Il libro dei 9

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LE PARTI DEL DISCORSO La Grammatica distingue le parole, in quanto parti del discorso, in 9 categorie:

ARTICOLO NOME AGGETTIVO

VARIABILI

PRONOME VERBO

AVVERBIO PREPOSIZIONE CONGIUNZIONE INTERIEZIONE

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INVARIABILI


L’ARTICOLO L'articolo si usa solo davanti a un nome (o a una parola che faccia la funzione di nome); esso conferma o rivela il numero e il genere del nome, inoltre, è utile per individuare il significato del nome. Esso si distingue in tre tipi: DETERMINATIVO INDETERMINATIVO PARTI TIVO L'articolo DETERMINATIVO indica una cosa, una persona, ecc., come distinta dalle altre della stessa specie: MASCHILE SINGOLARE

PLURALE

FEMMINILE

il

lo/l'

la/l’

i

gli

le

L'articolo INDETERMINATIVO indica una cosa o una persona, ecc lasciandola nell'indefinito: MASCHILE SINGOLARE

un

uno

FEMMINILE

una/un'

L'articolo PARTITIVO è una preposizione articolata che si usa come articolo quando vogliamo dire solo "una parte", "un po’ " di qualche cosa: MASCHILE SINGOLARE

PLURALE

del dei

FEMMINILE

dello/dell'

della/dell'

degli

delle

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IL NOME Il nome è quella parte del discorso che serve a nominare gli esseri, le cose, i fatti, ecc., che hanno, nella realtà o nel nostro pensiero, una propria sostanza. IL GENERE del nome può essere

MASCHILE o FEMMINILE

IL NUMERO del nome può essere

SINGOLARE o PLURALE

I nomi sono di varie specie: nomi PROPRI: indicano un solo individuo d'una specie, in modo da distinguerlo da tutti gli altri e si scrivono sempre con la lettera maiuscola; Esempio: Mario, Sile, Treviso… nomi COMUNI: indicano uno o più individui, senza distinzione dagli altri della stessa specie; Esempio: albero, casa, fiume, bambino… nomi CONCRETI: indicano qualcosa di materiale che cade sotto uno dei nostri cinque sensi; Esempio: gatto, strada, finestra… nomi ASTRATTI: indicano qualcosa che solo la nostra mente può percepire; Esempio: felicità, pazienza, rabbia… nomi COMPOSTI: sono formati dall'unione di due parole; Esempio: grattacielo, marciapiede, pescespada… nomi COLLETTIVI: indicano un insieme di persone, animali o cose della stessa specie; Esempio: esercito, mandria, flotta… nomi PRIMITIVI: presentano una parte fondamentale e invariabile (radice) e una parte variabile (desinenza); SCUD - O Esempio: radice

desinenza

nomi DERIVATI: derivano dalla radice del nome primitivo con l'aggiunta di suffissi (parte finale di una parola); Esempio: SCUD - IERO radice

suffisso

nomi ALTERATI: hanno subìto una modificazione nel significato, aggiungendovi l'idea di grandezza, di piccolezza, di simpatia o di disprezzo; NOME

ACCRESCITIVO

DIMINUTIVO

VEZZEGGIATIVO

PEGGIORATIVO

libro

librone

libretto

libruccio

libraccio

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L’AGGETTIVO L'aggettivo è quella parte del discorso che si aggiunge al nome, allo scopo di indicarne una qualità o per precisarlo meglio. IL GENERE dell’aggettivo può essere

MASCHILE o FEMMINILE

IL NUMERO dell’aggettivo può essere

SINGOLARE o PLURALE

AGGETTIVO QUALIFICATIVO Si aggiunge al nome per attribuirgli una qualità. La qualità espressa dall'aggettivo qualificativo può essere di TRE GRADI diversi: grado POSITIVO (buono, veloce, caro, bello, dolce) grado COMPARATIVO

di maggioranza (più buono) di minoranza (meno buono) di uguaglianza (buono come)

grado SUPERLATIVO

assoluto (buonissimo) relativo (il più buono)

Gli aggettivi QUALIFICATIVI possono essere anche: aggettivi SOSTANTIVATI: quando si presentano da soli (senza il nome) e hanno assunto la funzione del nome; Esempio:Il povero chiedeva la carità. aggettivi ALTERATI: hanno subito una modificazione nel significato, aggiungendovi dei suffissi (parte finale di una parola) AGGETTIVO

ACCRESCITIVO

DIMINUTIVO

VEZZEGGIATIVO

PEGGIORATIVO

cattivo

cattivone

cattivetto

cattivuccio

cattivaccio

aggettivi DERIVATI: quando hanno l'aggiunta di prefissi (parte iniziale di una parola); Esempio: S - COLORATO prefisso

aggettivo

aggettivi COMPOSTI: sono composti da due elementi; Esempio: variopinte, sempreverdi…

