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Anno XXV- no 3 Maggio/Giugno 2011
Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano
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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI (F.W.V.F.A.)
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M AGGIO /G IUGNO 2011
RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
Direttore Responsabile Antonio Ascanio MANGANO Segreteria Editoriale P.I. Fabio MARANGONI
Comitato di Direzione Cav di Gran Croce Gino GRONCHI (Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.) Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO, Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI, Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, Rolando FAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI, Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI, Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO (Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)
Inviato di Redazione Francesco MAZZILLI
Impaginazione e Grafica SATECO sateco.tel@fastwebnet.it
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Aut. Trib. Milano n. 855/89
www.vfv.it SQUADRE VVF (PERMANENTI
FOTO
DI COPERTINA
: WALTER TODARO
E VOLONTARIE) ALL'OPERA SULL'INCENDIO DI UN MOBILIFICIO
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EDITORIALE [A LATO]
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UN’ANNATA DI FESTEGGIAMENTI
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I VOLONTARI SALVANO LA MADRE E LUI DEDICA UNA CANZONE
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PER POCHI MA MERITATA
I SAPEURS POMPIERS VISIONANO SIRIO MODELLISMO VVF
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I VOLONTARI DI MERATE ALLE LAS FALLAS 2011
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I CORPI DEI POMPIERI SVIZZERI
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ASCENSORI ANTINCENDIO E DI SOCCORSO I NUOVI FUNZIONARI VOLONTARI GRONCHI INCONTRA MARONI
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SMANTELLAMENTO DEL VOLONTARIATO POMPIERISTICO
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LA SICUREZZA IN UN BOLLINO GIALLO
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MANOVRE DI SOCCORSO FERROVIARIO POMPIERI VOLONTARI A GALLARATE
AVAMPOSTO DI POMPIERI VOLONTARI A LAZZATE
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Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano
EDITORIALE
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Con piacere noto che fra le numerose iniziative gratuite del Dipartimento dei
vigili del fuoco a favore della collettività ve ne sono alcune tecnologicamente avanzate fruibili da chiunque.
Dai servizi per i professionisti per la propria attività di prevenzione incendi e per lo stato di avanzamento delle pratiche, agli indirizzi di posta elettronica
certificata, alle informazioni sulla sicurezza suddivise per categorie di utenze, alla documentazione su studi e ricerche utilissimi per i professionisti dell’antincendio e per gli studi a livello superiore ed universitario.
Il tutto accessibile anche da telefono portatile come peraltro l’ultima applicazione (app) per dispositivi mobili di ultima generazione: Kemler ONU VVF che permette a chiunque, e senza collegamento ad internet, di comprendere il
significato dei codici riportati sulle targhe di colore arancione degli automezzi che trasportano merci pericolose.
Ma se l’elettronica e l’informatica hanno fatto in quest’ultimo decennio un elevato salto di qualità, molto resta ancora da fare sulla formazione del personale vigile del fuoco, volontario in particolare, che si trova con sempre maggior frequenza ad affrontare pericoli talvolta sconosciuti.
Si lamenta la mancanza di fondi per istituire corsi di formazione ma non si vuol ricordare il grande successo avuto
dall’attività di Formazione a Distanza (FAD) che ha permesso nel 2008 di formare qualche centinaio di capi squadra volontari con costi ridotti rispetto ai tradizionali corsi in aula.
Il rapporto diretto con l’insegnante non potrà mai essere completamente sostituito, se si vogliono mantenere ele-
vati gli standard qualitativi della formazione, anche se il personale docente potrebbe essere meglio valorizzato riservando ad esso la possibilità di intervenire nei momenti cruciali della formazione. Come tutor, anche questo a distanza per mezzo delle efficienti comunicazioni internet, e poi con interventi diretti in aula con tutti i discenti con lo scopo di approfondire determinati aspetti e di far chiarezza su eventuali dubbi sorti durante l’apprendimento FAD.
Con la formazione a distanza si organizzano decine di corsi universitari con valore legale, non si vede perché non si possa replicare quanto fatto nel 2008 pur con tutti i perfezionamenti del caso.
w w w. a n v v f v. o r g Dal possibile futuro alla realtà odierna. Con dolore abbiamo appreso del decesso in servizio di soccorso del collega volontario Cosimo Amoroso, 44 anni del Distaccamento volontario di Trebisacce (CS); purtroppo il nostro volontariato, sempre alle prese con insidie e pericoli, alle volte deve affrontare anche queste tragiche realtà. In questo momento doloroso ci sentiamo particolarmente vicini alla moglie e al figlio ancora in tenera età. E’ di coloro che hanno dedicato una vita al volontariato che si sono ricordate le gesta e le attività nella recente cerimonia “Pro vita restituta” tenutasi a maggio ad Ancona; appuntamento importante per ravvivare la nostra memoria delle umili gesta a favore del prossimo di colleghi ma anche di cittadini e componenti di altri Armi e Corpi di volontariato. V F V M A R Z O / A P R I L E 2 0 11
Gino Gronchi
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mentre vado a presentarvi il terzo numero di quest’anno, il Capo del Corpo Nazionale Alfio Pini intitola l’Aula Magna dell’Istituto Superiore Antincendi (ISA) al predecessore Giorgio Mazzini. Il “Comandante” mite e garbato, ma anche deciso e autorevole, scomparso ormai più di tre anni fa.
Sempre nel 2008 s’insediava il Ministro degli Interni Roberto Maroni che, solo “ieri”, è riuscito a dedicare qualche minuto del proprio tempo al nostro presidente Gronchi. È firmato dal Ministro il recente decreto che ha ridato a “Capannelle” la storica denominazione di “Scuole Centrali Antincendi” (non sarà più “Scuola per la Formazione di Base”). I romantici – e coloro di voi che hanno avuto la fortuna di frequentare quella scuola, seppur per il solo servizio di leva (io son finito, mio malgrado, negli Alpini) – condivideranno questa scelta dell’inquilino del Viminale. Tra festeggiamenti ultracentenari, nuove caserme volontarie in arrivo (congratulazioni Luca per Lazzate!) e nuovi Funzionari Volontari, abbiamo parlato dei Corpi dei Pompieri Svizzeri (su 103mila uomini, soltanto 1% di “permanenti”). Negli articoli Tecnici: “Manovre di Soccorso Ferroviario” per il Corpo VF Volontari di Povo (Trento). Un sistema semplice ma innovativo per verificare se gli autorespiratori sono stati sottoposti a temperature pericolose. Poi abbiamo scoperto che c’è differenza tra ascensori “Antincendio” e “Di soccorso”.
h t t p s : / / t w i t t e r. c o m / p o m p i e r i
Tra carri allegorici incendiati in Spagna e piccole autopompe per incendietti simulati, abbiamo intervistato Vincenzo Lotito (Comandante Provinciale VVF a Varese) e l’abbiamo un po’ provocato in merito alla prossima apertura d’una caserma di volontari ad un tiro di schioppo da una permanente; l’ufficiale Varesino ha approfittato per lanciare un appello ai sindaci. Buona lettura e…aspetto vostri scritti! Ascanio direttorevfv@me.com Hanno firmato quest’edizione di VFV: Michael Werder, Heinz Baumann, Francesca Tomasi, Mirco Cogliati, Sergio Salemi, Davide Lanzone, Fabio Marangoni, Massimo Barbon e Fabio Ulivelli. V F V M A R Z O / A P R I L E 2 0 11
EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ] EDITORIALE [ A LATO ]
Cari Lettori,
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Dalla Sezione Romana della ANVVF, ci fanno notare che:
“I Vigili del Fuoco Volontari assegnati ai tre distaccamenti Volontari del Comando di Roma hanno partecipato con un gruppo composto da circa 11 elementi , concorrendo attivamente nelle operazioni di soccorso, effettuando un elevato numero di interventi di verifica ed assistenza alla popolazione abruzzese colpita dal sisma. Siamo partiti il giorno dopo il terremoto e abbiamo partecipato attivamente nelle attività di soccorso, recupero e verifiche rischiando spesso e volentieri viste le continue scosse di assestamento che si verificavano durante i soccorsi.”. Il presidente della sezione di Pavia della ANVVF, Gian Andrea Autelli precisa:
“Ho dovuto insistere col comandante Piccinini che non voleva irritare i sindacati, ma alla fine lʼho spuntata. Da luglio a novembre siamo riusciti ad aggregare un VF volontario ogni 5 permanenti , con avvicendamenti quindicinali. Eravamo di base ad Assergi (AQ) ed è stata unʼesperienza toccante e formativa; i rapporti col personale di ruolo di reciproco rispetto. Personalmente, essendo CSV, sono anche stato posto al comando di una squadra di soli permanenti. Nessuno di noi ha trattenuto un soldo degli 870 € spettanti per la missione e i compensi sono stati devoluti alle Onlus dei rispettivi distaccamenti.”.
PER POCHI MA MERITATA ello scorso numero di VFV abbiamo scritto dellʼ“Attestato di Pubblica Benemerenza di Prima Classe” concesso alla ANVVFV dal Dipartimento della Protezione Civile per le operazioni di soccorso alla popolazione Abruzzese colpita dal sisma del 6 Aprile 2009.
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Dando la notizia della “Premiazione”, abbiamo voluto rimarcare che la componente volontaria del CNVVF fu di fatto esclusa dalla missione e titolammo quellʼarticolo “Premiati per NON aver partecipato ai soccorsi”.
Alcuni lettori ci hanno fatto notare che – a voler ben vedere – qualche VF volontario quella medaglia lʼha meritata per davvero perché, in effetti, una partecipazione (seppur minima e, a volte, dopo ripetute insistenze presso i comandi provinciali) cʼè stata.
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Belluno. Rodolfo Colussi è lʼattuale capo distaccamento e, coi suoi ragazzi, si sta adoperando per organizzare i festeggiamenti che avverranno in agosto. «Festeggeremo il centenario in agosto con qualche piacevole sorpresa. Attualmente siamo in 15 i volontari sempre pronti a intervenire in caso dʼallarme. Quando cʼè qualche emergenza - spiega Colussi veniamo allertati dalla sala operativa del comando provinciale di Belluno tramite un cerca persone. In un baleno ci rechiamo nel distaccamento che ha sede a Fusine per prelevare i mezzi necessari e ci portiamo nel luogo richiestoci al più presto possibile.».
UN’ANNATA
DI FESTEGGIAMENTI
A CURA DELLA REDAZIONE
Questʼanno sono diversi i distaccamenti che si apprestano a organizzare importanti festeggiamenti. Nel Bellunese due centenari e il congresso provinciale numero 59, a Inveruno tutto pronto per tagliare il nastro del secolo e mezzo di storia e i Magentini di anni dovrebbero compierne addirittura duecento.
Ricorre questʼanno il centocinquantesimo anniversario di fondazione del distaccamento dei vigili del fuoco volontari dʼInveruno. Dal 30 giugno al tre luglio è prevista la tradizionale kermesse estiva: “Insema ai pumpier da caʼ nosta” con Pompieropoli (percorso guidato per bambini) e mostra statica dʼautomezzi in uso al Corpo Nazionale VVF. La festa riprenderà poi il 17 settembre con una mostra dʼautomezzi antincendio dʼepoca; unʼesposizione di quadri a tema; la presentazione di un libro dedicato al locale Corpo di Pompieri Volontari (per la stesura del testo è stato formato un tavolo con vigili vecchi e nuovi e la supervisione di Gianni Mainini, già sindaco dʼInveruno nonché giornalista locale) e una manifestazione ginnico-pompieristica in collaborazione coi VVF volontari di tutta la provincia Milanese. I festeggiamenti verranno chiusi in occasione dellʼAntica Fiera di San Martino, prevista il 12 Novembre. Durante lʼanno sono inoltre previsti incontri per presentare lʼattività svolta dai Vigili del Fuoco volontari di Inveruno nei Comuni di pertinenza e per far conoscere il Corpo Nazionale ed in particolare la sua componente Volontaria. Inoltre, sarà proposto alle scuole elementari del territorio il concorso di disegno dal titolo “Il Vigile del Fuoco”.
Anche Longarone festeggerà il centesimo anno dʼattività in concomitanza col 59° Congresso Provinciale VVF Volontari - appuntamento un tempo fisso da fine ottocento sino al 1961, e del quale sʼè ripresa la tradizione da un paio dʼanni - distesa tubazioni, prove con autorespiratore e la più tradizionale scala Italiana, faranno da cornice allʼimportante traguardo. Purtroppo Longarone non è entrata negli annali per il suo congresso ma per il terribile disastro della diga del Vajont: il contingente più folto di pompieri impiegati nei soccorsi fu proprio quello dei volontari Bellunesi. Dal 10 ottobre al 23 dicembre 1963 sʼavvicendarono ben 206 vigili del fuoco volontari: in zona dʼoperazioni vʼerano più volontari Bellunesi che vigili della colonna mobile di soccorso provenienti da Roma.
Restando nel Milanese, invece, dei pompieri Magentini vi sarebbero documenti che datano lʼinizio dellʼattività ben duecento anni fa.
Il distaccamento di Zoldo Alto nasce il 7 febbraio del 1911 quale “Società Pompieri Volontari” e, da allora, funziona ininterrottamente con 15 pompieri volontari sempre pronti a rispondere alle richieste della sala operativa del 115 di
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I Sapeurs Pompiers visionano il sistema per avvistamenti e allertamento degli incendi boschivi Sanremo - “Con lʼincontro odierno - afferma Carlo Boeri - è inequivocabile lʼattenzione e lʼinteressamento che cʼè anche in Francia per questo sistema. Sirio sarà tra gli argomenti del prossimo incontro dei Sapeurs-Pompiers che si svolgerà in Francia”
La sperimentazione di SIRIO andrà avanti ancora per tutta la stagione estiva, mentre già dai prossimi giorni il sistema avrà delle implementazioni importanti.
Durante lʼincontro inoltre si è anche discusso di un possibile coinvolgimento della Protezione civile sanremese, del Corpo Nazionale di Vigili del Fuoco e del Politecnico di Torino in “ALPFFIRS”, progetto finanziato dalla Comunità Europea che grazie a partecipazioni di un cospicuo numero di partners di alto prestigio e tradizione, ha come obiettivo la definizione di procedure e strategie comuni per la lotta agli incendi forestali, nellʼintero arco alpino, coinvolgendo di fatto oltre allʼItalia, anche Francia, Svizzera, Austria e Germania. 3 maggio scorso, presso la sede della Protezione Civile di Sanremo è giunta una delegazione dei Sapeurs Pompiers del Dipartimento della Costa Azzura e delle Alpi marittime, per visionare dal vivo il sistema sperimentale Sirio per gli avvistamenti e lʼallertamento degli incendi boschivi, realizzato dal Politecnico di Torino.
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Oltre al Colonnello Erick Calatayoud dello Sdis-06 di Nizza, sono giunti a Sanremo anche il Col. Claude Picard ed i funzionari Adrien Mangiavillano e Federique Giroud del CEREN di Valabre, ovvero lo Stato Maggiore della Securite Civile ed Antincendio, che dipende direttamente dal Ministero dellʼInterno Francese. Per il Politecnico di Torino erano presenti i ricercatori Lorenzo Corgnati e Andrea Losso.
Presenti inoltre lʼIng. Natale Inzaghi, storica figura del Corpo dei Vigili del Fuoco, mentre per il Comune di Sanremo Renato Retolatto, Antonio Giordano, presidente dellʼAssociazione Volontari Sanremo e Carlo Boeri, responsabile del settore tecnologico, che segue il progetto per la Protezione Civile.
Dopo una dettagliata presentazione operativa del sistema, lo si è visto anche funzionare in “real-time”, scansionando le zone sanremesi di copertura.
“Questo incontro -dice Antonio Giordano dellʼAssociazione Volontari Sanremo- avviene dopo la presentazione che nel mese di marzo è stata effettuata a Nizza, dove questo sistema è stato presentato per la prima volta in Francia”.
“Con lʼincontro odierno -continua Carlo Boeri- è inequivocabile lʼattenzione e lʼinteressamento che cʼè anche in Francia per questo sistema. Sirio sarà tra gli argomenti del prossimo incontro dei Sapeurs-Pompiers che si svolgerà in Francia”.
