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I protagonisti: Francesco Costantini
La fortuna aiuta gli audaci
Abbiamo incontrato Francesco Costantini, classe 1936, al Salone del Camper, al quale partecipa da sempre e guai a saltarne uno. Ci ha raccontato un pezzetto della sua lunga e affascinante vita da imprenditore e da campeggiatore
Testo di Antonio Mazzucchelli, foto Enrico Bona
Francesco Costantini è un fiume in piena. Concessionario storico della via Pontina a Roma, ci parla di quando si è avvicinato al mondo del camping a metà degli anni ‘60, quando con la moglie Anna acquista la sua prima tenda e sperimenta il campeggio libero (allora si poteva ancora fare) nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Da lì in poi, insieme con i figli Vittorio e Cesare non si è più fermato. La sua concessionaria, Centro Caravan Costantini ha festeggiato nel 2020 il suo quarantesimo anniversario.
Camper Professional: Cominciamo dall’inizio. Ci racconti di lei e del suo incontro con il settore caravanning.
Francesco Costantini: Sono nato nel 1936 nel paese di Acquapendente, al confine tra Lazio, Umbria e Toscana, mi sono trasferito a Roma nel 1959. Allora ero responsabile di un’azienda specializzata nell’estrazione, nel lavaggio, nella selezione, nella vendita e nel trasporto di ghiaia, e di una grande azienda agricola. L’amore per il campeggio nacque da subito, quando da bambino mio padre mi portava al Lago di Bolsena alla fine degli anni Quaranta e lì cominciavano ad esserci i primi turisti tedeschi, che tornavano in quelle zone dopo la guerra e si fermavano con le tende. Rimasi folgorato e nacque una passione sterminata per il campeggio. Prima di entrare nel settore ho fatto tanti mestieri, tra cui il tranviere. Con il primo stipendio dell’ATAC comprai la prima tenda, era il 1963. Nel 1971 presi a noleggio una caravan Laverda presso il campeggio Settebello vicino a Terracina. Avevo l’opzione per riscattarla, ma dopo 20 giorni, invece di acquistarla, riuscii a venderla a un turista dello stesso campeggio ottenendo anche un guadagno. Poi, ne comprai una anche per me, una Laverda Chiocciola 360 N con un matrimoniale e due letti a castello, ma senza bagno. E da lì iniziarono avventure on the road con tutta la mia famiglia, tra cui il viaggio che organizzai dalla Grecia ai Balcani nel cuore dell’Europa dell’Est, con tutta la famiglia. Al mio ritorno, per tutti ero diventato un vero esperto di caravan e di viaggi in caravan.
Camper Professional: Quindi ha iniziato vendendo caravan usate?
Francesco Costantini: Proprio così. Cominciai a comprare caravan usate da annunci sul Messaggero o Porta Portese e le rivendevo. All’inizio, praticamente per strada, in zone di passaggio, con il cartello “Vendesi”. Quando mi accorsi che c’era effettivamente un mercato, cominciai ad acquistarle direttamente dai concessionari della zona. Ce n’erano una dozzina sulla Pontina, guadagnavano tanto, compravo anche da loro l’usato. Spesso ricondizionavo e ristrutturavo le caravan in un mio terreno nei pressi di Acilia. Fui chiamato per gestire il parco usato della Roller, commercializzate ai tempi dalla concessionaria AMA. A quei tempi Roller vendeva 800 caravan all’anno. Lavorai per loro diversi anni: andavo nei campeggi per fare le permute, valutavo l’usato, poi portavamo le caravan alla concessionaria per rivenderle al pubblico. Oltre a Roller, a quei tempi si vendevano marchi come Laverda, Nardi, VS, Lander, Elnagh, Laika, Arca e anche alcuni stranieri come Bürstner, Hymer, Adria.
Camper Professional: Quando ha aperto la sua concessionaria?
Francesco Costantini: Il lavoro presso la Roller mi stava un po’ stretto e i miei figli stavano crescendo. Agli inizi del 1980, il produttore di camper Mirage aveva un suo centro vendita sulla Via Pontina, proprio di fronte alla Roller. Decise di trasferirsi a Pomezia e io comprai la sua esposizione. Per i soldi che non avevo ci siamo accordati: gli diedi un piccolo anticipo e tutto il resto con cambiali. La ditta, di stampo strettamente famigliare, venne in un primo momento intestata a Vittorio, in quanto Cesare era ancora minorenne e io ero ancora dipendente ATAC. Così è cominciato tutto: avevo l’esposizione e anche qualche caravan da vendere. Le cose andarono bene sin dall’inizio. Ero bravo a vendere alla gente che era davvero appassionata di campeggio. Sapevo trasmettere la mia passione. A quei tempi i clienti tornavano per raccontarmi dove erano stati con la caravan, oggi tornano per mostrarti tutti i difetti del veicolo.
con Pierluigi Alinari?