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AGGETTIVO DETERMINATIVO o INDICATIVO Si aggiunge al nome per precisarlo meglio. Aggettivi POSSESSIVI: precisano il possesso di una persona, animale o cosa, sono: maschile-singolare mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro maschile-plurale miei, tuoi, suoi, nostri, vostri, loro femminile-singolare mia, tua, sua, nostra, vostra, loro femminile-plurale mie, tue, sue, nostre, vostre, loro proprio altrui Aggettivi DIMOSTRATIVI: determinano la posizione di una persona, animale o cosa rispetto a chi parla o a chi ascolta, sono: vicino a chi parla

vicino a chi ascolta

lontano da tutti

questo questi questa queste

codesto cedesti codesta cedeste

quello quelli quella quelle

maschile-singolare maschile-plurale femminile-singolare femminile-plurale

Aggettivi INDEFINITI: lasciano nell'indefinito il nome a cui si riferiscono, sono:

indicano la quantitĂ

indicano la qualitĂ

Maschile-singolare

Femminile-singolare

Maschile-plurale

Femminile-plurale

alcuno alquanto altrettanto certo ciascuno ogni molto nessuno parecchio poco qualche tanto troppo tutto quanto

alcuna alquanta altrettanta certa ciascuna

alcuni alquanti altrettanti certi

alcune alquante altrettante certe

molta nessuna parecchia poca

molti

molte

parecchi pochi

parecchie poche

tanta troppa tutta quanta

tanti troppi tutti quanti

tante troppe tutte quante

altro qualsiasi qualsivoglia qualunque

altra

altri

altre

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Aggettivi INTERROGATIVI o ESCLAMATIVI: danno un'intonazione interrogativa o esclamativa alla frase. quanto?! quale?

quanti?! quali?

quanta?! quale?

quante?! quali?

che?

Aggettivi NUMERALI: indicano in maniera esatta il numero relativo a persone, animali o cose e si distinguono in: NUMERALI:

CARDINALI

ORDINALI

MOLTIPLICATIVI

COLLETTIVI

DISTRIBUTIVI

FRAZIONARI

uno due tre ...

primo secondo terzo ...

doppio triplo quadruplo ...

decina dozzina paio ...

a due a due due per ciascuno due alla volta ...

la metĂ tre quarti un decimo ...

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LA PREPOSIZIONE Le preposizioni sono « parole-legame ». I1 termine preposizione deriva dal verbo pre-porre, che significa mettere davanti. Infatti, queste parole vengono «messe davanti» ad altre parole, che si legano così al verbo o alla frase. Ci sono vari tipi di preposizioni: PROPRIE

IMPROPRIE

LOCUZIONI PREPOSITIVE

PREPOSIZIONI PROPRIE preposizioni SEMPLICI:

di - a - da - in - con - su- per - tra o fra

Alcune di esse possono essere unite agli articoli determinativi e sono dette preposizioni ARTICOLATE:

il

lo

la

i

gli

le

di

del

dello

della

dei

degli

delle

a

al

allo

alla

ai

agli

alle

da

dai

dallo

dalla

dai

dagli

dalle

in

nel

nello

nella

nei

negli

nelle

con

col

_

_

coi

_

_

su

sul

sullo

sulla

sui

sugli

sulle

PREPOSIZIONI IMPROPRIE Alcuni aggettivi, avverbi (ecc.) possono essere usati come preposizioni, pertanto si definiscono preposizioni improprie: prima, durante, dopo, davanti, dietro, sopra, sotto, presso, contro, dentro, fuori, attraverso, altre, mediante, nonostante, senza, malgrado, insieme, lungo, lontano, vicino, secondo, ecc.. LOCUZIONI PREPOSITIVE Le locuzioni prepositive sono più parole unite insieme con un unico significato: a causa di, a proposito di, per mezzo di, in mezzo a, allo scopo di, insieme con, accanto a, in compagnia di, invece di, fino a, lontano da, prima di, ecc.. 7


L’AVVERBIO Gli avverbi sono parole che attribuiscono al verbo una modalità di svolgimento, una localizzazione (nel tempo o nello spazio), ecc. Insomma il ruolo dell'avverbio, nei confronti del verbo, è simile a quello dell'aggettivo nei confronti del nome. Certo è che l'avverbio, questa parola così “economica” perché invariabile, funziona anche in associazione ad altri tipi di parole: può associarsi all'aggettivo: poco bello, meno caro, troppo grande, ecc. può associarsi a un altro avverbio: mai più, troppo presto, ecc. può associarsi a un nome: «Le nostre regioni, soprattutto Sicilia e Sardegna, producono agrumi». può riferirsi a un'intera frase: «Sei andato dal dentista?» «NO!» («Non sono andato dal dentista»). In base al loro significato, si distinguono vari tipi di avverbi : avverbi QUALIFICATIVI che precisano il «modo» in cui si svolge un evento: bene, male, volentieri, chiaramente, dolcemente, abilmente, ginocchioni, bocconi, ecc. Ci sono molte locuzioni (più parole unite insieme con unità di significato) avverbiali qualificative: in fretta, di sicuro, di certo, di male in peggio, ecc.