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S.I.R.I.O. è un sistema integrato per la previsione, lʼindentificazione ed il monitoraggio in tempo reale di incendi boschivi che offre prestazioni di alto livello ed elevata affidabilità. Grazie ad un tool previsionale, il sistema è in grado di valutare un indice di rischio di incendio sul territorio analizzato, con intervalli di previsione da 3 a 72 ore
S.I.R.I.O. è costituito da una o più postazioni remote connesse costantemente ad un server centrale ed è in grado di gestire automaticamente la rilevazione dellʼincendio e dare precise informazioni per la pianificazione dellʼintervento di spegnimento. S.I.R.I.O. è stato sviluppato in collaborazione da EST srl e SVM srl nellʼambito di un contratto di ricerca e sperimentazione affidato dalla Regione Piemonte al Politecnico di Torino.
S.I.R.I.O. è un importante strumento per la prevenzione e la lotta agli incendi che fornisce i seguenti servizi: - Mappe di previsione di rischio incendi fino a 72 ore - Monitoraggio automatico delle zone di interesse - Identificazione automatica dei fumi - Identificazione automatica dei punti caldi nelle zone monitorate - Identificazione delle coordinate dei focolai - Fotografie in tempo reale della porzione di territorio interessata dallʼincendio - Informazioni per il coordinamento delle attività di spegnimento (strade di accesso, piazzole elicotteri, prese acqua……)
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I pompieri volontari gli salvano la madre e lui dedica loro una canzone
È un rapper di fama, i pompieri volontari della sua contea liberarono la mamma dalle lamiere dellʼauto, e lui decide di ringraziarli dedicando loro una canzone e partecipando ad uno speciale progetto di Duracell volto a “ricaricare” le casse delle caserme di volunteers firefighters USA.
rapper statunitense Cee Lo GREEN ha recentemente collaborato con il programma “Duracellʼs Power Those Who Protect Us” per registrare una nuova versione della sua “Forget you” (brano vincitore tra lʼaltro del Grammy Awardʼs) quale tributo speciale ai vigili del fuoco volontari.
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Il titolo della canzone (riscritta) è diventato “Thank You” (invece di “Dimenticare te”) ed il brano è stato ispirato dal personale apprezzamento di GREEN per i vigili del fuoco. Quando il cantante aveva 16 anni, sua madre è stata estratta dalle lamiere dellʼauto accartocciata –in seguito ad un incidente quasi mortale– proprio dalla squadra dei locali vigili del fuoco volontari; sua madre stessa era un volunteer firefighter.
Nel video del brano sono rappresentati coraggiosi uomini e donne che proteggono le case Americane, i luoghi di lavoro e le strade, immagini accompagnate dalla melodia dellʼorecchiabile motivo di “Forget you”. “Quali intrattenitori sotto le luci dei riflettori, abbiamo unʼopportunità unica di promuovere quelle cause che ci stanno a cuore attraverso la nostra più grande passione: la musica.” – ha dichiarato Green – “Ecco perché sono fiero di partecipare a questo progetto; per raccontare la mia storia e mettere in luce i sacrifici che gli instancabili volontari USA fanno, ogni giorno, per proteggere le loro comunità”. Il progetto “Power Who Protect Us” (Potenza a coloro che ci proteggono) è un programma di sostegno in favore delle caserme di vigili del fuoco volontari Americani. La canzone di Cee Lo Greenʼs “Thank You” era disponibile per il download gratuito per i primi 10mila fans dellʼapposita pagina Facebook creata da Duracell ma, in pochi giorni, coloro che hanno cliccato su “Mi Piace” sono già quasi 90mila. Il video è disponibile su http://youtu.be/qjjkFTEyqA4
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MODELLISMO VVF
QUEI
GIOCATTOLI SEMBRANO VERI
ED IO CI SPENGO I MIEI INCENDIETTI DI
SERGIO SALEMI
VF
PERMANENTE
MILANO
Quasi tutti da piccoli ci siamo fatti regalare il famoso camion dei pompieri ma quello che non ho mai capito è perché quei meravigliosi giocattoli rappresentassero la caratteristica autopompa americana -sfido chiunque a dimostrare il contrarioe non i nostri camion dei Vigili del Fuoco.
bbene si, in giro ci sono molti vigili del fuoco (permanenti e volontari) che oltre a svolgere lʼattività pompieristica, coltivano le proprie passioni. Cʼè un poʼ di tutto: dai plastici agli elmi, dalle cartoline ai quadri, da veri e propri fumettisti a chi fa disegni che sono vere e uniche opere dʼarte e… tante altre curiosità.
E
Esistono anche tante persone, come Franco, che per vari motivi non hanno fatto il vigile del fuoco ma che amano e coltivano la loro passione per questo lavoro. Lʼamore per questo Corpo ha portato Franco a costruire dei modellini radiocomandati con sirena, lampeggianti e tanto di acqua per spegnere incendi.
Quandʼero piccolo – racconta Franco – più dʼuna volta ho ricevuto in regalo un camion dei pompieri. Ma perché erano così diversi da quelli che vedevo sfrecciare per strada? Sempre roba Americana. Così ho incominciato a pensare che un giorno, trovati i materiali necessari, me lo sarei costruito io un bel camion rosso e tutto funzionante. Bisogna dire che il modellismo mi ha sempre affascinato ed insieme a mio fratello ne abbiamo combinate parecchie: dai plastici ferroviari allʼautomodellismo radiocomandato col motore a scoppio. Proprio con questi modelli, dal 1985 al 1990, ho avuto la soddisfazione di vincere un paio di campionati regionali e un campionato Italiano.
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MODELLISMO VVF Anche lʼaeromodellismo è stata una bella parentesi piena di soddisfazioni. Dopo il militare nei Carabinieri, la voglia sarebbe stata quella di diventare un Vigile del Fuoco ma purtroppo vari motivi mi hanno impedito di intraprendere quella strada ma non quella di applicare tutta la passione per quel Corpo facendo una cosa che invece mi è sempre riuscita bene: il modellismo. UN
MODELLISMO DEDICATO
VVF. FRANCO SI RACCONTA Nel 1997 ho iniziato a costruirmi un primo modello in scala 1/14 con la prerogativa che tutto doveva essere funzionante. Una spinta ulteriore su questa linea lʼho avuta acquistando, qualche anno dopo nel 2000, un modello di un Unimog 300 radiocomandato con un telaio che - una volta spogliato della carrozzeria originale - sarebbe diventata una interessantissima base per la realizzazione di un camion dei Vigili del Fuoco completamente funzionante ed addirittura radiocomandato. Da allora é stato un crescendo di conquiste e di grandi soddisfazioni che si ripetevano ogni qualvolta riuscivo a raggiungere un risultato. Lʼuso dellʼalluminio e la tecnica per realizzare cabine e cassoni, batterie a 12 volt potenti ed affidabili capaci di azionare le pompe ricavate da quelle dei tergicristalli delle auto; materiali per la microirrigazione dei giardini utilizzati per lʼidraulica dei camion. Qualche principio di pneumatica per lʼutilizzo dellʼaria compressa per azionare i micro divaricatori, i cuscini di sollevamento o addirittura gru come in uno ESCLUSIVAMENTE AI
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dei miei ultimi modelli. Poi il grande aiuto di internet dal quale ricavare immagini, disegni, schemi elettrici per la realizzazione delle schede per lampeggianti e sirene: in questo senso lʼultima grande soddisfazione è stata quella di riuscire a realizzare la sirena bitonale tipica attualmente in dotazione ai mezzi antincendio italiani. “Joicar Progetti” che potrebbe far pensare ad unʼazienda, è solo il mio nickname, sono io a realizzare ogni cosa. Non amo le scatole di montaggio quindi ogni realizzazione è il frutto sempre di un progetto da cui partire per dare unʼanima al modello che, una volta realizzato, non smetto mai di guardare. Ogni cosa montata mi ricorda uno stato ed unʼemozione, così come mi emoziona il passaggio di un mezzo dei Vigili del Fuoco a sirene spiegate. Quando ho iniziato questʼavventura mi ero posto degli obiettivi: costruire un certo numero di modelli, mostrarli al “mondo” su un sito internet tutto mio ed infine essere chiamato dai vigili del fuoco per partecipare con i miei modelli a fiere e manifestazioni pompieristiche. Ora conoscete Franco e la sua passione. E allora perchè non approfondire lʼargomento? Vi invito a visitare il suo sito www.webalice.it/joiaxell/home.html vedrete le sue realizzazioni in azione otre che stupirvi di ciò che fa. Questa non è fantascienza è passione vera!
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NUOVI
FUORISTRADA
PER I VOLONTARI
CATANESI
onsegnata al distaccamento dei Vigili del fuoco di Maletto una Land Rover, dal presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione. Il mezzo destinato nelle estese zone boschive del comprensorio potrà essere utilizzato anche nei centri abitati per la particolare maneggevolezza.
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“Contribuiamo alla salvaguardia del territorio e delle zone a verde protette – ha detto il presidente della MEZZI DESTINATI ALLE ESTESE ZONE BOSCHIVE Provincia, Giuseppe Castiglione - in vista anche della stagione estiva, quando più frequentemente si registrano casi di incendi per autocombustione oppure provocati da piromani o da gente che distrattamente butta le cicche di sigarette in aree alberate.” Il mezzo fuoristrada è fornito del sistema “Fire Express” attraverso il quale viene utilizzata poca acqua che però ha un alto effetto estinguente grazie a un getto potente nebulizzato.
Anche i Vigili del fuoco di Vizzini e Linguaglossa hanno beneficiato nei mesi scorsi della stessa disponibilità, grazie al Consiglio provinciale che ha vincolato i fondi nel Bilancio dellʼEnte. Alla consegna hanno partecipato oltre il presidente Castiglione, lʼassessore provinciale Pippo Pagano, il sindaco di Maletto Giuseppe De Luca, il vice comandate dei VVF di Catania, Ferdinando Franco, con il capo distaccamento di Maletto, Giuseppe Parrinello, e i consiglieri provinciali Filippo Gagliano, Nunzio Parrinello e SantoTrovato.
I VIGILI DEL FUOCO I PIU’ ELEGANTI ALLA MILLE MIGLIA "Per il comportamento e lʼeleganza dei piloti durante la gara e del personale che ha partecipato allʼesposizione dei mezzi storici lungo il tragitto rigorosamente in divisa dʼepoca".
uesto è stato il motivo per cui il riconoscimento allʼabbigliamento più elegante tra i partecipanti alla Mille Miglia edizione 2011, indetto dalla casa di moda fiorentina Stefano Ricci, è stato assegnato allʼequipaggio dei Vigili del Fuoco guidato dallʼing. Nicola Colangelo, veterano, comandante in diverse province e pluridecorato. Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, alla loro prima partecipazione, era presente con unʼAlfa Romeo 6C 2500 S, vettura numero 121. I Vigili del Fuoco indossavano le divise precedenti alla seconda guerra mondiale, conservate nella galleria storica del Corpo Nazionale allʼinterno delle ex Scuderie del Palazzo Ducale dei Gonzaga di Mantova.
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IL "CRISTO"
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SULLE SPALLE DEI
VIGILI
DEL
FUOCO VOLONTARI.
Corbetta - Un'opera unica, al momento custodita nella chiesa di San Vittore a Corbetta. È il “Cristo” realizzato da Davide Galbiati, scultore corbettese emigrato in Provenza, che è stato portato a spalle, dai VV.F. Volontari di Corbetta, durante la processione del venerdì Santo
opera è realizzata in cirmolo, legno pregiato usato in particolare per le sculture e che cresce solo dai duemila metri in su. È lo stesso Galbiati a spiegarci che buona parte della sua attività è dedicata all'arte sacra. Passione diventata lavoro, ma non nel nostro paese. Perchè Galbiati, classe 1976, nato a Magenta e da sempre residente a Corbetta, dove aveva creato il suo laboratorio, per poter fare lo scultore è emigrato nella vicina Francia. “In Italia viviamo un periodo difficile dal punto di vista culturale – spiega Galbiati – per questo mi sono trasferito in una terra più favorevole, quale la Provenza. Pur mantenendo sempre vivi i contatti con il mio territorio”. Non ancora 35enne ha un invidiabile curriculum alle spalle.
L'
Dal suo sito, www.davidegalbiati.com, è possibile dare uno sguardo alle specializzazioni conseguite dal corbettese che ha approfondito il suo talento con maestri scultori e pittori. Ha frequentato la Scuola per Scultori della Val Gardena, ha conseguito il Diploma di Scultore, si è specializzato in Anatomia Artistica presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna con l'aiuto del professor Alberto Lolli e ha rafforzato gli studi figurativi presso l'istituto d'Arte Ferdinand Demetz di Ortisei. Numerose le mostre anche nella nostra zona, per esempio nella chiesetta sconsacrata San Carlo di Castellazzo dè Barzi, al Museo del Legno di Corbetta, alla Canonica di Bernate Ticino e tanti altri.
MEZZOCORONA: naugurata il 16 aprile la nuova Caserma dei Vigili del Fuoco di Mezzocorona, numerose la autorità che hanno presenziato alla cerimonia, tra cui il presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai, con lʼAssessore Franco Panizza, Raffaele de Col capo della Protezione Civile, il sindaco Mauro Fiamozzi e le autorità del comune gemellato con Mezzocorona, Dusslingen.
NUOVA CASERMA DEI
VVF
VOLONTARI
I
La nuova sede dei Vigili del Fuoco servirà anche la Bassa Val di Non e la intera Rotaliana, a capo del Corpo locale il comandante Corrado Betta. Tra elogi e ringraziamenti ai volontari che prestano servizio presso il corpo dei Vigili del Fuoco Volontari gli interventi sono stati molto incentrati sul coordinamento delle
forze di protezione e di difesa civile. Il volontariato, come indicato dal Presidente Dellai, rappresenta sempre il motore più forte della comunità trentina, per i Vigili del Fuoco è in valutazione una nuova proposta che intende interpretare prima di tutto risorse e bisogni della comunità locale, sempre libera da preconcetti di colore e di parte politica. V F V M A G G I O / G I U G N O 2 0 11
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I Volontari di Merate alle Las Fallas 2011 Il personale del Distaccamento Vigili del Fuoco Volontari di Merate si è recato in missione in Spagna dove ha partecipato alla manifestazione chiamata Las Fallas, feste di interesse turistico internazionale che si svolgono ogni anno a Valencia dal 1 al 19 marzo in onore del Patrono dei falegnami San Giuseppe. A CURA DI
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MIRCO COGLIATI
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LA
DELEGAZIONE
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MERATESE
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opo aver ricevuto lʼautorizzazione da parte del Capo del Corpo Nazionale VVF, Alfio Pini, un gruppo di 7 volontari, accompagnati da 4 parenti, sono partiti Venerdi 18 Marzo alla volta di Valenzia dove li aspettavano i vigili del fuoco cittadini che avevano partecipato al Raduno Internazionale VVF svoltosi nel 2009 a Merate.
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“Grazie allʼenorme disponibilità di ANTOINE dei Bombres di Alzira e NACHO, funzionario dei Bombres di Valenzia – ha riferito soddisfatto il capo distaccamento Meratese Leonardo Bonanomi - abbiamo potuto partecipare a tutte le manifestazioni della festa di S. Giuseppe sia come normali spettatori ma anche da vigili del fuoco.”. I pompieri di Merate - dopo aver visto le impressionanti e bellissime sculture della Fallas (ne hanno costruite 698 nella sola Valenzia) e dopo aver assistito in prima fila alla Mascletà (sequenza inimmaginabile di petardi e mortaretti) - hanno seguito lʼinfinita sfilata in costume. Tutte le Fallas (praticamente i quartieri di Valenzia) sfilavano con donne, uomini e bambini, anche di pochi mesi, per portare fiori in dono alla statua di Maria che viene quindi ricoperta fino a costruirne un velo fiorato di una decina di metri in altezza. Una sfilata interminabile, iniziata in mattinata e terminata
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verso mezzanotte. Nella stessa serata, il gruppo di pompieri è stato inserito nelle squadre di assistenza allo spettacolo pirotecnico e ha quindi potuto partecipare da vicino al grande spettacolo svoltosi nella notte. Nella piazza cʼerano pompieri da tutta la Spagna, i volontari Italiani di Merate, una rappresentanza Francese ed anche un firefighter giunto da Chicago (USA).