Francesco Costantini: Esatto. Io avevo preso la concessione di Caravans International. Ma l’azienda passò di mano a favore di Pierluigi Alinari, che già mi conosceva di fama come bravo venditore, gli spiegai come funzionavano i meccanismi commerciali dal momento che lui veniva da un altro settore e iniziò il nostro rapporto. Ricordo che andai in azienda e vidi un magazzino pieno di un particolare alluminio argento. Caravans International, infatti, costruiva, semplicemente cambiando l’alluminio esterno delle caravan, anche per il marchio Mobilvetta della famiglia Giotti (all’epoca le caravan si contraddistinguevano sovente per l’utilizzo di colori peculiari). Ma un cliente fece causa perché sul libretto invece di Mobilvetta c’era scritto Caravans International. Io usai quell’alluminio per farmi fare un centinaio caravan di una serie “speciale” chiamandole Silver. Ricordo poi che il manager della precedente gestione, milanista, aveva fatto realizzare degli autocaravan con i mobili rossoneri, io li stoccai tutti in blocco ad un prezzo interessante e li collocai facilmente sul mercato. Poi con Alinari avemmo un diverbio, che non ha però mai intaccato la nostra amicizia. A Roma eravamo due concessionarie Caravans International a vendere le caravan. Proposi ad Alinari di prendere io le caravan o le autocaravan per distinguere la nostra offerta da quella del collega, ma lui invece voleva che rimanessimo concorrenti per vendere di più.
Camper Professional: Ed è allora che avvenne l’incontro con Luano Niccolai di Rimor…
Francesco Costantini: Proprio così. Andai a Poggibonsi a incontrare Luano Niccolai alla Rimor, che mi accolse a braccia aperte e, nonostante avesse già la concessionaria a Roma, mi volle dare le sue caravan. Era il 1983. Diventai concessionario Rimor e poco dopo dovetti abbandonare Caravans International. E questa decisione fu senza dubbio la mia fortuna e anche quella della Rimor.
questa straordinaria figura che fu Luano Niccolai.
Francesco Costantini: Niccolai era stato capo operaio alla Caravans International, quella che fallì. Invece della liquidazione si fece pagare con alluminio, finestre e altri componenti e iniziò a produrre caravan. Abbiamo avuto un rapporto straordinario. Siamo cresciuti insieme, appoggiandoci uno all’altro. Ricordo che progettò la prima autocaravan nei primi anni ’80 lavorando su un vecchio furgone Ford che acquistò come rottame perché era bruciato. Ma il telaio si era salvato. Era un maestro nel disegnare camper e caravan. Disegnavamo a casa sua o sui tovaglioli al ristorante. Era un vero genio e disegnava veicoli perfetti, seppur non avesse mai dormito una notte su una caravan a differenza mia. La nostra è stata un’amicizia sincera e duratura, che prosegue tutt’oggi con la sua famiglia.
Camper Professional: Ricorda qualche aneddoto in particolare?
Francesco Costantini: Nel 1984 durante la fiera che si svolgeva al Parco del Valentino di Torino portammo due modelli su Ford gemellato: il 130 e quello più piccolo, il 100. Luano Niccolai e Pierluigi Alinari si erano accordati per allineare il listino prezzi. Ma mi accorsi che Alinari aveva portato un terzo modello di cui non sapevamo nulla, che aveva un prezzo diverso. Luano Niccolai tornò in sede e costruì a tempo di record un veicolo che poi ebbe un successo straordinario: il Rimor Katamarano. E già in fiera ne vendette una quarantina in un solo weekend!
Camper Professional: Lei è anche stato socio di Niccolai con il brand Duerre…
Francesco Costantini: Trattai l’acquisto di un capannone da un fallimento per conto di Niccolai ad Acquapendente, il mio paese natale. Cercava un posto dove produrre delle tappezzerie. In realtà poi lì nacque la produzione di autocarava con il marchio Duerre. All’inizio su meccanica Nissan con 3.000 di cilindrata. Abbiamo gestito insieme questa società con la partecipazione anche di altri importanti concessionari italiani. Ma poi qualcosa non ha più funzionato.
Camper Professional: Ha degli episodi particolari da raccontarci riferiti alla sua carriera di concessionario?