avverbi DIMOSTRATIVI che determinano il luogo o il tempo: qui, qua, lì, là, quassù, lassù, fuori, dentro, dietro, sopra, sotto, altrove, dappertutto, ecc.. ora, allora, adesso, prima, dopo, oggi, ieri, domani, sempre, mai, talora, ancora, finora, presto, tardi, ecc. Esistono molte locuzioni avverbiali di luogo e di tempo: di qua, di là, di sotto, di sopra, al di fuori, dal di dentro, in su, in giù, per di qua, per di là, ecc.; ogni tanto, una volta, un giorno, all'improvviso, d'un tratto, di tanto in tanto, per tempo, ecc.

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avverbi VALUTATIVI che esprimono una valutazione o giudizio; essi affermano, o negano, o mettono in dubbio: sì, certamente, sicuramente, appunto, proprio, ecc.; no, nemmeno, neanche, neppure, ecc.; forse, probabilmente, eventualmente, magari, ecc. Anche in questo gruppo figurano locuzioni avverbiali: di sicuro, di certo, senza dubbio, neanche per idea, ecc.

avverbi INDEFINITI che determinano una quantità indefinita: poco, molto, tanto, troppo, parecchio, abbastanza, più, meno, appena, ecc. Locuzioni avverbiali: di più, di meno, all’incirca, su per giù, pressappoco, ecc.

avverbi INTERROGATIVI che introducono una domanda: come?, dove?, quando?, quanto?

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LA CONGIUNZIONE Ogni nostro discorso si sviluppa attraverso una successione di pensieri, ognuno dal senso compiuto. Tale successione di pensieri (o anche un solo pensiero) forma il periodo, che si presenta isolato dagli altri per mezzo del punto fermo, del punto interrogativo o esclamativo. In ogni periodo compaiono dei verbi; ciascun periodo risulta formato da tante proposizioni quanti sono i verbi solitamente di modo finito. Quelle parti invariabili del discorso che servono a congiungere tra loro due o più proposizioni oppure due o più elementi di una proposizione (nomi, aggettivi, verbo, ecc.) prendono il nome di congiunzioni. Esse sono di vari tipi: congiunzioni COORDINATIVE: copulative: e, ne, anche, inoltre, neanche, ecc. disgiuntive: o, ovvero, oppure, ecc. avversative: ma, però, eppure, anzi, invece, bensì, tuttavia, ecc. conclusive: quindi, dunque, perciò, pertanto, ecc. dichiarative: cioè, infatti, ossia, ecc. correlative: e...e, né...né, non solo... ma (anche), o... o, ecc. congiunzioni SUBORDINATIVE: causali: perché, poiché, giacché, siccome, dato che, dal momento che, visto che,

per la ragione che, per il motivo che, per il fatto che, ecc. finali: affinché, perché, acciocché, al fine che, ecc. consecutive: così ... che, tanto...che, a tal punto...che, di modo...che, ecc. temporali: quando, come, mentre, finché, appena che, prima che, dopo che, allorché, ecc. condizionali: se, qualora, purché, nel caso che, a patto che, nell'ipotesi che, nell'eventualità che, supposto che, ecc. concessive: benché, anche se, seppure, sebbene, ancorché, per quanto, quantunque, malgrado che, nonostante che, ecc. interrogative indirette: se, come, perché, quando, quanto, ecc. modali: come, come se, quasi che, nel modo che, ecc. comparative: più che, meno che, tanto quanto, meglio che, ecc. avversative: mentre, laddove, quando (con valore avversativo), ecc. eccettuative: a meno che, tranne che, fuorché, eccetto che, salvo che, ecc. dichiarative: che, come. 10


IL PRONOME II pronome è la parola che sostituisce:

un nome altre parti del discorso un'intera frase

Esso può essere: personale (es: io, tu, egli, noi,, voi, essi) possessivo (es: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro) dimostrativo (es: questo, codesto, quello) indefinito (es: altri, alcuno/ognuno) interrogativo (es: chi? che cosa?) relativo (es: che, il quale, cui) pronomi PERSONALI: SINGOLARE 1^ persona