ALLA PARTENZA
Ma lʼevento più importante per i pompieri Meratesi è stato Sabato sera, S. Giuseppe, quando la tradizione vuole che queste enormi e bellissime sculture vengano ricoperte di petardi e poi date alle fiamme. Statue, alte anche 15 metri, in fiamme allʼinterno di piccole piazze, richiedono lʼimpegno di diversi vigili del fuoco che incessantemente bagnano le abitazioni circostanti per impedire danni od addirittura incendi. Il personale di Merate è stato impiegato dal Comando dei Bombres di Alzira e ha partecipato al “raffreddamento” degli incendi delle 3 Fallas principali di Alzira. Anche il giornale locale “Levante” ha messo in prima pagina la partecipazione dei “Bomberos Italianos”. Unʼesperienza incredibile sia per la caratteristica unica di questa festa sia per il calore e lʼamicizia dimostrata da tutto il personale dei pompieri di Valenzia ed Alzira. Esperienza che la delegazione Meratese consiglia vivamente a tutti, non solo ai pompieri.
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Chi non salta “Campagnola” è…
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opo la fiamma ossidrica per liberare le vittime di incidenti stradali (che forse si usava 50 anni fa) e gli idranti imbracciati dai pompieri per sedare le fiamme; è arrivato il turno delle autopompe salterelle! Forse il giornalista intendeva unʼautoclave?
☺
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sicurezza per gli ospedali, il loro uso è stato imposto anche per edifici di altezza inferiore.
Invece, per gli ascensori di soccorso, si tratta di una novità introdotta dal Decreto 15 settembre 2005 e ripresa dalla Regola Tecnica di prevenzione incendi sugli uffici del 2 febbraio 2006, presumibilmente non ancora perfettamente acquisita dagli operatori del settore. Il Decreto in oggetto definisce gli obiettivi di sicurezza antincendio che si devono seguire nella progettazione e realizzazione degli ascensori; nel dettaglio lʼart. 2, lettere b) ed e), fissa in modo inequivocabile le finalità che si intendono perseguire con la installazione degli ascensori antincendio e di soccorso “limitare i danni alle persone e consentire ai soccorritori di operare in condizioni di sicurezza”.
Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con lʼintento di chiarire le peculiarità ditali impianti, ha emanato la Lettera Circolare n. P15714135 del 5 febbraio 2008 proprio per superare le difficoltà concettuali dovute alla non perfetta consapevolezza delle funzioni che svolgono le due tipologie di ascensori.
ASCENSORI ANTINCENDIO E DI SOCCORSO LʼAPPLICAZIONE DELLA NORMA PER LE DUE DISTINTE TIPOLOGIE DI MEZZI DI SOLLEVAMENTO DELL’ING.
DAVIDE LANZONE
Nel settembre del 2005 è entrato in vigore il Decreto sugli ascensori antincendio e soccorso; il Decreto disciplina, sotto il profilo antincendio, la realizzazione degli ascensori e manifesta ancora, tra gli addetti ai lavori, dubbi e incertezze nella loro progettazione e realizzazione. maggiori problemi si riscontrano soprattutto sulle differenze tra gli ascensori antincendio e gli ascensori di soccorso in quanto, forse, non è ben chiara la loro funzione e conseguentemente non vengono comprese pienamente le loro differenze costruttive.
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Le incertezze, probabilmente, che si riscontrano nella realizzazione di tali impianti sono dovute al fatto che lʼuso degli ascensori antincendio non è frequente, in quanto inizialmente sono stati resi obbligatori (Decreto 9 aprile 1994) per gli alberghi di altezza antincendio superiore a 54 m; una tipologia di edifici non particolarmente diffusa nel nostro Paese. Solo nel 2002, con lʼemanazione della norma di
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Comparando attentamente il Decreto e la Circolare si ottiene un quadro abbastanza chiaro sulle funzioni che devono e possono svolgere, con le relative peculiarità costruttive, gli ascensori.
ASCENSORE ANTINCENDIO Lʼascensore antincendio, pur non potendo essere computato nella valutazione delle vie di esodo, nasce per essere impiegato, oltre che allʼuso in condizioni normali anche in caso di incendio, per lʼevacuazione assistita di persone con ridotte o impedite capacità motorie o sensoriali. In caso di emergenza la loro manovra deve essere riservata ai Vigili del Fuoco ed eventualmente agli addetti al servizio antincendio preventivamente addestrati per tale eventualità.
Lʼascensore antincendio, per svolgere la propria funzione, deve:
servire tutti i piani dellʼedificio nel quale è installato; essere ubicato in un vano a prova di fumo di resistenza al fuoco pari a quella del compartimento nel quale è inserito e comunque di caratteristiche non inferiori a REI 60; avere, in corrispondenza dellʼaccesso ad ogni piano, unʼarea dedicata di almeno 5 mq, esterna allʼedificio, oppure protetta da filtro a prova di fumo di resistenza al fuoco corrispondente a quella del vano corsa e lʼuscita dallʼascensore, individuata a priori in corrispondenza del piano predeterminato di esodo; immettere direttamente, o tramite un percorso orizzontale protetto di lunghezza non superiore a 15 m, in un luogo sicuro posto allʼesterno dellʼedificio. Una incertezza dellʼapplicazione della norma ha proprio
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riguardato la corretta realizzazione dellʼaccesso allʼarea dedicata; è stato chiarito che la scala a prova di fumo e lʼascensore antincendio non possono essere inseriti nel medesimo compartimento, ma devono costituire due compartimenti antincendio a se stanti.
Ne consegue che deve essere previsto un filtro a prova di fumo dal quale sia possibile accedere o al vano scala o allʼarea dedicata a servizio dellʼascensore che può pertanto assolvere anche alla funzione di “spazio calmo”.
Il D.M. 9/4/1994 definisce lo “spazio calmo” un luogo sicuro, statico, contiguo e comunicante con una via di esodo verticale o in essa inserito. Lo spazio individuato non deve costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo e deve avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa dei soccorsi (Vedasi disegno n. 1).
Le ulteriori caratteristiche dellʼascensore antincendio riguardano: • gli aspetti costruttivi e di accesso del locale del macchinario; •
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gli spazi stessi del macchinario e delle aree di lavoro;
le caratteristiche di comportamento al fuoco e dimensionali della cabina comprese quelle della botola che deve essere realizzata sulla sommità della cabina stessa per trarre in salvo le persone presenti allʼinterno;
precisi requisiti della alimentazione elettrica che deve essere distinta da quella di ogni altro ascensore ubicato nellʼedificio e che deve avere una doppia alimentazione (primaria e secondaria) di sicurezza con passaggio in automatico da una allʼaltra in caso di incendio.
ASCENSORE DI SOCCORSO Lʼascensore di soccorso, che come detto è stata la vera novità introdotta dal decreto del 2005, è di fatto un “presidio antincendio” ad uso esclusivo dei Vigili del Fuoco e come tale deve essere utilizzato; in caso di incendio ha lo scopo di movimentazione delle attrezzature del servizio antincendio ed eventualmente per lʼevacuazione delle persone durante lʼemergenza. E quindi necessario, per tenere conto delle dette esigenze, che il numero degli ascensori di soccorso sia tale da servire lʼintera superficie orizzontale di
ciascun piano dellʼedificio ed è opportuno che tali ascensori vengano ubicati in prossimità del perimetro del fabbricato, in posizione facilmente accessibile dallʼesterno, preferibilmente adiacenti alle scale a prova di fumo con comunicazione, tramite porta REI, tra il filtro che da accesso alla scala e quello a servizio dellʼascensore.
Questo implica che devono essere presenti due filtri indipendenti: • uno a servizio della scala a prova di fumo; • il secondo che conduce allʼarea dedicata per evitare che, in caso di emergenza, il flusso di persone che abbandona il fabbricato attraverso le scale non interferisca con il flusso dei soccorritori che intervengono utilizzando lʼascensore di soccorso (Vedasi disegno n. 2).
Lʼascensore di soccorso deve presentare caratteristiche simili a quello antincendio e, dovendo funzionare anche durante lʼincendio, è necessario che non sia azionato idraulicamente e disponga del locale del macchinario posizionato sulla sommità dellʼedificio. Le dimensioni della cabina devono essere maggiorate per tenere conto delle esigenze dei Vigili del Fuoco ed i filtri a prova di fumo, per lʼaccesso a tale impianto, non possono essere del tipo in sovra pressione.
CONCLUSIONE Ben realizzati e correttamente collocati nel fabbricato, gli ascensori antincendio e di soccorso costituiscono delle valide misure di protezione che sarebbe consigliabile adottare anche nelle attività non regolate da specifiche norme di prevenzione incendi.
Inoltre questi impianti di movimentazione rappresentano una misura di sicurezza equivalente che può essere adottata ai fini della presentazione delle istanze di deroga, per compensare il rischio dovuto al mancato rispetto della norma.
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I CORPI PROTEGGONO,
DEI
POMPIERI SVIZZERI
SALVANO, SOCCORRONO,
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GIORNI ALL’ANNO,
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Il salvataggio, la lotta contro gli incendi ed il soccorso in ogni
sinistro sono gli incarichi affidati ai 1.752 Corpi pompieri svizzeri
Sono circa 103mila le persone,
donne e uomini, che prestano servizio in qualità di vigili del
fuoco. Dei centomila soltanto
1.200 pompieri professionisti, i restanti sono miliziani, cioè volontari.
a cura di Michael Werder Foto: CP Bellinzona CP Mendrisio FVR Franjo SSI Lausanne Michael Werder
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ORE SU
24!
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O LT R E C O N F I N E nseriti in un sistema di cooperazione nazionale globale denominato Protezione della popolazione, i Corpi pompieri lavorano fianco a fianco con le organizzazioni partner, ovvero con la Polizia, i Servizi sanitari, la Protezione civile e i Servizi tecnici. Per quanto concerne il campo dei pompieri, la sovranità politica spetta ai Cantoni che la esercitano tramite i Comuni; per loro agisce la Coordinazione svizzera dei pompieri (CPS), ente di coordinamento dei pompieri svizzeri. Gli appartenenti ai Corpi, sia quelli professionisti, sia quelli di milizia, sono rappresentati dalla Federazione Svizzera dei Pompieri FSP.
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Quali soccorritori di primo intervento i Corpi pompieri lottano contro ogni tipo di sinistro. Oggigiorno, la lotta contro gli incendi vera e propria, non rappresenta più la parte principale dei circa 78 000 interventi effettuati in media sullʼarco di un anno. In primo piano figurano sempre più spesso gli interventi di salvataggio, le prestazioni di soccorso tecnico e la lotta contro gli elementi naturali. Negli incarichi affidati ai pompieri figura pure la difesa contro eventi nel campo degli idrocarburi così come delle sostanze chimiche e radioattive. Per questi casi vengono istruiti ed equipaggiati in modo speciale i Corpi pompieri dei centri di soccorso (centri più importanti che intervengono a sostengo di corpi minori) regionali o cantonali. È da notare che i pompieri svizzeri non hanno nessun compito di «polizia del fuoco», ovvero di controlli tecnici, di sicurezza e di prevenzione nel settore degli edifici e delle infrastrutture pubbliche.
METTERE IN SICUREZZA – SALVARE – TENERE – PROTEGGERE – PADRONEGGIARE
Lʼobiettivo supremo di ogni intervento dei pompieri è il salvataggio delle persone, degli animali e dellʼambiente come pure di beni materiali. Il secondo obiettivo è quello di limitare lʼampiezza dei danni provocati dagli eventi e di neutralizzarli al più presto. La missione permanente affidata ai pompieri è riassunta in sostanza dalla seguente massima: Osservando le misure di sicurezza personali: “securizzare” – salvare – tenere – proteggere – padroneggiare.
LʼALLARME
TRAMITE IL NUMERO DI TELEFONO
118
I Corpi pompieri possono essere allarmati in qualsiasi momento componendo il numero dʼemergenza nazionale 118: saranno pronti a intervenire nel giro di pochi minuti. Le direttive attualmente in vigore prescrivono che i Corpi pompieri delle zone densamente popolate devono giungere sul luogo del sinistro con almeno dieci uomini e le attrezzature necessarie entro dieci minuti dal momento in cui è stato dato lʼallarme. Nelle
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O LT R E C O N F I N E Basilea chimica (Johnson Control), Centro dʼintervento del San Gottardo, Ginevra, Ginevra Aeroporto, La Chaux-de-Fonds, Losanna, Lugano, Neuchâtel, San Gallo, Winterthur, Zurigo).
ORGANIZZAZIONE
regioni di campagna il tempo prescritto per la partenza e per giungere sul posto è invece di quindici minuti. I Corpi pompieri dispongono di sistemi dʼallarme moderni comandati da centrali dʼintervento regionali o cantonali. Lʼallarme giunge agli appartenenti ai Corpi pompieri mediante il telefono, gli apparecchi radio ricetrasmittenti, i pager (cercapersone) o i cellulari.
IL PERSONALE
E I MEZZI DʼINTERVENTO
La maggior parte dei comuni dispone di un Corpo pompieri autonomo. In seno ai 1.752 Corpi pompieri svizzeri prestano servizio 103.000 pompieri di cui circa il 7% è costituito da donne. Per la grande maggioranza dei Corpi pompieri locali, aziendali e dei centri di soccorso si tratta di formazioni di milizia (cioè personale volontario NdR). Lʼistruzione e i mezzi a loro disposizione sono strutturati in modo modulare. I Corpi pompieri dei comuni limitrofi e quelli dei centri di soccorso si assicurano reciproco sostegno. In linea di massima tutti i Corpi pompieri sono motorizzati ed equipaggiati a seconda dei loro incarichi. Generalmente i Corpi pompieri più piccoli sono equipaggiati con motopompe o veicoli multiuso di piccola o media grandezza, quelli più importanti hanno nelle loro caserme anche autobotti, autoscale, veicoli pesanti o veicoli speciali per le apparecchiature di protezione della respirazione. I Corpi pompieri dei centri di soccorso dispongono inoltre di veicoli muniti del materiale di salvataggio e materiale tecnico pesante, di veicoli per la difesa contro gli idrocarburi e i prodotti chimici, come pure di centrali operative mobili. Sono circa 1200 i pompieri professionisti (di cui 38 donne) che prestano servizio a tempo pieno nei 14 Corpi professionisti svizzeri (Basilea, Berna, Bienne,
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E ISTRUZIONE
I corpi pompieri appartengono alla sfera di competenza dei cantoni e dei comuni. Ecco perché in Svizzera esistono 26 diverse leggi sui pompieri e, a livello comunale, diverse ordinanze per i singoli Corpi pompieri. Lʼorgano operativo degli enti sovrani cantonali è la Coordinazione svizzera dei pompieri (CSP). Diciannove cantoni dispongono di istituti di assicurazione immobiliare cantonali. In gran parte tali istituti sono competenti, nellʼambito dei pompieri, per le questioni di tipo operativo e finanziario. Essi svolgono questo incarico secondo il sistema di mandato vigente nel rispettivo cantone, in modo finanziariamente autonomo. Nei rimanenti cantoni questi incarichi vengono assunti da speciali servizi amministrativi. Ad eccezione dei cantoni di Zurigo, Ginevra e del Ticino sussiste ovunque lʼobbligo per ogni cittadino – donne e uomini - di prestare servizio nei pompieri. Il dovere di prestare servizio si compie tramite il servizio attivo presso un Corpo pompieri oppure mediante il versamento di un contributo finanziario annuale sostitutivo. Come lʼequipaggiamento, anche lʼistruzione dipende dalle missioni affidate ai pompieri. Militi e quadri acquisiscono il loro bagaglio di conoscenze specifiche frequentando corsi dʼistruzione regionali o cantonali. Gli istruttori vengono istruiti uniformemente in tutto il paese.
