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Intervista con Michel Vuillermoz

Giovane, competente e appassionato

Head of Product Management di Laika, Michel Vuillermoz porta una lunga esperienza personale nella valutazione, nell’uso e nella promozione dei veicoli ricreazionali. La rivoluzione del nuovo Kreos, che incarna al meglio i valori della casa, porta la sua firma

Testo di Paolo Galvani e Antonio Mazzucchelli

Viene da Aosta, ha 39 anni e una lunga esperienza come giornalista. Laurea binazionale in Lingue e Comunicazione, una conoscenza ultradecennale nel mondo dei veicoli ricreazionali, di cui è appassionato conoscitore e utilizzatore in prima persona, e due anni di esperienza come

Marketing & Communication Manager presso Erwin

Hymer Group Italia. Da ottobre 2020 è Head of Product

Management di Laika Caravans. Michel Vuillermoz ha subito dato la sua impronta al marchio, affiancando la sua personale esperienza alla tradizione della casa toscana. Il risultato di questo approccio è visibile nel nuovissimo Laika Kreos L 5009, ricco di soluzioni innovative e stile tutto italiano che al Salone del Camper ha stupito pubblico e operatori professionali. Camper Professional ha incontrato

Vuillermoz a Parma. Ecco cosa ci ha raccontato.

La sua passione per i camper risale a lunga data. Che ruolo ricopre oggi in Laika e qual è stato il suo percorso professionale?

Michel Vuillermoz: Ho ancora in qualche cassetto un quaderno di disegni fatti quando avevo sei/sette anni in cui ci sono Laika Lasercar, Arca America New Deal… era un po’ come se fossi già appassionato all’epoca. Poi c’è stato un percorso, anche scolastico, che mi ha portato ad avvicinarmi sempre più a questo mondo. Pure nell’utilizzo reale, perché una mattina del febbraio 1989 i miei uscirono per andare a comprare una caravan e tornarono indietro con un camper su Fiat 238. Sono stato fortunato: la passione mi è rimasta e alla fine l’ho unita al lavoro. Sono Head of Product Management e lavoro a stretto contatto con la Direzione, in particolar modo con Ute Hofmann, alla definizione e allo sviluppo delle strategie riguardanti il prodotto. Il mio percorso in Erwin Hymer Group è iniziato nel 2018, lavorando nel marketing e nella comunicazione di EHG Italia, e, a margine, seguendo lo sviluppo, insieme ai colleghi del commerciale, di modelli e layout dedicati al nostro mercato tra cui i Buerstner 20-Twenty e Dethleffs T 6812.

In che modo la sua esperienza di utilizzatore le è stata d’aiuto in questo suo ruolo?

Michel Vuillermoz: Per 11 anni ho svolto la professione del giornalista in questo settore e da 32 sono un camperista. Oggi giro ancora con il mio veicolo, sono un patito della Scandinavia e dell’utilizzo invernale del veicolo. Sono stato due volte a Capo Nord, in inverno, con temperature di -35 gradi. In queste occasioni di utilizzo diretto fai delle esperienze e sei obbligato a studiare come sono fatti i veicoli per far fronte a diverse problematiche. Quando provi un mezzo in condizioni particolarmente severe capisci cosa funziona e cosa no, soprattutto come è stato progettato. Quando ti trovi dall’altra parte a partire dal foglio bianco, come è accaduto negli ultimi 10-11 mesi con i camper van Ecovip e con il Kreos, tutto quel know-how accumulato, il tuo bagaglio tecnico di utilizzatore lo metti al servizio degli altri: questo è il punto di partenza su cui noi, insieme ai team di ufficio tecnico e prototipazione, abbiamo sviluppato l’ultima collezione di Kreos, la nascita di una nuova generazione di Laika.

Nella sua passata vita di giornalista è stato anche molto critico nei confronti di modelli costruttivi, e spesso non era del tutto soddisfatto di come i prodotti venivano realizzati. Ora che è passato dall’altra parte, trova che ci sia una reale difficoltà, o addirittura un’impossibilità, a mettere in pratica idee e progetti quando si passa dall’ideazione alla fase concreta di produzione?