io

di me

a me, mi

me, mi

per me

2^ persona

tu

di te

a te, ti

te, ti

per te

egli, lui, esso

di lui, di sé

a lui, gli, a sé, si

lui, lo, sé, si

per lui, per sé

femminile ella, lei, essa

di lei, di sé

a lei, le, a sé, si

lei, la, sé, si

per lei, per sé

maschile 3^ persona

PLURALE 1^ persona

noi

di noi

a noi, ci

noi, ci

per noi

2^ persona

voi

di voi

a voi, vi

voi, vi

per voi

maschile

loro, essi

di loro, di sé

a loro, a sé, si

loro, li, sé, si

per loro, per sé

femminile

loro, esse

di loro, di sé

a loro, a sé, si

loro, le, sé, si

per loro, per sé

3^ persona

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pronomi POSSESSIVI: corrispondono esattamente agli aggettivi possessivi; solo che, quando funzionano come pronomi, sono sempre preceduti dall'articolo determinativo. Esempio: « Mio padre è severo come il tuo ». « Tua sorella è uscita con la mia ». pronomi DIMOSTRATIVI: oltre a “questo, codesto, quello” che corrispondono esattamente agli aggettivi dimostrativi già studiati, ci sono alcuni dimostrativi che hanno solo la funzione di pronome e che quindi vi vengono presentati qui per la prima volta. Essi sono: questi, quegli; costui/costei/costoro;

colui/colei/coloro; ciò.

Questi e quegli si adoperano solo al maschile e solo in funzione di “soggetto”; questi si riferisce a una persona vicina (nello spazio, nel tempo, nello svolgimento del discorso) e quegli a persona lontana (nello spazio, nel tempo, nello del discorso); costui/costei/costoro; colui/colei/coloro si riferiscono a persone e possiedono una sfumatura spregiativa. Esempio:« Chi è costui? »; « Non mi parlare di costei!»; « Costoro devono uscire! »; ciò è l'unico di questi pronomi che abbia un largo impiego, nel significato di « questa cosa », « quella cosa ». Esempio: « Ciò mi dispiace »; « Ciò che pensi mi interessa »; « Non preoccuparti di ciò ». pronomi INDEFINITI: la maggior parte degli aggettivi indefiniti possono funzionare anche come pronomi: alcuno, taluno, certo, ciascuno, nessuno, altro, tale, troppo, parecchio, molto, poco, tutto, tanto, alquanto, altrettanto, diverso, vario. Ci sono poi degli indefiniti che hanno solo funzione di pronome: uno/una, qualcuno/qualcuna; ognuno/ognuna; chiunque; chicchessia; qualcosa; niente; nulla; checché, alcunché. Esempio: «Non vedo alcunché di strano, nel suo comportamento». «Chiunque saprebbe risolvere questo problema»; «Qualcuno mi ha chiesto tue notizie»; «Farò a modo mio, checché succeda»; «C'è qualcosa che non mi convince»; « Non ho voglia di parlare a chicchessia»; 12

«Niente mi soddisfa»; «Ognuno ha i suoi guai»; «Non è successo nulla»; «C'è uno che ti cerca»;


pronomi INTERROGATIVI / ESCLAMATIVI: gli aggettivi interrogativi “che, quale/quali, quanto/quanta/quanti/quante” funzionano anche come pronomi (ovviamente, quando non sono accompagnati da un nome). Oltre a questi esiste, nella sola funzione di pronome, chi. Chi si adopera solo in riferimento a persone, ed è invariabile. Esempio: «Chi è arrivato?», «Non so chi invitare»; «Con chi parti?». Tutti i pronomi interrogativi possono funzionare anche come esclamativi. Esempio: «Chi lo sa?»/«Chi lo sa!»; «Quanto costa?»/«Quanto costa!», ecc.

PRONOME RELATIVO Come dice la parola stessa, sono quei pronomi che, oltre ad avere la funzione di sostituire il nome, hanno quella di “legare” due frasi, facendo dipendere la seconda (che si chiama appunto frase relativa) alla prima. Esempio: 1^ frase: Ho incontrato Carlo 2^ frase:

(che) Carlo andava alla stazione

Ho incontrato Carlo che andava alla stazione. 1^ frase: Ho letto l'articolo (di cui) di quell'articolo mi avevi parlato 2^ frase: Ho letto l'articolo di cui mi avevi parlato. 1^ frase: II vaso (che) iI vaso piaceva molto alla mamma 2^ frase:

si è rotto

II vaso che piaceva molto alla mamma si è rotto. Come si vede chiaramente dagli esempi, i pronomi che, cui, sostituiscono altre parole (Carlo; quell'articolo; il vaso) e, al tempo stesso, realizzano la saldatura di due frasi o il loro incastro l'una nell'altra.

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È evidente l'economia di parole che essi ci consentono e lo snellimento di costruzione che, grazie ad essi, possiamo realizzare. I pronomi relativi sono: che, cui (di cui, a cui, per cui, ecc.), il quale. I primi due sono invariabili; il terzo è variabile, come appare nella tabella che segue: singolare e plurale maschile e femminile

che

di cui

a cui

per cui

maschile

il quale

del quale

al quale

per il quale

femminile

la quale

della quale

alla quale

per il quale

maschile

i quali

dei quali

ai quali

per i quali

femminile

le quali

delle quali

alle quali

per le quali

singolare

plurale

Ai pronomi relativi della tabella va aggiunto il pronome chi, nel significato di: «colui il quale», «colei la quale», «coloro i quali», ecc. Esempio: «Chi [«colui che»] dorme non piglia pesci»; «Non conosco chi [«quelli che»] abita nel mio condominio»; «Non devi parlare con chi [«con quelli che»] non conosci»; «Franco conosce bene chi [«colei che»] sposa»; «Ho scritto una lettera a chi [«a colui al quale»] mi hai consigliato di rivolgermi».

