Antropos in the worldfebbraio 2015 h

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I COMPORTAMENTI A RISCHIO GLI INTERVENTI ( X parte )

ANNO XI N.RO 2 del 01/02 /2015

Pag. 1. Pag. psicologica 2. Una buona notizia 3. Ipogei di Favignana 5. Il teatro romano 6. Mustino ed il maiale 7. Rapsodia asinina 8. Ipogei di Favignana 9. Nom. Mec.te Cultura 10.Il racconto del mese 11.Uscire dall’euro 12.L’angolo del cuore 13.La satira immortale 14.La papessa Giovanna 15.Mura e porte di Erice 17.Pagina medica 18.I grandi pensatori 19.La corda del silenzio 20.La storia dei padri 21.Poesia e vita 22.Piatti mediterranei 23.Chi era Beatrice 24.Storia della musica 25.E noi paghiamo 27.Da Cronache 28.Velocità e tabagismo 29.Il cenciaiolo 30.Le probl. della vecch. 31.Aforismi e matrimonio 32.Regimen sanitatis sal. 33.Politica Estera 35.Le follie di Giuffrida 36.Redazioni e riferimenti

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L’educazione alla salute e la prevenzione di comportamenti a rischio costituiscono un obiettivo dell‟istruzione italiana. Esistono, infatti, diversi progetti di informazione e prevenzione rivolti alle scuole, ma anche ad altre forme di aggregazione territoriale (associazioni giovanili o di genitori, volontariato, etc.). Sul piano normativo è importante ricordare che attraverso le disposizioni della Legge 328 del 2000 (Legge Quadro per la Realizzazione del Sistema Integrato di Interventi e Servizi Sociali) le Regioni hanno elaborato i Testi organici per i Servi-zi Sociali, che integrano i servizi sociali con gli interventi e le politiche sanitarie, dell‟istruzione e della formazione. Tra gli obiettivi di questo lavoro, figura "il Piano delle Politiche Giovanili”, rivolto sia alla promozione e valorizzazione della persona che alla prevenzione di fattori di disagio. La legge, inoltre, favorisce la partecipazione della famiglia, oltre che dell‟adolescente, alle attività previste. È del 1989 la Convenzione ONU per i diritti del fanciullo e l‟anno dopo c‟è il Piano di azione mondiale per l‟infanzia. La logica di “piano” inizia già dodici anni fa in una prospettiva planetaria. Nel 1991 c‟è la ratifica della Convenzione ONU da parte del parlamento italiano, con la legge 176 e questo implica che la Convenzione ONU in Italia non rappresenta dei principi che possiamo accogliere o meno ma è legge dello Stato che va rispettata e fatta rispettare. In risposta alla carente informazione cui ha fatto riferimento l‟onorevole Turco, nel 1996 c‟è stato il primo rapporto sulla situazione dell‟infanzia che ha permesso di elaborare il primo piano di azione del Governo per l‟infanzia e l‟adolescenza; quel piano aveva due dimensioni: uno sviluppo sul piano legislativo e un aspetto amministrativo-gestionale che impegnava tutto lo Stato, a diversi livelli, nell‟organizzazione di interventi e servizi per l‟infanzia in una prospettiva di piano. La parte legislativa del primo piano d‟azione si è concretizzata con la L. 285/97 e con la legge 451, sempre del „97, che: istituisce la Commissione bicamerale per l‟infanzia e l‟adolescenza, l‟osservatorio nazionale e dà una serie di indicazioni sulla necessità della conoscenza della situazione dell‟infanzia e l‟adolescenza e di servizi nel nostro Paese.1 Nel 2000 è stato predisposto e adottato il secondo piano di azione del Governo. Un secondo piano non tanto perché il primo piano d‟azione fosse concluso, ma perché è evidente che la logica di piano permette di recuperare le dimensioni importanti del lavoro realizzato, ma anche gli aspetti carenti e i mancati obiettivi, quello che non è stato fatto. Il nuovo piano riprende e rilancia, individua obiettivi da ribadire e nuove urgenze, opera la correzione di tiro necessaria per migliorare la qualità dell‟intervento delle politiche sociali e dei servizi sociali.

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1) F. Pastore, LE PROBLEMATICHE DELL’ADOLESCENZA, pag. 121- 122 A.I.T.W. ed.SA. 2013 – cod ISBN Cod. SBN: IT\ICCU\MOD\1622636

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