Francesco Costantini: Ce ne sono un paio che hanno fatto il giro di tutto il settore. All’inizio della mia attività arriva un potenziale cliente che aveva dei vitelli sul suo camion. Guarda le mie caravan, è interessato, ma non ha abbastanza soldi. Presente quel giorno l’Alinari, mi feci lasciare un vitello come acconto! Io ero pratico di campagna, poi me lo sono tenuto. Ma ancora più straordinario è quello che è successo qualche anno dopo. Arriva in concessionaria una famiglia: marito, moglie, figlie e una signora più anziana. Vogliono una caravan, bella dicono, ma era solo quattro posti e loro erano in cinque. “Che problema c’è?”, chiedo, interrompendo la loro discussione. “Vorremmo comprarla, ma non ci sta mia suocera,” dice il marito. “Ve la tengo io la signora”, gli ho risposto. E l’ho tenuta davvero. Avevo un terreno sul lago di Bolsena dove intendevo aprire un campeggio, avevamo una caravan per l’estate, insomma l’abbiamo tenuta con noi per 15 giorni al lago. Ma ci ha fatto piacere: andavamo in barca io e mia moglie e la signora ci faceva trovare il pranzo pronto, oltre a essere una simpatica compagnia. La mia storia con le fiere, poi, è piena di aneddoti. Quando sono entrato nel settore erano tutti ricchi, io ero il poverello: in fiera a Roma non mi facevano entrare. Così il primo anno parcheggiai dei Rimor Katamarano fuori dall’esposizione. Venni assalito. Ma l’anno dopo riuscii a entrare in fiera. Però ancora una volta contestarono i miei cartelli “prezzo fiera” dicendo che si trattava di una rassegna e che non potevo farlo. Una guerra continua. La trovata più geniale fu quando, insieme a Luano Niccolai,
Non solo caravanning...
chiedemmo uno spazio davanti alla fiera per fare promozione. Costruimmo un’impalcatura e ci mettemmo un Rimor a 15 metri di altezza. Gli organizzatori della fiera rimasero scioccati, non si aspettavano che avremmo fatto una cosa così eclatante. Anche un po’ pericolosa, a ripensarci adesso...
Camper Professional: Lei è stato anche un grande viaggiatore campeggiatore.
Francesco Costantini: Ho girato tutta Europa. Ma il viaggio più impegnativo fu quello che feci nel 1973, all’inizio della mia carriera. Un tour dei Balcani nel cuore dell’Europa dell’Est, all’epoca ancora rigidamente segregata dietro la granitica “cortina di ferro”. Dalla Grecia alla Turchia (con sconfinamento nel continente asiatico), dalla Bulgaria alla Romania rientrando in patria attraverso l’allora Jugoslavia. Partii con una Lancia Flavia prima serie da 1,5 litri, ma con soli 78 HP di potenza con al traino una Roller Superquattro, dal peso a pieno carico di quasi una tonnellata, che mandava facilmente in ebollizione la “povera” Flavia a ogni minima salita. Partii con moglie e figli: Cesare, che aveva 9 anni, e Vittorio, che ne aveva 13. Si viaggiava senza telefonini, senza mappe digitali, senza sapere le lingue. È stata un’avventura straordinaria in paesi difficili, molto poveri. Si poteva barattare cibo o altro con calze femminili di nylon, penne a sfera o apparecchi elettronici tipo le vecchie radioline a transistor portatili. Ricordo che c’erano tanti passaggi a livello e quando ci fermavano e aprivo lo sportello della Flavia si accendevano le lucette rosse sullo sportello. Tutti gli automobilisti e i camionisti in fila venivano ad ammirare le nostre lucette. Un’avventura indimenticabile i cui ricordi mi accompagnano ancora oggi. Erano altri tempi ed eravamo, forse, anche un po’ più incoscienti di oggi.
Camper Professional: Ha avuto altre passioni oltre il campeggio?
Francesco Costantini: Certamente. I cavalli sono stati grande una passione per tutto il periodo della mia maturità e ricordo che in occasione del Giubileo del 2000 assieme ad un gruppo di amici siamo partiti dal mio paese e, percorrendo circa 200 km attraverso le campagne, giungemmo fino in Piazza San Pietro. Altra mia passione è stato il fuoristrada, effettuando safari in Kenya con mia moglie, oltre a vari viaggi nel deserto del Sahara con un gruppo di appassionati, dormendo con mio figlio Cesare in una tenda Maggiolina sul tetto della nostra Jeep.
Camper Professional: Come è evoluto oggi il settore? E la sua concessionaria?
Francesco Costantini: Il settore oggi è dominato da vere e proprie multinazionali, gestite da gruppi di manager; ma a me piace dare fiducia a persone che hanno un nome, come Feuillet, Zorzi, Calò, Rousseau, e Simone Niccolai (per il quale nutro una stima e un affetto particolari). Nomi che assieme a quello del Dott. Raffaele Jannucci, (al quale sono ancora molto legato), quest’ultimo sul versante della comunicazione, hanno effettivamente, con il loro infaticabile operato, scritto la storia del nostro settore. Per quanto riguarda Il Centro Caravan Costantini di oggi, è un’azienda estremamente diversificata e completa con oltre 30 dipendenti tra i diversi reparti di vendita, market, officina, noleggio, rimessaggio ed assicurazioni, ed è gestita dai miei figli Vittorio e Cesare.
...ecco le altre passioni di Francesco Costantini