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L’INTERIEZIONE o ESCLAMAZIONE L'interiezione è quella parte invariabile del discorso che esprime un modo dell'animo e, a differenza delle altre parti, non ha, nel discorso, alcuna funzione specifica. Le interiezioni si usano per esprimere gioia, dolore, ira, meraviglia, sdegno, ecc. e corrispondono a un'intera proposizione. Esse consistono d'una sola parola come: oh! ah! ih! ahi! ohi! viva! bravo! peccato! aiuto! orsù! ahimè! via! o di più parole, cioè locuzioni esclamative, come: povero me! beato te! corpo di bacco! ecc. In genere, una parola qualunque, pronunciata con un tono particolare di voce, assume valore d'interiezione: diamine! caspita! nespole! corbezzoli! capperi! misericordia! ecc.

L'ONOMATOPEA L'onomatopea si può accostare all'interiezione; è un’espressione senza senso che riproduce per imitazione un suono speciale, invece di descriverlo con parole. Le più comuni sono: crac

che imita il rumore di un'incrinatura (fessura),

patatrac

che imita il rumore di una cosa che cade rompendosi,

tic tac

che imita il suono dell'orologio,

din don

che imita il suono delle campane,

drin

che imita il suono del campanello,

beh

che imita il belare delle pecore,

miao

che imita il miagolio del gatto,

bau bau

che imita il latrato del cane,

coccodè

che imita il verso della gallina che ha fatto l'uovo,

chicchirichì

che imita il canto del gallo,

cri cri

che imita il verso del grillo,

qua qua

che imita il verso dell'anitra,

eccì

che imita il suono dello starnuto, 15


IL VERBO Il verbo deriva il suo nome dal latino verbum, che vuol dire parola; « verbo », dunque, significa « parola », ossia la parola per eccellenza, ed è, infatti, la parte più importante del discorso. Senza verbo, espresso o sottinteso (che si capisce), non si esprime alcun pensiero; mentre, al contrario, il verbo, da solo, è sufficiente a esprimere un pensiero. Esso esprime un'azione, o uno stato, o un modo di essere.

Le CONIUGAZIONI I verbi sono raggruppati in tre classi, dette comunemente coniugazioni:  la PRIMA coniugazione è quella dei verbi con l'infinito in -are, come amare;  la SECONDA coniugazione è quella dei verbi con l'infinito in -ere, come temere e leggere;  la TERZA coniugazione è quella dei verbi con l'infinito in -ire, come sentire.

La «PERSONA» e il «NUMERO» Una forma verbale è in grado di segnalare la persona e il numero del soggetto; esistono sei forme verbali, una per ciascuna delle tre persone, al singolare e al plurale. Io 1^ persona singolare Tu 2^ persona singolare Egli 3^ persona singolare

Noi 1^ persona plurale Voi 2^ persona plurale Essi 3^ persona plurale

Verbi di FORMA finita, indefinita, impersonale Le forme verbali che indicano la persona e il numero si chiamano FINITE. Le forme verbali che non segnalano la persona e il numero si chiamano INDEFINITE. Ci sono però eventi che non hanno bisogno di una «persona», per verificarsi: per esempio piovere, grandinare, albeggiare, ecc. Questi verbi si dicono IMPERSONALI, in quanto non hanno un soggetto determinato. Ma tutti i verbi possono essere usati impersonalmente mettendo la particella si davanti alla terza persona singolare: si mangia, si dorme, si pensa, si dice, ecc.

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I MODI del verbo Si chiama, modo del verbo, la maniera in cui è presentata l’azione che il verbo esprime. MODI FINITI (è indicata la persona e il numero):  modo INDICATIVO: esprime con certezza un evento da parte del parlante.  modo CONGIUNTIVO: esprime una possibilità, un desiderio, un dubbio da parte del parlante  modo CONDIZIONALE: esprime anch'esso una possibilità, un desiderio, un dubbio (condizionati dal verificarsi di qualche altro evento)  modo IMPERATIVO: esprime una volontà del parlante, che egli vuole imporre al ricevente.

