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libri che hanno fatto l’EuropaI
I libri che hanno fatto l’Europa
Lineare, stereometrico, equilibrato. Il progetto di allestimento, realizzato nel 2016 al Palazzo Corsini di Roma per la mostra I Libri che hanno fatto l’Europa, si proporziona sui luoghi in cui deve essere installato. Il reticolo, composto da esili telai in metallo, si rispecchia nell'altezza dei portali, nel passo delle librerie e nelle concrezioni delle cornici. Un progetto modulare che si muove alla ricerca di una spazialità fondata sul minimo impatto morfologico dell’aggiunta sull’ambiente in cui è contenuta.
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I libri che hanno fatto l’Europa
Dati di progetto Progettista: Allegra Maria Albani Committente: Accademia Nazionale dei Lincei, Roma Luogo: Roma, Italia Anno: 2015 Esecuzione: Marzo 2016 Tipologia: Progetto di allestimento
Analisi del progetto
Innovazione Luogo Programma Metodo Tecnologia Strumenti Interdisciplinarità Linguaggio Spazialità Validità Impatto Potenzialità
Vista di una delle sale
I Libri che hanno fatto l’Europa. Manoscritti latini e romanzi da Carlo Magno all’invenzione della stampa è il titolo della mostra che si è tenuta nelle sale delle Biblioteche Cortigiana e romane di Palazzo Corsini a Roma. La mostra, promossa e organizzata dall’Accademia Nazionale dei Lincei, occupava una superfcie di 1400 m 2 al terzo piano della sede dell’Accademia.
La committenza voleva esporre libri manoscritti lungo un percorso spazio-temporale che si muovesse dalla cultura e letteratura classico-cristiana e mediolatina a quella della cultura romanza e moderna. Si trattava di centottanta volumi, per lo più manoscritti e stampe provenienti dalle più importanti biblioteche capitoline (Angelica, Casanatense, Nazionale, Vallicelliana), insieme ad un cospicuo materiale esplicativo. Gli spazi destinati alla mostra erano quelli delle sale quattrocentesche della biblioteca del palazzo.
Ho accolto l’incarico con profondo interesse sebbene, dopo un primo sopralluogo, mi fossi subito accorta di alcune difcoltà. La prima riguardava la capacità di riuscire a focalizzare l’attenzione del visitatore su un volume specifco, in stanze piene di altri testi raccolti all’interno di librerie antiche tutto intorno alle pareti. La seconda aveva a che fare con la ricerca del modo più appropriato di inserirsi all’interno di una struttura narrativa così densa e carica. A queste difcoltà iniziali si andava ad aggiungere una limitazione tecnica dell’allestimento che non poteva ancorarsi al pavimento o appoggiarsi alle librerie, né tantomeno interferire con gli afreschi a softto.
Da un limite a una possibilità.
Tutti questi vincoli mi hanno chiarito subito un punto: qualunque tentativo del progetto di allestimento di imporsi sullo spazio dato sarebbe stato fallimentare. Dovevo scegliere un’altra via.
Ho deciso quindi di lavorare su forme, dimensioni e proporzioni che nascessero dallo spazio stesso in cui sarebbero state inserite. Il progetto si è così tradotto in oggetti stereometrici, elementari e lineari che, come un tratto di matita su di un libro, sottolineavano gli ambienti che li accoglievano con un impatto morfologico minimo su di essi. La sfda progettuale consisteva nel riuscire a rendere visibile una struttura potenziale dello spazio esistente.
A questo si aggiungeva la volontà di creare un ritmo, una scansione, in grado di rallentare la visita per normare il tempo di comprensione di ciascun passaggio, insieme al bisogno di individuare un linguaggio riconoscibile ed unitario dell’intero intervento.
