in regime di tutela in crescita, come dimostra-
14
no le domande presentate in risposta al bando di assegnazione del 2022, così distribuite: 981 a Venezia centro storico e isole e 1.400 nella terraferma veneziana per un totale complessivo di 2.381 domande.
Comune di Venezia
4.982
584
Comune
IRE
4.973
149
ATER
IVE
Venezia centro storico
1.829
578
Comune
IRE
2.027
149
ATER
IVE
Castello
305
212
Comune
IRE
299
63
ATER
IVE
Si veda per la consistenza del patrimonio ATER il sito dell’Azienda: https://www.onlinepa. info/index.php?page=moduli&mod=6&ente=173&node=215&anno=TUTTI.pdf; per la consistenza del patrimonio comunale il sito del Comune: https://www.comune.venezia.it/it/ content/patrimonio-immobiliare. 1
Nel patrimonio comunale rientrano anche 170 alloggi nel Comune di Spinea, acquistati negli anni '80, e il Comune gestisce anche 200 alloggi di proprietà di altri enti. 2
Si veda: https://ocio-venezia.medium.com/ lo-stato-degli-alloggi-pubblici-non-assegnati-a-venezia-aggiornamento-2022-bee156b8db99. 3
A decorrere dal 1/1/2020 IRE (Istituzioni di Ricovero e di Educazione) e Antica Scuola dei Battuti hanno dato vita al nuovo Ente IPAV Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane, sancito con il decreto di fusione della Regione Veneto n. 169 del 9/12/2019. In precedenza dall’1/1/2019 l’IPAB Opera Pia Istituti Riuniti Patronato di Castello e Carlo Coletti è stata fusa nell’IPAB IRE (Istituzioni di Ricovero e di Educazione), in forza del Decreto della Regione Veneto n. 1247 del 28/11/2018. IPAV dispone di circa 587 fabbricati con destinazione abitativa, 211 con destinazione diversa dall’abitativa, 50 fabbricati rurali, 17 altre unità e dei terreni. Circa 580 sono locazioni abitative, 180 commerciali, una decina i contratti agrari e 3 i contratti di locazione per stazioni radio base con gestori di telefonia. 4
Fonte: https://iuav-labgis.maps.arcgis.com/apps/ MapJournal/index.html?appid=83e4a30bba954268ada8d1b5f7858701; Elaborazione: CIRCE, Università Iuav di Venezia
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Colophon Andrea Carolina Ardila Garcia, architetta, si è occupata con la sua tesi di laurea di San Piero di Castello, lavora in uno studio di architettura. Matteo Basso, urbanista, si occupa di analisi, progettazione e pianificazione urbana e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. Elena Cavallin, dottoranda, si occupa di intelligenza artificiale e integrazione nei processi di progettazione e sviluppo di prodotti industriali sostenibili presso l’Università Iuav di Venezia. Raffaella Fagnoni, designer, si occupa di design sociale e ambientale di riciclo e riuso di materiali di seconda generazione e bioderivati e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. Leonardo Filesi, botanico, si occupa di vegetazione spontanea, flora e di pianificazione ambientale e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. Laura Fregolent, urbanista, si occupa di analisi urbana e territoriale, di politiche abitative e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. So Young Han, progettista, con approccio interdisciplinare si occupa della progettazione di spazi trascurati in contesti urbani, lavorando e vivendo a Venezia. Simona Morini, filosofa della scienza, si occupa di razionalità, probabilità e incertezza, del ruolo dell’etica nelle strategie di decisione e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. Giacomo-Maria Salerno, geografo, si occupa di processi di turistificazione, diritto alla città e politiche abitative. Micol Roversi Monaco, giurista, si occupa di diritto del governo del territorio e ambientale, del paesaggio e dei beni culturali e insegna presso l’Università Iuav di Venezia. Donatella Toso, portavoce del gruppo “Salviamo San Piero e Sant’Anna”. Cristina Valentini, giornalista, si occupa di comunicazione istituzionale, attualmente è Communication Officer del Programma Interreg Italia-Croazia. Fotografie Tutte le fotografie contenute nel libro sono state scattate da Oliwia Spiralska a eccezione delle foto contenute nel capitolo dal titolo “ex Palazzo Patriarcale” scattate da Andrea Carolina Ardila Garcia. Progetto grafico Oliwia Spiralska
novembre 2023 stampato da Press Up, Roma
Le trasformazioni in atto a Venezia e legate alla perdita di popolazione, all’incremento dei flussi turistici, all’accaparramento di edifici storici che entrano nel mercato turistico e perdono le loro funzioni originarie, sono fenomeni presenti in molte città ma che danno corso a un cambiamento strutturale delle città stesse con implicazioni profonde in termini di equità, democrazia e diritto alla città. Il caso di Venezia da questo punto di vista è esemplare, e l’intensificarsi di interessi economici legati al turismo è osservabile nella città ma quello che ci proponiamo di fare in questo libro è di guardare più da vicino quanto sta avvenendo nel sestiere di Castello. Stiamo parlando di una delle aree più popolose del centro storico, ancora molto abitata da una popolazione stabile e dove sono in atto alcune operazioni che avranno un impatto significativo non solo su Castello e sui suoi abitanti, ma sulla città nel suo complesso. Castello, quindi, assume la dimensione della “lente” attraverso la quale leggere e interpretare quanto sta avvenendo e del “laboratorio urbano” nel quale operare per individuare soluzioni e pratiche di abitare.
Anteferma Edizioni 16,00 €