Modo indicativo

Modo condizionale

Modo congiuntivo

Modo imperativo

MODI INDEFINITI (non è indicata la persona e il numero): modo INFINITO (parlare, correre, partire, …) modo GERUNDIO (giocando, avendo visto, mangiando, …) modo PARTICIPIO (temuto, servito, capito, …)

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I TEMPI del verbo I tempi del verbo sono le varie forme che il verbo assume per indicare il tempo in cui avviene l'azione da esso espressa. Ci sono TEMPI SEMPLICI (solo verbo) e TEMPI COMPOSTI (essere o avere + verbo). - Il MODO INDICATIVO ha: il tempo PRESENTE indica un'azione che si svolge mentre si parla Esempio: Il sole riscalda la Terra.

il tempo futuro indica un'azione futura e può essere di due specie: il FUTURO SEMPLICE, (o assoluto), indica un'azione futura in senso assoluto Esempio: Il sole riscalda la Terra.

il FUTURO ANTERIORE, (o relativo), esprime azione futura, ma che avviene prima di un'altra pure futura Esempio: Quando avrai finito i compiti, ti riposerai.

il tempo passato indica un'azione passata e può essere di cinque specie diverse: l’IMPERFETTO indica un’azione che durava nel passato, o che si ripeteva nel passato, o che si svolgeva contemporaneamente ad altra pure passata Esempio: Il bambino correva in bicicletta.

il PASSATO PROSSIMO indica azione passata, ma che ha ancora relazione col presente o anche azione accaduta in un periodo di tempo che dura ancora mentre si parla Esempio: Sono nato a Novara e ora vivo a Treviso.

il PASSATO REMOTO indica azione d'un passato lontano o vicino, ma considerato senza alcuna relazione col presente Esempio: Visitai la Sicilia un anno fa.

il TRAPASSATO PROSSIMO indica un'azione passata, che è avvenuta prima di un’ altra azione pure passata ed espressa all'imperfetto, al passato prossimo o al passato remoto, con cui giunge in contatto Esempio: Vedeva ciò che aveva immaginato. Ha visto ciò che aveva immaginato. Vide ciò che aveva immaginato.

il TRAPASSATO REMOTO indica un'azione passata, che è avvenuta prima di un'altra espressa in passato remoto e con la quale non è in contatto Esempio: Appena l’ebbe incontrato gli disse di fermarsi.

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- Il MODO CONGIUNTIVO ha: il PRESENTE esprime un desiderio, una speranza che consideriamo realizzabile subito o in futuro Esempio: Spero che tu venga a casa mia.

l’IMPERFETTO esprime un desiderio, una speranza che non si realizza nel momento in cui parliamo Esempio: Speravo che piovesse.

il PASSATO esprime un dubbio, un desiderio che pensiamo si sia potuto verificare prima del momento in cui parliamo Esempio: Penso che in montagna sia nevicato.

il TRAPASSATO esprime un desiderio che non si è realizzato nel passato Esempio: Speravo che avessi vinto la gara.

- Il MODO CONDIZIONALE ha: il PRESENTE indica un evento realizzabile nel presente o nel futuro, se esistono certe condizioni Esempio: Verrei volentieri al cinema, se mia madre mi dà il permesso.

il PASSATO indica un evento che avrebbe potuto realizzarsi in passato, se ci fossero state certe condizioni Esempio: Se avessi saputo del tuo arrivo, avrei comprato un dolce.

- Il MODO IMPERATIVO ha solo un tempo semplice: il PRESENTE esprime un ordine, un invito, un consiglio per chi ci ascolta Esempio: Raccatta subito quelle cartacce!

- Il MODO INFINITO ha: il PRESENTE esprime l’azione valida sempre Esempio: Vivere è bello.

il PASSATO esprime l’azione agganciandola al tempo passato Esempio: Avere visto quel film è stato un vero piacere.

- Il MODO PARTICIPIO ha: il PRESENTE si usa poco come verbo; è usato come nome o aggettivo Esempio: L’insegnante … ; un libro interessante…

il PASSATO si usa nelle forme composte dei verbi; come nome e aggettivo

Esempio: Sono andato al mare. ; il gelato, latte zuccherato.

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- Il MODO GERUNDIO ha: il PRESENTE esprime un’azione che si verifica contemporaneamente ad un’altra Esempio: Sbagliando si impara.

il PASSATO esprime un’azione che si è svolta prima di un’altra Esempio: Sono tranquillo avendo ricevuto notizie da mio figlio.