INTEGRATI NEL SISTEMA DI COOPERAZIONE NELLʼAMBITO DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE
Nel primo intervento i Corpi pompieri collaborano innanzitutto con la Polizia e con lʼEnte sanitario di salvataggio. Nelle operazioni speciali possono anche essere coinvolte imprese private (per esempio imprese edili). Nello svolgimento di queste attività il grado di collaborazione è buono e lo si verifica in occasione dei quotidiani casi dʼemergenza. In caso di catastrofi e di situazioni dʼemergenza si fa anche appello a membri della Protezione civile ai quali vengono affidate missioni di protezione e di assistenza alle persone messe in salvo ed evacuate. Anche lʼEsercito è un partner dei Corpi pompieri. In caso di catastrofi esso mette a disposizione il proprio materiale tecnico, così come i soldati necessari provenienti dalle formazioni militari di soccorso specializzate.
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O LT R E C O N F I N E allʼanno sullʼacquisto, le specifiche tecniche e le norme riguardanti lʼequipaggiamento e le apparecchiature utilizzate nel settore dei pompieri. Sotto il marchio Swissfiretech il CTPS pubblica un registro in cui figurano i prodotti omologati nel campo dʼattività dei pompieri.
La Federazione svizzera dei pompieri rappresenta la totalità dei circa 103.000 uomini e donne che prestano servizio in uno dei 1752 corpi pompieri della Svizzera e del Principato del Liechtenstein. Nei ranghi della FSP si contano anche circa 1500 istruttori dei pompieri, così come circa 1200 pompieri professionisti - riuniti in seno allʼAssociazione svizzera dei pompieri professionisti ASPP – e provenienti dai 14 corpi pompieri professionisti attivi in Svizzera.
LA FEDERAZIONE
SVIZZERA DEI POMPIERI
(FSP)
LA FSP SI POSIZIONA: • quale rappresentante degli appartenenti ai corpi pompieri che sostiene i suoi membri sotto forma di prestazioni di servizio come la Cassa di soccorso o lʼassicurazione di protezione giuridica, che li affianca nei confronti delle organizzazioni politiche e istituzionali e che li rappresenta presso le Federazioni nazionali ad essa vicine e presso lʼOrganizzazione internazionale dei pompieri CTIF. • quale mandataria che, su incarico della Coordinazione svizzera dei pompieri CSP, esercita presso la Scuola svizzera istruttori pompieri SSIP (corsi di base e corsi di formazione complementare) come pure lʼorganizzazione del Corso di formazione per “Istruttori condotta tattica 1” nel quadro della Formazione tecnica federale pompieri FTFP;
La FSP emana regolamenti, direttive, prontuari per il servizio dei pompieri.
La FSP dispone di una Cassa di soccorso che assicura sussidiariamente tutti i pompieri impegnati negli interventi e durante le esercitazioni.
La FSP edita la rivista 118 swissfire.ch, giornale ufficiale dei pompieri svizzeri. Il mensile 118 swissfire.ch, che conta circa 128 pagine e appare mensilmente in tre lingue, è unʼapprezzata rivista specializzata nel campo dei pompieri, della gestione delle catastrofi e della protezione della popolazione. Informazioni Federazione svizzera dei pompieri FSP Robert Schmidli - Direttore 3073 Gümligen Tel 0041 31 958 81 18 r.schmidli@swissfire.ch www.swissfire.ch
• quale organizzatore di congressi e di seminari tecnici come pure di corsi di formazione speciali e di corsi proposti al di fuori della formazione degli istruttori;
• quale offerente di vari prodotti e “Prestazioni di servizio” adeguati.
Il Centro tecnico di prestazioni di servizio della FSP certifica equipaggiamenti e apparecchiature e risponde a circa 1500 domande
PERCENTUALE
DI PROFESSIONISTI NELLE CINQUE ORGANIZZAZIONI PARTNER
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er la didattica il Comando di Pisa si è avvalso del proprio personale operativo e di docenti esterni; se infatti da un lato la Sua esperienza in calamità internazionali vanta un percorso ormai lungo di decenni, altrettanto fondamentale è stato lʼapporto sia di professionisti inseriti allʼinterno di Organizzazioni Internazionali di Cooperazione, sia di formatori dellʼUniversità SantʼAnna di Pisa.
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(URBAN SEARCH AND RESCUE)
A PISA IL CORSO U.S.A.R. Materiali e professionalità NON impiegate nellʼultimo devastante sisma Giapponese A CURA DI
FABIO ULIVELLI
(VF permanente Comando di Pisa)
“Squadre speciali” appositamente formate ad intervenire su eventi calamitosi con fior di materiali ad alta tecnologia ma a Fukushima s’è preferito inviare soltanto un “team di valutazione” Autorizzato dalla Direzione Regionale VVF della Toscana, si è svolto presso il Comando VVF di Pisa Il 1°Corso Sperimentale su Tecniche
U.S.A.R.. Lʼesperimento ha avuto come protagonisti personale operativo proveniente da vari Comandi della Toscana, (Direzione Regionale, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Prato), ed ha visto la
partecipazione di un Ispettore Antincendio del Comando di Napoli,
esperto in crolli e nelle tecniche di puntellamento delle strutture pericolanti.
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Il corso si è sviluppato su due articolazioni fondamentali: Teoria e Pratica, spaziando dalle tecniche di ricerca di dispersi sotto le macerie, alla conoscenza delle varie attrezzature idonee allo scopo, ad esercitazioni sul campo che sintetizzavano dal vero entrambi gli aspetti. Già da alcuni anni il Comando Pisano ha attivato un “campo macerie” reale allʼinterno della sua struttura, che recentemente ha riscosso il plauso del Capo Dipartimento Prefetto Tronca. Durante le due settimane di corso gli istruttori Pisani hanno mostrato le ultime novità nel campo delle attrezzature U.S.A.R., dalle motoseghe e dalle mototroncatrici per il taglio del cemento armato, alle pinze demolitrici; dai sistemi di puntellamento meccanici, oleodinamici e pneumatici, alle “carotatrici” ed i compressori per la ricarica di bombole di aria respirabile. Poi i generatori elettronici; i geofoni, le telecamere robotizzate da ricerca; i presidi sanitari per lʼestricazione, i sistemi di comunicazione in cavità sotterranee; i “GPS” per la Geo-referenziazione. Ma anche sistemi di telefonia satellitare; strumenti “Hazmat” per la rilevazione ambientale, lʼ”Hot Stick” per lʼindividuazione della presenza di corrente elettrica alternata. I mezzi in dotazione, e singole casse in dotazione comprendenti tutti i materiali necessari per garantire una comple-
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ta autonomia della squadra di soccorso U.S.A.R. di almeno 7 giorni su uno scenario calamitoso fuori dai nostri confini sono “avio-trasportabili”. In definitiva tutto un nuovo mondo, ed un nuovo modo di impostare la squadra di intervento internazionale.
TEAM USAR
DEI POMPIERI DI
LOS ANGELES
INTENTA
A LIBERARE UN OPERAIO SEPOLTO IN UNA TRINCEA
È da rimarcare lʼimportanza della 46° Aerobrigata presente presso lʼaeroporto “Galilei” di Pisa; uno dei motivi che ha fatto propendere le scelte passate del Ministero e del Dipartimento verso il Comando Toscano; ed infatti ad oggi sono 2 i Comandi individuati per le “Emergenze Internazionali”: Roma e Pisa.
Infine i 2 istruttori Fabrizio Graverini e Alessandro Susini, forti delle loro passate esperienze in calamità ed esercitazioni internazionali, di concerto con il Comandante Provinciale e tutto il personale dello staff didattico, hanno organizzato una prova “reale” di intervento U.S.A.R., dallʼarrivo allʼaeroporto nel Paese colpito, al ricevimento delle autorità locali, allʼindividuazione del sito atto a fungere da campo base, alla pianificazione ed effettuazione dellʼintervento di soccorso con lʼausilio di tutte le figure professionali e della componente sanitaria e cinofila. Allʼuopo è stato utilizzato un edificio dismesso in località “Calambrone”, già teatro di varie esercitazioni nel recente passato. Si è così avuto modo di capire in presa diretta qualʼè il significato ed il “modus operandi” delle squadre di Ricerca e Soccorso in Ambiente Urbano, chiarendo anche ai più scettici il ruolo fondamentale ed insostituibile della componente cinofila; ad oggi non esistono strumenti elettronici o robotizzati che possono sostituire lʼolfatto ed il lavoro del cane, inserendo di fatto a pieno titolo i nostri simpatici amici a quattro zampe nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Il corso ha avuto il suo epilogo con una verifica finale di apprendimento; un esame scritto su 30 domande che è stato superato brillantemente da tutti i discenti, a dimostrazione dellʼinteresse della materia, del lavoro didattico fatto dallo staff del Comando Pisano, e dellʼimpegno messo in campo da parte di tutti.
PARTECIPANTI AL CORSO
USAR PISANO,
ALLE PRESE CON
UNA LANCIA TERMICA PER IL TAGLIO DI METALLI E CEMENTO
Prima del congedo il Comandante Ingegner Chiavacci insieme ai suoi collaboratori ha voluto salutare tutti i corsisti, augurando loro di poter proseguire il percorso intrapreso attraverso futuri approfondimenti, ulteriori momenti formativi, esercitazioni, e quantʼaltro possa ritenersi importante per lʼiscrizione nelle file della squadra U.S.A.R. Toscana.
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nellʼesercizio delle proprie funzioni egli è un ufficiale di polizia giudiziaria.
Sempre secondo il DPR 76/2004 il funzionario tecnico antincendio volontario è equiparato, agli effetti del trattamento economico e delle responsabilità operative, al Collaboratore Tecnico Antincendi (CTA) del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ora rimpiazzato dalla figura del Sostituto Direttore Antincendi Capo (SDAC) LA
Il programma ministeriale prevede che le fasi formative necessarie per diventare FTAV siano tre: FORMAZIONE
Nella prima fase sono necessarie le 120 ore di corso, le stesse per diventare vigile del fuoco volontario. I citati FTAV non ebbero già svolto A dieci anni dalla decretazione e dopo mille peripezie questo periodo formativo quando diventarono vigili volontari (coloro che espletarono il servizio di leva come ex ausiliari addirittura fecero tre mesi di corso) ma in più hanno maturato mediamente circa 18 anni di esperienza nel soccorso tecnico urgente come di Fabio Marangoni vigili o capi squadra e fino a qualche migliaio di interventi alle spalle. Negli opo unʼodissea durata dieci anni e fra mille difficoltà ultimi dieci anni alcuni di loro sono già stati impiegati dai finalmente sono riusciti portare a termine la terza ed propri Comandi provinciali come facenti funzioni FTAV ultima fase del 2° corso di formazione decretato ad mentre altri hanno svolto o tuttʼora espletano la mansione inizio secolo. Stiamo parlando dei 26 neo Funzionari di capo distaccamento; a questo considerevole bagaglio di Tecnici Antincendi Volontari (FTAV) che vanno ad aggiunesperienza occorre aggiungere che nel quotidiano buona gersi ai sedici colleghi che nel 2009 ebbero la “fortuna” di parte di loro svolgono una professione tecnica che conferiterminare il corso a “soli” otto anni dalla loro decretazione. sce un importante valore aggiunto alla “mission” di funzionario volontario. Per raccontare la storia di come sono giunti allʼultima fase formativa forse non basterebbero le pagine di questa La seconda fase formativa di 60 ore si è svolta presso i Rivista, pertanto mi limiterò ad illustrare i principali aspetti Comandi provinciali con esame finale presso le Direzioni normativi e pratici per conoscere più da vicino chi sono regionali. Le materie studiate riguardano: questi colleghi volontari in servizio nei vari Comandi pro• Automezzi, attrezzature e D.P.I. vinciali della penisola. • Gestione degli interventi
FINALMENTE I NUOVI FUNZIONARI VOLONTARI
D
Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2004, n.76 il Funzionario Tecnico Antincendio Volontario, oltre a tutti i requisiti necessari per essere vigile del fuoco volontario, deve avere conseguito la laurea in ingegneria, architettura, geologia o il diploma di geometra, di perito industriale ed equipollenti. Operativamente la sua attivazione avviene, in via ordinaria, su disposizione del Comandante provinciale per specifiche esigenze, compreso il coordinamento di due o più distaccamenti volontari;
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• •
• • • •
Rischio idrogeologico Chimica e fisica della combustione e sostanze estinguenti Cenni di prevenzione incendi Prevenzione infortuni sul lavoro Addestramento professionale Affiancamento ai Funzionari Tecnici del Comando nellʼorganizzazione del servizio e nel coordinamento degli interventi.
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ficio dei servizi del Comando stesso. Nellʼorganizzazione del soccorso diventerà la figura di direzione e coordinamento di più squadre secondo le disposizioni di via impartite dai singoli comandi.
È risaputo che la figura dellʼufficiale volontario, nata prima dello stesso Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è stata nei decenni efficacemente impiegata in alcune province italiane con addirittura incarichi di tipo dirigenziale (sostituzione o impiego ad interim come primo ufficiale o Comandante di piccoli Comandi). Non parliamo di molti Stati europei dove non solo i graduati godono di ben altra stima e considerazione ma nel complesso la stessa figura del volontariato dei vigili del fuoco. L’ISTITUTO SUPERIORE ANTINCENDI (ISA)
DI
ROMA
Lʼultima delle tre fasi formative, con esame finale, si è tenuta presso lʼIstituto Superiore Antincendi (ISA) di Roma nella prima metà del mese di aprile 2011; gli argomenti affrontati nelle 72 ore di corso hanno riguardato: • le tecniche di intervento sviluppate per il direttore tecnico del soccorso (DTS) anche in incidenti coinvolgenti attività a rischio rilevante (es. sostanze pericolose) • i dissesti statici (con nozioni di progettazione e dimensionamento delle opere provvisionali, puntellamenti, ecc.) • la polizia giudiziaria e tecniche investigative • nellʼincendio • lʼelettrotecnica e la prevenzione degli incendi • i rischi biologici e radiologici • lʼidraulica con istruzioni per lʼattacco allʼincendio • nozioni sullʼorganizzazione e la funzione dei Dipartimenti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della Protezione Civile.
È con oltre 250 ore formative di base, un titolo di studio, unʼesperienza acquisita mediamente in 18 anni di servizio alla quale occorre aggiungere quella pluriennale maturata nella propria professione, che questi colleghi si mettono a disposizione dei propri Comandi provinciali per collaborare allʼattività nel rispetto delle proprie competenze e mansioni. IL
È ovvio che lʼimpiego di un Funzionario Tecnico Antincendi Volontario differisce da quello di un vigile o di un capo squadra volontario; il Regolamento (DPR 76/2004) prevede che nellʼordinarietà il F.T.A.V. espleti la propria funzione di supporto ai Distaccamenti volontari e allʼattività dei Comandi provinciali. Lʼimpiego di questa figura non dovrà essere pertanto vista come sostitutiva del Capo Distaccamento volontario ma soprattutto come una funzione complementare per collaborare con questi per una proficua attività di supporto nel rispetto delle regole e a beneLORO IMPIEGO
CHI
F.T.A.V.?
I colleghi che hanno frequentato e superato lʼesame finale Funzionari Tecnici Antincendi Volontari provengono da 12 Comandi provinciali. Essi sono: Giuseppe De Angelis (Aquila), Ferdinando Magnone (Asti), Erminio Capparoni (Biella), Claudio Giusti (Bologna), Luigi Santaguida (Catanzaro), Sergio Aureli (Como), Paolo Bongiovanni (Cuneo), Luca Peviani (Lodi), Franco Grassi (Milano), Roberto DʼAndrea (Pescara), Pier Mauro Biddoccu (Torino), Luca Bonello (Torino), Fabrizio Carelli (Torino), Paolo Maurizio De Cilladi (Torino), Mauro Esposito (Torino), Francesco Guidetti (Torino), Roberto Liscio (Torino), Fabio Marangoni (Torino), Marco Milanesio (Torino), Luca Morel (Torino), Claudio Muraro (Torino), Marco Paolone (Torino), Mario Righi (Torino), Giampaolo Rissone (Torino), Giancarlo Bianchini (Udine) e Franco Tessitori (Udine). SONO I NEO
Al succitato personale vanno aggiunti i colleghi già FTAV dal 2009: Giovanni Caffi, Livio Galli, Riccardo Giacomelli, Cosimo Leo, Augusto Marinoni, Ferruccio Miotto, Giuseppe Parrinello, Eugenio Berlini, Pierangelo Ponzone, Roberto Arosio, Gianmaria Farina, Sergio Rossi, Claudio Mascherpa, Roberto Tambani, Mauro Varchi e Marco Barrera.
