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Tevere Cavo
Un progetto urbano per le sponde del Tevere e le aree limitrofe nel settore nord di Roma, che vede nel fume una importante infrastruttura per il rilancio della città. Si compone di circa trecento progetti che attraverso programmi innovativi di mixité rivitalizzano aree degradate per restituirle alla città. Tevere cavo rappresenta una proposta oferta a Roma, basata su assuntidi fattibilità, innovazione e sviluppo sostenibile, in assonanza con progetti analoghi realizzati in molte città del mondo. Nella prospettiva di una candidatura olimpica per Roma 2034, il progetto costituisce un quadro di riferimento e di confronto delle idee.
Tevere Cavo
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Dati di progetto
Responsabile: Luogo: Anno: Esecuzione: Tipologia:
prof. arch. Antonino Saggio Roma, Italia 2012-2018 Non realizzato Progetto di riqualifcazione urbana
Analisi del progetto
Innovazione Luogo Programma Metodo Tecnologia Strumenti Interdisciplinarità Linguaggio Spazialità Validità Impatto Potenzialità
Inquadramento generale del settore urbano di progetto
Tevere cavo si muove nel dibattito architettonico e urbano sul ruolo delle vie d’acqua e sul recupero della città esistente. A Roma, come avviene già nella maggior parte di grandi città del mondo, il fume potrebbe rappresentare una infrastruttura per riorientare lo sviluppo: dall’espansione con il continuo consumo di suolo agricolo, al recupero ed alla rivitalizzazione dei tanti vuoti urbani e brown areas. Tali aree sono attualmente intrappolate dentro la città costruita senza possibilità concreta di rigenerazione se non si investe in una grande infrastruttura che ne favorisca il rilancio. Se si considera che il progetto si sviluppa lungo la parte settentrionale del fume Tevere, ed in particolare nell'ansa olimpica che è un’area così strategicamente rilevante, le potenzialità di innovazione sono dunque aspetti fondamentali. Tevere cavo si propone come un campo di confronto delle idee nella prospettiva di una candidatura olimpica a Roma 2034. L'obiettivo è di usare l'occasione olimpica per uno storico rilancio del ruolo del Tevere nella città di Roma.
Le emergenze idriche in vario modo connesse al cambiamento climatico e al fume si possono trasformare da crisi in risorse attraverso la creazione di ambiti territoriali sempre più ecologici e sostenibili. Il progetto propone la riqualifcazione di un’ampia porzione urbana di Roma, in cui il fume Tevere è ripensato come una infrastruttura ecologica di nuova generazione che interconnette circa cinquanta aree di progetto, individuate tra vuoti urbani e aree sottoutilizzate.
Il luogo in cui il progetto si inserisce è la parte di città che segue l’andamento del fume dalla diga di Castel Giubileo alla porta di Piazza del Popolo e che è racchiuso dai grandi colli di Monte Mario ad ovest e di Monte Antenne ad est. Il progetto propone un metodo caratterizzato da un rapporto esplicito tra principi generali atti a stabilire le direzioni culturali e operative del progetto e il campo di possibili variazioni necessarie ad adattarsi alle molteplici esigenze delle diverse situazioni, delle aree di intervento e dei rispettivi programmi funzionali.
Il progetto pone alla base cinque principi alla scala della infrastruttura (multitasking, green systems, slowscape, information foam, citizenship) e quattro alla scala del progetto architettonico e urbano (mixité, driving force, re-building nature e infrastructuring).
L’intero lavoro di sviluppo del progetto segue un percorso analogo a quello di una ricerca scientifca: procede con la stesura di una serie di ipotesi, sostenute da un sistema fessibile di regole derivate dalla struttura generale che vanno poi verifcate di volta in volta attraverso il processo progettuale concreto. L’obiettivo è, proprio come per le ricerche scien-
Livia Cavallo e Valerio Perna, Vista a volo d’uccello del settore a Nord di Ponte Milvio
tifche, verifcare l’efcacia dei principi generali attraverso l’esperienza diretta progettuale.