Michel Vuillermoz: Non è impossibile. Dipende dall’apertura mentale delle persone che lavorano con te, dalla voglia che hanno di mettersi in gioco e di aprirsi alle novità, oltre che dalla fiducia che ti sai guadagnare e che ti offrono le persone che ti hanno affidato questa responsabilità appoggiando e sposando un progetto. Nel Kreos, per esempio, l’assemblaggio del pavimento è realizzato in modo totalmente diverso dal passato. La qualità cresce quando una nuova soluzione minimizza le variabili di montaggio e semplifica il lavoro dell’operatore.

Come si concilia questa voglia di innovare con l’essere all’interno di un gruppo molto grande, ovvero qual è l’autonomia che riesce ad avere?

Michel Vuillermoz: Noi facciamo parte di un grande gruppo, lavoriamo in sinergia su determinati progetti, ma allo stesso tempo quel che interessa è che ogni brand abbia una propria autonomia, fisionomia, DNA. Questa è una grandissima ricchezza e opportunità, ovviamente da sfruttare nel modo più proficuo e opportuno.

Però anche voi avete brand nel gruppo che usano piattaforme comuni...

Michel Vuillermoz: Le piattaforme sono

sviluppate con un lavoro continuo e congiunto da parte degli uffici tecnici di tutti i brand del Gruppo, creando così le condizioni per una vera e propria condivisione massima di know-how ed esperienza. E’ una ottima base di partenza che permette di sfruttare al massimo le conoscenze e le competenze specifiche di ciascuno, abbreviando significativamente il time-to-market e dando la possibilità di sfruttare tecnologie continuamente aggiornate. Pensiamo, ad esempio, alle piattaforme tecnologiche o funzionali. Poi, chiaramente, tutto questo va a trovare un proprio ambito di applicazione a seconda di molteplici fattori e discriminanti: tra questi fascia di prezzo e tipologia costruttiva.

Quali sono stati i driver del progetto Kreos?

Michel Vuillermoz: Desideravo un veicolo che raccontasse, in ogni dettaglio, la nostra visione del camper di lusso, senza cadere mai nel mero esercizio stilistico. Un veicolo capace di riunire tecnica, ergonomia, eleganza e praticità. Il mercato è sempre più ampio, abbiamo tanti “newcomer” che arrivano da ambiti domestici o alberghieri. Devono poter trovare la stessa comodità, la stessa raffinatezza, la stessa piacevolezza di utilizzo di una suite. Bisogna quindi soddisfare nuove esigenze con una qualità in costante crescita, passando da un mondo semiartigianale a uno di caratura industriale. Per questo è necessario pensare e ragionare in maniera diversa, scegliendo opportunamente cosa debba essere industrializzato e cosa possa trarre vantaggio dall’artigianalità degli operatori specializzati.

Di cosa va particolarmente orgoglioso sul progetto Kreos?

Michel Vuillermoz: Del fatto che rispecchia i valori del nostro marchio, portando in dote il gusto italiano, la voglia di innovare, l’utilizzo di materiali di alta qualità e che è costruito utilizzando le tecnologie più moderne oggi a disposizione un po’ in tutti gli ambiti. Guardiamo la cucina: Kreos sceglie di offrire elementi ed equipaggiamento di tipo domestico trasferendoli su un camper senza intaccarne design o funzionalità. La lavastoviglie è solo un esempio. La volontà di fornire un’esperienza premium al cliente è in ogni dettaglio, stilistico o funzionale. Sono orgoglioso di questo approccio e, di conseguenza, del fatto che Laika sia protagonista proponendo le proprie idee. Di questo dobbiamo ringraziare la Direzione, che ci ha lasciato mano libera, appoggiando anche scelte coraggiose. Questo prodotto racconta la nostra visione del veicolo ricreazionale di lusso: lo fa nello stile, che è partito dallo sviluppo degli sketch realizzati da uno dei più famosi designer italiani, sia per gli interni che per gli esterni, e lo fa per l’ergonomia, sapendo bene come sia più difficile inseguire un perfetto bilanciamento di funzionalità e stile in un concetto di layout “convenzionale” piuttosto che dare libero sfogo all’estro. Detto ciò, ho sempre ammirato la creatività di Guy Job, ora in pensione..

Grande interesse per il nuovo Kreos al Salone del Camper di Parma

Quando l’abbiamo intervistato ha detto che l’unica cosa di cui si rammarica è di non aver mai progettato il letto in verticale, che farebbe guadagnare molto spazio...