Lʼaccoglimento del Dipartimento della giustificazione di assenza, per inderogabili impegni personali precedentemente contratti, dei colleghi Alessandro Zecchinato (Torino) e Roberto Mugavero (Roma) permetterà loro di prendere parte ad una prossima sessione formativa.
I neo funzionari ringraziano i colleghi Luca Bonello ed Alessandro Zecchinato per essersi attivamente prodigati presso il Dipartimento per sollecitare lʼultimazione dellʼattività formativa. Un significativo segno di gratitudine è da tributare anche al collega Giuseppe Parrinello (Catania), già FTAV dal 2009, le cui volontà e caparbietà sono stati gli elementi portanti per vedere riconosciute le legittime aspirazioni del personale volontario decretato funzionario 10 anni or sono.
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GRONCHI INCONTRA MARONI NELLA SEDE MILANESE DELLA LEGA NORD A CURA DI
(SEGRETARIO
DEL
MASSIMO BARBON
COORDINAMENTO REGIONALE LOMBARDIA
DELL’ANVVFVV)
Il Ministro dellʼInterno ha finalmente ricevuto il nostro presidente Gronchi, grazie allʼinteressamento della sezione Milanese della A.N.VV.F.VV. Prosegue anche la fitta attività del Coordinamento
Regionale Lombardia dellʼAssociazione Nazionale, volta a sensibilizzare politici e amministratori.
a Sezione di Milano e Lodi dellʼAss.ne Nazionale VVF Volontari, ha organizzato il 7 marzo un incontro tra il Ministro dellʼInterno, Roberto Maroni, e il Presidente Nazionale dei VF Volontari, Gino Gronchi.
L
Nel breve incontro, avvenuto nella sede Milanese della Lega Nord, il Ministro dellʼInterno ha ufficialmente comunicato che -in caso di serie problematiche che rendano necessario un intervento diretto del Ministro- è necessario contattare Luigi Peruzzotti, Consigliere del Ministro stesso. E dire che il “Gino Nazionale” sʼera presentato con una corposa “Lista della spesa” (pubblicata nelle pagine seguenti) nella quale riassumeva lʼannosa questione dello sviluppo –o meglio smantellamento– della componente volontaria del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Proseguono invece gli incontri -in attuazione a quanto stabilito dal Coordinamento ANVVFV- con la Regione Lombardia per sensibilizzare e informare ade-
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guatamente gli Amministratori e i politici regionali sullʼattività svolta dai Vigili del Fuoco volontari. Incontri e contatti che negli ultimi mesi si sono intensificati, alcuni gestiti direttamente dal Presidente del Coordinamento, Glauco Bartesaghi, altri seguiti da più componenti del Coordinamento stesso. Nella giornata di martedi 22 marzo una delegazione ha incontrato un gruppo di Consiglieri del Partito Democratico, erano presenti Massimo Barbon, Rolando Fagioli e Gianpietro Cattaneo. Nellʼincontro, durato oltre unʼora, i rappresentanti associativi hanno avuto modo di esporre la realtà, spesso sconosciuta, del volontariato pompieristico, negli aspetti più importanti e rispondere alle molte domande di chiarimenti sui problemi del Corpo Nazionale più volte riportati sulle pagine dei quotidiani. In generale lʼincontro è stato positivo, i Consiglieri si sono dimostrati attenti e interessati, al termine le parti si sono lasciate con la richiesta, da parte della Regione, di potersi contattare in caso di necessità o chiarimenti. Verrà inoltre inviata una documentazione dettagliata sullʼattività dei distaccamenti volontari e sulle reali necessità di corsi di formazione, argomento su cui gli interlocutori hanno dimostrato un certo interesse e su cui vorrebbero presentare iniziative concrete in ambito regionale unitamente al problema delle visite mediche periodiche. È evidente lʼimpegno che lʼAssociazione mette in campo a più livelli per la risoluzione dei problemi, le iniziative sono molte e, con la collaborazione di tutti, esistono concrete possibilità di ottenere altri importanti risultati.
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI Eretta in Ente Morale con Decreto del Presidente della Repubblicadel 18 Dicembre 1972, n.1160 (Già Federazione Tecnica Italiana dei Corpi Pompieri - 1872)
Aderente alla Federazione Mondiale delle Associazioni Vigili del Fuoco Volontari (FWVFA) Tokyo - New York - Nazioni Unite
ON. ROBERTO MARONI PER LʼINCONTRO DI LUNEDÌ 07 MARZO 2011
PROMEMORIA PER Volpiano, 1/03/2011
IL PRESIDENTE NAZIONALE
IL SIG.
MINISTRO
DELLʼINTERNO
LʼAssociazione Nazionale dei Vigili del Fuoco Volontari, Ente Morale istituito con DPR1160/1972, da circa 50 anni si fa carico delle problematiche inerenti il personale dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, tentando di rendersi parte attiva presso lʼAmministrazione per favorirne la risoluzione.
Troppe questioni, da tempo denunciate, giacciono ancora irrisolte. Esse non solo impediscono lʼattuazione di un sistema di soccorso fortemente caratterizzato dalla presenza di presidi volontari sul territorio (secondo un modello da tempo consolidato nel resto dei paesi europei e contraddistinto da un presidio capillare del territorio a costi bassissimi), ma soprattutto stanno compromettendo lentamente ma inesorabilmente la sopravvivenza stessa delle strutture esistenti.
I DISTACCAMENTI VOLONTARI DEL CORPO NAZIONALE VVF Il personale volontario del Corpo rappresenta una forza pari a (solo) circa il 20% dellʼattuale organico del Corpo Nazionale e che opera quotidianamente e spesso in maniera autosufficiente in circa 300 sedi, concentrate soprattutto nelle regioni del nord (ad esclusione delle regioni autonome del Trentino Alto Adige e della Valle dʼAosta che da sole contano quasi 20.000 volontari).
In tal senso risulta purtroppo lettera morta il piano varato nel 2002 dallʼallora governo di centrodestra denominato “SOCCORSO ITALIA IN 20 MINUTI”, il cui obiettivo era quello di iniziare un graduale avvicinamento alla realtà europea attraverso la costituzione su tutto il territorio nazionale di circa 300 nuovi presidi volontari. Progetto che avrebbe dovuto avere compimento entro il 2006 ma che con lʼattuale tasso di sviluppo si potrà terminarle solo nel 2048, con ben 42 anni di ritardo.
Un ruolo e unʼimportanza che pare essere stato ben compreso in Europa dove, esattamente all opposto che in Italia, il personale volontario rappresenta mediamente 1ʼ80% del totale (Germani e Francia), con punte (Austria, Svizzera e Slovenia) vicine al 100%. Quindi chi afferma che nel nostro paese ci sono pochi pompieri rispetto alla media europea, tace però un aspetto sostanziale, cioè che in Europa quei pompieri sono quasi tutti volontari!
I COSTI DEL VOLONTARIATO Lʼonere annuo per il mantenimento di un distaccamento volontario è mediamente di 50.000 euro, mentre per uno permanente è di circa 1.000.000 di euro e non risulta poi che i sistemi di soccorso di Germania, Francia, Austria, Svizzera o Slovenia -tanto per citare quelli a noi più vicini- siano tanto inefficienti od impreparati.
Si ritiene degno di particolare attenzione il fatto di poter disporre sul territorio nazionale di presidi del Corpo con un costo pari ad 1/20 rispetto a quello previsto per gli omologhi permanenti.
FORMAZIONE DI BASE PER ASPIRANTI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI A peggiorare la cronica carenza di vigili del fuoco volontari, causata dalle restrittive visite sanitarie uguali sia per lʼaspirante volontario come per il pilota di elicottero, è la burocrazia che dal momento dellʼaccettazione della domanda di arruolamento alla messa in servizio richiede un tempo di attesa sino a circa due anni.
Inoltre ci sono anche i recenti pubblici concorsi per la figura di vigile permanente riservati al personale volontario in servizio presso i distaccamenti. Considerato che ormai sempre più di frequente sono i distaccamenti volontari a fornire i neo vigili professioni-
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sti, si ravvisa la necessità di non penalizzare ulteriormente lʼarruolamento di neo vigili del fuoco volontari la cui messa in servizio si rende necessaria per continuare ad assicurare lʼoperatività di molte sedi volontarie e per tamponare gli esodi dovuti al transito di molti volontari nella componente permanente del Corpo.
PATENTI VF DI GUIDA E PATENTI NAUTICHE La realizzazione di corsi patenti per lʼabilitazione alla conduzione di automezzi è altresì necessaria perché senza gli autisti non è possibile effettuare interventi. Allo stesso modo è fondamentale prevedere lʼistituzione dei corsi patenti necessari per mantenere la continuità del dispositivo di soccorso in ambito provinciale, sempre concordando a livello locale modalità che consentano ai discenti una agevole frequenza. Occorre inoltre velocizzare il rilascio delle patenti da parte dellʼAmministrazione Centrale o, in subordine, visto che tutto viene svolto presso i Comandi, investire di tale rilascio i Comandi stessi o le Direzioni Regionali.
camenti abbiano una positiva conclusione.
Nellʼauspicare che il sunto delle succitate principali (ma non uniche) problematiche possa contribuire ad una seria presa di coscienza dellʻ estrema critica condizione cui versa il volontariato del Corpo nazionale, e lo stesso Corpo che per ragioni di bilancio in futuro dovrà trovare soluzioni altemative allʼutilizzo di personale professionista, si resta a disposizione per fornire la massima collaborazione nella speranza che la presente non possa già essere considerata come lʼellesima “lettera morta“. Come si può ben notare, non si chiedono finanziamenti ma semplicemente una migliore orgarnzzazione. Con viva cordialità. Il Presidente nazionale Cav. Gran croce Comm. Gino GRONCHI
AUTOMEZZI ED ATTREZZATURE Sono sempre più numerosi gli enti (Comuni, Comunità Montane, Province) e le istituzioni (Banche, Fondazioni, Aziende) che provvedono allʼacquisto diretto o al finanziamento integrale di mezzi ed attrezzature da donare o concedere in comodato dʼuso gratuito ai distaccamento volontari di competenza territoriale. Per consentire che questa benemerita prassi possa ulteriormente estendersi (a totale beneficio per le casse statali) e non si realizzino spiacevoli malintesi, occorrerebbe velocizzare lʼiter (sia a livello centrale che di singolo Comando Provinciale) di accettazione e messa in servizio del bene donato; e qui ci possiamo mettere anche i tempi lunghi (in taluni casi fino a un anno) per il rilascio delle targhe dei nuovi automezzi. COSTITUZIONE DI NUOVI DISTACCAMENTI Lʼeffettiva apertura di un distaccamento di nuova istituzione si realizza nel momento in cui si è concluso lʼiter indicato in precedenza (visite, nomina, formazione, patenti VF). Attualmente esso varia in media dai 24 ai 36 mesi. Si tratta di tempi assolutamente incoerenti non solo rispetto ai desiderata dei singoli aspiranti, ma anche con le richieste degli Enti Locali che sostanzialmente ne finanziano la creazione.
Pur essendo evidente che una complessità oggettiva, quale quella di svolgere un servizio di volontariato qualificato nella principale organizzazione che lo Stato destina al soccorso tecnico urgente, non può essere risolta facilmente, è però evidente che solo contraendo i tempi citati si potrà auspicare che lʼampliamento del numero dei volontari VF e dei relativi distac-
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Importante lʼapporto delle «minibotti» inviate da corpi di vigili del fuoco dei paesi limitrofi, mezzi adat-
ti a stradine di montagna di modeste dimensioni, indispensabili in questo caso dato che le fiamme - non se ne
conosce lʼorigine - si erano sviluppate in unʼarea assai impervia.
Di ben altro tenore era stato lʼincen-
dio del 2007: eran andate in fumo
decine di ettari di bosco, le fiamme avevano impegnato i volontari per
diversi giorni, ed a 4 anni di distanza la «ferita» sul versante nord è tut-
tora visibile.
INCENDIO
BOSCHIVO SULLE PENDICI DELL’OZOLO
Pronto intervento dei locali vigili del fuoco
volontari, fiamme domate. Ancora vivo il ricordo
del rogo del 2007. Tempestività, formazione e per risolvere “emergenze tecniche” di vario
presidi capillari sul territorio le carte giuste tipo; non ultimi gli incendi di bosco che - nel resto della penisola - non sono più competenza dei VVF
REVÒ - Incendio boschivo nel pomeriggio del 18 aprile sulle pendici del Monte Ozolo.
Fortunatamente un rogo di modeste proporzioni, sviluppatosi su una superficie di circa 500 metri quadrati, nei pressi dei ripetitori che dominano la montagna sovrastante Revò, in località «Pradi del vigna»
Il pronto intervento dei corpi dei vigili del fuoco di Revò, Cagnò e Romallo, coordinati dal comandante revodano
Bruno Rossi , e di tre minibotti inviate da Dambel, Casez e Sanzeno, ha evitato il ripetersi delle drammatiche con-
seguenze dellʼincendio dellʼaprile 2007: in poco tempo le
fiamme sono state domate e lʼarea bonificata, tanto che
a metà pomeriggio le squadre di volontari avevano potu-
to rientrare alla base.
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È morto, nella mattina del 17 maggio nel reparto di rianimazione dellʼOspedale Civile dellʼAnnunziata di
Cosenza, il vigile del fuoco volontario Cosimo
Amoroso, 44 anni, di Villapiana –in servizio presso il distaccamento di Trebisacce- che rimase vittima di un
incidente lo scorso 30 aprile.
Il volontario si trovava a bordo dellʼAPS OM 190 che stava recandosi a svolgere un intervento di soccorso
quando si scontrava frontalmente con una Fiat Punto,
il conducente dellʼauto decedeva pressoché sul colpo. Amoroso era stato invece ricoverato allʼAnnunziata, in
condizioni disperate, per un grave trauma cranico
subito nellʼincidente. Grande partecipazione e com-
mosso dolore alla camera mortuaria dei tantissimi colleghi -volontari e permanenti- in divisa che hanno volu-
embrerà poco etico parlarne in questo tragico
S
vità addestrative od operative diverse da quelle connes-
adottato decreti legislativi allo scopo di armonizzare, con
nosciuto ai vigili del fuoco in servizio permanente in caso
del fuoco e al personale volontario presso il medesimo
fuoco a titolo.
volontari deceduti per causa di servizio al trattamento
anche se i DDLL non sono ancora stati emessi -
to portargli lʼultimo saluto.
momento ma, intanto, in riferimento alla legge 4
se al soccorso. Equiparare, altresì, il trattamento econo-
Novembre 2010 n°183, il governo non ha ancora
mico concesso ai vigili del fuoco volontari a quello rico-
tutela previdenziale e assistenziale applicato al persona-
tratta per causa di servizio, includendo anche il periodo
effetto a decorrere dal 1° gennaio 2012, il sistema di
le permanente in servizio nel Corpo nazionale dei vigili Corpo nazionale. Decreti volti ad equiparare la pensione
ai superstiti riconosciuta ai familiari dei vigili del fuoco
economico spettante ai familiari superstiti dei vigili del
fuoco in servizio permanente anche nelle ipotesi in cui i
vigili del fuoco volontari siano deceduti espletando atti-
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di infortunio gravemente invalidante o di malattia condi addestramento iniziale reso dagli aspiranti vigili del
I familiari del collega scomparso (ai quali va tutta la
nostra solidarietà) dovrebbero - in linea di principio,
beneficiare della nuova legge “previdenziale”; la lettera inviata dal Ministro Sacconi al Presidente Nazionale
Gronchi, lascia ben sperare.