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Coniugazioni regolari dei verbi attivi MODO INDICATIVO Presente tem-o tem-i tem-e tem-iamo tem-ete tem-ono

io tu egli noi voi essi

lod-o lod-i lod-a lod-iamo lod-ate lod-ano

io tu egli noi voi essi

Imperfetto lod-avo tem-evo lod-avi tem-evi lod-ava tem-eva lod-avamo tem-evamo lod-avate tem-evate lod-avano tem-evano

io tu egli noi voi essi

Passato remoto lod-ai tem-etti lod-asti tem-esti lod-ò tem-ette lod-ammo tem-emmo lod-aste tem-este lod-arono tem-ettero

io tu egli noi voi essi

Futuro semplice lod-erò tem-erò lod-erai tem-erai lod-erà tem-erà lod-eremo tem-eremo lod-erete tem-erete lod-eranno tem-eranno

serv-o serv-i serv-e serv-iamo serv-ite serv-ono serv-ivo serv-ivi serv-iva serv-ivamo serv-ivate serv-ivano serv-ii serv-isti serv-ì serv-immo serv-iste serv-irono serv-irò serv-irai serv-irà serv-iremo serv-irete serv-iranno

io tu egli noi voi essi

Passato prossimo ho hai lodato ha temuto abbiamo servito avete hanno

io tu egli noi voi essi

Trapassato prossimo avevo avevi lodato aveva temuto avevamo servito avevate avevano

io tu egli noi voi essi

Trapassato remoto ebbi avesti lodato ebbe temuto avemmo servito aveste ebbero

io tu egli noi voi essi

Futuro anteriore avrò avrai lodato avrà temuto avremo servito avrete avranno

MODO IMPERATIVO io tu egli noi voi essi

Presente --------lod-a tem-i (lod-i) (tem-a) (lod-iamo) (tem-iamo) (lod-ate) (tem-ete) (lod-ino) (tem-ano)

----serv-i (serv-a) (serv-iamo) (serv-ite) (serv-ano)

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MODO CONGIUNTIVO (CHE) Presente tem-a tem-a tem-a tem-iamo tem-iate tem-ano

io tu egli noi voi essi

lod-i lod-i lod-i lod-iamo lod-iate lod-ino

serv-a serv-a serv-a serv-iamo serv-iate serv-ano

io tu egli noi voi essi

Imperfetto lod-assi tem-essi lod-assi tem-essi lod-asse tem-esse lod-assimo tem-essimo lod-aste tem-este lod-assero tem-essero

serv-issi serv-issi serv-isse serv-issimo serv-iste serv-issero

io tu egli noi voi essi

Passato abbia abbia abbia abbiamo abbiate abbiano

io tu egli noi voi essi

Trapassato avessi avessi lodato avesse temuto avessimo servito aveste avessero

lodato temuto servito

MODO CONDIZIONALE io tu egli noi voi essi

lod-erei lod-eresti lod-erebbe lod-eremmo lod-ereste lod-erebbero

Presente tem-erei tem-eresti tem-erebbe tem-eremmo tem-ereste tem-erebbero

serv-irei serv-iresti serv-irebbe serv-iremmo serv-ireste serv-irebbero

Passato avrei avresti avrebbe avremmo avreste avrebbero

io tu egli noi voi essi

lodato temuto servito

MODO INFINITO Presente lod-are

tem-ere

Passato lodato avere temuto servito

serv-ire MODO PARTICIPIO

Presente lod-ante

tem-ente

Passato serv-ente

lod-ato

tem-uto

serv-ito

MODO GERUNDIO Presente lod-ando

tem-endo

serv-endo

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Passato lodato avendo temuto servito


I verbi ausiliari ESSERE e AVERE «Essere » e « avere » si chiamano verbi ausiliari, (dal latino auxilium che significa aiuto}, perché aiutano a coniugare i verbi nei tempi composti. Sia l'uno sia l'altro si possono usare anche come verbi a sé. Esempio: il cielo era sereno; voi avete buona volontà. Modi finiti Modo Indicativo ESSERE

AVERE

Presente

Passato prossimo

Presente

Passato prossimo

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

sono sei è siamo siete sono

sono stato sei stato è stato siamo stati siete stati sono stati

ho hai ha abbiamo avete hanno

ho avuto hai avuto ha avuto abbiamo avuto avete avuto hanno avuto

Imperfetto

Trapassato prossimo

Imperfetto

Trapassato prossimo

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

ero eri era eravamo eravate erano

ero stato eri stato era stato eravamo stati eravate stati erano stati

avevo avevi aveva avevamo avevate avevano

avevo avuto avevi avuto aveva avuto avevamo avuto avevate avuto avevano avuto

Passato remoto

Trapassato remoto

Passato remoto

Trapassato remoto

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

fui fosti fu fummo foste furono

fui stato fosti stato fu stato fummo stati foste stati furono stati

ebbi avesti ebbe avemmo aveste ebbero

ebbi avuto avesti avuto ebbe avuto avemmo avuto aveste avuto ebbero avuto

Futuro semplice Futuro anteriore

Futuro semplice Futuro anteriore

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

sarò sarai sarà saremo sarete saranno

io tu egli noi voi essi

sarò stato sarai stato sarà stato saremo stati sarete stati saranno stati

23

avrò avrai avrà avremo avrete avranno

io tu egli noi voi essi

avrò avuto avrai avuto avrà avuto avremo avuto avrete avuto avranno avuto


Modo Congiuntivo (che) Presente

Passato

Presente

Passato

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

sia sia sia siamo siate siano

sia stato sia stato sia stato siamo stati siate stati siano stati

abbia abbia abbia abbiamo abbiate abbiano

abbia avuto abbia avuto abbia avuto abbiamo avuto abbiate avuto abbiano avuto

Imperfetto

Trapassato

Imperfetto

Trapassato

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

fossi fossi fosse fossimo foste fossero

fossi stato fossi stato fosse stato fossimo stati foste stati fossero stati

avessi avessi avesse avessimo aveste avessero

avessi avuto avessi avuto avesse avuto avessimo avuto aveste avuto avessero avuto