Michel Vuillermoz: Una rivoluzione nell’utilizzo dello spazio può essere molto efficace anche senza essere forzatamente evidente. Il nostro blocco cucina sul Kreos, per esempio, è lineare e lungo 130 cm per offrire maggiore spazio ed ergonomia. Abbiamo un corridoio da 70 cm che permette di passare senza disturbare chi sta ai fornelli e la cucina non è da 55 di profondità bensì da 70, come a casa. Uno spazio che in termini di volumetria avresti avuto anche con uno schema a “L”, disturbando però l’ingresso. Ora si ha un colpo d’occhio completamente diverso. Ci sono poi

elementi come la doccia simile a una SPA, il cassetto per riscaldare i guanti posizionato sopra la caldaia Alde o il “wine box” nel garage: cose che nella experience del cliente finale sono certo saranno apprezzate.

Parliamo di camper van. Qual è il livello di difficoltà nella creazione di un prodotto di questo genere?

Michel Vuillermoz: Bisogna cambiare l’approccio, perché non si è padroni degli ingombri e delle dimensioni. Se una cosa non ci sta, non ci si può allargare di tre centimetri. È necessario trovare il miglior compromesso possibile facendo una sintesi degli elementi che si ritengono fondamentali, riproducendoli in modo oculato all’interno di una carrozzeria standard. E, anche all’esterno, occorre lavorare su tutti i dettagli possibili per evidenziarne la brand identity. Per chi non è mai salito su un veicolo ricreazionale, esteticamente un camper van è difficilmente riconoscibile rispetto a un normalissimo furgone. Sta a noi dargli un’identità di casa dentro e di auto fuori, senza poter intervenire nei punti nevralgici. Quello su cui possiamo lavorare è la concezione dello spazio: ora siamo scesi in campo con Ecovip camper van su un livello decisamente superiore a quello di Kosmo. Ecovip si porta dietro un nome con 30 anni di storia, un punto di riferimento per l’azienda, anche in ottica futura, e racconta una sfida: sfruttare spazi e volumi da camper van e realizzare, con questi, un quasi profilato. Il tavolo del camper van, per esempio, è abbattibile. Se voglio utilizzare il veicolo anche come seconda auto e ho un figlio piccolo, per usare l’Isofix per il seggiolino devo poter togliere il tavolo. Così facendo posso mettere anche un divano più comodo. Tutto questo va unito a un “look Ecovip”: i materiali devono essere gli stessi e bisogna garantire la massima coibentazione. Ma questo nella prova EN1646 si vede. Quello che semini poi lo raccogli, e noi ora abbiamo un veicolo con forte identità Ecovip, specie il 600 dove c’è il nuovo bagno “vario” con la doccia che può essere utilizzata anche all’esterno.

Come vede lo sviluppo dei veicoli ricreazionali nei prossimi anni? In quale direzione stiamo andando?

Michel Vuillermoz: Cambierà molto, soprattutto quello che finora non è mutato, a partire dalle basi meccaniche. Siamo abituati ormai ad avere le auto ibride, mentre le meccaniche di base non hanno ancora raggiunto questo traguardo. Questo è il primo step che ci riguarderà molto da vicino. Ci sono già paesi in cui la tassazione è in base alle emissioni inquinanti, e questa è una discriminante importante. Dovremo misurarci con la rivoluzione dei powertrain e tutto ciò che ne deriva. Non possiamo crescere con la massa dei veicoli e quelli elettrici hanno invece un peso notevole. E poi non ha senso fare un mezzo di questo tipo con scarsa autonomia e velocità limitata. Vedo favorevolmente l’idrogeno, ma abbiamo da sviluppare una rete di rifornimento e al momento la mobilità non sta andando in questa direzione. In California, cinque o sei anni fa sembrava fatta, invece ci stiamo indirizzando verso il tutto elettrico. Quindi alla fine l’ibrido mi sembra l’unica strada percorribile a breve termine. Questo sistema va portato sui veicoli commerciali in maniera proficua. Finora abbiamo visto ottime soluzioni su motori a benzina, ma noi abbiamo ancora bisogno di motori diesel, almeno per il freno motore. Una generazione di propulsori ibridi per il caravanning, ma anche per il trasporto a medio e lungo raggio, sarà sempre più necessaria per arrivare pronti al 2035 con powertrain alternativi che ci diano la stessa libertà che ci ha offerto cento anni fa l’automobile: non dover lasciare riposare i cavalli la notte, ma fare un pieno in cinque minuti e ripartire. A questo non possiamo rinunciare, sono i ritmi della vita attuale.