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unità interessate alla ricerca. Questo ha consentito minor impiego delle frequenze ad uso fonia tra squadre e centro operativo, a vantaggio dellʼimpiego di traffico dati da parte delle radio interfacciate con gps, riducendo lo spreco di risorse e massimizzando la resa. In località Laghetto Welsperg era installato un repeater per consentire lʼuso delle apparecchiature portatili utilizzate per il traffico dati.
IN TRENTINO GPS PER RICERCHE E ANTINCENDIO BOSCHIVO Lo scorso 8 maggio si è svolta nello splendido scenario della Val Canali una esercitazione dei Vigili del Fuoco volontari del Consorzio di Primiero che ha simulato un evento di ricerca persona. 25 i vigili coinvolti, guidati dal Comandante Gianni Turra.
Soccorso e tecnologia - A Primiero il soccorso è tra i più avanzati dʼItalia. I Vigili del fuoco volontari della zona - complice la stretta sinergia con il mondo radioamatoriale locale - hanno realizzato una sperimentazione che si può definire davvero avanzata, nel settore della ricerca persona ma non solo.
Mesi di lavoro - Dopo mesi di intenso lavoro e di preparazione della parte “tecnologica” (mappe, apparecchiature e molto altro) i Vigili del fuoco volontari di Primiero, hanno voluto sperimentare, prima della prossima stagione estiva (scenario purtroppo spesso di persone scomparse o disperse), le nuove apparecchiature in dotazione al Corpo, verificandone lʼaffidabilità e le potenzialità di sviluppo. È stato installato un centro operativo mobile in località Piaz Mador definendo più a valle due zone di ricerca in cui le squadre sono state portate ad operare. In soli venti minuti tutte le apparecchiature necessarie erano pronte e le squadre hanno potuto iniziare la loro opera di ricerca. Lʼambiente interessato - Interamente in zona boschiva, ha permesso inoltre di testare lʼapparecchiatura radioamatoriale per il tracciamento in tempo reale delle
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Il buon esito dellʼesercitazione è stato reso possibile grazie alla collaborazione della sezione Ari Primiero (Associazione Radioamatori Italiani) per quanto riguarda la parte delle apparecchiature di geolocalizzazione (GPS) interfacciate alle radio. Aspetto non di facile realizzazione se non con competenze specifiche nel settore. Il risultato - È stato quello di monitorare in tempo reale lʼavanzamento delle squadre e quindi dello spostamento per lʼindividuazione del target preventivamente posizionato allʼinterno delle aree definite.
Lʼimpiego di gps portatili in cui era installata cartografia dettagliata delle aree e ben definite le zone di ricerca, ha consentito un agevole spostamento sul territorio delle squadre impegnate, anche a chi ha poca dimestichezza con la tecnologia.
Antincendio - Un altro vantaggio dello strumento sarà quello nel campo dellʼantincendio boschivo, permettendo, una volta identificata lʼarea di intervento, di ottimizzare le risorse di uomini ed attrezzature a disposizione, permettendo un intervento rapido ed efficace.
Ora tale sperimentazione, visto il buon esito dellʼesercitazione “sul campo”, potrà essere trasferita anche agli altri Corpi del Distretto di Primiero così da rendere omogenea la preparazione e le attrezzature in caso di intervento, tale da garantire la massima efficienza indipendentemente dalla zona e dalla composizione delle squadre di ricerca.
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SVILUPPO/SMANTELLAMENTO DEL
M
VOLONTARIATO POMPIERISTICO
Computer impazziti che “auto-cassano” i Comuni di competenza; sfratto dalle sedi operative e lavoro part-time… di Antonio Ascanio Mangano
entre negli altri Paesi Europei il personale professionista è concentrato solo nelle zone altamente urbanizzate o a rischio industriale, coi volontari a presidiare il resto del territorio, da noi si provvede – tuttʼoggi - al graduale smantellamento delle sedi volontarie anche dai piccoli centri. Caserme volontarie che diventano miste; sedi miste che diventano permanenti, ma anche veri e propri episodi (purtroppo non isolati) tranquillamente paragonabili a “mobbing”. Non aiutano lo sviluppo (e neppure lʼoperatività ordinaria) anche coloro che, pur assegnati alle caserme volontarie, preferiscono i centosessanta giorni di “richiamo” presso i Comandi o le sedi permanenti. E se si tornasse a “quadri” separati?
I VIGILI
DEL
FUOCO VOLONTARI
DI
MALETTO CATANIA,
CON IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI
N
VIGILI
DEL
FUOCO
DI
DELICETO
ella caserma (volontaria) di Deliceto, in provincia di Foggia, qualcosa di anomalo sʼera già verificato la scorsa estate: una squadra di permanenti stazionava presso la sede dei volontari, al fine di garantire il “servizio dʼantincendio boschivo”. Fu concesso, in via del tutto eccezionale, a personale volontario del distaccamento, di aggregarsi alla “squadra boschiva” ma presentandosi, di volta in volta, alla centrale di Foggia (per poi tornare a Deliceto, 40 Km a tratta). Ora tutto sta pian piano risolvendosi perché la caserma sarà presto trasformata in “sede mista” (di fatto un distaccamento permanente, si vedano esperienze di Seregno nel Milanese e Cantù nel Comasco, solo per citarne un paio).
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N
GIUSEPPE CASTIGLIONE, ED IL VICE COMANDANTE VVF, FERDINANDO FRANCO, IL GIORNO DELLA CONSEGNA DELLA NUOVA LAND ROVER
PROVINCIALE
el Catanese, a Randazzo, -tra le due sedi volontarie di Linguaglossa e Maletto- è stato piazzato un bel distaccamento “misto” che, per incanto, sta per diventare “permanente” a tutti gli effetti. Dal 25 febbraio u.s. infatti, è stata sancita la trasformazione con tanto di festeggiamenti alla presenza del sindaco Ernesto Del Campo e del vicecomandante dei VVF di Catania, Ferdiando Franco. Questʼultimo avrebbe dichiarato al quotidiano La Sicilia: “Fino ad oggi il servizio è stato assicurato da personale misto fra volontari e permanenti. Adesso vi operano solo Vigili permanenti (con lʼeccezione di un solo volontario [un discontinuo NdR]) che svolgono solo questo mestiere ed assicurano la loro presenza 24 ore su 24”. Giuseppe Parrinello (Consigliere dellʼANVVFV delegato per lo sviluppo del volontariato VV.F. nellʼisola e Funzionario Volontario a Maletto), ha espresso tutta lʼamarezza in una lettera inviata al Presidente della Provincia di Catania e ai sindaci delle municipalità servite, da decenni, dai pompieri volontari.
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L’EX
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ANGUILLARA SABAZIA
e dal sud e dalle isole ci spostiamo un poʼ più in alto, scopriamo che neppure nei dintorni della Capitale le cose vanno poi così bene e non sempre per colpa dellʼAmministrazione. Dal 20 settembre i 65 VVF volontari di Anguillara Sabazia non hanno più una caserma; chiusa per sfratto a causa di morosità nel pagamento del canone di locazione (Municipio Vs. Proprietà). Può un Sindaco dormire sonni tranquilli senza che nessuno vegli (nei pressi) sulla sicurezza dei suoi concittadini? In realtà Anguillara ha un sindaco decaduto da un anno per incompatibilità (Tribunale di Civitavecchia) e un F.F. (facente funzioni) che, probabilmente, non soffre dʼinsonnia. Per ovviare allʼindisponibilità di una sede operativa, i volontari della sponda sud del lago di Bracciano, potranno recarsi a Cerveteri a effettuare i propri turni di guardia (per garantire il servizio della sola autobotte di rifornimento idrico). Una maniera per tenere allenati e motivati i vigili “sfrattati” ma non la soluzione per garantire interventi in tempi rapidi, dal momento che Anguillara dista 28 chilometri da Cerveteri. Ergo, dei tre distaccamenti volontari della Provincia di Roma, uno è di fatto chiuso, cancellato, inesistente. Guai in arrivo anche per i presidi (sempre volontari) di Montelanico e Nemi, infatti, il Dirigente Vicario del Comando Provinciale di Roma (Mauro Bergamini), starebbe per notificare la “sospensione dal servizio attivo” a quasi il 70 % del personale volontario “in attività” presso i distaccamenti di cui sopra. Ma quale sarebbe la motivazione di questo “licenziamento” di massa che sta facendo tremare un bel numero di “volontari” Romani? Sembrerebbe infatti che i “sospesi”, partecipino normalmente ai richiami di servizio temporaneo (20 gg di servizio discontinuo per volta per un massimo di 160 allʼanno) presso il Comando Provinciale e le sedi permanenti. Sarebbero però gli stessi vigili che – si legge nel provvedimento di Bergamini – non hanno partecipato ad un sufficiente numero di turni di servizio ed esercitazioni presso la sede volontaria. Il Dirigente poi motiva il provvedimento: “Considerato il servizio di soccorso presso i distaccamenti volontari di prioritaria importanza, considerato che le assenze per lunghi periodi e la partecipazione non costante ai turni di servizio stessi con disservizi che si ripercuotono sulla reale operatività della sede volontaria che di fatto rimane chiusa per mancanza di personale con conseguenze gravi che si ripercuotono in una insufficiente garanzia della pubblica incolumità.”.
A voler ben vedere, il provvedimento, non è neppure così severo; difatti, lʼarticolo 20 del DPR 76/2004, in caso dʼincapacità, insufficiente rendimento ed assenza ingiustificata da turni ed esercitazioni, prevede addirittura la cancellazione dagli elenchi del personale volontario. Resta da capire se i “sospesi” potranno invece – e sarebbe un controsenso – proseguire nella propria attività temporaneodiscontinua c/o le sedi permanenti. Infatti il provvedimento recita: “La S.V. è da ritenersi temporaneamente sospesa dal servizio di soccorso e di istituto presso le sedi volontarie.”. La soluzione verrebbe forse da un ritorno ai due elenchi separati: quadro “A” (personale a disposizione dei comandi per i richiami in servizio); quadro “B” (personale in servizio nei soli distaccamenti volontari)…ma è tutto da vedere. Ci si chiede, inoltre, come potrebbero i volontari di Anguillara (forzatamente non operativi a causa di caserma sbarrata) ottemperare a questa “disposizione”. Dunque 116 VVF volontari - su 150 totali in servizio nelle tre caserme – dovrebbero venir “temporaneamente sospesi” dal servizio attivo che verrebbe, così facendo, quasi esclusivamente garantito coi permanenti dei 13 Distaccamenti provinciali (20 se si contano i due aeroportuali, 1 portuale e due stagionali). Grandi numeri certo, ma la Provincia di Roma, coi suoi 4 milioni e quasi 200mila abitanti, è pur sempre la più popolosa dʼItalia e si estende su una superficie di 5.352 Kmq con ben 121 comuni. DIVERSE
AUTOBOTTI DI
VF
VOLONTARI
MILANESI
HANNO OPERATO SULLO SPAVENTOSO INCENDIO AL MOBILIFICIO DI
LEGNANO
L
e cose vanno un poʼ meglio a nord della penisola, ma anche nel Milanese, da qualche tempo, si verificavano strane “sovrapposizioni”: capitava infatti che squadre di professionisti venissero inviate al posto dei volontari di zona, a dispetto dellʼovvio criterio che prevedrebbe lʼintervento dei pompieri più vicini. I volontari con caserme in comuni contigui, avevano persino dovuto smettere di aiutarsi a vicenda in caso di “soccorso importante” perché - unʼaltra strana regola (sempre sia mai stata scritta) - prevedeva che la squadra di “ausilio” dovesse necessariamente essere composta da personale stipendiato. Ora al comando provinciale Milanese è stato posto Silvano Barbéri, e pare abbia già messo mano alla riorganizzazione del “dispositivo di soccorso”. Il nuovo comandante pretende però maggior rigore dai suoi uomini, quindi anche dai volontari che dovranno garantire tempi di risposta più brevi e maggior continuità nel servizio (pare che qualcuno in zona, da qualche tempo, battesse un poʼ la fiacca).
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CONVEGNI
MANOVRE DI SOCCORSO FERROVIARIO A
CURA DI
FRANCESCA TOMASI
VIGILE DEL FUOCO VOLONTARIO,
POVO - TN
Incidenti ferroviari, esercitazioni sulle linee ferroviarie e protocolli d’intesa sono stati i temi che i vigili del fuoco volontari della zona di Trento hanno voluto approfondire nel convegno di Povo del 19 febbraio.
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Corpo dei Vigili del Fuoco volontari di Povo dopo aver organizzato nel corso degli ultimi anni due esercitazioni lungo il tratto ferroviario della Valsugana - ha voluto convocare, in un incontro tecnico pubblico, tutti i vigili del fuoco volontari della zona di Trento. Al convegno hanno partecipato anche i referenti di Trentino Emergenza (Soccorso Sanitario 118), il Commissariato del Governo ed i dirigenti delle Ferrovie dello Stato, tra cui lʼing. Olimpia Di Naro (Direttore del Centro Operativo Esercizio Rete Verona), ing. Alessandro Martino (Coordinatore del presidio territoriale di Verona) e lʼing. Massimo Del Prete (Direttore Territoriale Produzione Verona). Il Comandante dei pompieri volontari di Povo, Giovanni Stancher,con la collaborazione di alcuni vigili tra cui, Giuseppe Stancher, Matteo Sembenotti e dellʼIspettore Distrettuale Roberto Dalmonego, ha invitato (quali relatori) il Direttore della Scuola provinciale antincendi di Bolzano ing. Oberhollenzer ed il Presidente del distretto della Bassa Val Venosta ing. Tappeiner.
IL
Lʼidea di questo incontro è nata nella riunione di verifica successiva allʼ ultima “manovra ferroviaria”, con lo scopo di confrontarsi e conoscere, con i colleghi altoatesini che hanno diretto ed operato nellʼincidente del 12 aprile 2010 sulla ferrovia della val Venosta, le problematiche e difficoltà riscontrate in un intervento reale. Lʼing. Tappeiner - che ha diretto personalmente lʼintervento di soccorso in cui persero la vita 9 persone - e il
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CONVEGNI Seguendo la procedura decisa, per evitare di peggiorare lo stato della situazione sulla sede ferroviaria, è stata incanalata lʼacqua che continuava a scendere dal versante e sono iniziate le operazioni di ancoraggio e messa in sicurezza del treno per evitarne lo scivolamento a valle nellʼalveo del fiume Adige. La presenza di alberi ha trattenuto il treno sulla scarpata.
direttore Oberhollenzer hanno esposto nella relazione ciò che hanno vissuto in prima persona. Grazie ad unʼesercitazione svolta qualche anno prima e fortunatamente nelle vicinanze del luogo in cui avvenne lʼincidente, i soccorritori si sono trovati ad operare in condizioni di loro conoscenza.
Alle 9,02 del 12 aprile 2010 - tra i comuni Alto Atesini di Laces e Catselbello - dal versante soprastante la sede ferroviaria si è staccata un enorme frana di terreno e fango che ha investito il treno in transito. Un terreno impregnato dʼacqua a causa della rottura di una tubazione dellʼimpianto irriguo a servizio dei terreni a monte coltivati a melo.
Lʼurto della frana ha fatto deragliare il treno, distrutto i finestrini della prima e seconda cabina passeggeri, invaso le stesse, sommerso in tutto o in parte i passeggeri provocando la morte di 9 persone ed il ferimento di 26 altri viaggiatori.
Lo scenario che si presentò davanti ai soccorritori fu terribile. In pochi minuti diversi Corpi dei VVF Volontari della bassa val Venosta furono allertati a intervenire sul luogo del disastro. Il direttore delle operazioni ing. Franz Tappeiner ha valutato inizialmente come e dove bisogna concentrare tutte le forze dei soccorsi. I responsabili nel vedersi di fronte uno scenario simile, in poco tempo hanno deciso di seguire un preciso iter per estrarre e mettere in salvo tutti i passeggeri ed evitare ulteriori danni: 1.