Allo strumento della pianifcazione urbanistica classica che, attraverso un processo top-down defniva la struttura di quartieri e città con un’operazione unitaria che predeterminava l’aspetto volumetrico, di viabilità e di spazio pubblico, il metodo Tevere Cavo sostituisce un modello incrementale. La prima diferenza è che il progetto d’insieme del settore urbano non è defnito in maniera deterministica e sincrona, ma è il risultato di una molteplicità di azioni alla piccola scala, rese coerenti dal sistema dei principi generali. Allo stesso tempo la sinergia tra i diversi interventi è garantita dal sistema che consente ai progettisti di pianifcare il proprio intervento anche in relazione a quelli disegnati precedentemente, che diventano contesto reale per la nuova progettazione. In questo modo lo sviluppo del progetto urbano assume un carattere incrementale: ogni edifcio interviene sulla struttura urbana migliorandola e fornendo una nuova possibile direzione per sviluppi futuri. La diferente natura dei singoli programmi è in grado di sopperire alle necessità dello sviluppo urbano con un progetto d’insieme organico e completo. Così un progetto che abbia una forte componente di rinaturalizzazione è in grado di riconnettere i sistemi del verde, mentre uno che incorpori una forte presenza di percorsi è in grado di ricucire i sistemi delle infrastrutture, col vantaggio di soddisfare al contempo gli altri requisiti alla scala urbana ed architettonica.
Liborio Sforza, Vista del progetto EX.[PO]
Settore Castel Sant’Angelo-Tor di Quinto. In magenta le aree di intervento
Il progetto ha previsto l’utilizzo di strumenti di lavoro come la creazione di siti, mappe, blog e piattaforme di scambio condivise. Le mappe assumono un ruolo strutturale all’interno del sistema: dal momento che il progetto si occupa non di una singola area di intervento, ma di un intero settore urbano, la mappatura delle diverse zone passibili di trasformazioni rappresenta un momento fondamentale del progetto. Tevere Cavo ha avviato un primo censimento di aree abbandonate e sottoutilizzate nei settori interessati che sono state catalogate in una mappa condivisa di Google. A ciascuna area è legata una scheda in un apposito blog che contiene ulteriori indicazioni specifche sull’area stessa, i titoli e gli autori dei diversi progetti proposti. Ogni link conduce successivamente allo sviluppo del progetto. Si tratta di circa trecento proposte complessive su circa 50 aree. (vedi http://teverevoid.blogspot.com)
Il progetto Tevere cavo rappresenta una proposta urbana, oferta alla città di Roma, basata su assunti di fattibilità, innovazione e sviluppo sostenibile, che direzionano le necessità di crescita verso un progetto che rivitalizzi le aree lasciate indietro dall’espansione incontrollata per diventare volano della città del futuro. Attraverso la sua metodologia, il progetto propone un’idea di città che si sviluppa in maniera incrementale, grazie ad interventi bottom-up e con partecipazione pubblico-privata.
Valerio Galeone, Vista del progetto PARK [ing]
Crediti Principali collaboratori: architetti Gaetano De Francesco, Rosetta Angelini, Matteo Baldissara, Valerio Perna, Gabriele Stancato con Elnaz Ghazi, Giovanni Romagnoli
Pubblicazioni e mostre • Isman F., Il futuro di Roma nasce lungo il fume, Il Messaggero, 16/10/2016, p. 21 • Saggio A., Il fume che genera urbanità Tevere Cavo, L'Architetto, dicembre 2016 • De Francesco G., Saggio A., a cura di, Tevere cavo. Una infrastruttura di nuova generazione per Roma tra passato e futuro, III ed., lulu.com, Raleigh (USA) 2018 • Mostra e Convegno - 09/05/2018 - Aula Magna Valle Giulia, Facoltà di Architettura Sapienza Università degli Studi di Roma. • Saggio A., Tevere Cavo, un progetto urbano per Roma, intervista, Left on line, 09/05/2018 • Tempodacqua, III Biennale di Pisa 2019, novembre/dicembre 2019.
Alla pagina www.arc1.uniroma1.it/saggio/Didattica/TevereCavo/ è possibile accedere ad altre pubblicazioni, conferenze sul Tevere Cavo e integralmente ai principali progetti prodotti.