Collage di una delle sale
Il progetto, infne, si è strutturato in una sequenza di telai autoportanti in ferro che ricalcavano le geometrie principali dello spazio esistente (altezza balconate, perimetro delle sale, scansioni delle librerie) e creavano nuove stanze nelle stanze esistenti. Cubi dentro cubi, stilizzati, a cui accedere tramite portali solo accennati, in contrasto con i grandi portali lignei caratteristici dell’impianto originale. Un sottotesto rispetto al testo principale con un linguaggio proprio, indissolubilmente legato al primo, capace di rispondere a tutte le esigenze tecniche poste senza entrare in confitto con l’architettura quattrocentesca. Questa struttura riusciva, contemporaneamente, a permettere l’uso della biblioteca nelle ore di chiusura della mostra; a defnire un’idea chiara dello spazio espositivo all’interno delle sale; a portare l’illuminazione senza interferire con lo spazio esistente; ad esporre il materiale didattico informativo richiesto dalla committenza, ed infne ad esporre in maniera chiara tutti i volumi presenti in mostra, tutto tramite un unico elemento ripetuto n volte nelle sale della biblioteca.
Questa impostazione mi ha permesso di formulare delle regole precise su cui defnire il metodo di lavoro che ho potuto applicare in tutti gli ambienti che avevo a disposizione. Le regole consistevano nell’uso di un unico materiale per tutti gli elementi, nella defnizione delle principali
Pianta generale dell’intervento
Particolare di un telaio
geometrie dello spazio e la conseguente defnizione delle dimensioni dell’intervento.
Sono state così realizzate strutture composte di montanti e traversi a supporto dei materiali informativi e per il passaggio luci indipendente, sono state realizzate teche sigillate per custodire i volumi più preziosi da realizzare con lo stesso materiale delle strutture e, infne, sono stati costruiti dei portali di accesso a ciascuna delle nuove strutture.
La tecnologia scelta per la realizzazione di questi elementi, ha riguardato il montaggio di profli commerciali in ferro di sezione 5 cm x 5 cm lunghi anche 6 m, montati a secco, in loco.
Questo ha consentito una lavorazione rapida che permetteva all’intero allestimento di essere montato e smontato con facilità al termine dell’esposizione.
Sui telai sono stati ancorati i pannelli grafci con i testi e le immagini a corollario della sezione specifca, insieme ai dispositivi audio che in alcuni casi riproducevano brani dell’epoca a cui si faceva riferimento in un determinato punto, i materiali interattivi, come tablet o schermi tv in cui gli studenti o i visitatori potevano fare ricerche specifche per approfondire uno o più argomenti messi in mostra e, infne, sono stati usati come utile appoggio per il sistema di illuminazione composto di fli rossi (a contrasto con il ferro nero) che correvano lungo le strutture e si concludevano in paralumi realizzati per l’occasione. Essi servivano a illuminare le teche realizzate con gli stessi profli delle strutture, panni in feltro e plexiglass.
Assonometria di due strutture
Crediti Scheda valutativa e Testo critico di Allegra Maria Albani. Progetto e illustrazioni di Allegra Maria Albani in collaborazione con Fabrizio Furiassi. Foto di Op-fot. Allestimento realizzato da Lar lavorazioni in ferro.
Pubblicazioni e mostre • lastampa.it https://www.lastampa.it/cultura/2016/03/28/fotogalleria/i-libri-antichi-che-hanno-fatto-l-europa-1.36738425 • ilmessaggero.it https://www.ilmessaggero.it/foto/i_libri_che_hanno_fatto_l_europa_alla_biblioteca_dei_ lincei_foto_c_accademia_nazionale_dei_lincei-1638353.html • movio.beniculturali.it https://www.movio.beniculturali.it/lincei/librichehannofattoleuropa/ • thearchitecturalreviewfolio.com https://architectural-review.tumblr.com/post/150351102403/the-books-that-made-europe-allegra-albani-and • artemagazine http://www.artemagazine.it/mostre/item/800-a-roma-in-mostra-i-libri-che-hanno-fatto-l-europa-e-gli-europei