Mettere in sicurezza il luogo,
3.
Attuare misure salvavita,
2. 4. 5.
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Creare un accesso,
Liberare le persone,
Rendere possibile il trasporto
Con lʼutilizzo di pinze idrauliche portatili ed entrando dai finestrini (unico accesso) sono stati estratti i primi passeggeri e recuperati i corpi senza vita, mentre il personale sanitario allestiva un PMA (Posto Medico Avanzato). Durante questa delicata fase venne estratto il corpo di un tredicenne rimasto incastrato tra dei sedili dopo tre ore e mezzo. Per essere sicuri che fossero stati raggiunti tutti i corpi vennero utilizzate le sonde da slavina. Eʼ stato attivato un numero verde per dare informazioni sui feriti alla stampa o ai parenti. Vennero utilizzati dei carrelli funzionali per trasportare i feriti e portare rifornimenti alimentari per i vigili impegnati.
Intervento molto delicato e complesso nel quale sono intervenuti circa 500 soccorritori di cui 331 vigili del fuoco, oltre assistenti sanitari, forze dellʼordine, tecnici ferroviari e soccorso alpino.
Nellʼincontro tecnico - tenutosi presso la sala della circoscrizione di via Salè - sono stati illustrati dagli ingegneri di RFI Del Prete, Di Naro, e Martino i protocolli dʼintesa per gli interventi lungo i binari ferroviari, e la struttura che interverrebbe nel caso dʼincidente. Infine il Comandante dei Vigili del Fuoco di Povo, coadiuvato da alcuni vigili, ha illustrato lʼultima delle esercitazioni organizzate lungo lʼasse della ferrovia della Valsugana. Esercitazione svoltasi nella notte tra il 27 e 28 marzo 2010 nel tratto impervio della zona dei Crozi tra Povo e Pergine. Nella “manovra” sono stati mobilitati 180 vigili volontari del distretto di Trento oltre a 60 operatori del soccorso sanitario. Unʼesercitazione svoltasi su uno scenario simile a quello dellʼincidente della Val Venosta, con la differenza che si ipotizzò un incendio di materiale rotabile su 2 convogli.
Il convegno è servito anche a capire le problematiche da affrontare nelle operazioni delicate per il soccorso ad un treno investito da una frana ed il comportamento da tenere, con la grande struttura ferroviaria, al momento dʼaccesso ai binari per portare soccorso a dei feriti. Lʼincontro è stato molto animato dallʼintervento dei presenti in sala che hanno rivolto numerose domande ai relatori.
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Torino 7, a pochi metri dalla Statale Varesina. Un vigile, dotato di autorespiratore, ha raggiunto la piccola Camilla, le ha calzato in testa il “cappuccio dʼevacuazione” collegato ad una seconda utenza e lʼha portata in salvo. Sulla strada non essendo ancora giunti i sanitari, a prendere in consegna la piccola lʼautista dellʼautopompa di Garbagnate, un volontario abilitato alle tecniche TPSS (Tecniche Primo Soccorso Sanitario) che, poggiata la bimba sul giaccone antifiamma, le somministrava ossigeno.
I VV.F. VOLONTARI DI GARBAGNATE SALVANO BIMBA DALLE FIAMME PER FORTUNA ERA DOMENICA A CURA DELLA REDAZIONE
Ecco a cosa serve un “Avamposto di soccorso”, ad intervenire nei primi momenti dellʼemergenza e riuscire a salvare chi può ancora salvarsi. Un lavoro da manuale quello dei VVF volontari Garbagnatesi che meritano addirittura un “Ben fatto” per iscritto dal Comandante Provinciale Barbéri. Ma se fosse stato lunedì? omenica ore 18.30 la casa va a fuoco e si scatena lʼinferno. Con la tv e alcuni elettrodomestici che vanno a pieno regime, una scintilla in pochi attimi travolge tutto alimentando una pira devastante. Sessantacinque metri di appartamento si trasformano in cenere, in pochi secondi tutto brucia e ai coniugi R. E. di 27 anni e R. A. di 32, genitori della piccola Carolina, non rimane che darsi alla fuga sul tetto della casa, mentre la figlia di soli sette anni rimane imprigionata tra le fiamme.
D
Alla fine tutti salvi, ma solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco volontari del distaccamento di Garbagnate Milanese, poco distante dal luogo dellʼincidente, che riescono a mettere in salvo una famiglia di peruviani che vive allʼultimo piano in una palazzina di via
Sembra che a scatenare lʼincendio sia stata una presa di corrente difettosa o forse sovraccarica di spine provenienti da più apparecchi collegati tra loro. Lʼallarme è scattato grazie ad alcuni condomini che hanno sentito le urla della famiglia terrorizzata.
Ad arrivare sul posto coi pompieri di Garbagnate, i quali sono saliti dalle scale della palazzina mettendo subito in sicurezza il condominio e aiutando alcuni residenti presi dal panico, anche i vigili di Rho, Desio e Inveruno. Una volta entrati nellʼappartamento, i pompieri hanno trovato la bimba rannicchiata in un angolo della casa che presentava gravi difficoltà respiratorie.
Sul luogo sono arrivate tre unità del 118 provenienti dal pronto soccorso dellʼospedale Santa Corona che hanno prestato le prime cure alla piccola e ai suoi genitori. Trasportati al pronto soccorso di Garbagnate sono stati visitati, ma nessuno è in pericolo di vita.
Un intervento a lieto fine, grazie soprattutto al fatto che il luogo del sinistro distasse solo 800 metri dalla caserma dei volontari Garbagnatesi e che fosse domenica. Già perché il distaccamento di Garbagnate (attivo ormai da quattro anni) non è ancora H24 ma garantisce il servizio solamente nel fine settimana e, qualche volta, la notte. Ma i ragazzi, coordinati da Stefano Garavaglia, promettono di voler crescere al fine di migliorare il servizio offerto al proprio territorio.
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LA SICUREZZA IN UN BOLLINO
GIALLO INDICATORE DI ESPOSIZIONI AL CARICO TERMICO
A volte le buone soluzioni sono di una semplicità disarmante. Un piccolo autoadesivo rotondo incollato al posto giusto sull’apparecchio di protezione per la respirazione indica se quest’ultimo è stato sottoposto a un carico termico eccessivo o se tutto è in regola – la sicurezza in un colpo d’occhio e a buon mercato! Per mettere a disposizione dei pompieri un semplice ed efficace mezzo che permette di verificare il carico termico al quale è stato esposto unʼapparecchio per la protezione della respirazione durante lʼintervento o lʼesercizio, la Federazione svizzera dei pompieri ha messo a punto, in collaborazione con la società Safework, Brandschutz & Arbeitssicherheit, un indicatore di temperatura che fornisce istantaneamente unʼindicazione affidabile in caso di esposizione delle delicate valvole a un calore estremo. A CURA DI
HEINZ BAUMANN
Finalmente una risposta In seguito al tragico incidente del 27 luglio 2006 che era costato la vita a un portatore di autorespiratore a Göttingen (D), sono sorte delle domande in seno ai corpi dei pompieri riguardanti lʼaffidabilità degli apparecchi per la protezione della respirazione in condizioni di intervento estreme. Per poter rispondere a un buon numero delle numerose domande, la Federazione svizzera dei pompieri offre ormai un indicatore di temperatura irre-
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versibile chiamato «C°Point», concepito specialmente tenendo conto dei bisogni dei pompieri e delle condizioni in cui avvengono gli interventi.
Semplice e affidabile Gli indicatori di temperatura autoadesivi vengono incollati sugli apparecchi PR in un posto non direttamente esposto al fuoco. In caso di esposizione del dispositivo polmonare automatico a una temperatura di 88 °C o più,
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lʼindicatore cambia colore in modo irreversibile. In questo modo il pompiere, lʼufficiale PR o il responsabile degli apparecchi può constatare immediatamente, alla fine dellʼintervento, o al più tardi durante il ristabilimento del materiale, se lʼapparecchio è stato esposto oppure no a un calore estremo, cioè se è arrivato al limite della temperatura ammessa. Gli apparecchi il cui indicatore di temperatura non è più di colore chiaro ma scuro, devono essere minuziosamente controllati dal fabbricante o da uno specialista. In questo caso lʼerogatore deve essere smontato per poterne controllare le guarnizioni. I risultati dei controlli di tenuta stagna e di funzionamento devono essere riportati in un dettagliato rapporto.
Funzionamento Lʼindicatore termico «C°Point» funziona su una base puramente fisica. Lo strato inferiore (scuro) dellʼindicatore è ricoperto da una sostanza opaca (chiara) con una temperatura di fusione definita. Quando viene raggiunta la temperatura critica questa sostanza fonde e diventa trasparente lasciando apparire il colore scuro ben visibile dello strato inferiore. Quando la temperatura scende di nuovo al di sotto della temperatura critica, questa sostanza si solidifica restando tuttavia trasparente e il colore scuro resta definitivamente visibile. Lʼirreversibilità del processo viene in questo modo garantita. Inoltre lʼindicatore è ricoperto da un foglio di protezione che evita il contatto diretto di questa sostanza con lʼumidità, con i solventi e la protegge dagli sfregamenti meccanici.
Progresso negli equipaggiamenti In questi ultimi anni sono stati fatti numerosi progressi per quanto concerne gli abiti di protezione antifuoco, cosa che incita i pompieri che beneficiano di una protezione ottimale, a esporsi a delle temperature notevolmente più elevate e a restare più a lungo sul posto durante gli attacchi interni. Di conseguenza gli apparecchi di protezione della respirazione indossati e non protetti, e soprattutto i dispositivi polmonari automatici, sono esposti molto più spesso che in passato a temperature estreme che vanno spesso fino al limite delle condizioni ammissibili.
Questa differenza tra il miglioramento della protezione fisica dellʼoperatore e i limiti di temperatura ammissibili per gli apparecchi per la protezione della respirazione è stata oggetto di numerose discussioni. Molte proposte sono state fatte per migliorare la percezione del calore da parte dei pompieri, prevedendo tra lʼaltro delle «aperture» negli abiti che permettessero di rendersi conto delle esposizioni a un calore estremo. Tali soluzioni tuttavia non sono ideali poiché un tale sistema funziona solo in caso di avvicinamento continuo alla fonte di calore, mentre avrebbe delle conseguenze catastrofiche per la sicurezza dellʼinterveniente in caso di aumento improvviso e imprevisto della temperatura (infiammazione istantanea di gas, esplosione, ecc.) [1]. Sorprendente constatazione È apparso, in seguito ai primi esami dellʼapparecchio di protezione della respirazione del pompiere morto a Göttingen, che lʼerogatore presentava unʼaccresciuta resistenza dovuta probabilmente alla deformazione della sede della molla. In seguito è stata esaminata la ragione per la quale lʼinterno dellʼapparecchio avesse potuto subire una deformazione, mentre allʼesterno dello stesso non cʼera alcun segno visibile dellʼeffetto del calore. La società EXAM, incaricata di procedere a questo esame, è giunta alla sorprendente conclusione che lʼaria inspirata allʼinterno della maschera doveva raggiungere i 109 °C. Tali temperature dellʼaria inspirata erano state giudicate impossibili fino ad oggi. Lʼaria in riserva nella bombola si era quindi scaldata a un punto tale che il raffreddamento per espansione nel riduttore di pressione e nel dispositivo polmonare automatico non è stato più sufficiente per riportarla a una temperatura accettabile [2].
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Lʼattacco interno resta possibile e indicato Una risposta positiva alla questione dellʼutilizzazione degli apparecchi per
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pre facile da valutare durante lo stress dellʼintervento e quando la temperatura ambiente è molto elevata. Con lʼindicatore di temperatura, la Federazione svizzera dei pompieri vuole mettere a disposizione uno strumento semplice da utilizzare, che fornisce unʼindicazione chiara, che permette di prendere delle decisioni e che elimina i dubbi.
Perché 88°C? Secondo la norma EN 137:2006, gli apparecchi per la protezione della respirazione sono concepiti per sopportare una temperatura che va dai –30 °C à +60 °C. Durante i controlli di funzionamento, gli apparecchi vengono sottoposti durante 15 minuti a +90 °C; inoltre gli appaDOPO UN ADDESTRAMENTO IN "CASA FUOCO" IL CASCO È DIVENTATO MALLEABILE; recchi vengono testati esponendoli ANCHE L'EROGATORE POTREBBE AVER SUBITO DANNI (L'ARIA RESPIRABILE alle fiamme. La funzione protettiva PUÒ RAGGIUNGERE 100° C SENZA DANNI PER L'ORGANISMO.). dellʼapparecchio devʼessere garantila protezione della respirazione per lʼattacco interno è ta durante e dopo lʼesame. Il test tuttavia non considera stata data in una presa di posizione del gruppo di lavola possibilità di riutilizzare i componenti dellʼapparecchio ro sugli apparecchi ad aria compressa per la respiraziodopo il controllo [4]. Le direttive NFPA del 1981 prevene del Comitato dei pompieri, della protezione contro le dono un esame di 15 minuti dellʼapparecchio utilizzato catastrofi e della protezione civile del gruppo di lavoro V per la protezione della respirazione a una temperatura di della Conferenza interministeriale tedesca (AFKzV). 95 °C. Quindi solo il limite superiore del carico termico Nella sua presa di posizione del 21 dicembre 2006, durante lʼesame (90 °C) può in effetti essere utilizzato menziona espressamente che gli apparecchi ad aria come indice pratico di un carico estremo per la parte compressa utilizzati dai pompieri per lʼattacco interno esterna del dispositivo polmonare automatico. durante i lavori di spegnimento sono adeguati secondo i Le prove nelle diverse condizioni, corrispondenti alle fabbricanti e la società EXAM incaricata dei controlli e condizioni di incendi reali, nei container dʼesercitazione della certificazione. che funzionano con il gas, così come i test pratici di Una restrizione è tuttavia emessa nella circolare nella lunga durata effettuati dal Corpo pompieri professionisti quale viene ricordato che «ogni carica termica inutile di Basilea, hanno dimostrato che le “pulmocomande” degli apparecchi ad aria compressa deve essere evitata non sono mai state sottoposte alle temperature massidurante gli interventi in caso di incendio» e che «il perme ammissibili durante i lavori di spegnimento lavoransonale deve ritirarsi in caso di carico termico estremo» do normalmente nel rispetto dei principi di base del lan[3]. ciere. Per evitare gli errori di interpretazione e i costi elevati, Cosa significa estremo? ma inutili di controllo degli apparecchi, ma anche per forLa presa di posizione dellʼAFKzV, ripresa dai vari nire una base decisionale nel quadro dei limiti fissati Ministeri dellʼinterno, descrive per esempio che sono dalle norme, lʼutilizzo degli indicatori di temperatura che considerati come carichi termici estremi le situazioni reagiscono a 88 °C (+1 °C) è giudicato realistico e nelle quali «la visiera del casco si deforma, la sollecitaconforme alla pratica, anche se le temperature fissate zione termica attraverso gli abiti di protezione supera la nellʼomologazione vanno da –30 °C a +60 °C. misura abituale e lʼapparecchio di protezione della respiA causa della rapida reazione al sorpasso della temperazione è direttamente esposto alle fiamme». Viste le ratura, un indicatore di temperatura fissato allʼesterno condizioni dellʼinchiesta effettuata da EXAM, bisogna che reagisce a +60 °C cambierebbe già colore prima del inoltre tener conto di un eventuale riscaldamento eccessignificativo aumento della temperatura allʼinterno del sivo dellʼaria respirabile. Cosa che purtroppo non è semdispositivo polmonare automatico.