Basi meccaniche a parte, quali altre tendenze pensa che vedremo?

Michel Vuillermoz: Ci troveremo ad affrontare sfide diverse. Non basterà più proporre un abitacolo semplicemente con gli elementi necessari, ma bisognerà dargli una chiave domestica. Il nostro cliente rinuncia alla casa o all’albergo, investe cifre considerevoli e, in cambio, pretende un’esperienza di alto livello. Gli spazi multifunzionali dovranno essere ergonomici e con praticità e comodità tali da reggere il confronto con un ambito domestico. E questa è una sfida enorme, perché le regolamentazioni saranno sempre più stringenti in termini di sicurezza, emissioni, omologazioni. E, poi, tanto, tantissimo si può e si deve fare per raggiungere uno sfruttamento degli spazi anche diverso dai canoni tradizionali. Se facciamo un giro qui tra i padiglioni della fiera troviamo letti gemelli, centrali, qualche trasversale, qualche soggiorno anteriore con maxi-toilette posteriore, oppure van con basculante posteriore di cui però bisogna capire la reale funzionalità. Come vede, ci sono ampi margini di manovra, specie considerando che il nuovo cliente non arriva da esperienze in camper o in barca, ma da case e alberghi, da un ambiente domestico.

Vedremo l’Urban Vehicle svilupparsi in casa Laika, all’interno del gruppo o sul mercato in generale?

Michel Vuillermoz: Può darsi che lo si veda in tutti gli ambiti: è un prodotto che ha un proprio mercato e il nostro Gruppo è parti-

Michel Vuillermoz (a destra) durante l’intervista

to per tempo con Crosscamp, brand nato a Isny sfruttando dapprima gli urban vehicles Toyota e Opel e ora cresciuto con proposte anche su Viano e su Ducato. La nostra idea di offrire un’esperienza di alto livello non si limita a parlare di Ecovip, Kreos o Kosmo, ma è quella di trasmettere i valori del marchio, che adesso esponiamo e proponiamo attraverso i nostri veicoli, assecondando e seguendo le esigenze di un mercato che cambia. 15 anni fa, nessuno avrebbe immaginato un camper van Laika con tetto a soffietto. Già da qualche anno, invece, questa soluzione fa parte della nostra offerta...

Oggi avete il nuovo Kreos che incarna il concetto di lusso e gli Ecovip perfetti come veicoli di alta gamma. Come si integra Kosmo in questa visione?

Michel Vuillermoz: Kosmo è il nostro gradino di accesso, è un prodotto che ci sta dando grandi soddisfazioni da un punto di vista commerciale con le due varianti Kosmo e Kosmo Emblema. Tutto, poi, è ovviamente in evoluzione, in crescita: Ecovip ha accresciuto tecnica e stile, andando a sostituire idealmente il precedente Kreos 3000, mentre il nuovo Kreos 5000 si posiziona più in alto del predecessore, portando una ventata di inventiva, stile ed eccellenza tecnologica. In un prossimo futuro confermeremo lo stesso “uprising” anche con le altre collezioni. I valori del brand devono essere esplicitati e tradotti in pratica dai veicoli, facendo tesoro di quanto avviene in ambito automobilistico. E’ un percorso che abbraccia tutti i prodotti, anche perchè a livello di plant di San Casciano abbiamo Etrusco, un marchio italiano che ci sta dando grandissime soddisfazioni e che presenta qui a Parma la nuova collezione sviluppata in Toscana, forti dell’ingegnerizzazione tedesca delle origini, ma con un gusto sempre più italiano in esterni, interni e volumetrie. E’ questo il gradino di ingresso al mondo dei prodotti Made in San Casciano. Chi sceglie Laika, desidera e pretende di più: la nostra missione è quella di andare ben oltre le legittime richieste e desideri dei nostri clienti.

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