Modo Condizionale Presente

Passato

Presente

Passato

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

sarei saresti sarebbe saremmo sareste sarebbero

sarei stato saresti stato sarebbe stato saremmo stati sareste stati sarebbero stati

avrei avresti avrebbe avremmo avreste avrebbero

avrei avuto avresti avuto avrebbe avuto avremmo avuto avreste avuto avrebbero avuto

Modo Imperativo Presente

Passato

Presente

Passato

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

io tu egli noi voi essi

--sii (sia) (siamo) (siate) (siano)

sia stato sia stato sia stato siamo stati siate stati siano stati

--abbi (abbia) (abbiamo) (abbiate) (abbiano)

abbia avuto abbia avuto abbia avuto abbiamo avuto abbiate avuto abbiano avuto

Modi indefiniti Presente

Passato

Presente

Passato

Modo Infinito

essere

essere stato

avere

avere avuto

Modo Participio

(ente)

stato

avente

avuto

Modo Gerundio

essendo

essendo stato

avendo

avendo avuto

24


Verbi transitivi e verbi intransitivi I verbi si dividono in due grandi categorie: verbi INTRANSITIVI, ossia quelli che da soli esprimono compiutamente un'azione, e perciò non hanno bisogno di un oggetto che ne completi l'idea. Ci sono verbi che si chiamano intransitivi perché l'azione, da essi espressa, è compiuta in se stessa e non transita, ossia non passa, nel complemento oggetto.

I gatti

mangiano

STOP

verbi TRANSITIVI, ossia i verbi che indicano un'azione la quale, per essere espressa, ha bisogno di un oggetto che ne completi il senso, e che si chiama appunto, complemento (ossia completamento), oggetto o diretto. Il predicato e il complemento oggetto formano, così, un'idea sola. Ci sono verbi che si dicono invece transitivi perché l'azione, da essi espressa, transita direttamente nel complemento oggetto che ne determina e ne completa l'idea.

I gatti

mangiano

i pipistrelli

Per distinguere un verbo transitivo da uno intransitivo, si deve verificare se il verbo consente, o no, l'uso di un complemento oggetto. Gran parte dei verbi italiani ha tutti e due i funzionamenti: transitivo e intransitivo. Vi sono, tuttavia, verbi che possono essere usati ora con valore transitivo, ora con valore intransitivo; generalmente, secondo l'uso transitivo o intransitivo che se ne fa, cambiano, poco o molto, di significato. Funzionamento transitivo Il malato respira l’ossigeno. Il veleno uccide i topi. Lo spettacolo attira i giovani.

Funzionamento intransitivo Il malato respira. Il veleno uccide. Lo spettacolo attira. 25


Forma attiva, passiva e riflessiva dei verbi transitivi I verbi transitivi possono avere tre forme: forma ATTIVA: il soggetto è attivo e compie l'azione espressa dal verbo; tale azione è diretta verso l'esterno e colpisce, per così dire, un oggetto che completa l'idea dell'azione.

forma PASSIVA: il soggetto rimane passivo, e, anziché compierla, subisce l'azione espressa dal verbo, la quale è compiuta da un agente esterno.

Se invertiamo la direzione del verbo anche la frase, come il verbo, da attiva diventa passiva e viceversa:

Mario (soggetto)

L’automobile (soggetto)

lava

è lavata 26

l’automobile (oggetto)

da Mario (agente)


forma RIFLESSIVA: il soggetto è attivo, agisce, compie veramente l'azione espressa dal verbo, ma questa, anziché dirigersi verso un oggetto esterno, si riflette, ritornando sul soggetto stesso che la compie.

Si chiama riflessiva o riflessiva diretta la forma dei verbi transitivi che esprime un'azione la quale si riflette sulla persona stessa che la compie.

La forma riflessiva non è altro che la forma attiva del verbo, preceduta dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi, si: Esempio: « Io mi vesto ». « Tu ti lavi ». « Egli si loda ». « Noi ci alziamo ». « Voi vi specchiate ». « Essi si pettinano ».

che significa che significa che significa che significa che significa che significa

27

« Io vesto me stesso ». « Tu lavi te stesso ». « Egli loda se stesso ». « Noi alziamo noi stessi ». « Voi specchiate voi stessi ». « Essi pettinano se stessi ».



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