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Il seguito Così come le conclusioni alle quali è giunto il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca EMPA in seguito allʼincidente avvenuto durante lʼincendio della ditta Tela il 19 luglio 1996 [5], i sorprendenti risultati dellʼesame EXAM permettono di concludere che lʼaria respirabile può raggiungere i 100 °C negli apparecchi, senza effetti nocivi per gli organi della respirazione. Si tratta tuttavia di temperature alle quali i gruppi di valvole (Tela) e i dispositivi polmonari automatici (Göttingen) possono essere danneggiate. La conseguenza di questi insegnamenti è certamente la necessità di riesaminare le condizioni di test degli apparecchi per la protezione della respirazione. Oltre alla trasmissione delle conoscenze concernenti le temperature ammissibili per gli apparecchi (vista la loro costruzione e per le tenute dʼintervento) il personale deve essere istruito in modo intenso in modo che sia in grado di tener conto delle differenze di resistenza dei componenti dellʼequipaggiamento di protezione individuale. [1]
[2] [3] [4]
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MODERNI ABITI DI PROTEZIONE CONTRO IL FUOCO PROTEGGONO CONTRO L’ECCESSO DEL CALORE MA, ALLO STESSO TEMPO, NE
RIDUCONO LA PERCEZIONE DA PARTE DELLE FORZE D’INTERVENTO.
BA Dipl.-Ing. Jan Südmersen, BD Dipl.-Ing. Ulrich Cimolino Stellungnahme zu den Reaktionen auf die Veröffentlichung des Unfallberichtes Georg-August-Universität, Göttingen Feuerwehr-Unfallkasse Niedersachsen FUK-News: Unfall mit Todesopfer in Göttingen www.fuk.de/news/archiv Arbeitskreis V der AFKzV, 21.12.2006 Hinweise für den Umgang mit Pressluftatmern der Feuerwehren nach thermischer Belastung EXAM Prüf- und Zertifizier GmbH Dipl.-Ing. Michael Siebrecht, Fachstelle für Atemschutz Infoblatt 6: Einsatzgrenzen bei thermischer Belastung Erläuterungen zum Infoblatt 6 www.bg-exam.de E. Cucci, R. Kieselbach, O. v. Trzebiatowski Untersuchung an Atemschutzgeräten im Zusammenhang mit dem TELA-Brand
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È IMPORTANTE SAPERE CHE:
I pompieri devono conoscere i limiti degli apparecchi per la protezione della respirazione e rispettarli.
Evitare di sottoporre gli apparecchi di protezione della respirazione a ogni carico termico inutile.
Gli autorespiratori che sono stati sottoposti a carichi termici estremi devono essere controllati minuziosamente dal fabbricante o da specialisti espressamente formati. Utilizzare gli indicatori di temperatura per ottenere informazioni riguardanti lʼesposizione a temperature estreme.
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APERTURE
POMPIERI VOLONTARI A GALLARATE ANCHE SE CE GIÀ UN’ALTRA CASERMA DI
ANTONIO ASCANIO MANGANO
Anche Gallarate avrà un presidio di vigili del fuoco, saranno tutti volontari e troveranno sede nei pressi della Superstrada 336. Un avamposto di soccorso a servizio di un territorio sguarnito? Non proprio, dal momento che dietro l’angolo sorge il distaccamento “Permanente” Bustese, denominato appunto “Busto-Gallarate” per via dell’ubicazione sul confine delle due cittadine.
el frattempo diversi comuni del Varesotto – per ovvi motivi dovuti alla distanza dalle sedi VVF – ricevono soccorso anche dopo mezzʼora dalla telefonata al 115. Per questo motivo il comandante provinciale Varesino dei pompieri, Vincenzo Lotito, lancia un appello a tutti i sindaci, al fine di rendere più capillare il “Dispositivo di soccorso”. Chissà che non possano tornare anche i romantici “Pompieri di Viggiù” famosi per via dellʼorecchiabile motivo – soppressi per volere di Roma nel 1964.
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Comandante Lotito, come mai una caserma di pompieri proprio a Gallarate, quando il distaccamento di Busto Arsizio e appena a quattro chilometri? «Eʼ una questione di statistica, a Gallarate effettuiamo parecchi interventi di soccorso, a causa della densità abitativa e per via degli insediamenti industriali. E poi il distaccamento di Busto è “permanente”, questi sarebbero volontari, quindi non un doppione. »
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Una provocazione: vi sono diversi comuni del Varesotto che distano 20 e rotti chilometri dalle 6 caserme di vigili del fuoco, perché non pensare a presidi proprio in quelle zone e, invece, aprire a Gallarate? «Gallarate ha unʼamministrazione sensibile che ha risposto alla mia richiesta, mettendo a disposizione i locali e le autorimesse, tutto qui. Approfitto de per lanciare un appello a tutti i sindaci del Varesotto: “Chi desideri dotarsi di un presidio si pompieri volontari ed abbia spazi adeguati, si faccia avanti. Certo non garantisco di poter distribuire caserme in tutti i paesi ma valuterò le candidature che riceveremo.”» Ingegnere, ha dichiarato che aprirete “Gallarate” prima dellʼestate, sappiamo che a Lazzate il sindaco ha atteso 5 anni lʼOK da Roma, qual è il segreto per fare così in fretta? Il decreto Ministeriale per Gallarate è già arrivato? «Intanto Lazzate è unʼaltra provincia, non conosco le problematiche, comunque non serve nessun escamotage, basta che il comandante provinciale di competenza avalli la richiesta. Tra lʼaltro io ho un particolare attaccamento alla componente volontaria del “Corpo Nazionale”: quandʼero a Savona ho aperto il primo distaccamento volontario della provincia a Mioglia e – giunto a Varese – ho subito dato una sede degna ai volontari di Laveno Mombello (lʼunico presidio volontario della provincia Varesina, al momento NdR). Il decreto per Gallarate è in via dʼemissione, glielo assicuro.» I pompieri dipendono dal Viminale e il Ministro Maroni è proprio di queste parti,
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quindi la formalizzazione dʼapertura potrebbe davvero giungere a breve. Nella caserma di Busto Arsizio, nel mentre, pare che lʼarrivo dei cugini/vicini di casa (quasi di pianerottolo), non sia stata presa poi così male. I volontari potrebbero sopperire alle chiusure a singhiozzo delle caserme – frequenti sino a qualche anno fa – a causa di malattie, congedi e il presidio “forzato” di un aeroporto internazionale come quello della Malpensa. I volontari – si dice nei corridoi della caserma di via Sempione – risolverebbero poi la gestione dei “Carri Diversi”; mezzi che servono per rifornimento idrico e ricarica bombole. Insomma, la nuova caserma Gallaratese non servirà a raggiungere più in fretta i bisognosi dʼaiuto ma sarà solo di supporto, come si dice: “Piutost che niènt lè mej piutost” (piuttosto che niente meglio piuttosto).
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mi piace perché è un sanguigno come me. Il progetto sʼè inspiegabilmente arenato a Roma, a comandare sono i burocrati! Dopo tre anni siamo stati costretti a destinare i fondi ad altri progetti. Pur essendo una nazione che vive sul volontariato lo respingiamo e perché? Perché anche i vigili del fuoco diventano un ammortizzatore sociale! Sono stato a Lampedusa, mi hanno avvicinato i pompieri,effettivi tra lʼaltro. Le loro richieste? Aumentare lʼorganico; vogliono usare i VVF come un sistema per dare lavoro a qualcuno. Quando vedo quelle piccole caserme allʼestero le invidio, quelle casette rosse che danno sicurezza e tranquillità. Ci sono comuni e industrie che sono disposte a investire sul volontariato pompieristico per avere un soccorso entro pochi minuti. Ho litigato giusto ieri col Comandante Provinciale Pellicano - posso dirlo perché tanto ho lʼimmunità parlamentare - è uno di quelli che mi ha promesso la caserma di Lazzate, tanto parlare e poi non se nʼè fatto nulla, abbiamo stracciaDopo 5 anni dʼattesa è finalmente stato istituito il distaccamento volontato tutto. rio dei vigili del fuoco di Lazzate, cittadina Brianzola al confine con la proMi ha dato lʼimpressione che fosse tutta vincia di Como, nella quale il soccorso del 115 arriva ancora troppo tardi. una questione sindacale. I sindacati devono smetterla di intervenire sul A CURA DI ANTONIO ASCANIO MANGANO volontariato per salvaguardare i posti di lavoro; la sicurezza non è un ammortizzatore sociale, la sicurezza è la sicurezza! Non possono dirmi lla fine i due Monti ce lʼhanno fatta e i cittadini che i volontari non sono preparati perché fanno diversi corsi di Lazzatesi potranno presto dormire sonni più tranquilli. formazione, io sono convinto che il vigile volontario svolge Monti è il cognome di entrambi i sindaci che, succeduquesto lavoro con amore e passione e quindi lo faʼmeglio.” tisi in questi anni, hanno preso a cuore la causa di Luca Locatelli (VF volontario con la paternità del progetto). Proprio il Pellicano, scusandosi per non poter partecipare al convegno, condivideva “lʼidea dellʼutilità sul territorio di un serRiccardo Monti sindaco uscente - durante il convegno vizio di Volontariato di protezione civile che si ispirasse a gran“Pompieri Volontari - avamposto di soccorso nei comuni” di linee allʼazione svolta quotidianamente dai vigili del fuoco”. - aveva espresso la sua amarezza a causa dʼun progetto areIn realtà Lazzate non voleva lʼennesimo gruppo di PC, ma nato. proprio un avamposto di pompieri volontari e, con lʼema“Nel 2006 è nata lʼidea di un avamposto di vigili del fuoco nazione del Decreto Ministeriale 405/85235 del 4 Marzo 2011, volontari a Lazzate; purtroppo la burocrazia e la stessa politilo avrà. ca hanno la capacità anche di fare sfumare progetti e intenzioni. Confronti verbali, finte e/o tentate autorizzazioni: una Luca Locatelli ha già radunato 15 VF volontari provenienti da forte volontà dal basso ma un mancato interesse, forse, dai altre caserme della zona e che prenderebbero servizio a vertici. Non è chiaro il perché di tanti “rallentamenti” ma lʼoLazzate; inoltre ha già avuto le adesioni di altri 20 candidati biettivo primario deve essere fornire un soccorso tempestivo che dovranno sottoporsi allʼiter Ministeriale dʼingresso. alla nostra popolazione.”. Si punta allʼacquisto iniziale di un “Mezzo di primo intervento veloce” che serva a garantire un soccorso “polivalente” in Anche il sucessore, Cesarino Monti (senatore della Lega, già tempi rapidi in Lazzate e nei comuni limitrofi. stato sindaco prima del collega e vincitore quest'anno al primo turno con una percentuale "imbarazzante"), non era stato “Abbiamo voglia di fare le cose bene e con calma - ha dichiamolto morbido coi vertici dei VVF, durante quel famoso converato Locatelli - contiamo dʼessere operativi per i primi giorni del gno. prossimo anno, poi arriverà anche la caserma, i disegni ci “A Lazzate abbiamo stanziato più di 200.000 € per fare un sono già.”. distaccamento di VVF volontari; ho incontrato lʼamico Gino che
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NELLA FOTO DI APERTURA: CESARINO MONTI (SENATORE DELLA LEGA E SINDACO, ANCORA UNA VOLTA, A LAZZATE) CON UN GRUPPO DI VOLONTARI BRIANZOLI. IN
SENSO ORARIO:
LA LETTERA INVIATA DALL’EX COMANDANTE PROVINCIALE PELLICANO AL SINDACO DI LAZZATE NELL’APRILE 2009; IL MEZZO
DI
PRIMO INTERVENTO VELOCE
CHE SI INTENDE ACQUISTARE;
L’ORDINE
DEL
GIORNO
DELL’8 APRILE
CON CUI IL COMANDANTE
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BARBERI INFORMA SULL’ISTITUZIONE DISTACCAMENTO VV.F. VOLONTARIO DI LAZZATE
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Brucia la casa per amor dell’arte Si chiama “Libertà conquistata” la provocatoria performance artistica che ha illuminato una calda notte di un suggestivo borgo, ai piedi delle Dolomiti trentine. È successo domenica sera a Mezzano, nel Trentino orientale, dove il test d’ingresso di Matteo Zeni per la prestigiosa Accademia di Monaco ha richiamato l’attenzione di un’intera comunità.
sta, a significare che “Lʼuomo cerca la sua vera libertà, la libertà dal sistema e se il pensiero è libero allora brucia il sistema ma non la gente (quindi la casa)“.
cchi puntati sulla località Molaren dove il giovane artista ha rivestito la casa di giornali, lavorando da sabato con il padre Silvano (noto scultore locale con il fratello Renzo) e alcuni amici, per incendiarli poi il giorno successivo. Uno spettacolo unico -autorizzato e sotto stretto controllo dei Vigili del fuoco, pronti ad intervenire in caso di necessità- che non è passato certamente inosservato a Primiero.
La realizzazione dellʼopera - “Io, -racconta ancora Matteo Zeni- fratelli ed amici diamo inizio alla copertura della casa con i giornali, papà avverte le autorità e mamma gestisce lʼaccoglienza e in due giorni (sabato e domenica) di bel tempo la casa è coperta di giornali. Domenica sera alle 21 tutto è pronto per lʼincendio. Adrenalina a mille: papà e mamma pregano, mentre nei prati circostanti molte persone vivono curiose questi momenti. In 2 minuti tutto brucia e la casa in legno rimane incolume, con qualche affumicatura ma niente di che. Tutto ha funzionato e lʼapplauso generale mi incoraggia molto. Ora rimane la conclusione: ossia che lʼAccademia di Monaco accetti e capisca lʼidea”.
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Come nasce lʼidea - Al giovane artista abbiamo chiesto comʼè nata lʼoriginale provocazione ma soprattutto quale sia il significato dellʼopera che è già diventata un vero e proprio caso in Trentino. In molti insistono perchè venga infatti replicata quanto prima. Sorride Matteo Zeni, dopo la performance e ci spiega: “Da tempo cercavo qualche idea artistica che potesse attirare lʼattenzione ma nessuna mi confaceva. Sfogliando un giornale, leggendo qua e la mi fermo a riflettere, penso: ma queste notizie dove vogliono guidare il mio pensiero, cosa vuole da me questo giornale, quale segnale mi sta trasmettendo, cerca di guidare la mia mente. Viviamo in una società -spiega Zeni- in unʼera, in un sistema politico sociale mondiale che guida i nostri pensieri e le nostre azioni. I mass media, giornali, tv, informazioni, correnti politiche e sociali che dicono cose apparentemente vere o ostinatamente false, cose marginali scritte e raccontate in forma eclatante o viceversa cose importanti minimamente accennate o neppure. Masse di persone, popoli e razze apparentemente libere ma in realtà schiave di se stesse. Siamo come una casa di legno continua Matteo- che fragile alle intemperie ma essenziale per chi la abita. Così ho pensato di ricoprire la mia casa, fatta tutta di legno verniciato, con dei fogli di giornale come a dire che il sistema rende schiavi e ognuno di noi schiavo di se stesso, convinti però di essere liberi di pensiero e azione”. Comunicazione e libertà - Quando la casa fosse stata ricoperta di giornali bisognava incendiarla. Questo secondo lʼarti-
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Chi è il giovane artista - Matteo Zeni è nato nel 1991. Terminate le scuole dʼobbligo si iscrive con la sorella alla scuola professionale dʼarte di ortisei come scultore seguendo la strada del padre. Dopo 5 anni seguito dai maestri dʼarte Norbert Insam e Andrea Tomasini si specializza con il 6° anno in ritratti e fisionomie. In questo periodo partecipa a diversi concorsi locali, provinciali, nazionali classificandosi nelle prime posizioni. Partecipa al concorso internazionale a La Bresse in Francia vincendo il primo premio del pubblico e premio giovani. Ora il giovane primierotto intende proseguire gli studi allʼaccademia dʼarte di Monaco, la Kunstakacademie, ma per poter accedere deve presentare unʼopera innovativa, qualcosa di particolarmente originale e così è stato. Lʼopera, è stata interamente filmata e prossimamente sarà possibile visionare anche il cortometraggio che ha riscaldato la notte di Mezzano, nel Trentino orientale. Sarà lʼinizio di un nuovo cammino artistico?
“Noi siamo come la casa -conclude il giovane artista trentinoapparentemente fragili e vulnerabili ma tenaci e decisi in cerca di quella liberta vera”.
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